Uno dei timori espressi da chi
avversa la riforma costituzionale della magistratura approvata dal DDL
costituzionale A.S. 1353-B, sulla quale l’elettorato verrà chiamato a pronunziarsi
in primavera con referendum confermativo, è il rischio che l’Alta Corte
disciplinare, di nuova istituzione, rappresenti una sorta di “cavallo di Troia”,
attraverso il quale una maggioranza politica potrà assumere il controllo del
potere di disciplinare sui magistrati e condizionarne perciò indirettamente l’attività.
Si tratta di un rischio
effettivo?
La risposta non può dipendere dalla maggiore o minore fiducia in chi ha proposto la riforma, o nella classe politica, o nella magistratura in generale; tanto meno si possono trarre indicazioni dalle dichiarazioni più o meno improvvide di questo o quell’esponente politico, o dalle sue intenzioni soggettive, vere o presunte.
Continua - Leggi tutto l'articolo

























