di Giuseppe D'Avanzo
(Giornalista)
Da La Repubblica del 24 aprile 2008
Gianfranco Fini se ne va per mercati in passeggiata elettorale “controllando” il permesso di soggiorno degli ambulanti.
Se voleva documentare il disordine, non gli va troppo bene. Al semaforo di Forte Boccea, il venditore di accendini, egiziano, mostra i documenti in ordine.
Più avanti altri due egiziani. Altri due permessi di soggiorno esibiti.
Conclude il prossimo presidente della Camera dei Deputati (ride, ma non deve essere molto soddisfatto): “Dico, non è possibile che tutti siano in regola, mi sa proprio che i documenti se li comprano ...”.
Altra città. Altra scena. Bologna. Il consiglio comunale approva un ordine del giorno per dotare la polizia municipale di spray urticanti e “manganelli”, da usare nelle intenzioni soltanto per legittima difesa perché tra la pistola e le mani nude ci deve essere uno strumento intermedio, si sente dire.
Sempre Bologna. Il sindaco Sergio Cofferati non gradisce che si parli di “ronde”, ma conferma che saranno chiamati “volontari” a svolgere “compiti di assistenza alla cittadinanza più debole e a segnalare comportamenti scorretti o pericolosi”.
Sembra diffondersi, come un’onda impetuosa, una sicurezza “fai da te”. Ogni maggioranza comunale, ogni sindaco, ogni partito con troppo o pochi voti, agita la questione per proprio conto, con una propria iniziativa – “ronde”, “volontari”, ordinanze contro lavavetri, controlli del reddito degli immigrati.
Una babele dove quel che conta, non pare essere l’efficacia dell’iniziativa, la sua coerenza con una “politica”, ma l’eco mediatica che avrà, il dividendo politico che sarà possibile incamerare pronta cassa.
Non c’è di niente di peggio – e di più dannoso – che l’approssimazione, quando si hanno di fronte problemi seri.
Abbiamo imparato, nel corso del tempo, a capire che le politiche pubbliche in tema di sicurezza ridisegnano il profilo stesso della società (mai che si ascolti un qualche ragionamento, a questo proposito); che molte esperienze hanno messo in dubbio l’efficacia delle politiche criminali nel controllo dei conflitti e dei fenomeni illeciti; che il senso di insicurezza non è necessariamente connesso all’esistenza di pericoli “concreti”, ma spesso ha a che fare con il genere, l’età, l’esperienza di vita, la familiarità con l’ambiente in cui si vive, il senso di appartenenza a una comunità.
Ilvo Diamanti ci ha spiegato come l’insicurezza sia un sentimento diffuso, che riflette un timore concreto, reale; ma anche un’inquietudine più nebbiosa.
Non è un scherzo affrontare, con politiche pubbliche efficaci e condivise, la sovrapposizione della Paura, figlia di uno spaesamento esistenziale, con le paure provocate da minacce concrete.
Appena l’anno scorso l’Osservatorio Demos-Coop, ha documentato come “entrambi i sentimenti stanno montando, senza freni”. L’83% degli italiani ritiene che negli ultimi 5 anni la criminalità, nel nostro Paese, sia cresciuta. Nella precedente rilevazione, che risale a 2 anni fa, questa percentuale era già alta: 80%. È cresciuta ancora. È aumentata l’insicurezza locale. Nel 2005, il 34% delle persone percepiva in crescita l’illegalità nella zona di residenza.
Oggi, quella componente è salita di oltre 10 punti percentuali. Ha superato il 44%.
L’incertezza – è la conclusione delle ricerca – si sta insinuando nel nostro mondo, nelle nostra vita. Intorno a noi. Dentro noi stessi. Stentiamo a trovare un rifugio nel quale sentirci protetti.
Infatti, il 57% delle persone si dicono preoccupate della criminalità nella zona in cui vivono. Quasi 10 punti più di due anni fa.
Si può affrontare una catastrofe “emotiva” e concretissima così imponente con qualche alzata d’ingegno, con una mossa del cavallo, con un’iniziativa propagandistica e qualche posa gladiatoria?
Non pare. Eppure è quel che accade in un clima di allegra spensieratezza secondo un canovaccio che attribuisce alla “destra” la capacità di “combattere la criminalità”. Lo pensa il 40% degli italiani mentre solo il 18 riconosce una qualche fiducia al centrosinistra che appare debole, incerto, incapace di comprendere, spiegare, affrontare il fenomeno. E proprio per questo è chiamato a dotarsi ora di una “cultura della sicurezza” moderna, non ideologica, arricchita dai valori del rispetto della dignità della persona.
A giudicare da quel che si è visto ieri, e nei giorni addietro, “destra” e “sinistra” sembrano muoversi nella stessa direzione sbagliata.
Frammentarietà e approssimazione degli interventi. Qualche sceneggiata propagandistica.
Che finiranno soltanto per aumentare la percezione di insicurezza che affligge il Paese.
“Spaesamento esistenziale ... ma come parli ... le parole sono importanti ..." !
RispondiEliminaCiaff !
P.S.: Grandissimo, Ballantini !
A me, invece "spaesamento esistenziale" sembra abbastanza cacofonico da esprimere la sensazione diffusa che c'è in giro.
RispondiEliminaAbbiamo perso noi stessi? abbiamo perso la bussola? Sanno questi signori che si riempiono la bocca di belle e demagogiche parole, quanto costa accompagnare uno straniero alla frontiera? Se ci dicessero la verità in questa cosa (io ho sentito dire che, in passato, verso aprile, già finiscono i fondi...), sarebbe manifesto quanto sono in malafede questi tizi che giocano con il fuoco (odio e razzismo).
Il potere e i soldi sono cose desiderabili, ma ogni tanto costoro pensano anche ai loro figli? a non farli crescere in un mondo di odio e di paura? o pensano che, una volta messe in moto le forze della stupidità riescano a fermarsi prima di aver fatto grandi danni?
Un saluto a tutti
I.
Di tutte le cose tragiche che stanno dietro le vincende oggetto dell'articolo di D'Avanzo, quella che mi preoccupa di più è quella messa in luce con molto acume da "Il cane di Jack".
RispondiEliminaLa gente che sta al potere innesca ondate emotive nel popolo per biechi fini di conquista del consenso, senza curarsi (per gravissima ignoranza o, più probabilmente, per osceno cinismo) del fatto che le "emozioni popolari" innescano forze che dopo un po' vanno del tutto fuori controllo.
"Eccitare gli animi" in maniera strumentale è una della cose più disoneste che il potere possa fare.
Ma temo, purtroppo, che, come ha sempre fatto in passato, continui a farlo ancora oggi.
Felice Lima
Ha ragione Felice Lima quando sostiene che c'è chi usa a suoi personalissimi fini, elettorali e non, la diffusissima paura dello straniero, specie se "arabo", africano, albanese o, negli ultimi tempi, rumeno.
RispondiEliminaMa la verità, probabilmente, sta nel mezzo, perché accanto alle varie strumentalizzazioni ci sono anche i fatti. Quelli, purtroppo, li conosciamo tutti, e solo chi ha un "paraocchi ideologico" grande come una casa riesce a non vederli.
Cordiali saluti.
.
RispondiEliminaQualche “fatto”, “che solo chi ha un ‘paraocchi ideologico’ grande come una casa riesce a non vedere”.
I risultati presentati nel febbraio di quest’anno (e dunque aggiornati) di un’indagine compiuta dall’Istat interamente dedicata al fenomeno delle violenza fisica e sessuale contro le donne.
Si tratta di una indagine frutto di una convenzione tra l’Istat – che l’ha condotta – e il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità – che l’ha finanziata con i fondi del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza” e “Azioni di sistema” del Fondo Sociale Europeo.
I risultati si possono leggere nella relazione che si trova nel sito internet dell’Istat, qui e, il testo integrale, qui.
Da questa indagine emerge che il 69,7% degli stupri è opera dei partner delle vittime. In particolare, il 55,5% è opera degli ex partner e il 14,2% è opera del partner attuale. Il 17,4% degli stupri è opera di un conoscente e il 6,2% è opera di estranei (di “ESTRANEI” che è parola diversa da “stranieri”), una piccolissima parte dei quali stranieri.
Il tasso di delinquenza degli stranieri nel nostro Paese è complessivamente bassissimo.
In sostanza, in Italia, la stragrande maggioranza degli stupri, degli omicidi – dolosi e colposi -, degli spacci di droga, per non parlare delle corruzioni e concussioni, degli abusi edilizi, delle evasioni fiscali, delle calunnie, degli sfruttamenti sono commessi da italiani.
Quanto al fatto che saremmo un Paese “invaso” dagli stranieri, le cifre dell’immigrazione relative ad alcuni paesi europei sono le seguenti: Svezia 5,2%,Germania 9,0%, Gran Bretagna 5,3%, Spagna 11,0%, Italia 5,0%.
Abbiamo, quindi, meno immigrazione che in Svezia e in Gran Bretagna, quasi la metà dell’immigrazione che ha la Germania e meno della metà di quella che ha la Spagna.
