La legge! ... è ... dev'essere ... speriamo che sia ... dobbiamo fare in modo che sia ...
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domenica 28 febbraio 2021
Commissione non sente, sistema non duole
sabato 27 febbraio 2021
Posta "raccomandata"
di Rosario Russo - Magistrato
Domandare è lecito, rispondere è cortesia
DOTT. LUCA PONIZ
già Presidente dell’A.N.M.
DOTT. GIUSEPPE SANTALUCIA
Presidente dell’A.N.M.
Illustrissimi Magistrati,
nel corso della adunanza del Consiglio Direttivo Centrale, svoltasi
il 6 febbraio 2021, avete ritenuto non condivisibili le critiche da più parti mosse
alla direttiva con cui, in data 22 giugno 2020, il P.G. presso la Suprema Corte
ha ritenuto, in via generale e preventiva, che:
«Applicando
questi principi, ed esemplificando, l'attività di autopromozione, effettuata direttamente
dall'aspirante, anche se petulante, ma senza la denigrazione dei concorrenti o la
prospettazione di vantaggi elettorali, non può essere considerata in violazione
di precetti disciplinari, non essendo 'gravemente scorretta' nei confronti di altri
e in sé inidonea a condizionare l'esercizio delle prerogative consiliari.
Buone letture: da il Riformista del 5 febbraio 2021
martedì 23 febbraio 2021
Nelle mani del Signore
Il tempo di disunire?
lunedì 22 febbraio 2021
Lettera al Capo dello Stato
AL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA
anche nella Sua qualità
di
PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
LETTERA APERTA
Signor Presidente,
Le scriviamo avendo ben presente il Suo discorso del 21 giugno 2019 al Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, nel quale esprimeva, con fermezza, il grave sconcerto e la riprovazione per la degenerazione del sistema correntizio e l’inammissibile commistione fra politici e magistrati, evidenziando come tali fenomeni avessero pesantemente compromesso il prestigio e l’autorevolezza dell’Ordine Giudiziario.
In quel discorso, Ella
sollecitava modifiche normative per impedire l’inaccettabile costume che si era
manifestato, augurandosi che il Parlamento provvedesse ad approvare un’adeguata
legge di riforma delle regole di formazione del CSM.
È tornato sul concetto un anno
dopo, il 29 maggio 2020, quando, imperversando e intensificandosi ulteriormente
lo scandalo che sta abbattendo completamente la credibilità delle istituzioni
giudiziarie, attraverso una nota del Suo Ufficio stampa, nell’evidenziare come
in quel momento non potesse farsi luogo allo scioglimento del CSM, Ella ha
ribadito come sia compito del Parlamento quello di predisporre e approvare una
legge che preveda un Consiglio Superiore della Magistratura formato in base a
criteri nuovi e diversi.
In tale occasione, prendendo atto
che Governo e Gruppi parlamentari avevano annunziato iniziative in tal senso e
auspicando che si approdasse in tempi brevi a una nuova normativa, considerava
come fosse improprio un messaggio del Presidente della Repubblica al Parlamento
per sollecitare iniziative legislative annunciate come imminenti.
Oggi, un altro anno è passato ma,
con grande rammarico, dobbiamo prendere atto che il Suo accorato auspicio è rimasto
inevaso e che le iniziative legislative, pur annunciate come imminenti, sono
ben lungi dal tradursi in realtà.
Nel frattempo, lo scandalo
continua a imperversare e, lungi dal placarsi, è costantemente alimentato
dall’uscita di nuove e allarmanti notizie che rendono il quadro complessivo
sempre più inquietante e inaccettabile.
Al netto di ogni tentativo di
strumentalizzazione, di cui siamo pienamente consapevoli, riteniamo che i
fatti, come pubblicamente esposti dagli organi di informazione, siano troppo
gravi per rimanere inesplorati e non verificati.
Si avverte, inoltre, una profonda
contraddizione rispetto all’esigenza di trasparenza e completa conoscenza di
quanto risultante dagli atti. Ufficialmente, essi sono confinati nelle mani di poche
Autorità; di fatto, però, sono nella disponibilità di tantissimi, a cominciare
dai media. Così, in questo contesto delicatissimo, il rischio di un loro uso
strumentale e distorto, condizionato da convenienze e scopi particolari, è
straordinariamente grave.
