venerdì 20 novembre 2009

Quanto lavorano veramente i magistrati italiani

Versione stampabile




di Mario Morra
(Giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere)



Recentemente gli attacchi alla magistratura vanno moltiplicandosi, con una violenza ed una frequenza indicativa di un disegno preordinato, volto a gettare discredito sulla categoria per fini che nulla hanno a che fare con la volontà di risolvere i problemi della giustizia e velocizzare i processi.

Esponenti politici, giornalisti, saggisti, presunti o aspiranti tali, cavalcando ormai un filone che “tira”, anche commercialmente, in modo tanto ossessivo quanto apparentemente convinto, inondano la pubblica opinione di dati assolutamente falsi, spesso ridicoli (come ad esempio la storia dei magistrati che lavorano 4 ore al giorno o che guadagnano come i parlamentari) e ciononostante in grado di fare presa sui lettori o telespettatori, proprio perché ripetuti in modo costante, secondo un copione ormai collaudato.

Partendo dal dato inconfutabile dell’eccessiva durata dei processi in Italia rispetto agli altri paesi, prima velatamente, ora in modo aperto, si sostiene che ciò dipende dalla “scarsa voglia dei magistrati di lavorare”, dall’assenza di controlli sul loro operato, dalla preferenza accordata alla trattazione di processi politici per acquisire notorietà.

In più, per aumentare l’atteggiamento di diffidenza e odio verso la categoria, si sostiene che i magistrati guadagnano troppo, che l’attività disciplinare del C.S.M. (Consiglio Superiore della Magistratura) è solo una farsa e che la magistratura contrasta le riforme solo per mantenere i propri privilegi di casta.

I dati su cui mi sono basato, e che in alcuni casi ho rielaborato per renderli di più immediata comprensione, non sono tratti da indagini raffazzonate e di dubbia veridicità, dell’A.N.M. (Associazione Nazionale Magistrati) o di altri organismi interessati, ma provengono da una fonte autorevole ed imparziale: la Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ), raccolti in un rapporto, estremamente articolato, di oltre 350 pagine, presentato nel 2008 (con rilevazioni statistiche riferite all’anno 2006), sullo stato della giustizia in Europa.

Il rapporto è stato in alcuni casi citato, evidentemente a sproposito, dai nostri detrattori, e qualche volta anche dai nostri rappresentanti dall’A.N.M. ma in modo, mi permetto di osservare, troppo parziale e frammentario per essere efficace.

Seppur scritto in lingua inglese, è in ogni caso facilmente reperibile in internet e a disposizione di chiunque voglia verificare i dati da esso ricavati.

Da tale rapporto emerge in modo evidente la falsità delle accuse inerenti la laboriosità della magistratura italiana, da ritenersi la più produttiva d’Europa, nonché l’infondatezza di tanti luoghi comuni, pedissequamente ripetuti in ogni occasione.


PARAGRAFO I: “I magistrati in Italia sono più numerosi di quelli europei ma producono di meno”.

Tutti sanno ormai che il numero dei processi penali e civili pendenti nel nostro paese è di gran lunga maggiore rispetto a quello degli altri Stati europei e che, in conseguenza di ciò, i processi durano mediamente molto di più di quanto accada altrove.

La tesi oggi diffusa, non solo a livello politico, ma anche in consistenti settori dell’informazione, è che ciò dipenda dalla scarsa voglia di lavorare dei magistrati italiani, coperti, nella loro infingardaggine, dall’assenza di qualsiasi meccanismo di controllo sulla produttività e dalla complicità dell’organismo disciplinare del C.S.M., costituito in prevalenza proprio da magistrati.

L’indicazione del numero dei processi pendenti, di per sé, non è di alcuna utilità per verificare se tale affermazione sia corretta o se invece il numero delle pendenze dipenda da una serie di altre ragioni (eccessivo numero di affari civili e penali iscritti a ruolo ogni anno rispetto alle sopravvenienze degli altri paesi, eccessiva parcellizzazione degli uffici giudiziari sul territorio, eccessiva farraginosità delle procedure, ecc.).

I dati rilevanti, in realtà, per stabilire se i magistrati italiani siano produttivi o meno, sono altri e non possono prestarsi ad alcuna interpretazione ambigua.

Nell’effettuare un raffronto con ciò che accade negli altri paesi dell’Unione Europea è infatti sufficiente stabilire quanti magistrati ci sono in ogni Stato, quanti sono, ogni anno, i processi di nuova iscrizione sui ruoli e quanti quelli che vengono smaltiti dagli uffici giudiziari, e quale sia il rapporto tra processi sopravvenuti e definiti per ogni singolo magistrato.

Cominciamo con lo stabilire qual è il numero dei magistrati in Italia e negli altri paesi europei.

Su questo punto il rapporto della CEPEJ porta dati disaggregati per Giudici (tabella n. 51) e per Pubblici Ministeri (tabella n. 77).

Unificando i due dati (per dare una visione più attendibile che non sia condizionata dal tipo di sistema processuale penale adottato nei singoli Stati), e riportando (esclusivamente per brevità espositiva), solo quelli dei principali Stati europei, con esclusione di alcuni difficilmente comparabili con l’Italia per dimensioni (si pensi al Principato di Monaco o al Lussemburgo) o per altre ragioni (ad es. quelli dell’ex area sovietica), emerge quanto segue:


Quadro 1: numero di magistrati ogni 100.000 abitanti

ITALIA 14,8

Austria 22,8
Belgio 22,4
Danimarca 16,9
Francia 14,8
Germania 30,7
Grecia 33,1
Olanda 16,8
Norvegia 26,5
Portogallo 29,9
Spagna 14,6
Svezia 23,8
Svizzera 21,9
Regno Unito 11,6

In Italia, dunque, rispetto alla popolazione, il numero dei magistrati è lo stesso di Francia e Spagna, di poco superiore a quello del Regno Unito, ma comunque inferiore a tutti gli altri principali paesi europei e addirittura la metà rispetto al numero dei magistrati tedeschi, greci e portoghesi.

Stabilito qual è l’effettivo numero dei magistrati in Europa, si può ora analizzare il carico medio di ogni magistrato giudicante (per i pubblici ministeri i dati appaiono di più difficile comparazione).

Questo dato non è presente nel rapporto, ma lo si può indicativamente ricavare dividendo il numero delle varie sopravvenienze civili e penali (tabelle 61, 68) per il numero di giudici (tabella 51).

Si tratta di un dato che, di per sé, non ha una validità scientifica perché le sopravvenienze (quelle civili e quelle penali) devono essere qui divise per il numero di tutti i giudici in pianta organica (non essendo indicato quanti sono i giudici che trattano il penale e quanti il civile, nonché quelli in servizio presso uffici di primo grado o in uffici superiori).

Ciò tuttavia non rileva ai nostri fini giacché ciò che conta non è l’individuazione della quantità assoluta delle sopravvenienze e delle definizioni, ma solo il raffronto tra i diversi paesi.

Orbene, partendo dalle sopravvenienze civili in primo grado (cause contenziose) si può calcolare agevolmente quanto segue:


Quadro 2: numero delle sopravvenienze annue civili (cont.) di 1° grado per giudice:

ITALIA 438,06

Austria 67,96
Belgio 202,48
Danimarca 175,96
Francia 224,15
Germania 54,86
Grecia n.d.
Olanda 458,71
Norvegia 26,04
Portogallo 153,58
Spagna 263,63
Svezia 25,6
Svizzera n.d.
Regno Unito (dato non affidabile, per l’eccessivo scarto con le decisioni emesse)


Ad eccezione delle sopravvenienze dell’Olanda, dato della cui correttezza la Commissione, nel commento di accompagnamento alle tabelle, esprime delle perplessità, si può notare che in Italia ogni Giudice ha come sopravvenienze un numero di affari 2 volte superiori a Belgio, Francia e Spagna, 8 volte superiore a Germania e Austria, 17 volte superiore rispetto a quello dei paesi scandinavi.

Per quanto concerne gli affari penali, il rapporto distingue tra affari penali “gravi” (esemplificativamente vengono riportate rapine, estorsioni, reati a sfondo sessuale ed altri) e affari penali di scarso rilievo.

Nel quadro che segue ho tenuto conto solo dei primi, in quanto, in relazione ai secondi, si tratta di fattispecie che non costituiscono reato in tutti i paesi, sicché alcuni di essi non vengono trattati da un giudice.


