Pubblichiamo il comunicato con i quali i componenti indipendenti del Comitato direttivo centrale dell'Anm hanno replicato alla accusa di collateralismo politico loro rivolta dalla corrente di sinistra della magistratura, a seguito delle opinioni espresse in merito alla possibilità, prospettata da alcuni esponenti politici, della costituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla magistratura.
Il documento costituisce anche una risposta alle risibili dichiarazioni che stamani ha reso in proposito alla stampa il presidente dell'Anm e che ovviamente ricalcano fedelmente la posizione della corrente di sinistra alla quale egli appartiene.
Di esse sorprende, ancor prima che il contenuto, il fatto che provengano da chi, rischia di essere di fatto sfiduciato dal Comitato direttivo dell'Anm, se dovesse essere approvata una mozione, in fase di discussione, in cui si ribadisce la centralità di tale organo nell'azione dell'associazione e al contempo si invitano tutti gli attori associativi "ad attenersi scrupolosamente" a tale principio (è evidente il riferimento alla vicenda degli omissis apportati dal dott. Santalucia ad alcuni del giudizio perugino nei confronti del dott. Luca Palamara).
Ci chiediamo poi quale credibilità possa avere una accusa di collateralismo politico proveniente da chi vanta nel suo curriculum un recente passato come vice capo e capo dell'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, nella tradizione di tanti altri magistrati appartenenti alla corrente di sinistra che hanno avuto analoghe esperienze come fuori ruolo o addirittura come parlamentari.
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I componenti del CDC eletti nella
lista ArticoloCentouno
25 aprile 2021
Sul Comunicato di
AreaDG in tema di Commissione parlamentare d’inchiesta.
Istituire commissioni di
inchiesta su materie di interesse pubblico è una prerogativa costituzionale del
Parlamento.
È evidente, peraltro, che
qualsiasi commissione d’inchiesta deve rispettare le forme e i limiti imposti
dall’art. 82 della Costituzione e, pertanto, una commissione d’inchiesta
giammai potrà servire a rifare in altra sede processi o a ribaltare sentenze definitive.
Ciò detto, il riferimento di
AreaDG ai “rappresentanti della Lista 101 che siedono nel Cdc dell’Anm”
mistifica slealmente la realtà.
La lista ArticoloCentouno non ha
nulla a che fare con nessuna proposta di commissione d’inchiesta.
È vero invece che, nell’ambito di
considerazioni di portata molto più vasta, una commissione di inchiesta sulla
materia del correntismo e sulla degenerazione correntocratica dell’autogoverno
della magistratura è stata considerata auspicabile nella lettera aperta al Presidente
della Repubblica che qualche mese fa è stata sottoscritta da oltre cento
magistrati.
In disparte il rilievo che la
sottoscrizione della lettera anche da parte degli eletti della lista
ArticoloCentouno nel CDC non implica in alcun modo l’assorbimento del suo
contenuto nel programma per l’ANM di tale lista, solo chi versa in spudorata
malafede può assimilare un’inchiesta sulla degenerazione correntizia alla
volontà di rifare i processi e riscrivere le sentenze.
Rifuggiamo il collateralismo
politico nei fatti e respingiamo il ricatto morale secondo cui non si devono
denunciare e affrontare i gravissimi problemi che affliggono l’autogoverno
perché vi è il rischio che tali denunce possano essere strumentalizzate.
La degenerazione correntocratica
ha raggiunto livelli gravissimi e rende detto ricatto, sempre deleterio, ancor
più intollerabile.
È semplicemente risibile, poi,
che l’accusa di collateralismo politico provenga da chi, all’interno della
magistratura, ha storicamente rappresentato l’alter ego di partiti politici e,
definendosi espressamente “soggetto politico” e così tradendo platealmente il
dovere di indipendenza esterna e di imparzialità della giurisdizione, ha sempre
sostenuto, in palese contrasto con la Costituzione, il ruolo “politico” del Consiglio
Superiore della Magistratura.
Comprendiamo che recenti eventi
che hanno visto negativamente coinvolta AreaDG, come la sconfitta elettorale
nelle ultime elezioni suppletive del CSM e la pubblica emersione di condotte
censurabili nei confronti dei componenti del Comitato direttivo centrale
compiute dal Presidente dell’Anm G. Santalucia (appartenente ad AreaDG),
possano aver generato un certo nervosismo e la scomposta aggressività che
contrassegna gli ultimi interventi di quel gruppo e dei suoi appartenenti.
L’invito, a tutti, è a recuperare
un minimo di controllo della realtà, constatando che se le istituzioni
giudiziarie sono giunte al minimo storico della loro credibilità non è certo
per colpa delle dita di quattro componenti del CDC che indicano la luna;
l’invito a tutti è a rimboccarsi le maniche e a decidere, finalmente, che è il
momento di intraprendere la strada che possa effettivamente porre rimedio a
quei mali che ormai non possono più essere nascosti sotto i tappeti
dell’ipocrisia.
Maria Angioni,
Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale
L'homo sapiens quando pensa di essere "super sapiens" cade" nel vizio del bue che dice cornuto all'asino. Si esprime in forma scomposta, con affermazioni inutili sia in senso lato che stretto. Con l'odierna accusa di " correntiismo politico", raggiunge l'apice. Il rischio, molto alto, è di sprofondare al fondo, dove cova un fuoco che ogni giorno cresce a dismisura. E' arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa. Tempo? pochissimo!
RispondiEliminaE così sia! Trovate l'umiltà che deve contraddistinguere i magistrati, e scendete dal piedistallo.
RispondiEliminaTutti sanno che senza alcune riforme oltre a quelle da voi proposte,Separazione delle carriere,Fine obbligatorietà azione penale,non cambiera' nulla.Le temono le correnti di sinistra e penso non le vogliate neanche voi di art.101.Le commissioni parlamentari di inchiesta non sono mai servite a niente Giammauro-PASQUALE
RispondiEliminaSaviano (Corriere della sera, prima pagina di ieri) e Santoro (trasmissione della “La 7” condotta dalla Gruber) vedono il vero volto delle mafie. E, con sorpresa, scoprono che è il riflesso di quello dello Stato. Uno pubblicizza il libro di un pentito, l’altro mette in guardia affinché, come fatto con la Camorra nel 1960 e con la mafia durante e dopo lo sbarco alleato, non si deleghi oggi alla ndrangheta la risoluzione del cattivo funzionamento della sanità calabrese. Magari se anche l’ANM comincia a vedere chiaro, togliendosi la cataratta correntizia, forse imbocchiamo la giusta via. Draghi e Cartabia permettendo, ovviamente.
RispondiEliminaInfatti, da troppo tempo si elogia una legge che è fuorilegge, e che è stata varata scientificamente per poter continuare a mafiare. Ne sanno qualcosa gli avvocati che (pur non difendendo) hanno tollerato. E, pure, pagato un alto prezzo in termini di credibilità e prestigio, vite e ingiusti processi.