La legge! ... è ... dev'essere ... speriamo che sia ... dobbiamo fare in modo che sia ...
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giovedì 21 dicembre 2023
Spoil system
giovedì 7 dicembre 2023
Chi indaga e chi è indagato?
sabato 2 dicembre 2023
Quando ad esser bocciato è chi dà le pagelle.
giovedì 19 ottobre 2023
Separazione delle carriere
lunedì 16 ottobre 2023
L'imparziale di destra.
sabato 7 ottobre 2023
Il bue e l'asino.
venerdì 6 ottobre 2023
Notizie dal territorio.
venerdì 28 luglio 2023
Lo rifarà?
Con sentenza n. 34380/22 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione avevano cassato la decisione della Sezione Disciplinare del CSM secondo cui interferire sulla vita professionale dei colleghi confabulando coi consiglieri superiori per spingere l'amico (di corrente) e osteggiare il nemico non avrebbe leso il canone della correttezza.
Le puntate precedenti sono leggibili qui e qui.
Quella presidente del Tribunale era stata, infine, assolta dall'addebito non perché i fatti non fossero veri ma perché ritenuti di "scarsa rilevanza" da un giudice disciplinare composto da soggetti (i consiglieri superiori) evidentemente ben felici di raccogliere le pressioni del territorio e quindi assecondare i loro serbatoi elettorali.
Così quei fatti - sussistenti - non le hanno impedito di ottenere (a maggioranza) la riconferma nel suo ruolo di presidente del tribunale.
A questo punto la domanda è: continuerà a spadroneggiare sulla vita professionale dei colleghi utilizzando canali di conoscenza privilegiati e non formali?
Se questa è la condizione dei magistrati in Italia sia evidente a tutti che non possono garantire i diritti dei cittadini perché non sono indipendenti risultando violate tutte le procedure che sovraintendono alla loro vita professionale, decisa secondo percorsi occulti.
Occulti perché i dati raccolti attraverso confabulazioni private non entrano nelle carte dell'istruttoria - sulla cui base il CSM dovrebbe adottare le sue deliberazioni - e sono a conoscenza solo di alcuni consiglieri superiori, di solito quelli della corrente di appartenenza del segnalante.
Il messaggio dato dal CSM ai giovani colleghi con le ultime decisioni che hanno relegato nell'irrilevanza condotte invece molto gravi è, in definitiva, assai desolante.
E' la conferma della totale inefficacia della finta riforma del CSM di cui si vantava il ministro Cartabia.
Fuffa.
lunedì 24 luglio 2023
La logica della loggia.
venerdì 7 luglio 2023
I garantiti.
domenica 11 giugno 2023
Castratori di canguri.
mercoledì 7 giugno 2023
E adesso ve lo spiego io il sistema
La settimana scorsa il quotidiano
“il Dubbio” ha pubblicato una intervista a Marcello Basilico, consigliere togato del Csm nonché capo del
gruppo consiliare della corrente Area all’interno dell’organo di autogoverno
della magistratura.
Alla domanda se il nuovo consiglio della Magistratura abbia “preso le distanze” da quello precedente nelle nomine ai posti direttivi e direttivi il consigliere ha affermato testualmente “E non abbiamo nemmeno elementi per ritenere che quelle nomine siano state frutto di scelte scorrette. Il fatto che Luca Palamara facesse parte del Consiglio in cui sono stati nominati determinati dirigenti non significa che per questo solo motivo queste nomine fossero tutte frutto di logiche spartitorie.”
Davvero divertente questa intervista. Da scompisciarsi dalle risate avrebbe detto Totò.
In sintesi, “tutto bene, Madama La Marchesa!”.
Al CSM, nel Basilico-pensiero, esistono sì le correnti ( bontà sua) … ma non il correntismo.
E già questo basterebbe per sussultare sulla sedia!
