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lunedì 26 ottobre 2020

Il "Sottile" distinguo tra rappresentanza e rappresentatività.

di Giuliano Castiglia
Magistrato

Tre giorni dopo il voto del Plenum del 19 ottobre scorso, che ne ha sancito la cessazione dalla carica di componente del Consiglio Superiore della Magistratura a seguito del suo collocamento a riposo, Piercamillo Davigo si è presentato sugli schermi di La7, davanti alle telecamere della trasmissione Piazzapulita condotta da Corrado Formigli. 

Nelle dichiarazioni di Davigo sulla deliberata cessazione della sua carica nel CSM e sulla sua determinazione di ricorrere al TAR, ci sono passaggi che destano forti perplessità e molta preoccupazione.

Primo tra tutti quello in cui l’ex magistrato ha testualmente dichiarato: “sarebbe bastato un cenno del Presidente della Repubblica per farmi dimettere. Non c’era bisogno di farmi arrivare al voto”.

L’affermazione di Davigo è già assai preoccupante perché dà conto della disponibilità di un componente del CSM a dimettersi non per propria autonoma e convinta determinazione ma per “un cenno” del Presidente della Repubblica; ed è ancor più preoccupante perché lascia intendere l’idea che un Presidente della Repubblica possa sollecitare, ad nutum, le dimissioni di un membro dell'organo di autogoverno dei magistrati. 

venerdì 23 ottobre 2020

Stop alle correnti, parola di Albamonte.




E’ apparsa ieri l’intervista rilasciata dal dott. Eugenio Albamonte (quello dei concorsi per correntisti, per intenderci) dal titolo “Stop alle correnti che si occupano dei posti”.

Ma tutte le correnti si occupano dei posti, dottoressa Milella, che razza di titolo concepisce? 

Era più adatto “stop alle correnti”. Punto. 

L’intervista è suggestiva perché vuole offrire l’idea di correnti buone,   premiate alle ultime elezioni dell’ANM,    e correnti cattive, punite dall’elettorato.
 
La realtà è diversa. 

I gruppi organizzati in modo para-militare hanno conservato quasi tutti i voti dei loro adepti, con l’unica eccezione di Unicost che, annoverando fino a poco  fa Luca Palamara  nelle sue fila, la fa da “capra espiatoria”; ma non è affatto da  escludere che assorbita la botta si riorganizzerà.

giovedì 22 ottobre 2020

Non si sequestra la verità.



di Nicola Saracino - Magistrato
 
Solo nelle peggiori dittature si verifica che i cittadini siano tenuti all’oscuro delle trame del potere. 

Con metodi più o meno sofisticati si fa in modo che le notizie scomode non raggiungano la massa e se invece la raggiungono si punisce il diritto di parlarne, il diritto di critica e di manifestazione del pensiero. 

L’Italia  si colloca al 41° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, preceduta dal Ghana o dal Burkina Faso, nazioni dalle quali potremmo prendere lezione di democrazia e di trasparenza.  

Questo vuol dire che l’accesso alle notizie è ostacolato e quando invece non lo è la stampa non le pubblica o le distorce in chiave politica. 

mercoledì 21 ottobre 2020

I fuorientrati.



Seicentocinquanta. 

E’ il numero di magistrati che hanno scelto la Lista 101 alle consultazioni dell’ANM, eleggendo quattro dei suoi candidati. 

Un risultato che pareggia quello di una “corrente” già  strutturata come A&I, ad esempio, fatta per lo più di fuoriusciti dall’altra corrente di Magistratura Indipendente. 

Cosa c’è di straordinario, direte voi? 

martedì 20 ottobre 2020

L'immortale



di Nicola Saracino - Magistrato 

Il correntismo, vale a dire il ragionare per fazioni e per interessi di parte, si manifesta in molti modi. 

Non soltanto nella spartizione delle procure o nell’occupazione dei posti chiave nei ministeri. 

Il correntismo è capace di determinare anche come uno si orienta per risolvere questioni interpretative neppure tanto complesse. 

Ieri il CSM ha stabilito che Davigo, da pensionato, non può restare al CSM.

Questo perché, in una certa quota, quell’organo deve essere composto da magistrati che siano tali non solo al momento della loro elezione ma per tutta la durata del mandato. 

