sabato 15 novembre 2008

Le imposture di Brunetta




di Felice Lima
(Giudice del Tribunale di Catania)



Nelle settimane scorse il ministro Renato Brunetta si è prodotto in una serie di show sulla sua capacità di risolvere tutti i problemi del nostro Paese e fra questi quello della inefficienza della giustizia.

La giustizia, per la verità, non è il suo dicastero e, dunque, il fatto che egli abbia promesso di risolverne i problemi può spiegarsi solo con una preoccupante ipertrofia dell’io e con deplorevoli intenti propagandistici.

Ma l’umiltà non è certamente una virtù nota a Brunetta, fino al punto da rendersi ridicolo senza neppure rendersene conto (a questo link una figura terrificante davanti a un Enrico Mentana addirittura incredulo).

Così, facendo sfoggio di un grossolano celodurismo, il “ministro di un altro dicastero” ha dato a intendere di avere la ricetta giusta per la giustizia, ricetta che si esaurisce nel mettere i tornelli per ottenere che i magistrati stiano in ufficio.

E’ incredibile come per tanti anni nessuno si sia reso conto che i complessi problemi della giustizia potrebbero essere risolti con tanta semplicità! Ci voleva Brunetta!

Dando prova di particolare ineleganza, ha colorito il tutto con accuse gratuite e generalizzate ai magistrati medesimi, indicati come fannulloni e assenteisti.

E aggiungendo ineleganza a ineleganza, se ne è andato a celebrare parte dello show da un Bruno Vespa (se possibile) ancora più compiacente del solito, senza che nessuno dei due – né lui né Vespa – provasse un qualche imbarazzo per il fatto che il giornalista che lo ospitava e che in più di una occasione lo ha aiutato nel trarsi dall’imbarazzo di alcune obiezioni del Presidente dell’A.N.M. è il marito di un magistrato che è fuori ruolo, proprio perché in servizio per il governo del quale Brunetta è ministro (in particolare, Augusta Iannini è dirigente presso il ministero della giustizia). In sostanza, per Vespa Brunetta è, sotto certi profili, il datore di lavoro della moglie: quando si dice il giornalismo coraggioso e indipendente.

Gli show del ministro Brunetta sono particolarmente gravi e dolorosi perché si fondano su alcune evidenti falsificazioni della realtà.

Lo schema logico seguito dal ministro è quello molto ben descritto da Francesco Merlo in un articolo per Repubblica del 28 ottobre 2008, che è riportato anche in questo blog a questo link: vendere chiacchiere per nascondere la realtà.

Facendosi emulo di altri colleghi di partito e di governo, Brunetta, invece di individuare e concorrere a risolvere i numerosi e gravi problemi dai quali il Paese in generale e la giustizia in particolare sono affetti, fa “propaganda”.

Lo schema consiste nell’additare al pubblico ludibrio uno o più colpevoli di tutto e nel promettere vane campagne di lotta dura e senza paura a questi colpevoli. E’ lo stesso schema della “guerra” ai Rom, ai grafitari, alle prostitute, ecc.: “campagne” false e inutili. Patacche!

La cagnara che ne segue raggiunge due obiettivi: dà visibilità mediatica a politici “protagonisti” (nel senso deteriore della parola) e distrae l’attenzione dell’opinione pubblica dalla realtà delle cose.

E’ così che per diverse settimane si è discusso dei magistrati diffamati come fannulloni e rubastipendio e dei tornelli e nessuno ha chiesto a Brunetta cosa davvero voglia fare e cosa in concreto lui e i suoi amici stiano davvero facendo per risolvere almeno uno dei problemi affidati alla loro responsabilità.

Perché è ovvio che siamo tutti d’accordo che bisogna aumentare l’efficienza della amministrazione della giustizia ed è ovvio che ci sono anche in magistratura magistrati fannulloni e altri anche peggio.

Ma è assolutamente evidente che:

1. la quantità di fannulloni e farabutti fra i magistrati non è in alcun modo superiore alla media di tutte le altre categorie professionali del Paese (per alcune specifiche ragioni, anzi, è certamente inferiore);

2. l’inefficienza della giustizia non dipende dalla produttività dei magistrati, che è oggettivamente alta;

3. il problema che abbiamo non è essere d’accordo sul fatto che si debba lottare per ottenere efficienza, ma come farlo.

Ed è proprio con riferimento a questo secondo aspetto del problema che la condotta di Brunetta è particolarmente deplorevole e, secondo il mio modesto parere, molto inadeguata ai doveri di un ministro della Repubblica.

Non sarebbe intellettualmente e moralmente onesto che io, per ottenere consenso presso qualcuno, andassi in televisione a dire che la giustizia va male perché gli avvocati sono dei farabutti e che da domani nel mio ufficio “gliela farò vedere io”; come non sarebbe intellettualmente onesto che un mio collega che lavora in Procura dicesse che gli impiegati comunali sono tutti corrotti o i medici tutti macellai e che da domani lui farà “finire la pacchia”.

Perché è ovvio che, pur essendoci avvocati farabutti (come in ugual misura anche magistrati, medici, autisti, elettricisti, massaie, ecc.), il problema non è scoprire questo – che è come scoprire la famosa “acqua calda” – ma individuare i problemi e le loro possibili soluzioni.

Non avrebbe alcun senso che io dicessi: “Basta con gli imputati colpevoli. Da domani condannerò tutti e basta”. Ciò che mi viene richiesto non è condannare tutti, ma condannare i colpevoli e assolvere gli innocenti.

Se condannassi tutti o assolvessi tutti, questo vanificherebbe il senso stesso del processo.

Così come dando dei fannulloni a tutti, si “coprono” i veri fannulloni, che potranno dire italicamente: “Ma siamo tutti così”. In definitiva, come sempre nel nostro Paese, se tutti sono fannulloni, nessuno lo è.

Se Brunetta e i suoi amici volessero davvero individuare i problemi della giustizia, sarebbe facilissimo per loro vederli e anche provare a risolverli.

E anche se volessero solo limitarsi a individuare i magistrati lavativi e punirli, avrebbero tutti gli strumenti per farlo e tutta la solidarietà dei moltissimi che lavativi non sono e che dall’esistenza dei lavativi traggono moltissimo danno personale.

Dicevo che gli show di Brunetta sono particolarmente gravi e dolorosi perché si fondano su alcune evidenti falsificazioni della realtà.

Egli ha ironizzato sul fatto che alcuni di noi vanno in ufficio solo alcuni giorni alla settimana e che non ci stanno il pomeriggio. E si è inventato questa cosa farsesca dei tornelli.

La falsificazione e la farsa sono duplici.

Per un verso, si spera che Brunetta sappia che non può mettere i tornelli e non li metterà (e dunque tutto il suo show è un imbroglio fatto in malafede ai danni dell’opinione pubblica) perché il contratto di lavoro dei magistrati non prevede orari di lavoro.

E questo non è un privilegio, ma una croce.

Infatti, se i magistrati avessimo un orario di lavoro, compiuto quello, ce ne potremmo andare a casa a fare quello che ci pare e non lavoreremmo più di un tot ore al giorno.

Il contratto di lavoro dei magistrati non prevede orari, ma prevede responsabilità alle quali fare fronte e basta. Come sia sia, quante ora ci vogliano.

Dunque, la maggior parte di noi, sentendosi insultare con la farsa dei tornelli ha pensato: “Magari ci mettessero i tornelli!!”.

A ognuno di noi è affidato un tot di pratiche – io ho molte centinaia di processi civili da istruire e decidere – che dobbiamo trattare e basta. Con i mezzi (pochissimi), il tempo (che non basta mai) e il personale (sempre meno) che abbiamo a disposizione.

Non si può a una certa ora dire: “Bene, è scaduto l’orario, ci fermiamo qui”.

Altrimenti il maxiprocesso alla mafia di Palermo iniziato negli anni ’80 sarebbe ancora in corso.

Il lavoro dei magistrati non è misurato dal tempo, ma dalle esigenze dei casi concreti.

Il pubblico ministero di turno deve andare a fare il sopralluogo di un omicidio all’ora e nel luogo in cui il morto è stato scoperto.

Il g.i.p. di turno deve convalidare o no i fermi entro 48 ore da quando gli viene richiesto.

Il Tribunale del riesame deve decidere sulla richiesta di riesame delle misure cautelari entro dieci giorni. E così via.

I codici sono pieni di termini, di incombenze, di adempimenti.

A seconda del lavoro che fai, devi farlo in ufficio, o al carcere, o per strada, o a casa.

L’interrogatorio dell’arrestato si fa al carcere. Il dibattimento si celebra in Tribunale. Il sopralluogo si fa sul posto.

Il mio lavoro si fa tendenzialmente a casa.

Io sono uno di quelli che va in ufficio solo tre giorni alla settimana.

Questo perché faccio il giudice civile.

E il processo civile è un processo di atti scritti.

Dunque, il mio lavoro consiste nel leggere tonnellate di carte e scrivere migliaia di pagine di sentenze.

Faccio due udienze e una camera di consiglio alla settimana; tratto complessivamente una cinquantina di processi alla settimana.

Nel corso delle udienze, vengono raccolte le istanze della parti e dei loro avvocati e assunte le prove.

Dopo di che bisogna leggere quegli atti, prendere le conseguenti decisioni e scriverne le motivazioni. C’è anche da studiare. Fatti e diritto.

Tutto questo si fa a casa.

Per due motivi. Il primo, perché è il posto dove lo puoi fare meglio: i nostri computer privati e le nostre raccolte di dottrina e giurisprudenza sono più efficienti di quelle che si trovano in ufficio. Il secondo, perché non abbiamo uffici per tutti (io – come la quasi totalità dei miei colleghi – divido il mio a giorni alterni con una collega: lei tiene udienza il martedì e giovedì, io il lunedì e mercoledì; venerdì ci siamo entrambi per le camere di consiglio).

In ogni caso, resti chiaro che io e tutti i colleghi con i quali ho parlato della cosa, saremmo contentissimi se Brunetta mettesse davvero i tornelli (cosa che sa di non poter fare), perchè questo presupporrebbe che noi avremmo un orario di lavoro massimo, cosa che sarebbe letteralmente un sogno.

Quanto lavora in media ciascuno di noi emerge in maniera abbastanza comprensibile a tutti e anche a Brunetta da una lettera che gli ha inviato un nostro collega, Sergio Palmieri, e che si può leggere sul blog a questo link.

Tutto questo è agevolmente verificabile da chiunque e a maggior ragione da un ministro.

Tutto il lavoro dei magistrati, infatti, è rilevato ufficialmente dall’Istat.

Qualunque cosa ciascuno di noi faccia viene registrata in cancelleria e del tutto vengono fatti elenchi e relazioni.

Ogni ufficio giudiziario viene ispezionato da cima a fondo ogni tre anni.

Queste approfonditissime ispezioni danno luogo a enormi volumi contenenti ogni dato utile a radiografare il funzionamento dell’ufficio e l’efficienza o no dei suoi responsabili.

Queste relazioni vanno al ministro della giustizia.

Da ventitre anni (da quando, cioè, sono in magistratura) mi chiedo se qualcuno al ministero se le legga.

Perché l’impressione che ho dell’attività degli uffici ispettivi del ministero è che abbiano una spiccata tendenza ad andare a “ispezionare” i magistrati zelanti e attivi e a dimenticarsi di quelli negligenti e lavativi.

In linea di massima i ministri della giustizia che ho conosciuto finora tendono a mandare ispettori a fare le pulci ai magistrati che “disturbano” e a non fare molto contro quelli che “si imboscano”.

Se Brunetta volesse fare qualcosa di utile, potrebbe farsi nominare ministro della giustizia – perché attualmente quello non è il suo incarico e, dunque, tutto ciò che ha detto lo ha detto da incompetente per materia – e andarsi a leggere le decine di relazioni triennali che consentirebbero a lui e a chiunque lo volesse davvero di individuare chi lavora poco e male e perseguirlo adeguatamente.

Ma, purtroppo, la verità è che a nessuno che stia al potere interessa davvero perseguire i magistrati fannulloni o comunque intenti a pratiche deplorevoli, perché un magistrato fannullone o intento a pratiche deplorevoli è davvero prezioso per il potere, perché è ricattabile.

E nei ventitre anni che ho di servizio ho visto sempre il potere politico impegnato a difendersi dai magistrati “pericolosi” e a conservare l’“amicizia” di quelli ricattabili.

La lettera sulla nostra produttività gliel’ha scritta Sergio Palmieri.

Il mio messaggio a Brunetta è più breve. E’: si vergogni, ministro!

Non solo e non tanto perché insulta gratuitamente intere categorie di persone senza avere alcun rispetto dei tantissimi che in esse si spendono con eroica generosità, ma perché con le sue falsità inganna i cittadini dei cui problemi dovrebbe occuparsi.

Oggi L’Espresso le dedica una interessante inchiesta (della quale alcune pagine sono riportate anche su questo blog, a questo link) e lei, eludendo le osservazioni dei giornalisti su alcune imbarazzanti verità che la riguardano, la mette sul patetico, dicendosi perseguitato dalla Brigate Rosse.

Ovviamente ha tutta la nostra solidarietà con riferimento alle vili minacce di ignobili terroristi, ma, se proprio dobbiamo affrontare questo tema, sappia che in questo paese, per fortuna, non c’è stato NESSUN ministro morto assassinato. Mentre, purtroppo, per contare i magistrati assassinati ci vogliono le dita di molte mani.

Lei ama dire di sé stesso di essere “la Lorella Cuccarini del governo” (si può leggere un commento su quest’altra sparata in un articolo di Gian Antonio Stella a questo link).

Rifletta sul fatto che, quando si accettano cariche pubbliche, l’obiettivo non può essere diventare “la Lorella Cuccarini del governo”, ma impegnarsi a risolvere per davvero i problemi dei nostri concittadini.

Al governo, insomma, servirebbero persone competenti e impegnate, non soubrette vanitose e spaccone.

Avete già una soubrette al ministero delle pari opportunità.

Almeno al ministero della pubblica amministrazione provi a recitare una parte diversa.

Altrimenti continueremo a trovarci in questo paradosso di un governo nel quale la soubrette si improvvisa nel ruolo della persona competente alle pari opportunità e le persone asseritamente competenti (tanto da autoritenersi degne di un Nobel) recitano il ruolo delle soubrette in altri dicasteri.


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Per leggere altri articoli su Renato Brunetta pubblicati in questo blog, cliccare su questo link.


74 commenti:

Anonimo ha detto...

Ben tornato... un sonoro Grazie a Burletta!!!
b

Anonimo ha detto...

Caro dott. Lima
Cosa dirle? Condivido ogni sincola parola e la grande indignazione che da esse traspare.Vorrei segnalarle un vecchio disco di Fabrizio de Andrè:"l'Antologia di Spoon River" dedicato alle poesie di E.Lee Masters.Uno dei brani è intitolato:"Il Giudice"L'ho riascoltato qualche giorno fa e redo sia un ritratto perfetto del nostro ministro Brunetta.Spero che il riascoltarlo possa suscitarle una bella risata anche se..amara.
Con profondo rispetto per lei e per tutto quello che fa per questa nostra società ancora cieca e muta
Graziella Mattaliano

Anonimo ha detto...

Ma questo blog non doveva chiudere??
Constato con particolare allegria che invece continua a svolgere al suo immenso ruolo informativo!!!
Buon lavoro a tutti!!!

Anonimo ha detto...

Penso che sia veramente incredibile che in un giorno solo siano apparsi ben 6, ripeto, 6 "topics" contro ... Brunetta !

Non so cosa sia accaduto, ma credo che questo blog sia diventato, improvvisamente, di parte.

Di una precisa parte politico-partitica.

Pertanto, pur non contestando mininamente né il vostro diritto di esistere, né quello di continuare a far propaganda, ritengo che l'occasione, più unica che rara, di raccogliere attorno ad un blog persone diverse per cultura, per estrazione, per fede e per opinioni sia stata, permettetemi, scioccamente sprecata.

Ormai qui scriveranno solo soggetti di una precisa, e non credo tanto disinteressata, "fede" politica.

Pertanto, tolgo volentieri il disturbo, preferendo allora vedermi direttamente, senza mediazioni:

1) Santoro
2) Gad Lerner
3) Floris
4) Fazio
5) Lilli Gruber

... e tutti quelli che ancora imperversano in questa televisione
"berlusconiana".

Si poteva parlare di giustizia, si è finiti a parlare di Brunetta e, in definitiva, di quanto sia "cattivo" Berlusconi.

Peccato che non mi piacciano le minestre riscaldate.

Peccato, veramente.

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo delle 15.54.

Gentile Anonimo,

è vero che ognuno di noi tende a leggere la realtà con le proprie categorie, ma è buona cosa mettere in conto anche l'ipotesi che non tutti siamo come Lei.

Lei guarda al mondo secondo lo schema (a mio parere - mi scusi per la sincerità - illogico)dell'appartenenza a una parte o a un'altra.

Sappia che esistono persone che hanno anche altri criteri di giudizio e altri metodi di approccio.

Ciò posto, provo a spiegarLe l'accaduto, nella speranza - spero non vana - che Lei possa mettere in conto anche solo l'ipotesi che non tutti sono, come Lei, totalmente inquadrati nello schema propagandistico della falsa guerra fra cosiddetta "destra" e cosiddetta "sinistra".

