domenica 21 dicembre 2025

C'è chi dice ... ni!



Sembra che la pratica più in voga di questi tempi sia quella di rilevare le incoerenze tra la dichiarazione favorevole o contraria al referendum sulla giustizia e le opinioni precedentemente espresse.

Così Il Fatto Quotidiano mette in risalto "La giravolta dell’ex pg della Cassazione: un anno fa bocciava la riforma Nordio, ora è nel comitato della destra per il Sì". 

Il riferimento è al dott. Luigi Salvato che in passato si era detto contrario al sorteggio, una delle misure che il Fatto bolla come di "destra". 

Destrimane, allora, era anche il suo Direttore Marco Travaglio che qualche tempo fa si era detto favorevole al sorteggio. 

Il sorteggio non è giusto se fatto con la mano sinistra e sbagliato se si usa la mano destra. 

E' proprio questo modo di porsi di fronte ai quesiti che altera la percezione della sostanza. 

La caccia all'incoerenza non argomenta assolutamente nulla. 

Ed è una caccia piuttosto facile in entrambi i versanti.

Ad esempio due stimati colleghi come Antonino Di Matteo e Sebastiano Ardita avevano espresso posizioni favorevoli al sorteggio qualche anno fa pur dichiarandosi oggi, con diverse sfumature, sfavorevoli alla riforma costituzionale.       
 
Insomma, c'è chi dice ... ni!
       

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giovedì 18 dicembre 2025

Se persino la Zia Cesarina ...



Pubblichiamo l'intervista del quotidiano Il Dubbio al Cons. Mirenda. 

1. Andrea Mirenda, consigliere sorteggiato del Csm, cosa voterà al referendum e perché spiegato ad un semplice cittadino?
Voterò "sì". Credo che sarà di grande aiuto per uscire dalla narcosi etica in cui è precipitata da decenni la magistratura a causa del veleno correntizio. L’ANM, purtroppo, non ha voluto contrastare in alcun modo quella “modestia etica” - per usare le parole del Capo dello Stato - fatta di carrierismo, nomine truccate, assoluzioni sorprendenti, genuflessioni collettive dei magistrati ai vari capi e capetti locali per un via libera ai propri “desiderata”, etc. Tutte cose, queste, che il Caso Palamara ha semplicemente reso pubbliche poiché da sempre assolutamente note, non solo al nostro interno...

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mercoledì 10 dicembre 2025

L'Alta Corte disciplinare pone a rischio l'indipendenza della magistratura?

di Giovanni Genovese
Magistrato


Uno dei timori espressi da chi avversa la riforma costituzionale della magistratura approvata dal DDL costituzionale A.S. 1353-B, sulla quale l’elettorato verrà chiamato a pronunziarsi in primavera con referendum confermativo, è il rischio che l’Alta Corte disciplinare, di nuova istituzione, rappresenti una sorta di “cavallo di Troia”, attraverso il quale una maggioranza politica potrà assumere il controllo del potere di disciplinare sui magistrati e condizionarne perciò indirettamente l’attività.

Si tratta di un rischio effettivo?

La risposta non può dipendere dalla maggiore o minore fiducia in chi ha proposto la riforma, o nella classe politica, o nella magistratura in generale; tanto meno si possono trarre indicazioni dalle dichiarazioni più o meno improvvide di questo o quell’esponente politico, o dalle sue intenzioni soggettive, vere o presunte.


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mercoledì 3 dicembre 2025

A domanda rispondo




Pubblichiamo  l'intervista apparsa nei giorni scorsi sulle pagine de Il Riformista. 

Dottor Saracino, esiste – e se esiste qual è secondo lei – il punto cruciale di questa riforma?

Il sorteggio dei componenti togati destinati a comporre il CSM (anzi i due CSM separati). Ne sono a tal punto convinto da ritenere che questa sola riforma sarebbe di per sé sufficiente ad assicurare anche gli obiettivi collegati alle altre due, vala a dire la separazione tra giudici e pubblici ministeri e la costituzione dell’Alta Corte disciplinare, esterna ai CSM. 

Studi giuridici ne attestano la razionalità, mentre la storia anche contemporanea racconta che è un sistema percorribile e, in alcuni casi, l’unica soluzione per i problemi generati dalla cattiva gestione delle fasi di formazione degli organi assembleari. 
a. Qual è secondo lei la ragione dell’avversione così viscerale di ANM contro questo aspetto della riforma?
b. Sortirà gli sperati effetti di spazzare via la correntocrazia che governa il CSM?
c. Esiste davvero un problema di rappresentanza dell’organo di governo della magistratura? 

Il “voto” oggi previsto per l’elezione dei componenti togati del CSM è il grimaldello per affermare la natura “politica” della scelta degli elettori e la conseguente legittimazione politica del CSM. Col paradosso che il Costituente avrebbe reso indipendenti i magistrati dalla politica generale lasciandoli tuttavia liberi di auto-assoggettarsi ad una politica propria, tutta interna alla corporazione.   

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