D’altra parte, si resta attoniti
e increduli nel constatare, pur a fronte di fatti che imbarazzano varie
articolazioni delle istituzioni giudiziarie come mai accaduto in precedenza,
una diffusa inerzia rispetto a iniziative che sarebbero tanto naturali quanto
doverose.
Tra coloro che sono stati
investiti dalle rivelazioni dei mezzi di informazione, infatti, solo una parte,
pur significativa ma certamente non completa, ha liberato l’Istituzione che
rappresentava dal peso di una situazione divenuta oggettivamente insostenibile,
facendo un passo indietro, con le dimissioni da taluni incarichi ricoperti o
con l’anticipato abbandono dell’Ordine giudiziario.
Al contempo, in relazione a
comportamenti che nell’esercizio delle funzioni non esiteremmo a censurare con
fermezza, non solo difettano le doverose iniziative delle autorità competenti
ma, sotto il profilo disciplinare, si è anche registrata l’adozione di una
generale direttiva assolutoria, col conseguente rischio che comportamenti di
tale genere, anziché essere sanzionati, siano avallati e ulteriormente
incentivati.
Allarma, al riguardo, apprendere
dal racconto di un ex Presidente dell’ANM ed ex membro del CSM – che non
risulta né smentito né oggetto di querele – che comportamenti di questo tipo sarebbero
stati realizzati da chi, nominato proprio in nome di una forte discontinuità
con il comportamento del suo predecessore costretto alle dimissioni, avendo il
compito istituzionale di curare l’interesse pubblico al rispetto della
disciplina da parte degli appartenenti all’ordine giudiziario, ha adottato
siffatta generale direttiva.
Frattanto, il tempo passa e per
tutti i magistrati che non si riconoscono nelle perverse dinamiche disvelate
dalle inchieste – vittime anch’essi, insieme ai cittadini tutti, di tali
meccanismi – diventa sempre più flebile la speranza dell’avvio di quelle
iniziative che stanno da tempo chiedendo a gran voce e che Ella ha fortemente
auspicato.
Il vano trascorrere del tempo,
inoltre, anche in ragione dei termini normativamente previsti per
l’accertamento delle condotte dei singoli, pone a rischio ogni possibilità di
futura verifica, tanto da farci ritenere auspicabile l’intervento di una
Commissione Parlamentare di inchiesta volta a fare definitiva chiarezza.
E tuttavia, pensiamo di non
potere rassegnarci alla inerzia.
Siamo da tempo e restiamo
fermamente convinti che la via per il ripristino della credibilità della
Giurisdizione, oltre che per un’inequivoca e pubblica risposta agli appelli
alla trasparenza (troppo spesso elusi, strumentalizzati o del tutto inevasi),
passi ineludibilmente per una radicale riforma dell’Ordinamento giudiziario.
Avvertiamo, in questo, perfetta
sintonia con quanto Ella, purtroppo finora inascoltata, ha così autorevolmente
e ripetutamente sollecitato.
Due dovrebbero essere, a nostro
giudizio, i punti essenziali e imprescindibili di tale iniziativa:
l’inserimento del sorteggio nella
procedura di selezione dei componenti del CSM e la rotazione degli incarichi
direttivi e semi-direttivi.
Lungi dall’essere in contrasto
con la Carta costituzionale, specie ove seguito da una elezione successiva tra
un numero predeterminato di candidati estratti a sorte (e non il contrario, come,
forse non a caso, alcuni esponenti delle c.d. correnti hanno in passato
proposto), il sorteggio rappresenta l’unico sistema idoneo a garantire
l’imparzialità della funzione di autogoverno e l’effettività dei principi di
distinzione dei magistrati soltanto per diversità di funzioni, di indipendenza
dei magistrati e di soggezione dei giudici soltanto alla legge.
La rotazione, a sua volta, è in
grado di eliminare in radice il carrierismo e la concentrazione di potere in
mano a pochi, fenomeno preoccupante e dei cui effetti distorsivi e dannosi le
recenti cronache ci hanno resi tutti ancor più consapevoli.
