sabato 22 marzo 2008

Nessuno vincerà le elezioni



di Roberto Saviano
(Giornalista)


da La Repubblica del 15 marzo 2008.

Se un voto si compra con cinquanta euro, nessuno vincerà le elezioni in Italia.

Nessuno. Perché finora tutti sembrano ignorare una questione fondamentale che si chiama “organizzazioni criminali” e ancor più “economia criminale”.

Non molto tempo fa il rapporto di Confesercenti valutò il fatturato delle mafie intorno a 90 miliardi di euro, pari al 7 per cento del Pil, l’equivalente di cinque manovre finanziarie.

Il titolo “La mafia s.p.a. è la più grande impresa italiana” fece il giro di tutti i giornali del mondo, eppure in campagna elettorale nessuno ne ha parlato ancora.

E nessuna parte politica sino a oggi è riuscita a prescindere dalla relazione con il potere economico dei clan. Mettersi contro di loro significa non solo perdere consenso e voti, ma anche avere difficoltà a realizzare opere pubbliche.

Non le vincerà nessuno, queste elezioni.

Perché se non si affronta subito la questione delle mafie le vinceranno sempre loro.

Indipendentemente da quale schieramento governerà il paese.

Sono già pronte, hanno già individuato con quali politici accordarsi, in entrambi gli schieramenti.

Non c’è elezione in Italia che non si vinca attraverso il voto di scambio, un’arma formidabile al sud dove la disoccupazione è alta e dopo decenni ricompare persino l’emigrazione verso l’estero. E’ cosa risaputa ma che nessuno osa affrontare.

Quando ero ragazzino il voto di scambio era più redditizio. Un voto: un posto di lavoro. Alle poste, ai ministeri, ma anche a scuola, negli ospedali, negli uffici comunali.

Mentre crescevo il voto è stato venduto per molto meno.

Bollette del telefono e della luce pagate per i due mesi precedenti alle elezioni e per il mese successivo.

Nelle penultime la novità era il cellulare. Ti regalavano un telefonino modificato per fotografare la scheda in cabina senza far sentire il click.

Solo i più fortunati ottenevano un lavoro a tempo determinato.

Alle ultime elezioni il valore del voto era sceso a 50 euro.

Quasi come al tempo di Achille Lauro, l’imprenditore sindaco di Napoli che negli anni cinquanta regalava pacchi di pasta e la scarpa sinistra di un paio nuovo di zecca, mentre la destra veniva recapitata dopo la vittoria.

Oggi si ottengono voti per poco, per pochissimo.

La disperazione del meridione che arriva a svendere il proprio voto per 50 euro sembra inversamente proporzionale alla potenza della più grande impresa italiana che lo domina.

Mai come in questi anni la politica in Italia viene unanimemente disprezzata.

Dagli italiani è percepita come prosecuzione di affari privati nella sfera pubblica.

Ha perso la sua vocazione primaria: creare progetti, stabilire obiettivi, mettere mano con determinazione alla risoluzione dei problemi.

Nessuno pretende che possa rigenerarsi nell’arco di una campagna elettorale.

Ma nel vuoto di potere in cui si è fatta serva di maneggi e interessate miopie prevalgono poteri incompatibili con una democrazia avanzata.

E’ una democrazia avanzata quella in cui 172 amministrazioni comunali negli ultimi anni sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa?

O dove dal ‘92 a oggi, le organizzazioni [criminali] hanno ucciso più di 3.100 persone?

Più che a Beirut?

Se vuole essere davvero nuovo, il Partito Democratico di Walter Veltroni non abbia paura di cambiare. Non scenda a compromessi per paura di perdere.

Il governo Prodi è caduto in terra di camorra.

Ha forse sottovalutato non tanto Clemente Mastella, il leader del piccolo partito Udeur, ma i rischi che comportava l’inserimento nelle liste di una parte dei suoi uomini.