Scrive Naomi Klein in “Shock Economy” che “Il disastro originario [in questo caso un episodio di violenza carnale come, purtroppo, se ne registrano molti in tutto il mondo] getta l’intera popolazione in uno stato di shock collettivo … capita così che le società sotto shock si rassegnino a perdere cose che altrimenti avrebbero protetto con le unghie e con i denti”.
In questo caso le “cose che in altri tempi avremmo protetto con le unghie e con i denti” sono lo Stato di diritto, che significa, fra l’altro, la responsabilità personale degli atti criminosi, senza generalizzazioni razziali che rischiano di rispondere ai crimini individuali con un crimine collettivo.
Sullo stesso tema, in questo blog:
“Rumeni, giustizia e demagogia”
“Democrazia e principi. Il pericolo delle culture eudemoniste”
“La giustizia tradita e strumentalizzata dal potere”
”La democrazia può averla solo un popolo informato e consapevole”
In attesa che qualcuno confuti questi “fatti” con dati OGGETTIVI diversi un caro saluto a tutti.
Felice Lima
P.S. – Ovviamente queste questioni hanno a che fare con la “giustizia”, perché è importante che la giustizia sia ispirata dalla ragione e si distingua dai linciaggi nelle piazze e in televisione.
Da recente frequentatore del sito, vorrei anzitutto congratularmi con gli autori per l'idea di base e per i contenuti degli articoli.
RispondiEliminaE' una piacevole sensazione constatare che l'indignazione fa ancora parte dei nostri sentimenti.
La strumentalizzazione delle emozioni a fini di potere è ormai esercitata in modo talmente sfacciato che è forse addirittura superfluo commentarla.
Ma il profilo di maggiore gravità penso sia determinato dal fatto che, traendo profitto dall'ignoranza, il potere stesso si adopera con ogni mezzo divulgativo affinchè la mediocrità di pensiero impedisca lo sviluppo delle idee.
Non so quanto sia concreta la possibilità che "l'onda emotiva" possa andare fuori controllo, quando è ormai così facile indirizzarla; ma mi sgomenta pensare che la prospettiva sia quella della totale incapacità di opposizione.
Un saluto.
Mimmo Rossi
Mi spiace che Felice Lima abbia usato un tono probabilmente risentito: posso assicurarlo che non mi riferivo certamente a lui quando parlavo di "paraocchi" !
RispondiEliminaD'altra parte, avevo avvertito che la verità stava probabilmente nel mezzo. Ma vorrei ora aggiungere che se la POPOLAZIONE CARCERARIA italiana è composta per il 36% (se non ricordo male) da stranieri, laddove questi sono soltanto il 5% del totale della popolazione, evidentemente costoro presentano COMUNQUE un tasso di criminalità (incredibile, ma vero ...) più elevato degli italiani, volendo parlare soltanto di fredde cifre.
Cordiali saluti.
Ora...
RispondiEliminai dati ci dicono che la % di reati commessi dagli stranieri REGOLARI è paragonabile a quella degli italiani...
bene...
ci sono (poco "stimati" presumo) 500mila irregolari, quanto sarà la percentuale di criminali di questi? (o se preferite di brave persone)
i rapporti dicono che il 33% della popolazione carceraria è straniera... (vogliamo farli due conti?)
Non sarà per questo che gli italiani non si sentono al sicuro?
Non sarà che gli stranieri (regolari e NON) concentrati in determinate aree fanno sentire il "disagio" in modo diverso?
Non sarà che gli "slavi" sono + cruenti degli italiani?
Non ci sarà la nostra ottusa voglia di difendere le "proprie ragioni" (se non quando fedi ideologiche) a tutti i costi a fare danno al danno?
le statistiche, i numeri, i dati e quello che vi pare, vanno letti... non rigurgitati.
Riporto una parte (mi auguro leggiate l'intero rapporto della fondazione ISMU, quanto sotto riportato è presente anche nella rapporto di sicurezza, anche se con "parole" diverse)
L'incidenza degli stranieri tra i denunciati varia molto a seconda dei reati: 3% per le rapine in banca, 6% per quelle negli uffici postali, fino al poco meno del 70% che caratterizza i borseggi.
Tra questi due estremi, gli stranieri costituiscono il 51% dei denunciati per rapina in abitazione o furto in abitazione, il 45% dei denunciati per rapina in pubblica via, il 19% per le estorsioni e il 29% per le truffe e le frodi informatiche.
Per quanto riguarda i reati violenti, la quota di stranieri va dal 39% dei denunciati per violenze sessuali al 36% per gli omicidi consumati e al 31% per quelli tentati, al 27% dei denunciati per il reato di lesioni dolose. Simili sono poi le percentuali di stranieri sul totale degli arrestati per alcuni reati predatori strumentali, come i furti di autovetture (38%) e gli scippi (29%) (Rapporto sulla criminalita', 2007). E' importante sottolineare che la maggioranza di questi reati e' stata commessa da stranieri irregolari, mentre quelli regolari commettono reati nella stessa percentuale della popolazione italiana. Coloro che commettono reati provengono principalmente dalla Romania, dal Marocco e dall'Albania.
Riuscite a vederla la causa del problema? o vogliamo continuare a giocare ai politici? perchè mi sembra questa la piega e la piaga... e alla fine nonostante i buoni propositi, ci si ritrova a fare il loro sporco gioco...
(quando ero bambino io si giocava a guardia e ladri, ma ora sono sparite le "guardie")
Onelio P.
p.s. e quella sarebbe una giornalista? mah...
pps x Felice Lima
"Il tasso di delinquenza degli stranieri nel nostro Paese è complessivamente bassissimo"
Non è vero... vedi sopra o meglio, leggi il rapporto sulla sicurezza, non soffermarti solo sul numero di reati commessi...
"In sostanza, in Italia, la stragrande maggioranza degli stupri, degli omicidi – dolosi e colposi -, degli spacci di droga, per non parlare delle corruzioni e concussioni, degli abusi edilizi, delle evasioni fiscali, delle calunnie, degli sfruttamenti sono commessi da italiani"
A parte ritenerla, come già detto, una lettura storpiata...
Non credo vadano mischiati dati di corruzione, abusi edilizi, evasioni fiscali (anche se qui potrei aprire una parentesi... ops la chiudo pure) e le calunnie con il senso di sicurezza dei cittadini, indigeni o meno che siano.
Sui dati ISTAT mi astengo per il momento vista l'ora, e se parliamo di stupro... bisognerà "concordare"
sul significato di questa parola e sull'uso...
fonti:
rapporto_set06_ind.pdf
effetti_indulto_giugno2007.pdf
Rapporto Ismu
Per Paolo Emilio.
RispondiEliminaPaolo Emilio, non si dispiaccia dei toni che uso io.
Rifletta su quelli che usa Lei.
Non pensavo che Lei si riferisse a me parlando di "paraocchi ideologici".
Non agisco solo se e in relazione al fatto che qualcuno "ce l'abbia con me".
Ciò che ceravo di farLe capire - ma invano - è che Lei ha un approccio inutilmente violento.
La Redazione altrove ha cercato di spiegarglielo.
Ci riprovo ancora.
Rilagga il Suo commento delle 22.12 e rifletta su questo: non sarebbe stato più logico che Lei dicesse la Sua opinione, qualunque fosse, magari facendo la fatica di argomentarla, invece di spararla come un assioma, ma comunque evitando di aggiungere che chi non vede ciò che vede Lei ha i paraocchi?
Qual è la ragione che fa sì che non le basti dire la Sua opionione e Le risulti indispenmsabile insultare quella altrui?
Già che si trova in questa pagina, rilegga anche il Suo commento delle 13.19. Ancora una volta, cosa Le impedisce di "argomentare per contraddire" invece di sfottere, irridere, banalizzare?
Felice Lima
Alla donna (italiana o straniera) che subisce la violenza, oltre l'oltraggio insopportabile che la fa sentire contaminata nel profondo dell'anima, che cosa gliene deve importare delle statistiche.
RispondiEliminaAnzi, dopo che, nell'assenza di legislazione che preveda una pesante pena ed un'altrettanto CERTEZZA della pena,alla violenza subita, può solo maledire chi la costringe a doversi guardare e divendersi da SOLA dai soprusi perpetrati in famiglia, dai soprusi perpetrati dal compagno o ex compagno, connazionale o straniero e anche in aggiunta dall'"estraneo".
Mi fa orrore sentire la "politica" proporre il "braccialetto". Come per dire guardati da sola. E poi che facciamo? Forniamo tutte le donne del braccialetto?
Me la vedo già la malcapitata in tribunale "torchiata" dal legale (d'ufficio, mi raccomando, privilegiato rispetto ai suoi colleghi "liberi professionisti" perchè ormai "stipendiato dallo "stato")del balordo(italiano o no)a cui viene fatto un processo immediato con corsia preferenziale, appunto, dicevo, la malcapitata dovrà difendersi da un attacco del tipo "perchè, pur in possesso del braccialetto, non ha dato l'allarme, vuol dire che ha accettato volontariamente di seguire il balordo, che era consenziente al rapporto?".
