di Guido Salvini - Magistrato
L'Ufficio del processo dovrebbe
unificare in un'unica struttura le figure già oggi presenti e cioè i Giudici
onorari e le varie categorie di tirocinanti insieme ai nuovi addetti
specificamente all'Ufficio introdotti dalla riforma Cartabia del 6 agosto 2021.
I contorni del nuovo istituto
sono ancora abbastanza indefiniti ma certo è destinato a provocare alcune
conseguenze.
In primo luogo, nasce una nuova
rilevante categoria di precari con contratto a tempo determinato. I nuovi
precari, trascorso il periodo, breve, previsto, due anni e sette mesi quelli
reclutati con il concorso appena bandito, due anni quelli di cui ai concorsi
successivi, certamente non vorranno essere estromessi da un impiego
significativo nella giustizia.
Punteranno ad una proroga ed una formalizzazione del “rapporto di
servizio”.
Probabilmente si creerà una situazione simile a quella degli attuali Giudici onorari che nominati inizialmente per soli quattro anni non sono stati poi, per inerzia legislativa, sostituiti ma invece riconfermati ogni quattro anni sino a giungere quasi a vent'anni di “servizio”. Ambiscono ovviamente ad essere riconosciuti come dipendenti del Ministero di Giustizia a tutti gli effetti. Una situazione che sta creando, inevitabilmente, tensioni e astensioni dal lavoro difficili da risolvere.
Comunque, a parte tali probabili
conseguenze, mi sembra che i Tribunali siano già dotati abbastanza ampiamente
di figure intermedie quali i MOT, nei confronti dei quali è insito un dovere di
contribuire alla formazione anche senza contropartite in quanto sono i colleghi
di domani, e le varie figure di tirocinanti, dotate di un buon grado di preparazione,
motivata e finalizzata.
Al contrario i nuovi addetti,
spesso privi di qualsiasi precedente esperienza, visto che il bando, nella
valutazione dei titoli che ammetteranno alla prova scritta, privilegia i
neolaureati, chiederanno ai magistrati, in termini di formazione, forse più di
quanto potranno dare. E appena istruiti dovrebbero lasciare i Tribunali.
Con il rischio quindi che si
occupi più tempo ad insegnare rispetto al guadagno che la loro presenza può
offrire. In concreto, come molti sostengono, sarà spesso più impegnativo
correggere una loro sentenza, anche per evitare uno scadimento della qualità
delle decisioni, che farla direttamente. Lo stesso varrà più o meno per le
ricerche di giurisprudenza. Sarà complessivamente più dispendioso istruirli
rispetto a quanto, almeno per un lungo periodo di tempo si possa ricevere.
Avrei anche difficoltà, solo per fare un altro esempio, a non rileggere a fondo
l'intero fascicolo pur dopo la redazione della "scheda riassuntiva"
che dovrebbe essere compito dell'addetto all'Ufficio del processo: i vantaggi
mi sembrano modesti se comparati alla funzione che il magistrato di vero e
proprio insegnante deve assumere. Alla formazione degli addetti all'Ufficio del
Processo dovrebbe contribuire anche il Ministero di Giustizia ai sensi
dell'art. 16 D.L. 9 giugno 2021 n. 81.
Ma si tratta di un apporto prevalentemente teorico, non della formazione sul
campo
Questo anche al di là di dettagli
di carattere organizzativo circa la loro collocazione fisica (presso un singolo
giudice o un ufficio separato che li accoglie tutti), tenuto conto anche del
disinteresse per l’edilizia giudiziaria, e gli strumenti che possono essere
messi a disposizione in loro favore.
La mia personale opinione è che,
più che ad un incremento di queste figure intermedie e ibride, a metà tra un
ghost writer del giudice e un non-cancelliere che controlla, come previsto
dalla riforma, le notifiche e le nomine dei difensori, l'impegno dovrebbe
essere concentrato sull’assicurare ai magistrati un supporto
tecnico-amministrativo stabile e più efficiente, l'unico strumento che consente
di celebrare più udienze e di smaltire un numero maggiore di processi.
Basti pensare al fatto che in
questi anni, in particolare durante e anche dopo la pandemia, il numero di
udienze che è possibile celebrare è, in relazione alla disponibilità di
personale, largamente insufficiente ad affrontare i fascicoli in entrata, che
faticano a trovare spazio per l'effettuazione degli adempimenti di Cancelleria
e per una celere fissazione.
Ad esempio in molti uffici
GIP-GUP, che dovrebbero essere uffici di “passaggio” senza arretrato, un gran
numero di fascicoli con richiesta di rinvio a giudizio senza detenuti, restano
nel limbo anche un anno - un anno e mezzo in attesa di fissazione dell'udienza
Se dovessi ipotizzare un ruolo
utile per i giovani che dovrebbero frequentare i nostri uffici, il compito che
affiderei loro sarebbe, ad esempio, svolgere il ruolo oggi ricoperto
dall’assistente nelle udienze e negli interrogatori compresa, la
verbalizzazione, magari anche nel pomeriggio, consentendo di celebrarne un
numero maggiore. Un compito però che allo stato non è indicato espressamente
nella legge istitutiva.
Questo sarebbe invece un
sensibile passo in avanti.
Ricordo anche le notevoli
difficoltà in relazione all'assistenza tecnico-informatico oggi decisiva che,
fatti salvi i miracoli che ci aiuta talvolta compie, prevede non un’assistenza
diretta ed immediata ma un farraginoso sistema di assistenza esterna che passa
attraverso le famose richieste di apertura ticket. Invece oggi godere di una
assistenza informatica diretta sarebbe di assoluta necessità.
