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giovedì 29 aprile 2021

Un'associazione in decomposizione


di Massimo Vaccari - Magistrato

Nello scorso fine settimana si è tenuto il Comitato direttivo centrale dell’Anm, che come ormai sanno i nostri lettori, è l’organo principale dell’associazione, quello che, secondo lo Statuto, avrebbe il compito di adottare tutte le decisioni inerenti la sua attività (il condizionale è d’obbligo per quanto subito diremo).

Uno dei punti all'ordine del giorno della riunione era il seguente: "Dimissioni di alcuni soci dall’ANM ed eventuale pendenza di procedimenti disciplinari. Valutazioni e determinazioni ex art. 7, comma 3, Statuto".

lunedì 26 aprile 2021

Il cavallo napoletano

di Natalia Ceccarelli - magistrato 

Il cavallo napoletano è un animale assai elegante, risultante dalla selezione genetica avvenuta, nel corso dei secoli, grazie all’accoppiamento di esemplari di varie razze equine, portate a Napoli al seguito degli eserciti che hanno dominato la città.

La similitudine potrebbe calzare a pennello al famoso trojan inoculato nell’apparecchio telefonico cellulare di Luca Palamara, stando alle ultime clamorose rivelazioni di stampa.

domenica 25 aprile 2021

Da che pulpito !


Pubblichiamo il comunicato con i quali i componenti indipendenti del Comitato direttivo centrale  dell'Anm hanno replicato alla accusa di collateralismo politico loro rivolta dalla corrente di sinistra della magistratura, a seguito delle opinioni  espresse in merito alla possibilità, prospettata da alcuni esponenti politici, della costituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla magistratura.

Il documento costituisce anche una risposta alle risibili dichiarazioni che stamani ha reso in proposito  alla stampa il presidente dell'Anm e che ovviamente ricalcano fedelmente la posizione della corrente di sinistra alla quale egli  appartiene. 

giovedì 22 aprile 2021

Vostro disonore !




di Rosario Russo - magistrato in quiescenza

Il 14 febbraio 2016, nel corso di un’affollata riunione di partito (mandata in onda dal TG1), Matteo Salvini proclamò: «Qualcuno usa gli stronzi che mal amministrano la giustizia. Difenderò qualunque leghista che venga indagato da quella schifezza che è la magistratura italiana che è un cancro da estirpare».

Pochi giorni fa, il Giudice torinese ha dichiarato non punibile tale condotta dell’on. Salvini, imputato del reato di cui all’art. 290 c.p. (delitto sanzionato con pena esclusivamente pecuniaria), ai sensi dell’art. 131 bis c.p.

martedì 20 aprile 2021

Come si violenta lo statuto dell'Anm.




Pubblichiamo lo stravagante comunicato con il quale la Giunta esecutiva centrale dell'Anm, ha assolto, con una motivazione gravemente incoerente, il presidente Santalucia dalle gravi accuse mossegli dai componenti del Comitato direttivo centrale  della lista Art.101. 

A seguire il comunicato con il quale questi ultimi hanno commentato la presa di posizione dell'organo associativo.    

lunedì 19 aprile 2021

Buone letture: da Adnkronos del 15 aprile 2021



Elvira Terranova intervista Andrea Reale - Magistrato

Parte subito da una premessa, Andrea Reale, il gip di Ragusa, tra i quattro firmatari del gruppo di ArticoloCentouno del Parlamentino dell'Associazione nazionale magistrati che chiedono con forza le "dimissioni immediate" del Presidente Giuseppe Santalucia. "L'ipocrisia non ci appartiene", dice il giudice in una intervista all'Adnkronos, in cui spiega i motivi della richiesta, forte, di mandare via Santalucia. Al centro della questione le chat estrapolate dal telefono di Luca Palamara nell’ambito dell’inchiesta della procura di Perugia. "Con una scelta senza precedenti – scrivono nel loro documento le toghe di Articolo 101 – il presidente dell’Anm Santalucia ha deciso di comprimere il nostro diritto di componenti del Cdc, e con esso quello di tutti gli altri, alla piena conoscenza di atti di pertinenza dell’Associazione e nella disponibilità della stessa, realizzando una palese violazione delle regole di funzionamento dell’Anm e un gravissimo vulnus alla democrazia interna alla stessa".

"Siamo arrivati a una fase di esasperazione e abbiamo dovuto denunciare pubblicamente questa vicenda - spiega Reale - perché inizialmente ci avevano detto che il materiale della messaggistica tra Palamara e gli altri magistrati coinvolti in questo scandalo non faceva neppure parte del fascicolo principale. Per questo, dopo le elezioni dello scorso ottobre, avevamo delegato il collegio dei probiviri per l'acquisizione di questo materiale".

L'astensione come cura... Fine di una dipendenza ?



Pubblichiamo una sintetica ma acuta, e quanto mai obiettiva, analisi del risultato delle recentissime elezioni suppletive del Csm (le terze in un anno), che si sono tenute domenica e lunedì scorsi per sostituire il togato Marco Mancinetti, dimessosi dopo aver appresso di essere oggetto di un procedimento disciplinare fondato sulle  chat di Luca Palamara.   