E' già successo nel passato che qualche sentenza ha determinato la consensualità in un caso in cui fu dichiarato che poichè la malcapitata aveva dei pantaloni molto stretti, il violentatore non "sarebbe" stato in grado di levarglieli se non con l'aiuto della donna.
Ritengo che esaminare il problema sicurezza cercando di non toccare suscettibilità ideologiche sia sbagliato.
A me interessa l'ordine, il rispetto delle regole da parte di tutti, e chi non rispetta le regole deve essere punito con pena certa, che sia italiano, comunitario, extracomunitario, regolare o clandestino.
Se queste norme di sicurezza poi vengono da destra o da sinbistra non me ne importa niente.
Ma ci devono essere, uguali per tutti.
Alimentare argomenti ideologici, e tutti diversi, equivale a giustificare chi dovrebbe fare delle norme precise a non farsene mai carico.
Ieri ho sentito che "la banda dei tombini" è "uscita".
Dopo lo sforzo e il dispendio delle forze dell'ordine, e il carico di lavoro dei magistrati.
La magistratura, ultima nostra spiaggia, DEVE avere i mezzi legislativi e pratici per fare questo lavoro. Altrimenti parlarsene addosso non risolverà mai il problema, e tanti balordi (di qualunque razza) vaganti troveranno in Italia il loro paradiso.
Alessandra
Per Paolo Emilio e per Onelio.
RispondiEliminaComincio da Paolo Emilio.
Il fatto che la popolazione carceraria sia composta quasi esclusivamente da extracomunitari e tossicodipendenti non significa che quelli delinquono di più.
Significa, purtroppo, (e se studiate un po' lo scoprirete anche voi) che il nostro sistema penale è tarato sui "poveri cristi".
In Italia i potenti, i ricchi, le persone socialmente meglio inserite, sfuggono agevolmente al carcere e alla pena.
Lo abbiamo scritto in tanti articoli di questo blog, che spiegano anche come quetsa cosa viene praticata.
La signora Franzoni è stata dichiarata colpevole dell'omicidio del figlio da due sentenze ed è ancora a piede libero. Va in televisione a insultare i suoi giudici, eccetera eccetera.
Immaginate la stessa situazione, ma con una extracomuniatria al posto della signora Franzoni.
Vedete, non è immaginabile. Perchè per fare quello che fa la signora Franzoni (colpevole o no non so e peraltro non mi interessa: mi limito alle emergenze giudiziali) devi avere denaro per pagare avvocati e devi appartenere a un ceto sociale che possa far scattare "solidarietà".
Se la condannata in due gradi fosse una extracomunitaria e fosse a piede libero, il Ministro della Giustizia avrebbe già mandato gli ispettori in Tribunale per sapere perchè e per come.
Quanto a Onelio.
La Sua lettura delle statistiche richiederebbe diverse pagine per essere inquadrata adeguatamente.
Qui mi limito a dirLe che quello che manca del tutto in questo Paese è la legalità.
E certo non per colpa degli stranieri.
Ciò che è assurdo e paradossale è che un Paese nel quale l'illegalità è diffusa a tutti i livelli poi si stupisca che di questa si alimentino anche i reati degli emarginati e degli stranieri.
La mia modestissima proposta è che si provi a recuperare legalità. Questa "funzionerà" nei confronti di tutti.
Ma se, per liberare Previti, si fa un indulto di tre anni (mai fatto prima, ma a Previti servivano proprio tre anni), poi non ci si deve stupire che, per l'indulto di Previti escono dal carcere anche i borseggiatori.
Mi sono occupato di extracomunitari per lavoro.
Un paio di anni fa sono stato invitato a tenere una conferenza su "Immigrazione e legalità".
Stavo per dire di no, ma poi ho parlato con gli organizzatori, che mi hanno detto che potevo dare alla conferenza il taglio che volevo.
Ho fatto un elenco lungo un chilometro di illegalità che gli immigrati non fanno, ma subiscono.
Dunque, Onelio, dalle Sue statistiche Lei trae la convinzione - in parte fondata e in parte no - che gli scippi li commentono in prevalenza gli stranieri.
La verità è che gli scippi li commentono i più "marginali": a Firenze gli stranieri a Catania i catanesi più poveri.
I delinquenti che stanno meglio non fanno reati nei quali il rischio di essere presi (a causa del confronto fisico con la vittima) è troppo alto in relazione al modesto "profitto".
In sostanza - e qui Le dò una risposta breve alla Sua lettura delle statistiche - con i reati accade la stessa cosa che accade con i lavori.
Chi è disperato accetta di stare in un campo di pomodori per una giornata per pochi euro. Chi sta un po' meglio vuole almeno un call center. Chi sta ancora meglio vuole un posto al Comune.
Nei reati, chi è "alla frutta" fa gli scippi. Chi sta un po' meglio fa rapine in banca. Chi sta ancora meglio fa una frode alla Comunità europea (non so se ha visto una delle ultime puntate di Report). Chi sta ancora meglio "aggiusta" un processo in Cassazione con la complicità dei giudici e "vince" mille (dico MILLE) miliardi di lire (è il noto caso).
In carcere vanno quelli degli scippi e delle rapine.
Non quelli della truffa CEE, perchè grazie alla legge Cirielli fatta dal precedente parlamento e non modificata da questo, quei reati si prescrivono tutti, e non quelli dei processi aggiustati in Cassazione, perchè per quelli il Parlamento intero fa una legge di indulto "su misura".
La mancanza di contatto con la realtà consente le mistificazioni.
I musulmani avrebbero una maggiore tendenza dei cattolici al "suicidio esplosivo".
In realtà la "molla" non è la religione di appartenenza, ma la condizione di vita. Avete mai visto un musulmano ricco, con moglie, figli e auto Mercedes farsi saltare in aria a un posto di blocco?
L'elemento di discrimine non è la religione, è la condizione di vita. Accidentalmente accade poi che la religione più diffuda nei paesi meno sviluppati sia quella musulmana. Ma il problema, la malattia, è il sottosviluppo, non la religione di appartenenza.
Torno alle illegalità commesse contro gli immigrati.
Dicevo, me ne sono occupato per lavoro.
Si va dalla sistematica violazione del diritto di asilo - sancito dalla Costituzione - allo sfruttamento nel lavoro. Si va dall'approfittamento del fatto che, essendo irregolari, non possono chiedere giustizia ai tribunali, alla negazione del diritto alla salute.
Si fa da affitti a prezzi furibondi, solo perchè, appunto, quelli non possono invocare l'equo canone in tribunale, agli abusi di ogni tipo.
Ricopio dalla relazione del Procuratore Generale di Catania del 17 gennaio 2004: "Il Presidnete segnala che quasi tutti i motivi di ricorso denunciano gravi violazioni di legge da parte dell'autorità di polizia, e in particolare, quanto ai casi pià rilevanti, violazioni del diritto di asilo degli interessati, espulsioni di straniere coniugate con cittadini italiani, consegna di provvedimenti di espulsione non tradotti nella lingua del destinatario e precisa che si è dovuto procedere al sistematico annullamento dei provvedimenti in accoglimento dei ricorsi".
Per voi due che leggete tutto con un pregiudizio politico, preciso che quel Procuratore Generale, andato in pensione, è stato candidato come sindaco di una città dal centro destra. Dunque, non è l'ennesimo magistrato "comunista".
Ci si deve chiedere, dunque: perchè dovrebbe stupire che una persona che non si vede riconosciuti i suoi diritti, che non è rispettata come essere umano, che subisce violenze e ricatti di ogni genere, i cui figli non hanno da mangiare, non dovrebbe poi, quando non sa dove prendere i soldi e si accorge che uno che ne ha tantissimi lo sfrutta per pochi euro e si rifiuta di dargli anche il minimo sindacale, finire con il fare uno scippo?
La mia banale proposta è: arrestiamolo quando fa lo scippo e prima di quello scippo arrestiamo tutti quelli che lo fanno vittima di reati né meno gravi né meno schifosi.
Ciò non avviene, perchè in questo Paese la propaganda dei politicanti di ogni colore riempe ore di telegiornali per uno scippo e minimizza perseguitando il giudice che la accerta l'appropriazione illegale di una intera banca.
Felice Lima
Oltretutto, vorrei aggiungere, vi è anche un problema di metodo che sta alla base. Il metodo che usano i nostri "decisori" per fare le leggi, io non l'ho mai capito. Le leggi, a mio modestissimo avviso, dovrebbero essere precedute da studi scientifici, da vere e proprie valutazioni di impatto sociale ed economico (vedi le questioni "indulto", "prescrizione" etc). E prima ancora, i problemi da affrontare vanno definiti in modo da potere dare loro una soluzione (non vi è un problema degli extracomunitari, ma una miriade di problemi che riguardano la povertà, il controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine, la riduzione in schiavitù delle prostitute straniere, persino lo stato dell'illuminazione pubblica, etc, in cui è presente per motivi vari l'elemento "stranieri"). Quando facciamo o tentiamo di fare discorsi appena un po' più seri di quelli che si fanno al bar, dobbiamo tenere presente che ogni affermazione scientifica (in senso lato) deve essere suscettibile di falsificabilità, che le statistiche devono essere lette con attenzione, perché spesso fatti dovuti a cause diverse, vengono spesso letti erroneamente in rapporto di causalità l'uno con l'altro o a dimostrazione delle proprie tesi precostituite (vedi il caso della composizione della popolazione carceraria). Insomma, senza voler offendere nessuno, se vogliamo discuterne, sono disposto a studiare per farlo a patto che lo stesso facciano anche i miei interlocutori senza generiche accuse di avere i paraocchi. I paraocchi ideologici, è vero, sono strettamente connessi alla mancata conoscenza dei fatti e dalla mancanza di una capacità ideativa adeguata e proprio per questo rendono impossibile risolvere i problemi in maniera efficace e anche con senso di umanità, nei confronti di chi comunque deve essere considerato un anello debole.
