FABRIZIO GAROFALO
Salve a tutti, mi presento, sono Fabrizio Garofalo, candidato per articolo 101 Ho svolto funzioni di Pm a Vibo Valentia per quasi sette anni nel mio primo incarico, e successivamente di gip e giudice del dibattimento penale nei Tribunali di Chiavari, la Spezia e Massa.
Attualmente lavoro presso il Tribunale di Massa, un piccolo ufficio da sempre sottodimensionato.
Chi ricorda i miei interventi sulla mailing list, potrà dare atto che mi sono sempre battuto per la determinazione dei carichi esigibili, per il sorteggio dei candidati al CSM, per la tipizzazione degli illeciti disciplinari a garanzia della nostra autonomia ed indipendenza, (ultimamente) contro la prassi di valutazione di professionalità negative per mancanza del prerequisito dell'equilibrio desunta da vicende prive di rilievo penale e disciplinare, sulla base di valutazioni che diventano il frutto di scelte insindacabili del CSM.
L'impegno associativo deve essere finalizzato ad un cambiamento radicale della magistratura.
È l'unico modo per difendere l'intera categoria dell'attacco più violento mai subito dal dopoguerra.
Lo scandalo delle nomine è stato superato addossando la colpa di tutto a Palamara, e chi comandava allora comanda ora.
Il sistema ha salvato se stesso, si è autoassolto. Ma purtroppo si assiste ormai alla luce del sole allo stesso triste e desolante teatrino di prima.
Per un mutamento radicale del sistema, che poi non dovrebbe andare oltre un costante rispetto delle regole - ossia ciò che ci si aspetta da un magistrato - non potendosi mutare la natura umana, l'unica via è recidere il legame malato fra incarichi associativi e in autogoverno, prevedere la rotazione degli incarichi direttivi e semidirettivi (non più di un mandato), ridurne la durata, evitare che sia conveniente svolgerli: comandare e lavorare di meno fa troppa gola.
Il dirigente deve sapere che quell'incarico non è per la sua gloria ma è un onere che si accolla nell'interesse dell'ufficio.
Quindi l'esonero dalla giurisdizione deve essere minimo. Il dirigente deve essere l'ultimo a spegnere la luce la sera ed a chiudere la porta della sua stanza.
Perché i magistrati si distinguono solo per funzioni come prevede la Costituzione.
È del tutto inutile altrimenti chiedere alla politica di rispettare il dettato costituzionale.
Non vogliamo - giustamente - la separazione delle carriere fra pm e giudici. Ma altrettanto dobbiamo pretendere fra carriere direttive e non direttive: non ci devono essere generali e soldati.
La nostra autorevolezza risiede nel rispetto delle regole e, solo in questo modo, possiamo essere credibili di fronte ai cittadini e quindi in grado di opporci efficacemente ad una classe politica che mette gravemente a rischio la nostra autonomia e la nostra indipendenza.
Questi sono a mio parere gli scopi che insieme a quelli programmatici di Articolo 101 devono essere perseguiti.
^^^^^^^^^^^^^
GENNARO VARONE
Sono Gennaro Varone, classe 1964, D.M. 7/06/1989, 35 anni di servizio, trenta dei quali p.m., cinque dei quali giudice civile e penale plurifunzionale (gip., dibattimento monocratico e collegiale, Riesame, Prevenzione); già p.m. pretura, p.m. presso D.D.A., p.m. nella capitale (pool reati P.A. per circa sei anni), già membro di consiglio giudiziario, oggi sostituto procuratore presso il tribunale di Pescara.
Mi rivolgo a chi è stanco di una ANM il cui principale scopo è scambiare accordi occulti, secondo logiche che la Comunità ignora; accordi finalizzati a veicolare le nomine dirigenziali a beneficio di chi ha il principale (a volte, “unico”) merito di avere frequentazioni, o di controllare pacchetti di voti.
Mi rivolgo a tutti i votanti stanchi di essere numeri dentro una stringa di voti ‘controllati’, stanchi di offrire il voto, magari con la fragile speranza, un domani, di poter ricoprire essi stessi il posto di “titolare”.
Non c’è alcuna garanzia che i Dirigenti designati con le norme oggi in vigore siano i migliori possibili nell’interesse della Collettività. C’è, invece, la certezza che il Dirigente nominato è parte di un sistema elettorale che premia chi più conosce, o chi meglio sa mediare tra debiti e crediti sindacali/professionali. Che, poi, anche un orologio rotto possa segnare l’ora esatta, almeno due volte al giorno, è un caso.
La nostra Associazione sindacale, come ogni altra associazione sindacale, dovrebbe, invece, tutelare -innanzitutto- lo status economico di categoria, in una Comunità Civile che riconosce, quale necessaria energia costitutiva e Valore di progresso, il Conflitto Sociale. Un conflitto al quale noi, come categoria di Lavoratori, non siamo affatto estranei, anche se ci piace crederlo.
L’ANM deve, altresì, tutelare, anzi: pretendere condizioni di lavoro Prestigiose, per un incarico che mostri la sua importanza e solennità anche nelle Forme.
Deve, tutelare il lavoratore nel momento del maggior bisogno: malattia, maternità, difficoltà nella prima sistemazione.
Deve, infine, proteggere le prerogative costituzionali della nostra categoria, sul presupposto che esse siano garanzia per la Comunità tutta.
Ora, l’assolvimento di questa funzione autenticamente sindacale non richiede affatto che nell’ANM si strutturino ulteriori associazioni non riconosciute, quali sono le “correnti”.
Si possono avere idee diverse e si possono formare maggioranze/minoranze di confronto, sui temi squisitamente sindacali, senza necessità che dette formazioni ispirino/diventino ‘partiti’ ideologici, ognuno dei quali, paradossalmente, rivendica il pleonasmo della ‘vera’ autenticità: Unità per la Costituzione, Magistratura Democratica, Magistratura Indipendente, ecc. Come se i magistrati tutti non fossero per la Costituzione, o possano essere … non democratici, o aborrire l’indipendenza.
Sono formule vuote.
Le “correnti” hanno snaturato la funzione dell’ANM sotto due aspetti, entrambi riprovevoli:
1. l’adesione alle Correnti ha consentito una autistica ideologizzazione dei singoli, la quale riverbera effetti sull’esercizio della funzione; talché, soprattutto quando si agisce, di fatto, contro le scelte politiche governative, si rischia di non essere più credibili: offrendosi fianco alla critica secondo la quale non è più chiaro più se si stia applicando la legge in scienza e coscienza, oppure si stia condizionando l’interpretazione della norma ad una posizione ideologica precostituita, già apertamente professata.
