lunedì 7 gennaio 2008

Le sentenze su Contrada


Si è parlato molto in questi giorni del "caso Contrada" e da parte di alcuni sono stati avanzati dubbi sulla "giustezza" delle sentenze che lo hanno condannato.

Fermo restando che la nostra posizione è che la legge deve essere uguale per tutti e, quindi, tutti i condannati vanno trattati ugualmente e la grazia non può costituire uno strumento di elusione delle sentenze definitive, segnaliamo a chi voglia approfondire nel merito la vicenda in questione (nei limiti in cui ciò è possibile a chi non abbia letto tutti gli atti e partecipato al processo), i link dai quali possono scaricarsi le sentenze di condanna a carico di Bruno Contrada.

La prima parte della sentenza di condanna di primo grado si può scaricare cliccando qui.

La seconda parte della sentenza di condanna di primo grado si può scaricare cliccando qui.

La sentenza di condanna di appello si può scaricare cliccando qui.

Precisiamo che noi abbiamo reperito i siti ai quali rinviamo con un motore di ricerca e non abbiamo alcun collegamento con i titolari dei siti ai quali rinviamo.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Agghiacciante, soprattutto le parti sulle stragi.

E dire che questo ha pure preteso un ringraziamento da parte dello Stato e non è stato spernacchiato da (quasi) nessuno. Ma in che Paese viviamo?

Anonimo ha detto...

Bene il vostro post, ma è monco della pubblicazione insieme alle motivazioni di condanna dei motivi di ricorso a quelle sentenze. Nei precedenti post sul caso, mi pare si discutesse più che sul merito o sulla concessione della grazia, sulla questione umanitaria del vecchio e ammalato detenuto. La giustizia, dopo aver fatto il suo naturale corso, deve tenere conto dell'età e delle condizioni del detenuto chiunque esso sia, specie quando arriva a presentare il suo conto a distanza di decenni dai fatti per cui lo si è ritenuto responsabile.
Grazie, bartolo iamonte.

"Uguale per tutti" ha detto...

Gentile Bartolo,

Lei scrive:
"La giustizia, dopo aver fatto il suo naturale corso, deve tenere conto dell'età e delle condizioni del detenuto chiunque esso sia".

Per favore, ci può indicare i nomi di tre condannati "chiunque essi siano" ai quali è stata data la grazia "tenuto conto dell'età e delle condizioni", dopo che avevano scontato solo pochi mesi di detenzione?

Cosa diversa sono, ovviamente, i provvedimenti del tribunale di sorveglianza competente sulla compatibilità fra detenzione e condizioni di salute del detenuto.

Lei aggiunge:
"... specie quando arriva a presentare il suo conto a distanza di decenni dai fatti per cui lo si è ritenuto responsabile".

Bartolo, gli italiani devono prendere una decisione: o vogliono una giustizia celere o la vogliono garantita.

Le due cose insieme non si possono avere.

In America la giustizia è relativamente veloce, ma non è economica e soprattutto non è per niente "garantita" (l'appello non è un "diritto" e le sentenze non sono motivate nel merito).

Se l'imputato vuole scontare presto la pena, è sufficiente che non faccia trecento ricorsi in appello, assazione, di nuovo appello, eccetera.

Se vogliamo quindici gradi di giudizio, è inevitabile che ci vogliano degli anni a farli.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Per decenni si è sentito fare riferimento, in delicate o peggio scottanti inchieste, ai "servizi deviati" ma deviati da chi? certamente da un certo e solito potere sempre politico.
Quando con non poca arroganza ho sentito chiedere anche il ringraziamento dello Stato per i servigi svolti mi è suonato subito come:
"Ecco io ho fatto quello che mi avete ordinato ora fate voi quello che mi avete promesso".
E quei fatti sono accaduti.
Io penso che in italia è giunto il momento di scoprire le tombe e di far risorgere tutti i morti ammazzati.
Alessandra

Anonimo ha detto...