La rotazione negli incarichi
direttivi e semi-direttivi sulla base di criteri legali – onde selezionare non
i presunti “migliori”, la cui scelta può troppo facilmente avvenire in base
alle distorte logiche che abbiamo appreso con sconcerto essere state non
infrequenti, ma magistrati adeguati, temporaneamente addetti a compiti
organizzativi – costituisce l’antidoto più efficace contro la degenerazione
correntizia, che nella distribuzione degli incarichi secondo criteri di appartenenza
trova la sua più intensa e frequente espressione, nonché, al contempo, la vera garanzia
di un servizio adeguato e di una giurisdizione effettivamente indipendente e
imparziale.
Per queste ragioni Le chiediamo,
nel Suo ruolo di garante della Costituzione, di intervenire affinché sia
finalmente intrapreso il cammino per l’eliminazione dei fattori distorsivi
dell’imparzialità e buon andamento della funzione di autogoverno, ripristinando
la legalità delle sue dinamiche; siano rimosse le cause che hanno condotto alla
grave delegittimazione di articolazioni essenziali dell’Ordinamento Giudiziario
e del Sistema di autogoverno della Magistratura; sia assicurato l’allontanamento
da tali ruoli di coloro che non sono risultati all’altezza del compito.
Le chiediamo, signor Presidente,
di tornare a intervenire con la Sua autorevolezza, per avviare finalmente
l’ormai non più differibile azione di recupero della fiducia di cui l’Ordine Giudiziario
e la gran parte dei Magistrati meritano di godere, e della credibilità della
Giurisdizione, baluardo prezioso ed essenziale dello Stato di diritto delineato
dai nostri Costituenti.
Roma, 19.2.2021
1) Gianluca Alessio
(Corte Appello Venezia)
2) Cristina Angeletti
(Tribunale Verona)
3) Maria Angioni
(Tribunale Sassari)
4) Valeria Ardito
(Procura Verona)
5) Giuseppe Artino
Innaria (Tribunale Catania)
6) Milena Balsamo
(Corte di Cassazione)
7) Francesco Bretone
(Procura Bari)
8) Sabrina Carmazzi
(Procura Livorno)
9) Cristina Carunchio
(Procura Vicenza)
10) Giuliano
Castiglia (Tribunale Palermo)
11) Natalia
Ceccarelli (Corte Appello Napoli)
12) Isabella Cesari
(Sorveglianza Verona)
13) Massimo Corleo
(Appello Palermo)
14) Enrico D’Alfonso
(Tribunale Firenze)
15) Edoardo
D’Ambrosio (Tribunale Lecce)
16) Donato D’Auria
(Tribunale di Pisa)
17) Matteo De Micheli
(Procura Torre Annunziata)
18) Gianluigi Dettori
(Tribunale Cagliari)
19) Desirée
Digeronimo (Procura Roma)
20) Gabriele Di Maio
(Corte Appello Salerno)
21) Laura Di Marco
(Tribunale Roma)
22) Stefania Di
Rienzo (Corte Appello Bologna)
23) Davide Ercolani
(Procura Rimini)
24) Giovanni Favi
(Giudice Torre Annunziata)
25) Clementina Forleo
(Tribunale Roma)
26) Andrea Fusco
(Procura Palermo)
27) Alfredo Gagliardi
(Procura Palermo)
28) Fabrizio Garofalo
(Tribunale La Spezia)
29) Carmen Giuffrida
(Esperto nazionale distaccato Consiglio UE)
30) Consiglia Invitto
(Corte Appello Lecce)
31) Paolo Itri
(Procura Napoli)
32) Giuseppe Laghezza
(Tribunale Pisa)
33) Annamaria Laneri
(Appello Brescia)
34) Fedele Laterza
(Procura Firenze)
35) Concetta Maria
Ledda (Procura Generale Catania)
36) Alessio Liberati
(Tribunale di Roma)
37) Felice Lima
(Procura Generale Messina)
38) Cristina Lo Bue
(Tribunale Palermo)
39) Livia Magri
(Tribunale Verona)
40) Giulia Malaponte
(Tribunale Palermo)
41) Massimo Mannucci
(Procura Livorno)
42) Marco Mansi
(Procura Massa)
43) Ambrogio Marrone
(Tribunale Bari)
44) Lorenzo Matassa
(Tribunale Palermo)
45) Anita Mele (Corte
Appello Salerno)
46) Giorgio Milillo
(Procura Udine)
47) Fabrizio Minutoli
(Tribunale Palermo)