Abbiamo spiegato le ragioni per le quali il blog deve cambiare modo di esistere e tempi di pubblicazione. Trova il tutto nel post "Dobbiamo fermarci".

Si è deciso, quindi, di pubblicare meno, affrontando ogni tanto (quando possiamo e ne abbiamo il tempo e il modo) temi che ci appaiano di importanza particolare.

E' accaduto, poi, (ma certamente Lei non se ne sarà accorto) che il suo amico Brunetta ha pensato bene di fare carriera politica denigrando in blocco i magistrati e dando loro dei fannulloni e ladri di stipendio.

Dovendosi escludere che sia tanto ignorante da non sapere quanto le cose che dice siano pretestuose, se ne deve dedurre che ciò che egli ha inteso fare sia stata proprio una campagna denigratoria contro i magistrati e la giustizia per i soliti noti fini che caratterizzano l'azione di tanti governi e di questo sommamente.

Allora, abbiamo ritenuto legittimo rispondere pubblicando diverse cose, in forma di "dossier" (c'è anche un banner nella sidebar di destra del blog), che spiegassero chi è Brunetta e chi siamo noi e provando così a difendere la nostra dignità e la nostra onorabilità.

O secondo Lei abbiamo il dovere di farci insultare senza rispondere?

Cosa c'entri questo con le cose che ha scritto Lei resterà per me e per noi un mistero.

Mi permetta di invitarLa a riflettere su quanto sia illogico che Lei venga a insultare noi, rei semplicemente di avere risposto con cortesia e argomenti agli insulti infondati e vaniloquenti di un ministro della repubblica che sogna di fare la soubrette e si autodefinisce "la Lorella Cuccarini del governo".

Per quanto mi riguarda, La rassicuro e Le dò la mia parola d'onore che avrei scritto le stesse cose che ha appena letto a qualunque partito, colore, parrocchia, comarca, gruppetto, famiglia fosse appartenuto chi ha la scostumatezza di insultare migliaia di persone che spendono la loro vita al servizio di questo Paese (e mi riferisco agli impiegati pubblici, fra i quali ci sono indegni cialtroni, ma anche generosi e lodevoli cittadini, che sognano, forse invano, che invece di chiacchiere, insulti e favori agli amici la politica - di ogni colore - si dedicasse anche a qualcosa di concretamente utile).

Al momento "Lorella Cuccarini della politica" c'era solo Brunetta e di lui ho scritto.

Appena arriva qualche altra soubrette, proporrò un dossier anche su di lei.

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per anonimo delle 15.54
6 "topics" contro Burletta ritengo siano insufficienti. Sarebbe più logica la sua estromissione da ministro. Consideratò, però, chi è il suo presidente e chi sono gli altri ministri si è certi che ciò non avverrà. E meno male, dico io, non vorrei successivamente trovarmi a presidente D'Alema, Veltroni o Fassinio con ministri Calearo, Minniti, Madia, La Torre, Di Pietro, Colaninno. Basta così: preferisco Burletta!
b

Anonimo ha detto...

Senza bisogno di sentirsi traditi da un blog "improvvisamente divenuto antiberlusconiano", cosa che è accaduta all'anonimo delle 15.54, e senza il timore di cofrontarsi anche con i "soggetti di una precisa, e non credo tanto disinteressata, "fede" politica", passo tranquillamente a manifestare la mia gioia nel constatare che il Dott. Lima è riemerso con forza dal marasma di carte che l'aveva sommerso.

Evviva!

Parere mio personale sul "caso Brunetta"

Posso capire, condividere e sollecitare le inchieste giornalistiche che vanno a frugare nel passato più o meno edificante di un Brunetta moralizzatore...dalla dubbia moralità.

Non capisco e non condivido, perciò nemmeno seguo con passione, il rivoltarsi contro qualsiasi tentativo di controllare chi dovrebbe lavorare e invece si fa i ...zi propri, oppure ti mangia (sbriciolando ovunque) la schiacciata sui moduli che ti sta riempiendo.

Ok, i tornelli non vanno bene, allora qual'è il metodo migliore per controllare lo sciatto di turno?

Lo chiedo senza polemica perchè davvero non mi viene in mente niente.

Luciana

salvatore d'urso ha detto...

Azz e quanti post... un ritorno alla grande...

Grazie infinite dott. Lima... è un piacere immenso tornare a leggerla...

Anonimo ha detto...

Per Luciana (commento delle 17.33).

Carissima Luciana,

grazie di cuore per le Sue affettuose parole.

Quanto al che fare contro i fannulloni e i lavativi, Le rispondo tre cose:

- la prima è che, come ho scritto, è ovvio che è interesse di tutti lottare contro questo terribile malcostume e, dunque, non si può che condividere qualunque iniziativa che possa essere utile, tornelli compresi;

- la seconda cosa è che esistono molti modi per migliorare l'efficienza di ciascun tipo di lavoro, ma, ovviamente, non sono uguali per tutti i lavori. Ogni mestiere e ogni professione ha le sue peculiarità. Mettere i tornelli agli autisti dei pullman o ai medici (per non parlare dei magistrati ed evitare così di sembrare "di parte") è del tutto inutile. Bisogna fare la fatica di pensare soluzione adatte e veramente efficaci. Ma questo richiede molto impegno, molta fatica e molto tempo e, quindi, non va bene per "fare propaganda", per spacciare successi rapidi ed infallibili. Una politica fondata sulla propaganda e l'immagine ha bisogno di finte soluzioni che risolvono "nei primi cento giorni" problemi molto complessi che richiederebbero non cento giorni di impegno falso, ma mille giorni di impegno VERO;

- la terza cosa è: uno dei trucchi utilizzati dalla propaganda (da sempre) nel nostro Paese è additare problemi veri per sdoganare finte soluzioni. Il fatto che ci siano anche tanti fannulloni (dappertutto) è fuori discussione e io sono del tutto d'accordo. Il problema è che non basta dire di essere contro i fannulloni per esserlo davvero. Prenda il caso dei magistrati. Nel mio articolo ho indicato uno strumento possibile per affrontare il problema: prendere le relazioni ispettive triennali e, dopo avere constatato che NELLO STESSO UFFICIO ci sono magistrati che hanno scritto 200 sentenze in un anno e altri che ne hanno scritte 60, chiamare questi ultimi e chiedergli spiegazioni. Dopo di che trarre dalle risposte le dovute conseguenze.

Da anni moltissimi di noi chiedono che il ministero della giustizia definisca dei carichi di lavoro standard e una produttività obbligatoria per i magistrati, perchè questo farebbe sì che, da un lato non ci sarebbero troppi di noi che lavorano dalla mattina alla sera (e mi permetta di includermi fra questi: sono le 20.00 di un sabato e sono ancora davanti a un computer e ci starò per almeno un'altra oretta, con qualche pausa per scriverLe queste righe) e altri che lavorano troppo poco. Ma - non ci crederà - non si riesce a ottenere neppure questo: la definizione di standard di lavoro per noi.

Perchè, purtroppo, il potere non vuole una magistratura efficiente e l'accusa di inefficienza - in parte certamente fondata (e in questo blog lo abbiamo scritto mi pare senza reticenze) - serve solo, paradossalmente, a delegittimare proprio gli efficienti.

Non c'è dubbio che ci sono tanti medici che ammazzano i pazienti, ma ce ne sono moltissimi altri (la maggior parte) che li curano. Fare una campagna contro i medici dicendo che sono tutti assassini non aiuta certamente la sanità e non migliora la situazione. Mettere i tornelli al Pronto Soccorso aiuta ancora meno.

Il problema non è se ci sono o no problemi. Ci sono! E sono pure tanti e gravi. Il problema è:

1. se vogliamo davvero risolverli;

2. come si fa a risolverli per davvero.

Fare finta di volerli risolvere e proporre soluzioni impossibili (perchè, per esempio, Brunetta i tornelli ai magistrati sa benissimo di non poterli proprio mettere) o del tutto inutili è l'imbroglio peggiore.

Un caro saluto.

Felice Lima

"Uguale per tutti" ha detto...

A Biagio (commento delle 14.55).

Carissimo Biagio,

grazie di cuore per le Sue affettuose parole.

Approfitto del Suo commento per riportare anche qui alcune cose che ho scritto a commento del post "Dobbiamo fermarci".

Raccogliendo i suggerimenti di tantissime persone, stiamo provando a fare andare avanti il blog, cambiando alcune delle sue “modalità” in modo da renderle compatibili con tutti gli altri nostri moltissimi impegni.

La cosa fondamentale che cambia è il tipo di impegno della Redazione.

Invece che quotidiano, sarà saltuario.

Invece di seguire l’attualità giorno per giorno, scriveremo quando potremo farlo. Magari più volte in una settimana o magari solo una volta in un mese.

Insomma, proviamo a lasciare “aperto” questo strumento di comunicazione, chiedendo a chi lo utilizzerà di perdonarci se non risponderemo sempre e a tutti, se risponderemo con poco o molto ritardo, se alcune cose ci saranno e altre ce le perderemo.

Vi confesso che è una cosa abbastanza “dolorosa”. Perché non rispondere a chi scrive, non soddisfare le legittime aspettative di chi cerca una risposta aumenta il senso di colpa sempre incombente su chi non riesce mai a onorare tutti i doveri che ha, a cominciare da quelli verso se stesso e i propri cari. Ma forse vale la pena di provare.

In quest’ottica, oggi abbiamo pubblicato un gruppo di scritti sulla vicenda delle accuse di “scarso rendimento” che il ministro Brunetta ha ritenuto di rivolgere pittorescamente ai magistrati in vari talk show.

Si erano accumulati nei giorni scorsi nell’archivio della Redazione e li abbiamo raccolti in una specie di “dossier” al quale si può accedere anche da un banner che c’è nella sidebar di destra del blog.

Ancora grazie davvero di tutto e della enorme pazienza che avete e avrete con noi.

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

La reazione di "Anonimo delle 15.54" è purtroppo tipica di un certo modo di dibattere, soprattutto negli ultimi anni: quello di colorare politicamente qualunque problema, soprattutto se così importante, cercando di tirarlo sull'una o sull'altra sponda. E, così facendo, svilendolo e svendendolo. È anche questo, secondo me, un modo per togliergli autorevolezza e avvalorare le diffusioni semplificative e parziali di ogni parte politica. Accusandola di essere partigiano, con l'intento di delegittimarla, ha però qualificato anche se stesso come partigiano. Almeno io la vedo così. E dove ci sono questi sentimenti non può esserci confronto costruttivo, secondo me, soprattutto su temi tanto cruciali.

Il mio motivo di sconforto sta nel constatare assieme a lei che, in realtà, in tutte le Istituzioni non si vuole veramente risolvere i problemi ma si vuole solo coprirli di polemiche perchè essi siano meno nitidi e conoscibili.

Vorrei infine esprimere, dott. Lima, un grosso apprezzamento al notevole progetto di informazione costituito da questo spazio: è per me un doppio piacere visitarlo perchè mi da la possibilità di conoscere un punto di vista molto competente, e soprattutto mi dà la possibilità di continuare il confronto, anche se virtuale, iniziato nell'ambito di un incontro promosso da Addiopizzo, nel quale ho potuto apprezzare e condividere la sua sensibilità, la sua opinione, il suo impegno. Un grazie e un arrivederci,
r.g.

Anonimo ha detto...

X Felice Lima

Condivido appieno la risposta che mi ha dato ma ho paura che il mio post precedente volesse dire una cosa ben precisa, e cioè che

1) in Italia qualsiasi forma di controllo trova sempre la forte opposizione di una grossa fetta di appartenenti alla categoria controllata.
E questo a prescindere dalla bontà delle motivazioni o dei metodi del controllore.
Perchè?
Perchè prendersela se sappiamo di lavorare con coscienza?
Ho visto e sentito levate di scudi disgustose su provvedimenti sacrosanti.

Sarà per questo che non mi affeziono più di tanto a chi si strappa i capelli sentendo parlare di "più controlli sui dipendenti statali?"

2) so, e quando non so ascolto, mi informo e accetto i chiarimenti che mi vengono dati, che non tutti i dipendenti statali sono fannulloni.
Ciò non toglie che quando si incappa in quello che fannullone lo è, proprio perchè dipendente statale, riesce a fare dei danni incalcolabili che peseranno sia sull'immagine dell'intera categoria, sia sulla vita dell'ignaro cittadino che ha la sventura di capitargli a tiro.

Per questo il dipendente statale disonesto mi disgusta.

Naturalmente, proprio per dimostrare che conosco la complessità del problema, aggiungo che lo stesso discorso potrebbe estendersi anche ai commercianti, ai liberi professionisti, agli artigiani ecc.

Non è il tipo di impiego che sancisce l'onestà di una persona.

Però non bisogna nemmeno aver paura di dire che il marcio nel pubblico impiego c'è e va eliminato con tempi e metodi che dovranno essere messi a punto da chi ne sa più di me...che forse non è Brunetta.

Luciana

Anonimo ha detto...

Caro Dottor Lima,

Nel merito, se proprio lo vuol sapere, sono d'accordo sul fatto che Brunetta ha dimostrato almeno una cosa: di non sapere nulla di quanto accade ogni giorno nelle aule dei palazzi di giustizia !

Sempre nel merito, ritengo però che porre di seguito ben 6 articoli "contra" Brunetta, per giunta scritti da giornalisti, categoria della quale diffido "a priori" (salvo, naturalmente, prova contraria) non sia proprio il massimo dell'imparzialità.

Questo era il senso del mio intervento.

Più in generale, Lei ha sempre e comunque la mia stima.

Soltanto, vorrei ripetere ancora una volta, ritenendomi un uomo libero, la mia estraneità ai giochi politici di qualsiasi parte, partito, partitino, fazione o loggia essi siano.

E, creda, non ho offeso nessuno, ma ho detto soltanto la mia opinione. E' pienamente legittimo dissentire, come lo è anche attribuire valenze politico-partitiche a quanto ho detto.

Vorrei però ribadire il fatto che non ho mai avuto una "tessera" in tasca. E neppure in mente, se per questo. Avrei anche potuto. Ho rifiutato, per restare libero di non dover niente a nessuno. Sa, non compro nulla a rate ... detesto esser debitore !

Lei può non credermi. E'lecito.

Io, però, continuo a credere alla Sua buona fede. Mi auguro che lo stesso, pur non essendo d'accordo con alcune delle mie opinioni, vorrà fare con me.

Cari saluti.

Il Suo "anonimo" di lunga conoscenza su questo blog.

Anonimo ha detto...

Sono un impiegato statale e devo dire che mai come in questo periodo mi sono sentito in colpa. Sembra che tutti gli italiani abbiano individuato i principali problemi nel paese in due categorie: gli stranieri e gli impiegati statali. Mi chiedo perché e non so rispondermi: non credo che il resto del sistema paese sia tanto più efficiente di quella sua parte nevralgica chiamata pubblica amministrazione come non penso che gli stranieri siano un problema solo italiano e uno dei più gravi.
Devo dire che considero ognuno dei cittadini di questo paese come il mio datore di lavoro: quindi non Berlusconi, Alfano e Brunetta e nemmeno i magistrati alla cui cancelleria sono assegnato. Cioè penso che loro lo siano come gli altri né più né meno. Ma sembra che questa cosa i vari Berlusconi, Brunetta, Alfano e i magistrati della sezione a cui sono assegnato non la vogliano capire.
D'altra parte ho anche cercato di organizzare meglio il mio modo di lavorare, finora con scarsi frutti. Avevo cercato di usare il computer per velocizzare un po' le cose che faccio. C'ero quasi riuscito ed ero contento di non avere bisogno di tante risorse e di riuscirci anche con una macchina obsoleta. Poi qualche tecnico ha pensato bene di installare un antivirus ottimo e potente. Bellissima cosa che ha avuto il risultato di ammazzare il mio strumento di lavoro che ha bisogno di una buona mezz'ora la mattina prima di completare tutte le sue operazioni in memoria virtuale. Ogni tanto, poi, quando meno me lo aspetto o quando ho qualcosa di urgente che posso fare solo al computer, si siede e mi guarda con l'occhio triste e stanco mentre il disco rigido gira all'impazzata.
Che bella cosa sarebbe l'informatica. Si, è vero, la pubblica amministrazione e l'amministrazione della giustizia in particolare si potrebbero avvantaggiare non di poco usando con intelligenza le nuove tecnologie. Ok ma con l'età media dei miei colleghi come la mettiamo e con l'età media dei dirigenti? Vi rendete conto che quando ve la prendete con le inefficienze dei pubblici impiegati non ve la state prendendo con una categoria di giovani? Come può essere cambiata in cento giorni la mentalità di uffici dove i minori di anni quaranta si contano sulle dita di una mano? Io sono un giovane impiegato: ho quarantuno anni soltanto. Ovviamente sono uno dei migliori nel mio ufficio nel campo informatico (ci sono dei miei amici che si fanno grasse risate quando me lo sentono dire...)
Brunetta ha la ricetta per tutto e vorrebbe farci credere che investire qualche milione di euro pubblici in tornelli risolverebbe i problemi. Bel modo molto parolaio di guadagnarsi da vivere facendo proclami e dando addosso al capro espiatorio di turno.
Io invece devo continuare a vivere con responsabilità molto grosse, per le quali mi sento inadeguato: devo portare avanti le cose malgrado tutto, devo vivere sempre con la paura di dimenticare di fare adempimenti importanti ed urgenti che riguardano la libertà personale delle persone o altri diritti fondamentali, sia personali che patrimoniali, mentre gli avvocati entrano continuamente in cancelleria, il telefono squilla continuamente, i giudici mi chiamano continuamente, il logorroico di turno vuole continuamente parlare del più e del meno. Devo pensare a tutti i piccoli e subdoli trucchi che bisogna sapere per fare andare in porto una notifica mentre lo Stato introduce continuamente norme che le rendono più difficili. Devo prendermi cazziatoni da quei magistrati (non sono molti ma nemmeno pochissimi) che pensano che il personale di cancelleria sia una specie di servitù personale pagata però con i soldi dello Stato.
A volte però sono orgoglioso del mio lavoro: io amo il mio umile lavoro di portatore di secchi d'acqua e spesso quando il mio tavolo è troppo pieno e ho fatto qualche pausa in più per fumare le mie sigarette, mi fermo in ufficio e continuo finché non sono soddisfatto o finché la mia ansia non è tornata a livelli di guardia (me ne vergogno un po' e mi sento tanto fesso; per questo non firmo questo commento).
Però una cosa ve la voglio dire e vorrei che mi credeste: per i problemi e i rimedi ai problemi della pubblica amministrazione e della giustizia in particolare, non ci sono soluzioni facili e i tornelli, avulsi da un approccio serio, avvantaggiano non il mio datore di lavoro (i cittadini italiani) ma i produttori di tornelli.
Un impiegato statale

Anonimo ha detto...