Quadro 3: numero delle sopravvenienze annue penali (gravi) per giudice:

ITALIA 190,71

Austria 16,12
Belgio 27,01
Danimarca 43,19
Francia 80,92
Germania 42,41
Grecia n.d.
Olanda n.d.
Norvegia n.d.
Portogallo 63
Spagna 54,16
Svezia n.d.
Svizzera n.d.
Regno Unito 103,94


Anche in questo caso ogni giudice italiano riceve un numero di affari penali “gravi” di primo grado 2 volte superiore ai colleghi francesi e inglesi, 4 volte superiori ai colleghi tedeschi, spagnoli e danesi, 12 volte superiore a quelli austriaci.

Già sulla base del raffronto tra le sopravvenienze civili e penali in Italia e quelle degli altri paesi, appare chiaro il motivo per cui da noi ci sono pendenze impressionanti, dato che ogni anno, per ragioni diverse (culturali, sociali, di inefficienza di altri organismi ecc.), nel nostro paese c’è un numero di cause civili e di processi penali di gran lunga maggiore rispetto a quello degli altri paesi europei.

Il dato più importante, per valutare la produttività dei magistrati europei, è però evidentemente costituito dal numero dei procedimenti smaltiti da ciascuno giudice ogni anno, anch’esso indicativamente ricavabile dal raffronto tra le definizioni ed il numero dei giudici in pianta organica:


Quadro 4: numero dei procedimenti civili e penali di 1° grado smaltiti in un anno per Giudice:

PROC. CIVILI - PROC. PENALI

ITALIA 411,33 - 181,09

Austria 65,89 - 16,11
Belgio n.d. - 30,27
Danimarca 173,89 - 41,97
Francia 215,67 - 87,06
Germania 78,86 - 42,91
Olanda 455,4 (dato poco attendibile) - 75,36
Norvegia 26,83 - n.d.
Portogallo 172,09 - 60,31
Spagna 246,67 - 87,51
Svezia 24,8 - n.d.
Regno Unito 12,24 (dato poco attendibile) - n.d.

Con la sola eccezione, dunque, dei processi civili in Olanda, dato ritenuto scarsamente attendibile, anche per la evidente discrasia con il numero degli affari penali definiti nel medesimo paese, e trascurando il dato del Regno Unito, anch’esso troppo basso per poter essere corretto, può notarsi che in Italia ogni Giudice, in media, definisce un numero di procedimenti civili e penali pari al doppio dei colleghi francesi, spagnoli e portoghesi, e 5 volte superiore al numero di processi smaltiti in Germania.


PARAGRAFO II: “I magistrati in Italia non vengono mai puniti perché il C.S.M. è un organismo corporativo”.

Altra critica ricorrente mossa alla magistratura italiana, attiene alla presunta inefficacia del sistema disciplinare che fa capo al C.S.M., che, essendo in prevalenza costituito da magistrati, non applicherebbe quasi mai sanzioni alla categoria che lo esprime.

E’ evidente che l’attribuzione dei poteri disciplinari ad un organismo i cui rappresentanti sono in prevalenza eletti dagli stessi magistrati costituisce una garanzia per assicurare l’indipendenza della magistratura da altri poteri.

Da più parti, anche all’interno della magistratura, sono state da tempo avanzate proposte di riforma di tale sistema al fine di renderlo più efficiente, ferma restando la necessità di salvaguardare quei principi irrinunciabili di indipendenza e autonomia.

In ogni caso, anche in ordine a tale tema, può essere utile esaminare i dati statistici relativi alle sanzioni disciplinari applicate dal C.S.M. rispetto a quelle applicate dagli altri organismi disciplinari europei.

E’ interessante notare che nel corso dell’anno 2006, secondo il rapporto citato (tabelle n. 100 e seguenti), in Italia sono stati attivati 92 procedimenti disciplinari contro Giudici e P.M. ed applicate 66 sanzioni.

Un numero forse contenuto ma certamente maggiore delle 14 sanzioni disciplinari applicate in Francia, delle 29 in Germania, delle 24 in Spagna.

Se tali dati vengono poi divisi per il numero dei magistrati dei diversi paesi, emerge quanto segue:


Quadro 5: numero delle sanzioni disciplinari applicate ogni 1000 magistrati:

ITALIA 7,5

Austria 8
Belgio 2,5
Francia 0,5
Germania 1
Portogallo 13
Spagna 3,5
Regno Unito 5

Salvo che per il Portogallo e l’Austria, dunque, in Italia vengono comminate ai magistrati sanzioni 2 volte maggiori di quelle comminate in Spagna, 7 volte maggiori di quelle comminate in Germania e 15 volte superiori di quelle comminate in Francia.


PARAGRAFO III: “I magistrati Italiani sono quelli che hanno la retribuzione più alta in Europa”.

L’ultimo dei luoghi comuni più diffusi sulla magistratura è quella relativa alla retribuzioni.

Si sente spesso affermare che i magistrati guadagnano quanto i Parlamentari e che le loro retribuzioni sono le più alte d’Europa.

In realtà tutti noi sappiamo che solo l’ultimo livello retributivo della magistratura (quello del Primo Presidente della Corte di Cassazione) è parametrato sulla retribuzione dei Parlamentari, mentre tutti gli altri magistrati sono retribuiti diversamente a seconda della rispettiva anzianità di servizio.

Rivedendo il mio statino paga del 2002, quando sono entrato in magistratura, rilevo che il mio stipendio era di 1.669 euro netti.

Dal rapporto della CEPEJ non è possibile effettuare un raffronto tra lo stipendio medio dei magistrati europei perché viene riportato solo lo stipendio di inizio carriera e quello di fine carriera (ossia corrispondente al massimo livello stipendiale della magistratura (tabelle 91 e 92 del rapporto).

In ogni caso, anche solo sulla base di tali dati, si può comprendere come la retribuzione dei magistrati italiani sia, a tutto voler concedere, in linea con quella dei colleghi dei principali paesi europei e, in alcuni casi, decisamente più bassa.


Quadro 6: stipendio lordo magistrati europei a inizio carriera:

ITALIA € 37.454

Austria € 43.393
Belgio € 56.487
Danimarca € 91.904
Francia € 35.777
Germania € 38.829
Irlanda € 127.664
Olanda € 70.000
Norvegia € 87.000
Portogallo € 33.477
Spagna € 45.230
Svezia € 96.500
Svizzera € 88.044
Scozia € 170.000
Inghilterra € 143.708


Quadro 7: stipendio lordo magistrati europei a fine carriera:

ITALIA € 122.278

Austria € 105.251
Belgio € 122.196
Danimarca € 130.341
Francia € 105.317
Germania € 86.478
Irlanda € 222.498
Olanda € 115.000
Norvegia € 125.000
Portogallo € 80.478
Spagna € 115.498
Svezia € 152.000
Svizzera € 204.968
Scozia € 255.000
Inghilterra € 233.742

Per quanto concerne lo stipendio iniziale, dunque, quello dei magistrati italiani è sostanzialmente analogo a quello dei colleghi francesi, tedeschi e portoghesi (Stato nel quale i salari medi sono però decisamente più bassi di quelli italiani); inferiore a quello degli omologhi spagnoli, austriaci e belgi, assolutamente non paragonabile allo stipendio dei magistrati dei paesi nordici (dove il tenore di vita è però più alto) e di quelli anglosassoni, ove i magistrati percepiscono uno stipendio quasi 4 volte superiore a quello degli italiani.

Solo lo stipendio massimo dei magistrati italiani è superiore a quello dei colleghi francesi e soprattutto tedeschi, ma sostanzialmente analogo a quello dei magistrati spagnoli e belgi, e notevolmente inferiore (quasi la metà) rispetto allo stipendio dei magistrati inglesi e degli altri paesi del Regno Unito.

Un aspetto estremamente significativo è comunque costituito dal fatto che, come indicato nel commento di accompagnamento alle tabelle, in alcuni paesi europei (Germania e Francia, tra gli altri), i magistrati beneficiano di vantaggi ulteriori di diversa natura, come assicurazioni sulla salute, sistemazioni logistiche, in alcuni casi rimborsi di costi di rappresentanza ecc.; vantaggi che sono invece del tutto assenti per i magistrati italiani, la cui retribuzione, è il caso di sottolineare, è costituita anche da una voce che è “l’indennità di rischio”, introdotta a seguito dell’uccisione di diversi colleghi per terrorismo e mafia (verosimilmente qualcuno in più rispetto alla media europea) (1).

In conclusione, chi scrive è ben consapevole che i magistrati sono tutt’altro che perfetti, che alcuni di essi non amano il proprio lavoro o non sanno organizzarlo, che ci sono sacche di inefficienza riconducibili anche a responsabilità interne; che moltissimo si potrebbe fare per migliorare il funzionamento dell’organo di autogoverno ed il servizio giustizia nel suo complesso, ma tutto ciò non può portare ad assistere inerti alla distruzione di una istituzione cui è demandato infine il compito di salvaguardare lo Stato di diritto.