48) Andrea Mirenda (Sorveglianza Verona)
49) Fabrizio Molinari
(Tribunale Palermo)
50) Ida Moretti
(Tribunale Benevento)
51) Mario Morra
(Tribunale Milano)
52) Pietro Murano
(Tribunale di Pisa)
53) Ester Nocera
(Procura Firenze)
54) Gabriella Nuzzi
(Tribunale Napoli)
55) Andrea Reale
(Tribunale Ragusa)
56) Roberto Riggio
(Tribunale Palermo)
57) Guido Salvini
(Tribunale Milano)
58) Daniele Sansone
(Procura Palermo)
59) Nicola Saracino
(Corte Appello Roma)
60) Stefano Sernia
(Tribunale Lecce)
61) Margherita
Sitongia (Tribunale Castrovillari)
62) Elisabetta
Stampacchia (Tribunale Palermo)
63) Antonella
Tenerani (Procura Livorno)
64) Eugenia Tommasi
di Vignano (Tribunale Verona)
65) Anna Maria
Torchia (Corte Appello Catanzaro)
66) Massimo Vaccari
(Tribunale Verona)
67) Luciano Varotti
(Appello Bologna)
68) Nicola Valletta
(Tribunale Chieti)
69) Lydia Deiure (magistrato di sorveglianza, Taranto)
70) Rosa Bia (Tribunale di Matera)
71) Francesco Chiavegatti (Tribunale
di Verona)
72) Elio Manenti (Tribunale di Ragusa)
73) Massimo Galli (Tribunale di Treviso)
74) Maria Grazia Omboni (magistrato in quiescenza)
75) Rosario Russo (magistrato in quiescenza)
76) Annagrazia Lenti (Tribunale Taranto)
77) Carlo Maria Grillo (magistrato in quiescenza)
78) Fabrizio Pelosi (Appello Genova)
79) Eduardo Savarese (Tribunale Napoli)
80) Gennaro Beatrice (Tribunale di Nola)
81) Carla Frau (Tribunale Siracusa)
82) Santino Mirabella (Tribunale Catania)
83) Mario Coderoni (Tribunale di Roma)
84) Massimo Moriconi (Tribunale Roma)
85) Ettore Capizzi (Appello Roma)
86) Salvatore Cantaro (magistrato in quiescenza)
87) Biagio Roberto Cimini (Appello Roma)
88) Valeria Vinci (Procura Napoli Nord)
89) Gigi Omar Modica (Tribunale di Caltanissetta)
90) Gerardina Cozzolino (Procura Santa Maria Capua a Vetere)
91) Antonella Pini Bentivoglio (Tribunale di Modena)
92) Graziella Arlomede (Procura Napoli)
93) Francesco Chiaromonte (Tribunale sorveglianza Napoli)
94) Angela Sighicelli (Procura Modena)
95) Lorenzo Puccetti (Appello Venezia)
96) Pietro Zappia (magistrato in quiescenza)
97) Rocco Pavese (Appello Potenza)
98) Sergio Mario Tosi (Tribunale Lecce)
99) Alberto Iannuzzi (Appello Potenza)
100) Cristina Sala (Tribunale Palermo)
101) Michele Guarnotta (Tribunale Palermo)
102) Enrico Bologna (Procura Palermo)
103) Vittorio Coppola Procura Palermo
104) Patrizia Ferro (Appello Palermo)
105) Guglielmo Trovato (magistrato in quiescenza)
106) Renza Cescon (Procura Palermo)
107) Giulia Amodeo (Procura Palermo)
108) Maria Rosaria Sodano (magistrato in quiescenza)
109) Maria Pia Ticino (Procura Palermo)
110) Clelia Maltese (Tribunale Palermo)
111) Antonia Pavan (Procura Milano)
112) Linda Comella (Tribunale Napoli)
113) Francesca Lo Verso (Procura Generale Palermo)
114) Silvana Ferriero (Corte di appello Catanzaro)
115) Franca Amadori (Corte appello Roma)
116) Maria Luisa Paolicelli (Corte appello Roma)
117) Vladimiro Gloria (Tribunale di Taranto)
118) Erika Di Carlo (Tribunale Palermo)
119) Lucia De Palo (Corte appello Bari)
120) Alessandro d'Altilia (Tribunale di Sorveglianza Cuneo)
121) Rosa Valenti (magistrato in quiescenza)
122) Bruno Tinti (magistrato in quiescenza)
123) Maria Procoli (Corte Appello Bari)
124) Giuseppe Costa (Procura Generale Messina)
125) Nunzia Tesone (Corte Appello Napoli)
126) Ida D’Onofrio (Corte Appello Napoli)
127) Anna Battaglia (Procura Palermo)
128) Paolo Gubinelli (Procura Ancona)
129) Augusto Lama (Tribunale Massa)
130) Maria Grazia Puliatti (Procura Generale di Palermo)
sabato 20 febbraio 2021
Un “sistema” incostituzionale.