Bentornato dottor Lima! Sono lieto di leggerla e di percepire anche di aver recuperato la Sua proverbiale grinta.
Lei scrive: "Dunque, la maggior parte di noi, sentendosi insultare con la farsa dei tornelli ha pensato: “Magari ci mettessero i tornelli!!”."
Ma dica la verità, la Sua è una "provocazione" o forse lo dice per davvero, in quanto solo così potrebbe dedicarsi al suo amato Blog?
Se Brunetta lo appura, vedrà che per dispetto non ne farà nulla, pur di ostacolare la Sua passione: che è certamente preferibile a quella di alcuni magistrati che hanno per il "teatro e non per la legge" (così ebbe a dire Ruggero Guarini su Woodcock...a sua volta fatto spiare dalla signora Iannini per sapere su alcuni provvedimenti disciplinari a carico del "gagliardo" Pm - ora trasferito(si) - per cui pare, si scrisse nel gennaio 2007 su L'Espresso, che la stessa poi fu indagata... e che lei smentì asserendo di essere legittimata nel ruolo di capo del Dag e in virtù del "Dlgs 30.7.99.n.300. Dpr 6.3.01 n.55 e Dm 23.10.01". Di Vespa basta ciò che disse G. Bocca: "Servo del potere...di turno").
Sui controlli mirati verso soggetti capaci e produttivi ma un po' "ribelli" piuttosto che su quelli incapaci e lavativi/assenteisti (ci mancherebbe che questi avrebbero di che dire o indignarsi?) è storia vecchia e consolidata.
Fossi io controllore...la produttività e la competenza del dottor Lima lo si evince dal fatto che nei ritagli di tempo riesce a scrivere una massa d'interventi illuminanti e persino privi di errori.
E quindi quantità e qualità: e proprio di questa non se ne parla e non se ne vede nei provvedimenti del governo; che appaiono rozzi e approssimati oltre che ingiusti e iniqui: basti pensare all'Ici sulla prima casa.
Più che Cuccarini, direi cuccare (imbrogliare!) o "cucchi", ovvero: "chiacchiere e (senza) distintivo"!

Con la stima di sempre, cordiali saluti. Mauro C.

Anonimo ha detto...

"io sono stato azzurro di sci" (Ugo Fantozzi).

Anonimo ha detto...

X anonimo delle 1.49

Scusi ma perchè si sente in colpa?

Lei è un impiegato statale?
Fa il suo dovere?
Se le risposte sono entrambe affermative, dovrebbe sentirsi irritato, non in colpa.

Dovrebbe sentirsi arrabbiato con gli impiegati statali che non fanno il proprio dovere, e non in colpa verso chi denuncia la loro disonestà.

Una volta tanto cerchiamo di uscire dalle logiche di cordata e se proprio dobbismo schierarci, schieriamoci dalla parte dell'onestà, anche se questo vuole dire riconoscere nel nostro vicino di scrivania un emerito pelandrone.

Dovrà essere LUI a sentirsi in colpa.

Ammesso che sappia come si fa.

Luciana

Anonimo ha detto...

Per Luciana (commento delle 23.29).

Carissima Luciana,

mi creda, condivido tutto ciò che Lei ha scritto e, fra l'altro e soprattutto, che:

"1) in Italia qualsiasi forma di controllo trova sempre la forte opposizione di una grossa fetta di appartenenti alla categoria controllata.
E questo a prescindere dalla bontà delle motivazioni o dei metodi del controllore. Perchè? Perchè prendersela se sappiamo di lavorare con coscienza?
Ho visto e sentito levate di scudi disgustose su provvedimenti sacrosanti".

Sono totalmente d'accordo.

Ma qui il problema è proprio un altro.

Provo a sintetizzarlo al massimo, nei termini che seguono.

Qui c'è un signore che, dopo avere pellegrinato da un partito all'altro, da sinistra a destra (veda la "Videostory" che abbiamo tratto da L'Espresso), invece di farsi dare il premio nobel (parole sue) decide di andare al Governo.

Giunto lì, racconta a tutti che lui ha la soluzione per tutto (anche per ciò che non gli compete: la giustizia) e che questa soluzione è rapida e infallibile.

E già questo suona a presa per i fondelli del popolo che dovrebbe amministrare, perchè qualunque persona seria e competente sa che i problemi che abbiamo sono numerosi e gravi e non hanno soluzioni "rapide" e "infallibili".

E fin qui io ho pensato: "A uno così neppure lo prendi in considerazione. Interpreta il ruolo del ministro come quello di una presentatrice televisiva. Inutile neppure parlarne".

Ma il nostro uomo non si accontenta.

Da brava presentatrice televisiva (è lui che si qualifica con orgoglio "la Lorella Cuccarini del governo", senza cogliere la ridicolaggine della cosa), ha fame e sete di visibilità mediatica e, per continuare ad assicurarsi questa visibilità e ancor di più margini di potere all'interno del governo, ha bisogno di compiacere il più possibile il capo del governo medesimo.

E cosa meglio, per questo, di un po' di insulti ai magistrati (cosa che fa andare il capo del governo decisamente in estasi)?

Così se ne va dappertutto - e anche da Vespa (cosa davvero intollerabile, considerato che Vespa è marito di un magistrato che non fatica più sulle carte processuali, ma sta beatamente al ministero) - a dire un sacco di cose inaccettabili, le due più gravi delle quali si possono riassumere così:

1. i magistrati sono dei fannulloni lavativi e lavorano due giorni alla settimana; in qualche ufficio anche un giorno al mese;

2. sto lavorando per mettere i tornelli anche a loro.

Ora, accade che queste due cose non siano sotto nessun profilo qualcosa che assomiglia a: "Controllerò il lavoro dei magistrati".

Perchè, carissima Luciana, se qualcuno si mettesse in testa di controllare a fini produttivi il lavoro dei magistrati, io e moltissimi miei colleghi lo faremmo santo subito.

Io, per esempio, sogno che qualcuno introduca una qualche forma di responsabilità che colpisca e facci amale davvero sui magistrati capi degli uffici giudiziari con riferimento ai parametri di efficienza degli uffici ai quali sono preposti, in modo da far sì che essere capo di un ufficio giudiziario, invece che un "onOre", sia SOLO un "onEre".

Le cose che ha detto Brunetta non sono "controlli", perchè lui sa certamente che, quando dice che sta lavorando a mettere i tornelli, MENTE, INGANNA i cittadini. Perchè lui sa perfettamente che non potrà mai mettere i tornelli, perchè i tornelli controllano l'orario di lavoro e i magistrati non hanno orario di lavoro.

E mente anche quando dice che i magistrati lavorano due giorni alla settimana, facendo - si spera in malafede (perchè, se fosse in buona fede, ci troveremmo dinanzi a un grado di incompetenza inaccettabile anche per una presentatrice televisiva e addirittura anche per un partecipante al "Grande fratello") - confusione, fra "tenere udienza" e "lavorare".

Io tengo due udienze alla settimana, ma lavoro ogni santissimo giorno e anche nei giorni festivi.

Senza dire che, in relazione al tipo di ufficio, tanti magistrati stanno in ufficio tutti i giorni (mia moglie, per esempio, che lavora in un ufficio requirente).

Dunque, Le chiedo: ci si deve indignare o no dinanzi a un soggetto che, facendo finta di volere rigore (che sarebbe auspicabile e sacrosanto), compie invece solo una campagna denigratoria e imbroglia il popolo, considerandolo, evidentemente, alla stregua di un branco di consumatori ottusi ai quali venedere cucine componibili (non a caso, la battuta di Lorella Cuccarini che lui applica a se - "la più amata dagli italiani" - si riferisce proprio alla pubblicità di una cucina componibile)?

E ancora: sono certo che Lei si renderà conto di come le falsità del nostro uomo non solo non risolvono il problema dell'efficienza della giustizia, ma addirittura, paradossalmente, allontanano la soluzione. Perchè se indichi il problema e la soluzione sbagliate (per giunt ain malafede), non solo non risolvi, ma aumenti il guasto.

Il problema dell'efficienza della giustizia è solo in minima parte un problema di produttività dei magistrati, che sono complessivamente oggettivamente molto produttivi.

L'inefficienza della giustizia (come ha spiegato bene Bruno Tini nell'articolo che abbiamo appena pubblicato) dipende proprio in massima parte da leggi fatte dai Brunetta e da quelli come lui.

In altra parte dipende anche e GRAVEMENTE da condotte dei magistrati e da loro inefficienze.

Ma si tratta di inefficienze che non puoi risolvere con i tornelli, perchè non riguardano la "quantità", ma la "qualità".

E dei problemi della qualità nessuno vuole parlare, perchè, come ho scritto, il potere NON VUOLE ASSOLUTAMENTE una giustizia efficiente e di qualità.

Dunque, quali sono le proposte del governo per migliorare l'efficienza della giustizia:

1. tornelli;

2. separazione delle carriere fra giudici e pubblici ministeri;

3. Consiglio Superiore della Magistratura gestito da membri di nomina politica invece che da magistrati.

Se Lei è in grado di spiegarmi in modo che io lo possa capire come le cose che ho elencato potranno mai migliorare l'efficienza della giustizia, io vado in pellegrinaggio a piedi nudi fino alla bellissima casa a mare di Brunetta e gli chiedo scusa in tutte le lingue del mondo.

Questa è un'ora grave e difficile per il Paese. Chi ha responsabilità di ogni tipo dovrebbe sentirsi carico di esse e adoperarsi per servire davvero i tantissimi che di quel servizio hanno disperato bisogno. A me irrita profondamente che in questo frangente chi ha le responsabilità più grandi (perchè questo è assumere il governo del Paese) pensi solo a imitare Lorella Cuccarini, a fare sesso (il Presidente del Consiglio ci ha tenuto a dire a tutti in televisione come organizzi le sue notti in modo da renderle molto produttive sotto quel profilo), a sistemare amici, a curare interessi di alcuni a scapito di altri e altre pessime cose simili. Il tutto, per di più, insultando migliaia di persone (dipendenti Alitalia, impiegati statali, magistrati, insegnanti, extracomunitari, precari, ecc.), fra le quali c'è tanta pessima gente, ma anche tantissime brave persone del cui lavoro questo Paese ha un disperato bisogno e che certo non sono incoraggiate a lavorare meglio e di più. Io, se non avessi moglie e figli, me ne sarei già andato da un pezzo a vivere all'estero. E attorno a me vedo gente sempre più scoraggiata e, dunque, inevitabilmente, meno produttiva (poi "la Cuccarini del governo" si chiede perchè siamo in recessione).

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per "Un impiegato statale" dell'1.49.

Carissimo Amico,

grazie davvero per ciò che ha scritto qui.

Per quello che vale la mia testimonianza, confermo ogni sua parola.

Non c'è stato ufficio nel quale ho lavorato nel quale non abbia avuto come colleghi di lavoro cancellieri e addetti alla cancelleria meravigliosi. Generosi e competenti.

Certamente anche altri meno.

Ma ho sempre sperimentato che i migliori erano profondamente traditi e giustamente offesi da chi non era capace di riconoscerne il valore e di condividerne fatiche e gioie e i peggiori miglioravano decisamente se chi ne aveva la responsabilità non si limitava a dirne male, ma sapeva coinvolgerli nel senso, nel valore nelle conseguenze delle cose da fare.

Purtroppo, come Lei sa benissimo, non solo nella pubblica amministrazione, ma in ogni luogo di lavoro, anche privato, per potere esigere dagli altri qualità (morali e tecniche) bisogna offrirne noi. E questo vale anche nel rapporto fra Governo e cittadini.

A proposito dei rapporti fra i magistrati e le cancellerie, ciò che Lei scrive è, purtroppo, troppe volte dolorosamente vero.

In questo senso e con riferimento a ciò che Lei scrive anche la magistratura è molto "vecchia". Anagraficamente e culturalmente.

Il Procuratore di Bolzano, nell'ambito delle bellissime innovazioni introdotte in quell'ufficio (ne abbiamo scritto anche qui a questo link, in un articolo dal titolo "Una giustizia molto migliore è possibile ... anche subito"), ha disposto che i magistrati facciano dei corsi ai cancellieri, spiegando in dettaglio il loro lavoro e i cancellieri facciano dei corsi ai magistrati spiegando in dettaglio il loro lavoro. In modo che tutti si rendano conto del contenuto, dell'importanza, del valore e delle difficoltà del lavoro degli altri.

Cuno Tarfusser ha fatto anche moltissime altre cose che hanno profondamente innovato il sistema dei rapporti fra le persone che lavorano in quell'ufficio e fra loro e i cittadini.

Io temo che noi scontiamo ancora decenni - forse secoli - di approccio ai problemi collettivi fondato su divisioni classiste ("i magistrati", "gli avvocati", "i cancellieri", "gli statali", ecc.) e su luoghi comuni ("la destra", "la sinistra", ecc.).

E' indispensabile scoprire un nuovo approccio alle cose e ai problemi. E al momento nulla aiuta a farlo.

Quanto, infine, all'inefficienza dell'informatica giudiziaria, anche io, come Lei, potrei raccontare aneddoti profondamente scoraggianti all'infinito. E la gestione della sicurezza (nella quale rientra anche il tema degli antivirus impossibili) è fra le cose nelle quali ci facciamo la peggiore figura.

Grazie ancora e un caro fraterno saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per Luciana (commento delle 10.30).

Carissima Luciana,

glielo spiego io perchè il nostro amico si sente in colpa, perchè anche io mi sento costantemente in colpa ed è questo che ti porta a lavorare sempre di più e a essere sempre più insoddisfatto.

Il problema è il seguente.

Le faccio solo uno fra i mille esempi banalissimi che sono possibili.

Io ho circa ottocento cause sul mio ruolo (tralasciando un sacco di altre cose che pure richiedono motlissimo impegno: decreti ingiuntivi, provvedimenti cautelari, ecc.).

Anche se scrivessi una sentenza al giorno (comprese domeniche, giorni di ferie, natali e pasque) - ed è ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE per chiunque, oggettivamente -, per scrivere tutte le ottocento sentenze ci vorrebbero più di due anni.

Questo significa che quando domani (che ho udienza) verrà una signora a dirmi che suo figlio - per una delle tante ragioni per cui questo è potuto accadere (il mio ufficio si occupa, fra le altre tante cose, di risarcimento dei danni alla persona) - è rimasto gravissimamente invalido e ha bisogno di cure costosissime, io le dovrò dire: "Vabbene signora, le daremo il risarcimento che le spetta: ma fra tre anni (e sarebbero già pochissimi, perchè la pendenza media nel mio ufficio è, in questo momento, cinque anni e mezzo)".

Secondo lei, per farmi passare la profondissima amarezza e frustrazione che me ne viene, mi basterà pensare: "Ma si, che me ne fraga a me. Io faccio il mio dovere, lo faccio bene, il problema della signora non è un problema mio"?

Oppure lo sguardo addolorato e accorato di quella persona, di quel mio simile me lo porterò a casa e lo sentirò come un costante motivo di dolore?

Oppure, secondo lei, quando vedono che un assassino plurimo esce dal carcere per decorrenza termini o per prescrizione, o per qualcuna delle altre mille cose messe lì apposta (per favorire amici e amici degli amici) da chi doveva organizzare meglio il sistema, al magistrato e al cancelliere che firmano i relativi atti non dovrebbe fare né caldo né freddo (preciso che, ovviamente, sia la decorrenza termini che la prescrizione sono istituti sacrosanti, che vanno difesi, ma, altrettanto ovviamente, organizzando il sistema in modo che possa gestirli)?

Quando hai coscienza - e tantissimi di noi, magistrati, cancellieri e avvocati - abbiamo coscienza, ti brucia proprio e tanto e stai sempre a chiederti: "Ma non è che magari potrei fare questo o quest'altro in più".

E accade che in quel caso e in quell'altro dici: "Vabbene, va, mi prendo una sentenza in più da scrivere".