L’esercizio della giurisdizione, oltre all’impegno dei magistrati e alla disponibilità dei mezzi, richiede anche la preservazione della “dignità” della magistratura, che non è appagamento della vanità dei singoli, ma strumento indispensabile per la concreta e quotidiana amministrazione della giustizia.


_________

(1) La magistratura italiana vanta un triste primato europeo. Tra il 1969 e il 1995 sono stati assassinati nel nostro Paese 26 magistrati. A questo link se ne può leggere l'elenco. [nota della Redazione]


49 commenti:

Anonimo ha detto...

sine verbis
un sospetto che avevo sempre avuto
tutte le volte che lo avevo espresso, in mancanza di dati, venivo derisa
rimango ancora perplessa, invece, sulla troppo generalizzata alta qualità del livello di preparazione....
rosa3361

Rossi Mario ha detto...

« Maso rispose che le piú si trovavano in Berlinzone, terra de' Baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce e avevasi un'oca a denaio e un papero giunta; ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giú, e chi piú ne pigliava piú se n'aveva; e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d'acqua »
Giovanni Boccaccio, Decamerone

E' stata coniata ufficialmente la "Giustizia di Bengodi".

Rossi Mario, Roma

francesco Grasso ha detto...

Che i magistrati lavorano poco e che il loro guadagno sia esorbitante,sono affermazioni ancorchè palesemente false,fortemente insipienti in quanto ci allontanano dal reale problema,ovvero la loro corretta punibilità.Circostanza questa responsabile della giustizia ingiusta,il vero reale eterno problema della giustizia. E' convinzione radicata nella maggioranza dei cittadini che se si ha torto l'unico modo per avere ragione,soprattutto in presenza di mezzi adeguati,il ricorso alla giustizia. E' proprio questa circostanza la prima causa di milioni di procedimenti che mai sarebbero iniziati in presenza di una giustizia adeguata. Come abbiamo potuto vedere vengono puniti,fatta eccezione per qualche caso eclatante,solamente ed in forma esemplare,magistrati dall'elevato profilo professionale,coloro che hanno il coraggio di agire nel rispetto dei principi democratici e costituzionali,ovvero sottostare alla legge. E' ampiamente e agevolmente dimostrabile che per il cittadino comune ottenere giustizia,ovvero la punibilità di un magistrato per gravi,anzi gravissime, violazioni nell'esercizio della giurisdizione è assolutamente impossibile! Eppure la legge ,assai severa nei confronti dei magistrati,prevede sanzioni anche per quelle lievi. Di grande utitilità,a mio avviso, sarebbe l'avvio di un serio studio storico delle sentenze fortemente abnormi,quelle che in presenza di elementi determinanti a fare giustizia ,fanno ingiustizia, soprattutto la percentuale di queste negli anni e il loro rapporto col crescere del marasma giudiziario.

pensiero libero ha detto...

In più credo però che bisogna aggiungere che in Italia i processi hanno 3 gradi di giudizio rispetto a molti altri paesi europei che ne presentano 2...

E poi bisogna dire quanto è più farraginoso il nostro meccanismo che comporta l'allungamento del lavoro dei magistrati per colpa di una procedura pseudogarantista ma che affoga i processi e nega il diritto dei cittadini ad ottenere giustizia.

Anonimo ha detto...

credo che un certo grado di IRRESPONSABILITA' dei magistrati sia necessario.

Non solo perché nessuno farebbe quel lavoro se rischiasse di rimetterci di tasca sua per ogni provvedimento "sbagliato" (ma qual è poi il provvedimento "sbagliato" ?dobbiamo fidarci di quello che dicono i giudici di ultima istanza, ma chi ci garantisce che non sbaglino loro?).

Estremizzando (ma solo fino a un certo punto), dico che preferirei 1000 volte essere giudicato da un magistrato "spensierato e irresponsabile", sereno perché sa che non sarà mai chiamato a rispondere di una decisinone tecnicamente sbagliata (ovviamente, escludiamo il dolo: se il giudice si vende la sentenza deve essere punito e cacciato), piuttosto che da un giudice che badi ad adottare la decisione meno "rischiosa" per lui, dando ragione alla parte che riesce a fargli più paura.

Cinzia ha detto...

Accidenti che sequela di censure...
non s'era mai visto in questo blog tanto accanimento censorio, e che sarà mai stato scritto?
sarà mica il tale Minorini che ha scatenato la sua natura perversa?!
ma non ci posso credere ...sembrava tanto ben educato alla scuola di Mediarcore!
Comunque, a prescindere (avrebbe detto il Principe De Curtis), il 5 dicembre vediamoci a Roma in piazza della Repubblica alle 14.00.
Mi raccomando non mancate e vedrete che lì (ancora) non vi censura nessuno se avete voglia di dire qualche brutta parolina, come si dice: verba volant, scripta manent :)

La Redazione ha detto...

Nessuna censura. Semplicemente una serie di post lunghissimi e fuori tema che compromettono la leggibilità della discussione.
La loro pubblicazione va previamente concordata con la redazione.

Anonimo ha detto...

La giustizia deve essere riformata!
Ma purtroppo la priorità non è questa. Sarebbe molto più utile al paese che si facessero le mosse giuste per fronteggiare la crisi che tutti i media e le istituzioni, governative, bancarie nazionali ma anche internazionali stanno cercando di minimizzare.
Anzi devo dire che c’è una totale e voluta disinformazione in tal senso degna di un paese comunista dei più integralisti. Anche siti importanti che divulgano notizie finanziarie tacciono la realtà delle cose e riportano dati falsi cercando di dare un senso alla crescita della Borsa completamente scollata dalla realtà e infondendo un ottimismo irreale come nelle peggiori dittature. Dopo aver fatto notare che è necessario pubblicare i dati veri poiché le fonti da cui li traggono, americane, sono recuperabili su internet ho ottenuto la cancellazione dei commenti oltre che dell’articolo stesso, e l’impedimento di scrivere nuovamente.
Questo per dire che questo paese ha estrema necessità e sete di persone libere e coraggiose. Chi crede nel giusto e nella libertà deve combattere per poter dire la verità delle cose senza plagio politico, in tutti i settori.
Ognuno ha le sue responsabilità, i magistrati forse maggiormente poiché sono operatori di giustizia e non tutti sono irrimediabilmente persi come i politici, ma tutti noi siamo responsabili di questo declino.
Mi fa tenerezza l’esempio che ha fatto il caro Felice Lima (mi permetto questa citazione poiché è frutto di grande stima e ammirazione per Felice e questo blog, uno dei pochi luoghi dove si può trovare la verità e il coraggio per dirla) sul precariato delle leggi
“poiché è intollerabile che attualmente la lista d'attesa negli ospedali per ottenere una T.A.C., una ecografia o un altro accertamento diagnostico è inaccettabilmente lunga, dall'1 gennaio 2010 le liste d'attesa non potranno superare i trenta giorni. Tutte le analisi che non potranno essere fatte entro trenta giorni, non verranno più fatte”

Non so quali frequentazioni ospedaliere abbia il dott. Lima ma oggi se si vogliono accertamenti medici in tempi ragionevoli cioè utili alle diagnosi e alla cura (15-30 gg) si devono fare privatamente. Se si va tramite USL sono oltre i 4 mesi e cioè ineseguibili. Il discorso vale per ogni campo pubblico!

Un caro saluto
Eleonora

francesco Grasso ha detto...

CARA CINZIA grazie per la tua cortese attenzione, in verità LA REDAZIONE HA RAGIONE, si è trattato di una lunga lettera peraltro gravata da miei gravissimi errori nella suddivisione, che la rendeva impubblicabile,per cui chiedo scusa.

wally ha detto...

