martedì 29 gennaio 2008

Lettera di un cittadino ai magistrati onesti

Inviataci dall'Autore - che ringraziamo di cuore -, riportiamo una lettera aperta scritta ai magistrati da Rosario Gigliotti, che trae spunto dall’“accusa” mossa a Luigi De Magistris dal Sostituto Procuratore Generale Vito D’Ambrosio di intendere la magistratura come una “missione”.

Abbiamo riportato a questo link il brano della requisitoria in questione
.
_____________________


Lettera di un cittadino ai magistrati onesti


Cari mestieranti della legge,

forse, se siete onesti e conservate ancora una spinta ideale nello svolgimento del vostro compito, non vi farà piacere sentirvi chiamare in questo modo.

Eppure dovreste interrogarvi profondamente su ciò che voi rappresentate oggi in Italia.

Se il pm Luigi De Magistris è incolpato di svolgere il proprio ruolo come una missione e non come un mestiere sottoposto unicamente alla legge, da semplice cittadino mi chiedo che cosa sia questa legge.

Mi chiedo se la legge è quell’assurdo capace di non arrivare mai a nessuna giustizia, quel mostro di udienze, rinvii, ricorsi, accordi tra avvocati alle spalle dei più deboli, ingiuste detenzioni (per i poveri cristi) o giuste detenzioni (di tanto in tanto per qualche salutare capro espiatorio), sconti di pena e sotterfugi fino ad una provvidenziale prescrizione.

Questa legge non è la vostra legge, è la legge dei magistrati che frequentano i circoli bene delle città italiane, molto amici dei potenti, è la legge dei magistrati asserviti, che come tanti funzionari, dirigenti, giornalisti o semplici impiegati non hanno neanche bisogno di prendere ordini, perché nel loro DNA vi è l’istinto all’obbedienza ed alla fedeltà incondizionata (*).

Cari magistrati onesti, chiedetevi se nel servire in silenzio, con competenza e dedizione l’istituzione che rappresentate, non avete finito per servire la casta che dalle norme che rendono impossibile perfino una parvenza di giustizia trae linfa vitale per acquisire maggiori privilegi e per contrapporsi con più efficacia all’altra casta, quella dei politici.

E tra caste, come sempre, ci si scontra e ci si accorda sottobanco.

Mastella dice di essere accusato da una macchietta finita su Youtube, ed ovviamente non vede se stesso, un’altra macchietta e un’altra faccia dello stesso potere.

A quante macchiette, tra i vostri colleghi, sono affidati compiti chiave nell’amministrazione
della giustizia?

A quanti “dottor Pavidoni”, come quello descritto da Bruno Tinti nel suo libro Toghe rotte, avete dovuto ubbidire, in nome della legge?

Quante montagne di carte avete dovuto spalare, in nome di questa somma ingiustizia?

Sarà per questo che un comune cittadino, uno che voglia vivere dignitosamente senza doversi sottomettere a nessuno, ritrova negli occhi puliti di un magistrato quel senso della cittadinanza, della legalità, su cui si fonda lo Stato … lo Stato, vi ricordate quanta fatica nel pronunciare questa parola da parte di Rosaria Schifani ai funerali di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo?

Altro che giustizialismo, altro che essere sopra le righe.

Perché, ditemelo voi, una madre che da vent’anni attende di conoscere la verità sulla morte di suo figlio pensa di trovare, finalmente, nel pm Luigi De Magistris qualcuno disposto ad ascoltarla e a cercarla quella verità?

O almeno, considerate le competenze territoriali, a chiarire perché quella verità doveva rimanere nascosta. Per missione, per senso del dovere, per mestiere?

Quella madre si chiama Olimpia Fuina, quella morte è l’omicidio di Luca Orioli e della sua fidanzata, Marirosa Andreotta.

Morte accidentale si disse, mentre l’avvocato Nicola Buccico, senatore, attuale sindaco di Matera ed ex membro del Csm [Consiglio Superiore della Magistratura, n.d.r.], tentava di convincere la famiglia Orioli a rassegnarsi. Per passare poi dalla parte del giudice, denunciato per le sue omissioni.

