mercoledì 26 novembre 2025

DOCUMENTO RELATIVO ALLA LEGGE COSTITUZIONALE “NORME IN MATERIA DI ORDINAMENTO GIURISDIZIONALE E DI ISTITUZIONE DELLA CORTE DISCIPLINARE”



Pubblichiamo, perché d'interesse,  il documento dell'Associazione tra gli studiosi del processo penale. 


Il Consiglio Direttivo dell’Associazione tra gli studiosi del processo penale ritiene che la legge costituzionale recante «Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare», approvata definitivamente il 30 ottobre 2025, tenda ad una più coerente e concreta attuazione del «giusto» processo penale, così come delineato dall’art. 111 Cost. Si tratta di una valutazione di sintesi che non pretende di esprimersi su ogni aspetto della riforma e che non tocca, come si conviene alla disamina su basi scientifiche, né la questione di carattere politico riguardante lo spazio riservato alla dialettica parlamentare nel procedimento di revisione costituzionale, né le polemiche di schieramento circa gli scenari suscettibili di prodursi in un ipotetico futuro (la paventata attrazione dell’organo dell’accusa nell’orbita del governo).

Pur nella consapevolezza di opinioni non sempre convergenti, qui si coglie il contributo positivo che la riforma può produrre sulla cruciale esigenza di imparzialità del giudice, posta (non tanto tra gli altri canoni del modello, bensì) «al vertice dei valori del “giusto processo”» poiché «in sua carenza tutte le altre regole e garanzie processuali perderebbero di significato» (Corte cost., sent. n. 306 del 1997).

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domenica 23 novembre 2025

Riforma costituzionale della giustizia: Alta Corte e Sezione disciplinare a confronto.




di Giuliano Castiglia
Magistrato



Il Parlamento ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge costituzionale della c.d. “riforma della giustizia”.

In assenza della maggioranza dei due terzi, Parlamentari pro e contro ne hanno separatamente promosso la sottoposizione a Referendum, che si terrà nei prossimi mesi.

Uno degli aspetti più criticati dagli oppositori della Riforma è l’istituzione di un nuovo organo, l’Alta Corte, alla quale viene attribuita «la giurisdizione disciplinare nei riguardi dei magistrati ordinari».

Vengono criticati, in particolare, il carattere di giudice speciale dell’Alta Corte, l’impugnabilità delle sue decisioni dinanzi a sé stessa e l’assenza di una disciplina costituzionale che assicuri la maggioranza togata nei collegi giudicanti.

Si tratta, effettivamente, di uno snodo delicatissimo dell’ordinamento giudiziario e la previsione di un giudice speciale, competente sia in primo che in secondo grado, non può non destare perplessità.

Il giudizio su una qualunque riforma, tuttavia, non può mai essere assoluto. Deve essere, invece, comparativo, mettendo a confronto l’assetto vigente con l’assetto che verrebbe fuori dalla riforma.

Il sistema disciplinare imperniato sull’Alta Corte, dunque, va confrontato col sistema attualmente vigente.

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venerdì 3 ottobre 2025

Un intervento di Andrea Mirenda al XX Congresso ordinario dell'Unione Camere Penali Italiane







Una voce dissonante sul sorteggio dei componenti del CSM, qui sotto il link ed il testo.  

Sono quotidiane le conferme dei mali del correntismo,  come la recente e feroce lottizzazione delle Commissioni del CSM, una a quel gruppo di "colti", una a quell'altro. 

Le Correnti,  centri culturali   in teoria, centri per l'impiego in pratica.

Che la spartizione continui.          





DOTT. ANDREA MIRENDA
CATANIA - CONGRESSO UCPI 27 settembre 2025

Grazie.
prima di tutto, voglio ringraziarvi per l’invito: per me è stato un momento estremamente formativo, anche sul piano personale e professionale, come magistrato. Ieri ho ascoltato discorsi, come usa dire, “alti”.  E, se mi è consentito, vorrei anche aggiungere che la vostra elaborazione culturale — quella dell’Unione delle Camere Penali — è, a mio avviso, più alta e più profonda di quella che oggi riesce a esprimere l’ANM, purtroppo arroccata in una posizione difensiva, di chiusura, di “no a tutto”: una postura che, come ha ben ricordato ieri l’onorevole Morando, ha finito per impedire quello che avrebbe potuto essere un dialogo sereno e costruttivo.

Eppure, ciò che stiamo vivendo — almeno negli ultimi anni — rappresenta una straordinaria lezione di educazione civica, assolutamente trasversale alla societa civile, che avrebbe meritato di essere raccolta e condivisa da tutti. Stiamo assistendo, difatti,  — e questo è un Vostro merito — ad una straordinaria riflessione costituzionale che attraversa tutto il Paese. Perché non riguarda soltanto noi operatori della giustizia — magistrati, avvocati, studiosi — ma coinvolge fortunatamente anche i cittadini, chiamati a interrogarsi sempre più sul significato di giusto processo, di parità delle parti,  in definitiva sul senso stesso del rito accusatorio. Argomenti che, fino a poco tempo fa, erano materia quasi “esoterica”, riservata agli addetti ai lavori.