Permettete un commento non allineato. Dando per scontato che i dati riportati nell'analisi siano corretti un dato appare evidente; percentualmente tutte le nazioni che hanno il numero di magistrati per abitante più simile al nostro (Spagna e Francia) sono più efficienti di noi, almeno per il numero di cause penali smaltite.
Infatti la nostra percentuale si attesta al 95% delle cause penali smaltite rispetto a quelle sorte, mentre per le due nazioni citate prima è rispettivamente del 107% ed addirittura del 161% per la Spagna.
La differenza è notevole anche considerando che in venti anni con questo ritmo le cause penali pendenti in Italia saranno circa 1.700.000 (!!) mentre nelle altre due nazioni non ci saranno cause pendenti perché i numeri sono negativi (!!). Rispettivamente - 1.100.000 per la Francia e addirittura - 4.500.000 per la Spagna.
Non ho considerato altre nazioni che comunque hanno più magistrati per abitante, ma naturalmente anche per queste i dati, sia percentuali sia assoluti, ricalcano quelli di Francia e Spagna.
Che cosa si può dedurre?
Che come minimo da noi esiste un deficit di efficienza.
I magistrati lavorano male, sia per cause esogene - mancanza di strutture adeguate, di supporti informatici di organici insufficienti delle strutture di supporto - ma anche per cause endogene, ovvero una buona parte lavora poco e male.
Del resto se l’associazione magistrati giudica che l’ipotesi del cosiddetto processo breve che prevede un tempo massimo di sei anni per giungere alla definizione di una causa non sia un tempo sufficiente, io come cittadino sono spaventato. Io come cittadino che mi rivolgo alla giustizia per avere conforto per un torto o per un danno debbo dare per scontato che dovrò attendere più di sei anni per avere soddisfazione?
Oppure sono in attesa di giudizio per una imputazione di reato che mi vede innocente e dovrò sottostare a queste forche caudine per più di sei anni per vedere riconosciuta la mia innocenza?
Non lo reputo né accettabile né giusto.
Pertanto consiglio la categoria di fare un profondo ed articolato esame di coscienza e di non arroccarsi nella torre d’avorio che si è costruita e di scendere tra di noi gente comune.
Saluti

La Redazione ha detto...

Gentile Gualtiero, i dati - che può meglio leggere nelle tabelle del post più recente - dimostrano che "i magistrati italiani" sono altamente più efficienti della media dei colleghi europei; la giustizia, nel suo complesso, è meno efficiente.
Questo dipende dallo sproporzionato numero di processi in Italia.
Ed è l'unico numero che conta.
A Napoli dicono "cornuto e mazziato...": non solo il magistrato italiano smaltisce il doppio dei processi del suo omologo tedesco, ma si deve pure vedere addebitata l'"inefficienza del sistema".
Nel civile il problema è connesso al numero spropositato di avvocati (solo a Roma quanti nell'intera Francia); nel penale all'esagerato novero dei reati molti dei quali potrebbero essere depenalizzati senza danno per nessuno.

Anonimo ha detto...

E da cosa dipende lo sproporzionato numero di processi?
E da cosa dipende lo spropositato numero di avvocati?
E da cosa dipende l'elevato numero dei reati?
Per rispondere a ciascuna di queste domande è meglio un procedimento cognitivo di tipo euristico o algoritmico?
Una seria indagine empirica è stata mai fatta negli ultimi 5 anni? se c'è qualcuno veramente interessato ad affrontare questi temi ,prego contattarmi. Grazie Maria Cristina

Unknown ha detto...

Premessa: condivido con gli organi di rappresentanza della magistratura la convinzione che la proposta di legge di cui trattasi sia assolutametne disastrosa.

Tuttavia, non mi trovo molto concorde sulle conclusioni circa la l'efficienza della magistratura italiana.

Innanzitutto, non ho capito se i dati che sono analizzati nell'articolo comprendono la magistratura onoraria oppure no. Non è particolare di poco peso questo! Perchè dobbiamo ricordare che una fetta enorme di giustizia è amministrata dalla magistratura onoraria.

In ogni caso, ha poco senso guardare al dato assoluto di processi chiusi per anno, per il semplice motivo che esso dipende da quanti processi pendenti ci sono. In altre parole, se in italia ci sono 400.000 processi civili all'anno e in svezia ce ne sono 60.000 è ovvio che i giudici italiani smaltiscano più processi di quelli svedesi, ma questo non ci dice nulla sulla efficienza! Se vogliamo calcolare quest'ultima dobbiamo mettere in rapporto il numero di processi smaltiti ogni anno con il numero di processi iniziati. E facendolo ci accorgiamo che la magistratura italiana è sostanzialmetne in linea con le altre magistrature... non è affatto la più produttiva del mondo, come pure ho sentito dire da qualcuno.
Ovviamente se i dati non comprendono la magistratura onoraria, il risultato reale potrebbe essere di molto peggiore per la giustizia italia.

Ma al di la di questo, non credo i numeri possano dirci veramente qualcosa di concreto circa la qualità del servizio-giustiazia in Italia. Questa, infatti, non credo possa misurarsi con la quantità di provvedimenti resi, quanto con la QUALITA' degli stessi.

Le decisioni dei giudici italiani soddisfano le esigenze della società italiana? Questa è la domanda che dobbiamo porci e non quanti processi chiudiamo ogni anno.

Dò questa impostazione al discorso per il semplice motivo che io, nella mia esperienza di avvocato, ho oramai maturata la convinzione che in Italia gli operatori del diritto in genere (e quindi non solo i magistrati, ma anche gli avvocati) offano un servizio pessimo al cittadino, in termini proprio di contenuto!

Esprimo opinioni in libertà e spero che per tali siano prese:
gli avvocati italiani sono poco più che "sbriga-faccende". Di contro i giudici italiani sono solo dei burocrati.

Nei tribunali d'Italia non si fa diritto... e questo è male.

A chi vuole sapere perchè ci sono troppi avvocati rispondo: in Italia non esiste un meccanismo serio di selezione della classe forense... di fatto ogni laureato in legge finisce con il fare l'avvocato... e il sistema universitario italiano è tale da permettere a qualsiasi idiota di laurearsi in giurisprudenza.

Anonimo ha detto...

"A chi vuole sapere perchè ci sono troppi avvocati rispondo: in Italia non esiste un meccanismo serio di selezione della classe forense... di fatto ogni laureato in legge finisce con il fare l'avvocato... e il sistema universitario italiano è tale da permettere a qualsiasi idiota di laurearsi in giurisprudenza."

Leggendo questa frase appare :
un idiota ottiene la laurea in giurisprudenza - di seguito - diventa avvocato - di seguito - avvocato naturalmente ignorante e ben introdotto.
Vale anche per magistrati, notai, cancellieri?
In fondo anche la Corte di Appello di Torino qualche anno fa espresse un medesimo commento.... aggiungendo anche gli insegnanti poichè una laurea in giurisprudenza ed in lettere non si nega a nessuno.....

Mathilda

La Redazione ha detto...

Per Capaneo.

Non so se nel rapporto Cepej sia inclusa la magistratura onoraria; la cosa non altera i rapporti tra le magistrature dei diversi paesi europei (se è esclusa per noi lo è anche per gli altri , e viceversa).

La "qualità" dipende da molteplici fattori, non ultimo dalla "quantità" di atti che si richiedono (se i suoi tempi per redigere un buon atto di citazione corrispondono a tot ore, la qualità si riduce se nello stesso tempo le impongono di scriverne tre.

Gli avvocati non sono mai troppo né pochi in assoluto; quello che conta è il rapporto con il numero dei magistrati: in italia è 1/22 contro una media europea molto, ma molto più bassa (nell'ordine di 1/8).

Va anche detto che se nel civile i processi sono introdotti dagli avvocati nel penale la "domanda" proviene dalle procure e l'osservazione dei risultati fa propendere per un giudizio critico anche sull'operato di queste se è vero che le assoluzioni sono in percentuale molto rilevante.

Vado sempre più convincendomi che la legalità, al pari di qualsiasi altro bene o valore, è risorsa limitata e quindi preziosa. Va saputa dosare e bisogna farlo secondo un criterio di efficienza, vale a dire che occorre desistere dal mandare avanti pratiche il cui prevedibile esito è improduttivo di risultati effettivi.

Anonimo ha detto...

vorrei gentilmente sapere una cosa:
appurato che voi lavorate tutto il giorno, che prendete poco ecc ecc vorrei sapere chi vi autorizza a criticare il premier.

non lo sapete che dovete solo "applicare" le leggi, che SOLO il Parlamento eletto dai cittadini può varare? voi Magistrati potete solo, dopo aver applicato la legge, fare ricorso alla Consulta se la ritenete sbagliata, ma non potete RIFIUTARVI di applicare una legge (come hanno fatto per quella sul reato di clandestinità).
O forse voi Magistrati vorrestre FARE LE VOSTRE le leggi con il pretesto che lavorate tanto?
In questo caso sì, ci sarebbe da chiedersi che ne è della democrazia in Italia.....

magari non mi pubblicherete questa domanda, una domanda di un cittadino comune, di un cittadino che vorrebbe sapere e non si erge nel piedistallo.
e vorrebbe sapere questo accanimento nei confronti di berlusconi

grazie della vostra attenzione
buona serata

Giovanni

La Redazione ha detto...

All'anonimo delle 19,22

Mica siamo matti, le applicheremo eccome le leggi, una volta che saranno tali.