E così ti porti a casa un po' di chili di carte in più e speri che la domenica mattina la tua famiglia dorma un po' di più, così che tu riesci a scrivere quella sentenza un po' al mattino presto, un po' dopo pranzo e un po' la sera, mentre c'è la pubblicità di un film che gli altri si stanno vedendo in televisione.

Il risultato finale è che stai solo peggio.

Perchè anche se "ti levi la vita" (come si dice nella mia città) i tuoi processi dureranno sempre una infinità e non farà troppa differenza se invece di cinque anni e sei mesi dureranno cinque anni e quattro mesi.

E la tua utenza sarà comunque giustamente insoddisfatta e guardando la televisione scoprirà che è perchè "i magistrati sono antropologicamente deformi" (testualmente il Presidente del Consiglio in carica).

In questo mare magnum, poi, ovviamente, altri fanno una scelta diversa: "si lasciano andare" e saranno sempre coperti dalla "quantità". Perché quando tutti sono sempre in arretrato, è difficile punire chi è un po' più in arretrato di altri.

Ormai in tanti uffici tantissime persone pensano solo a "sopravvivere" in un contesto che si degrada ogni giorno di più.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Caro anonimo delle 0.43:
E' bello che ci siano commenti non allineati, non è bello offendere gli altri!
b

Anonimo ha detto...

Ascoltami, caro "b": se mi dici chi ho offeso, bene, altrimenti non ti darò querela per calunnia :-), ma mi limiterò a consigliarti un buon paio di occhiali !

Anonimo ha detto...

X L'Anonimo delle 1.49
Davvero strano se da parti (rese)"opposte" si possa essere poi accomunati dagli stessi problemi e interessi.
Racchiusi e sintetizzati in alcune frasi del dott. Lima...che riporto: " Purtroppo, come Lei sa benissimo, non solo nella pubblica amministrazione, ma in ogni luogo di lavoro, anche privato, per potere esigere dagli altri qualità (morali e tecniche) bisogna offrirne noi. E questo vale anche nel rapporto fra Governo e cittadini."
In particolare, "...in ogni luogo di lavoro, anche privato, per potere esigere dagli altri qualità (morali e tecniche) bisogna offrirne noi."
E d'interventi come quello dell'operatore di cancelleria, opportuno e pertinente se non tempestivo, son ben accetti per poter focalizzare e individuare le responsabilità personali del personale (ed evitare generalizzazione e luoghi comuni affermatisi).
Gioco di parole? Affatto!
Naturalmente se ci si mette poi anche dalla parte dei "datori di lavoro"...che rende, già questo, degno di lode l'anonimo "impiegato statale" dell'1.49.
A cui rivolgo il post che seguirà...che riguarda uno dei tanti tanti "piccoli" casi/episodi accaduti in un tribunale dove - a parte la carta riciclata e qualche giudice "interinale" promesso - pare che non manchi nulla: gode persino di un'aria salutare, tra i 500-600 metri di quota anche se rinato (la ristrutturazione)sulle ceneri di un sito "normanno" creato e abitato da un personaggio che sapeva cosa fare per una giustizia celere e efficace, seppur rozza...paragonabile a quella n/s sportiva o yankee, degli Stetes.
C'è persino la stenotipia, per tra-scrivere in simultanea pagine vuote, non solo di contenuti meritevoli di (non)essere lette.
I giudici hanno i loro uffici,con segretari/e e cancellieri/e, ufficiali giudiziari...spesso ammucchiati in una stanza che dovrebbe essere vuota, visto che fanno gli inbucalettere e quando notificano di persona (al primo che incontrano?) o s'introducano furbescamente (con un paio di "body guard" se si tratta di un avvenente mancata modella, che forse conscia dell'incursione "abusiva" teme di essere sciupata...) non rilasciano uno straccio di (foto)copia del verbale cui riportare anche le eventuali contestazioni; che a sentire il loro capo (di "meri" esecutori?) bisogna ritirare in cancelleria...come se fosse dietro l'angolo?
Quindi non luoghi e aule anguste ma regge, spesso snobbate e preferite allo spazio affollato antistante il bar, e con il nuovo presidente che gira parecchio ma non riprende alcuni (tra l'altro una che stimavo, con cui almeno riuscivo a parlare) di quelli che s'intrattengono a fare gossip... lesivi alla dignità dei loro "datori di lavoro"!
Mentre Anna La Rosa, ore 12:40, cavalcando l' "asinello" scimmiotta con Gasparri, parla dei suoi trascorsi...nostalgici legati a Lucio Battisti, Baglioni,...anziché fargli le pulci!

Ecco il post inviat a un blog di consuleze legali.
[...roba da non credere!! “il cancelliere ci avvisa”…”..il G.E. in data 06-12-07 ha emesso il provvedimento che si allega in copia (di cui non so, e poi non c’è!?)”:…”DATA PROSSIMA UDIENZA , 25/01/08. Per me è la prima, la prima comunicazione…non so della sentenza né a voce, né notificata; l’ho intuito quando in ottobre si è presentato l’uff. giud. con l’addetto alle vendite…nonostante le contestazioni e dopo aver rifiutato di inserire delle macchine nell'elenco dei beni, ripiegano sui mobili e non rilasciano copia del verbale... All’udienza sono il solo presente “presente” (testimoni, 2 avvocati)...poi la minacciosa comunicazione dell’agenzia, il cui titolare mi assicura di essere in possesso del provvedimento del g.e., emesso il 04/04 (a me mai comunicato, anzi per caso in marzo chiesi in cancelleria e mi si dissero che quella udienza era stata annullata… e “ri-fissata” per il 24/10.
Di nuovo l’unico presente con un mio nipote… mentre il g.e. anche questa volta - come per il 25/1 - scrive che “Poiché nessuna delle parti è comparsa, visto l’art. 631 C.P.C.. si rinvia all’udienza del 15/01/09″. (preciso che il 5/09/ sono venuti a ritirare i mobili...è successo il finimondo e li abbiamo fermati facendo arrivare all’avv. della controparte (che nemmeno conosco, mi dicono inaffidabile,latitante conclamato, un avversario senza volto) delle telefonate di 2 avvocati parenti di mio genero, non titolari di studio, di una grossa città. Il “mio” (ex?) dopo aver rifiutato di invocare il 700…. continua a parlare d’incontri fantasmi con il “rivale” che, a causa in “corso”, una sera nello studio lo chiama e sento rispondere: “A*****o, ci vediamo domani in udienza…”. Infatti, non c’era…io sì!!! E dovevo consegnare la chiave del locale che avevo gestito in affitto per circa 40 anni. Che ho lasciato da 5 anni (da allora è chiuso, anche perché non idoneo come da certificazione sanitaria).
Concludo che per evitare qualche accidente al resto della famiglia, il 24/10 volevo estinguere il contenzioso (rinunciando al risarcimento dei danni arrecati dagli occupanti i piani superiori). Adesso non so se aspettare la prossima udienza oppure rivolgermi al altro avvocato e contestare tutta la procedura "perversa" (almeno nelle modalità e modi). O chiedere il 700e se è possibile rifare la causa...seguendola con assiduità! Eh, il mandato in bianco! Ringrazio e porgo i miei cordiali saluti. Mauro

Commento di Mauro | Domenica, 9 Novembre 2008

Mi spiace, ma i nostri interventi sono di natura esclusivamente tecnica, e non attengono al rapporto fiduciario con i propri avvocati.

Ringrazio, comunque, per l’attenzione: So bene che ci sono delle regole interne alla categoria da osservare, ma se citare il 631 e poi non avvisare (nemmeno a voce?)della udienza successiva (cui, guarda caso, è l’unica volta che l’avvocato fantasma risulta presente…o viene dato per presente ad un appuntamento, quale ennesimo tentativo di chiudere la partita/farsa, mai onorato)non è un fatto puramente di tecnica (non codificata?)procedurale, anche se contraddittoria in termini? Quardi che io ho sempre addosso il blocchetto d’assegni: è possibile che dopo un anno non sia “riuscito” a pagare? Anche se poi mi tocca intentare un’altra causa, eterna...mentre io ho ottemperato al rilascio del locale nell’arco di un anno? L’unica notifica è quella del 22/09/08 dell’Agenzia delle entrate che mi chiede di versare 250 euro per “imposte, sanzioni pecunarie e interessi di mora relativi alla sentenza (badate) del 22/03/06!!?? Miserabili! Anche L’Agenzia, che non mi ha mai rimborsato l’Iva versata su una fattura mai incassata e con l’aggravio di spese scandalose per il decreto ingiuntivo. Da creditore, sempre, morale e patrimoniale a debitore moroso? Chiedo venia per lo sfogo. Cordiali saluti Mauro

Commento di Mauro | Domenica, 9 Novembre 2008

P.S. Ha pienamente ragione l'ottimo "Io speriamo che..." nell'affermare che questi soggetti vanno nominati ed emarginati...proprio nell'interesse (e riscatto) di chi s'impegna in modo profuso.
Più che "La Rosa" (in mamcanza di "Travagli") occorrre la spina nel (di)fianco. E il "rischio val la candela". Mauro C.

Anonimo ha detto...

Ha perfettamente ragione quando dice che dando dei fannulloni a tutti, si “coprono” i veri fannulloni …
Si alza un polverone facendo finta di cambiare tutto per non cambiare niente … la produttività non ha nulla a vedere con i tornelli ma riguarda l’organizzazione del lavoro, la dotazione di adeguati strumenti di lavoro e di adeguate risorse, come anche mettere le persone giuste al posto giusto, etc. etc.
Bentornato dott. Lima, è molto interessante questo post!

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo (13.42),
se sei oculista di fama accertata, accetto volentieri il consiglio di un buon paio di occhiali!
Quindi, non ti dirò dove hai sbagliato! Però, se mi prometti che durante la notte provi a capirlo da solo e non avrai successo, lo farò domani mattina con il ricambio di un buon consiglio!
b

Anonimo ha detto...

Per Felice Lima

>Carissima Luciana,
>
>mi creda, condivido tutto ciò che Lei ha scritto


La cosa è reciproca e infatti avevo specificato nel post che volevo dire un'altra cosa rispetto a ciò che stava dicendo lei. 8)

Anche per non togliere spazio a risposte che può dare agli altri bloggers, dirò soltanto che le sue "capillari" spiegazioni sul personaggio Brunetta mi trovano pienamente d'accordo e che non stavo cercando di dar ragione a lui ma di fare un discorso "meno alto" (O_o), magari anche meno inerente al contesto ma che denota l'eccesso di "benaltrismo" che finisce col bloccare qualsiasi iniziativa e irritare non poco.

Faccio un piccolo esempio:
Di medici che firmano certificati di malattia ingiustificati ne esistono molti.
E' irritante sentire altri medici, presumibilmente onesti, difendere l'intera categoria "attaccata ingiustamente", non rendendosi conto che così facendo difendono anche i disonesti.
Cosa ci vorrà mai a dire "si, è vero, tra di noi ci sono dei miserabili parac...arri. Non siamo tutti così e in futuro cercheremo di isolare le mele marce"?

E torno a ribadire che gli statali che fanno il proprio dovere hanno tutta la mia solidarietà e che secondo me sbagliano a sentirsi in colpa per le inefficienze di altri.
Anzi, dovrebbero sentirsi orgogliosi di riuscire a lavorare anche in condizioni disperate.

Quanto al ribellarsi a certe iniziative estemporanee del governo, anche qui avete la mia piena solidarità perchè SO che gli interventi effettuati o annunciati sono solo di facciata.

E quando non sono di facciata...è anche peggio. 8(


Con stima
Luciana

Anonimo ha detto...

felice del suo ritorno dr. Lima
mathilda

Cinzia ha detto...

facciamoci anche due risate...
che non fanno mai male!

http://elezioni.myblog.it/archive/2008/10/21/brunetta-crozza.html

è vero che si rendono già abbastanza ridicoli da soli senza l'aiuto della satira e troppo spesso... ci riescono!

In questo caso il link della redazione con l'intervista di Mentana non si batte!

...ma anche Crozza ce la mette tutta... e il materiale è fertile!

http://www.la7.it/intrattenimento/dettaglio.asp?prop=crozza

Anonimo ha detto...

Caro "b", forse ho capito !

Non è, per caso, "omessa PIAGGERIA" ? :-)

Anonimo ha detto...

@ Luciana: sentirsi in colpa è uno stato interiore, non penso di sbagliare o no. Mi accade e basta anche se probabilmente ha ragione lei a dire che non dovrei. E' vero anche che senza sensi di colpa, come individo e come parte di un sistema, mancherei totalmente di spirito critico ed autocritico e comincerei a bofonchiare che "i fannulloni sono tutti di sinistra", i mafiosi tutti di destra, i corrotti tutti ex democristiani e socialisti e io come non ho nessuna responsabilità, nemmeno minima nello stato delle cose, di conseguenza non ho nessun dovere. D'altra parte porto il peso della mia inadeguatezza di fronte a un mondo che non è come tutti vorremmo che fosse.
@ Felice Lima: l'avermi definito collega è una cosa che mi onora. Stamattina mi sono commosso per la sua risposta, ma mi sono reso conto che la notte passata ho detto due cose che potrebbero indurre in equivoco. In realtà ho sempre avuto rapporti molto corretti con la maggior parte dei magistrati con cui ho lavorato.
Non ho grandi episodi di cui lagnarmi o aneddoti da raccontare. Quello che mi premeva sottolineare è che lo Stato mi paga per rendere un servizio ai cittadini e non ai magistrati con cui di volta in volta collaboro. Per rendere questo servizio mi è "capitato" di eseguire prevalentemente provvedimenti giurisdizionali.
Un'altra cosa potrebbe ingenerare equivoci: io apprezzo moltissimo il lavoro dei miei colleghi più anziani e penso che l'esperienza sia un'ottima ed insostituibile risorsa. Quello che osservo invece è che, a differenza dello Stato, nessun datore di lavoro privato lascerebbe che l'età media dei dipendenti si innalzasse come si sta innalzando quella degli statali, che tra qualche anno saranno un piccolo gruppo di simpatici vecchietti. La gente vuole veramente una pubblica amministrazione geriatrica?
@ Mauro (visto che mi pare rivolga il suo commento anche a me): purtroppo non sono in grado di entrare nel merito della vicenda da lei esposta. Il problema del dialogo tra le cancellerie e i comuni cittadini è reale. Spesso le persone non capiscono perchè noi operatori non siamo capaci di spiegare le cose e, anche quando le sappiamo spiegare, questo non migliora per niente i disservizi che innegabilmente ci sono. E' una delle tante cose per cui mi sento in colpa e che ora come ora non sono per niente in grado di modificare, se non cercando di essere il più gentile e rispettoso possibile nei confronti di tutti.
Ecco, ora credo di poter tornare il solito invisibile portatore di secchi :-)
Un affettuoso saluto a tutti.
L'impiegato statale di ieri

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo (20.12),
No! ... La piaggeria c'è ed è implicita, manifestamente esplicita è l'offesa!
Sono certo che già stamattina sei riuscito a risalire, se è così non ti scusare: l'offeso sarà felice per te!
b

Anonimo ha detto...

Sabato 15 Novembre 2008

Oggi è un giorno speciale: Il Dottor Lima è tornato!

Esultiamo, Facciamo festa, Gioiamo insieme perché “l’avevamo perso” e “l’abbiamo ritrovato”. L’allusione alla parabola del “figliol prodigo” vuole naturalmente essere una battuta, ma credo renda bene l’idea della felicità che la sottoscritta ha provato anche solo nel leggerne la firma su un articolo.

Gent.mo Dott. Lima,
non riuscirò mai ad esprimere a parole la riconoscenza che provo nei suoi confronti per non averci abbandonati. Come già ribadito in precedenza lei non deve scusarsi per nessun motivo, anzi deve essere fiero di se stesso per la persona che è e per quello che ci regala. Mi fermo qui per non dare l’impressione di volerla adulare pubblicamente, anche se le parole che mi escono dal cuore e che vorrei dirle sono veramente tante.

Per la prima volta da quando scrivo su questo blog, mi trovo però a dissentire (anche se in modo veramente marginale) su quanto da lei dichiarato nel suo ultimo articolo.Per mia natura tendo sempre a cercare il lato migliore delle persone; da qui le mie modeste considerazioni.

Il Ministro Brunetta, seppur nel suo innegabile delirio di onnipotenza, forse qualche merito ce l’ha. Mi spiego meglio…

Partendo dal presupposto che:

1) nessuno è onnisciente
2) ciascuno di noi ha dei limiti insormontabili
3) l’essere umano non è perfetto

seppur Ministro, costui non è onnipotente ed è tenuto a comportarsi a sua volta come “dipendente” di una “forza superiore”; è altresì innegabile che, in quanto rappresentante del popolo, ha il dovere di tutelarne gli interessi.