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giovedì 19 giugno 2025

Atto finale della saga: la prepotenza ha vinto!




Le puntate precedenti: 

  





Alla fine l'hanno fatta Presidente della Corte d'appello dell'Emilia Romagna!

Come ha sottolineato un consigliere a caso, Andrea Mirenda (in foto), l'hanno messa a capo dell'organo che dà i pareri sui magistrati, il Consiglio Giudiziario; del resto è una che ha mostrato di intendersene, anche quando non  doveva (che non dovesse è scritto nella sentenza che l'ha assolta:  per il giudice disciplinare brigare è un fatto bagatellare).

Imperdibile l'accorato intervento di Andrea Mirenda a questo link  (file2/4 dal minuto 29,20)  

Nordio ha pienamente ragione quando afferma che aver cacciato Palamara non ha minimante scalfito il sistema. 

Ma allora il Governo si sbrighi ad introdurre il sorteggio del CSM,  sollevando i magistrati italiani dal cappio del correntismo.  

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lunedì 9 giugno 2025

Una decisione in Consulta



 di Nicola Saracino - Magistrato 

Per mezzo secolo una legge liberticida ha leso i diritti fondamentali dei cittadini.

Il trattamento sanitario obbligatorio, al quale si ricorre quando la persona in stato di alterazione psichica necessita di cure  che rifiuta, non poteva essere disposto senza che un giudice avesse sentito l’interessato. 

Ciò perché la costrizione implica un’ovvia compressione della libertà personale sì da suggerire l’adozione di garanzie analoghe a quelle previste per chi sia accusato di un reato o sospettato di volerne commettere o per  chi sia  in procinto di essere allontanato dal territorio italiano non avendo i requisiti per permanervi. 

Del resto, ricorda la Corte (sent. n. 76/2025), l’esame della persona è previsto nei procedimenti di interdizione, di inabilitazione ed in quelli per la nomina di un amministratore di sostegno.  

Anche l’Europa ha, infine, raccomandato il massimo rispetto per i diritti fondamentali dell’individuo. 

E ci mancherebbe. 

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domenica 8 giugno 2025

Se davvero si volesse arginare il correntismo ...




... questa la via indicata da AricoloCentoUno in una recente mozione sul tema, non farisaica.  


Il Consiglio Consultivo dei Giudici Europei (CCJE), più volte occupatosi dei rapporti tra Associazioni di giudici e Governo Autonomo della Magistratura, nel 2007 suggerisce il sorteggio come metodo di selezione dei componenti dei Consigli Superiori.

Nel parere n. 23, reso il 6 novembre 2020 - sul ruolo delle associazioni di giudici a sostegno dell’indipendenza della giustizia – il CCJE definisce i giudici “le pietre angolari degli Stati fondati sulla democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani”.

Il CCJE sottolinea come l’indipendenza dei singoli giudici esige “non soltanto l’esclusione di ogni influenza esterna, ma anche di quella che può essere esercitata all’interno del sistema giudiziario” al fine di “contrastare le indebite ingerenze”, allorquando “si tratti di decisioni delle autorità competenti che influiscono sulla carriera dei giudici (nomina, promozione, trasferimenti, procedure disciplinari e di valutazione, etc.)”.

Ai fini del raggiungimento dei loro obiettivi è indispensabile che le associazioni dei giudici interloquiscano con queste istanze, esercitando una doverosa funzione di controllo sulla legalità di tali procedure, giammai di condizionamento.

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giovedì 17 aprile 2025

L’ingiusto processo penale telematico.







Volentieri ospitiamo l'accorato intervento di un autorevole operatore del diritto alle prese coi primi, ed a quanto pare sguaiati, vagiti del processo penale telematico. E' comunque di buon auspicio l'invocazione finale di un "giusto processo telematico" che non suona come anacronistica avversione all'evoluzione tecnologica, purché essa sia al servizio della giustizia e non il contrario.        


di Oliviero Mazza - Professore ordinario di diritto processuale penale ed Avvocato



Il frutto più velenoso della riforma Cartabia è certamente il processo penale telematico. Dietro al fascino suadente della innovazione si nasconde in realtà un Moloch tecnologico sul cui altare sono state sacrificate le garanzie del giusto processo, anche quelle che nell’ambiente analogico tradizionale sembravano intangibili.

La porta d’ingresso in questo brave new world, in cui i diritti sono confinati in un drammatico limbo esistenziale, sono due norme processuali in bianco (art. 111-bis e 111-ter c.p.p.) che delegano al potere regolamentare (il vero Moloch tecnologico) la scrittura di un processo penale parallelo, libero da vincoli, compresi quelli costituzionali. 