Chat c'è, chat non c'è
venerdì 19 febbraio 2021
Le giovani mascotte
Poco raccomandabili
giovedì 18 febbraio 2021
Un gruppo solo al comando: Area Democratica per la Giustizia a presidio dello status quo.
martedì 16 febbraio 2021
Buone letture: da il Riformista Napoli del 13 febbraio 2021
domenica 14 febbraio 2021
Nessuno perderà per sempre
Buone letture: da il Riformista dell'11 febbraio 2021
venerdì 12 febbraio 2021
Figli e figliastri
Buone letture: Gabriella Nuzzi dal Fatto del 21 giugno 2020
giovedì 11 febbraio 2021
Cattivi consigli da chi ha dato il cattivo esempio.
Buone letture: da il Riformista Napoli del 10 febbraio 2021
Il gioco delle tre chat
Attenti al dito !
Nei giorni scorsi, su una testata di corrente, è stata pubblicata una bizzarra analisi di alcune parti del libro, "Il Sistema", che raccoglie le confessioni di Luca Palamara.
Mi pare che questo scritto inviti a guardare il dito anziché la luna, come accade di frequente ogni qual volta si parli delle esternazioni del dott. Palamara.
Anzi più che al dito accusatorio si presta attenzione alla sua unghia che si ritiene sporca.
L’articolo si dilunga infatti in tutta una serie di incongruenze presenti nel libro-intervista, alcune delle quali avevo notato anche io nel leggerlo, quasi a voler concludere che quanto in esso riferito sia frutto solo della immaginazione del narratore (eloquente è il paragone calcistico della finale dei mondiali dell’82 che l’autore propone).
Ora, non credo che il dott. Palamara stia raccontando fatti che lo hanno coinvolto in prima persona - unitamente all’organo collegiale all’interno del quale operava - perché sia sinceramente pentito e questo nemmeno mi interessa. Penso che, invece, dovrebbe interessare a tutti quello che racconta e se le cose che dice sono riscontrabili, piuttosto che cestinarle in ragione solo della loro provenienza.
Peraltro l'ex presidente dell'Anm in più occasioni ha tenuto a precisare che tutti i fatti che vengono riferiti nel libro sono riscontrabili mentre l'altro autore ha sottolineato che lo staff della casa editrice ha sottoposto ad una attenta verifica documentale il racconto del dott. Palamara.
Del resto un simile scrupolo è perfettamente comprensibile in ragione della gravità e del numero degli autori di condotte inappropriate, e spesso anche illecite, che il libro menziona.
mercoledì 10 febbraio 2021
Controanalisi delle urine
martedì 9 febbraio 2021
L'arrocco della Cassazione
Il 28 gennaio scorso, a nemmeno 48 ore
dall’uscita del libro che raccoglie le confessioni dell’ex signore delle
tessere, Luca Palamara, è stato diffuso un comunicato con il quale la Sezione
della Cassazione dell’Associazione Nazionale Magistrati, “in relazione alle
notizie di stampa legate alla recente pubblicazione del libro “il Sistema”, esprimeva
“forte preoccupazione per il vulnus recato alle funzioni di fondamentale
rilevanza ordinamentale della Procura generale ed esprime vicinanza e
solidarietà al Collega Giovanni Salvi, di cui sono noti la correttezza
professionale e il senso istituzionale.”