Che è di 4 anni. 

lunedì 19 ottobre 2020

Com'è profondo il mare ?


di Clementina Forleo - Magistrato

Com’è noto, l’art.4 lett d) d. l.vo n.109 del 2006 relativo agli illeciti disciplinari dei magistrati, tipizza come tale “qualunque fatto costituente reato idoneo a ledere l’immagine del magistrato, anche se il reato è estinto per qualsiasi causa o l’azione penale non può essere iniziata o proseguita”.

In base a tale disposto la Procura Generale presso la Corte di Cassazione aveva sostenuto l’accusa nei confronti del P.M. capitolino Desirèe Digeronimo, “rea” di aver pubblicato sul social network facebook un breve scritto dal tenore inequivocabilmente ironico, ritenuto tuttavia lesivo della reputazione dell’allora sindaco di Roma, Ignazio Marino. Nello specifico, nel testo incriminato l’avverbio “beatamente” compariva connotato da una parentetica “o” tra le lettere “a” e “t” dello stesso con ciò appunto ironizzandosi su condotte tenute dal primo cittadino della capitale.

Il sindaco Marino non solo non aveva querelato il P.M. Digeronimo, ma venuto a conoscenza dell’avvio di un procedimento a suo carico, aveva fatto pervenire alla Commissione disciplinare  una missiva in cui asseriva di non essersi sentito offeso da detto “post” attesa la sua natura inoffensiva, riconosciuta dunque anche dal diretto interessato.

venerdì 9 ottobre 2020

Salvi!

di Nicola Saracino - Magistrato 



Luca Palamara è stato radiato dalla magistratura. 

Il “mostro” è sconfitto. 

Era chiaro a tutti che il problema della magistratura fosse individuale, un solo prepotente elemento capace di nullificare la volontà del CSM che si prostrava ai suoi piedi. 

Così come i tantissimi questuanti che ora fingono di non conoscerlo. 

IL SISTEMA CORRENTIZIO-SPARTITORIO È SEMPRE DISCIPLINARMENTE SANZIONABILE


 di Rosario Russo già sostituto procuratore generale presso la Suprema Corte 


I. L’ordigno clientelare-spartitorio - II. L’orientamento delle Sezioni Unite - III. Le linee guida della Procura Generale IV. Valutazioni 


«[prenome del Consigliere CSM] solo tu puoi trovare la strada ...e solo tu puoi aiutarmi hai sempre raggiunto i risultati voluti ...dammi questa possibilità te lo chiedo per favore in nome dei [numero] anni di [nome della corrente associativa] e della nostra amicizia» (Messaggio sms - riportato dalla stampa e qui orfano dei dati individualizzanti, indirizzato da un magistrato ordinario ad un componente del C.S.M.).


 I.    L’ordigno clientelare-spartitorio 

All’interno della A.N.M. convivono categorie diverse di magistrati. Accanto a quelli che vi partecipano operativamente coesistono quelli che vi fanno parte passivamente. Tra gli attivisti si annoverano sia quelli che legalmente si battono per l’affermazione soltanto dei valori ideali della corrente cui appartengo (attivisti disinteressati); sia coloro (attivisti interessati) che invece, mediante una distorta ’attività associativa, principalmente «certant del lucro captando», cioè aspirano a vantaggi illegittimi, ovvero (coscientemente o putativamente) «certant de damno vitando», avvalendosi di mezzi illegittimi.

La captazione dell’illegittimo vantaggio può avvenire prima dell’elezione, secondo il classico «voto di scambio»: «mi adopero per la tua elezione al C.S.M. se ti impegni a favorirmi successivamente». Oppure può intervenire a elezione avvenuta, come testimoniato dal messaggio in esergo riportato: «ho contribuito alla tua elezione ovvero per tanti anni al successo della nostra corrente, dunque ora pretendo la mia ricompensa». A volte il magistrato associato ha effettivamente diritto, e sa di avere diritto, a conseguire l’ambito provvedimento. Temendo tuttavia che il Consiglio possa illegittimamente preferire altri, chiede in prevenzione di essere ‘protetto’ o ‘accompagnato’ o ‘difeso’ dal sodale Consigliere del C.S.M., invece di affidarsi alla G.A. impugnando la delibera arbitraria. Nel che si rinviene la prova tangibile della estensione e del consolidamento del metodo clientelare.

