lunedì 10 giugno 2024

Una vittima di Magistratura Democratica.


di Nicola Saracino - Magistrato 

E’ ancora fresco il clamore della bocciatura ad opera del Consiglio Superiore della Magistratura del magistrato Emilio Sirianni al quale è stata negata la positiva valutazione quadriennale di professionalità, la settima e quindi l’ultima.  

Cosa ciò implichi è presto detto: l’interessato non consegue il trattamento economico collegato alla progressione di “carriera” (tale non è in realtà); viene retrocesso ai colleghi di pari anzianità di servizio immuni da incidenti di percorso per ogni incarico dovesse richiedere; se, tra due anni, il CSM dovesse esprimersi negativamente sulla sua “professionalità” egli sarebbe dispensato dal servizio, cioè licenziato. 

Un danno economico e morale di notevole peso, dunque. 

Ma perché il collega è stato valutato negativamente? Non perché non scrivesse buoni provvedimenti o ritardasse l’inizio delle udienze; non per violazione dei suoi doveri di servizio; non per conflitti coi colleghi o con l’avvocatura.
 

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domenica 2 giugno 2024

Il DDL costituzionale Meloni-Nordio su separazione delle carriere, sorteggio e Alta Corte.


di Giuliano Castiglia
Magistrato

Giovedì 30 maggio il Consiglio dei Ministri ha varato il disegno di legge costituzionale di riforma dell’ordinamento giudiziario.

Come spiega Nicola Saracino in “Una riforma utile perché dannosa”, su queto Blog, l’articolato si impernia su tre pilastri: la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri con la creazione di due distinti CSM, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica; la selezione mediante sorteggio dei componenti dei due nuovi Consigli; la sottrazione al CSM della competenza a emettere «i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati» e l’attribuzione della «giurisdizione disciplinare nei riguardi dei magistrati ordinari» a un giudice di nuovo conio, definito «Alta Corte»,  composto da magistrati, professori universitari e avvocati, anch’essi selezionati mediante sorteggio come i componenti dei due Consigli superiori.

Va riconosciuto che, al netto dei processi alle intenzioni, non si vedono solo ombre.


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sabato 1 giugno 2024

Una riforma utile perché dannosa.


di Nicola Saracino - Magistrato 
 
La posizione degli organi ufficiali dell’Associazione Nazionale Magistrati sul progetto di riforma (costituzionale) della giustizia è scontata: solita riforma inutile e dannosa.

Com’è noto essa si articola su tre temi fondamentali: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri; il sorteggio come metodo di selezione (quanto una “s” cambi le cose ha del miracoloso) dei componenti dei due Consigli Superiori (divisi tra giudicanti e requirenti); l’assegnazione del compito di punire disciplinarmente i magistrati (siano essi giudici o pubblici ministeri)   ad una Corte speciale, definita “Alta”.

Della separazione delle carriere -  sostanzialmente dismessi argomenti anacronistici come quello della “comune cultura della giurisdizione”, ormai sconfitti dalla cronaca e dalla storia se si ammette che il pubblico ministero di oggi non è quello conosciuto dai Costituenti  -  si paventa che la pubblica accusa possa perdere l’indipendenza che ne avrebbe dovuto caratterizzare l’operato secondo l’originario disegno costituzionale e quindi finire sotto il controllo del potere esecutivo. 


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