Anche quella sul "processo breve" che dice in sostanza di non applicarla, la legge.

Unknown ha detto...

da profano cittadino qualunque:
1)mi pare che la mole esagerata di lavoro sia sul civile, e non sul penale, motivo in più per ritenere la proposta di legge ad personam
2)favorevolissimo sulla depenalizzazione di reati minori(detenzione di stupefacenti, ecc)
3)se ci sono tanti avvocati probabilmente vuol dire che c'è molto lavoro da fare (forse gli italiani sono troppo litigiosi? o delinuenti? scegliete voi), se i giudici sono pochi semplicemente vuol dire che lo stato non bilancia la "domanda di giustizia" del cittadino (=tanti avvocati) con un numero sufficiente di "arbitri" (pagati dallo stato)

Anonimo ha detto...

Gentile Redazione,
trovo superficiale la relazione sic et simpliciter fra numero di avvocati e numero di cause civili. Premesso che l'unico metodo serio per studiare il problema è quello empirico con analisi di tutti i casi e che spero qualche ricercatore voglia fare un lavoro del genere, esprimo la mia sensazione senza pretesa di possedere la verità. Ritengo che il numero eccessivo di cause dipenda essenzialmente dall'incertezza nell'applicazione o interpretazione della legge. Gli avvocati più seri scoraggiano i clienti dall'intraprendere cause sicuramente perdenti ma spesso si trovano di fronte a norme talmente mal scritte da poter offrire interpretazioni diametralmente opposte e in definitiva offrono la speranza di vittoria al cliente.
Nel penale, di cui mi intendo poco, credo siano le procedure volutamente farraginose a creare l'inefficenza del sistema; nel civile è l'incertezza interpretativa. Natuarlemnte l'incertezza medesima è il nostor pane quotidiano e quindi non eliminabile ma la qualità delle leggi è molto scaduta e di conseguenza è incoraggiato il contenzioso. Sarebbero graditi interventi su questo argomento per conoscere le esperienze e le riflessioni di altri operatori del diritto.
Giovanni Pintimalli, avvocato in Catanzaro

La Redazione ha detto...

Gentile Avvocato Pintimalli,
il rapporto giudici/avvocati è uno dei fattori che provocano l'ingolfamento della giustizia civile. Del resto Lei stesso afferma che "gli avvocati più seri scoraggiano i clienti dall'intraprendere cause sicuramente perdenti": ecco, dovrebbero operare solo gli avvocati "più seri", nel senso che le cause senza gambe per camminare non dovrebbero trovare un patrocinatore.

Nel civile, inoltre, una delle parti più litigiose è la Pubblica Amministrazione che a fronte di debiti certi, liquidi ed esigibili, quasi mai paga se non costretta dal pignoramento: è cioè un litigante temerario che danneggia tutti. Le imprese, i cittadini (dato che, ad esempio, larga parte delle risorse della sanità sono impegnate in spese legali e non in medicine), la giustizia, visto che i numeri del contenzioso generato da simili comportamenti risultano percentualmente molto rilevanti.

Anonimo ha detto...

Credo che coesistano entrambe le cause. Una spinta alla litigiosità ed una crescente difficoltà ad interpretare in maniera univoca norme mal scritte facendo balenare possibilità di vittoria per tutti.
Ognuno, poi, nel dibattito porti le proprie esperienze. Grazie per l'attenzione.
Giovanni Pintimalli, avvocato in Catanzaro

Magistrati Onorari di Tribunale ha detto...

Mancano i numeri del processo civile. Qui tutti parlano del processo penale, ma il vero dramma, come sa ogni magistrato e ogni avvocato, è nel settore civile, dove le cause subiscono rinvii per la spedizione a sentenza di anni ed anni, magari cambiando anche cinque magistrati giudicanti nel corso della loro interminabile vita.

Manca anche ogni riferimento ai "precari della giustizia", vale a dire ai Magistrati Onorari di Tribunale. Non parlo dei Giudici di Pace, che hanno appositi uffici e precise, limitate, competenze, ma di quei Magistrati non professionali che stanno in Tribunale assieme ai loro Colleghi professionali. Sono Magistrati di Tribunale a tutti gli effetti, sono giudici di appello dei giudici di pace, si occupano anche di grandi processi, ma percepiscono una miseria (in media, 700 Euro ogni mese), anche se la giustizia deve a loro almeno un terzo delle cause civili di Tribunale per trattazione e/o decisione, e in molti casi anche più. Volete degli esempi concreti? A Firenze il 45% delle sentenze vengono emesse da giudici onorari, a Biella il 49%, ad Alessandria addirittura il 65% di quelle penali e il 55% di quelle civili.

Senza retribuzione predeterminata (solo un gettone di presenza), senza ferie, senza tredicesima, senza maternità, senza contributi previdenziali (credo l’unica categoria di lavoratori in Italia che possa dirsi “ufficialmente al nero”), senza niente, applicano il diritto in modo del tutto analogo a quello dei loro Colleghi professionali, con la stessa frequenza e gli stessi orari di questi ultimi. Alcuni da oltre dodici anni! E oltre al danno, hanno anche la beffa di esser sempre - e da tutti - passati sotto silenzio.

Quando i Magistrati professionali elaborano le loro statistiche generali sulla produttività degli uffici, dovrebbero ricordare che buona parte del lavoro che viene loro attribuito in realtà è svolto dai Magistrati Onorari di Tribunale. In determinati casi, la maggioranza del lavoro.

Farebbero bene questi giudici, che ho conosciuto in gran numero, a disertare in massa, tutti, e a lasciare che questa agonizzante "giustizia" esali - finalmente - il suo ultimo respiro!

Unknown ha detto...

Per la redazione: certamente la mancanza di risorse abbassa la qualità dei provvedimenti... non c'è dubbio...

Per quanto riguarda le liti temerarie, io sono dell'idea che il grande numero di avvocati sia una delle tante cause della grande litigiosità del nostro paese e non un effetto.

La concorrenza spietata tra avvocati è un disincentivo a "filtrare" le richieste dei clienti.

Un'altra importante causa di questo fenomeno però è l'applicazione molto "indulgente" che i giudici fanno di quelle norme del codice di procedura civile che disciplinano la condanna alle spese.

L'art. 96 c.p.c. è stato recentemente "potenziato" dal legislatore... vedremo come i giudici lo applicheranno... oggi come oggi, in Italia, puoi agire o resistere in giudizio in completa malafede e hai buone possibilità di non dovere uscire nemmeno un soldo per questo tuo comportamento.

La Redazione ha detto...

Sulle spese.

Condivido le sue perplessità sulla regolamentazione delle spese di lite, ma vado oltre.

Il Legislatore avrebbe potuto svolgere un ulteriore passaggio del ragionamento per concludere che il litigante temerario non danneggia soltanto la controparte (che è già compensata dalle spese giudiziali e dai danni, se richiesti) ma soprattutto la collettività, visto che impegna le (scarse) risorse della giustizia in questioni inutili. E allora la condanna ulteriore, quella che prescinde dalla domanda della controparte, doveva essere prevista in favore dello Stato. Il ricavato poteva destinarsi al pagamento del patrocinio dei non abbienti e degli indennizzi per irragionevole durata del processo.

Unknown ha detto...

Vi segnalo questo simpatico articolo de "il resto del carlino" http://quotidianonet.ilsole24ore.com/politica/2009/11/29/265856-scontro_sulla_giustizia.shtml
in cui si spiega, oltre alle solite cose (stipendi d'oro, 4,2 ore al giorno, ecc ecc) che se nessuna maggioranza politica ha mai riformato la giustizia, beh la colpa è della magistratura...
Buona (si fa per dire) lettura...

Unknown ha detto...

In ogni caso, ho approfondito un pò il rapporto CEPEJ e a pagina 137 è riportata la classifica degli Stati per "efficienza" in ambito civile, cioè per numero di casi civili risolti in relazione a numero di casi civili sopravvenuti. Il dato è definito come "clearence rate" (in parole povere è la capacità di smaltire il lavoro) ed è espresso in %... l'Italia è terzultima insieme alla spagna e prima di Andorra e Georgia.

Mi sembrava troppo strano che la magistratura italiana fosse così "produttiva" come si dice qui e anche in altri spazi... poi è ovvio che la causa di questa inefficienza è in grandissima parte consistente nella mancanza di risorse, ma comunque l'inefficienza c'è eccome...

Non ho avuto il tempo di approfondire il dato relativo al processo penale.

La Redazione ha detto...