L’apparente insipienza del legislatore nasconde, in realtà, la callida scelta di aggirare ogni limite e di utilizzare lo sviluppo digitale quale cavallo di troia per infettare del più cupo germe inquisitorio quello che restava dei brandelli del processo accusatorio dopo la cura efficientista.

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sabato 8 febbraio 2025

Ma ve l’immaginate un CSM di sorteggiati?


di Nicola Saracino - Magistrato 


Magistrati ai quali la sorte non darebbe la forza morale e l’autorevolezza necessaria a fronteggiare i compiti cui è chiamato un consigliere superiore. 

Perché uno dei tanti mandato lì a caso non è rappresentativo, non ha un serbatoio elettorale da ringraziare e custodire. 

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domenica 12 gennaio 2025

Elezioni del Comitato Direttivo Centrale dell'ANM del 26-27-28 gennaio 2025 - Lista ArticoloCentouno

Ospitiamo le presentazioni dei candidati (in ordine alfabetico per nome di battesimo, per scelta del sistema operativo) alle elezioni del Comitato Direttivo Centrale dell'ANM dei prossimi 26, 27 e 28 gennaio 2025 della lista ArticoloCentouno, lista che non è una corrente, dato che non aspira ad avere "rappresentanti" al Consiglio Superiore della Magistratura, e che non ha un sito internet che le consenta di presentarsi agli elettori. 

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sabato 11 gennaio 2025

La fortuna aiuta.





Pubblichiamo l'intervista de Il Dubbio ad Andrea Mirenda, consigliere superiore per caso.   



La componente togata del Csm si è compattata contro la riforma costituzionale. Tutti d’accordo, tranne uno, l’indipendente Andrea Mirenda, unico ad astenersi e ad aver già vissuto sulla propria pelle il sorteggio. Che potrebbe rappresentare una soluzione, afferma, alle degenerazioni correntizie.

Lei è l’unico togato ad essersi astenuto dal voto sul parere sulla separazione delle carriere, dichiarandosi favorevole in particolare al sorteggio come strumento per riformare il Csm. Che effetti pensa che avrà, in concreto, questo intervento legislativo?


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sabato 23 novembre 2024

Gente distratta.



di Nicola Saracino - Magistrato 

Non so se commentare una legge in fieri, in particolare una “legge del governo” (neologismo di questi tempi, sic!) mi esporrà a conseguenze disciplinari. 

Corro il rischio. 

Ma è su tutti i giornali l’idea dell’esecutivo di chiedere al parlamento di approvare (ripristiniamo i “fondamentali”, tipo lo stop di petto) una disciplina che proibisca al magistrato, in quanto tale, di parlare, pubblicamente,  di diritto, dei diritti.

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lunedì 21 ottobre 2024

Siamo sicuri?



di Nicola Saracino - Magistrato 

Non lo sono Egitto e Bangladesh, secondo il tribunale di Roma. 

Ciò ha determinato la mancata convalida del trattenimento di alcuni migranti in Albania e le conseguenti polemiche, anzi il vero e proprio “scontro” tra politica e magistratura, ciascuna rivendicando l’esercizio delle proprie  prerogative.  

Invasioni di campo sono lamentate dall’una e dall’altra parte. 

E l’Arbitro dice ad entrambe di tenere in considerazione le ragioni dell’altra.

In mezzo la legislazione europea,  di rango sovraordinato a quelle degli Stati membri dell’Unione. 

Il punto è tutto lì.

Mentre per disapplicare una norma di legge  che violi la Costituzione occorre eliminarla dall’ordinamento giuridico con una pronuncia della Corte Costituzionale, quando sono in gioco contrasti con le norme europee i singoli giudici  degli Stati nazionali sono chiamati a dare applicazione diretta alle norme cd “pattizie”, senza che vi sia l’obbligo (né la possibilità) di sospendere il giudizio per sottoporre la questione ad una Corte Costituzionale Europea che possa "eliminare" le leggi degli stati membri contrastanti con l'ordinamento sovranazionale, quell'organo non esiste 

Tradurre in legge la lista degli Stati “sicuri”, pertanto,  non aiuterà. 

A meno che ciò non avvenga a livello di normativa europea. 

Tra i criteri  adottati a livello europeo per stabilire se uno Stato possa dirsi sicuro -  oltre alla garanzia delle libertà fondamentali come ad esempio la segretezza della corrispondenza   e la libertà di pensiero -  vi è quello del rispetto della separazione dei poteri e, in particolare, della non interferenza dei governi sull’operato della magistratura, che deve essere dai primi indipendente.  

Non deve, cioè, “collaborare” coi governi e nemmeno osteggiarli. 

Deve applicare le regole, sia quelle nazionali che quelle comunitarie, secondo gli schemi sopra accennati.

L’Italia è un paese sicuro? 


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