domenica 16 gennaio 2022

Le sentenze si rispettano.



Mettete il titolo tra virgolette e cercate su Google. 

Appariranno molti risultati che evocano le vicende giudiziarie più importanti degli ultimi anni e che spesso hanno coinvolto esponenti politici.  

Alla critica delle sentenze ad opera di chi non le ha gradite s’è sempre accompagnato il monito, proveniente dal mondo magistratuale, “le sentenze si rispettano”.  

E come si rispettano le sentenze, viene da chiedersi? 


Criticare, anche aspramente, una decisione giudiziaria non costituisce, di per sé, mancanza di rispetto ma esercizio del diritto di critica che si estende anche ai dicta della magistratura. 

Chi affermasse il contrario restringerebbe senza giustificazione il perimetro delle libertà costituzionali, sempre che la critica non sfoci in gratuita contumelia contro il giudice.

Si manca di rispetto alle sentenze, invece, quando se ne vanificano gli effetti che l’ordinamento  ad esse collega. 

Se è comminata una sanzione pecuniaria il non pagarla ed il non esigerne il pagamento sono condotte che violano il giudicato. 

Se è annullato un appalto perché la gara non si è svolta correttamente non può farsi in quattro e quattro otto una nuova gara al dichiarato scopo di produrre lo stesso risultato appena cassato dal giudice. 

Ecco, sarebbe molto educativo se il Presidente della Corte di Cassazione incentrasse il suo imminente discorso inaugurale dell’anno giudiziario sull’importanza che in uno stato di diritto riveste il rispetto delle decisioni dell’autorità giudiziaria, senza il quale si stravolge la Costituzione privando la legge del suo valore nel caso concreto. 

1 commenti:

Giovanni ha detto...

Concordo. ma si possono con giusta valutazione commentare, in base la propia cultura giuridica, e non criticarle.
Ma commentarle o criticarle con chi?