Personaggi sconosciuti all’opinione pubblica, ma che negli atti di alcuni magistrati vengono descritti come cerniera tra pubblica amministrazione e criminalità organizzata.

Nel frattempo il governo ha permesso al governatore della Campania Bassolino di galleggiare nonostante il suo fallimento nella gestione dell’emergenza rifiuti.

E non ha capito che quella situazione rappresenta solo l’esempio più clamoroso di quel che può accadere quando il cedimento anche solo passivo della politica ad interessi criminali porta allo scacco.

Tutto questo mentre il centrodestra guidato da Silvio Berlusconi assisteva muto o giustificatorio ai festeggiamenti del governatore della Sicilia Cuffaro per una condanna che confermava i suoi favori a vantaggio di un boss, limitandosi a scagionarlo dall’accusa di essere lui stesso un mafioso vero e proprio.

La questione della trasparenza tocca tutti i partiti e il paese intero.

Inoltre molta militanza antimafiosa si forma nei gruppi di giovani cattolici i cui voti non sempre vanno al centrosinistra.

Anche questi elettori dovrebbero pretendere che non siano candidate soubrette o personaggi capaci solo di difendere il proprio interesse.

Pretendano gli elettori di centrodestra che non ci siano solo soubrette e a sud esponenti di consorterie imprenditoriali.

E mi vengono in mente le parole che Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993 rivolse dalla collina di Agrigento alla Sicilia e all’Italia ferita dalle stragi di mafia: “Questo popolo ... talmente attaccato alla vita, che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte ... Mi rivolgo ai responsabili ... Un giorno verrà il giudizio di Dio”.

Parole che avrebbero dovuto crescere nelle coscienze.

È tempo di rendersi conto che la richiesta di candidati non compromessi va ben oltre la questione morale. Strappare la politica al suo connubio con la criminalità organizzata non è una scelta etica, ma una necessità di vitale autodifesa.

Io non entrerò in politica. Il mio mestiere è quello di scrittore. E fin quando riuscirò a scrivere, continuerò a considerare questo lo strumento di impegno più forte che possiedo.

Racconto il potere, ma non riuscirei a gestirlo. Non si tratta di rinunciare ad assumersi la propria responsabilità, ma considerarla parte del proprio lavoro.

Tentare di impedire che il chiasso delle polemiche distolga l’attenzione verso problemi che meno fanno rumore, più fanno danno.

O che le disquisizioni morali coprano le scelte concrete a cui sono chiamati tutti i partiti. È questo il compito che a mio avviso resta nelle mani di un intellettuale.

Credo sia giunto il momento di non permettere più che un voto sia comprabile con pochi spiccioli.

Che futuri ministri, assessori, sindaci, consiglieri comunali possano ottenere consenso promettendo qualche misero favore. Forse è arrivato il momento di non accontentarci.

Nel 1793 la Costituzione francese aveva previsto il diritto all’insurrezione: forse è il momento di far valere in Italia il diritto alla non sopportazione.

A non svendere il proprio voto.

A dare ancora un senso alla scelta democratica, scegliendo di non barattare il proprio destino con un cellulare o la luce pagata per qualche mese.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarò forse malizioso, ma non so se il commento sarebbe stato fatto, con questo titolo e con questo contenuto, qualora le previsioni dei sondaggi fossero state diverse.

Anonimo ha detto...

Concordo con Paolo Emilio,
anche se, seriamente preoccupato: un centrosinistra che continua a perseverare nei soliti errori (la politica giudiziaria) sta per consegnare per la terza volta in 14 anni il governo a un centrodestra totalmente inadeguato a questo delicato compito.
b.i.

Vincenzo Scavello ha detto...

BUONA PASQUA A TUTTI, IN PARTICOLAR MODO A QUANTI TENGONO IN VITA QUESTO SPAZIO DI LIBERTA'.

BUONA PASQUA DI RESURREZIONE ALLA NOSTRA PATRIA E A QUANTI HANNO RISPETTO DELLA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE.

