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domenica 20 settembre 2020

I buoni e il cattivo



Ulteriore atto della tragicommedia collegata a Luca Palamara. 

Ieri si è svolta l’assemblea di tutti i magistrati italiani iscritti all'ANM (che sono circa 8.000) partecipata da un centinaio di toghe per la maggior parte “targate”, vale a dire inserite mani e piedi nel sistema delle correnti. 
Luca Palamara è intervenuto per ribadire l’esistenza di un sistema nel quale ha ammesso di aver operato da protagonista. Non isolato. 

La sua richiesta di sospendere il procedimento sanzionatorio dell’Associazione Nazionale Magistrati (di cui è stato presidente e segretario) è stata respinta con voto bulgaro (bulgaretto, erano davvero pochini) sebbene sia ancora da decidere se siano utilizzabili le intercettazioni. 

E’  stata così confermata l’espulsione del reprobo dalla linda associazione magistratuale.
Realizzando il primo passo verso la negazione del problema, esclusa caparbiamente la volontà di risolverlo. 
Perché il problema è platealmente di sistema al quale si risponde colpendo il singolo per fatti che non lo coinvolgono: si punisce Palamara ma ad essere condannata  è questa associazione di magistrati, incapace  di emendarsi.  

Mediaticamente tutti conoscono il mercimonio degli incarichi, la spartizione tra tutte le correnti, il premio dato per mera appartenenza.

Eppure nell’assemblea qualche impudente non ha esitato a vantarsi  dell’incarico ricoperto per altissimi meriti personali piuttosto che per la sua adesione alla corrente di turno. Fandonie. Nessuno può ormai negare che il merito è comunque e sempre in sottordine all'appartenenza.
 
Ebbene i cittadini devono drizzare le antenne perché nessuno intende fare chiarezza su "magistratopoli": delle chat di Luca Palamara - quelle che chiamano in causa il sistema di governo della magistratura e la sua palese compromissione con la politica - non si occupa alcuno dei procedimenti sin qui avviati: non quello conclusosi ieri nell’assemblea dell’ANM, praticamente andata deserta in rapporto al numero di iscritti; non se ne occupa il processo penale di Perugia e neppure quello disciplinare davanti al CSM.

Quei fatti devono essere negati, contro l’evidenza. Nessun  testimone deve essere sentito. 
Bisogna far presto, va colpito l’unico cattivo in un mondo di buoni.  

Come nelle favole. Ma è solo commedia. 

La magistratura dimostra di non volere e di non sapere fare ordine al proprio interno. Ben venga, allora, una commissione parlamentare d'inchiesta, primo passo verso una drastica riforma del CSM.  

4 commenti:

  1. Per i buoni il cattivo non era un sodale, neppure un amico, addirittura neanche uno con cui uscire per una colazione o una cena; al massimo soltanto un incontro fugace, il tempo di un caffè.
    È esattamente quello che succede nelle amministrazione locali del meridione , circa un migliaio sciolte per mafia: tutti buoni, non partecipano quindi a libere elezioni in contesti in cui a governare i territori è la mafia.... Però, le teste di legno elette, se solo sono bravi a tessere gli interessi dei buoni più di quelli dei mafiosi....beh! un caffè di nascosto la mattina o un the pomeridiano si può fare benissimo. Benedetto Sciascia, perché sei morto lasciando il deserto nell'intellettualità nazionale e la mafia in capo all'ordine giudiziario?

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  2. https://www.corriere.it/editoriali/20_settembre_20/caso-palamara-quanta-fretta-csm-70393028-fb70-11ea-a2be-cc6f2f2b148b.shtml

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  3. Buonasera mi chiamo Giammauro PASQUALE e vivo a Genova. Dall'inizio di questa vicenda Palamara ho avuto la sensazione che lo svolgimento fosse gia' stabilito.
    Raccogliere le sue dichiarazioni e i testi a favore non conveniva.
    Certe cose che sono all'ordine del giorno scambi di favori segnalazioni di magistrati amici e amici degli amici devono essere coperte.
    Una riforma seria della magistratura presuppone la volonta' di farla che i politici non hanno e i magistrati ancora meno.
    Forse bisognerebbe riflettere di piu' su quanto diceva Cossiga a proposito di magistrati politica giudiziaria e PCI.

    Giammauro PASQUALE Genova

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  4. In una riforma seria della Giustizia in questo Paese di cui si parla soltanto un punto cruciale e' la modifica sostanziale di funzionamento del CSM.A mio giudizio dovrebbe rimanere un organo di rilievo costituzionale a tutela dei magistrati,ma dovrebbe sanzionarli anche in caso di colpa grave.Cosa che dall'inizio della Repubblica non e' quasi mai avvenuta.

    Giammauro PASQUALE Genova

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