2. Le Correnti hanno assunto la forma di veri e propri partiti politici, ognuno con un proprio Corpo Elettorale, il cui unico scopo è portare propri eletti al CSM, lì dove costoro condizioneranno le nomine dirigenziali: non più in base al merito, ma per Appartenenza.
Chi non ‘appartiene’ e non può, dunque, contare sugli accordi di scambio, è (ci aggiungo un) quasi (per salvare il salvabile) irrimediabilmente escluso da eguale possibilità di accesso ad incarichi apicali.
Si produce, così, una messe di interlocuzioni sotterranee con i titolari di un ‘credito’ spendibile, le quali, agite in un’altra qualunque categoria, diversa da quella che tiene le redini della giurisdizione, darebbero luogo, credo (per anni mi sono occupato di P.A.) ad indagine penale per traffico di influenze, se non, addirittura, per corruzione.
Io mi chiedo per quale ragione dovrei volere che al Consiglio Giudiziario/Superiore ci vada uno della ‘mia’ Corrente. Dovessi ragionare in questi termini, evidentemente, sarei insicuro della mia professionalità: riterrei, in altri termini, che, fossi giudicato “per competenza”, sarei perdente; dunque, desidero essere giudicato “per appartenenza”: più folta è la maggioranza dei ‘miei’, più sono al sicuro nella mia progressione di carriera.
Scambi nei quali si tutela l’appartenenza e non il merito, avvengono quotidianamente anche nel loro confronto con la parte politica, dentro la camera di compensazione del CSM. Ebbene, a me non sembra che tali scambi possano considerarsi, senz’altro, ininfluenti sulla giurisdizione. Chi ha ottenuto, ha assunto un debito; chi ha maturato un credito corrispondente, prima o poi, lo esigerà. O no?
Questi scambi, poi, non avvengono soltanto ‘per funzioni’; essi sono, purtroppo, “inter funzionali”: p.m. e giudici, svestita la toga, come se la toga potesse mai svestirsi, indossato l’abito del ‘sindacalista’ o del membro di consiliatura, scambiano voti e promesse e portano a casa risultati, le cui ragioni e motivazioni non sono palesi.
Di tutto ciò la Comunità, che della giurisdizione subisce gli effetti, non sa assolutamente nulla, in un torbidume contrario ad elementari esigenze di trasparenza.
***
Per questo ho accettato la proposta di candidatura al CdC del movimento ArticoloCentouno.
Se mi tiro indietro, ho pensato, nulla mai potrà cambiare.
***
Pertanto, aderisco al programma del Movimento ArticoloCentouno:
Sì alla designazione dei consiglieri del CSM per SORTEGGIO: le correnti sparirebbero il giorno stesso e, con esse, gli scambi inaccettabili di cui ho detto; le correnti non avrebbero più alcuna funzione da svolgere e tutti dovremmo, finalmente, preoccuparci di essere scelti alla pari, per merito e per nient’altro.
Sì alla ROTAZIONE degli incarichi direttivi: è, oggi, un correttivo necessario ad un sistema che, sino ad ora, ha promosso senza alcuna garanzia che i promossi siano i migliori.
Sì alla INCOMPATIBILITA’, per un congruo periodo temporale, tra incarico sindacale appena dismesso e nomina dirigenziale, così da prevenire la tentazione di usare i ruoli sindacali per scalare la carriera giurisdizionale.
Si ad una Associazione che si riappropri della sua FUNZIONE SINDACALE genuina:
la tutela delle migliori condizioni retributive e di lavoro del magistrato, con particolare riguardo alla malattia, alla maternità, alle possibilità di ottenere benessere sanitario, creditizio, assicurativo in genere.
***
Di seguito, invece, le mie idee personali, sulle quali mi esprimo a MIO NOME e non a nome del Movimento.
Il magistrato è responsabile delle proprie scelte e dei propri errori, se questi sono evidenti, e deve essere giudicato per merito e non perché porta, o non porta voti ad una ‘corrente’. Le ‘correnti’ non hanno ragione di esistere. No, dunque, al magistrato ideologico, protetto dall’appartenenza sindacale alla ‘corrente’.
Sì al MAGISTRATO RESPONSABILE.
Il magistrato non può rifiutare una valutazione cui partecipi il Foro di appartenenza e deve fondare la propria Indipendenza su una consapevole COMPETENZA PROFESSIONALE, senza timori, o dietrologie. Chi sa di avere svolto il proprio lavoro con scrupolo e professionalità non può temere nulla e non ha bisogno di alleanze.
Sulla SEPARAZIONE DELLE CARRIERE mi rendo conto di avere una posizione minoritaria, se non isolata.
NON parlo, dunque, a nome del Movimento ArticoloCentouno.
Per onestà intellettuale, ritengo occorra accettare il CONFRONTO con il Governo sul tema della separazione delle carriere, per almeno tre ragioni:
1. la separazione delle carriere, in un sistema che si proponga di essere realmente accusatorio, è essa stessa ‘garanzia’ (di parità tra accusa e difesa) per il cittadino accusato; tale assunto non è scientificamente refutabile;
2. lo scudo dell’indipendenza, che opponiamo alla Riforma, è fragilissimo: sia perché la separazione delle carriere non è affatto incompatibile con una legislazione che tuteli l’indipendenza del pubblico ministero -e tanto già basterebbe; sia a causa di quanto quotidianamente accade nei palazzi di giustizia, dove l’indipendenza appare più privilegio di chi la esercita, che non tutela per chi è soggetto alla giurisdizione. Inutile illudersi: il sentimento popolare non è dalla ‘nostra parte’;
3. gli accordi correntizi inter-funzionali, di cui ho detto, sono il deleterio, inaccettabile cascame del correntismo della Magistratura. Dunque, o siamo in grado di eliminarli radicalmente in autotutela e subito; oppure, la separazione delle carriere si porrà essa stessa quale garanzia di una giurisdizione scevra da condizionamenti.
Sedersi al tavolo con il Governo per Discutere la Riforma, per contestarla NEL MERITO e non per PRINCIPIO, darà credibilità intellettuale al confronto che chiediamo ed eviterà che essa, con il pretesto di garanzia, si traduca in una legislazione elettivamente punitiva verso la nostra categoria professionale.
Credo che, invece, la posizione puramente ideologica, di negare legittimazione alla parte politica a proporre il tema della separazione delle carriere, sia -ripeto- priva di base scientifica (la separazione delle carriere è tema legittimamente e razionalmente posto nel processo accusatorio) e ci si ritorcerà contro, quando subiremo, senza poterla rendere razionale, una Riforma che avremo completamente lasciato nelle mani di una maggioranza politica.