Una certezza: entrambi gli schieramenti si regalano l'alternanza sui temi della giustizia, che tanto fanno arrabbiare gli Italiani!

- Il Centrodestra per le leggi ad personam, per il maggior numero di condannati in Parlamento, per l'attacco sistematico alle Toghe "Rosse";

- Il centrosinistra per De Magistris e Forleo, perfettamente sovrapponibile al centrodestra quando vuole proteggersi dalle "attenzioni" della Magistratura.

Una perfetta parità di condizioni su temi verso i quali, entrambi gli schieramenti, sono assolutamente inadeguati.

Non sono certo che le Elezioni non le vincerà nessuno, anzi! Le elezioni saranno vinte da chi riuscirà ad avere il supporto dei poteri forti del nostro Paese e tra questi, in primis, i Poteri "Occulti".

Buona Pasqua!

Rodja ha detto...

Io sono convinto che l'articolo sia molto vero. Mafia vince. Stato perde. Dovunque e comunque.
Oramai il carattere dominante del nostro Paese è la paura.
Paura di perdere quel poco che ci è stato concesso.
Paura che si manifesta proprio con un eccesso di protezione di sè e dei propri beni, intesi come cose materiali tangibili ed entro uno spazio temporale ridottissimo. D'altronde, se lo Stato-organizzazione non mi tutela perchè dovrei sacrificarmi?
Guardiamoci intorno. Non si scende più in piazza per conquistare qualcosa di nuovo e di meglio. Al massimo per evitare di perdere quello che già si ha.
A Taranto il procuratore che indaga sul malaffare della banda Di Bello si è arreso ad ha pronosticato che la sua indagine quasi sicuramente finora con la prescrizione.
Anche la vivacità di questo Blog non è speranza di una nuova era di giustizia ma spasimi di agonia.
Basta leggere i post.
Non c’è speranza. Nessuna.

Anonimo ha detto...

Si anche io ho paura , sono un bancario e di cose schifose ne vedo ogni giorno e devo stare zitto,io non sono un eroe e alla mia eta' non ho voglia di esserlo perche' perderei tutto e sopratutto non sarei tutelato,leggo sempre il vostro blog ma francamente anche dei magistrati non mi fido piu'. La magistratura e' morta con Falcone e Borsellino,quando leggo i nomi dei candidati in Sicilia mi chiedo dove sono i magistrati e non ho risposta ma solo un gran gastrite.Buon lavoro.

Anonimo ha detto...

Sveglia!!!
E' Pasqua di resurrezione non di assuefazione!!!
Senza ottimismo non c'è futuro e poi, le cose non sono mai come appaiono o come si raccontano: le verità sono infinite ed altrettante sono le mensogne.
b.i.

Anonimo ha detto...

il messaggio mi appare molto semplice, scevro da malizia. Il demone ( dx o sx) reclama il tuo consenso, con l'elargizione del vile denaro egli intende comprare anche la tua "anima".
Nel momento dell'accordo, il demone la possiede. (Così per chi ci crede. Per altri ,invece, si tratta di un normale scambio conveniente per entrambi).
Il poeta (nel 1971, lucidamente disperato), riteneva che la media cultura, fatalmente, era destinata a favorire la corruzione.
(soggettivamente e liberamente ricavato dall'intervista di E. Biagi a P. Pasolini).
Stefano

Anonimo ha detto...

Posso convenire con il fatto che "destra" e "sinistra", ammesso che tali denominazioni abbiano ancora un significato, non presentino al loro interno soltanto disinteressati benefattori, ma non condivido quel commento di Pasolini, semplicemente perché non credo che la cultura possa significare alcunché riguardo alla moralità degli uomini.

Erano i positivisti a pensare che il male fosse un frutto dell'ignoranza. Purtroppo, il secolo trascorso li ha smentiti oltre ogni ragionevole dubbio.

La cultura ha altri e indiscutibili meriti, ma certamente non quello di elevare moralmente le persone.

Oserei aggiungere: per fortuna !

Cordiali saluti.