Ma cosa ha provocato questa presa di
posizione ?
Ebbene, tra le tante condotte
disdicevoli di magistrati il libro intervista racconta anche due episodi di
auto-raccomandazione che Giovanni Salvi avrebbe compiuto presso Luca Palamara,
il primo in occasione del concorso per la nomina del procuratore generale della
Corte di Appello di Roma, nel 2015, e l’altro in occasione del concorso per la
nomina del procuratore generale della Cassazione nel dicembre 2016.
I fatti appaiono di discreta gravità ma ciò
che ha provocato un vero e proprio sconcerto
nel leggerli è stato il pensiero che Giovanni Salvi è l’autore della direttiva del 4 giugno
2020, che ha escluso la rilevanza disciplinare dell’"attività di
autopromozione, seppur petulante”, ossia propria della condotta che, secondo Luca
Palamara, egli stesso avrebbe tenuto nelle due occasioni di cui si è detto.
Proprio l’esigenza di avere un chiarimento sul punto ha indotto un centinaio di magistrati a rivolgere un pubblico invito al procuratore generale, che è stato pubblicato anche su questo blog, a fornire una convincente spiegazione o, in mancanza di questa, a rassegnare le dimissioni.
Quando sarà celebrato il maxiprocesso al sistema ?
Ho trattato per qualche anno, in Corte d’Assise d’appello, la triste materia dei collaboranti di giustizia. Forse per questo, e cioè per deformazione professionale, leggendo l’intervista di Palamara, mi è venuto in mente l’archetipo della categoria, e cioè Tommaso Buscetta.
In realtà il paragone è claudicante, perché le chiamate in correità disciplinare di Palamara sembrano ‘vestite’ e riscontrate attraverso le chats che, confermando la diffusa pratica del sistema clientelare-spartitorio, meritano approfondita indagine a tutti i livelli.
Ma è anche vero che, mentre Palamara è stato immediatamente sanzionato (ovviamente senza alcun trattamento premiale) dall’A.N.M. e (con decisione non irrevocabile) dal C.S.M. (soltanto) per le sue condotte più devastanti, le sue propalazioni accusatorie attendono ancora di essere accertate e giudicate. Infatti, come ho osservato in questo blog il 9 ottobre 2020, di per sé in iure «Il sistema correntizio-spartitorio è sempre disciplinarmente sanzionabile», contrariamente a quanto sostenuto dal P.G. presso la Suprema Corte.
Deve dunque essere accertato se sussista in concreto il Sistema denunciato da Palamara. Chi avesse stimato che fosse sufficiente «Colpirne uno per educarne cento», di certo si sarebbe illuso.
lunedì 8 febbraio 2021
Materiale scolastico
domenica 7 febbraio 2021
Ai nostri due lettori
In un momento piuttosto “caldo” per i temi affrontati in questo blog, desideriamo ricordare a tutti i lettori, anche
casuali, che è possibile postare commenti la cui pubblicazione è
necessariamente subordinata all’approvazione della redazione per evitare di danneggiare,
anche involontariamente, le persone e quindi mettere a rischio la prosecuzione
della nostra attività, che svolgiamo con
sincera passione da tanti anni.
Nel fare questo ci è molto gradito porgere un saluto particolare a due lettori che seguono il blog dalla sua nascita e, scommetteremmo, non si sono persi un solo articolo.
Si chiamano Francesco Grasso e “Bartolo”.
Del secondo, ahinoi, riusciamo a pubblicare un commento su venti,
non perché non li leggiamo e consideriamo.
Ma perché egli è una persona sanguigna e genuina, troppo “diretta” nelle sue note.
E’ con grande simpatia che li invitiamo a continuare a seguirci ed il secondo, in particolare, voglia accettare questa incitazione: provi a metterci
nelle condizioni di pubblicare i suoi sempre “ficcanti” commenti.
Con sincero affetto.
La Redazione