Ringrazio sentitamente chi ha avuto cuore di giungere sin qui … magari senza essere d’accordo su tutto.
^^^^^^^^^^^^^
GIORGIO MILILLO
Mi chiamo Giorgio Milillo e sono entrato in Magistratura nel 1992.
Lamia prima assegnazione è stata alla Pretura di Castrovillari ed ho così potuto conoscere la bellissima terra di Calabria e splendide persone ricordo sempre con affetto.
Nel conteso ho potuto conoscere un territorio con caratteristiche e problematiche assolutamente diverse dalla mia terra di origine visto che provengo da Treviso.
Dopo alcuni anni ho chiesto ed ottenuto il trasferimento alla Procura di Trieste dove sono rimasto per 19 anni occupandomi praticamente di tutte le materie penali in quanto sono stato anche assegnato alla locale DDA.
Nel 2016 su domanda ho ottenuto il trasferimento alla Procura di Udine dove svolgo tuttora la funzione requirente sebbene allo stato sia ancora (per poco) applicato anche alla Procura Generale di Trieste.
La pluridecennale (ahimè) esperienza mi ha consentito di vedere e toccare con mano un progressivo sgretolamento della funzione di noi magistrati anche nella percezione delle gente.
Inoltre ho notato anche un deterioramento degli stessi rapporti interpersonali tra colleghi e ciò anche per ragioni di settarismo correntizio.
Da ultimo ho assistito ad una iperburocratizzazione dell’attività giudiziaria che non ha eguali in altri paesi come ho potuto notare in varie esperienze all’estero.
Ho ritenuto di aderire alla lista Articolo 101 perché sono assolutamente convinto che è necessario porre un argine alla degenerazione correntizia che troppo spesso si nota nella dinamiche consiliari.
Né ritengo che questo decadimento possa essere risolto e curato con un semplice maquillage personale delle attuali correnti, a mio avviso responsabili di questa situazione anche perché inestimabilmente connotate da una logica cooptatoria.
Ritengo inoltre che l’ANM debba intraprendere una seria interlocuzione con la politica onde evitare che troppe riforme vengano per così dire calate dall’alto senza prendere in considerazione le stesse ricadute e senza confrontarsi con le idee ed esperienze dei magistrati che concretamente si rovano ad esercitare devono esercitare l’attività giudiziaria.
Mi sono avvicinato recentemente alla lista 101 e, con i colleghi che ne fanno parte, ho potuto respirare aria nuova avvertire negli scambi di idee che abbiamo avuto anche in incredibili riunioni via teams la libertà di potersi esprimere senza dovere rendere conto ad una corrente e soprattutto uno stesso idem sentire ed una forte volontà di affermare le nostre idee.
Per tali ragioni aderisco convintamente al programma della lista 101 incentrata sul sorteggio temperato come metodo di selezione dei consiglieri del CSM e e sulla rotazione degli incarichi direttivi e semidirettivi.
Perché votare lista 101:
1) votare lista 101 significa votare liberamente per adesione al programma;
2) voltare lista101 significa votare persone avulse da logiche di potere e libere di pensare con la propria testa nel rispetto della Costituzione che non devono rendere conto ai c.d. capibastone;
3) votare lista 101 significa affermare la volontà di un forte cambiamento della Magistratura tanto più necessario ina una situazione così deteriorata come quella attuale.
^^^^^^^^^^^^^
GIOVANNI FAVI
Gentile collega mi chiamo Giovanni Favi, sono candidato nella lista ArticoloCentouno, al di fuori delle correnti ed, intendo, come in passato, prima di tutto parlare di Te (Ti do qualche notizia su di me, se vuoi alla fine del messaggio).
Sono, infatti, convinto che - come in tutte le democrazie evolute- in primo piano debba finalmente porsi non il candidato, ma l’elettore.
Il candidato deve essere soprattutto un mezzo di cui Tu elettore Ti servi per attuare la Tua volontà.
Se l’elettore viene ridotto ad un cliens, dolosamente spesso gravato da carichi inesigibili anche per assoggettarlo a timore e controllo, con le valutazioni ed il disciplinare, che in un sistema malato deve chiedere per grazia quello che gli spetterebbe per giustizia, cui il candidato patronus (o a sua volta cliens di altro patronus) consegna con disprezzo la cinquina da votare in queste elezioni, il risultato non potrà che essere ancora quello che emerge delle NOTE chat. Questo con il relativo discredito sociale della magistratura, e quindi anche Tuo, per fatti di cui non sei responsabile.
Ed è per questo che faccio attività associativa e sindacale al di fuori delle correnti da circa 20 anni e, fra l’altro, nel 2015-2016 ho girato l’Italia per raccogliere le firme per i referendum consultivi della ANM (fra cui quello sui carichi esigibili), il cui esito è stato sostanzialmente a suo tempo cestinato dalla ANM e dal CSM con disprezzo della volontà della base dei magistrati (analogamente in linea di principio agli altri 3 quesiti referendari) oltre che con violazione dell’art. 37 DL 98/2011. Al riguardo ti invito a verificare se la nuova circolare sui carichi esigibili (che non rispetta l’esito referendario ma che, in un’ottica realistica, potrebbe comunque portare qualche beneficio) non venga, perlomeno spesso, posta nel nulla dalla richiesta di raggiungere comunque gli obiettivi del P.N.R.R.. Sotto questo profilo , proprio la proposta della nostra lista ArticoloCentouono di verificare a livello locale il rispetto, in concreto, della circolare sui carichi esigibili è stata rigettata dalla ANM (lascio alla tua intelligenza la valutazione delle motivazioni di tale rifiuto).
Il candidato deve essere, a mio avviso, ripeto, principalmente un mezzo per realizzare le Tue convinzioni e questo non può avvenire se i programmi si riducono a promesse elettorali sistematicamente non mantenute, senza che vi sia una sanzione elettorale.
Sotto questo profilo ti invito a valutare se la protesta delle correnti contro la riforma costituzionale in cantiere - riforma costituzionale che io giudico nel complesso criticamente (realizzando fra l’altro anche dei punti del programma della P 2) - sia credibile. Infatti, agli esponenti di spicco “piazzati” dalle correnti stesse al Ministero (con stipendi maggiorati e senza problemi di carico di lavoro) non viene chiesto, appunto, dalle correnti che li hanno “sistemati” di tornare, al lavoro giurisdizionale, per una protesta seria e coerente contro una riforma costituzionale che, in base a quanto si legge su alcuni giornali alcuni colleghi al Ministero hanno contribuito a redigere. Lascio alla Tua valutazione il silenzio bipartisan (come il consenso bipartisan sulla nuova circolare relativa ai direttivi, su cui cfr. infra) su questo apparente paradosso.