Per quanto mi riguarda, ritengo che l'istituto della grazia nel nostro Ordinamento sia superfluo. E nel caso specifico, totalamente inadeguato.
E' proprio ai tribunali di sorveglianza, cui la legge delega le valutazioni di misure alternative ai detenuti in regime di espiazione della pena, che bisogna raccomandare a che questi, tenendo presente i criteri enunciati nel post di oggi dal dottor Rachieli, valutino bene i casi in cui possa essere applicata al condannato una misura diversa dalla detenzione in carcere.
Grazie, bartolo iamonte.

Generazione V ha detto...

Vorrei chiedere a Bartolo quante persone dovrebbero uscire dal carcere perché affetti da diabete o malattie simili? con questa vicenda di Contrada si sta veramente rischiando di essere ridicoli...
è stato condannato con sentenza passata in giudicato per un delitto di mafia e dobbiamo pure sopportare che ci sia gente che trova pretesti assurdi per farlo uscire?
dobbiamo ancora per molto vedere tg che parlano di Contrada come un servitore dello Stato e non come un traditore?l'altro giorno a studio aperto hanno parlato del caso senza neanche ricordare che è stato condannato in modo definitivo e addirittura hanno sollevato il dubbio finendo il servizio con l'intervista alla moglie dello stesso che incolpava i pentiti per le menzogne dette nei confronti del marito!!!ora se un giornalista facesse semplicemente il suo lavoro avrebbe spiegato al pubblico che la condanna era definitiva e che le prove nei confronti di Contrada non erano solo sporadiche dichiarazioni d'accusa di pentiti ma anche tantissime altre prove che non potevano lasciare il minimo dubbio sulla sua colpevolezza...
ma siamo in un paese dove l'informazione libera non esiste e quindi ci dobbiamo sorbire senza che vengano sputt...ti tutti questi millantatori che raccontano un sacco di frottole per i non informati.

Anonimo ha detto...

Non capisco perché si parli sempre di America e si citino esempi di giustizia a migliaia di chilometri di distanza da qui, quando basterebbe andare in Francia, assai più vicina a noi, per imparare come si amministra la cosa pubblica e la giustizia in particolare !

Là non ci sono prescrizioni che corrono in corso di causa. I tempi dei processi sono assai ridotti rispetto ai nostri. Le leggi, poi, sono un numero 40 (ripeto, quaranta, avete capito bene) volte inferiore al nostro. Pensare che vogliono ridurle, perché dicono che 4.000 leggi sono troppe...da noi ne sono in vigore circa 160.000 !

E soprattutto non c'è l'obbrobrio del "nuovo rito" in campo penale, con i PM che fanno il verso ai "district attorneys" e gli avvocati che giocano a fare i Perry Mason...

Perché non ne parlate mai ?

Mi perdonerete, poi, se introduco un altro argomento, ma vorrei riportare in calce, per curiosità, il trattamento economico LORDO mensile (traitement brut mensuel) dei magistrati francesi, aggiornato a febbraio 2007 (alle cifre sottoindicate si aggiunge un'indennità, anch'essa lorda, dal 34% al 39%, nonché un premio, modulabile secondo i meriti, dal 9% al 15%).

Magistrati di Secondo Grado :
(inferiore)

1 scaglione 2.049 euro
2 " 2.249 euro
3 " 2.517 euro
4 " 2.639 euro
5 " 2.807 euro

Magistrati di Primo Grado:
(superiore)

1 scaglione 2.984 euro
2 " 3.156 euro
3 " 3.328 euro
4 " 3.514 euro
5 " 3.723 euro
6 " 3.995 euro
7 " 4.367 euro
8 " 4.797 euro

Sicché, sommando a dette cifre la percentuale del 35%, AL TERMINE della sua carriera un magistrato francese percepisce circa 6.500 euro LORDI al mese, laddove uno italiano, a circa META' della sua carriera, ne percepisce già oltre 5.000 NETTI (almeno)... ogni commento mi sembra superfluo. Ah, dimenticavo, siamo un paese notoriamente più ricco della Francia, e ce lo possiamo permettere...

N.B. - Può anche darsi che non sappia troppo bene il francese e che sia incorso in qualche errore, nel qual caso vi prego di correggermi senz'altro e senza indugio. Grazie.