Il 2 dicembre scorso il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura - dovendo pronunciarsi sui piani di tirocinio dei MOT (i magistrati che, appena assunti, sono affidati alla guida di colleghi più esperti, che devono formarli professionalmente) in servizio nel distretto di Corte di appello di Napoli -, su proposta della VI Commissione, ha adottato una delibera che, prendendo atto della nomina dei magistrati affidatari nominati dal Consiglio giudiziario partenopeo, ha invitato l’organo di autogoverno locale a non affidare più in futuro magistrati in tirocinio alla dott.ssa Gabriella Nuzzi, in quanto raggiunta in passato (si badi, nel 2009) da una sanzione disciplinare.
Il caso è noto: la dott.ssa Nuzzi fu trasferita d’ufficio ad altra sede e ad altre funzioni, unitamente ad altro collega della Procura della Repubblica di Salerno, perché furono accusati di aver emesso un decreto di sequestro troppo lungo e troppo motivato nell’ambito di una inchiesta per gravi reati (corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, falso ideologico ed altro) che coinvolgeva magistrati del distretto di Catanzaro.
Dopo diversi anni nei quali ha svolto funzioni giudicanti la dott.ssa Nuzzi è tornata nella sua città, Napoli, dove dal 2013 (dunque, non da ieri) ad oggi si è occupata della formazione dei giovani magistrati in tirocinio, con risultati all’evidenza più che positivi, sol che si consideri che nel 2018 fu nominata magistrato collaboratore del Consiglio giudiziario (cioè magistrato che addirittura organizza il tirocinio dei MOT).
Ha superato positivamente le periodiche valutazioni di professionalità (in quella del 2013 il CSM dava atto che la sanzione disciplinare doveva esser considerata storia chiusa) ed è stata affidataria di diversi MOT, incarico questo validato dal CSM da ultimo in data 10 luglio 2019 con una delibera nella quale si evidenziava la vetustà della sanzione disciplinare, la sua episodicità, il superamento delle valutazioni di professionalità ed il positivo esito del pregresso e recente svolgimento del ruolo di magistrato affidatario.
Deve essere successo qualcosa in questo anno e mezzo trascorso dalla delibera del 2019 che ha fatto mutare il giudizio dell’organo di autogoverno sulla capacità della dott.ssa Nuzzi di seguire i MOT.
Scandaglieremo le vicende della dottoressa Nuzzi in questo arco temporale per trovare, se esiste, un motivo di questo inaspettato revirement del CSM, ed in particolare del partito politico di Area che oggi lo domina (è un ribadito vanto di Area quello di essere accostata alla politica).
Venuta fuori la notizia, il dibattito sulla mailing list del distretto napoletano è stato acceso, tanto da indurre il gruppo consiliare di AREA, che compatto ha votato la delibera di cui si discute, ad uscire allo scoperto nel tentativo alquanto maldestro - di giustificare l’ingiustificabile. Così, si è sostenuto che la delibera trova la sua ragion d’essere nella mancata motivazione del Consiglio giudiziario di Napoli sulle ragioni della prevalenza delle doti professionali della dott.ssa Nuzzi sulla macchia disciplinare, dimenticando però che dal luglio 2019 la questione era stata superata dallo stesso CSM, che nella delibera sopra richiamata si era espresso positivamente.
Analoghi irragionevoli pretesti sono stati esposti dai rappresentanti di Area Napoli, in sostanza la segreteria locale dello stesso partito (=corrente).
Ma andiamo oltre: i consiglieri di AREA aggiungono che fino al novembre scorso le valutazioni in punto di idoneità dei magistrati affidatari pregiudicati disciplinarmente erano superficiali e che solo dal plenum del 6 novembre è stata posta la dovuta attenzione sul tema; concludono, garantendo “che nello stesso modo ci siamo comportati in precedenza e ci comporteremo in futuro con altri colleghi nelle medesime condizioni”.
Viene, però, da chiedersi: da che ora la VI Commissione del CSM (che ha proposto al plenum le delibere di cui si è detto) ha iniziato ad approfondire?
Ciò in quanto risulta esattamente il contrario di quanto affermano i consiglieri Chinaglia, Dal Moro, Cascini, Suriano e Zaccaro (questo è l’ordine con cui si firmano nella mail di spiegazioni): addirittura nello stesso giorno, prima della pratica della dott.ssa Nuzzi, è stata trattata altra pratica avente oggetto identico, vale a dire la proposta del Consiglio giudiziario di Napoli - lo stesso, dunque - di altra collega disciplinarmente pregiudicata ad assumere le funzioni di magistrato affidatario e sulla base dei medesimi elementi, posto che anche in quel caso non vi erano allegazioni del Consiglio giudiziario.
Peraltro, in quest’ultimo caso il precedente disciplinare era addirittura più recente (risalendo il provvedimento che irrogava la sanzione al 17 maggio 2013) ed aveva ad oggetto fatti che all’evidenza incidono sulla formazione dei MOT (si legge nella delibera pubblicata sul sito informativo del CSM che la sanzione disciplinare era stata irrogata per avere il magistrato redatto, quale GIP, due misure cautelari riproducendo testualmente la richiesta del P. M. con la tecnica informatica del copia-incolla).
Ebbene, su proposta della VI commissione, il plenum lo stesso 2 dicembre pomeriggio ha adottato una delibera favorevole, ritenendo il precedente disciplinare vetusto (quello che riguarda la dott.ssa Nuzzi è ancor più vetusto), evidenziando che il magistrato affidatario aveva superato positivamente le valutazioni di professionalità (proprio come la dott.ssa Nuzzi), che aveva già svolto funzioni di magistrato affidatario (proprio come la dott.ssa Nuzzi), che la questione era stata già affrontata e positivamente risolta con delibera del 10 luglio 2019 (proprio la stessa che aveva riguardato con il medesimo esito la dott.ssa Nuzzi).
A fronte di una smentita documentale così clamorosa che rafforza, anziché escluderla, l'idea di un uso aberrante del potere, solo le dimissioni degli autori della delibera restituirebbero fiducia nell'operato del CSM.
2 commenti:
ma basterebbero solo le loro dimissioni?
Analisi perfetta, ineccepibile. Più che analisi si tratta di semplice esposizione di fatti rigidamente oggettivi incontestabili, incontestati, anzi confermati. Si riporta in vita un fatto ampiamente superato e adeguatamente risolto, senza la contestazione di un fatto nuovo idoneo a riportare in vita quello vecchio. Poiché nulla nasce dal nulla , è " ictu oculi" evidente che si tratta di un fatto indicibile ed incontestabile a finalità vendicativa. Si definisce:mero pretesto.
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