Penso, quindi, di poter essere, insieme agli altri candidati, un tramite della Tua volontà perché ho sempre lavorato come “semplice giudice”; non sono mai stato iscritto o comunque legato a correnti, non ho mai fatto domande per semidirettivi, direttivi o altri posti; ritengo però che ciascun magistrato abbia diritto di concorrervi in modo trasparente senza appunto doversi umiliare a chiedere come un favore quello che, in quanto meritevole, gli dovrebbe essere riconosciuto come diritto conseguente al Suo lavoro.
Se ti interessa ovviamente, come accennato, in calce ti do qualche notizia in più su di me e qualche notizia sindacale su CARICHI ESIGIBILI, DISCIPLINARE, VALUTAZIONI, POSTI DIRETTIVI E SEMIDIRETTIVI,
Per brevità mi riporto ai documenti della lista ARTICOLO CENTOUNO ed a quanto raccolto in questi anni sui siti indicati in calce, solo poche parole su alcuni punti centrali.
CARICHI ESIGIBILI
Carichi esigibili: in estrema sintesi (nel sito indicato può trovare gli approfondimenti che abbiano raccolto in questi anni) non si è data attuazione al quesito referendario del 2016 sui carichi esigibili che sostanzialmente chiedeva una piena uniformità di valutazione dei carichi di lavoro a livello nazionale (Ti invito a verificare di persona come tutte le correnti, in concorso, nella riunione del CDC della ANM del 2016 dopo i referendum, abbiano contribuito a far venire meno il numero legale per impedire che anche la proposta referendaria sui carichi esigibili fosse messa ai voti, questo dopo che alcune correnti avevano sfruttato elettoralmente i referendum, puoi controllare la registrazione su Radio Radicale). La nuova circolare sui carichi esigibili, seppur non rispettosa nella volontà referendaria, potrebbe comunque in astratto portare dei benefici. Il problema è che non vengono fatte le verifiche sul suo effettivo rispetto, come ho sopra accennato, dato che di fatto per raggiungere gli obiettivi del PNRR viene chiesto al magistrato di superare detti limiti. Come del resto potrai notare, nella tua attività quotidiana, di fatto non Ti é stato richiesto un lavoro “più esigibile” ma si tende a legittimare lo status quo tendendosi potenzialmente a far aumentare il carico di lavoro ogni anno .
VALUTAZIONI DI PROFESSIONALITA’ E DISCIPLINARE: Occorre rispettare una rigida tipicità nelle valutazioni e nel disciplinare, lo diciamo circa 20 anni raccogliendo materiale a difesa di tutti i colleghi nel sito, ed un automatismo nelle valutazioni oltre che imporre il principio di parità di trattamento (la disparità di trattamento è un vizio giuridico non solo morale) attraverso il riconoscimento diritto ad una valutazione comparativa onde prevenire gli arbitri e appunto le disparità di trattamento che emergono anche dalle chat
DIRETTIVI, SEMIDIRETTIVI E POSTI DI RILIEVO: OCCORRE LIMITARE UNA DISCREZIONALITA’ CHE E’ DIVENUTA ARBITRIO E CLIENTELISMO. Al riguardo, come avrai forse notato, il CSM ha recentemente approvato fra le due proposte possibili LA CIRCOLARE CHE CONFERISCE UN MAGGIOR POTERE DISCREZIONALE NELLE NOMINE, CON UNA MAGGIORANZA SOSTENUTA DALLA CORRENTE MAGGIORITARIA DI SINISTRA (AREA) E DI DESTRA (MI), DIMOSTRANDO CHE SULLE “QUESTIONI CONCRETE” (RICORDANDO LA POESIA DI TRILUSSA “LA POLITICA”, LASCIO A TE LA VALUTAZIONE SE OCCORRA ANCHE RICORDARE IL MANUALE CENCELLI) VI E’ UNA PROFONDA COMUNANZA IDEOLOGICA FRA CORRENTI APPARENTEMENTE AGLI ANTIPODI, CON BUONA PACE DELLE DECLAMAZIONI DI RITO SUL RINNOVAMENTO MORALE.
A parte le proposte della LISTA ARTICOLO CENTOUNO de iure condendo E PRINCIPALMENTE LA ROTAZIONE, a cui mi riporto, occorre a mio avviso de iure condito ridurre i margini di discrezionalità e tornare a dare prevalenza anche all’ANZIANITA’ FUNZIONALE (ma non solamente fino ad un giorno prima delle elezioni)
PENSIONI Dovresti aver ricevuto un mio messaggio sulla necessità di controllare il tuo estratto contributivo e se sei soggetto al massimale contributivo, a cui mi rimando. LE PENSIONI sono state ridotte praticamente della metà (salvo chi avendo incarichi, per esempio ministeriali, anche dalla politica si assicura pensioni privilegiate), occorre difenderle e tenere presente la previdenza integrativa che consente fra l’altro di dedurre la propria aliquota irpef realizzando, specialmente per chi non è lontano dal pensionamento, una notevole utilità.
EQUIPARAZIONE AI GIUDICI AMMINISTRATIVI sia dal punto di vista stipendiale che delle libertà di cui godono (di insegnamento etc etc) se ci devono essere delle limitazioni devono esserci per tutti i giudici. Altrimenti questa possibilità deve essere tolta anche a loro. PER LA CRONACA I GIUDICI AMMINISTRATIVI HANNO I CARICHI ESIGIBILI REALI DA ANNI
Infine alcune brevi notizie su di me (ovviamente sono a tua disposizione per ogni chiarimento). Sono stato nato nominato con D.M. 98 (prima di fare il magistrato ho lavorato per brevi periodi in altre amministrazioni ). Ho una specializzazione triennale in diritto civile e ho fatto alcune pubblicazioni in riviste giuridiche specializzate. Ho sempre lavorato come “semplice giudice”; non sono mai stato iscritto o comunque legato a correnti. Ho sempre sostenuto liste e candidati indipendenti. Faccio attività associativa al di fuori delle correnti da circa 20 anni e ho creato con alcuni colleghi il sito interesselegittimo.it per fare un’autentica attività sindacale (e non clientelare). Non ho mai fatto domande per semidirettivi, direttivi o altri posti; ritengo però, ripeto, che ciascun magistrato abbia diritto di concorrervi in modo trasparente e non in base a quello che si legge nelle chat ormai di dominio pubblico. Quindi con il massimo e totale rispetto delle tue idee ti chiedo con forza non solamente di darci il tuo voto (lo chiedo prima di tutto per la lista) ma anche, se condividi perlomeno in parte le nostre idee, di attivarti per procurarci altri voti magari di colleghi ormai disillusi che non voterebbero o annullerebbero la scheda.