RispondiEliminaHo sentito qualcuno dire che gli abusi edilizi non c'entrano. C'entrano, vagamente, ma c'entrano, nel senso che danno la misura di quanto lo Stato non sia capace di applicare le proprie leggi (o magari che le leggi vengano fatte malgrado si sappia che non verranno applicate). Anche con gli extracomunitari, sono disposto a scommettere, si farà, come si è già fatto, lo stesso.
Un cordiale saluto a tutti
I.
Per "Il cane di Jack".
RispondiEliminaLei scrive: "Ho sentito qualcuno dire che gli abusi edilizi non c'entrano. C'entrano, vagamente, ma c'entrano, nel senso che danno la misura di quanto lo Stato non sia capace di applicare le proprie leggi (o magari che le leggi vengano fatte malgrado si sappia che non verranno applicate)".
Sono d'accordo con Lei, tranne che in una cosa.
La questione degli abusi edilizi, come anche quella (irrisa da Onelio) dell'evasione fiscale c'entra con la questione che stiamo trattando, ma non "vagamente". C'entra principalmente e sostanzialmente.
Una spiegazione "alta" di questo si trova nel libro di Gherardo Colombo "Sulle regole".
Una spiegazione semplificata provo a darla qui.
Le regole e le leggi servono a fondare una società non sulla forza, ma sulla ragione, non sul potere ma sulla uguaglianza.
Se si capisce questo, il meccanismo delle regole ha senso.
Diversamente diventa una cosa vergognosa.
Per provare a spiegare la cosa in poche righe, pongo delle domande.
Cosa, se non un meccanismo di "non uguaglianza", porta alcuni a ritenere che si debbano considerare gravissimi e preoccupanti per tutti dieci furti in appartamento e non la costruzione di una albergo in un'area protetta sul mare?
Perchè farebbe più danno alla società il furto di una Mercedes, magari con le armi giocattolo in pugno, rispetto alla appropriazione illegale di cento miliardi di euro della Comunità Europea a mezzo dei noti meccanismi?
Chi decide che è più grave l'accattonaggio ai semafori, rispetto alla malagestio degli uffici di collocamento?
Perchè devo solidarizzare con un imprenditore che evade il fisco e, dunque, mi deruba (perchè io le tasse le pago), e nessuno solidarizza con me che denuncio che quell'imprenditore non paga i suoi dipendenti nei termini di legge?
Perchè è più grave che uno straniero entri in Italia senza permesso (cosa che non è reato, ma solo una contravvenzione amministrativa), piuttosto che un italiano lo faccia lavorare "in nero" e, dunque, senza tutta una infinità di "conseguenze virtuose" del lavoro "non in nero" (cosa che è reato)?
Perchè fa meno danno uno che si fa la veranda abusiva, rispetto a uno che ruba della benzina dal serbatoio di un'auto?
Perchè è più grave che un extracomunitario abiti in una baracca in periferia senza permesso ed è meno grave che le assunzioni nei comuni siano in grande numero frutto di raccomandazioni?
Cosa sfascia di più la società?
Cosa mio figlio pagherà di più? Da cosa sarà più danneggiato, dal vedere lavavetri ai semafori o dall'avere tutti gli ospedali pieni di primari nominati non per meriti ma per tessera di partito?
I lavavetri non uccidono. I primari bestie si.
Eccetera, eccetera, eccetera.
La regola, la legge, ha senso se è qualcosa di giusto a cui tutti devono sempre prestare ossequio.
Chi la invoca per fare il proprio interesse - accettabile o porco che sia (l'interesse) - e, dunque, invoca la legge a tutela dei suoi interessi e irride alle leggi che tutelano interessi altrui fa una delle operazioni più disoneste e dannose che si possano pensare.
Anche se purtroppo una delle più diffuse di questi tempi.
Non posso avere nessun rispetto per chi mi chiede di applicare solo le leggi che gli fanno comodo.
Chi vuole avere il diritto di invocare la legge, la rispetti. Tutta.
La pretesa di tanti oggi - al potere, ma, purtroppo, sempre più anche fra i cittadini qualunque - di avere leggi solo per il proprio comodo sta devastando l'idea stessa di una vita sociale fondata su regole.
Stiamo subendo una vera metamorfosi del concetto stesso di legge.
E' la ragione per la quale il prof. Ferrajoli dice che il diritto muore (al video si può accedere da questo blog tramite questo link).
Il diritto post rivoluzionario nasce come strumento di uguaglianza, per diffondere diritti.
Oggi è ormai uno strumento per difendere privilegi. Dei ricchi contro i poveri. Dei forti contro i deboli. Della maggioranza contro la minoranza. Dei paesi forti contro quelli deboli.
E' la vittoria della forza e del potere sulla giustizia e la ragione.
Felice Lima
Io, sono totalmente d'accordo con quello che dice Felice Lima, solo penso si tratti di problemi diffusi e, in un certo senso, a monte della discussione sin qui svolta. Certo anche il problema del metodo (o dell'assenza di metodo) è un problema generale e a monte. E comunque cancello il "vagamente" :-)
RispondiEliminaI.
P.S. Mi dispiace ma per problemi tecnici non sono riuscito ad ascoltare il prof. Ferrajoli (Non sono così bravo da installare Real Player sul mio linux ubuntu :-)
RispondiEliminaI.
Proviamo a mettere l'intervento di Ferrajoli su Google Video, in modo che sia fruibile più agevolmente.
RispondiEliminaLa Redazione
Caro Dottor Lima,
RispondiEliminaEvidentemente il Suo lavoro l'ha privata del senso dell'umorismo, se ritiene che abbia voluto "sfottere" con cattiveria qualcuno. A parziale discolpa, visto il risultato del mio post delle 13.19, posso soltanto dichiarare che non sono un umorista di professione.
Ho sempre cercato, peraltro, di manifestare le mie opinioni in modo civile, e continuerò a farlo, non intendendo accettare alcuna, eventuale, provocazione.
Per questo motivo non Le risponderò riguardo alle accuse di pregiudizio "politico", tanto facile sarebbe, e con maggiori argomenti, dedurre il reciproco.
Né cercherò di farle cambiare idea sul mio conto. Mi rendo conto che è inutile.
La prego soltanto di comprendere, se mai ne avesse il tempo, che nel nostro paese esistono anche persone libere, oltre a quelle schierate da una parte o da un'altra, e che la vita, se mi permette, non è una competizione ideologica, dove in un campo stanno i "buoni" e nell'altro i "cattivi".
Guardi, non so che percezione abbia Lei del sentire della popolazione, ma mi creda: alla gente non importa quasi nulla di Previti. Veltroni l'aveva capito, finalmente, anche se troppo tardi !
Nemmeno è esatto, a onor del vero, che non importi proprio nulla. Importerebbe di più se si sentisse più sicura ! Nella scala di esigenze percepite dalla popolazione, Previti non è oggi al primo posto.
Perché per la "ggente", come ha detto una volta Lei con malcelato disprezzo, è più importante non essere scippata per la strada di vedere Previti nelle patrie galere ! E se la "ggente" fosse più tranquilla e sicura, avrebbe anche maggiori occasioni di interessarsi ai reati finanziari, all'aggiotaggio societario, alla corruzione, alla concussione, ecc.
Lei dice, ancora: "Cosa, se non un meccanismo di 'non uguaglianza', porta alcuni a ritenere che si debbano considerare gravissimi e preoccupanti per tutti dieci furti in appartamento e non la costruzione di una albergo in un'area protetta sul mare?".
A mio avviso, è grave anche il fatto che Lei soltanto ponga questa domanda, perché l'albergo deturpa sì il paesaggio, essendo inoltre costruito su area demaniale, ma provi a immaginare cosa prova il cittadino quando torna a casa e trova il suo modesto appartamento devastato dai ladri, sempre ammesso che i ladri se ne siano andati ! Cosa vuole che gliene importi, a quel cittadino, dell'albergo senza permesso di costruire, se trova la sua casa devastata e sa per certo che nessuno pagherà mai per i danni e, di più, che da quel momento dovrà sempre vivere nella paura ? L'albergo si potrà abbattere, prima o poi. Ma ridare la pace interiore a una persona è assai più difficile.
