Parte subito da una premessa,
Andrea Reale, il gip di Ragusa, tra i quattro firmatari del gruppo di
ArticoloCentouno del Parlamentino dell'Associazione nazionale magistrati che
chiedono con forza le "dimissioni immediate" del Presidente Giuseppe
Santalucia. "L'ipocrisia non ci appartiene", dice il giudice in una
intervista all'Adnkronos, in cui spiega i motivi della richiesta, forte, di
mandare via Santalucia. Al centro della questione le chat estrapolate dal
telefono di Luca Palamara nell’ambito dell’inchiesta della procura di Perugia.
"Con una scelta senza precedenti – scrivono nel loro documento le toghe di
Articolo 101 – il presidente dell’Anm Santalucia ha deciso di comprimere il
nostro diritto di componenti del Cdc, e con esso quello di tutti gli altri,
alla piena conoscenza di atti di pertinenza dell’Associazione e nella
disponibilità della stessa, realizzando una palese violazione delle regole di
funzionamento dell’Anm e un gravissimo vulnus alla democrazia interna alla
stessa".
"Siamo arrivati a una fase
di esasperazione e abbiamo dovuto denunciare pubblicamente questa vicenda -
spiega Reale - perché inizialmente ci avevano detto che il materiale della
messaggistica tra Palamara e gli altri magistrati coinvolti in questo scandalo
non faceva neppure parte del fascicolo principale. Per questo, dopo le elezioni
dello scorso ottobre, avevamo delegato il collegio dei probiviri per
l'acquisizione di questo materiale".
Il magistrato e gli altri firmatari contestano a Santalucia soprattutto di avere "sottratto atti che sono dell'Associazione dei magistrati" nei confronti di un "ex associato" e "che abbiamo il diritto e il dovere di conoscere per potere esercitare le nostre prerogative nei confronti di colleghi che si sono comportati o in modo deontologicamente scorretto oppure che hanno cagionato un danno all'immagine dell'associazione, anche se si sono frattanto dimessi". "Siamo molto delusi perché non vediamo voglia di un serio cambiamento. Due anni fa il presidente della Repubblica ci ha invitato a voltare pagina, ma non solo non si volta pagina, qui si torna indietro. Stiamo scherzando? - dice Reale – Ci sono magistrati che rivestono ancora ruoli apicali, pur essendo direttamente coinvolti nei gravi fatti resi pubblici; i cittadini ci chiedono come fanno certe persone a stare al loro posto. Ci sono soci Anm che non hanno ritenuto di dovere giustificare certe condotte riprovevoli: è un vulnus enorme e gravissimo".
'Si consente a molti magistrati
di farla franca'
Poi aggiunge: "Dal maggio
del 2020 le chat pubblicate di alcuni noti esponenti della magistratura con
incarichi anche molto importanti hanno distrutto la credibilità della
magistratura associata e dei magistrati". "I vari gruppi che si sono
fatti la bocca tanto larga al momento delle elezioni dicevano che esisteva una
questione morale da porre al centro del dibattito associativo, dopo lo scandalo
dell'Hotel Champagne e dopo la pubblicazione delle chat di Palamara ma, al
momento di dimostrare questa discontinuità con i fatti, avviene
tutt'altro". In questo modo "si consente a molti magistrati di farla
franca, parliamoci chiaramente".
"A noi interessa che
l'associazione riprenda il suo ruolo - ribadisce ancora il gip Reale - che è
quello di tutelare l'immagine ed il prestigio della magistratura. Soprattutto
oggi. L'Anm deve farsi paladina della lotta al correntismo e deve recuperare la
credibilità perduta dalle vicende già denunciate sulla stampa agli occhi dei
cittadini".
Perché parlare di un
"insabbiamento" da parte del Presidente Anm Santalucia? "Io
altre finalità non riesco e non voglio neppure immaginarle - dice - ma c'è un
discorso di opportunità". "Questi gruppi che hanno costituito questo
“sistema” - prosegue ancora il magistrato - di fatto sono chiamati oggi a
svolgere la funzione di rigenerazione etica della magistratura. Non voglio
pensare che abbiano voluto favorire altri amici di corrente". "Però
questa insolita lentezza nella acquisizione delle chat, questo tentativo di
nascondere, a una parte della rappresentanza democraticamente eletta, atti che
riguardano la posizione di magistrati coinvolti danno adito a questi dubbi.
Sono tutte vicende che dimostrano l’incapacità di affrontare e risolvere il
problema dei problemi, cioè il correntismo".
'Chi svolge l'incarico di Santalucia
deve essere credibile e porre la questione etica'
"Chi svolge l'incarico di
presidente dell'Anm deve essere credibile e deve dimostrare con i fatti di
essere il primo artefice della volontà di porre la questione etica al centro
del dibattito associativo e di rendere trasparente e pubblico il modo di
affrontarla; invece queste condotte sembrano dimostrare tutto il
contrario". Fino ad oggi i quattro giudici di Articolo101 non si sono
parlati con il presidente Santalucia, se non per via informale, come dice
Reale. "Ed è grave che il presidente non avvisi i componenti del Comitato
centrale di incontri istituzionali in questo momento". "Peraltro
siamo l'unica opposizione - aggiunge ancora il gip Reale - Sei un magistrato e
il primo compito è di garantire anche la voce della minoranza, siamo l'unica
voce lontana dal sistema".
E poi Reale sottolinea con forza
che Giuseppe Santalucia ha "omissato il provvedimento del pm e ha
addirittura 'sbianchettato' e modificato il provvedimento del gup di Perugia,
queste sono altre due condotte davvero molto gravi. Avrebbe potuto intervenire
soltanto cancellando il nome e il cognome della persona interessata, della
quale voleva garantire la privacy. Ma non può alterare la forma grafica del
provvedimento del gup".
"Noi ci aspettiamo le
dimissioni del presidente Santalucia - aggiunge ancora Andrea Reale - Ha
tradito la nostra fiducia. Per noi è difficile continuare in questo modo. Ma lo
ha voluto lui. Noi non abbiamo fatto nulla per meritare questo trattamento
perché siamo stati democraticamente eletti ed abbiamo esercitato le nostre
prerogative". "Noi al momento siamo all'opposizione - dice - Ora
potremmo iniziare con delle iniziative referendarie sulle questioni legate
all'attività associativa al fine di restituire alla 'base' la voce che 'i
vertici' sembrano volere a loro togliere".
Per ben determinate categorie di persone, l'alterazione della forma grafica di un provvedimento del gup, non è consentito nemmeno per carte personali da conservare nel cassetto delle cose inutili. Si può pensare che la suddetta persona abbia dimenticato qualche capo del libro secondo del cod.pen. Il compito che si è dato il dott. Andrea Reale è veramente difficile!! Chi si occupa della difesa della giustizia e/o della sacralità della vita umana risponde a Dio in quanto esegue i suoi principali comandamenti. Una volta consacratosi a Dio non può più fare marcia indietro.
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