I componenti del Comitato
Direttivo Centrale dell’Associazione nazionale Magistrati eletti nella lista
ArticoloCentouno prendono atto con profonda amarezza del comportamento tenuto
dal Presidente dell’ANM, dott. Giuseppe Santalucia, e ne chiedono le dimissioni
dall’incarico per le ragioni di seguito esposte.
Prima, senza ragione alcuna, si è
respinta l’idea naturale che l’ANM potesse servirsi del contenuto delle chat
del telefono di Luca Palamara pubblicate su fonti aperte, sia per valutazioni e
determinazioni di carattere generale sia per eventuali procedimenti
disciplinari endo-associativi, come pure era sempre accaduto in passato, anche
all’indomani della divulgazione dei fatti dell’Hotel Champagne.
Poi - contro la logica, contro le
conoscenze basilari di ogni magistrato con esperienza del procedimento penale e
contro gli elementi di conoscenza disponibile, sia di fonte aperta che di fonte
ufficiale - si è ostinatamente negato che le chat fossero state poste a
sostegno della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Luca Palamara e
perciò trasmesse, insieme alla predetta richiesta, al G.u.p. del Tribunale di
Perugia, con conseguente possibilità del titolare dei diritti della persona
offesa, quale è stata qualificata l’ANM dalla stessa Procura della Repubblica
di Perugia, di visionarle ed estrarne copia senza limitazione alcuna.
Infine, con una scelta senza
precedenti, il Presidente dell’ANM Santalucia ha deciso di comprimere il nostro
diritto di componenti del CDC - e con esso quello di tutti gli altri - alla
piena conoscenza di atti di pertinenza dell’Associazione e nella disponibilità
della stessa, realizzando una palese violazione delle regole di funzionamento
dell’ANM e un gravissimo vulnus alla democrazia interna alla stessa.
Infatti, alla nostra richiesta di
conoscere e avere copia del carteggio intercorso in seguito alla riunione del
CDC del 6 e 7 febbraio 2021, in merito alle chat di Luca Palamara, tra
articolazioni dell’ANM e altri soggetti, il Presidente Santalucia, dopo
ripetuti solleciti dovuti a silenzi e riscontri elusivi, ci ha trasmesso,
insieme alla richiesta di rilascio di copia delle chat tra Palamara e
appartenenti all’ordine giudiziario inviata dal Presidente del Collegio dei
Probiviri alla Procura di Perugia, il provvedimento di parziale autorizzazione
del G.u.p. del Tribunale di Perugia e il parere al riguardo della Procura di
Perugia.
Quest’ultimo, tuttavia,
presentava parti manifestamente omissate, delle quali, a fronte delle nostre
reiterate e insistenti richieste di chiarimento, il Presidente Santalucia si è
assunto la paternità, invocando del tutto inopinatamente e infondatamente
un’esigenza di tutela di dati personali e un ruolo decisionale in tal senso
autonomo rispetto al CDC e, di fatto, un inaudito diritto di conoscenza delle
vicende dell’ANM sovraordinato rispetto agli altri componenti del CDC e un
altrettanto inaudito potere di limitare a sua discrezione l’analogo diritto
degli altri componenti.
Alla fine ci siamo trovati di
fronte alla ribadita e ostinata intenzione del Presidente Santalucia di
“limitare” il diritto pieno dei componenti del CDC di avere copia di atti
riguardanti l’Associazione e nella disponibilità della stessa.
E così, per ottenere quanto ingiustamente negatoci dal nostro Presidente, ci siamo visti costretti a rivolgerci direttamente all’Autorità giudiziaria perugina.
Il 6 aprile 2021, su
autorizzazione del Giudice, la Cancelleria del G.u.p. del Tribunale di Perugia
ci ha trasmesso gli atti che, invano, avevamo ripetutamente richiesto al
Presidente Santalucia.
Siamo rimasti grandemente e
gravemente sorpresi.
Non dal fatto che il G.u.p. di
Perugia abbia autorizzato il rilascio di copia degli atti da noi richiesti né
dal fatto che tale rilascio sia avvenuto senza alcun “omissis”, cose che
ritenevamo assolutamente scontate.
Ma dall’inspiegabile e gravissimo
operato del Presidente Santalucia, che è andato oltre quanto già sapevamo.
Va ribadito che l’inaudita
limitazione della possibilità dei componenti del CDC di conoscere il contenuto
e avere copia degli atti di pertinenza dell’Associazione è di per sé cosa
gravemente lesiva delle regole associative, dell’equilibrio statutario tra le
diverse articolazioni dell’ANM e, in definitiva, della democrazia interna
all’Associazione.