Io non riconoscerei alcuna autorità ad uno Stato che ponesse in secondo piano la sicurezza dei cittadini per perseguire soltanto un certo tipo di reati. Andrebbero, invece, perseguiti tutti, indistintamente ! Ma se l'obbligatorietà dell'azione penale è ormai sostanzialmente svanita, preferirei perseguire in primo luogo i reati che magari danno meno evidenza al Sostituto di turno, ma che allarmano e offendono maggiormente la popolazione.
Vorrei ora inserire una piccola parentesi, riferendomi al post dove Lei dice che "il diritto post rivoluzionario nasce come strumento di uguaglianza, per diffondere diritti".
Le domando: ma ci crede veramente ?
Legga "Viaggio di Pulcinella" di Monaldo Leopardi, legga pure la feroce prefazione di Moravia, ma provi a restare un pochino obiettivo e a confutare serenamente gli assunti di Pulcinella: scoprirà che la ragione non è sempre, tutta, da una sola parte.
Perché se il risultato finale della rivoluzione francese è stato soltanto quello di cambiare le leve del potere, per poi finire con Napoleone in Russia e milioni di morti all'attivo, per arricchire i nuovi capitalisti (massoni e schiavisti, peraltro) sarebbe stato meglio seguire la via inglese, senza decapitazioni e senza inutili stragi, belliche e civili.
Mi fermo qui, altrimenti divagherei per ore.
Tengo però a dirLe che per dare del "violento" al sottoscritto, mi creda, ce ne vuole !
Cordiali saluti.
Grazie a Paolo Emilio e Felice Lima! (Paolo Emilio non si offenda, se il Grazie per Lima è più profondo)
RispondiEliminaPer Felice Lima
RispondiEliminaLa Sua lettura delle statistiche richiederebbe diverse pagine per essere inquadrata adeguatamente.
sarebbe interessante analizzarle insieme.
Sono convinto, che ci troveremmo d'accordo su molti punti, più di quanto lei pensi
Qui mi limito a dirLe che quello che manca del tutto in questo Paese è la legalità.
Questo è il nodo centrale!
E certo non per colpa degli stranieri.
Al contrario di quanto lei pensa di me, potrei essere d'accordo anche se coi dovuti ma...
forse lungo il cammino ci arriviamo...
Ciò che è assurdo e paradossale è che un Paese nel quale l'illegalità è diffusa a tutti i livelli poi si stupisca che di questa si alimentino anche i reati degli emarginati e degli stranieri.
Se lo dice in generale va bene, se rivolto a me no.
La mia modestissima proposta è che si provi a recuperare legalità. Questa "funzionerà" nei confronti di tutti.
Guarda caso... la vedo anche io così!
Ma se, per liberare Previti, si fa un indulto di tre anni (mai fatto prima, ma a Previti servivano proprio tre anni), poi non ci si deve stupire che, per l'indulto di Previti escono dal carcere anche i borseggiatori.
Vede... io non guardo chi era il governo che ha dato il via libera a determinate leggi...
guardo chi, all'interno del parlamento, ma anche fuori, non si è opposto... vale per l'indulto vale per tante altre cose... dx, sx, centro, sopra, sotto che siano... colpevoli, per me, allo stesso modo.
Come colpevoli sono chi, certe porcherie legislative, pur additandole prima, e avendo facoltà di eliminazione dopo, non l'ha fatto...
[..]
Dunque, Onelio, dalle Sue statistiche Lei trae la convinzione - in parte fondata e in parte no - che gli scippi li commentono in prevalenza gli stranieri.
Le statistiche sono del ministero degli interni...
No... la mia lettura, per quanto lei non abbia simpatia ad un tale accostamento, è simile a quella sua. Credo, mi corregga se sbaglio, che le forze dell'ordine in una parte del paese lavorino “meglio” (anche perchè messi in condizione di lavorare meglio per tante e diverse ragioni)
Voglio dire... al sud è facile vedere (scusate l'esempio sciocco) due ragazzi in motorino senza casco passare “impuniti” d'innanzi alle forze dell'ordine. Qui, dove abito io, sarebbe impossibile.
Quindi una sorta di illegalità e mal costume al sud è più tollerata (cerchiamo di non divagare sul perchè e sul per come questo sia... ). Una cosa mi ha stupito tornando all'esempio...
A Napoli l'uso del casco è limitato... diciamo 1 o 2 a 10, sull'isola di Procida a pochi minuti di traghetto da Pozzuoli, ho visto una sola persona non usarlo. Perchè questa differenza?
La verità è che gli scippi li commentono i più "marginali": a Firenze gli stranieri a Catania i catanesi più poveri.
Come mi trova d'accordo... Allora vede che ci avviciniamo nelle interpretazioni dei dati?
Gli stranieri si sono, ovviamente, insediati nelle realtà più ricche... chi non ha un lavoro e/o perchè non vuole un lavoro (come anche italiani) cercano espedienti (espedienti che generano insicurezza in chi ci abita, espedienti a cui non eravamo abituati).
Fino a pochi anni fa il garage di casa mia non veniva mai chiuso a chiave... ora ci è impossibile non farlo... questo è il senso di insicurezza a cui mi riferisco! Eppure i furti ci sono sempre stati...
Ma non venite a dire a ME che è colpa dell'onda politica, che sono razzista, che sono veronese o altro...
Nelle zone più povere non c'è spazio per altri criminali, si convive coi soliti, diventa abitudine (purtroppo).
Quindi mi pare normale che in alcune zone ci si senta più minacciati dagli stranieri, perchè i reati da questi, principalmente vengono perpetrati. E l'efferatezza di certi reati non è nella cultura italiana, né al nord né al sud.
Attenzione che mi riferisco ai cd reati minori, che al cittadino tanto minori non sembrano
Ma non sono contro gli stranieri, sono contro l'impunità e al lassismo, nei confronti di tutti!
E non confondiamo gli stranieri... tra loro. Hanno culture diverse... cingalesi e romeni (per fare un esempio) non hanno nulla a che spartire... (culturalmente parlando e si vede). Gli stessi romeni si differenziano, a seconda della zona di provenienza... come vale anche per gli italiani.
I delinquenti che stanno meglio non fanno reati nei quali il rischio di essere presi (a causa del confronto fisico con la vittima) è troppo alto in relazione al modesto "profitto".
In sostanza - e qui Le dò una risposta breve alla Sua lettura delle statistiche - con i reati accade la stessa cosa che accade con i lavori.
Chi è disperato accetta di stare in un campo di pomodori per una giornata per pochi euro. Chi sta un po' meglio vuole almeno un call center. Chi sta ancora meglio vuole un posto al Comune.
E questo, seppur legalizzato, scatena la guerra tra poveri... “vince” chi lavora per meno...
e poi nascono quelle simpatiche vedute che rubano il posto di lavoro (il che per certi aspetti è vero ma anche no) . Vedute che, come sappiamo, vengono strumentalizzate...
Vede in Italia si ha il difetto, per come la vedo io, di non cercare e risolvere la causa del problema, ma fornire soluzioni (che non partendo dalla causa si riveleranno sempre “soluzioni” pagliative)
(vedasi Alitalia... )
Nei reati, chi è "alla frutta" fa gli scippi. Chi sta un po' meglio fa rapine in banca. Chi sta ancora meglio fa una frode alla Comunità europea (non so se ha visto una delle ultime puntate di Report). Chi sta ancora meglio "aggiusta" un processo in Cassazione con la complicità dei giudici e "vince" mille (dico MILLE) miliardi di lire (è il noto caso).
Ho scelto anni fa di non guardare la TV.... (se non rarissimamente) ma questo non significa io non sappia... il caso lo conosco benissimo...
In carcere vanno quelli degli scippi e delle rapine.
Come è giusto che sia... purtroppo per troppo poco tempo me quanto mi riguarda..
Non quelli della truffa CEE, perchè grazie alla legge Cirielli fatta dal precedente parlamento e non modificata da questo, quei reati si prescrivono tutti, e non quelli dei processi aggiustati in Cassazione, perchè per quelli il Parlamento intero fa una legge di indulto "su misura".
Dice bene.... parlamento. E mi trova pienamente in sintonia...
La mancanza di contatto con la realtà consente le mistificazioni.
La mancanza con la realtà, viene foraggiata dalle TV (per questo la mia scelta) e in generale dai mass media... e anche qui mi trova d'accordo.
I musulmani avrebbero una maggiore tendenza dei cattolici al "suicidio esplosivo".
In realtà la "molla" non è la religione di appartenenza, ma la condizione di vita. Avete mai visto un musulmano ricco, con moglie, figli e auto Mercedes farsi saltare in aria a un posto di blocco?
L'elemento di discrimine non è la religione, è la condizione di vita. Accidentalmente accade poi che la religione più diffuda nei paesi meno sviluppati sia quella musulmana. Ma il problema, la malattia, è il sottosviluppo, non la religione di appartenenza.
Torno alle illegalità commesse contro gli immigrati.
Dicevo, me ne sono occupato per lavoro.
Si va dalla sistematica violazione del diritto di asilo - sancito dalla Costituzione - allo sfruttamento nel lavoro. Si va dall'approfittamento del fatto che, essendo irregolari, non possono chiedere giustizia ai tribunali, alla negazione del diritto alla salute.