^^^^^^^^^^^^^
MARIA MAGRI'
Sono entrata in magistratura nel 2009. La mi prima assegnazione è stata al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia molto lontano dalla mia città (Bergamo), ed ho qui svolto funzioni di Giudice civile e fallimentare.
Nel 2014, su mia domanda, sono stata trasferita alla Corte d’Appello di Brescia come Giudice distrettuale. In tale ruolo mi sono trovata a svolgere funzioni di tutti i generi, non solo civili (civile ordinario generale, specialistico di famiglia, ecc.), ma anche penali (dal dibattimento al GIP) nei vari Tribunali del distretto: Brescia, Bergamo e Mantova.
Dal settembre 2018, su mia domanda, sono stata trasferita al Tribunale di Bergamo, con funzioni di Giudice civile, fallimentare e delle esecuzioni forzate, ove mi trovo tutt’ora.
Dopo quindici anni che faccio parte della magistratura, penso sia giunto il momento di avvicinarmi alla vita associativa, dando il mio contributo anche in prima persona libera da vincoli di appartenenza correntizia.
La lista di Articolo 101 consente la partecipazione alle attività associative a difesa della categoria più propriamente sindacali, aspetto di mio particolare interesse.
Allo stesso tempo Articolo 101 promuove quell’uguaglianza dei magistrati soggetti solo alla legge, anche nell’accesso alle cariche direttive degli uffici giudiziari e all’elezione dei componenti del CSM, che auspico da tempo.
^^^^^^^^^^^^^
MARIA LETIZIA TRICOLI
Sono MARIA LETIZIA TRICOLI, nominata magistrato con D.M. 23 giugno 1993, ho conseguito la VII valutazione di professionalità e sono attualmente in servizio presso il Tribunale di Roma, Settima Sezione Civile.
Durante tutto il mio percorso professionale ho sempre interpretato l’Ufficio come un Servizio da rendere nell’esclusivo interesse della Giustizia, fermamente orientata dal principio di imparzialità e di indipendenza e nella piena consapevolezza che “i giudici sono soggetti soltanto alla legge”, come sancito, appunto, dall’art. 101 della Costituzione su cui ho giurato fedeltà.
Mi candido per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale dell’A.N.M. con la Lista Articolocentouno di cui condivido le linee programmatiche che riassumo di seguito:
1) Sorteggio, anche temperato da elezioni, per l’individuazione dei candidati della componente togata del CSM, al fine di garantire l’assoluta indipendenza dei consiglieri togati da logiche politico-correntizie;
2) rotazione negli incarichi giudiziari direttivi e semidirettivi al fine di evitare il consolidamento di situazioni di potere;
3) contrarietà alla riforma costituzionale predisposta dal Governo relativa alla separazione delle carriere, al fine di garantire l’indipendenza della Magistratura nel suo complesso dagli altri poteri dello Stato, essenziale per la salvaguardia dell’ordine democratico, ritenendo un valore da preservare quello della cultura unica della giurisdizione;
4) rafforzamento dell’attività sindacale dell’ANM, con potenziamento del relativo ufficio e con particolare attenzione all’assistenza ed alle tutele necessarie per i casi di malattie, anche professionali, alle nuove forme di previdenza (Acampora), alla consulenza generalizzata ed all’assistenza in materia
disciplinare, alle condizioni lavorative, al carico di lavoro dei magistrati, promuovendo, in riferimento a quest’ultimo profilo, l’adozione di criteri di calcolo dei carichi di lavoro il più possibile omogenei su tutto il territorio nazionale, nonché l’aumento dell’organico dei Magistrati Distrettuali presso le Corti d’Appello allo scopo di far fronte in via preventiva alle scoperture dei ruoli conseguenti ai congedi straordinari dei magistrati od alle scoperture per trasferimento.
Qualora venissi eletta mi impegnerò concretamente per sostenere le linee programmatiche indicate e per fare in modo che il principio di Indipendenza della magistratura, che costituisce il fondamento della ripartizione dei poteri dello Stato e presidio imprescindibile dell’ordine democratico, conformemente all’intenzione dei Padri Costituenti, venga sempre onorato e rispettato, ringraziando sin d’ora chi vorrà
riporre in me la sua Fiducia attraverso l’espressione di voto.
^^^^^^^^^^^^^
MASSIMILIANO SACCHI
Gentile Collega
Chi sono?
Sono Massimiliano SACCHI, nato a Napoli, dove vivo, il 15.3.1973.
Mi presento, alle elezioni per il rinnovo del COMITATO DIRETTIVO CENTRALE dell’ANM, come candidato per il gruppo Articolo 101.
Sono stato nominato Magistrato Ordinario con D.M. 19.11.2002 ed ho conseguito con esito positivo la V valutazione di professionalità.
Non ho mai ricoperto incarichi associativi nell’ANM, non sono iscritto ad alcuna corrente della magistratura associata, non sono mai stato fuori ruolo, sono iscritto all’ANM sin da quando ho assunto le funzioni.
Le mie esperienze professionali.
Dal febbraio 2018 svolgo funzioni di Consigliere, nel settore civile, presso la Corte di Appello di Napoli, occupandomi prevalentemente di cause di responsabilità professionale, contratti, responsabilità extracontrattuale.
Precedentemente ho lavorato, dal 2008, come giudice presso il Tribunale di Napoli, sempre nel settore civile, occupandomi, in particolare, di controversie in materia commerciale e di contenzioso bancario.
Agli inizi della mia carriera, dal 2004, ho svolto funzioni di giudice presso il Tribunale di Rossano.
Perché mi candido?
Come forse saprai, un gruppo di colleghi, fautori del sorteggio temperato, riunito nel Comitato Altra Proposta, a febbraio 2022, ha sorteggiato, dinanzi ad un Notaio di Roma, alcuni potenziali candidati.
Io rientro tra coloro che all’epoca furono sorteggiati e che decise di manifestare la propria disponibilità.
Ritenni, infatti, doveroso cogliere l’occasione che mi venne offerta per contribuire a far emergere il principio che possano aspirare ad incarichi, in organi di rilievo costituzionale come il CSM, e, in generale, all’interno delle istituzioni che concorrono all’amministrazione della giustizia, tutti i magistrati che, come me, hanno sempre e solo svolto funzioni giudiziarie.