Anche questo è parte di Toghe-lucane, una delle inchieste di De Magistris, accusato per i provvedimenti di perquisizione, definiti abnormi, a carico di magistrati, politici, poliziotti.

Insomma, di coloro che dovrebbero lavorare in nome della legge.

Perquisizioni abnormi, con motivazioni eccessive e non strettamente legate all’oggetto dell’indagine.

Bisogna studiarla la legge!

Ed ecco allora la lezione dell’avvocato Buccico: una denuncia a carico di giornalisti e di un capitano dei carabinieri, collaboratore di De Magistris, per associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa!

La procura di Matera, su cui indaga De Magistris, perquisisce gli indagati ed intercetta indirettamente lo stesso De Magistris, con il risultato di controllare anticipatamente le sue iniziative giudiziarie.

Dopo quella di “abnormità”, quale definizione inventeranno i nostri insigni giuristi per sancire il principio dell’intoccabilità dei potenti?

O forse non ce n’è bisogno, perché, cari magistrati onesti, voi siete già assoggettati al cavillo che divora quotidianamente le vostre buone intenzioni e le vostre energie.

È lo stesso formalismo giuridico, scientificamente studiato perché la giustizia non funzioni.

Quella giustizia che si vuole lenta, inefficiente e politicizzata.

Quella giustizia pronta ad espellere le anomalie, con ogni mezzo.

A me semplice cittadino, rimane nel cuore lo sguardo di un magistrato onesto, che ascolta le parole di una sentenza provenire da lontano, dall’altro mondo dei sepolcri imbiancati: “trasferito ad altra sede e ad altra funzione”.

Come ad altra funzione?

È l’unica cosa in cui ho creduto, per cui ho dato l’anima, tentando di fare giustizia, di dare risposta al bisogno di legalità e di dignità dei cittadini, nonostante tutto, nonostante intorno mi si facesse il vuoto, mi venissero sottratte le inchieste, venissi spiato e fatto oggetto di un numero impressionante di interrogazioni parlamentari…

E qui un magistrato avrebbe dovuto fermarsi, in nome della somma ingiustizia!

Invece di lavorare giorno e notte per non tradire quei volti di giovani che ti guardano con speranza.

Appunto, il lavoro come missione.

Ed eccolo finalmente, l’errore che ti tradisce, il formalismo in agguato.

Parli tanto di giustizia e non pensi alla vita delle persone!

Ovviamente la verità è un’altra, perché il pm è solo una parte di una macchina complessa, composta da investigatori, giudici dei vari gradi, difesa.

Per cui nessuno ancora è stato ingiustamente condannato.

Non avvisi il tuo capo, che ha rapporti con gli indagati?

Sbagliato, è la legge caro mio.

Io, semplice cittadino, la leggo così: una colossale presa in giro.

E le persone che in Calabria si sono esposte con le loro denunce, confidando nella capacità e nell’onestà di quel magistrato, chi ci sarà a restituire loro fiducia e speranza?

I giudici del Csm, comodamente appollaiati sui loro scranni?

Che cosa c’è da fare adesso?

Luigi De Magistris ha annunciato che userà tutti gli strumenti consentiti dall’ordinamento democratico per affermare la verità, contro quella che lui ritiene una profonda ingiustizia.

Ma io, comune cittadino, ho il dovere, per me e per i miei figli, di coltivare la bellezza di quei volti di giovani che in De Magistris hanno individuato il simbolo di una società che non vuole morire nella rassegnazione e nel servilismo.

Ho il dovere, nella mia terra, di non essere più solo, di non vanificare la speranza che in questi mesi ha cominciato a farsi largo, a partire dalle sofferenze di tante, troppe persone.

In Basilicata questi segni si sono visti nella straordinaria partecipazione ai tanti incontri per la legalità, non più persone sole con il loro bisogno di verità, con i loro casi di giustizia negata.

In Italia, so che tanti cittadini hanno solo bisogno di capire, di orientare lo sguardo verso un approdo, di ritrovare il senso di una società in cui i magistrati siano “il potere dei senza potere”, come ci ha ricordato qualche anno fa Vaclav Havel, il padre della rivoluzione nonviolenta cecoslovacca.

