di Nicola Saracino - Magistrato
E’ ormai chiaro a tutti che non sarà riformato un bel nulla. Quindi si brinda, anzi si sciopera!
Il CSM verrà eletto su base politica con le candidature in mano alle correnti (i partiti togati) ed il sorteggio dei collegi (bestemmia, invocato invano) rafforza gli eserciti organizzati perché determina che i candidati non sono neppure conosciuti nel territorio ove le votazioni si svolgono; il voto sarà elargito per direttiva della corrente e vi saranno scambi elettorali abilmente concordati. La “disciplina” del voto è sempre stata un’arte correntizia.
La separazione delle funzioni rispecchia quanto già è in atto, visto che i passaggi dalla magistratura requirente alla giudicante e viceversa sono già da molto tempo una rarità; resta il fatto che le due categorie continueranno ad essere rappresentate nei consigli giudiziari ed al CSM, condizionandosi reciprocamente.
Questa simbiosi nell’ultimo ventennio non ha portato in dote più “giurisdizione” ai pubblici ministeri, semmai più “gerarchia” nella giudicante.
Agli avvocati il contentino di un “voto unitario” (cioè un solo voto nell’ambito di organo collegiale) sul gradimento del magistrato in valutazione; se vogliono incidere sulla vita professionale dei magistrati, accettino a loro volta di essere giudicati dagli stessi organismi a composizione mista. Se calderone dev’essere è corretto che lo sia per tutti.
Le porte tra politica e magistratura non hanno mai girato per i tipi alla De Magistris, che raccolgono una valanga di voti e si dimettono dalla magistratura. I partiti, tuttavia, forse la smetteranno di riempire le loro liste elettorali con toghe sospette, a meno che non garantiscano loro un’elezione sicura che li ricompensi del sacrificio di non dover più scrivere sentenze o istruire processi.
Resta la lusinga dell’incarico d’oro, visto che il magistrato chiamato all’alta burocrazia dalla politica, oltre al “gettone” di circa 250.000 euro all’anno conserverà anche il suo stipendio, sebbene non metta piede in un’aula di tribunale. La politica si mostra piuttosto generosa coi subalterni, magari tornano utili quando vestiranno nuovamente la toga a capo di qualche ufficio di procura.
Della serie mi ritorni in mente, pensando a Palamara: vengono introdotti due “nuovi” illeciti disciplinari consistenti nell’adoperarsi per condizionare indebitamente l’esercizio delle funzioni del CSM, al fine di ottenere un ingiusto vantaggio per sé o per altri o di arrecare un danno ingiusto ad altri e nell'omissione, da parte del componente del CSM, della comunicazione agli organi competenti di fatti a lui noti che possono costituire l’illecito disciplinare del condizionamento indebito. Ma quindi Palamara ed i consiglieri dello Champagne sono stati condannati senza una legge?
E' solo fuffa, se si ammette il condizionamento “debito” del CSM, che continuerà a legittimare la spartizione politico/correntizia.
In ultimo il fascicolo del magistrato che raccolga i suoi “insuccessi”, sentenze demolite o accuse non provate. E’, tra tutte, la vera mandrakata, degna del compianto Gigi Proietti. Al netto delle evidenti
anomalie che abbiamo già segnalato, sarà divertente vedere come il governo attuerà la delega che sta per farsi dare dal Parlamento. Perché le valutazioni di professionalità del magistrato avvengono ogni quattro anni ed i processi d’impugnazione durano mediamente molto di più. Quindi nessuno saprà che fine hanno fatto i provvedimenti del valutabile.
Ogni riforma che riguarda la magistratura, per tradizione, va sugellata con uno scioperino dei magistrati: è il brindisi all’accordo tra la politica e le correnti che della prima sono la longa manus.
Perché più la politica si accanisce coi singoli magistrati, più è chiaro che vuole rafforzare le correnti, i partiti togati, che avranno libero arbitrio su chiunque si mostri irrispettoso delle gerarchie politiche del momento storico.
E così un’indagine "sensibile" si farà solo se avrà il preventivo benestare dell’establishment; in caso contrario verrà stroncata con la punizione del colpevole, cioè dell’indagante impertinente.
Il fatto che l’ANM stia proprio in queste ore allestendo il cerimoniale della protesta di rito, conferma e rinnova la vicinanza tra politica e magistratura.
Così è se vi pare ! E se non vi pare? L'inconoscibilità del reale, è nota solo a chi pensa di poter decidere quello che vuole e affermare che sta facendo ciò che gli viene chiesto ! Ma tempo verrà.
RispondiEliminaho passato l’intera vita, sono ormai sessantenne, a prendere le distanze da ogni persona “cosiddetta” per-bene, pensavo di evitare di sporcarla con il mio sigillo giallo(blu) all’occhiello. capisco d’aver sbagliato, in italia, più sono perbene le persone, più hanno la lebbra. povero popolo. leggo, anche, che chi dovrebbe alzare le barricate contro questa inutile riforma, diffonde “stronzate”, tipo: parlamento e governo cominciano a riappropriarsi delle loro prerogative. cioè, i due principali poteri dello stato, potenti perché sposi sempre a braccetto, si son fatti fregare dal terzo, loro figlio, discolo e chiacchierato, quanto scemo (con il dovuto inchino a chi, tra questi, ha perso la vita). triste il fatto che a non comprendere, siano anche 250.000 avvocati.
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