Tutto ciò premesso (mi sembra di scrivere un contratto!!!) ritengo personalmente che chi compie il proprio dovere non dovrebbe temere alcun tipo di controllo. Il difetto dei provvedimenti di Brunetta credo stia nella sua ignoranza riguardo al modus operandi delle varie categorie di lavoratori: dall’operaio al dentista, dallo spazzino al giudice. Non si può però nemmeno pretendere che lo stesso conosca nei dettagli tutte le tipologie di lavoro e le metodologie di svolgimento. I cosiddetti “tornelli” possono essergli sembrati il metodo migliore per far sì che tutti lavorino, per lavorare meno e lavorare meglio. E’ chiaro che quando in un ufficio (di qualsiasi natura) ci sono persone “nullafacenti”, i loro “compiti” ricadono su coloro che invece prendono il lavoro con serietà e competenza, i quali si trovano a dover sopperire alle negligenze altrui.
E’ inoltre verità innegabile che la meritocrazia non è una qualità di selezione del personale (a qualsiasi livello) del nostro Paese. E ancora una volta, le persone che hanno la capacità di svolgere il loro lavoro con diligenza e competenza, si trovano oberati di responsabilità aggiuntive per sopperire alle mancanze altrui.
Diventa pertanto pressoché impossibile trovare una soluzione al problema che veda d’accordo tutte le categorie di lavoratori. Ci vorrebbero anni di analisi e studi per elaborare un provvedimento efficace a tutti i livelli. E forse tutto questo tempo il nostro Paese non ce l’ha!

Si tratta naturalmente di una mia personale considerazione, che non pretende di essere condivisa, ma che vuole semplicemente portare a riflettere sulle necessità immediate della collettività e sulle difficoltà nel trovare la soluzione migliore per tutti.

Con profonda stima.

Stefania Tirelli – Reggio Emilia

Anonimo ha detto...

@ "L'Impiegato Statale"(16/11 23.53

Alla lode, già espressa e che confermo, aggiungo un sentito ringraziamento per aver risposto, gentilmente...a differenza di un "suo collega" che ai miei interrogativi ha mostrato arroganza minacciando addirittura una denuncia...che io poi invece mi sono avviato a fare, ma nel posto di polizia non c'era nessuno, era chiuso.
E guarda caso, sforzando la memoria, si trattava dello stesso che 20 anni ha "collaborato" (penso con gli avvocati) nel far prescrivere 3 cause per recupero di crediti mai iscritte (per cui spesso, nel dubbio, chiedevo...ma lui si rifiutava di informarmi su quanto Nino Marazzita dà - ora? - per scontato.
E non sono certo se anche oggi, come per me 25 anni fa, si firmi ancora il mandato su un foglio, bollato, in bianco.
Io i 3 fogli da 700 lire li conservo (forse l'incornicerò...)e devo dire che resto ancora incredulo del fatto che l'avv. me li abbia restituiti (forse imbarazzato e confuso per sensi di colpa): giustificandosi - dopo un fallito tentativo, intempestivo, di recuperare il tutto - che nel frattempo si era dato al penale!
A Lei nessuna colpa, per carità; credo che la maggior parte di chi partecipa al dibattito (costruttivo, se è uno scambio di idee ed esperienze da confrontare) si rispecchi e riviva - seppur in ambiti diversi ma che comprendono anche il privato come la P.A. - la sua situazione, giustamente, frustrante ma certamente qualificante ed encomiabile!

"Chi desidera procurare il bene altrui ha già assicurato il proprio". [Confucio]. Anche perché disse: " Scegli un lavoro che ti piace e nella vita non lavorerai neanche un giorno". Mauro C.

Anonimo ha detto...

Mi era simpatico il ministro Brunetta e successivamente, quando D'Alema lo ha apostrafato come un energumeno tascabile, mi è divenuto simpaticissimo; questo non toglie che per l'affermazione fatta sui tornelli ai magistrati andava immediatamente estromesso dal governo. Il fatto che ciò non sia avvenuto la dice lunga (per chi ci credeva), anzi molto lunga, sulle capacità e intenzioni di governo dell'attuale dicastero!

Silvio Liotta ha detto...

Caro anonimo “15 novembre 2008 15.54” ,

voglio dirle che anch’io mi sento offeso dal suo primo commento. Non ne faccio un dramma; molte persone anche ben educate e di equilibrio (come penso lei sia), spesso per errore di valutazione, si trovano ad apostrofare con aggettivi impropri persone o prodotti del loro lavoro intellettuale, offendendo semplicemente per mancanza di tatto e di perizia del proprio giudizio.

Penso sia il suo caso. Giudicare questo blog fazioso è cosa di grande falsità: basta percorre la sua storia attraverso gli editoriali, gli articoli ed altro per rendersi conto del suo approccio critico nell’interpretazione dell’attualità politica. Considerando fazioso questo blog lei non offende me o tutti coloro che a vario titolo vi partecipano, ma l’intelligenza critica di queste persone.

Ma forse la sua polemica è un po’ più raffinata di quanto io qui voglio far apparire.

Lei non dice che il blog è stato sempre fazioso, lo è da poche ore. Precisamente da quando sono stati postati un certo numero di articoli su Brunetta. E’ perlomeno pretenzioso pensare che più di un anno di equilibrio sia ribaltato da poche ore di approfondimento su Brunetta. Aspetti qualche altro post prima di decidere se il blog sia diventato fazioso. Mi permetterei di consigliarle maggiore supporto empirico alla formulazione dei suoi giudizi. Almeno ci dia la soglia del numero di articoli da postare oltre i quali cadiamo nella faziosità. Quanti sono 3, 5, 7?

Un’intelligenza un po’ più critica invece di soffermarsi sulla banale questione se questo blog sia del PD o di FI, avrebbe potuto pensare che il livore incontenibile del ministro Brunetta inevitabilmente suscita la riprovazione di chi non condivide le sue posizioni. E più Brunetta ostenta la sua ferocia contro il lavoro pubblico, più da varie parti si ostenta la critica a Brunetta. E’ normale che ciò avvenga nei processi dialettici. Peraltro considerato che lo strumento di Uguale per tutti, attraverso il quale si cerca di interpretare la realtà, è la dialettica (fondata sulla logica e sulla critica), si capisce bene come per i suoi redattori e lettori sia di massima importanza confutare appropriatamente le audaci teorie politico-amministrative del ministro in parola. Dal momento che quest’ultimo ci riempie di numerosissime dichiarazioni dal traballante senso logico, sembra opportuno, per meglio valutarne gli effetti deleteri e verificarne la logica sottostante, presentare un insieme di articoli che possano costituire una piattaforma critica per confutare le tesi del ministro.

I lettori di questo blog pretendono tale impostazione; in quanto non intendono tifare ora per questo ora per quello schieramento partitico; piuttosto si cerca di comprendere cosa ci sta succedendo come cittadini italiani e non solo, a che punto siamo arrivati, da dove ripartire, se necessario, e dove arrivare.

Ma forse la sua polemica è un po’ più raffinata di quanto io qui voglio far apparire.

Lei forse si riferisce al fatto che Brunetta abbia detto che i fannulloni sono di sinistra, allora noi si critica Brunetta e quindi, magari non siamo fannulloni, ma di sinistra…….Certo capisco. E come se qualcuno affermasse che le streghe sono esseri del demonio, qulcun’altro dimostra, argomentando, che le streghe non esistono e questo qualcuno non può che essere il demonio. E’ quella pseudo-logica manichea che mi sembra abbia stigmatizzato Felice Lima nel suo commento.

Il blog inoltre non ha sprecato l’opportunità di dar voce a “persone diverse per cultura, per estrazione, per fede e per opinioni”, perché qui tali persone discutono, a volte anche aspramente. Lei purtroppo ha perso una buona occasione di far valere il suo punto di vista sulla questione trattata, attaccando senza alcuna argomentazione concreta (fatta eccezione per un banale computo numerico: i post su Brunetta sono numerosi quindi siamo faziosi) la scelta di approfondimento (focus) della redazione.

In ultimo per quanto riguarda il “Si poteva parlare di giustizia, si è finiti a parlare di Brunetta e, in definitiva, di quanto sia "cattivo" Berlusconi.”, non penso ci sia la necessità di parlare di Brunetta per criticare Berlusconi. Quando si riterrà necessario criticare quest’ultimo lo si farà direttamente, sulla base delle sue azioni e delle sue dichiarazioni, non certo indirettamente sulla base di responsabilità altrui.

Poi non tolga il disturbo, non disturba proprio nessuno; se poi il problema sono le minestrine scaldate non faccia il capriccioso, vedrà che lo chef sarà all’altezza anche dei suoi sofisticati gusti.
Ben ritrovati, cari

Vittorio Ferraro ha detto...

La contrapposizione manichea.

Da una parte i fannulloni dall'altra i stacanovisti.
Da una parte gli indigeni dall'altra gli extracomunitari.
Da una parte i passeggeri dall'altra i piloti degli aerei.
Da una parte il "popolo" del nord dall'altra quello del sud...

I buoni e i cattivi. Il passato (la nostalgia:che bei tempi una volta: e i treni arrivavano in orario!) ed il presente.

Il capro espiatorio. Quello da mettere all'indice.

Convogliare tutta l'attenzione sul problema del caso e sviarla dai problemi reali: il dito e la luna.

Spot pubblicitari. Fumo negli occhi.

Per risolvere i problemi della giustizia occorrono grandi investimenti economici e leggi adeguate (razionali).
Ma è proprio quello che non si può e non si deve fare. La giustizia deve funzionare (?) così. Conviene che funzioni così.

Conosco bene il settore e lo sfascio attuale.

Per questo le battute del ministro Brunetta mi fanno incavolare e anche molto.

Anonimo ha detto...

Caro Silvio,

Parliamoci chiaro: questo blog è stato fondato da magistrati provenienti da "Magistratura Democratica", dei quali ho la massima stima, come per il Dottor Lima, ad esempio, ma il cui orientamento politico, in senso lato, è fuor di dubbio !

Soltanto che essi hanno tanta intelligenza e tanto buon gusto da consentire gli interventi di persone con diversi orientamenti politici ovvero, come nel mio caso, non orientate, né in un senso, né nell'altro. E quando dico "non orientata" non dichiaro di non avere delle idee politiche, ma soltanto di non rispecchiarmi in alcuno degli schieramenti attualmente presenti in Italia, soprattutto per il fatto che far politica è ormai un "mestiere", come quello del voltagabbana, al quale non mi sento per nulla votato. Naturalmente, siete liberi di credermi o no. Come anche il sottoscritto, del resto ...

Ora, è fuor di dubbio che la maggioranza di soggetti che qui regolarmente scrivono sono "politicamente orientati", specie da una parte.

Taluni lo sono anche "di professione".

Nulla di male, però, fino a quando non si esagera. E a mio avviso si è esagerato.

Prendete ad esempio Santoro. Ha sempre una media di 3-4 milioni di telespettatori. Gli altri, semplicemente, guardano la partita, il film, o non guardano affatto il televisore !

Anche Vespa ha i suoi "aficionados" notturni. Che non credo coincidano esattamente con quelli di Santoro ...

Il risultato è che ognuno guarda i "propri", e che se ogni tanto nasce, da una parte o da un'altra, un'idea o una proposta condivisibile da tutti, nasce male, perché marchiata da un'"appartenenza", che inficia il buono e il condivisibile che vi può essere in quell'idea o in quella proposta.

Per questo il nostro "blog" era prezioso, perché consentiva anche a persone "non schierate" di intervenire e, udite udite, di non ricevere (di norma) insulti ma di instaurare un proficuo scambio di opinioni, che arricchiva tutti.

Per questo, ancora, desidero che questo "blog" rimanga il più possibile aderente ai problemi reali della giustizia. E se è giustissimo argomentare in un post o due contro le idee di Brunetta sui "tornelli" ai giudici (le quali, ripeto, NON condivido affatto, anche perché ne sarei colpito in prima persona ...) farne addirittura SEI è eccessivo, anche se gli interventi sono sempre più moderati e appropriati di quelli di altri blog.

In breve, quel che volevo dire è che una maggior connotazione "politica" potrebbe forse portare addirittura più "ascolti", ma sicuramente danneggerebbe in modo irrimediabile il pregevole, se non unico, risultato ottenuto sinora.

Cordiali saluti.

baron litron ha detto...

un caloroso bentornato a Felice Lima, che vedo giustamente irritato e amareggiato dalle parole del mini-stro Brunetta.
irritato e amareggiato quasi quanto me, libero professionista, quando diversi ministri del precedente governo mi davano dell'evasore fiscale abituale. generalizzare è facile, stupido e sbagliato, anche se si è certi che sparando nel mucchio qualche cosa si colpisce sempre....

ma veniamo al punto. ho riletto la lettera del ministro alla Stampa, giusto per rinfrescarmi la memoria, e non ci trovo - da esterno al sistema giustizia - motivi per prendersela tanto (tralascio le successive comparsate del ministro in TV in quanto non so cos'abbia detto: non guardo quasi mai la televisione, e le poche volte che lo faccio non spreco il mio tempo con Vespa Santoro Travaglio Lerner Mentana e simili cialtroni). evidentemente però proprio la mia estraneità non mi permette di cogliere eventuali implicazioni offensive o vessatorie, tanto quanto la stessa sua estraneità non lo consente al ministro, che preferisco considerare semplicemente ingenuo ed eccessivamente semplificatorio nelle sue soluzioni.
d'altro canto, il ministro stesso non è titolare della giustizia ma della funzione pubblica, e quindi genericamente dell'amministrazione dei pubblici dipendenti, cosa che ritengo contribuisca ad appiattirne ai suoi occhi competenze, funzioni e peculiarità.
tralascio anche la solita accusa di voler denigrare in blocco una categoria (in questo caso i magistrati, ma non è la prima volta o l'unica categoria) quando invece si vogliono chiaramente denunciare e correggere i comportamenti di alcuni di essi, basta leggere e lo si capisce subito.

ora, lasciando stare le non-soluzioni ministeriali, vorrei invece soffermarmi su quanto da lei suggerito per ovviare al danno ingente che pochissimi - sicuramente - pelandroni causano alla magistratura tutta, e ai dipendenti del ministero della giustizia, per farle una domanda e così cercare di colmare una mia ignoranza in materia..

Lei scrive: "Ogni ufficio giudiziario viene ispezionato da cima a fondo ogni tre anni.

Queste approfonditissime ispezioni danno luogo a enormi volumi contenenti ogni dato utile a radiografare il funzionamento dell’ufficio e l’efficienza o no dei suoi responsabili.

Queste relazioni vanno al ministro della giustizia.

Da ventitre anni (da quando, cioè, sono in magistratura) mi chiedo se qualcuno al ministero se le legga. (...) Se Brunetta volesse fare qualcosa di utile, potrebbe farsi nominare ministro della giustizia – perché attualmente quello non è il suo incarico e, dunque, tutto ciò che ha detto lo ha detto da incompetente per materia – e andarsi a leggere le decine di relazioni triennali che consentirebbero a lui e a chiunque lo volesse davvero di individuare chi lavora poco e male e perseguirlo adeguatamente.

Ma, purtroppo, la verità è che a nessuno che stia al potere interessa davvero perseguire i magistrati fannulloni o comunque intenti a pratiche deplorevoli, perché un magistrato fannullone o intento a pratiche deplorevoli è davvero prezioso per il potere, perché è ricattabile."

ora, premesso che condivido completamente quanto lei sostiene sulla manovrabilità dei magistrati ricattabili, il dubbio che mi viene è il seguente: è sicuro che le decisioni in materia siano competenza del ministero?
me lo chiedo perché in un altro articolo di questo blog, dove si celebrano i 50 anni del CSM, viene affermato che:

"Al quale [C.S.M.] più precisamente spettano, come dice la Costituzione, tutte le decisioni concernenti «le assunzioni, le assegnazioni e i trasferimenti, le promozioni ed i provvedimenti disciplinari» nei riguardi dei magistrati."

e quindi, oserei inferire, tutto quanto dovrebbe riguardare anche la loro efficienza, produttività, sollecitudine, professionalità ecc. ecc. ecc.

e poi, prosegue l'articolo "Per converso, al ministro Guardasigilli sono riservati, a parte la facoltà di promuovere l’azione disciplinare, soltanto «l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia».

e quindi (a parte la banale genericità del concetto di "servizi relativi alla giustizia"), come potrebbe il ministro "individuare chi lavora poco e male e perseguirlo adeguatamente", se non spettano a lui il trasferimento, la promozione, il licenziamento, il sollevamento dall'incarico, l'aumento o diminuzione della retribuzione?

glielo chiedo non per polemica, ma veramente perché non lo so, e colgo una contraddizione tra l'assenza di azione, o la perversione (nel senso di rivolgersi in maniera errata) del politico in materia da Lei sostenuta, e invece l'attribuzione delle funzioni, diverse e ben delimitate, di ministero e CSM presenti nell'altro articolo.

quanto all'anniversario del CSM, sibbene non sia oggetto principale del commento, mi chiedevo quante volte in cinquant'anni quest'organismo abbia lavorato nell'interesse dei cittadini (suo scopo ultimo) anche a discapito di quello della categoria che amministra, e quante invece abbia voluto preferire il mantenimento del buon nome della magistratura anche e soprattutto a danno di singoli magistrati o della Giustizia in sé e per sé...

tanto per non restare nel vago, come si può giudicare la conclusione (???) della "stagione dei veleni" al tribunale di Palermo? chi furono i sommersi e i salvati non per far trionfare la Giustizia, ma soltanto per salvare la faccia della magistratura?

un cordiale saluto, e di nuovo: Bentornato!

baron litron

Anonimo ha detto...

Per Anonimo delle 18.22.

Una sola semplice precisazione.

Lei scrive:
"Parliamoci chiaro: questo blog è stato fondato da magistrati provenienti da "Magistratura Democratica", dei quali ho la massima stima, come per il Dottor Lima, ad esempio, ma il cui orientamento politico, in senso lato, è fuor di dubbio!"