Ai magistrati onesti vorrei ricordare che, pur nella delicatezza del loro compito, a cui si richiede giustamente riservatezza e rispetto delle regole, sono parte di questa società che ha bisogno di ritrovare sì fiducia nelle istituzioni, ma prima ancora fiducia nelle persone.

È a voi che mi rivolgo, per dirvi di fare attenzione, perché oggi rischiate di essere solo mestieranti della legge.

Per scongiurare questo rischio è necessario ritrovare quel senso della missione di cui si incolpa De Magistris, quel “di più” che spaventa chi ci vorrebbe tutti servi, mascherati da umili servitori dello Stato o da onesti cittadini.

Rosario Gigliotti

__________________


(*) Con riferimento al brano della lettera di Rosario Gigliotti segnato con l'asterisco, ci è sembrato pertinente riportare a questo link un bellissimo capitolo del prezioso "Elogio dei giudici scritto da un avvocato" di Piero Calamandrei.


15 commenti:

Anonimo ha detto...

Il cittadino Rosario Gigliotti merita un sentito grazie da parte di tutti i suoi concittadini non senatori e magistrati finiti sotto processo.
Grazie, bartolo iamonte.

Anonimo ha detto...

Grazie a Rosario Gigliotti per aver espresso concetti e sentimenti che sento profondamente miei, e grazie alla redazione per averli pubblicati.

Anonimo ha detto...

Mancino scopre l'acqua calda
Scritto da Mauro Mellini ed Alessio Di Carlo
martedì 29 gennaio 2008
Avevano sempre ragione.
Ogni critica loro rivolta era “delegittimazione”. Su colpe ed errori di magistrati, Mancino, non aprì bocca neanche di fronte al caso Tortora ed alle sconcertanti carriere dei suoi persecutori togati o pentiti. Non ha aperto bocca da Senatore, da Ministro dell’Interno, da Vicepresidente del C.S.M.. Ma ora da Vicepresidente del C.S.M. e, in una cerimonia ufficiale, all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Napoli, interviene proprio su un caso “sub judice” in quella stessa sede giudiziaria.
Hanno sbagliato i magistrati che hanno messo agli arresti domiciliari Lady Mastella ed hanno iscritto il marito (Mastella sempre più sta diventando “il marito di Lady Mastella”, e sembra giusto: lui è una donna di classe) nel registro degli indagati.
In un altro momento una simile presa di posizione avrebbe comportato lo sciopero delle toghe per una settimana. Oggi solo qualche mugugno.
L’Associazione Magistrati tace, ed altri parlano di errori ed eccessi. Hanno sbagliato. Lo dice anche D’Ambrosio, ex Procuratore della Repubblica di Milano, già uomo chiave di “mani pulite”. E Borrelli dichiara di sentire l’aria del 1992, quando imperversava il suo “Pool”. Prodi all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Cassazione, da guardasigilli interinale, diventa il signor De Lapalisse: se i magistrati per fare politica violano la legge, commettono un illecito. Solo che sembra che la legge non impedisca ai magistrati di fare quel che gli pare. Almeno fino a ieri ed anche oggi, se lo fanno con la gente comune e non provocano la caduta di un governo, addirittura di un governo di centrosinistra. In questo caso “sbagliano”.
“Per la prima volta nella storia due magistrati hanno provocato la caduta di un governo”, ha detto Mancino. Dimenticando che molto prima un solo magistrato, proclamando l’iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati (senza bisogno di arrestargli pure la moglie e di metterla agli arresti domiciliari) aveva ottenuto molto più facilmente lo stesso scopo.
Insomma sembra che, finalmente, non solo Mancino, ma anche quella metà del mondo politico che ha sempre difeso la magistratura specialmente quando era indifendibile (e tale si rendeva) hanno scoperto che la sovranità popolare è sottoposta al beneplacito (ed anche a qualcosa di più “costruttivo”) di procuratori e di giudici. Per poco che duri, la sinistra dimenticherà del tutto che è stata l’invadenza e la disinvoltura (non vogliamo nominare il golpismo) della magistratura a portarla al potere. Ma chi sa se durerà.
E non è escluso che qualcuno, specialista in tecniche rianimatorie di governi e legislature, tiri fuori che, prima di andare a votare bisogna che un governo di unità nazionale provveda ad eliminare il rischio di queste interferenze giudiziarie che, poi, possono mandare tutto all’aria.
“Guarda che bisogna fa pe’ campa’”, sarebbe allora il caso di dire. E, “pe’ campa’” lo farebbero, se lo potessero.

