Si è più volte parlato dei segreti che confluiscono a Palazzo dei Marescialli dalle procure di tutto il paese.
Una circolare obbliga i procuratori della Repubblica a rivelare ogni indagine penale che riguardi un magistrato, avendolo stabilito lo stesso CSM.
Non esiste, tuttavia, alcuna regolamentazione dell'uso di quei segreti, finché restano tali.
Una possibile chiave di lettura l'ha offerta il saggio a firma Sallusti-Palamara nella parte in cui racconta di come i "cecchini", assoldati da "Il sistema", abbiano buon gioco quando si debba, ad esempio, eliminare (figurativamente) una toga dalla corsa ad un incarico.
Talvolta quei segreti sono come castagne appena tolte dal fuoco e risulta molto difficile maneggiarli.
E' quanto accaduto con la vicenda della cd Loggia Ungheria il cui scottante incartamento ha percorso strade piuttosto impervie, per poi finire la sua corsa sulle prime pagine dei quotidiani.
Dalla qual cosa sono scaturiti processi penali con l'accusa di rivelazione del segreto d'ufficio rivolta a magistrati.
Dell'esito, in primo grado, di uno di quei processi si è occupato Nicola Saracino in un commento, di natura tecnica, ospitato dalla rivista giuridica Archivio Penale che può leggersi a questo link: Quando l'inganno è autorevole (o autoritario?)
2 commenti:
Assolveranno anche Davigo. Perché non c'è dubbio che sono entrambi due valorosi magistrati. Addirittura Storari ha fatto parte della dda milanese. Vuoi che anche loro si diano alla stesura saggi? Magari, a differenza di Palamara-Sallusti, sarebbero molto più incisivi nello sfracassare il sistema.
Meglio non correre rischi. Tanto, ogni due assolti di tal calibro perché hanno commesso il fatto, il sistema si rifà con le condanne di migliaia di idioti perché il fatto non l'hanno commesso.
47 ? morto che parla ! 5, per le prede. I cecchini lo sanno bene e conservano le cartucce per lungo tempo. Il dolo eventuale (cass. 37837/2014) per escluderlo ci vuole ben altro.
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