Pubblichiamo una nota di ArticoloCentouno che, prendendo spunto da alcune recenti dichiarazioni del Senatore Renzi in tema di "giustizia" e registrando l'adesione al sorteggio per le elezioni del CSM di gran parte della Politica, chiama quest'ultima alle proprie responsabilità.
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Nel suo intervento al Senato del 22 settembre 2021, il Sen. Matteo Renzi (Italia Viva) ha affrontato il problema del peso delle correnti all’interno della magistratura, dichiarando che “il problema non è la separazione delle carriere, il punto è lo strapotere vergognoso che le correnti hanno all’interno della magistratura delle correnti, che impedisce a magistrati bravi di fare carriera se non sono iscritti a determinate correnti. La vera separazione va fatta tra corrente e magistrato”.
La dichiarazione tocca un problema ritenuto assolutamente centrale da un gruppo sempre più ampio di magistrati autonomi dalle correnti, che ormai da anni denuncia, all’interno ed all’esterno della magistratura, le insopportabili storture del sistema correntocratico che la governa.
L’intervento si è concluso con l’appello alla classe politica ad utilizzare “il tempo che va da qui al rinnovo del CSM, nel luglio del 2022, per scrivere una pagina nuova”, senza specificare in cosa essa dovrebbe consistere.
Ebbene, l’unica “pagina nuova” possibile per superare il sistema delle correnti è l’introduzione di una legge elettorale fondata sul c.d. sorteggio temperato, che preveda il sorteggio preliminare di un numero di candidati pari ad un multiplo di quelli da eleggere, seguito dal voto.
Peraltro, il Sen. Renzi non è stato l’unico esponente politico a dichiararsi pubblicamente a favore di un sistema elettorale che consenta di sganciare il funzionamento del CSM dal sistema delle correnti.
L’11 luglio 2019, l’allora Ministro della giustizia Alfonso Bonafede (Movimento 5 Stelle) ebbe a dichiarare che “Una delle parti della riforma del CSM è il sistema elettorale: le elezioni avverranno tramite sorteggi, saranno creati collegi più piccoli”.
Il 25 giugno 2020, gli On.li Pierantonio Zanettin ed Enrico Costa (Forza Italia) depositarono un progetto di legge basato proprio sul sorteggio temperato, spiegando che in questo modo “non sarebbero più le correnti a scegliere e condizionare i candidati, monopolizzando così l’accesso al CSM”.
Il 26 maggio 2020, il sen. Matteo Salvini, parlando del CSM, affermò la necessità di “una rinomina con un’estrazione a sorte per tagliare il sistema di potere della magistratura e dare fiato ai tanti magistrati liberi”.
Il 24 marzo 2021, l’On. Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) ha dichiarato che “noi crediamo che il sorteggio dei membri del CSM sia l’unico strumento per spezzare il correntismo e il sistema della lottizzazione”.
L’adozione di una legge elettorale fondata sul sorteggio temperato è un riforma politicamente non etichettabile, finalizzata com’è non già a favorire questa o quella parte politica, ma a neutralizzare il condizionamento politico interno ed esterno alla magistratura, riportando il CSM alla sua naturale funzione di autogoverno della magistratura, a presidio dell’autonomia ed indipendenza dei singoli magistrati.
Riteniamo quindi che, se davvero una parte consistente e trasversale della politica concorda su questa necessità, dovrebbe assumersene le conseguenti responsabilità, proponendo le necessarie iniziative legislative.
E’ superfluo ricordare che il sistema elettorale per il CSM è una legge dello Stato, modificabile solo dal Parlamento. Ed è quindi sul Parlamento, e non sui magistrati, che grava questa responsabilità.
TUTTI sanno che il sorteggio è il minimo da fare, almeno per cominciare a fare qualcosa per la giustizia. Al momento di agire, dimenticano TUTTO, ma non tutto, il tutto nella maniera più radicale. Non restano, del concetto, nemmeno le minime tracce. Svanisce tutto, nel modo più totale, anche nei pensieri più reconditi.
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