Anonimo ha detto...

quanto scritto nella lettera esprime il pensiero di molti. Credo e spero che dal vs sito arrivi il modo di passare dalla teoria alla pratica e di dare uno sbocco politico alle speranze di molti.
300705
F Colombo

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo delle 17.23

Gentile Anonimo,

noi pubblichiamo le opinioni di tutti e anche le Sue.

Ci permetta, percò, di dirLe che i Suoi giudizi non solo sono, ma addirittura appaiono del tutto privi di qualsiasi concreto fondamento.

1. Il Presidente Mancino, criticando, nella sua veste di Vicepresidente del C.S.M. e Presidente della Sezione Disciplinare, un provvedimento giudiziario, ha commesso gravissima violazione dei suoi doveri.

In un Paese civile, si dovrebbe dimettere immediatamente.

Nel nostro ovviamente non lo farà, ma si dovrà astenere se le vicende oggetto dei suoi gratuiti giudizi arriveranno al C.S.M.

2. Le parole di Mancino costituirebbero gravissima violazione dei suoi doveri anche se fossero fondate, perchè il "giudice" (questo Mancino è rispetto ai giudici) non può anticipare giudizi su fatti che potrebbe essere chiamato a giudicare.

Si immagini se quei giudizi li avesse espressi uno dei componenti del Tribunale che dovrà giudicare la signora Lonardo!

Ma, per di più, le sue affermazioni sono anche infondate.

Il Tribunale della Libertà di Napoli (e non siamo più a Santa Maria Capua Vetere che, evidentemente, per una delle ennesime forme di ottuso classismo del nostro Paese, dovrebbe essere, nell'immaginario di persone come Lei, un Tribunale di Serie B), infatti, ha oggi confermato:

A) l'esistenza di gravi indizi di reità a carico della signora Lonardo, con rfierimento ai reati che le sono stati contestati (che, dunque, sono "reati" e non come dicono i Suoi amici "politica");

B) l'esistenza di esigenze cautelari, tanto da imporre alla signora Mastella l'obbligo di dimora.

In relazione alle attività di indagine svolte nel frattempo, che hanno assicurato certe prove, il Tribunale ha ritenuto "venuta meno" (e non "inesistente ab initio") l'esigenza degli arresti domiciliari e sufficiente la misura cautelare meno afflittiva dell'obbligo di dimora.

Così stando le cose, davvero non si capisce da dove Lei tragga la Sua del tutto inspiegata conclusione in ordine alla illegittimità dei provvedimenti dei colleghi di Santa Maria Capua Vetere, che, proprio al contrario, sono stati confermati dal Tribunale collegiale della Libertà di Napoli.

3. Quanto alla vicenda dell'avviso di garanzia a Berlusconi, Lei purtroppo dimostra anche in questo caso di parlare di cose che non conosce. La cosa si spiega per il fatto che probabilmente Lei ascolta e legge solo "propaganda" e non "informazione".

La vicenda in questione è stata sempre raccontata in un modo FALSO.

L'avviso di garanzia venne inviato a Berlusconi nelle forme di legge, in maniera del tutto riservata, a mezzo della posta, nel suo luogo di domicilio, a Roma.

Ricevuto il plico, la sua segretaria gli telefonò per comunicargli la cosa.

Berlusconi era a Napoli al noto incontro internazionale.

Chiese alla sua segretaria di leggergli l'atto che gli era arrivato e lei glielo lesse.

Berlusconi, allora, raccontò pubblicamente la cosa.

I suoi giornali ritennero di inventarsi questa FALSA storia dell'avviso di garanzia notificatogli a Napoli, all'incontro internazionale e pubblicamente.

E tanti come Lei ripetete questa cosa da anni come un disco incantato.

Gentile lettore Anonimo, preso atto di ciò - e, se ha dubbi, si documenti - rifletta seriamente, per favore, sulle conseguenze della "propaganda", dell'"indottrinamento", della "faziosità", di queste stupidaggini come la divisione fra "destra e sinistra".