Si fa da affitti a prezzi furibondi, solo perchè, appunto, quelli non possono invocare l'equo canone in tribunale, agli abusi di ogni tipo.
Non voglio entrare nel merito dei Musulmani, o delle violazioni del diritto di asilo. Mi limito a prendere atto di quanto lei riporta. Senza contraddire perchè non ho nulla da ridire.
Mi limito a dire che le illegalità le subisco anche io... sicuramente meno degli immigrati ma questo, se mi permette, non mi fa sentire meglio. Lei è un uomo che ha un certo “potere”, una cultura reverenziale nei suoi confronti, e certe vessazioni che subiamo noi comuni mortali lei nn le vivrà mai. Quanto sarebbe bello essere tutti uguali... tutti con gli stessi diritti, tutti con gli stessi doveri. Un mondo pieno di nutella...
Per voi due che leggete tutto con un pregiudizio politico, preciso che quel Procuratore Generale, andato in pensione, è stato candidato come sindaco di una città dal centro destra. Dunque, non è l'ennesimo magistrato "comunista".
In questo blog leggo esplicitamente contenuti e contributi di, passatemi il termine, di sinistra.
Ma questo non mi fa leggere con pregiudizio, non mi pare di aver fatto accuse di sorta sull'argomento, anzi... aggiungo che ho sempre preferito confronti con la “sinistra”. Ritengo, generalmente parlando o quantomeno per mia esperienza personale, la sinistra più acculturata. Io la cultura non so nemmeno dove stia di casa... forse per questo ne sono attratto e allo stesso tempo ne fuggo. Nonostante però questa cultura riscontrata, mi ritrovo spesso allo stesso punto, sia chi si dice di destra sia chi si dice di sinistra alla fine non ammettono colpe, difendono i bastioni di concetti più del passato che del presente, alzano un muro e il dialogo/confronto va a farsi benedire. Quando mi aspetterei da chi ha cultura un atteggiamento diverso.
Se io dovessi parteggiare per un partito, mi rattrista dirlo, non c'è. E dirò di più... un uomo di legge che si schiera con un partito attuale, qualunque esso sia e per certi versi specialmente nel centro dx, mi mette i brividi.
Ci si deve chiedere, dunque: perchè dovrebbe stupire che una persona che non si vede riconosciuti i suoi diritti, che non è rispettata come essere umano, che subisce violenze e ricatti di ogni genere, i cui figli non hanno da mangiare, non dovrebbe poi, quando non sa dove prendere i soldi e si accorge che uno che ne ha tantissimi lo sfrutta per pochi euro e si rifiuta di dargli anche il minimo sindacale, finire con il fare uno scippo?
Perchè vede... lo scippo, o un altro reato nei confronti di altre persone non fanno parte della mia cultura e dell'educazione ricevuta, del contesto in cui sono cresciuto (figlio di padre operaio, madre casalinga)...
dire che chi scippa... è lo sfruttato o il pagato poco è una forzatura... forzata.
La mia banale proposta è: arrestiamolo quando fa lo scippo e prima di quello scippo arrestiamo tutti quelli che lo fanno vittima di reati né meno gravi né meno schifosi.
Ciò non avviene, perchè in questo Paese la propaganda dei politicanti di ogni colore riempe ore di telegiornali per uno scippo e minimizza perseguitando il giudice che la accerta l'appropriazione illegale di una intera banca.
Come posso non condividere?
Onelio P.
Per Felice Lima (e anche x il Cane di Jack),
RispondiElimina“Sono d'accordo con Lei, tranne che in una cosa.
La questione degli abusi edilizi, come anche quella (irrisa da Onelio) dell'evasione fiscale c'entra con la questione che stiamo trattando, ma non "vagamente". C'entra principalmente e sostanzialmente.”
Irrisa? Dove? La prego di farmelo notare.
O preferisce che le dica come avrei trattato io il caso Valentino Rossi? (solo per fare un esempio chiaro a tutti)
E che dire dei 98miliardi di euro delle slot machines, partiti coinvolti DS e AN? Chi ne parla?
(ricordo che il debito pubblico è 1600miliardi, questi da soli si sono fregati 100miliardi, 1/16)
Veniamo al dunque... riporto quanto da me postato:
“Non credo vadano mischiati dati di corruzione, abusi edilizi, evasioni fiscali (anche se qui potrei aprire una parentesi... ops la chiudo pure) e le calunnie con il senso di sicurezza dei cittadini, indigeni o meno che siano. “
Lei si riferisce al “senso di legalità”,
io mi riferivo al “senso di sicurezza” dei cittadini.
Conviene non siano la medesima cosa?
Sono due aspetti legati alla legalità, ma non la stessa cosa.
E non mi pare di aver certo detto quello che lei afferma con convinzione sul mio conto,
ma al contrario la restante parte del suo contributo, e da lei egregiamente esposto, lo condivido in toto.
Cordialmente
Onelio P.
ps. se parliamo di evasione fiscale, che ne direbbe se citassimo pure gli avvocati oltre agli imprenditori? Se vuole porto esempi...
pps se cerca altri fenomeni di sfascio sociale, si guardi al semplice “effetto bullismo”,
di che sarà conseguenza?
Scusate,
RispondiEliminacavalcare l’onda della paura a fini di potere postula dover indirizzare l’attenzione su fatti di sangue o stupri, e non certo su abusi edilizi o truffe.
Fatti comunque gravissimi, solo che i primi suscitano paura immediata e gli altri … noncuranza.
Consentitemi una banalità.
Qualche anno fa, ho assistito allo sgomento che ha suscitato negli abitanti di una piccola isola di cui è originaria mia moglie l’arresto del Presidente della Corte (se mal non ricordo, forse il titolo non è citato in forma del tutto corretta), imputato di presunta corruzione sulla scorta di intercettazioni.
Li ho sentiti dire “oggi qui la giustizia è morta”, ed ho percepito che gli indigeni non si ponevano (come magari doveva essere giusto porsi) alcuna domanda in ordine alla legittimità dell’arresto, o delle intercettazioni, o della fondatezza della accuse; ma non lo facevano per inciviltà o scarso senso della giustizia.
Al contrario, quel fatto aveva fatto crollare in ciascuno di loro il mito della giustizia, personalizzato in loco dal massimo esponente della stessa.
Invece, al sottoscritto quel fatto è apparso quasi normale.
Ho procurato a me stesso un alibi di ferro: può mai un siciliano sgomentarsi di un fatto che, seppur certamente grave, riguardava una “mera” corruzione? E poi è una piccola isola, 350.000 anime, non sono abituati …
Probabilmente, quindi, quando si “abitueranno”, perderanno anch’essi la sensibilità di fronte a fatti che non colpiscano in modo diretto il senso di sicurezza personale.
Allora, forse anche noi, se riacquistassimo quella sensibilità (o meglio, l’automatica esigenza della giustizia), riusciremmo a provare uguale “paura” e senso di insicurezza tanto di fronte ad efferati delitti contro la persona quanto di fronte a reati di abusivismo o di truffa.
Quello che mi appare desolante (parlo ovviamente da un punto di vista assolutamente personale) è che noi tutti ci affanniamo a consultare statistiche cercando di trarre dalle stesse dati che ci consentano di affermare che un comportamento illegale è, tuttavia, meno illegale di un altro; che il primo sia un problema reale ed immediato per la collettività, ed il secondo marginale e comunque non altrettanto dannoso; e che, perciò, sia legittimo approntare rimedi urgenti ed indifferibili nel primo caso, non necessitando il secondo di pari impellenza e decisione nell’intervento.
In sostanza, abbiamo creato una gradualità nelle priorità (e forse questo potrebbe anche essere corretto); ma il profilo sconfortante sta nel fatto che siamo arrivati a questo proprio perché ormai “alla gente non importa quasi nulla di Previti” (cito Paolo Emilio, commento in data odierna, ore 13,27).
E questo è probabilmente vero.
Paradossalmente, occorrerebbero forse campagne propagandistiche altrettanto tambureggianti per far capire quanto la corruzione, l’abuso, l’evasione fiscale, siano atti illegali idonei a determinare pari senso di insicurezza nella collettività, forse non nell’immediato ma di certo in prospettiva. E quanto, forse, stiano proprio alla base delle problematiche sociali che originano fatti brutali e crimini efferati.
Ciò è ovviamente irrealizzabile, e forse altrettanto sbagliato.
E’ più verosimile auspicare che l’informazione induca a domandarsi perché qualcuno di noi abbia maturato la convinzione che “gli slavi sono più cruenti degli italiani” – cito Onelio, commento del 24.04.08, cui ricordo che alcuni miei conterranei hanno sciolto esseri umani nell’acido, ma lo rassicuro in ordine al fatto che sono una percentuale assolutamente residua; ed al tempo stesso ci faccia riflettere sul perché la circostanza che Tizio abbia potuto impunemente realizzare un albergo abusivo, magari godendo di finanziamenti, e sfruttare il lavoro di dipendenti sottopagati (forse anche di quello slavo che ha poi agito violentemente …) non ci provochi pari indignazione.