Non pago, l’esponente di Area aggiunge che il correntismo consiliare non è mai esistito, neppure nei Consigli precedenti.
E le nomine palamarizzate? Qui addirittura l’intervistato ha anticipato la domanda e subito ci ha tranquillizzato: “tuttapposto”!
Perché, dice, non ci sono le prove dell’illegittimità di quelle nomine…
Ma allora, viene da chiedersi, perché Palamara è stato radiato dalla magistratura ?
Forse per aver realizzato da solo il sistema da lui raccontato nel dettaglio e disvelato dalle chat assurte agli onori delle cronache ?
Eppure il Csm decide collegialmente, come sa anche uno studente al primo anno di giurisprudenza.
Ma se per un attimo, un solo attimo, volessimo anche ritenere verosimile ciò che racconta il dott. Basilico, qualcuno ci potrebbe spiegare che ci stanno a fare le correnti in Consiglio?
Ah già, sì è vero: garantiscono il pluralismo culturale quali motori di idealità !!!!
Perdonate la dimenticanza!
Noi pensavamo anche che non esistessero truffatori senza truffati ma è chiaro che ci sbagliavamo.
E non ci resta che ringraziare il consigliere per averci aperto gli occhi.
martedì 30 maggio 2023
La sorte è cieca ma la sventura ci vede benissimo.
domenica 21 maggio 2023
Senza capo … né coda.
martedì 16 maggio 2023
ANM di lotta e di governo.
giovedì 4 maggio 2023
L'odiato algoritmo.
sabato 29 aprile 2023
INAUDITO !
La Quinta Commissione del CSM, che istruisce le pratiche per le nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari e formula le proposte di nomina al Plenum, ha udito Giovanni Bombardieri, da anni in contesa con Raffaele Seccia per la nomina a Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.
Il CSM ha già nominato due volte Bombardieri, incassando altrettante bocciature dal Consiglio di Stato.
Scopo dell’audizione, dopo il secondo annullamento della
nomina all’ambita carica e con la spada di Damocle del Commissario ad acta, che interverrà se il CSM non
provvederà alla nuova nomina entro il prossimo 4 maggio secondo gli stringenti
criteri segnati dal Giudice amministrativo, era quello di accertare il possesso
da parte dell’aspirante Procuratore dei cosiddetti prerequisiti: indipendenza,
imparzialità ed equilibrio.
Al centro dell’audizione la lunga chat tra Bombardieri e Luca
Palamara, allora componente del CSM e “riveritissimo” Presidente proprio della
Quinta.
Il sospetto, indotto dal contenuto di detta chat, è che la
nomina di Bombardieri a Procuratore reggino sia stata il frutto di un orribile
patto: la revoca della domanda a Procuratore aggiunto della Capitale per
lasciare spazio a Giuseppe Cascini di Area in cambio della garanzia alla futura
nomina a Procuratore di Reggio.
Bombardieri effettivamente revocò quella domanda a
Procuratore aggiunto, Cascini fu nominato a quel posto e, successivamente, con
Palamara relatore della pratica, Bombardieri fu nominato all’unanimità
Procuratore di Reggio Calabria.
Bombardieri, dal canto suo, ha negato l’esistenza di un tale
accordo.
Non sembra, però, che il sospetto sia stato pienamente
fugato. Dopo la sua audizione, il togato Andrea Mirenda ha fatto ciò che era
naturale fare: proporre di sentire Palamara.
Ma, apriti cielo: la linearità e la logica al CSM non sono
di casa. Per tutti gli altri componenti della Commissione, infatti, Palamara è
pregiudizialmente inattendibile.
Nun se po’ senti’!
L’affermazione si attaglia al veto su Palamara, il quale,
come chiunque altro potenzialmente nelle condizioni di fornire dati utili
all’istruzione, potrebbe e dovrebbe essere udito.
Ma ci riferiamo al principio espresso dalla Quinta
Commissione del CSM, quella che dovrebbe selezionare i “migliori” magistrati per innalzarli al soglio dirigenziale.