Questo E' FALSO in fatto!

Lei può pensare ciò che vuole e scrivere anche ciò che vuole. Perchè la Sua presenza fra noi è più che gradita. E, dunque, anche io, come Silvio, Le confermo che Lei non è di alcun distrubo, ma al contrario.

Ma sappia che ciò che ho testé riportato è semplicemente FALSO in fatto.

NESSUNO dei magistrati che ha concorso a dare vita a questo blog è o è stato iscritto a Magistratura Democratica (la qual cosa, peraltro, come dirò appresso, NON SAREBBE IN NESSUN MODO E SOTTO NESSUN PROFILO DEPLOREVOLE).

Ove Lei abbia tratto le sue convinzioni dal fatto che è stata raccontata sul blog la mia cacciata dalla mailing list di Magistratura Democratica, sappia che io, come tanti altri miei colleghi, ero e, nei limiti in cui me lo permettono ancora, sono iscritto A TUTTE le mailing list di tutte le correnti (tranne, appunto, MD, dalla quale mi hanno cacciato, e Movimento per la Giustizia, nella quale mi hanno vietato di scrivere cose "in contrasto con la linea politica della corrente").

Essere iscritto a una mailing list non significa appartenere a quella corrente. E' solo un modo per confrontarsi fra colleghi.

Non sono mai stato iscritto a Magistratura Democratica.

Ero e resto grato a tantissimi colleghi di Magistratura Democratica (che ho stimato e stimo, come non ne ho stimato altri pure di MD) per i grandissimi meriti che quella corrente ha avuto nella costruzione di una giustizia adeguata a un paese libero e democratico quale il nostro dovrebbe essere e non è.

Non condivido molte cose di quella corrente e, per questo e solo per questo, non ne ho mai fatto parte.

Peraltro, non faccio parte di alcuna corrente, perchè contesto la logica stessa dell'appartenenza corentizia.

Quanto all'essere le persone che abbiamo dato vita a questa iniziativa prevalentemente "di sinistra", si tratta in questo caso di affermazione più difficile da confutare, per tante ragioni, la prima fra le quali è che non è più possibile in Italia stabilire cosa sia "di sinistra".

Su questo ho già scritto tantissimo sul blog e, dunque, chi fosse interessato al tema potrà leggere ciò che ho già scritto. Ripeterlo mi secca, perchè considero questo tema e questo approccio ai nostri problemi mistificante (in buona - come per lei - o in cattiva - come per altri - fede).

Dovendo indicare uno scritto fra tutti, segnalo: “La mafia uccide. Il silenzio pure”.

Dicevo, è difficile dire cosa sia "di sinistra" in un paese in cui sono stati detti di sinistra (quando hanno votato per il governo Prodi) i senatori a vita Pininfarina, Andreotti, Kossiga, Ciampi e Montalcini. In cui viene ritenuto "di destra" un senatore condannato in primo grado a più di nove anni di carcere per concorso in associazione mafiosa. In cui vengono ritenuti "di sinistra" D'Alema, Violante e Finocchiaro. In cui vengono ritenuti "di destra" Silvio Berlusconi e Mara Carfagna. In cui sono stati accusati di essere "toghe rosse", Paolo Borsellino, notoriamente simpatizzante dell'M.S.I. e Piercamillo Davigo, notoriamente non di sinistra. In cui è stato detto che quell'assassino di Michele Sindona era perseguitato perchè banchiere non comunista. Eccetera.

Sarebbe bello poter dire che mi riconosco nelle intuizioni di uno Sturzo, se non fosse che poi mi ritroverei compagno di partito di Gava.

Mi piacerebbe solidarizzare con un Pertini, ma mi ritroverei seduto accanto a Craxi.

Insomma, alla fine, francamente mi irrita perdere tempo a dividere il mondo secondo categorie inutili e false.

Per fare un paragone, è come se al processo per la strage di Erba gli imputati improvvisamente volessero sapere se i giudici usano a preferenza scarpe da tennis Superga o Nike.

Macchissenegrega!

In ogni caso, La informo e informo tutti che, secondo le logiche catalogatorie tendenzialmente diffuse nel paese, fra noi ci sono molti che vengono ritenuti "di destra".

Ciò detto, per chiarezza sui fatti, gli appassionati di catalogazioni varie continuino pure liberamente a farle.

Sono irritanti, ma innoque e del tutto legittime.

Siamo rassegnati alla loro inevitabilità.

Soltanto, quando sentiamo un Brunetta dire assurdità in mondovisione, non ci va di aspettare a commentarle che ne dica altre qualcuno cosiddetto di sinistra, così i "catalogatori" sono contenti.

C'è un'ultima cosa che devo dirLe, Anonimo delle 18.22 e gliela dico, mi creda, con sincero rispetto. L'ha già fatto Silvio, ma lo faccio anche io. Non fa onore all'intelligenza chi, invece di considerare gli argomenti dei suoi interlocutori e, se del caso, contestarli, tenta di delegittimarli con una rozza e inelegante accusa di partigianeria.

Sappia che nel mio lavoro questa cosa la vedo accadere ogni giorno.

Ogni volta che processi un ladro, lui ti accusa dicendo: "Eh beh, processate solo me. Perchè non processate anche quello e quell'altro?".

E ogni tanto vedo per strada qualche cafone a cui fanno la multa perchè è parcheggiato in quarta fila dire al vigile: "Perchè fa la multa solo a me e non la fa a tutti quegli altri?".

Le risposte a queste obiezioni sono ovviamente: "Processiamo te, perchè hai rubato", "Faccio la multa a te, perchè hai posteggiato in quarta fila".

Lei reputa "partigiano" che si siano pubblicati sei post su Brunetta, perchè Lei, come il giapponese che dopo vent'anni combatteva ancora da solo la sua guerra nella giungla, senza sapere che la guerra era finita, è acnora impegnato in questo giochino falso, con il quale il potere imbroglia il popolo, della "battaglia" fra destra e sinistra. A molti di noi di questa cosa non ce ne frega proprio niente. Non consideriamo Brunetta "di destra". Lo consideriamo dannoso per il Paese. E non ce ne frega niente se è o crede di essere o fa finta di essere "di destra" o "di sinistra".

Non è che siamo "di destra" o "di sinistra". Proprio pensiamo ad altro.

Per farmi capire ancora meglio, visto che pare che la cosa sia difficile da capirsi, Le faccio un esempio.

Immagini che dei ragazzini formino delle squadre per giocare a qualcosa (chenneso, nascondino o calcio) e decidano che per rinoscere gli appartenenti alle due squadre gli uni metteranno magliette bianche e altri magliette blu.

Dopo di che, a furia di giocare e immedesimarsi nella cosa, alcuni di loro si siedono su una panchina in un parco e, guardando la gente che passa, si dicano: "Ehi, guarda, quella signora è dei nostri. E quel signore è degli altri". In base al colore delle magliette.

A questi ragazzini bisogna dire: ragazzini cari, il fatto che alcuni di voi si mettano le magliette bianche per giocare al vostro gioco non significa che ogni passante con la maglietta bianca fa parte del vostro gioco.

La quasi totalità dei passanti il colore della maglietta lo sceglie perchè è quello che gli piace o perchè si intona con i pantaloni o perchè su quel colore c'era una svendita.

Spero che così la cosa si riesca a capire.

Diversamente, mi resterà solo da provare con dei disegnini.

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Al "famoso" anonimo.
"si poteva parlare di giustizia.."?
"...minestra riscaldata"?
Direi surriscaldata, se si tiene conto che l'attuale governo ha amministrato per ben 5 anni di seguito e con una forte maggioranza ...ora (di "nani e ballerine") ridotta ai "ri-TORNELLI"?

Quali i motivi per cui il Parlamento (fannullone, e non solo, in questo caso) che pullula di avvocati - 11%! - non riesce a fare una riforma della giustizia degna di questo nome?
Visto che abbiamo sentito praticamente tutti da destra a sinistra dichiarare, anche in occasioni ufficiali, che la riduzione dei tempi della giustizia è una «priorità assoluta».
E che fine è toccata ai disegni di legge presentati dal sen. D’Ambrosio nel corso della breve legislatura?

- Modifiche agli articoli 13 e 14 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di espulsione dei cittadini extracomunitari.

-Estensione della disciplina della responsabilità amministrativa di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, ai reati di omicidio e lesioni colpose gravi conseguenti ad infortuni sul lavoro.

- Modifiche agli articoli 262 e 676 del codice di procedura penale, in materia di devoluzione allo Stato delle somme di denaro e dei titoli sequestrati e non reclamati.

- Modifiche al titolo VI del libro V del codice di procedura penale, in materia di arresto e di fermo, e introduzione del giudizio nei confronti di imputati arrestati o fermati di competenza del tribunale.
- Modifiche al titolo V del libro II del codice di procedura penale, in materia di notificazioni.
- Modifiche al codice di procedura penale, in materia di impugnazioni.

- Modifiche al codice di procedura penale in materia di udienza preliminare e di procedimenti speciali.

- Modifiche degli articoli 568 e 616 del codice di procedura penale in materia di introduzione di un deposito cauzionale, per il ricorso in cassazione delle parti private, da devolvere allo Stato in caso di rigetto o di inammissibilità.

- Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, in materia di gratuito patrocinio? ------------

(una vergogna se si pensa che la ricca e civile Gran Bretagna assegna fondi per 10 volte i nostri, a parte la pessima qualità del "servizio").

A proposito il min. avv.Alfano fa solo l' "avvocato del diavolo" e la "difesa d'ufficio"...contro l'interesse della stragrande maggioranza dei cittadini-utenti-elettori?
Mastella, da buon marinaio navigato e scafato, promise una durata massima di 5 anni (che è fin troppo!)per i processi e di voler chiudere i tribunali piccoli (sotto i 20 giudici...dice il Pm Bruno Tinti autore di "Toghe rotte"...figurarsi di uno che è ridotto a 4 giudici e se ne promette uno "interinale"!

I parlamentari-avvocati (e i pochi giudici,) sono doppiamente responsabili di una giustizia allo sfacelo che accumula corpose sanzioni e condanne per violazione dei diritti umani.
Dopo quelle che pioveranno sul G8 - avete sentito il pesante giudizio del giornalista straniero, pestato quasi a morte, dopo aver ascoltato il verdetto del Pres.? - (non bastano i "Baroni" delle università...) avremo conquistato l'ennesimo primato!! Mauro C.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Declinare Brunetta in 'burletta' è irresistibile !
Vera satira politica !
Anche questo è un O.T., anonimo delle 15.54.
Quanto all'imperversare di Santoro, Lerner, Floris, Fazio, Gruber: ne è proprio sicuro ?
Evviva gli O.T., danno sapore alla discussione, alla quale non mi posso unire perchè è già stato detto tutto, sopratutto dal giudice Lima !

Anonimo ha detto...

A Baron Litron (commento delle 18.52).

Carissimo Baron Litron,

anzitutto bentrovato!!

E’ un vero piacere.

Quanto ai quesiti che mi pone, Le rispondo.

1. Io penso che il C.S.M. non faccia il suo dovere come dovrebbe e sia, sotto molti profili, uno dei corresponsabili delle cose che non vanno nella giustizia. Lo penso, l’ho detto e l’ho anche scritto molte volte. Su questo blog e in altre sedi con maggiore diffusione e visibilità.

Ho avuto con il C.S.M. dolorosi (per me) confronti, a volte vinti, a volte dolorosamente persi.

Ciò posto, il problema è che le soluzioni che vengono proposte a questo sono peggiori del male.

Non è che aumentando la presenza nel C.S.M. di membri di nomina politica le cose migliorerebbero o miglioreranno. Perchè il male che c’è lì è proprio della stessa natura di quello che c’è in tutti i centri di potere del Paese.

Almeno, nel male, la separazione è un fatto positivo.

Avere due despoti diversi in concorrenza fra loro è meglio che averne uno solo.

2. Quanto ai poteri/doveri del Ministro, deve sapere che il Ministro della Giustizia è titolare dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati.

Sempre in una logica sana di separazione dei poteri, il C.S.M. è l’organo che giudica sulla disciplina dei magistrati, ma non è il promotore dell’azione.

Promotori dell’azione sono il Procuratore Generale della Cassazione e il Ministro della Giustizia.

Dunque, il Ministro potrebbe e dovrebbe promuovere molte azioni disciplinari e questo sarebbe bello e utile.

Purtroppo, invece, secondo il mio modesto parere, i Ministri della Giustizia tendono a percepire questo loro potere non come al servizio della giustizia, ma come a difesa degli interessi dei loro amici (intesi come politici appartenenti alla casta).

Accade così che, sempre secondo il mio modesto parare, non ci sono tutte le azioni che ci dovrebbero essere a carico dei magistrati fannulloni, dei “corrotti”, dei “compiacenti” e leggiamo sul giornale degli ispettori ministeriali più spesso contro i magistrati zelanti ed efficienti: pool di Milano, De Magistris, Forleo, Santa Maria Capua Vetere, eccetera.

Pensi quali ottimi risultati potrebbe ottenere il Ministro, andando a fare le pulci a chi non lavora o lavora male.

E per fare questo ha GIA’ OGGI tutti gli strumenti necessari.

Ma questo non gli interessa o non gli interessa abbastanza, per le ragioni che ho scritto.

3. Infine, Le segnalo che molti di noi (e su questo blog sul punto ci sono due begli articoli di Nicola Saracino: “E’ irrinunciabile che la materia disciplinare resti al C.S.M.?” e “La riforma rispetti l’autonomia della magistratura”) pensano che bisognerebbe togliere al C.S.M. il ruolo di giudice disciplinare.

E questo lo sottolineo a riprova di due cose: che abbiamo un sacco di proposte costruttive per chi davvero volesse migliorare le cose e che non difendiamo corporativamente il C.S.M..

Togliere la disciplinare dal C.S.M. sarebbe ottima cosa, ovviamente lasciandola all’interno dei circuiti della magistratura e non passandola a una politica che dimostra ogni giorno di più di non volere nè giustizia né imparzialità.

Spero di avere risposto ai Suoi quesiti e sarò contentissimo di farlo meglio se fossero rimasti ancora punti oscuri.

Un caro affettuoso saluto.

Felice Lima

P.S. - Quanto a Brunetta, la serata da Vespa è stata terribile. Neppure io l’ho vista, perchè anche io non guardo molta TV e mai Vespa, perchè mi viene il mal di pancia. Ma ne ho letto tantissimi resoconti di colleghi. E’ stato orribile per il numero e il tipo di spettatori che ha Vespa e per la gravità delle cose che ha detto Brunetta. Per questo, fra di noi c’è stata una grande ondata di indignazione e questi articoli sono il solo strumento che avevamo per “reagire” e almeno sentirci a posto con la coscienza.

baron litron ha detto...

grazie per il chiarimento. in sostanza (semplifico brutalizzando, o brutalizzo semplificando) il ministro fa il "poliziotto" e il CSM fa il "giudice". il ministro denuncia in base a dati che il CSM non può ottenere, ma non può giudicare, mentre il CSM giudica, ma non può indagare.
solito doppio sistema garantito al limone, che conduce inevitabilmente all'arbitrio (del ministro, che decide chi e quando deferire al CSM, e del CSM che a sua volta in tutta autonomia giudica o archivia come meglio crede, e tante volte ha deciso prima ancora di iniziare il dibattimento).

d'accordissimo a togliere al CSM (soprattutto se composto con le attuali logiche correntizie e partitiche) la competenza in materia disciplinare, affidandola invece completamente a tribunali "ciechi", composti cioè di giudici con determinate caratteristiche di anzianità ed esperienza, sorteggiati alla cieca ogni volta che si debba proceder.
d'accordo anche a mantenere al ministro l'iniziativa dell'azione disciplinare, ma senza che questa sia esclusiva sua o del procuratore generale di cassazione.

arevedese.

Anonimo ha detto...

Bentornato!
E grazie!
E' la migliore dimostrazione che, come diceva quel furbacchione di Cavour, quando si vuole che qualcosa sia fatta, bisogna assegnarla a chi ha gia' tanto da fare : trovera' il tempo anche per quella.
I fannulloni, davvero, stanno da un'altra parte; nello stesso luogo dei vanesi e dei mestatori.
E poi, guardiamoci anche la scenetta evidenziata da Striscia e rilanciata da Voglioscendere.
Quando l'indignazione monta.....

Felice, grazie, grazie di cuore per aver scelto di dedicarci un po' di tempo ancora!
Uno cosi', non sa e non puo' arrendersi.
A presto!

[se non suonasse come una strana citazione d'altri luoghi, verrebbe da dire "meno male che Lima c'e'"]

Anonimo ha detto...

Devo, doverosamente, delle scuse al Dottor Lima per avergli, seppur in buona fede, attribuito una collocazione in A.N.M. non corrispondente al vero.

E, in ragione dell'errore (non importa se "scusabile" o no), accetto volentieri, pur avendo molte ragioni da esporre, i "rimbrotti" ai quali mi ha ormai simpaticamente abituato.

Cordiali saluti.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

"Meno male che Lima c'è" è una parafrasi felice che nobilita per una sola ed unica volta quello stucchevole e vomitevole ritornello.

Anonimo ha detto...