E non mi riferisco all’informazione divulgata a mezzo stampa (che oggi cita a grandi lettere l’invocazione dell’uso della pena di morte da parte di una autorità politica, giovandosi dell’orrore determinato dall’ennesimo delitto) o dai Tg., perché i giovani – quelli in cui è doveroso rivolgersi per auspicare un cambiamento, posto che ormai noi siamo troppo “abituati” – leggono poco e guardano il “Grande Fratello”.
L’informazione è quella che va fatta nel rapporto e nel confronto quotidiano, a casa, nelle scuole, al lavoro, al semaforo …
Ma se continuiamo ad accapigliarci sulle statistiche … perseguiamo soltanto quella abitudine, che trasmetteremo ai nostri figli, ad occuparci degli effetti e non delle cause, a trarre da fatti eclatanti conclusioni frettolose ed “emotive”, e ad agevolare quella strumentalizzazione della paura che, credo, si sia concordi almeno nel ritenere deplorevole.
Consentitemi di dirlo da siciliano colpevolmente “abituato” …
Un saluto.
Mimmo Rossi
P.S. Scusate i tanti "forse" ...
Vorrei ringraziare...
RispondiEliminaMimmo Rossi per aver detto:
"Ma il profilo di maggiore gravità penso sia determinato dal fatto che, traendo profitto dall'ignoranza, il potere stesso si adopera con ogni mezzo divulgativo affinchè la mediocrità di pensiero impedisca lo sviluppo delle idee."
un punto che condivido appieno, avevo intenzione di dire qualcosa di simile... poi gli eventi...
E un grazie ad Alessandra.
Cari saluti
Onelio P.
Gentilissimo Mimmo Rossi,
RispondiEliminaapprezzo moltissimo anche il suo secondo contributo (sarà che riporta anche cose da me dette...).
Mi permetta solo una precisazione, dato che ha citato quella mia frase.
Il paragone della violenza "slava" era riferito alla tanta violenza (e questa ha una ragione storica) che spesso mettono in atto nei furti nelle case... stupri e altro.
I conterranei che cita lei, che sciogligono negli acidi, non hanno nulla a che fare con questo fenomeno da 4 soldi... dei furti nelle case.
La ringrazio
Onelio P.
ps ah il 4° potere...
A Mimmo Rossi.
RispondiEliminaCarissimo Mimmo,
ti ringrazio di cuore anche io per la tua graditissima presenza fra noi.
Un abbraccio.
Felice
Grazie a tutti voi.
RispondiEliminaUn dibattito così PREZIOSO e GRATUITO su questi importanti temi
dovrebbe essere trasmesso in Parlamento per un serio esame da parte di tutte le forze politiche che se ne dovrebbero far carico nell'interesse generale della Nazione.
Noto che di cose serie ormai se ne parla ovunque tranne che lì.
Alessandra
Vorrei proporre un quesito, rivolto a tutti, su due affermazioni/proposte fatte da Felice Lima e Mimmo Rossi, che a mio avviso e/o per ignoranza del sottoscritto, meriterebbero un approfondimento.
RispondiEliminaFelice Lima:
La mia modestissima proposta è che si provi a recuperare legalità.
Mimmo Rossi:
Allora, forse anche noi, se riacquistassimo quella sensibilità (o meglio, l’automatica esigenza della giustizia), riusciremmo a provare uguale “paura” e senso di insicurezza tanto di fronte ad efferati delitti contro la persona quanto di fronte a reati di abusivismo o di truffa.
re-cuperare e ri-acquistare...
La domanda:
è mai esistita in Italia quella legalità o l'automaitica esigenza di giustizia a cui Lima e Rossi fanno riferimento? e se si... quando?
Scusate e non me ne vogliate se a qualcuno la domanda risulterà banale, ma non sono mai stato uno studente modello e in fondo sono un emarginato anche io...
Grazie in anticipo
Onelio P.
ps un'ultima richiesta... la mia domanda è seria e sincera, quindi niente sarcasmo se possibile.
Gentile Onelio,
RispondiEliminail mio auspicio più grande è il confronto franco - e dunque non adulatorio o ruffiano - ma sinceramente cortese.
Dunque, quando sono sarcastico o polemico è sempre solo perchè mi ci sento costretto dal mio inetrlocutore.
In sostanza, faccio il polemico solo con chi lo è con me per primo.
E' bello confrontarsi con chi non la pensa come noi e per farlo efficacemente bisogna partire da un sincero rispetto dell'altro.
Dunque, La ringrazio di cuore dell'approccio cortese con cui pone le domande contenute nel Suo commento delle 19.01 e della opportunità di dialogo che mi offre.
La mia risposta - per quel che può valere - è che, se ho capito bene la Sua posizione, anche io, come Lei, penso che, sotto certi profili, la legalità nel nostro Paese non andrebbe "recuperata" (come se prima l'avessimo avuta e solo poi l'avessimo persa), ma andrebbe conquistata (non avendola mai avuta).
In questo senso, penso che effettivamente questo non sia il tempo peggiore della nostra società.
Questo tema e questi concetti li trova affrontati nel post “Perché non possiamo consegnarci allo sconforto e alla rassegnazione”.
D'altra parte, però, è vero che negli ultimi decenni (diciamo dall'inizio degli anni '90) è successa una cosa che non ci aspettavamo.
Prima di allora il "male" c'era (scusi la semplificazione manichea, ma serve solo alla brevità dell'argomentazione) e non era né più né meno quello di adesso, però, quando veniva messo a nudo, lo si qualificava come tale.
Dunque, se un funzionario pubblico veniva sorpreso a rubare, veniva cacciato o comunque deprecato.
D'accordo, è vero, non sempre né spesso. Ma diciamo "tendenzialmente".
Se un politico aveva una amante, per "onorarla", le regalava un anello di diamanti.
Per fare un paragone certamente inelegante, in quegli anni, se uno tradiva la moglie, lo negava anche contro l'evidenza.
I compagni di lavoro e di partito prendevano le distanze da chi veniva sorpreso a fare imbrogli.
Oggi è successo qualcosa - che è sotto gli occhi di tutti e la cui dinamica non illustro solo per brevità - a seguito della quale tante persone fanno a gara a raccontare in televisione quante volte hanno tradito la moglie.
Le amanti vengono "onorate" con un seggio in Parlamento e a volte anche con un posto di Sottosegretario di Stato.
Resta Sottosegretario di Stato chi si faceva portare la cocaina al Ministero.
Un senatore a vita - Emilio Colombo - viene sorpreso a farsi comprare la cocaina dai carabinieri della scorta e tutti, invece di cacciarlo con ignominia, si indignano perchè la cosa finisce sui giornali. E lui resta - e lo è ancora oggi - senatore a vita!!!!
Per quello che può valere la mia modesta opinione, non credo che, sotto certi profili, stiamo molto peggio in assoluto di tanti anni fa.
Credo, però, sotto altro profilo che vantarsi del "male" invece di vergognarsene intacca i presupposti per una speranza di riscatto (in sostanza, non solo ora stiamo male come prima, ma stiamo "tagliando le gambe" agli strumenti con i quali dovremmo riscattarci).
Il che, sotto diversi profili, rende la nostra situazione decisamente "peggiore".
Aggiungo, poi, altre due considerazioni.
La prima per dire che, se è vero che alcune cose c'erano anche prima, oggi bruciano di più.
Lo schiavismo e il razzismo ci sono sempre stati. Ma dopo una pace mondiale faticosamente riconquistata e la promulgazione di alcune costituzioni e di alcuni fondamentali trattati internazionali, vedere che, invece di andare avanti, torniamo indietro fa un male "speciale".
Lo sfruttamento delle donne, l'avvilimento della loro dignità, purtroppo l'abbiamo sempre praticato, ma constatare che dopo quelle che credevamo conquiste definitive di dignità, rispetto e parità, la quasi totalità di ciò che viene venduto, proposto, offerto viene propagandato con corpi femminili "usati" nel modo più avvilente e degradante; prendere atto che migliaia di ragazze giovani sognano non più di fare il medico o la pilota di arei o di auto, ma la "velina" (!!??), che migliaia di ragazzi non sognano di avere una opportunità di studiare, ma una di andare al Grande Fratello fa una certa impressione.
La seconda considerazione per dire che alcune cose oggi sono più indegne di ieri.
Prenda la fame e l'ingiustizia.
Anni fa si aveva l'alibi del "non abbiamo i mezzi", "non abbiamo gli strumenti".
Oggi abbiamo strumenti e mezzi.
Vedere morire milioni di persone di fame perchè il modello di vita di noi popoli "civili" ricchi distrugge risorse e produce conflitti dà la misura di quanto la tragedia di due guerre mondiali non ci abbia insegnato nulla.
Mi permetta di rinviare su tutto questo alla bellissma relazione del prof. Ferrajoli che abbiamo pubblicato stamattina: “Il cuore del problema: la legge, i diritti, la giustizia”.
Grazie ancora, Onelio, per la Sua attenzione e disponibilità.
Un cordiale saluto.