Occorre analizzare i numeri assoluti, non soltanto le percentuali: ci si accorgerà, così, che il giudice nazionale è "inefficiente" se smaltisce 200 processi all'anno, perché gliene sono piombati addosso 400, mentre il teutonico che ne definisce 100 è efficiente perché i sopravvenuti sono solo 90.

wally ha detto...

Non vorrei abusare, però nella risposta che la redazione mi ha fornito manca un commento sulla mia affermazione riguardante il cosiddetto processo breve. Considero che reputare 'disastrosi' gli effetti della possibile nuova normativa non sia corretto. Infatti che in un paese civile avere il conforto di una sentenza definitiva in 10/15 o più anni non sia più accettabile.
Certo le soluzioni imposte non sono piacevoli, però sono le uniche per sveltire il più possibile l’iter dei processi.
Poi non nascondiamoci dietro un dito, quanti giudici fanno attività extragiudiziali? Se hanno tempo per certe attività è perché o lo sottraggono al normale iter lavorativo (cosa che sospetto) oppure non hanno sufficiente carico di lavoro. E perché non lo hanno? Perché sono in sedi periferiche con poco carico? Allora sarebbero da trasferire nelle sedi più appropriate; ma sappiamo tutti che trasferire un giudice che non vuole essere trasferito è tale e quale che cercare di trasferire un ‘normale’ dipendente pubblico in altra sede. Impossibile.
Ripeto l’appello alla categoria, fate un esame di coscienza e non giocate in difesa, fate proposte per sveltire i processi e non arroccatevi per preconcetto sulle Vs posizioni.

La Redazione ha detto...

Per Gualtiero.

Se davvero ama la discussione come strumento per arricchire la conoscenza le propongo una sfida.

Lei dice "Poi non nascondiamoci dietro un dito, quanti giudici fanno attività extragiudiziali?".

Lei ha gli strumenti per rispondersi da solo. Io le chiedo di farlo pubblicamente una volta che avrà verificato i dati autonomamente sul sito www.csm.it dove sono pubblicizzati tutti gli incarichi stragiudiziali dei magistrati ordinari con i relativi compensi.

Tenga presente che i magistrati sono più di 9.500; quindi conti quelli che hanno incarichi in corso; faccia la percentuale sul totale ed indichi la media dei compensi percepiti ed il numero di ore pro capite sottratte al lavoro giudiziario.

Poi, sono certo, avrà l'onestà di tornare qui a dissipare anche agli altri i sospetti ingiustificati che tanta pessima informazione ha ingenerato nel pubblico nel corso dell'ultimo ventennio.

Cinzia ha detto...

forse è un po' OT,
ma neanche tanto...

vi consiglio di leggere questo
"Se è rom stia in galera"

dicono che non tutti i mali vengono per nuocere, ma alcune leggi decisamente si.
E i magistrati si potrebbero esimere da certe interpretazioni per non pronunciare sentenze vergognose come questa?
Io credo di si...

Anonimo ha detto...

GRADIREI SAPER PERCHè SE UN MAGISTRATO SBAGLIA NON VIENE MAI PUNITO ANZI VIENE PROMOSSO, SONO DIVENTATI LA CASTA DEGLI IMPUNITI, HANNO VIOLATO LA LEGGE SUI PENTITI MA NON PAGANO PER AVERLA VIOLATA, QUESTA è LA VERA VERGOGNA DELL'ITALIA
OLTRE AL FATTO CHE VOGLIONO INTERFERIRE SUL POTERE LEGISLATIVO QUANDO QUESTO è COMPITO DEL PARLAMENTO.lORO INTERFERISCONO SEMPRE CON IL LA POLITICA .NON SPETTA A LORO FARE LE LEGGI. LORO ATTENTANO ALLA DEMOCRAZIA LAVORASSERO DI PIU E FACESSERO I PROCESSI, IL PROCESSO CHE DURA DUE ANNI PER OGNI GRADO DI GIUDIZIO è IL MINIMO CHE UNA VERA DEMOCRAZIA POSSA GARANTIRE AI SUOI CITTADINI. fINITEVELA SIETE PATETICI.mANCA SOLO CHE A BERLUSCONI GLI IMPUTATE LA STRAGE DI USTICA VERGOGNA SIETE LA VERGOGNA..............DELL'ITALIA

wally ha detto...

Beh non sia mai che mi ritiro da una sfida! Analizzerò quanto la Redazione mi ha indicato è farò i miei commenti. Sono disponibile a cospargermi il capo di cenere nell'eventualità che le mie considerazioni siano errate, ma un piccolo appunto, bonario perchè proprio piccolo, ma l'indicazione di ...più di 9.500 giudici... che la Redazione ha fornito contrasta con quanto risulterebbe utilizzando il parametro di 14.8 giudici ogni 100.000 abitanti che deriva dallo studio in argomento. Ho considerato la popolazione del 2008, 59.619.290 e con il nuovo dato sopra indicato si passerebbe da 14.8 a 15.93, non molto di più...però... A presto con cordialità, sempre.

La Redazione ha detto...

Per Gualtiero.

No, ho solo usato dei dati più aggiornati che può verificare al link che riporto, indicante in 210.000 il numero di avvocati.

Attendiamo con ansia l'esito del suo screening sugli incarichi stragiudiziali dei magistrati ORDINARI ...

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/06/avvocati-esubero-cancellazione-albi.shtml?uuid=4c2421e0-4500-11dd-b46d-36bc0e0262b3&DocRulesView=Libero

Anonimo ha detto...

è vero che la giustizia, soprattutto civle, ha un senso solo per chi ha torto: questo tuttavia, se permettete, implica la respopnsabilità dello stato e non dei magistrati: se abbiamo perso la guerra, è forse stato colpa dei soldati, o dei generali?

Anonimo ha detto...

"è vero che la giustizia, soprattutto civle, ha un senso solo per chi ha torto: questo tuttavia, se permettete, implica la respopnsabilità dello stato e non dei magistrati: se abbiamo perso la guerra, è forse stato colpa dei soldati, o dei generali?"

A parte il fatto che la guerra sarebbe stato meglio non farla, è troppo comodo dar la colpa soltanto ai generali.

I generali italiani, a parte alcuni eccellenti ed eroici comandanti, non erano altro che la proiezione di un popolo in gran parte disunito e per molti aspetti assolutamente incivile. Quello che è ancora adesso.

Anonimo ha detto...

OT dal blog di beppe grillo.

Chi nega la scorta a Clementina Forleo? E perché? Nessuno tocchi Clementina!
"BARI – Il giudice Clementina Forleo, gip al tribunale di Cremona, ieri sera è stata spinta fuori strada mentre era a bordo di un’automobile in Lombardia. Lo rende noto il deputato di Italia dei Valori Pierfelice Zazzera, che chiede un servizio di tutela. "Ho appreso che ieri sera, in viaggio verso Lodi, l’auto di Clementina Forleo è stata spinta fuori dalla carreggiata da un altro veicolo, lei è salva, ma chi ha provocato l’incidente è fuggito, facendo perdere le proprie tracce ... riteniamo assolutamente grave che il magistrato sia ancora sprovvisto di un servizio di tutela assegnato alla sua persona, considerando la delicata attività svolta in occasione delle inchieste sulle scalate bancarie.Siamo preoccupati, per l’atteggiamento sordo di chi dovrebbe tutelare la magistratura e non lo fa, soprattutto in relazione all’episodio della scorsa notte, tanto più che, come si ricorderà, i genitori del magistrato brindisino sono rimasti uccisi in un incidente ancora pieno di misteri..." franco antonio perrone, verona

nanni64

Cinzia ha detto...

scusate se mi intrometto ma io credo che nella vita non ci siano colpe, solo responsabilità. E' chiaro che secondo il grado di responsabilità esse siano maggiori o minori per un soggetto, ma nessuno, assolutamente nessuno, ne è sollevato per alcun motivo. Un generale è responsabile maggiormente di un soldato, ma anche un soldato ha la sua dose di responsabilità. La responsabilità può essere maggiore o minore anche in base al grado d'istruzione e di coscienza, ma anche in questo caso nessuno può esimersi dall'ascoltare la propria natura e la natura volge il suo sguardo verso un istinto di conservazione che nel suo fondo, per quanto egoistico, non travalica mai le leggi universali. Questo può voler dire solo che se le società umane sono inique la responsabilità è degli uomini tutti, senza distinzione di sesso, razza, religione, credo politico o posizione sociale. Se non siamo in grado di assumerci le nostre responsabilità resteremo sempre nell'iniquità. Senza speranza e senza appello.

Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo. Mahatma Gandhi

Anonimo ha detto...