E' con grande sacrificio che mi permetto di scrivere qualcosa, spero di non lasciarmi prendere la mano... vi ho lasciato anch'io in questo periodo (forse è stato un bene :) ?) e penso che ne avrò fino a fine mese...
Grazie al giudice Lima e a tutti gli altri che non si sono arresi, e quando possono insistono... non possiamo mollare, è questione di sopravvivenza.

Colgo l'occasione per dire a Mariacristina che ho letto in parte i suoi post in risposta a quei discorsi a lungo trattati insieme, discutendo (sui problemi di efficienza della giustizia), e non li ho dimenticati... appena possibile rispondo anche lì...

Avrei una montagna di cose da dire... molte delle quali ve le risparmio perché condividono altre posizioni già espresse. E non voglio fare l'avvocato di nessuno (che qui a difendervi sono già tutti bravi da sè), ma mi preme sottolineare almeno una cosa, prima di introdurre un mio modesto commento alla questione che mi piacerebbe condividere con voi: riguardo le accuse di partigianeria.

Sottolineo infatti che oggi NON SI PUò ONESTAMENTE PARLARE DI DESTRA E DI SINISTRA COME SE ESISTESSERO ANCORA, e non solo perché -come dice Lima- accanto a persone simbolo di una parte politica si trovano pure le dovute eccezioni riprovevoli, che sarebbe comunque fisiologico, ma anche perché oggi sono saltate tutte le distanze tra le due parti in maniera SISTEMATICA, cioè scientifica, ricercata appositamente.
Non capisco ancora se per precisi interessi personali o per meglio disorientare gli "avversari" (cioè i cittadini). Comunque le azioni politiche di entrambe le parti sono lontanissime da ogni sorta di ideologia, sia storica che evoluta, rispondono solo ed esclusivamente ad interessi personali, e nemmeno troppo lungimiranti. Ritengo che non accorgersi di questo possa essere frutto solo di eccessiva ingenuità o volontaria malafede, ma è solo la mia modesta opinione.

E veniamo a ciò che vorrei condividere con tutti: d'accordissimo con Morsello: "Burletta" è davvero irresistibile, e non perché fa sorridere la storpiatura di un nome, quanto per la sua aderenza alla realtà delle cose.
Cos'altro è, infatti, un personaggino che per tutta la vita sgambetta per arrivare nel modo più semplice e meno faticoso e meno meritocratico ad una poltrona, e giunto lì inizia a dimenarsi sguaiatamente in cerca di un po' di visibilità, che ottiene solo con effetti speciali vuoti e inconcludenti? Mai più vero d'oggi fu il tremendo crepuscolo evocato dall'immagine di nani e ballerine...

In questo senso rispondo anche a Stefania che, con profonda onestà intellettuale, contrappone la necessità di fare qualcosa contro cui spesso si riscuotono solo alzate di scudi con l'impossibilità di vedere ORA soluzioni migliori di quelle (oscene) prospettate.

Io sono figlia di due ex-statali, entrambi privatizzati. Ne ho sentite e viste di tutti i colori, e i miei non sono mai stati dei geni risolutori di ogni problema al lavoro, solo degli onesti lavoratori che non hanno mai rubato lo stipendio e hanno sempre cercato di fare del loro meglio, anche quando significava sopperire alle mancanze di qualche collega. Hanno sempre cercato di applicare il regolamento con la testa (laddove era necessario e/o possibile).
Da qualche anno frequento un ragazzo che lavora nella ditta del padre, la cui intera famiglia è in proprio o dipendente di ditte private. E faticano non poco a seguire ogni legge che innova il loro campo (sembrano costruite apposta per non essere seguite).
Non ho così tanta esperienza del mondo da poter dire di avere la soluzione in tasca per ogni cosa (se si eccettua il vecchio principio del "facesse ognuno soltanto ciò che è il suo dovere..."), eppure mi sono trovata a crescere con certi stereotipi nella testa, dovuti principalmente a ignoranza, e a confrontarmi poi quotidianamente con chi per le stesse ragioni (e anche alcune peggiori) era cresciuto con stereotipi uguali e di segno contrario nella sua, di testa.
E' stato molto utile.
In fin dei conti sono fortunata. Ho visto con occhi diversi tante cose e oggi faccio sempre più fatica a prendere posizione, o meglio, non riesco più a prendere posizione su cose che non conosco abbastanza a fondo. Mi faccio delle idee ma le trattengo in attesa di verifiche e confronti (anche se sono una iena combattiva che è brutto incontrare quando una cosa la conosco e incrocio qualcuno che pretende di aver ragione senza tuttavia avere cognizione di causa).

In questo senso posso dire sulla questione Burletta una cosa?
Questo è per Stefania, lei scrive: "Non si può però nemmeno pretendere che lo stesso (ministro) conosca nei dettagli tutte le tipologie di lavoro e le metodologie di svolgimento. I cosiddetti “tornelli” possono essergli sembrati il metodo migliore per far sì che tutti lavorino, per lavorare meno e lavorare meglio."
E "Diventa pertanto pressoché impossibile trovare una soluzione al problema che veda d’accordo tutte le categorie di lavoratori. Ci vorrebbero anni di analisi e studi per elaborare un provvedimento efficace a tutti i livelli. E forse tutto questo tempo il nostro Paese non ce l’ha!"

Prima di tutto io non ho mai preteso che il mio edicolante o l'allevatore da cui compro il latte conosca nei dettagli tutte le tipologie di lavoro e le metodologie di svolgimento, mi basta che conoscano nei dettagli il proprio lavoro. E per un ministro non è diverso. Se il suo lavoro è quello di gestire e coordinare i lavori degli altri attraverso una legificazione mirata ad ottenere certi risultati (cosa difficilissima, per questo sono pagati così profumatamente e per questo dovrebbero sottostare ad un'elezione, e non far entrare in parlamento cani e porci), io PRETENDO CHE LUI SAPPIA DI COSA STA PARLANDO. Sennò mi chiami che vado io al posto suo. Perché lui non ne parla soltanto, lui fa cose (compie atti) che influenzano direttamente il lavoro e le vite di tutti gli altri (la mia compresa). E se non è competente a questi livelli (cosa umana e comprensibilissima) PRETENDO CHE LO DIVENTI: studiando e impegnandosi (guadagnandosi lo stipendio) o coinvolgendo tutte le categorie che prende di mira. Ciascuno sa nel dettaglio del proprio lavoro: il ministro deve chiedere a ogni categoria delucidazioni per verificare che i propri provvedimenti siano sensati. E poi parlare.
Perché sono capace anch'io di dire che bisognerebbe obbligare i parlamentari ad usare i tornelli, e magari bisogna anche pagargli lo stipendio in proporzione alle presenze, senza tetti minimi, per garantire che spariscano i fannulloni. Quanti comuni cittadini mi darebbero torto? Sarei la "persona qualunque più amata dagli italiani". Eppure non serve a niente garantire la presenza alle Camere dei nostri eletti (costringendoli a mancare ad appuntamenti internazionali, per dirne una) se poi vengono eletti dei criminali (perché questo sono i pregiudicati, secondo la legge), o degli analfabeti, o degli stupidi, ignoranti, fastidiosi, cafoni e dannosi "fasso tutto mi"!

Silvia.

ps: scusate ma non resisto... non tolgo il disturbo ma torno a vedermi senza mediazioni i vari Riotta, Mimun, MENTANA, Vespa, Fede, La Rosa, Striscia la Notizia, Le Iene, Studio Aperto, Zelig e tutti gli altri che ancora resistono in questa televisione "comunista"... XD

Anonimo ha detto...

Gent.ma Silvia,

lungi da me voler difendere l’operato e/o le parole di Brunetta…

Forse non sono riuscita a spiegarmi come avrei voluto. Purtroppo non sono molto brava ad esprimere le mie opinioni pubblicamente (giuste o sbagliate che siano), ma mi piace farlo perché mi piace confrontarmi; così come mi piace essere contraddetta e/o criticata perché mi porta a riflettere su cosa veramente conta nella vita per me e per gli altri.

Fondamentalmente le mie parole volevano solo portare l’attenzione dei lettori sui problemi del nostro Paese e sul poco tempo che resta per risolverli.
Ormai lo Stato sta “collassando” e l’incompetenza dei preposti al nostro benessere regna sovrana. Sicuramente Brunetta non è diventato Ministro per i suoi meriti e come lui tanti altri. Abbiamo già appurato che la meritocrazia non è di questo Paese. Sicuramente ciascuno di noi dovrebbe agire secondo propria coscienza (nel lavoro tanto quanto nella vita). Il problema vero è che l’integrità e l’etica morale sono pregi molto lontani dal modo di essere di coloro che governano, ma anche da quello di tante persone comuni …

Posto che oggi noi, comuni cittadini, possiamo solo criticare e cercare di mantenere la nostra onestà nonostante le avversità quotidiane, l’unica difesa di Brunetta al suo operato è che non ha scelto lui di fare il Ministro e, se anche ci mettesse tutta la sua buona volontà, probabilmente non potrebbe andare oltre ciò che ha fatto fino ad ora! Questo non per negligenza, ma per impossibilità personale (naturale per ogni essere umano) di superare il limite massimo di intelligenza donatogli da madre natura.

Con stima.

Stefania Tirelli – Reggio Emilia

Anonimo ha detto...

Grazie, carissimo Felice Lima, per essere ancora una volta (e quasi troppo presto, avrei preferito che si riposasse ancora un po', vivo con timore e tremore le sorti della sua salute nella più ampia accezione...) qua sul blog, a impiegare tempo e fatica per tutti noi: e qualunque sia l'idea, l'opinione e l'atteggiamento che ci connota con un'attenzione, una dedizione, un rispetto, un'abnegazone, una forza di volontà e -sempre- un'amabilità che posso stragiurare di non aver mai conosciuto altrove.
Se me lo permettono, vorrei rivolgere un invito ad alcuni fra coloro che sono intervenuti -e forse interverranno ancora- con i loro commenti a questo e ad altri post, a leggere "davvero" ciò che lei ha scritto, e scriverà. In alcuni casi, forse non molto ma pur sempre troppo numerosi, ho l'impressione, fastidiosa -io non ho nè avrò mai la pazienza di Lima- che si facciano affermazioni e valutazioni senza avere davvero introiettato nè il suo post di partenza, nè i suoi successivi interventi, che pure sono s-e-m-p-r-e minuziosamente dettagliati, articolati, approfonditi e sviscerati in ogni possibile sfaccettatura - a me verrebbe da dire fino allo sfinimento e all'inverosimile. E' un invito che vale in primis per me, caduta mesi fa in pieno nello stesso peccato a proposito di un tristemente famoso "articolo di Giannini": forse bisognerebbe leggere, sempre, molto più attentamente, profondamente, la lettera; e sicuramente, con una reale apertura d'animo, lo spirito, di ciò che si legge.
Non citerò la famosa frase dal Piccolo Principe di Saint-Exupery perchè la conoscete tutti, ma credo davvero che senza almeno un po' di empatia, oltre che di onestà intellettuale, non si vada mai granchè lontano. Quando poi si tratta di comunicazione (la materia prima di qualsiasi blog) si rischia di girare intorno ad un argomento come i muli intorno alla macina, sudando migliaia di parole, ma un po' a vuoto. Sarà che per me le parole sono preziose. Utili. Necessarie. Essenziali. Un po' come l'acqua. E ne detesto lo spreco. Sicchè quelle superflue, strumentali, sovrabbondanti ecc. mi danno l'orticaria, oltre alla sensazione di un dannoso allontanamento da una sana ecologia della mente e dello spirito.
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, si dice, e credo che un po' sordi lo siamo sempre tutti, ma in questa realtà diventata ahimè così spaccata e faziosa tendiamo forse ad esserlo ancora di più. Per nostra fortuna esistono le nobili eccezioni, e una che non ci farebbe male tentare d'imitare, almeno alla lontana, è Felice Lima.
Un immenso grazie a lui, e un carissimo saluto a tutti voi, amici importanti, preziosi e insostituibili di questo sito, del quale non saprei più fare a meno.
siu

Gennaro Giugliano ha detto...

In un epoca ( la ns attuale) dove tutto è falsato e la menzogna viene buttata in primo piano attraverso i media più o meno tradizionali,trovo veramente unico e sopratutto come una mosca bianca che un magistrato ( ma prima di tutto una persona per bene) debba dare giustificazioni del suo operato anche se risulta più o meno iscritto da qualche parte,mi viene in mente la vicenda di Luigi De Magistris che chissà quale reato aveva commesso per andare tranquillamente in tv a parlare di cose di interesse collettivo. Semplicemente ridicola come situazione,poi anche il fatto di venire a scrivere con l'anonimato lascia il tempo che trova per quello che mi riguarda

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo(23.16),
Sei un Grande!!!
b

Anonimo ha detto...

eh eh, ben scritto carissimo Dott. Lima, che piacere infinito rileggerla! :-)

Affettuosi saluti,
Irene

Anonimo ha detto...

Ma perchè, giudice Lima, in questo paese non si riesce ad affrancarsi da questa schiavitù "dello schieramento"? È un problema antropologico, sociologico, o cosa? È mai possibile secondo lei che prevarranno sempre queste ragioni oscurantiste? E se è così, qual è la ragione di continuare a denunciare, denunciare, denunciare sapendo di ottenere sempre delle sconfitte brucianti?
Spero tanto di avere, più che una risposta equilibrata (che comunque sarei felicissimo di leggere) una risposta convinta e convincente, che riesca ad incrinare la mia disillusione.
Ringraziandola sempre per l'impegno, le porgo cari saluti.
r.g.

Anonimo ha detto...

Detto appena ieri (post del 17 19.34)
Anche se non proprio della fattispecie (ma siamo in tema), il "primato" in negativo c'è.

Da Bruxelles
18/11/2008 - NORMATIVA COMUNITARIA
L'Italia tra le lumache d'Europa

Italia, Grecia, Ungheria e Romania sono i paesi più lenti dell'Ue a conformare la propria legislazione alla normativa comunitaria, secondo un rapporto della Commissione europea

Se l’Italia va lenta nell’applicare la normativa europea e nel trasporla nel proprio contesto legislativo può consolarsi sapendo di non essere l’unica a fare da fanalino di coda tra i Ventisette.
Da quest’anno arrivano a farla compagnia anche Ungheria e Romania. La Grecia faceva già parte del gruppo di coda che un rapporto della Commissione europea presentato oggi non esita a definire come “indolenti”.

I dati che si riferiscono principalmente alle performance del 2007 fotografano i quattro paesi come i più lenti di tutta l’Unione nell’adeguarsi alla normativa comunitaria, collezionando tra i 20 e i 25 deferimenti per inadempienza di fronte alla Corte di giustizia europea.
Tutti e quattro i paesi poi sono “recidivi”, essendo stati deferiti dal 2003 al 2007 dalle 12 alle 34 volte per ogni anno.

L’Italia detiene il primato di questa classifica al contrario. Nel 2007 è stato il secondo paese per numero di deferimenti, totalizzandone 24, ma ha stabilito per ben due volte il record negativo: prima nel 2005 con 34 deferimenti e peggior record negli ultimi 5 anni, 127 volte di fronte ai giudici di Lussemburgo...

Come si vede c'è sempre "uno più uguale"...da record. Mauro C.

Maria L. ha detto...

Grazie di essere tornato Dott. Lima! Come sempre siamo d'accordo con Lei, grazie a Lei e a tutto lo staff di Uguale per tutti.

Anonimo ha detto...

Sono felice di vedere che questo blog è di nuovo attivo! Mi sono mancati gli approfondimenti e la serietà con cui affrontate i temi. Un grazie immenso per essere tornati. Con stima. Angela D.

Anonimo ha detto...

Gentile Redazione,

"proviamo a lasciare “aperto” questo strumento di comunicazione, chiedendo a chi lo utilizzerà di perdonarci se non risponderemo sempre e a tutti, se risponderemo con poco o molto ritardo, se alcune cose ci saranno e altre ce le perderemo"

scrivete quando potete, quando volete, personalmente non mi aspetto nessuna risposta e ciò non è affatto un problema per me perché so perfettamente quanto sia impegnativo il lavoro che svolgete e mi rendo conto che gli impegni familiari devono avere la giusta attenzione ma vi prego: continuate a scrivere!
Leggervi mi consola non poco della desolazione mediatica e del vuoto informativo, oltre che della mancanza di onestà intellettualità e capacità dialogica che mi circonda.
Un saluto affettuoso a tu, particolarmente al carissimo Dott. Lima.

Irene

Anonimo ha detto...

Bentornato Dott.Lima, sapevo che non avrebbe resistito.
Temevo che l'allontanamento fosse dovuto a qualche richiamo del tipo "il silenzio è d'oro".
Non è così.
Meglio per noi.
Comunque le cose non vanno affatto meglio.
Molti Suoi colleghi sono insensibili ai guasti della giustizia e tanti ritardi non sono tutti giustificati.
Saluti a tutta la Redazione
Alessandra

Anonimo ha detto...

Grazie di tutto , Dott.Lima;
del suo coraggio, della sua analisi chiara e vera, della sua umiltà.
Le sue parole sono sempre un contributo prezioso a tenerci svegli. a non soccombere, addormentandoci, alla routine quotidiana martellante dei mass- media, della propaganda del potere ( sia di destra che di sinistra ).
Un caro saluto da un padre di famiglia.
Tonino.

Anonimo ha detto...

Sono proprio contenta che il blog sia nuovamente attivo!
Sono una semplice cittadina che desidera informarsi per cui ringrazio il dott. Lima e tutti coloro che mettono a disposizione la loro professionalità e il loro preziosissimo tempo.........per discutere dei grossi problemi di questa povera Giustizia!