L’esperienza maturata nel corso delle elezioni per il rinnovo del CSM, tenutesi nel 2022, è stata positiva. Sebbene, infatti, io non rientri tra gli eletti, ho, comunque, riscontrato un discreto successo in termini di preferenze espresse, in tal modo contribuendo, unitamente agli altri colleghi sorteggiati e sfruttando il collegamento all’interno di una lista, reso possibile dalla legge elettorale, all’elezione di un Consigliere del tutto indipendente dalle Correnti, il collega
Andrea Mirenda.
La delicatezza del momento storico che stiamo vivendo, contraddistinto dall’imminente approvazione di riforme epocali destinate ad incidere profondamente sull’assetto della magistratura, mi ha indotto ad accettare la proposta di candidatura formulata dai colleghi del gruppo Articolo 101.
Ho ritenuto, infatti, doveroso offrire la mia disponibilità per supportare l’azione di coloro che aspirano a vedere operare una magistratura libera da ogni forma di condizionamento, esterno ed interno, nella quale possa concretamente attuarsi il principio costituzionale per il quale i magistrati si distinguono tra loro soltanto per le funzioni svolte.
A quali criteri vorrei ispirare il mio operato qualora fossi eletto.
Impronterei il mio operato ad un mero spirito di servizio, al fine di apportare il mio contributo professionale all’attività dell’ANM, senza essere condizionato da legami di appartenenza o da debiti di riconoscenza.
Ringraziandoti per la pazienza di avere letto fin qui queste mie brevi riflessioni, ti saluto cordialmente nella speranza che anche tu le condivida.
^^^^^^^^^^^^^
MONICA BIASUTTI
Gentili colleghi, i pochi che mi conoscono si sorprenderanno per questa candidatura, che effettivamente dopo 28 anni di magistratura neppure io avrei previsto, ma come si suol dire non è mai troppo tardi, neppure per tentare di migliorare il sistema di cui facciamo parte e l’immagine alta della giustizia che rappresentiamo. Ed è per questo che, tentata da alcuni colleghi, ho accettato di mettermi in gioco, candidandomi alle prossime votazioni di fine gennaio per il comitato direttivo dell’ANM in seno alla lista di ARTICOLO CENTOUNO, una non-corrente se così si può definire posto il suo obiettivo primario di scardinare le storture correntizie incidenti su nomine e decisioni del nostro massimo organo di autogoverno. Un gruppo relativamente recente e per certi versi dirompente visti i punti cardine del suo programma, ad iniziare dalla incompatibilità tra incarichi associativi, cariche consiliari e ministeriali, per arrivare al criterio del cd. sorteggio temperato, il tutto per garantire i valori di imparzialità e indipendenza nostro massimo presidio costituzionale (non essendo casuale il riferimento proprio all’art. 101 della Cost.).
Se vorrete sostenere il nostro gruppo, e lasciarvi anche voi tentare dal desiderio di rinnovamento, non vi tedio oltre, rispettando la sinteticità che mi è propria e soprattutto il poco tempo a disposizione di voi tutti.
Dimenticavo di presentarmi: Monica Biasutti, già P.M. Udine, già giudice penale Tribunale Pordenone, già Gip Pn, ora consigliere penale Corte di Appello di Trieste.
Buon voto a tutti, Monica
^^^^^^^^^^^^^
NATALIA CECCARELLI
NATALIA CECCARELLI
Corte di Appello di Napoli – IX Sezione Civile
Magistrato di Sesta Valutazione di Professionalità
D.m. di nomina: 24/02/1997 - natalia.ceccarelli@giustizia.it -
CANDIDATA CON LA LISTA ARTICOLOCENTOUNO ALLE ELEZIONI DEL COMITATO DIRETTIVO CENTRALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI INDETTE PER I GIORNI 26, 27 E 28 GENNAIO 2025
TRE MOTIVI PER CANDIDARSI CON ART. 101
1) Mi candido con il Gruppo Art. 101 perché non è un Gruppo ma un luogo ideale di confronto aperto alla partecipazione di tutti, ispirato dal desiderio di riportare la politica associativa nella sede sua propria, l’Associazione, nel costante perseguimento dell’obiettivo di liberare l’attività del Consiglio Superiore della Magistratura dal condizionamento delle Correnti mediante l’introduzione: del sorteggio temperato come metodo di selezione dei Consiglieri, della rotazione degli incarichi direttivi e semidirettivi per il giusto avvicendamento e la gestione partecipata ed orizzontale degli uffici giudiziari, della previsione di una rigorosa incompatibilità tra incarichi associativi e qualsiasi altro genere di attività extragiudiziaria o fuori ruolo dei magistrati
2) Mi candido con Art. 101 perché le vicende che riguardano la carriera del Magistrato non devono mai essere condizionate dall’appartenenza (o dalla non appartenenza) ad un Gruppo o ad una Corrente, ma valutate esclusivamente in base a canoni di meritevolezza
3) Mi candido con Art. 101 perché non vi può essere indipendenza esterna della Magistratura dagli altri Poteri dello Stato senza indipendenza interna del Magistrato dalle Correnti
TRE MOTIVI PER VOTARE ART. 101
1) Votare Art. 101 significa portare in seno al CDC una voce non omologata alla logica delle alleanze di potere
2) Votare Art. 101 significa dare voce alla minoranza per garantire la corretta circolazione delle informazioni riguardanti l’attività associativa e il rigoroso ed imparziale controllo di legalità sulle scelte consiliari
3) Votare Art. 101 significa togliere un voto ai gruppi di potere
TRE MOTIVI PER VOTARMI
1) Passione
2) Onestà intellettuale
3) Indipendenza
Grazie!
^^^^^^^^^^^^^
ROCCO PAVESE
Sono consigliere della Corte di Appello di Potenza, sezione civile, in procinto di trasferirmi a quella di Salerno, sezione lavoro. Nominato con d.m. 25.2.1989, ho sempre svolto funzioni giudicanti, sia penali che civili, e sono stato componente del Consiglio giudiziario di Potenza a più riprese. Non ho ricoperto mai incarichi di tipo diverso, con l’eccezione della nomina, avvenuta per sorteggio, a componente della Commissione esaminatrice per magistrato ordinario ex d.m.18.10.2022.
Ho accettato la proposta di candidatura perché la libertà è partecipazione.
Assistiamo a una sistematica e perdurante aggressione alla giurisdizione, a cui difesa l’ANM è chiamata a svolgere un ruolo essenziale, ma che sarà impossibile in assenza di una riforma profonda dell’associazionismo. Credo fermamente che soltanto i principî di trasparenza propugnati da Articolo 101 possano restituire alla ANM la credibilità necessaria, oggi ampiamente compromessa dalle degenerazioni correntizie e dalle relative pratiche lottizzatrici (sempre deprecate a parole, mai abbandonate da alcuna corrente).