Ma l’acquisizione degli atti
dall’Autorità giudiziaria di Perugia ci ha messo di fronte al fatto che, oltre
a tagliare in modo manifesto porzioni del parere della Procura della Repubblica
riguardanti questioni per nulla personali e che, anziché essere nascoste,
avrebbero dovuto essere poste tempestivamente all’attenzione dell’intera ANM,
il Presidente Santalucia, prima di trasmettercene copia, aveva altresì
sottoposto a una certosina operazione chirurgica di espunzione di alcuni assai
rilevanti passaggi - non manifesta - lo stesso provvedimento del G.u.p. di
Perugia.
Nel parere della Procura di
Perugia, tra l’altro, è stata omissata la parte in cui si dà atto espressamente
che le chat sono state trasmesse al G.u.p. già ad agosto 2020 con la richiesta
di rinvio a giudizio, dato che i maggiorenti dell’Associazione si sono ostinati
a negare e a non volere verificare, così di fatto ritardando di mesi
l’acquisizione del materiale
È stata celata alla conoscenza
dei componenti del CDC l’intera questione attinente alle determinazioni
dell’Autorità giudiziaria perugina rispetto al caso dei magistrati dimissionari
dall’ANM, sia in rapporto al diritto dell’ANM di avere copia delle chat che li
riguardano sia in rapporto alle richieste di tali colleghi di cancellazione delle
chat.
Infatti, nelle parti “censurate”
dal Presidente Santalucia, il parere della Procura e il provvedimento del G.u.p
di Perugia affrontano pure questi problemi, anche in relazione al fatto che,
come risulta dagli stessi provvedimenti, il magistrato “Omissis” ha chiesto
alla Procura la cancellazione della chat che ha avuto con Luca Palamara.
Il Presidente Santalucia, anziché
informare immediatamente l’intero CDC di tali così importanti questioni, le ha
tenute nascoste anche ai componenti del CDC che hanno chiesto espressamente
informazioni al riguardo, e di fatto sta ancora impedendo che l’ANM possa
attivarsi rispetto a tali questioni, a tutela degli interessi propri
dell’Associazione e anche a norma dell’art. 7, comma 3, dello Statuto, che
consente al CDC di sospendere gli effetti delle dimissioni presentate dai soci
sottoposti a procedimenti disciplinari.
Insomma, da un lato, prima si
preclude l’utilizzo delle fonti aperte e poi si ritarda il più possibile
l’acquisizione dei documenti ufficiali; dall’altro, si nascondono questioni
decisive per i procedimenti disciplinari, non si assumono le iniziative
necessarie per garantirne l’attivazione e, anzi, si negano ai componenti del
CDC informazioni che avrebbero permesso di preservare tale possibilità.
In definitiva, traspare
chiaramente una volontà di insabbiamento e di elusione delle questioni generali
poste dal disvelamento delle chat di Luca Palamara e di fatto si agevolano gli
interessati a sottrarsi alle specifiche responsabilità conseguenti ai fatti
emergenti dalle chat.
Il tradimento della fiducia
operato dal Presidente Santalucia e la grave scorrettezza manifestata nei
confronti dei componenti del CDC, emergenti dalle sopra ricordate condotte, ne
evidenzia l’inadeguatezza rispetto al ruolo di rappresentanza dell’intera
Associazione e ci induce a invocarne immediate dimissioni.
Nel percorso di recupero rispetto
all’enorme discredito che “Magistropoli” ha comportato, tra l’altro, per la
magistratura associata, l’ANM non può permettersi di continuare a essere
guidata da chi ha tenuto la condotta sin qui riferita, tra l’altro lesiva di
regole basilari della democrazia interna all’Associazione e, al contempo,
oggettivamente accondiscendente verso chi intende sottrarsi alle proprie
responsabilità nei confronti della stessa ANM.
Trasmettiamo il presente
comunicato, per le valutazioni e le eventuali determinazioni di competenza, al
Collegio dei Probiviri.
Maria Angioni,
Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale
1 commenti:
Purtroppo da più parti non si vuole comprendere che il Comitato direttivo centrale della lista Articolo 101 sta facendo quanto è umanamente possibile per salvare la magistratura da una catastrofe spaventosa, che arrecherà conseguenze che dureranno secoli. Prima o poi verranno alla luce le gravissime conseguenze che il "sistema" descritto da Palamara ha prodotto sulla giurisdizione italiana, che ha trasformato la giustizia in in-giustizia e le indicibili sofferenze inflitte al popolo inerme.
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