Anche la meno ferrata delle matricole di Giurisprudenza sa
che il giudizio di attendibilità/inattendibilità si compie ex post, dopo la sua audizione, riguarda le dichiarazioni rese e
non è una qualità intrinseca della persona.
Ma in una parte del CSM, evidentemente, oggi come ieri, si (s)ragiona in
base a criteri di convenienza insondabili per i comuni mortali.
Tanto quello di Magistropoli resta territorio franco; lì, a
tutti i livelli, i radar di controllo permangono inattivi o, comunque, se ci
sono, le rilevazioni non destano reazioni.
venerdì 17 marzo 2023
Il chattismo finalmente all'attenzione del Csm
Dopo quello che fonti ben informate hanno definito come un profondo
e franco confronto, la quinta commissione, ossia quella che si occupa dei
conferimenti degli incarichi direttivi e semi-direttivi, ha deciso - all’unanimità
– di adottare come protocollo di lavoro quello di acquisire sempre, per ciascun
candidato semidirettivo/direttivo, le eventuali chat con Luca Palamara che lo dovessero
riguardare onde valutarne i c.d. prerequisiti (imparzialità, indipendenza,
equilibrio).
Si tratta, per il vero, di dati già presenti presso il CSM che, peraltro, nella
scorsa consiliatura, sono stati usati, quando lo sono stati, asimmetricamente
(studiatamente contro alcuni, sapientemente ignorati per talaltri…).
La commissione ha anche espresso l’intenzione di avviare al più presto una
discussione generale dell’intero Consiglio sui riflessi deontologici del
“chattismo “, nella prospettiva di proporre una circolare che vieti ai
magistrati di intercedere presso i consiglieri - per sè o per altri - ai fini
dell’ ottenimento di incarichi o vantaggi personali.
Se tale circolare dovesse vedere la luce sarà sicuramente lecito per i magistrati segnalare ai consiglieri i problemi del proprio ufficio onde ricevere
sollecite risposte e ausilio dall’istituzione consiliare; ma vietato darsi
alle “auto/etero petulanze”, in conformità, del resto, al progetto di
codice etico dei vari CSM europei della Rete Encj.
Il risultato peraltro sconfesserebbe la famigerata direttiva
dell’ex procuratore generale Salvi che aveva escluso la rilevanza disciplinare
delle autopromozioni, anche se petulanti.
domenica 5 marzo 2023
Valutazioni non professionali.
mercoledì 8 febbraio 2023
Aria nuova al C.S.M.
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Tale votazione è stata preceduta da quella di approvazione della delibera della Commissione Verifica titoli che aveva escluso vi fossero condizioni di ineleggibilità per tutti i consiglieri.
Ebbene, quest’ultima delibera del
Csm ha avuto un solo voto contrario, quella del consigliere togato dott. Andrea
Mirenda, che si è espresso per l’ineleggibilità del prof. Roberto Romboli.
Il voto del consigliere indipendente
è dipeso dalla considerazione che l’art 104, comma 3, della Costituzione prevede
che i componenti laici del Csm debbano essere scelti dal Parlamento “tra
professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo
quindici anni di esercizio”.
Ebbene, il prof. Romboli è stato
professore ordinario di Diritto costituzionale all’università di Pisa dal 1987
al 2021 e dall’ottobre 2022 è professore emerito presso lo stesso ateneo.
Quindi essendo un professore emerito,
non un ordinario, non avrebbe avuto il requisito previsto.
Del resto, quando i costituenti quando hanno
voluto riferirsi a figure professionali in quiescenza lo hanno detto espressamente.
L’articolo 135 della
Costituzione, per esempio, prevede che i giudici della Corte costituzionale
possano essere scelti “fra i magistrati anche a riposo, i professori ordinari
di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo venti anni di
esercizio”.