Sappia, gentile lettore, che queste idee che "la destra è buona" e "la sinistra è cattiva" e l'altra, uguale e contraria, che "la sinistra è buona" e "la destra è cattiva" le mettono in testa a un popolo ignorante e ingenuo a forza di "propaganda", per distrarre il popolo medesimo dai fatti, che ormai non vede più neppure quando ce li ha sotto gli occhi.

Alla fine abbrutendolo, facendolo diventare come quei tifosi accecati che urlano un odio senza logica e senza fondamento all'indirizzo di altri tifosi ugualmente bruti come loro.

Si sotragga alla propaganda.

Si informi davvero.

Riscopra il faticoso ma esaltante piacere di pensare.

Un caro saluto.

La Redazione

P.S. - Sappia che anche il "caso Tortora" non è così semplice come lo hanno raccontato a Lei e come Lei ripete qui senza conoscerlo.

Anonimo ha detto...

Gentile redazione,
ho fatto soltanto un copia-incolla dal sito www.giustiziagiusta.info, lo scritto è di Mauro Mellini, già parlamentare e membro del CSM e dell'avvocato Alessio Di Carlo. Avevo curiosità di leggere una vostra risposta in merito, grazie siete stati esaurienti.
bartolo iamonte

"Uguale per tutti" ha detto...

Caro Bartolo,

fermo restando tutto ciò che abbiamo scritto, siamo molto sollevati dal sapere che non abbiamo "ferito" uno dei nostri lettori.

Non è facile trovare un punto di equilibrio fra un'accoglienza piena di tutti i lettori e la necessità di difendere ciò che crediamo vero. E quando, per difendere ciò che ci sembra vero, siamo costretti a contraddire un lettore, ci dispiace.

Un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Finalmente qualcuno a Catanzaro si indigna!

http://www.laprovinciacosentina.it/portale/view_notizia.cfm?Q_TEM=POLITICA&Q_ID=2452

Rispondera' Mancino?

Anonimo ha detto...

La notizia riportata dal sito de "La Provincia Cosentina" che raccoglie lo sfogo del PM Dolce (Magistrato intelligente, capace, riflessivo ed educato) proviene purtroppo dal cognato del dott. De Magistris e quindi con tutta probabilità sarà ritenuta come una difesa d'ufficio per una questione di famiglia e non già come lo sfogo di un Magistrato saturo dei silenzi e dell'appiattimento dell'A.N.M..
Vorrei sbagliarmi, ma vedrete che sarà così.

Anonimo ha detto...

Per anonimo delle 0.36,
non capisco il nesso tra essere cognato di de Magistris e dire delle cose oltre che fondate sensate, come il fatto che Mancino, tenuto conto del suo importante ruolo, era obbligato al silenzio sul caso Lonardo.
bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

Che succede ai cittadini se proprio quelli che dovrebbero essere i garanti dei loro diritti, difenderli dalle ingiustizie subite, antepongono i loro interessi alla legge, sono corrotti, collusi, sono i primi a commettere ingiustizie?
Cosa succede se, quelli che dovrebbero vegliare su correttezza, imparzialità e buon andamento della magistratura, sono scorretti, bugiardi, perseguono interessi personali o di “casta”, fanno la guerra ad altri magistrati, ostacolano essi stessi in ogni modo la giustizia?
Chi giudica i giudici che violano la legge, che nella loro veste istituzionale straparlano, intervengono pubblicamente criticando provvedimenti, condizionano altri magistrati?
Chi giudica i giudici che fanno “processi sommari” ad altri giudici?
E se i giudici fanno processi sommari ad altri giudici, chi ci assicura che le prossime vittime di un “processo sommario” non saremo noi?

Anonimo ha detto...

Basterebbe cambiare la Costituzione e scegliere un giudice penale SPECIALE per i reati compiuti da magistrati, così come per le cause civili dei magistrati. Un giudice che non faccia parte dello stesso ordine dei magistrati ordinari, che non possa essere iscritto ad alcuna loro associazione, che sia, insomma, un giudice del tutto estraneo rispetto alla magistratura ordinaria.