Indipendenza e imparzialità del magistrato sono valori di rango costituzionale ma restano formule vuote, se non sostenuti dalla rivoluzione copernicana che metta al centro del sistema il merito e ne bandisca l’appartenenza correntizia: questo voglio testimoniare con la mia presenza e per questo chiedo il voto ai colleghi.
^^^^^^^^^^^^^
ROSARIA MOLE'
Mi chiamo Rosaria Molè, sono nata a Ragusa il 03.11.1975, sono stata nominata magistrato ordinario con D.M. 05/08/2010 ed ho conseguito la terza valutazione di professionalità. Sin dall’inizio della mia carriera ho prestato servizio presso la Procura distrettuale di Catania e tutt’oggi vi opero quale componente della Direzione Distrettuale Antimafia. Avendo sempre svolto le funzioni di sostituto procuratore presso il medesimo ufficio ho avuto modo di trattare quasi tutte le tipologie di reati, in particolare durante i primi anni mi sono occupata di delitti contro le fasce deboli e reati contro le persone, per poi specializzarmi in criminalità economico-finanziaria (in particolare, reati tributari, contraffazione e riciclaggio) e reati associativi di natura anche transnazionale, fino ad occuparmi nell’attualità di criminalità organizzata di natura mafiosa.
Mi affaccio per la prima volta alla vita associativa in quanto sinora in ambito professionale mi sono dedicata esclusivamente al lavoro e all’obiettivo di fornire quanto più numerose e valide risposte alle istanze di giustizia provenienti dalla collettività. Questi anni da spettatrice di ciò che è stato fatto ed accaduto nell’ambito della vita associativa e del nostro organo di autogoverno, ma soprattutto il sentirmi sempre più avvolta dal senso di sfiducia dei cittadini nei confronti della magistratura, mi ha fatto scattare il desiderio di fornire un mio contributo affinché qualcosa possa cambiare. Sono convinta, però, che il cambiamento ed il rinnovamento positivo della magistratura può avvenire solo dall’interno, non attraverso i semplici proclami autoreferenziali e contro i facili attacchi della politica agevolati dalle nostre défaillances, ma soprattutto puntando su una seria rimeditazione del nostro ruolo e dei principi che lo governano, i quali devono trovare il loro fondamento solo nelle norme della Costituzione e non certo nelle bieche logiche correntizie che ammantano di massimo rispetto alla legge quelli che sono nella maggior parte dei casi interessi personali e di carriera.
Ho coltivato il sogno di diventare magistrato da quando mi sono iscritta alla facoltà di giurisprudenza e, grazie anche al supporto di una famiglia modesta che ha fatto mille sacrifici per consentire ad una figlia idealista di realizzare un obiettivo che ai più sembrava impossibile, ho avuto il grande onore di diventare un magistrato della Repubblica italiana che sin dal primo istante mi sono ripromessa di servire espletando il mio compito con il massimo di correttezza, onestà ed equilibrio, in quanto i cittadini che si affidano al nostro servizio giustizia su queste nostre doti devono sempre poter contare.
Sono più che convinta che i predetti principi-guida, oltre che informare il nostro concreto agire professionale, devono riverberarsi nella vita associativa e dell’organo di autogoverno perché solo in questo modo si può essere credibili, seri e degni di far parte del terzo potere dello Stato.
Coerentemente con le motivazioni sopra esposte, la lista ArticoloCentouno è l’unica via attraverso cui potevo affacciarmi alla vita associativa, in quanto essa solo incarna e sostiene i principi guida e l’ideale di magistratura che sono anche i miei. Della lista di cui faccio parte condivido tutte le linee programmatiche, dal sorteggio temperato alla rotazione degli incarichi direttivi e semidirettivi, dalle rigide incompatibilità nell’assunzione degli incarichi dirigenziali e fuori ruolo alla contrarietà a talune riforme legislative, tutti strumenti finalizzati a contrastare la prevalenza dei centri di potere e delle logiche di scambio e favoritismi tipici anche del sistema correntizio finora operante.
Da magistrato che ha svolto sempre le funzioni di pubblico ministero e, tra l’altro, sempre nel medesimo territorio, particolarmente pericoloso ritengo l’obiettivo di realizzare la separazione delle carriere non per una sorta di opposizione di principio tout court ma nella ipotesi, non del tutto peregrina ed anzi più che verosimile, che essa rappresenti il viatico con l’obiettivo finale di rendere il pubblico ministero strumento alle dirette dipendenze del potere politico e l’evidente rischio di dar vita ad un esercizio dell’azione penale “controllato” e di fatto a discapito solo dei soggetti deboli.
Chiedo di votare me a tutti quei colleghi che, come me, si sentono “figli del popolo” e ritengono che l’unico faro che deve illuminare la via di un magistrato è quello di applicare le leggi in un’ottica di giustizia equa e concreta, la stessa che in primis deve caratterizzare l’organizzazione interna della magistratura nell’ottica di un reale rinnovamento e superamento delle storture del passato.
Mi rivolgo soprattutto ai giovani colleghi che, certamente animati dai loro ideali e ancora non fagocitati dai sistemi di potere, sono ancora nella condizione di massima libertà di pensiero per poter contribuire alla riaffermazione di una magistratura veramente conforme ai principi della Costituzione, gli unici che governano le linee programmatiche della lista ArticoloCentouno di cui sono onorata di far parte.
^^^^^^^^^^^^^
VERONICA VACCARO
Sono VERONICA VACCARO nata a Piacenza il 15/11/1971, nominata magistrato con D.M. del 18 gennaio 2002, ho conseguito la V valutazione di professionalità.
Mi sono laureata in giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma con 110 e lode. Ho svolto funzioni giudicanti penali, sia dibattimentali sia Gip/Gup, presso il Tribunale di Gela dal 13 ottobre 2003 sino a gennaio 2017. Da tale data e sino al 3/7/2023 ho svolto funzioni giudicanti civili, prevalentemente in materia di stato e capacità delle persone, sempre presso il Tribunale di Gela.
Dal 4/7/2023 ad oggi svolgo funzioni giudicanti civili presso il Tribunale di Velletri, Sezione Lavoro.
Nella mia carriera ho conseguito varie pubblicazioni di sentenze sia penali che civili e un notevole numero di definizioni di procedimenti in tutti i ruoli assegnatimi.
