domenica 19 dicembre 2021

Se M.I. conviene.



di Nicola Saracino - Magistrato 

Era il 22 luglio del 2020. 

Le chat carpite dal trojan innestato nel cellulare di un uomo del “sistema”, il dott. Luca Palamara, rendevano evidente il coinvolgimento  di tutti i partiti dei magistrati (le correnti) nella lottizzazione sfrenata dei posti di potere e della combutta con ogni potere. 

Magistrati supplicanti, magistrati raccomandanti, magistrati parlamentari: tutti avevano qualcosa da chiedere o un motivo per ringraziare Luca Palamara. 

Che del sistema era servo, non padrone come hanno vanamente tentato di far credere. 


Ebbene, nel vivo di quello “scandalo” -  paragonato alla massoneria in discorsi ufficiali al CSM,  che ne era il centro operativo -  ci furono i soliti proclami delle correnti che annunciavano il “cambiamento”, oramai indifferibile. 

M.I., che sta per Magistratura Indipendente, partito togato che raccoglieva (e raccoglie ancor oggi) vasti consensi,  pubblicò un documento il cui titolo ricorda, alla luce di quanto si dirà, il noto motto d’origine cabarettistica “fatti, non pugnette!”, che tradotto in lingua confacente ad una rispettabile congrega di magistrati si manifestò come “Voltare pagina, ma per davvero”.

Il documento è ancora sul sito di quel partito. 

Vi si prendeva netta,  inequivocabile e favorevole posizione sul sorteggio temperato. 

Era, quindi, un documento assai importante perché uno dei partiti di magistrati più importanti riconosceva espressamente non soltanto l’innegabile “marcio”  delle toghe italiche, ma indicava nel sorteggio lo strumento per uscirne, “per davvero”. 

Siamo a dicembre 2021, il Natale s’avvicina e siamo tutti più cattivi. 

Così M.I. ci ha nel frattempo ripensato, anche perché lo scandalo non ha intaccato più di tanto la sua forza elettorale, anzi. 

Moltissimi  magistrati  l’hanno votata fino a porre quel partito togato, sia pur di “cortomuso”, al primo posto nella forsennata corsa correntizia.

E “per davvero” vogliamo cambiare? 

Mica siamo matti e fessi, adesso ad M.I.  non conviene più, manco per idea. 

E allora alle ortiche il sorteggio,  l’unico strumento capace di detronizzare le lobbies togate e restituire dignità alla giurisdizione,   così volgarmente offesa. 

La posizione di M.I. è quindi cambiata: “Voltare pagina, ma per finta.".

E quindi si aggiunge a tutti gli altri  partitucoli togati,  scodinzolanti presso il potere politico supplicato di non incidere sul “sistema” delle correnti,  anzi di rafforzarlo se possibile. 

Che tanto tolto un Palamara se ne fa un altro. 

Si giunge così ai giorni nostri e quindi  alla proposta Cartabia, che nella sua prima versione  (maggioritario binominale), avrebbe favorito – nell’attuale contesto – proprio M.I..

Ed M.I. conviene. 

Anche se all’apparenza si dice contraria perché tiene molto alle minoranze, a quei piccoli gruppetti, delle correnti in erba,   che scomparirebbero dal centro operativo del potere para-massonico reso visibile a tutti attraverso il display d’uno smartphone. 

La  Ministra Cartabia sia consapevole, allora,  che se le sue proposte non trovano le barricate del potere correntizio è solo perché con esse il sistema non cambia, è tutta una messa in scena, banale maquillage.  

Darà al sistema un nuovo volto per renderlo presentabile solo agli occhi di  chi vuol essere ingannato.  

2 commenti:

francesco Grasso ha detto...

Nonostante il Capo dello stato abbia reiteratamente ribadito che non è più possibile continuare così, che deve essere fatta una buona legge per correggere i gravissimi mali del CSM, la ministra volteggiando sull'alto discorso dice, che ciò sarà fatto! In realtà approfittando della incapacità dei tanti a capire ciò che bisogna fare, sta seguendo il criterio del "se vogliamo che tutto rimanga com'è bisogna che tutto cambi". Però con un criterio ulteriormente ben rinforzato !!!!! Non deve accadere, mai più il fenomeno Ardita/Di Matteo: che possano essere eletti magistrati ben voluti in ambito nazionale. Ma oggi per la prima volta qualche Quotidiano (v. La Sicilia, Catania) riporta il concetto.

bartolo ha detto...

Non per fare l'avvocato del demonio, fosse per me l'avrei già abolito insieme al suo regno, però su Ardita/Di Matteo arrivati al CSM nonostante le correnti andrei cauto. Piuttosto grazie alla notorietà acquisita nella azione di contrasto alla mafia di Stato...poi, anche loro come tutti gli umani, possono essere criticati; ed è assurdo che chiunque lo faccia debba passare per mafioso... la loggia Ungheria? È solo un coperchio dimenticato, o una pentola in ebollizione? E i veleni nelle procure del sud? Riversati (chi sa da chi) in gran quantità nella rete giudiziaria al punto che in precedenza neppure un diretto erede degli illuminati Savoia è riuscito a depurare. Eppure nonostante questo dato di fatto, molti illuminati inquisitori piuttosto che fare autocritica preferiscono il sostegno ad una legislazione ai limiti della legge, e in alcuni casi fuorilegge. Altro che incostituzionalità del sorteggio temperato.