martedì 11 settembre 2007

La "normalità" del male







di Riccardo Orioles
(Giornalista)




Stiamo facendo molte Auschwitz in Africa ... (e anche in Italia).

Il nazismo è “razionale” nel senso che con la ragione si può anche assassinare la gente e giustificarne l’assassinio in nome di “valori superiori”.

Non lo faceva solo Hitler.

Il nazismo è “democratico” nel senso che la democrazia può essere ridotta a una formalità di consenso (ieri con Goebbels: e oggi?) e che un popolo può, nella sua maggioranza, indursi a sostenere valori inumani.

E il nazismo è “normale” nel senso che, tranne coloro che materialmente trattano la carne umana, tutti gli altri partecipati al meccanismo inumano possono anche non commettere di persona alcunché di anormale.

I pacifici cittadini di Dachau; la “normalità del male”; le “cannonate in pancia” buttate lì, come battuta semiseria che però interviene nella politica e ottiene dei risultati.

Il nazismo non è una mostruosità, ma un episodio che si può ripetere sotto altre forme, che in parte già si ripete.

Dobbiamo sempre chiederci, nella nostra “normalità”, come verremo ricordati fra cinquant’anni.

I tedeschi non si sentivano mostri, allora. Vivevano una normalità, anche loro.

Quanto a Speer: studiatelo bene, studiate bene tutti i nazisti “normali” e cercate - se potete - di riconoscerli intorno a voi. Leggete Fatherland, leggete La Svastica sul Sole.

Non assolvete mai, neanche di un millimetro, i nazisti perbene. Speer è altrettanto assassino quanto Eichmann, e avrebbe meritato la stessa fine.

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