Felice Lima
Vorrei rispondere a Onelio, per dirgli che sì, una certa maggior "legalità" è veramente esistita. Non si tratta di valori assoluti, ché la perfezione non è di questo mondo, ma certamente negli anni '60 c'era una notevole differenza rispetto al mondo contemporaneo, pur essendo la popolazione pressoché la stessa, numericamente, di quella odierna, e godendo già di un notevole benessere rispetto al decennio precedente.
RispondiEliminaFarò alcuni banalissimi esempi:
1) Potevo lasciare la bicicletta sotto casa, senza chiuderla con la chiave, ché nessuno me l'avrebbe rubata (dico sul serio);
2) La Polizia Municipale girava armata (con la Beretta '34 ...) anche se non aveva quasi mai occasione di usare l'arma ! Ed erano quasi tutti ex agenti di Pubblica Sicurezza (con le stellette, si badi bene) o ex Carabinieri;
3) Non esistevano i "drogati", se non nelle grandi città e anche qui in numero appena rilevabile;
4) Non esistevano immigrati, né regolari, né tantomeno irregolari. Gli unici erano i c.d. "marocchini", che giravano d'estate vendendo esclusivamente tappeti, e anch'essi erano assai pochi, essendo un fenomeno tipicamente "balneare";
5) C'era un numero di avvocati all'incirca dieci volte inferiore all'attuale. Ma il numero dei funzionari di cancelleria e dei magistrati era pressoché simile a quello odierno !
6) C'era il processo penale "inquisitorio", che funzionava molto meglio dell'attuale;
7) Non c'erano le sentenze interpretative e/o "manipolative" della Corte Costituzionale;
8) Non c'era il Pretore, poi Giudice, del Lavoro;
9) Non c'era la suddivisione in correnti dell'A.N.M.;
10) I tempi della giustizia civile e penale erano accettabili, anche se all'epoca già se ne lamentavano ...
Ma soprattutto, pur nella differenza delle opinioni dei singoli cittadini, erano diffusissime alcune cose che oggi non si trovano più. Tra le quali vorrei ricordare l'educazione, l'istruzione, l'umiltà e il rispetto.
Cordiali saluti.
P.S. - Sono più che mai convinto che l'unica valida ragione per preferire il mondo attuale è il progresso della medicina, sul presupposto di disporre di un buon sistema sanitario ...
Gentile Felice Lima,
RispondiEliminami lasci condividere con lei, ma anche con tutti i compartecipanti a questo blog, l'idea di scambio e di un confronto franco. Non amo le ipocrisie, tanto meno i ruffiani, o i supporters tipo stadio...
Sono una persona schietta (con tutti i limiti annessi).
Detto questo, il termine “sarcastico” non era per nulla rivolto a lei, non faccio riferimenti come da mio “stile” o abitudine. Anzi, non credo nemmeno lei sia polemico.
Di questi e altri aspetti, o del fatto che ritengo (sigh) di essere stato polemico o sarcastico in sole 3 occasioni finora ma non con lei (e avrei piacere me le evidenziasse), come di altre critiche nei miei confronti, se lo ritiene opportuno, ne potremmo discutere via email. Le critiche costruttive sono ben accette da queste parti.
La stima nei suoi confronti è sempre rimasta immutata, stimo una persona per quello che “offre” non perchè la pensa come me.
Torniamo all'oggetto del quesito e la ringrazio per averlo accolto.
Le dico perchè mi sono posto quella domanda (che se vuole c'entra poco col senso della legalità dei cittadini, ma almeno, le consentirà di darmi del pazzo )
Leggendo per l'appunto i commenti mi è andata la memoria al caso Mattei (anno 1962),
La morte di Mattei, pardon l'omicidio, avviene quindi a soli 14anni dalla costituzione, e soli 16 anni dalla nascita della repubblica italiana. Mattei, passatemi il termine, foraggiava correnti diverse della DC. L'omicidio è stato archiviato come errore del pilota, le indagini sono state lacunose, depistaggi, reperti e documentazioni sparite o distrutte... etc etc. Tutto come avviene oggi e come è avvenuto in tante altre occasioni... ma li eravamo agli albori della repubblica ed eravamo già allo sfascio. In 3 lustri avevamo già distrutto la repubblica, la democrazia, la legalità... in virtù di interessi a noi sconosciuti, per gli interessi di poteri forti che, lasciatemelo dire, sono probabilmente gli stessi che ci governano tutt'ora. E in accordo con Ferrajoli, estranei alla nostra nazione.
Dovremmo prendere coscienza di noi stessi... e divenire Stato, non succursale.
Riprendo sue due frasi, anche se non erano contigue.
“D'altra parte, però, è vero che negli ultimi decenni (diciamo dall'inizio degli anni '90) è successa una cosa che non ci aspettavamo.”
“Il che, sotto diversi profili, rende la nostra situazione decisamente "peggiore". “
Partendo quindi dal presupposto, che determinate situazioni accadevano anche in passato, mi permetta di dire che, ugualmente, non ce ne curavamo, erano più mascherate, ma sapevamo quel che accadeva... .
dall'esempio Mattei... mi sono fatto questa idea...
La nave “Repubblica Italiana” è stata varata con una falla, una falla non evidente, un po' celata, che procurava un affondamento lento, per anni, decenni... dal '90 abbiamo iniziato ad incamerare più acqua, affondiamo più velocemente... ora a sentire l'acqua bagnare i piedi siamo in più persone... ma non abbiamo molta scelta. Purtroppo ancora in troppi sono convinti basti raccogliere l'acqua in un recipiente e riversarla in mare. Pochi provano a non soccombere cercando di imparare a nuotare e di insegnare a nuotare piuttosto che annegare nel “sonno”.
Se non era per quel qualcuno venuto dal “nulla” ora starei dormendo... e forse anche molti di voi...
Per questo non vedo peggio... o meglio, lo vedo, ma proprio per questo spero sia causa per un riscatto... certo non è detto ci si riesca...
Dobbiamo solo trovare il modo di salire sul ponte, raccogliere più persone e “imparare” a nuotare. Nuotare non per sopravvivere, ma per costruire e iniziare a vivere (mi sembro Coehlo :s, scusate la personalissima opinione sull'autore... ognuno ha suoi “gusti”)
Ponte? Senza “TV” non esiste ponte... hehe
Ammetto di non aver mai avuto (lo veda come sfogo), e mi si scusi il termine, il piacere di vedere un dipendente dello stato licenziato per abusi, peculato... al limite vengono trasferiti.
Li ho visti ottenere privilegi... da bar.
E questo agli italiani fa male. E' segno di “disuguaglianza”, è segno di giustizia che viene meno.
Temo che esempi di giudici, forze dell'ordine e appartenenti a tutti quegli organi destinati al controllo lasciatisi sedurre da carriera e denaro in cambio di favori siano sempre esistiti.
Come del resto nel privato, ma evidentemente con penalizzazioni diverse.
“I compagni di lavoro e di partito prendevano le distanze da chi veniva sorpreso a fare imbrogli.”
Ammetto di non avere sufficienti informazioni, ma i pochi esempi sull'argomento che mi vengono alla mente (anni'70-'80) mi lasciano qualche dubbio. Almeno a certi livelli.
Non avendo esperienze dirette sull'argomento... accoglierò la sua frase come invito ad approfondire.
Prima di allora il "male" c'era (scusi la semplificazione manichea, ma serve solo alla brevità dell'argomentazione) e non era né più né meno quello di adesso, però, quando veniva messo a nudo, lo si qualificava come tale.”
credo si chiami marketing...
Tornando al senso di legalità dei cittadini italiani, dagli abusi edilizi, ai soprusi subiti, all'evasione fiscale, i condoni(!), etc.. credo, in accordo con lei, ed altri, e fermo restando i punti contenuti nella sua risposta, si possa constatare non ci sia mai appartenuto.
Dobbiamo sicuramente impegnarci per ottenerlo, per assaporarlo almeno una volta.
Perchè mi ci scontro ogni giorno, e il mio fegato non ce l'ha fa più.
Sicuramente un passo più difficile del senso di sicurezza, ma questo, me lo conceda, da riottenere.
Notiamo più quello che ci viene tolto, e non quello che non abbiamo avuto o potevamo avere.
Credo il modello di vita attuale si basi sull'“indifferenza”... mentre il motore è sempre lo stesso...
Cari saluti,
Onelio P.
ps scusate i pasticci ma non sono molto in “forma” stasera.
Paolo Emilio,
RispondiEliminami rendo conto che se le chiedessi... quali sono le principali cause che hanno permesso di perdere quei punti.. la risposta consterebbe di n pagine... e forse talune inesplicabili (dipendenti da situazioni non prettamente italiane)
Sull'istruzione, avevo il sospetto...
ma manco a dirlo, i “cani” dalle scuole non possono essere allontanati...
Cordiali saluti
Onelio P.
ps
abbia fede, visti gli interessi economici, ci giocheremo anche il sistema sanitario funzionante
Gentile Onelio,
RispondiEliminacondivido le convincenti considerazioni da Lei svolte nel Suo commento delle 23.39.
Un caro saluto.
Felice Lima