"L'impunità di cui sotto qualsiasi governo continuano a godere i magistrati corrotti e il silenzio di regime che avvolge gli abusi giudiziari, nei confronti dei soggetti più deboli, ci ha portato ad intraprendere questo viaggio attraverso i Tribunali italiani, partendo dalla città di Treviso, punta dello sviluppo economico del ricco nord-est, allo scopo di renderne pubbliche le malefatte e il vuoto di giustizia che incontrano i cittadini inermi che fiduciosamente si rivolgono all'istituzione giudiziaria.
Treviso è protagonista di una clamorosa censura mediatica. Da oltre un mese una quarantina di inermi cittadini, vittime di abusi giudiziari, manifesta inascoltatamente, tutti i giorni, la propria indignazione, davanti al Tribunale, con cartelli e volantini, senza che nessun giornale o emittente, anche locali, ne abbia dato notizia. Trattandosi di casi, spesso clamorosi, come quello che ci apprestiamo a raccontare, il totale silenzio mediatico che, omertosamente avvolge la tenace protesta di un gruppo di cittadini trevigiani, nei confronti della magistratura locale, ci appare degno di essere denunciato e portato a conoscenza della rete, affinchè si vergognino i giudici del loro operato, ma anche i giornalisti del loro silenzio.

Nei prossimi numeri continueremo questo viaggio scegliendo le città (Bologna, Ancona ecc)che ogni lettore ci potrà indicare, fornendoci le necessarie informazioni e documentazione, i cui dati con i nomi delle parti e dei magistrati denunciati verranno anche inseriti nella mappa della criminalità giudiziaria in Italia sul sito www.avvocatisenzafrontiere.it. Una preziosa banca dati a livello nazionale in continua espansione, suddivisa per sedi giudiziarie, regione, materia e casistiche, a disposizione degli utenti, affinché gli abusi consumati in silenzio, nel grigiore delle aule giudiziarie, siano resi palesi, mettendo il re a nudo, come dovrebbe accadere in un qualsiasi paese civile, secondo il principio di libera informazione in libero stato.
Lo scorso aprile, dalle pagine web di questo giornale, avevamo già narrato a sommi capi alcuni casi di estorsioni legalizzate dalla magistratura milanese e trevigiana, con la compiacenza delle Procure di Brescia, Trento, Venezia, Bologna, Trieste, nonché del Ministero di Giustizia e del Consiglio Superiore della Magistratura che, a differenza dei casi Mastella/De Magistris e D'Alema/Forleo, sono rimasti, sinora, del tutto inerti, anche a fronte di macroscopici delitti contro l'Amministrazione della giustizia, commessi nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali, da parte dei magistrati denunciati dalle colonne di questa rivista on line ("Da Milano a Brescia Giustizia alla rovescia! Da Brescia a Trento solo una parola al vento" - Cfr. n. 1/07)." da "la voce di Robin Hood"
Cara redazione , meno ipocrisia e più coraggio civile nell'affrontare i temi e i problemi che riguardano la Magistratura!
Il "Milazzismo" che sta devastando l'Italia è il vero pactum sceleris tra destra e sinistra per difendere non importa sotto che etichetta politica interessi di puro "stampo mafioso". Fuori dalla Magistratura i magistrati corrotti, perchè sia davvero possibile cacciare dal parlamento i politici corrotti , dai comuni i funzionari corrotti e dalle forze dell'ordine i servitori dei poteri paralleli !
Maria Cristina

Magistrati Onorari di Tribunale ha detto...

Articolo tratto da "Avvenire" di sabato 5 dicembre, pag. 9:

I MAGISTRATI ONORARI ALL'ANM:

«LA VOSTRA ALTA PRODUTTIVITA' E' MERITO DEL NOSTRO LAVORO»

ROMA. La produttività media dei magistrati italiani è tra le più alte d’Europa, ha sostenuto l’Associazione nazionale magistrati al salone della giustizia di Rimini. Ma i magistrati onorari di tribunale riuniti nella Federmot fanno notare che «grande merito» va al loro lavoro, malpagato, precario e spesso ignorato dai cittadini. Basta pensare che i giudici onorari «evadono» il 100% dei procedimenti di esecuzione mobiliare, i viceprocuratori onorari il 99,9% delle udienze davanti al giudice di pace e il 98% di quelle celebrate davanti al tribunale in composizione monocratica. Perciò la Federmot si augura «che il governo mantenga la promessa del ministro Alfano di prorogare tutti i magistrati onorari di tribunale in servizio, che altrimenti cesseranno dalle proprie funzioni al 31 dicembre, per non fare precipitare la magistratura italiana in fondo alla classifica europea di produttività».

Aggiungerei soltanto che, se da un lato non risponde certamente al vero che i magistrati italiani sono dei "fannulloni", dall'altro lato pare equo applicare comunque la massima: "suum cuique tribuere", ossia "dare a ciascuno il suo". Dove "il suo" sta, in questo caso, per "il suo merito".

Grazie dell'attenzione.

La Redazione ha detto...

Per Maria Cristina, 21.37 del 5.12.

Gentile M.C., la pubblicazione del Suo post è stata preceduta dalla lettura delle relazioni alle quali è fatto riferimento, sul sito web indicato.

Premesso che risultano intrise di allusioni che non trovano utili elementi di riscontro, è da notare che dal punto di vista tecnico giuridico molte affermazioni contenute in quegli scritti destano più d'una perplessità.
Ad esempio laddove si racconta che i giudici di un certo tribunale si rimpallano la competenza: nel civile l'individuazione del giudice competente è onere della parte; se sbaglia ne paga le conseguenze, quando si tratti di atti urgenti come può essere un'opposizione agli atti esecutivi.
O, ancora, la vicenda di alcuni magistrati che non si sarebbero astenuti pur dopo le ricusazioni: bastasse la ricusazione a determinare quell'effetto (l'astensione) in molti avrebbero risolto tutti i loro problemi!
Sarebbe stato interessante sapere perché quelle ricusazioni erano state respinte.

Quindi, gentile Maria Cristina, le esortazioni che rivolge alla Redazione di questo blog non saranno seguite nei termini da Lei auspicati.
Prendiamo posizioni nette, decise e per certi aspetti potenzialmente dannose per noi stessi, solo a fronte della conoscenza completa dei fatti e della convinzione delle nostre tesi giuridiche.
Riteniamo sbagliato, invece, accodarsi a chiunque sbraiti senza avere alcuna consapevolezza dei motivi di fatto e di diritto del suo agitarsi.

Ciò non toglie che altri abbiano il diritto di farlo.

francesco Grasso ha detto...

per Maria Cristina 21.37 del 5.12
Cara Maria Cristina
il Caso n. 55848/2008 QUIRINALE,da me pubblicato sul mio sito CLNI,dimostra in pieno la fondatezza delle tue argomentazioni.
Ciò premesso
VA DETTO
che le argomentazioni della Redazione sono ineccepibili e assolutamente inderogabili.
Purtroppo per mettere in piedi il caso sopraddetto ho impiegato 25 anni. E' certo che non è necessario impigare tutto questo tempo,ma RISPETTARE LE INDICAZIONI DELLA REDAZIONE è assolutamente necessario.
un caro abbraccio,in altri termini si rischia di produrre effetti controproducenti.

francesco Grasso ha detto...

Per nanni 64 5dicembre 2009 9.11

LA VICENDA FORLEO E' UN CASO EMBLEMATICO
in questo Paese "dei misteri" è prassi consolidata che chi tocca i fili dell'alta tensione prima viene delegittimato,poi ucciso. Se non è possibile ucciderlo si uccidono i parenti. Senon basta si indeboliscono le difese della persona in oggetto,si revoca la scorta o il porto d'armi(questultimo è segno inequivocabile , in quanto non ha costi per lo Stato e pertanto nemmeno pseudogiustificazioni) in modo da fargli chiaramente comprendere cosa lo aspetta se non si arrende.
E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIO,IN QUANTO INTERESSE PREMINENTE DELLO STATO,SOSTENERE CLEMENTINA FORLEO!!!!

wally ha detto...

