Si tratta di giubilare il reprobo del correntismo, il dott. Luca Palamara.
Il processo è fissato a giorni e tutte le parti, giudice compreso, si stanno preparando alla messa in scena.
Il giudice in questo caso è anche “parte” in causa perché i comportamenti del dott. Palamara che devono essere puniti non sono soltanto quelli che figurano nell’atto di accusa (un incontro “alla carbonara” all’Hotel Champagne). Egli deve in realtà espiare la colpa d’essersi fatto scoprire mentre agiva come moltissimi altri correntisti, suoi omologhi al CSM, vale a dire mentre ascoltava le suppliche dei
questuanti carrieristi, tentava di assecondarle, stipulava accordi e compromessi coi consiglieri superiori degli altri gruppi per raggiungere l’obiettivo e così fare prosperare sia il “sistema” che la corrente d’appartenenza, entrambi nutrendosi del soddisfacimento delle pulsioni degli adepti.
E la reazione del sistema smascherato è di enorme stupore e spavento, un po’ come capita al mostro che si vede per la prima volta allo specchio: quell’immagine turpe lo terrorizza, lo sconvolge perché ipotizzava d’esser bello, agli occhi altrui.
Non mancheranno occasioni per illustrare i rapporti col dott. Luca Palamara dei singoli membri della Sezione Disciplinare che lo deve giudicare, nella misura in cui essi dovessero essere documentabili alla luce delle chat.
Tuttavia già oggi possiamo occuparci di chi, al fianco del Procuratore Generale (l’accusatore di Palamara), è stato indicato come suo più stretto collaboratore proprio nella materia disciplinare.
Si tratta del dott. Luigi Salvato il quale non esitò - come moltissimi altri, sia chiaro – a caldeggiare la propria nomina all’ambito posto di “Avvocato Generale” (una specie di vice Procuratore Generale) proprio al dott. Luca Palamara, come risulta dalle chat pubblicate sul quotidiano La Verità del 27 giugno alla pagina 15.
Egli, accompagnato da altro dirigente della stessa corrente, era stato ricevuto dal suo “giudice”, nel senso che il dott. Palamara era nelle condizioni di far convergere la decisione del CSM in suo favore, come poi realmente accaduto.
Non sappiamo se il ruolo del dott. Salvato nel procedimento contro il dott. Luca Palamara si sia esaurito nell’apparizione al fianco del Procuratore Generale che ha illustrato alla stampa l’iniziativa disciplinare del suo ufficio contro il “
capo espiatorio”.
Iniziativa che abbiamo già avvertito essere “
monca” dato che non considera una moltitudine di altri fatti (e, soprattutto, di altre persone) che sono emersi dal trojan e che integrano sicuro illecito deontologico del quale risponde il correntismo, al quale non dev'essere evitato di specchiarsi e inorridire.
Sarebbe vile sbarazzarsi di Luca Palamara per poi mantenere la casa sporca.
Perché il magistrato che aspiri a promozioni, a trasferimenti, ad assegnazioni di sede e ad incarichi di ogni natura non si adopera al fine di influire impropriamente sulla relativa decisione, né accetta che altri lo facciano in suo favore e si astiene da ogni intervento che non corrisponda ad esigenze istituzionali sulle decisioni concernenti promozioni, trasferimenti, assegnazioni di sede e conferimento di incarichi. La qual cosa significa che il candidato ad un incarico deve limitarsi a presentare domanda ed a corredarla degli atti che reputa utili e chi decide, cioè il CSM, si limita a farlo nel rispetto delle procedure formali che non contemplano incontri individuali coi consiglieri superiori.
Accantonata per il momento ogni valutazione in termini penalistici ed anche civilistici (risarcimento del danno) delle condotte già emerse, segnaliamo che di episodi come questi se ne trovano a dozzine nel trojan e per bocca dello stesso Procuratore Generale della Cassazione alcune di esse lasciano intravedere gli estremi di un illecito disciplinare assai grave, al punto da ammettere la sanzione più drastica, vale a dire la rimozione, il licenziamento in tronco del magistrato.
Si tratta dell'uso strumentale della qualità che, per la posizione del magistrato o per le modalità di realizzazione, è idoneo a turbare l'esercizio di funzioni costituzionalmente previste.
Perché, ricordiamolo, il CSM è un organo previsto dalla Costituzione per garantire i magistrati nella loro indipendenza ed autonomia, la qual cosa implicherebbe – prima di ogni altra - la tutela dei magistrati dai potentati interni alla magistratura che li rendono tra loro profondamente diseguali.
Ma di questo vorremmo discutere direttamente col dott. Luca Palamara, se vorrà concederci un’intervista.
Nell'anno che è stato pm a Reggio Calabria il dottore Palamara ha chiesto mi fosse applicata la sorveglianza speciale della pubblica sicurezza. Prima e dopo di quella richiesta, e tutt'ora, sono stato oggetto di giudizio di oltre 100 giudici del Tribunale di Reggio Calabria, e persino di una decina del TAR, e della Suprema Corte. Pertanto, mi sento di augurare al Dottor Palamare di trovare l'identica serenità che sto provando io grazie alla scrittura ed all'esternazione del mio vissuto kafkiano in un Tribunale che, appunto, avrebbe lasciato esterrefatto lo stesso Kafka.
RispondiEliminaDal profilo fb di Antonino Arconte:
RispondiEliminaInvito a una riflessione amara ma giusta sui motivi per i quali l'Italia ha perduto la certezza del diritto, come nei periodi bui delle invasioni barbariche. Questa volta, però, i barbari non sono alle porte sono dentro lo Stato. Situazione terribile e devastante che avrebbe portato alla fine di ogni nazione, ma l'Italia regge ancora. Segno di forza morale incredibile e inaspettata, eppure era già accaduto dopo le distruzioni della seconda guerra. Si riprenderà anche questa volta? Non lo so, oggi come allora dipenderà dal popolo Italiano, dalle sue reazioni. Io faccio la mia parte come sempre, continuo a denunciare la malagiustizia e i tradimenti della Patria del diritto in tutte le sedi deputate a tutelare i diritti garantiti dalla Convenzione Europea e sistematicamente violati da giudici deviati dal solco del diritto. Per fortuna solo una parte lo sono, c'è ancora chi resiste e fa il suo dovere. Proprio ieri la Corte Europea mi ha informato che l'ultimo ricorso presentato è stato accolto. Sono ingolfati di Ricorsi dall'Italia. Questi incapaci e corrotti hanno provocato condanne che ci sono costate come popolo ottocento milioni di risarcimenti alle vittime di malagiustizia e nessuno dei governanti che abbiamo avuto è mai intervenuto per farla cessare. Solo finte riforme che hanno lasciato tutto com'è. I movimenti cui assistiamo in questi giorni lasciano sospettare che si preparino le stesse "soluzioni" di sempre. Perciò ... forza Palamara...
Sicuramente Palamara non poteva agire da solo.
RispondiEliminaÈ solo il capo epiatorio
Questo blog è davvero fonte di speranza per tutta la nazione che vuole ancora poter credere in una magistratura intellettualmente onesta e scevra da autocondizionamenti politici.
RispondiEliminaUn avvocato.