Gli sforzi dovrebbero essere
soprattutto rivolti non ad avere in Tribunale semi -giudici ma più giudici
veri, in grado di far pesare la propria competenza e assumerne la
responsabilità. A causa della pandemia vi sono stati rallentamenti nello
svolgimento dei concorsi che hanno impedito di colmare e anzi hanno ampliato la
strutturale carenza di organico che credo assommi in questo momento a circa 800
unità. Un organico tra l’altro fermo da quasi un secolo. Un organico
ulteriormente ridotto in concreto dai
magistrati fuori ruolo cui si aggiungono, e si sono moltiplicati, gli esoneri
parziali dal lavoro giudiziario di centinaia di magistrati destinati a compiti
ordinamentali od organizzativi (ad es. nei Consigli Giudiziari e i vari
“referenti” di creazione consigliare).
Un organico soprattutto che è
largamente inferiore, in rapporto alla popolazione e al contenzioso, rispetto a
quello degli altri Paesi europei.
In questa situazione è’ inoltre
un autentico spreco di capitale umano, “pregiato” e non velocemente
riproducibile il limite di pensionamento a 70 anni imposto dalla riforma Renzi.
Molti magistrati sarebbero infatti disponibili a rimanere in servizio
mantenendo disponibile la propria professionalità. A causa della pandemia è
stato “saltato” almeno un concorso e la maggioranza dei magistrati prossimi al
limite dei 70 anni è in servizio preso le Corti d'appello un segmento divenuto
ancor più critico con la riforma Cartabia.
Una scelta razionale
comporterebbe lo spostamento del limite a 72 anni, esclusi i titolari degli
Uffici direttivi per i quali appare più opportuno favorire l'avvicendamento
Si potrebbe anche cominciare a
prendere in considerazione l'apertura dei concorsi per magistratura ad avvocati
dotati di solida esperienza e professionalità. Questo anche in un'ottica di
ridurre i reciproci pregiudizi tra le due categorie
Aggiungo che non ci si può
aspettare che i nuovi addetti all'Ufficio del processo compaiano in Tribunale
in tempi brevi.
In proposito è utile sapere che i
400 nuovi Giudici onorari di cui all'ultimo concorso, tra l’altro solo per
titoli, bandito all'inizio del 2017 non sono, dopo più di quattro anni, ancora
entrati in servizio in quanto i Consigli giudiziari e CSM sono ancora alle
prese con la redazione dei pareri, (sono previsti addirittura pareri prima e
dopo lo svolgimento del tirocinio) e cioè in quello che ritengo uno dei più
inutili, tortuosi e ripetitivi rituali che percorre tutto il nostro
ordinamento.
Considerando che i reclutati per
l'Ufficio del processo saranno 8171, che sono state presentate più di 66.000
domande, rispondendo ad un bisogno di lavoro dei neolaureati, e che è prevista
una prova scritta è facile immaginare che il concorso e l'immissione in
servizio si concluderanno in tempi niente affatto brevi.
Ho la sensazione che i nuovi
addetti all'Ufficio del processo possano essere di utilità più nel settore
civile, svolgendo un ruolo forse analogo a quello dei giudici ausiliari presso
le Corti d'appello civili che hanno compiti pienamente definitori dei processi
Ma dubito che, nonostante le buone intenzioni,
nel settore penale possano incidere, se non in maniera modesta, a ridurre
l’arretrato e la durata (almeno del 25% nei propositi della riforma) dei
processi.
Per obiettivi del genere
servirebbe qualcosa di più radicale.
Ad esempio abolire l'udienza
preliminare trasferendo quanto in essa succede o dovrebbe succedere
nell’udienza “filtro” dinanzi al Tribunale introdotta, per i reati a citazione
diretta, dalla riforma Cartabia.
Ma questa è un'altra storia. Su
cui però varrà la pena di tornare.
3 commenti:
Penso che la riforma se non peggiorerà le cose, sarà poco utile. Credo all'utilizzo di studenti di legge e neo laureati quali assistenti del giudice, dai quali per concorso dovranno uscire i magistrati togati. I primi potranno occuparsi della tenuta e cura dei registri di rinvio e del fascicolo, dello studio approfondito della giurisprudenza e quant'altro può essere utile al giudice. I neolaureati: agli studi più complessi e alla redazione di sentenze così come da schema tracciato dal giudice, e successivamente corretto. Il lavoro costituirà titolo e punteggio per il concorso. Per quanto riguarda l'arretrato e la riduzione dei tempi, esiste, in modo assoluto, un solo rimedio, esclusivamente uno ! Far scomparire dalla mente del cittadino comune, il credere(purtroppo altamente fondato) che, in Italia se si ha torto sfacciato e si vuole avere ragione bisogna ricorrere alla giustizia. Ciò fa sì che tutti ricorrono alla giustizia, e i poveri sventurati vi sono trascinati dentro in modo tragico !!!
e quello di giustizia, che è più importante, ufficio?: un signore che conosco ha subito sedici anni di processi prima di essere definitivamente condannato per non aver commesso nulla. nel civile, invece, dopo aver impugnato una sanzione disciplinare nel giugno 2016, ancora la causa pende presso la corte di appello.
C'è da chiedersi come faranno a dimostrare all'Europa che rimedi inutili ,che da oltre mezzo aggravano il problema dell'arretrato che sempre aumenta in relazione all'enormità delle sentenze abnormi, possa dare gli esiti richiesti per ricevere le sovvenzioni economiche. E cosa faranno allorquando avranno ampiamente dimostrato l'inutilità di riforme insignificanti che continuamente sfornano.
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