Essendo prima facie illegittimo, il sistema clientelare può operare soltanto per mezzo del metodo spartitorio[i]; perché il sistema regga è necessario che tendenzialmente le correnti siano parimenti avvantaggiate e compromesse, sicché ciascuna di esse non possa far valere una virginale legalità. Una prima scrematura avviene in Commissione: di norma i magistrati privi di appoggi correntizi sono subito esclusi dall’agone, qualunque sia il loro merito professionale. I ‘giochi’ o le trame correntizi (con o senza il sistema dei ‘pacchetti’ di nomine) si svolgono poi nel Plenum, con la singolare conseguenza che le nomine concordate ricevono addirittura il consenso unanime. Ovviamente, nomine siffatte sono impugnabili davanti al G.A.: è tuttavia un’evenienza remota, sia perché è scarsa la propensione al ricorso amministrativo, sia perché la decisione definitiva, ancorché favorevole, perviene dopo qualche anno, quando già l’interessato è in quiescenza o prossimo ad essa.

martedì 6 ottobre 2020

Perché il 20 ottobre Davigo cessa dalla carica di consigliere del CSM


 

di Giuliano Castiglia
Magistrato
 
Il 20 ottobre 2020 l’attuale consigliere del CSM Piercamillo Davigo compirà 70 anni e sarà conseguentemente collocato in quiescenza.

Il Consiglio di Stato, in epoca non sospetta, ha avuto modo di affermare che la qualità di appartenente all’ordine giudiziario, ossia la qualità di magistrato ordinario, “costituisce condizione sempre essenziale e imprescindibile per l’esercizio della funzione di autogoverno, e non solo per il mero accesso agli organi che la esercitano. In altri termini, il fatto che il legislatore non abbia espressamente previsto la cessazione dall’ordine giudiziario per quiescenza fra le cause di cessazione della carica di componente del C.S.M. dipende non già da una ritenuta irrilevanza del collocamento a riposo, ma dall’essere addirittura scontato che la perdita dello status di magistrato in servizio, comportando il venir meno del presupposto stesso della partecipazione all’autogoverno, è ostativa alla prosecuzione dell’esercizio delle relative funzioni in seno all’organo consiliare” (Consiglio di Stato, Sez. IV, sent. 16 novembre 2011, n. 6051).  
 
In un corposo articolo del 31 luglio 2020 su Questione Giustizia, Nello Rossi, Direttore della Rivista, in linea col dictum del Consiglio di Stato appena richiamato, sostiene che il consigliere del CSM, eletto tra i magistrati, che cessi di essere magistrato per collocamento in quiescenza, decade dalla carica di consigliere; sostiene che, quindi, a partire dal prossimo 20 ottobre, data in cui, per raggiunti limiti di età, sarà collocato in quiescenza, Piercamillo Davigo decadrà dalla carica di consigliere del CSM.
 
Lo scritto di Rossi ha tanti pregi. Fra questi, senz'altro quello di avere dato il la a un dibattito su una questione che fino a quel momento, almeno negli ambienti dei palazzi di giustizia gravati dal peso del clima pandemico, era rimasta serpeggiante. 
 

sabato 3 ottobre 2020

Terrore alla buvette

di Nicola Saracino - Magistrato 


Ieri la Sezione Disciplinare del CSM ha depositato l’ordinanza con la quale ha sancito la “piena utilizzabilità” (che quella normale non bastava) delle intercettazioni ambientali eseguite presso l’Hotel Champagne quando a chiacchierare vennero colti, unitamente al dott. Luca Palamara, anche due parlamentari, Luca Lotti e Cosimo Ferri. 

Delle molteplici questioni sollevate dalla difesa ed esaminate dal CSM la meno noiosa è proprio quella relativa alla captazione dei parlamentari in assenza di preventiva autorizzazione della camera di appartenenza. 

Il concetto, espresso papale papale dalla Sezione disciplinare, è il seguente: “In proposito, giova evidenziare che: la circostanza, evidenziata dalla difesa dell'incolpato, della possibile prevedibilità di una partecipazione dell'On. C. Ferri, in ragione delle pregresse frequentazioni rilevate, non esclude, da sé, il carattere fortuito o casuale della intercettazione, evidente essendo che non si può certo predicare l'impossibilità di intercettazione di taluno in ragione della semplice circostanza che egli abbia, tra le sue possibili frequentazioni, amici parlamentari”. 

Questo pensiero, unitamente alla constatazione delle modalità, per così dire, semi-automatiche di funzionamento del trojan che si attiva per alcune ore al giorno per evitare di scaricare la batteria del cellulare “infettato”, hanno condotto ad affermare che gli onorevoli erano stati intercettati per puro caso. 

Sarà, ma …