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di Gabriella Nuzzi - Magistrato


Da qualche parte, tra i vari comunicati ufficiali, ho letto che la rinuncia al voto di oltre il 40% dei magistrati italiani è il segnale di una rinuncia alla partecipazione democratica di persone che “invece hanno scelto di non votare, per protesta, perché si era alla terza elezione suppletiva, per la pandemia, per sfiducia in reali cambiamenti”. E, di contro, che il voto di “5710 colleghi” ha rappresentato “un no chiaro al sorteggio”.

venerdì 16 aprile 2021

Buone letture: da "Il Giornale" del 12 aprile 2021



Stefano Zurlo intervista Giuliano Castiglia - Magistrato

Usa un linguaggio mai sentito a queste latitudini. E va all'attacco dei vertici dell'Associazione nazionale magistrati: «Il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia si deve dimettere». Senza tanti complimenti. Giuliano Castiglia, gip a Palermo, è uno dei leader di Articolo 101, la lista - guai a chiamarla corrente - che ha raccolto 651 voti alle ultime elezioni e sta sparigliando i giochi dentro il Palazzo.

Dottor Castiglia, perché Santalucia se ne deve andare?

«Perché da troppi mesi i vertici dell'Anm tergiversano sulle chat di Palamara, prendendo tempo, non rispondendo alle questioni poste dal sottoscritto e dagli altri tre colleghi di Articolo 101 che con me siedono nel comitato direttivo centrale dell'Anm, perché in definitiva mi pare evidente la volontà di insabbiare tutte le problematiche affiorate con il caso Palamara».

Lui è stato espulso dall'Anm. Non vi basta?

«Per niente. Noi diciamo basta alle correnti che dentro il Csm sono espressione di una parte, anzi dei partiti. Questa logica non ci appartiene, ma questa logica è dominante e questa logica riemerge nella vicenda delle chat».

In pratica, cosa è successo?

mercoledì 14 aprile 2021

"Il titolare sono io !"



di Massimo Vaccari - Magistrato

A poche ore dalla pubblicazione, anche su questo blog, del comunicato con i quali i componenti del CdC dell’Anm della lista “Art.101” hanno invocato a gran voce le dimissioni del Presidente Santalucia sono arrivate le prime reazioni.

La prima è stata quella del diretto interessato che ha rilasciato agli organi di informazione la seguente stringata dichiarazione: “Il mio comportamento è stato sempre ispirato al massimo rispetto dello Statuto dell’Associazione, delle leggi, degli atti normativi sovranazionali, delle indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali, oltre che della piena autonomia del collegio dei probiviri e del suo lavoro. Grazie al mio impegno, in linea con quello della Giunta esecutiva precedente, il collegio dei probiviri è stato posto nelle migliori condizioni per operare".

lunedì 12 aprile 2021

Il Presidente dell'Anm si dimetta !



Pubblichiamo la richiesta di dimissioni del Presidente dell'Anm che i componenti del Comitato direttivo centrale della lista Articolo101 hanno formalizzato pochi minuti fa. 
Si tratta di una iniziativa senza precedenti nella storia della tuttora unica associazione di magistrati italiani, che è ampiamente giustificata dalla inaudita gravità delle scorrettezze e violazioni delle norme statutarie che il dott. Santalucia avrebbe commesso in relazione a tempi e modi della acquisizione delle chat di Luca Palamara. 

Nostro onore. La giustizia siamo noi.



di Massimo Vaccari - Magistrato 

L’opinione pubblica è rimasta giustamente sconcertata dal comunicato con il quale la giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati aveva invitato, alcuni giorni fa, i dirigenti degli uffici giudiziari a “rallentare immediatamente” o “a sospendere” l’attività giudiziaria non urgente in mancanza di interventi normativi volti alla limitazione della medesima, in considerazione dell’andamento dell’epidemia e dell’esclusione del personale del comparto giustizia dal piano nazionale vaccinale.

Il documento ha anche meritato le critiche unanimi degli organi di informazione che lo hanno interpretato come una reazione al mancato riconoscimento ai magistrati di una priorità nelle vaccinazioni anti Covid.

domenica 11 aprile 2021

Il dibattito su "Il sistema"




Prosegue sulle pagine virtuali della rivista "Archivio Penale" il dibattito, iniziato poche settimane fa con un articolo di Nicola Saracino, sul tema “L'impero alla fine della decadenza: crisi della magistratura e crisi della giustizia penale”. 

Questa volta è il turno della professoressa Cristiana Valentini, ordinario di diritto processuale penale, che esamina le ripercussioni sul funzionamento della giustizia penale del sistema disvelato dalle chat dell'indagine a carico del dott. Luca Palamara . 
 




giovedì 8 aprile 2021

La sostenibile bellezza della rotazione


Non pochi affermano che la rotazione dei magistrati nei ruoli direttivi e semidirettivi degli uffici giudiziari sarebbe un'ottima soluzione per la giurisdizione ma la ritengono tecnicamente irrealizzabile.