Mila Fozzi
Torino

Roberto ha detto...

Salve a tutti,
ho ri-trovato questo blog dopo mesi...complimenti...andate avanti così...grazie

non commento quasi mai, mi piace leggere di "nascosto" e sono abituato a commentare "vis a vis" perché ritengo (per ragioni mie) il mondo elettronico troppo "virtuale" facilissimo alle incomprensioni...

@Luciana

Mi sembra di notare, nelle frasi di Luciana, una certa incomprensione delle cose umane ed anche una certa 'meccanizzazione' delle stesse.
Mi intristisce la cosa che non riesca a comprendere perché un dipendente statale si possa sentire 'colpevole'.
Sono, tuttavia, contento che Luciana non abbia mai sperimentato l'umana condizione di 'colpevolezza' ovvero di 'inadeguatezza' avendo -invece- la capacità di sentirsi 'adeguata' e nel giusto.
Mi spiego meglio:
Luciana scrive: "Scusi ma perchè si sente in colpa?
Lei è un impiegato statale?
Fa il suo dovere?
Se le risposte sono entrambe affermative, dovrebbe sentirsi irritato, non in colpa.
Dovrebbe sentirsi arrabbiato..."

E dalle sue parole, sembra che chi è "onesto" debba automaticamente non solo sentirsi nel giusto ma anche essere automaticamente in diritto di 'arrabbiarsi' e magari anche di 'giudicare' i disonesti.

Per questo dico di essere contento per lei se riesce a vivere in pace e nel senso del giusto.

Purtroppo a mettere in crisi la questione concorrono molte più cose del semplice essere onesti.

Tralasciando la cosa (per me più importante) che le faccende ed i rapporti umani non sempre si risolvono con il confronto (si parla di tempo lavorativo) fra 'onesti' e 'fannulloni'...semplicemente perché partendo dal presupposto che chiunque può esser 'fannullone' agli occhi di un collega, negli uffici nascerebbero guerre intestine che -in pratica- bloccherebbero in poco tempo, il lavoro degli uffici stessi che nemmeno più gli 'onesti' potrebbero svolgere...

Vorrei invece, porre la questione nel senso di 'appartenenza' che ognuno sviluppa quando lavora per anni in un ufficio. Questo è un senso sempre positivo ed ha pochissimi risvolti negativi, sentire il proprio ufficio come 'famiglia' fa svolgere meglio, con più serenità e volontà, il proprio lavoro ecc...
Nel mio ufficio non tutti abbiamo la stessa produttività, io sono il responsabile e come tale tendo a tenermi la fetta più grossa di lavoro (con grosse arrabbiature di mia moglie). E' accaduto che un mio collaboratore facesse il 'fannullone' così come è accaduto che anche io 'eludessi' qualche pratica (ci sono pratiche che è meglio eludere...ed anche se può sembrare assurdo...nel mio tipo di lavoro 'eludendo' certe pratiche si fa l'interesse di tutti, contribuente ed ente ed anche società civile). E' bastato un normale chiarimento per per far riprendere il lavoro al 'fannullone'. Quello che mi è sempre interessato è il lavoro 'globale' dell'ufficio e non 'punire' il fannullone, magari rischiando "l'oliatura" che l'ufficio acquisisce in anni...

Quindi io mi sento colpevole perché non succederà mai che il mio ufficio sia perfetto, ci sarà sempre il contribuente che lo considererà 'fannullone'. Spesso proprio le pratiche che hanno impiegato più tempo e dedizione sono quelle in cui ci si sente dire "lei ha il culo sulla sedia, ben calda".
Mi sento colpevole perché penso ed ho anche verificato che spesso i fannulloni sono semplicemente delle persone con dei problemi.
Mi sento colpevole perché per fare l'interesse del mio ufficio ho più volte disatteso quelli della mia famiglia.
Mi sento colpevole perché ci portiamo dietro una percentuale (seppur piccola) di pratiche inevadibili (per vari motivi che non sto a dire) che sono da anni sulle nostre scrivanie a ricordarci la nostra 'fannulloneria' agli occhi del contribuente.

Mi sento colpevole perché non voglio umanamente colpevolizzare nessuno, nemmeno i fannulloni.

Mi sento colpevole perché penso che
la 'produttività' sia una bandiera inumana che causi società e persone aride e basta...

Mi sento colpevole perché i miei tre figli avrebbero potuto avere di più se avessi continuato la mia professione privata invece di approdare a quella pubblica molto sottopagata (lo feci perché pensavo fosse più sicura mentre invece, ad oggi avrei navigato nell'oro).

Mi sento colpevole di avere parte ad una situazione sociale fatta solo di contrapposizioni e dove un Burlone qualsiasi riesce a mettere i tutti i cittadini contro i 'fannulloni'...se ci pensate siamo tutti contro tutti...ma anche ci potremo -Luciana docet-
sentirci tutti nel giusto...

Infine, carissima Luciana, La invito a sentirsi un po' colpevole anche Lei, perché la sensazione di "essere nel giusto" è proprio la leva che il Burlone vuole usare in lei per essere santificato nel potere che, secondo me indegnamente, ricopre.

saluti

RA

Unknown ha detto...

Grazie

Unknown ha detto...

Nel commento di Felice Lima del 16 novembre 2008 ore 11.35, il medesimo afferma che scrivere "una sentenza al giorno (comprese domeniche, giorni di ferie, natali e pasque) [...] è ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE per chiunque, oggettivamente".

Dal che deduco che nessun giudice possa affermare, credibilmente, di scrivere più di 365 sentenze l'anno.

Nella lettera di Sergio Palmieri pubblicata su questo sito leggo però che "nell’anno 2007, lo scrivente ha definito complessivamente n. 1.471 procedimenti (pubblicando 824 sentenze, di cui 645 di previdenza e 179 di lavoro)"; Palmieri aggiunge pure che il suo, "si badi, non costituisce affatto un caso isolato": giacché "l’intera sezione lavoro del Tribunale di Napoli [...] vanta statistiche analoghe a quelle da [lui] riportate" e, addirittura, il dato nazionale rispecchierebbe medie simili (invero, in riferimento non alle sentenze ma ai procedimenti 'esauriti')

Probabilmente è un limite mio; però quando mi trovo a leggere, nello stesso sito:
a) che Sergio Palmieri afferma di aver pubblicato 827 sentenze l'anno (con una media di 2,26 sentenze al giorno, natale e pasqua compresi) e il suo livello di produttività è tutt'altro che isolato;
b) che per Felice Lima scrivere una sentenza al giorno è ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE per chiunque, oggettivamente;

I conti, come dire, non mi tornano.

Ciao,
Francesco

La Redazione ha detto...

Per Tex729.

Ha diritto ad una spiegazione.

Qunado ero Pretore penale definivo con sentenza circa 600 procedimenti all'anno; in più un numero molto maggiore di procedimenti li definivo in veste di Gip (archiviazioni, decreti penali di condanna ed altro).

Poi sono passato al civile ordinario; fino allo scorso anno definivo con sentenza più di 300 provessi civili; con l'entrata in vigore del nuovo ordinamento disciplinare che ci sottopone a processo automaticamente per i ritardi, ho dovuto, mio malgrado, ridurre di circa un terzo i procedimenti da assumere in decisone e questo per essere ragionevolmnente certo di scrivere i provvedimenti entro termini accettabili.

Tenga presente, in ogni caso, che la media accettata per un giudice civile si attesta sulle 150sentenze all'anno. Il paradosso è che la nuova legge disciplinare ha complicato le cose proprio a quelli che lavoravano di più!

Vi sono, poi, settori specialistici, come quello della materia del lavoro e della previdenza, nei quali il numero di sentenze - vuoi perché la materia è settoriale, vuoi anche per una certa serialità delle controversie - è superiore.

Il confronto, pertanto, va fatto per settori di lavoro omogenei.

Spero di avere chiarito i suoi dubbi.

Nicola Saracino

Unknown ha detto...

Grazie del tempestivo chiarimento.

Deduco che un giudice del civile ordinario è in grado, se operoso, di definire con sentenza più di 300 cause l'anno. Un giudice della sezione lavoro, di pari operosità, può invece arrivare anche a 800 sentenze l'anno, trattandosi per lo più di ricorsi seriali.

Mi rimane però oscuro il motivo per cui, se un giudice è in grado di trattenere in decisione più di 300 cause l'anno e definirle con sentenza, "l'entrata in vigore del nuovo ordinamento disciplinare che ci sottopone a processo automaticamente per i ritardi" dovrebbe ridurre la sua produttività del 33%.

Grazie,
Francesco

Anonimo ha detto...

Per Francesco (Tex29).

Gentile Francesco,

sento il dovere di dare anche io la mia spiegazione della contraddizione che Lei opportunamente segnala.

Lei ha ragione. Siamo noi ad avere ingenerato la confusione che Lei lamenta.

La ragione della divergenza fra i dati che ho dato io e quelli che ha dato Sergio Palmieri (mi creda, veri entrambi) sta nel fatto che io lavoro in una Sezione che tratta materia civile c.d. ordinaria e Sergio in una Sezione lavoro.

I miei numeri si riferiscono a sentenze come quelle che può leggere a questo link o a questo link.

Le apparirà evidente perchè non se ne può scrivere una al giorno.

E solo a queste mi ero riferito.

Nelle Sezioni lavoro, oltre a sentenze come quelle che Le ho appena indicato (immagini una sentenza nella quale si discute della legittimità o no di un licenziamento o dell'esatta qualifica sostanzialmente mantenuta da un dipendente), ve ne sono anche altre dalla struttura molto semplice, fra le quali, per esempio, quelle c.d. "previdenziali" nelle quali si tratta solo di riconoscere a un certo lavoratore i benefici previdenzaili che esattamente gli spettano.

Tutte le altre questioni sono pacifiche fra le parti e si tratta solo di nominare un consulente tecnico che faccia il calcolo matematico delle spettanze del alvoratore.

Cause così ce ne sono tantissime e le relative sentenze vengono redatte riempendo dei moduli predefiniti.

Questo fa sì che in quegli uffici i "numeri" siano più alti che nei nostri.

Per darLe un ulteriore contributo di comprensione, riprendendo il discorso di Nicola Saracino, immagini la differenza che c'è fra il lavoro della Corte di Assise, che si occupa di omicidi e altri reati gravissimi, e di una Sezione di Tribunale che si occupi, per esempio di assegni a vuoto e insolvenze fraudolente.

Una Corte di Assise può pronunciare anche una sola sentenza in un mese; la Sezione di Tribunale degli assegni e truffe ne pronuncerà alcune decine.

Spero che questo faccia chiarezza, ribadendo che i numeri che avevo dato io si riferivano solo a Sezioni che, come quelle dove opero io, trattano un tipo di contenzioso non "seriale", che non può essere definito con moduli e sentenze "standard".

Grazie per averci offerto l'occasione di chiarire il nostro pensiero.

Un caro saluto.

Felice Lima

La Redazione ha detto...

Sempre per Tex29

Perché il nuovo disciplinare non consente al Presidente del Tribunale di distinguere se il ritardo dipende dal carico di lavoro che il magistrato si è volontariamente sobbarcato oppure da scarso rendimento: se una sentenza viene depositata oltre i termini previsti, quel magistrato dovrà essere segnalato disciplinarmente e processato e questo non è gradevole.

Io non le ho detto che "ogni giudice" può scrivere 300 sentenze all'anno, ma che alcuni giudici (me compreso) lo facevano, assumendosi il rischio di depositarle fuori termine.

Oggi quel rischio lo lascio a chi ha scritto la legge disciplinare.

Ribadisco che la media si stabilisce considerando la generalità e si attesta sulle 150 sentenze all'anno.

Io, ad esempio, non ho figli e questo mi consente di dedicare un tempo maggiore al lavoro, a differenza di altri colleghi.

Nicola Saracino

Unknown ha detto...

Gentilissimo Dott. Saracino,

Avevo ben inteso la sua risposta, ma forse non sono riuscito a spiegare il mio quesito.

Mi pare di capire che l'unico termine che viene fatto oggetto di seria valutazione disciplinare è quello che va dal giorno in cui il giudice trattiene la causa in decisione, a quello in cui il medesimo giudice 'partorisce' la sentenza.

In tal caso immagino che il giudice, per evitare di sforare il termine di deposito, differirà il momento in cui trattiene la causa in decisione.

Il numero complessivo delle sentenze, però, dovrebbe se non erro rimanere invariato, a parità d'impegno profuso da quel giudice.

In altri termini, mi pare che poco cambi (a livello di produttività e di risultati) se il giudice, a fronte di una causa matura per la decisione a febbraio 2008, la trattiene subito in decisione e deposita la sentenza 'fuori termine' a dicembre; oppure se posticipa ad ottobre il momento in cui trattiene in decisione la causa (per paura di sforare i termini) e deposita la sentenza parimenti a dicembre.

L'unica differenza tra le due ipotesi è il tempo necessario (nel secondo caso) a disporre il rinvio, no?

Grazie per i chiarimenti e mi scusi la pedanteria dei dubbi.

Francesco

La Redazione ha detto...

Per Tex29.

Mi verrebbe da dire: perché non viene da noi a provare?

Le ho spiegato che alcune delle 300 sentenze le depositavo oltre il termine di 120 giorni e solo per questo oggi andrei a giudizio disciplinare, pur se, in ipotesi lavorassi il doppio dei miei colleghi.

La cosa è, per me, inaccettabile e quindi le cosenguenze sono quelle che le ho detto.

Il problema vero, piuttosto, è che in Italia spesso si motiva anche sul sesso degli angeli perché è su questo tema che talora cadono le pronunce nei successivi gradi di giudizio.

Provi a esplorare le sentenze della corte di cassazione francese: spesso non superano la lunghezza di una pagina e valgono come precedenti di diritto.

I giuristi italiani, in generale, sono ancora un popolo di grafomani e di logorroici...purtroppo.

Pensi che una collega che nel motivare le sentenze si riportava al contenuto della memoria di uno degli avvocati (ha ragione l'attore per i motivi sostenuti dal suo difensore nella comaprsa conclusionale) è stata punita disciplinarmente.

In Francia non sarebbe avvenuto...

Nicola Saracino

Anonimo ha detto...

Penso che il problema ri-sollevato da Tex29 si riferisca al fatto che un giudice può differire il momento della presa in esame della causa fino al momento in cui è certo di poterle dedicare il tempo necessario. Quindi non c'entri con l'ultima risposta del dott. Saracino, che al di là dell'auspicare la prova pratica si limita ad un esempio di contenuto.

Correggetemi se sbaglio, ma immagino che il problema si proponga perché ad esempio ci sono altre scadenze che costellano il processo di avanzamento di una causa, e perché questa non decada i giudici magari la prendevano in esame subito, prima di farla decadere, sperando di farcela a partorire sentenze per tempo. Oggi la lasciano direttamente decadere prima.
Infatti di solito se uno (in qualunque tipo di lavoro) si accolla più di quanto dovrebbe, in alcuni casi non ce la fa, ma in altri magari riesce anche a portare a termine quanto non sarebbe tenuto a fare. Se corre il rischio di essere processato per non aver poratto a termine un impegno che si è preso volontariamente oltre il dovuto, naturalmente si limiterà a fare solo quanto dovuto, e non prendersi altri impegni.

E' corretto?

Silvia.

Dario ha detto...

Su tema, da una prospettiva leggermente diversa (sono un Dirigente di uffici Giudiziari) ho scritto anche sul mio blog: "Fratelli Tornelli".

Benvenuti nel grande mondo dei Fannulloni! ;-)

Anonimo ha detto...

E allora com'è finita? Mi pare che Brunetta stia mantenendo la parola. Infatti egli ha:
1) effettuato la riforma delle province giudiziarie per evitare tribunali troppo grandi (ingestibili) e troppo piccoli (costosi)
2)Ha inizaito e quasi completato la costruzioni di nuove e moderne carceri con un occhio alle spese di gestione tanto che la maggior parte di questi hanno i pannelli fotovoltaici.
3)In ciascuna provincia giudizaira ha dato inizio ai lavori dei del quartiere giudizairio, fuori città, munito di ampi parcheggi e facilmente raggiungibile in autobus per raggruppare e quindi snellire il lavoro:
- Piccolo carcere di transito
- Tribunale
- Procura delle repubblica
- Uffici di PG
- Archivio e casellario giudiziario.
Tutti edifici immersi nel verde e collegati fra loro informaticamente e con comodi corridoi sotterranei.
- Ha proposto una modofica della costituzione in cui si prevede che per il potere giudizrio la somma destinata non può essere infweriore all' x%.
Ha indetto nuovi e severissimi concorsi per magistrati
Ha indetto nuovi e severissimi concorsi per il personale civile della magistratura.
Ha stabilito e messo in atto l'organico minimo di ogni singolo magistrato pari a:
1 uditore giudiziario
1 ufficale di ps
1 assistente/segretario
Ha snellito tanti punti morti dei codici di procedura civile e penale.
Tanto che oggi, grazie a lui,un processo inizia il lunedì e finisce il venerdì. le cause civile poi non ne parliamo.
Le parti in liti vengono convocate per telefono e finisce in due giorni.
Ma che volete di più?

Vittorio Ferraro ha detto...

Facciamolo santo!

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie