Si sta elaborando la riforma del sistema elettorale del CSM, il Consiglio Superiore della Magistratura, al dichiarato fine di arginare la degenerazione del "correntismo", quel fenomeno deleterio che colorando politicamente l'organo che amministra i magistrati determina scelte faziose ed illegittime, perché basate sull'appartenenza ad uno dei partitini politici "fatti in casa" dai magistrati.
Lo diciamo con parole loro, dei Capi dello Stato.
La riforma qui da sempre suggerita, quella di estrarre a sorte i candidabili, così evitando la deriva politica assunta dalla giurisdizione, viene guardata con sospetto da chi ne teme l'incostituzionalità.
Quello che lascia perplessi è che costoro mostrano, al contrario, di non temere per nulla l'attuazione pratica di un modello incostituzionale come quello del "sistema" che prospera proprio sulla malaccorta regolamentazione del "voto" togato.
Sistema che non a caso è sopravvissuto ad ogni modifica del metodo di elezione dei componenti togati del CSM dell'ultimo mezzo secolo, proprio perché il pallino della candidature è sempre rimasto nelle mani delle correnti.
Se ne ha una dimostrazione "storica" in questo interessante articolo dal titolo "Anche prima di Palamara. I richiami (dimenticati) dei Presidenti della Repubblica contro le correnti in magistratura".
E' pubblicato sul sito Luiss Open, che ospita le riflessioni della comunità scientifica espressa dalla Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli.
Ne consigliamo la lettura perché "contrariamente all’impressione diffusa negli organi di informazione e nella dottrina, il tema delle generazioni del “correntismo” è stato ... al centro di richiami frequenti da parte di tutti i presidenti della Repubblica che si sono succeduti dalla fine degli anni Settanta ...".
1 commenti:
Non è mai esistito un peggiore sordo di chi non vuole sentire. L'abolizione del correntismo non piace a molti, anzi a moltissimi e la ministra non intende inimicarseli.
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