Orbene, il Blog mette a disposizione di tutti la bozza di un ipotetico disegno di legge che dimostra esattamente il contrario.

Il progetto può essere consultato cliccando sul link che segue.

ROTAZIONE 

Otto articoli, chiari nella loro linearità e, soprattutto, radicalmente lontani dalla infausta scuola di pensiero che regge l’attuale sistema della dirigenza giudiziaria.

Non più la ricerca del "migliore" (soi-disant), disastrosa non solo nel rapporto costi-benefici alla luce dei modestissimi risultati di 15 anni di "Mastellone" ma, ancor più, per essere stata l’espediente con il quale il singolo magistrato è stato asservito al sistema spartitorio correntizio, sottoponendolo a quella lunghissima catena di abusi, soprusi e “modestie etiche” del Lauto Governo, culminata nella paradigmatica notte dell’Hotel Champagne.

Qui “si vira”, verrebbe fatto di dire, in tutt’altra direzione.

Otto articoli che puntano giustamente a valorizzare le risorse interne degli uffici, sulla premessa che la conoscenza diretta, quella vera perché maturata sul campo, lontana dalle fabbriche di medagliette extracurricolari, sia la migliore garanzia di competenza e adeguatezza del magistrato di volta in volta chiamato a compiti di coordinamento della struttura giudiziaria in cui opera.

Giunge, così, un approccio inclusivo che chiama ogni magistrato con un minimo di anzianità di servizio e di ruolo, alla “governance” progressivamente crescente del suo luogo di lavoro, secondo una prospettiva davvero nuova che, escluso ogni valore onorifico ad personam, assegna ad essa valenza di preciso onere: l’onere dell’autogoverno.

Otto articoli che declinano in modo rigoroso il modello voluto dai Costituenti: quello di un magistrato soggetto soltanto alla legge, pari per dignità delle funzioni assolte, indipendente anche dai condizionamenti interni e, perciò, profondamente terzo.

Un modello che si colloca agli antipodi di quello attuale, dove la gerarchizzazione surrettizia generata dall’oligarchia a vita dei sodali, caratterizzata da una carriera a senso unico ascendente, esclude già sulla carta il  90% dei magistrati dalla possibilità di cimentarsi nell’autogoverno, ora ridotto a sterile formula declamatoria. 

Le poche norme in esame si rivelano, così, ampiamente sufficienti a superare la condizione di eterogovernati in cui versano i magistrati italiani. L’esperienza maturata sul campo e la proattiva partecipazione di tutti all’autogoverno in situ sono, in ultima analisi, i pilastri fondamentali della proposta.

In particolare, la previsione di una soglia di accesso (per anzianità di ruolo e di servizio) alla funzione di coordinamento (come, in effetti, sarebbe meglio definire la funzione direttiva nel rispetto dei principi costituzionali menzionati), accanto al periodo massimo triennale di svolgimento della relativa funzione (sulla giusta premessa che la continuità gestionale degli uffici sia assicurata non dalla longevità della leadership bensì dalla diffusione e condivisione della funzione organizzativa) e, infine, al successivo ritorno ad un duraturo bagno di giurisdizione piena divengono i cardini di una concezione nuova dell’autogoverno, capace di riconciliare l’incarico di coordinamento con il principio di pari dignità di ogni funzione giudiziaria e, all’un tempo, di sedare pericolose ambizioni personali…

Otto articoli capaci, dunque, nel loro rassicurante schematismo, di infliggere un colpo mortale a quell’ufficio di collocamento correntizio finalizzato unicamente a piazzare i sodali nei gangli essenziali della giurisdizione.

Non c’è dubbio, poi, che alla politica toccherà il delicato compito del “tuning” di questa preziosa proposta, magari prevedendo soglie diverse di anzianità di servizio e di ruolo per l’accesso alle funzioni di coordinamento, una loro diversa durata o una diversa estensione del successivo tempus lugendi.

Ma che la rotazione sia la strada giusta, quella forse più efficace affinché i cittadini tornino ad avere fiducia in una magistratura autonoma e indipendente e una giurisdizione terza e imparziale, è cosa oramai indubitabile.

Almeno agli occhi della società civile…


martedì 6 aprile 2021

Chi l'ha visto ? Mistero al Csm



Secondo la versione giornalistica, diffusa fino a domenica, la "talpa" che avrebbe scoperto il "disdicevole" incontro tra il consigliere laico del Csm, l'avv. Alessio Lanzi, e il collega ed amico di questi, nonché difensore di Palamara, l'avv. Rampioni, era la moglie del procuratore generale Giovanni Salvi, che abita nello stesso edificio dove ha studio l'avv. Rampioni.

In un redazionale di pochi giorni fa, avevamo evidenziato come alcuni particolari di questa storia non tornassero.

In particolare, scrivevamo come non fosse chiara l’identità del soggetto che aveva visto l’avv. Lanzi accedere allo studio del collega né come questa persona avesse potuto riconoscerlo e nemmeno la ragione per cui avesse pensato di avvertire qualche consigliere del Csm e per di più in via di urgenza.