domenica 21 maggio 2023

Senza capo … né coda.




«Reputo sia inaccettabile che un Paese civile non abbia il procuratore capo di Firenze, non abbia il procuratore capo di Napoli, non abbia il presidente del tribunale dei minorenni di Roma, che non abbia una guida in uffici chiave del Paese, magistrati che devono anche coordinare i magistrati più giovani. Credo sia inaccettabile e vi assicuro che finché avrò risorse, e ne ho parecchie, mi batterò ogni giorno, h24, sabato e domenica inclusi, per giungere a questo risultato».

Dichiarazioni impegnative, quelle del vice presidente del CSM Pinelli riportate dalla stampa.

Preoccupazioni esagerate: c’è una procura della Repubblica a Firenze, a Napoli ed anche un tribunale dei minorenni a Roma.

La mancanza del “capo” non è mai stata d’ostacolo al regolare funzionamento degli uffici giudiziari. 

Anzi, talvolta. 

Che il CSM sia divenuto un nominificio lo sappiamo da ben prima dei tempi di Palamara, l’ossessione carrieristica delle toghe sgomitanti ha avuto il sopravvento ed il CSM non si occupa d’altro da lustri. 

Non s’interessa del buon funzionamento degli uffici, delega tutto ai “capi”, selezionandoli tra quelli che hanno i migliori risultati elettorali in seno al “parlamentino delle toghe”, cioè i voti partitici delle correnti.

Ecco cosa nasconde lo slogan della scelta del “migliore” per ogni ufficio: la corsa correntizia all’accaparramento dei “migliori” uffici per la propria casacca. 

A costo di sottrarsi, reiteratamente, agli annullamenti del Consiglio di Stato: ci sono dei patti da rispettare. 

A questa forsennata e dissennata cuccagna sembra dare ulteriore vigore il vice presidente Pinelli, assai dotato di risorse, a quanto pare. 

Si preoccupa per i giovani magistrati senza capo.

Peccato che il “capo” è sovente più giovane dei magistrati che già prestano servizio nell’ufficio giudiziario.

La sopravvalutazione dei compiti del dirigente dell’ufficio giudiziario spinge, ineluttabilmente, verso la  gerarchizzazione, un paradosso per i giudici che dovrebbero vivere, invece, di indipendenza. 

Questa la coda, assai indesiderabile per i cittadini, della filosofia del “capo” predicata in ambito togato.

Se davvero la preoccupazione fosse quella di non lasciare vacanti le funzioni organizzative degli uffici giudiziari sarebbe molto semplice assicurarne la continuità prevedendo, ex ante, un meccanismo di rotazione tra i magistrati, capace di tranquillizzare anche il vice "capo" del CSM.

1 commenti:

francesco Grasso ha detto...

Un meccanismo di rotazione tra i magistrati è cosa in grande armonia col principio di cui all'art. 101 Cost " i giudici sono soggetti SOLTANTO alla legge. Il capo deve assicurare questo fondamentale principio. Spesso ,purtroppo non lo fa. Comunque la tardività delle nomine è altra gravissima inadempienza finalizzata ad assicurare il funzionamento del sistema, così come è.