Durante il periodo della pandemia ho sperimentato, con priorità assoluta nel panorama nazionale, l’udienza civile telematica, poichè già il 12 marzo 2020 (a soli due giorni dall’adozione del D.M. 10/3/2020 sulla “stanza virtuale” del magistrato) ho emanato il primo decreto di organizzazione dell’udienza telematica civile (celebratasi il 23 marzo 2020 nel rispetto del divieto di celebrazione delle udienze imposto dal D.L. 8/3/2020 n. 11, sino a quella data), che mi ha permesso di continuare a svolgere le udienze in settori delicati, collegati alle esigenze alimentari delle persone, anche durante l’emergenza sanitaria proclamata l’8 marzo 2020, evitando così inutili rinvii ed impedendo conseguentemente la formazione di arretrato.
Nel corso degli anni, presso il Tribunale di Gela, ho ricoperto funzioni direttive e semidirettive di fatto, come presidente vicario e presidente di sezione penale facente funzioni, nonché le funzioni di giudice coordinatore dell’Ufficio GIP/GUP e di giudice coordinatore della sezione civile.
Ho svolto anche funzioni di componente del Consiglio Giudiziario, della Commissione Flussi e della Commissione pari opportunità presso la Corte d’Appello di Caltanissetta.
Il mio criterio ispiratore durante tutta la mia carriera è stato il principio di “buon andamento e imparzialità dell’amministrazione” della giustizia espresso dall’art. 97 della Costituzione, su cui ho giurato fedeltà il 18/1/2002. Ho interpretato l’ufficio come un servizio, posponendo il mio interesse personale e familiare ai miei doveri d’ufficio e ciò è attestato dai risultati statistici documentati.
Mi candido per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale dell’A.N.M. con la Lista Articolocentouno di cui condivido le linee programmatiche che riassumo di seguito:
1) sorteggio per l’individuazione dei candidati della componente togata del CSM, per garantire l’assoluta indipendenza dei consiglieri togati da logiche politico-correntizie;
2) rotazione negli incarichi giudiziari direttivi e semidirettivi, per evitare il consolidamento di situazioni di potere;
3) contrarietà alla riforma costituzionale predisposta dal Governo relativa alla separazione delle carriere, per garantire l’indipendenza della Magistratura nel suo complesso dagli altri poteri dello Stato, essenziale per la salvaguardia dell’ordine democratico;
4) rafforzamento dell’attività sindacale dell’A.N.M. con particolare attenzione alle tutele necessarie per il caso di malattia, di procedimenti disciplinari e di carichi di lavoro dei magistrati; in particolare in ordine a quest’ultimo profilo, per l’adozione di criteri di calcolo dei carichi di lavoro il più omogenei possibili su tutto il territorio nazionale, con conseguente promozione presso il Ministero della Giustizia di una rivisitazione delle piante organiche dei presidi giudiziari spesso notevolmente sottodimensionati rispetto ai flussi effettivi, ma anche per un aumento dell’organico dei Magistrati Distrettuali presso le Corti d’Appello allo scopo di far fronte in via preventiva alle improvvise scoperture dei ruoli per vicende collegate ai congedi dei magistrati per mesi o alle scoperture per avvenuto trasferimento.
Qualora venissi eletta mi opporrò all’adozione di sentenze predittive, emesse da sistemi di intelligenza artificiale secondo algoritmi addestrati; se da una parte, infatti, permetterebbero lo smaltimento dell’arretrato e la velocizzazione delle definizioni, dall’altra annullerebbero l’alto valore della giurisdizione, che resta un fatto squisitamente umano e, come tale, ogni fatto è diverso dall’altro e deve essere prudentemente valutato dal giudice. Il sistema delle sentenze predittive consentirebbe, infatti, un controllo politico della giurisdizione, secondo criteri predeterminati da chi ha elaborato gli algoritmi, mentre invece, per la tenuta di un sistema democratico è necessario che la giurisdizione sia autonoma da ogni altro potere dello Stato e che controlli la legittimità dell’operato del Potere esecutivo e legislativo. Si aggiunga che la giurisdizione italiana è, per tradizione storica, fra le più sofisticate e garantiste nel panorama mondiale; ritengo, infatti, che dobbiamo restare fedeli alle radici della nostra cultura per non perdere la nostra identità.
Non mi propongo come la migliore, ma come un magistrato che interpreta la professione come un servizio a favore del popolo italiano nel cui nome è amministrata la Giustizia, così come prescrive l’art. 101 della nostra Costituzione. A Voi spetta il compito di scegliermi, se condividete le mie idee e se ritenete che valga la pena di sostenerle nel comune interesse della categoria, per un nostro futuro migliore.
^^^^^^^^^^^^^
VINCENZO DEL SORBO
Giudice civile Tribunale Torre Annunziata
Buongiorno a tutti e a chi avrà la pazienza di leggermi.
Ormai sulla fine della carriera non ho (rectius: non ho più)
velleità/possibilità di incarichi.
Perché ho aderito ad "Articolo101" e mi sono candidato?
Beh, da molti, molti anni io critico il modo di "gestire" la magistratura
da parte del CSM ed il correntismo il cui "SISTEMA" è degenerato
sempre di più complice anche le varie riforme attuate dalla politica col malcelato intento
di controllare l'operato della magistratura.
Però l'ho fatto sempre e solo nel mio piccolo mondo e nel guscio in cui mi ero rintanato.
È così che mi sono fatto da ultimo convincere dalla simpatica insistenza dei membri di
“Articolo101”
E perché Vi chiedo di votare per la nostra lista?
È chiaro: per dire no al correntismo.
Noterete che non parlo di correnti bensì di "correntismo" (che per me è del tutto analogo
al "partitismo", cioè al fenomeno che costituisce il peggior male della Nostra Democrazia)
Infatti per me tutti i candidati di tutte le liste sono persone più che degne e non mi
permetto minimamente di paragonarmi a loro.
Però è un dato di fatto che il perbenismo del singolo si perda nel "Sistema" che un
complesso di norme poco chiare ed efficienti ha di fatto creato.
È per questo che vi chiedo di votare non per me, ma per Articolo101
Dentro la nostra lista vi sono diverse anime e diversi modi di pensare in relazione ai singoli
temi che ci riguardano (non da ultimo sulla riforma costituzionale che bolle in pentola)
Però tutti ci compattiamo sul nostro scopo fondamentale: la lotta al correntismo.
E se passasse anche uno solo dei rimedi che propone Articolo101 (quello del sorteggio al
CSM) noi potremo presentarci al Paese con le "mani pulite" e come un "Potere" che non
si contrappone alla Politica, ma che rifugge dal cancro del clientelismo che accomuna
Correnti e Partiti e vuole davvero una società più equa e più "giusta".