Un giudice "speciale" di questo tipo esiste già: è l'invidiatissimo giudice AMMINISTRATIVO (TAR in primo grado e Consiglio di Stato in grado di appello).

Cosa costerebbe attribuire ai TAR la giurisdizione speciale per i reati commessi da giudici ordinari, ovvero anche per le loro cause civili ? In due mesi si modificano gli articoli della Costituzione sul punto e il rimedio è pronto all'uso !

I giudici dei TAR si ripassano un pochino di procedura penale (la procedura civile in buona parte già la conoscono e la applicano) e il gioco è fatto.

Con la accortezza di scegliere tra questi ultimi soltanto persone che NON provengano dalla magistratura ordinaria.

E se i magistrati ordinari si lamentassero, basterebbe ricordar loro: "cuius commoda, eius et incommoda" !

P.S. - Era solo un esercizio di stile: continuerà tutto come adesso, state tranquilli ...

salvatore d'urso ha detto...

X Annalisa...

Succede che siamo in una dittatura... e la fine dello Stato di Diritto...

Anonimo ha detto...

Sperando di non andare fuori tema, vorrei commentare il polverone mediatico sviluppatosi in seguito all'importante inchiesta, "Onorata sanità", portata a termine l'altro ieri dalla DDA di Reggio Calabria. L'ispirazione mi viene da un articolo apparso sul quotidiano "La Repubblica" a firma Attilio Bolzoni ("Da discarica a nosocomio di lusso") sulla Clinica "Villa Anya" di proprietà dei familiari dell'onorevole Crea, destinatari, unitamente a lui, dei provvedimenti giudiziari.
Avrei tanto gradito che l'ottimo Bolzoni a completamento delle cose scritte si fosse rivolto anch'egli come il cittadino Gigliotti ai magistrati onesti calabresi per chiedergli negli ultimi 20 anni, mentre Crea ha costruito la sua fortuna politico-economica, loro da che cosa sono stati distratti per non accorgersi di nulla.
Evidentemente la domanda non sarebbe stata di gradimento a coloro che hanno tanto lavorato per "cacciare" de Magistris. E i Bolzoni del luogo si guardano bene dal disturbare i manovratori. Da notare che l'inchiesta è scaturita dall'indagine sul tentato omicidio dell'onorevole Zavettieri vittima di un attentato precedente a quello di Fortugno e da un pentito che in seguito è stato suicidato.
bartolo iamonte

Maria L. ha detto...

Sono una comune cittadina onesta e chiedo aiuto anche se forse non e' il post giusto. Ho scoperto da poco il vostro blog e da quando mio figlio, un anno fa, mi ha introdotta ad Internet, ho cercato di capire come funziona la giustizia in Italia cercando siti che possano spiegare a noi "non addetti ai lavori" le varie fasi dei procedimenti penali e civili. Molto difficile! Da otto anni sono negli ingranaggi molto arrugginiti della giustizia italiana avendo avuto "la colpa" di denunciare dei reati molto seri. Ora dopo otto anni c'e' un primo (piccolo) risarcimento da sentenza del Giudice civile (dopo una sentenza di condanna nel penale). Pero' il GOT non sa cosa fare e fissa l'udienza dopo sei mesi. Il risarcimento come da sentenza e' una somma fissata dal giudice togato tre anni fa e depositata in forma di assegni in cancelleria. Purtroppo questo GOT non riesce a sbrogliare la matassa, o, come mi ha detto l'avvocato, si e' risentita perche' le ho scritto una email (molto gentile) e non voleva intrusioni. Come si puo' definire una persona cosi'? Cosa posso fare? Ho dovuto pagare le imposte per la registrazione della sentenza a settembre 2007 e una pratica che poteva essere sbloccata in quindici giorni e' ancora li'.
Le vicende giudiziarie dei comuni cittadini sono ancora peggio di quelle che racconta Bruno Tinti in Toghe rotte!
Ho conosciuto ottimi magistrati ma anche altri che proprio non importava niente di noi comuni mortali!
Posso chiedervi se posso fare qualcosa (scrivere, parlare,..) con questo GOT per accellerare la pratica? Sono stanca, qualcuno puo' darmi un consiglio? Grazie infinite.