Come ho detto le sfide mi piacciono e quindi adesso, dopo un’analisi dei dati provenienti dal sito del Consiglio Superiore della Magistratura, sono pronto a dare alcune cifre. Mi scuso del ritardo, ma tra cercare materiale, la corsa per i regali di Natale ecc. non ho potuto fare più in fretta.
Alla mia affermazione relativa agli incarichi stragiudiziali dei giudici ordinari, la Redazione mi ha sfidato a verificare i dati riferiti a questo argomento.
Dal tono della sfida lanciata, con ogni probabilità la Redazione era sicura dei risultati che ne sarebbero emersi, risultati che avrebbero dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che la categoria dei magistrati è falsamente accusata di produrre poco, falsamente accusata di guadagnare troppo ecc.
Ora mi spiace dirlo ma la mia analisi mi ha ancor di più convinto che quelle affermazioni, nella loro anche eccessiva semplificazione, comunque non erano distanti dalla verità.
Risultano, dal 13 novembre 2008 al 14 maggio 2009, autorizzati 1.136 incarichi stragiudiziali che, proporzionalmente conteggiati su tutto un anno arriveranno ad essere almeno 2.278 a fine anno.
Da un estratto dei primi 50 incarichi, risultano 36 giudici coinvolti e proporzionando questo dato sul totale degli incarichi ipotizzati a fine anno (2.278), porterà ad avere 1.640 giudici impegnati in queste attività, pari al 18% circa del totale dei giudici professionali (8.823).
Mi sono preso la briga di analizzare un poco più approfonditamente la questione degli incarichi ed ho avuto la sorpresa di rilevare che non tutti gli incarichi sono stati indicati nell’elenco del CSM.
Un esempio è la situazione della Scuola Di Specializzazione Per Le Professioni Legali - Università Degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli di cui ho incrociato i dati riguardanti l’organico della Scuola Di Specializzazione Per Le Professioni Legali, in cui sono presenti 44 (!) magistrati, di cui però, solo 24 hanno fatto richiesta o comunque risultano nell’elenco del CSM, differenza pari al 45% in più.
Ora semplificando - e di questo chiedo venia però penso di aver compiuto una analisi non molto distante dalla realtà - ed applicando la percentuale sopra indicata come incremento del numero di magistrati impegnati nelle attività stragiudiziali, si arriva a conteggiare un numero pari a 2.336 e cioè il 26,5% del totale dei magistrati in organico.
Ma di per sé questo dato non è esaustivo; infatti quante giornate questi giudici sottrarranno alla loro attività principale per queste attività?
E qui la cosa si fa più complicata. Infatti se per alcuni le ore sono chiaramente indicate, per altri non è così essendo le attività ad es. riferite a giornate di “…insegnamento di Diritto civile - II anno “ anno accademico 2008/2009 per un totale di 2 ore!
Per bravo che sia il giudice a trasmettere il suo sapere, dubito che ci riesca in sole due ore nell’arco di un anno accademico ad esaurire l’argomento.
E poi ci sono “…Lezioni ed esame finale Diritto processuale penale…” per un totale di 40 ore, ed un compenso di 1.800 lordi, 45 € all’ora mi sembrano pochine visto che altri giudici hanno indicato 150-170 € / h per pari attività, probabilmente c’è qualche dato da rivedere.
Altre attività ricomprendono “…partecipazione ai lavori delle commissioni ministeriali e tavola rotonda - Skopje (Macedonia)” per un totale di 8 giorni (64h lavorative) ed un compenso di 250€/giorno più rimborso spese.
Ora questi dati ci portano con molta probabilità e cautelativamente, ad avere circa 17.000 giorni lavorativi direttamente dedicati ad altre attività, più almeno altrettante che si devono conteggiare per la preparazione alle attività didattiche. Penso che per preparare un’ora di lezione universitaria serva almeno un’altra ora di preparazione (studi, preparazione appunti, ecc.).
segue

wally ha detto...

Questo porta ad avere almeno 35.000 giorni lavorativi sottratti alle normali attività di ufficio.
Rispetto al totale di circa 1.800.000 di giornate lavorative complessivamente svolte dai magistrati sembrano poca cosa, ma comunque rappresentano il 2.5% circa delle ore lavorative complessive, e dato che secondo i dati derivati dalla ricerca di CEPEJ, in teoria i giudici smaltiscono circa il 94% delle cause penali sopravvenute ogni anno e circa il 95% di quelle civili, il dato indica che se non ci fossero eventi stragiudiziali comunque la situazione verrebbe migliorata.
Però se si analizza questo dato per il singolo giudice si deduce che, a fronte di 207 giornate lavorative per ognuno, questi incarichi stragiudiziali sono almeno di 20 giornate lavorative per ogni giudice, il che porta ad una diminuita efficienza del 10% circa per ogni giudice coinvolto.
Vuol dire che il 26,5% dei magistrati in organico opera sul campo con una efficienza, rispetto ai propri colleghi, almeno del 10% circa in meno.
Ed in una situazione di emergenza come l’attuale, più volte denunciata dal sindacato delle toghe o all’apertura degli anni giudiziari, mi sembra che tutto ciò dovrebbe essere eliminato per favorire un miglioramento complessivo.
E tutto ciò solo relativamente agli incarichi stragiudiziali….
Approfondirò tra breve, il discorso dei carichi di lavoro pro capite che vengono indicati estremamente elevati, ma che ad una mia prima analisi sono in linea, se non inferiori, a quelli delle maggiori nazioni prese in esame nel rapporto CEPEJ.
Buon Anno

La Redazione ha detto...

Gualtiero, buon anno a Lei.
Avendo a disposzione dati oggettivi, che fotografano la situazione in un certo periodo pari ad un semestre, Lei avverte il bisogno di fare delle proiezioni. E' una scelta opinabile e neppuire affidabile dato che nei mesi di agostio e settembre il CSM non smaltisce le pratiche relative alle autorizzazioni e quindi in ogni caso non si produrrebbe il raddoppio di quelle esaminate da novembre maggio.
Ha Lei stesso direttamente constatato lesiguità dei compensi e se non sbaglio era, quello del compesno, uno dei motivi di disappunto verso gli incarichi extra.
Infine, mi lasci dire, è solo una supposizione quella che ravvisa nello svolgimento di un incarico di insegnamento di poche ore all'anno una sottrazione di energie da dedicare al servizio. Non è così perché come lei ha avuto il tempo di impegnarsi nello studio dei dati senza sottrarlo al suo lavoro, così anche i magistrati possono disporre del tempo libero come meglio credono. Non a caso uno dei criteri in base ai quali si decide se autorizzare l'incarico extra è quello della operosità del magistrato, proprio per evitare la dispersione delle energie lavorative.
Cordialità.

gualtiero ha detto...

Mi scusi il ritardo della risposta, ma non ho avuto tempo.
Mi permetta di considerare però la Sua risposta un poco 'tartufesca'.
Il sostenere che i magistrati effettuano attività del genere indicato nella mia analisi, nel loro tempo libero mi sembra una presa...in giro.
Perchè se così fosse non si capisce perche ci debba essere una autorizzazione del CSM o comunque una comunicazione allo stesso sulle attività che vengono svolte "...nel proprio tempo libero", fino a prova contraria mi pare logico pensare che queste attività vadano a discapito di quelle istituzionali.
Comunque il discorso non verteva sui compensi bensì sul fatto, per me incomprensibile, che alcuni magistrati sottraggono il tempo che dovrebbero dedicare alla loro attività per fare altre cose.
E dalla sua risposta questo mio convincimento ha avuto conferma.
Cordialità

La Redazione ha detto...

Si figuri, il Suo ritardo è più che giustificato: anche i "funghi" impiegano molto tempo per svilupparsi:-)

L'autorizzazione che il CSM dà o nega serve a valutare la compatibilità dell'incarico con l'indipendenza e l'imparzialità del magistrato nell'ambiente nel quale opera, non a sindacare l'impiego del suo tempo libero.
Ad esempio, un incarico remunerato con migliaia di euro da parte di una banca o altra società non verrebbe mai autorizzato.
Il presupposto dell'autorizzazione, inoltre, è rappresentato dalla laboriosità del richiedente, che non deve prestare il fianco a rilievi di sorta.
Quindi - a parte l'assoluta marginalità del fenomeno - i suoi dubbi sono infondati.
Cordialmente.

Anonimo ha detto...

In tempi meno burrascosi, ovvero anni fa, avevo scritto che – a mio parere- tra le cause della mala giustizia Italiana e dell'eccesso al ricorso giudiziario vi era il numero eccessivo di avvocati iscritti agli Albi.
Rilevo i dati oggi diffusi. Se il sistema è paralizzato è perché gli oltre 230.000 avvocati iscritti devono pur vivere. "Causa che pende causa che rende" si dice. Pertanto solo a Milano vi sono oltre 12.000 avvocati iscritti all'albo. Ognuno di loro "deve" pagare uno Studio prestigioso, segretarie, collaboratori. Bene: chiedete loro quante pratiche devono avere aperte per mantenere gli standard e poi i conti sono presto fatti! Se poi pensiamo che il Parlamento è composto per lo più da avvocati, una certa difesa della categoria si intuisce.
Racconto quindi un aneddoto, senza alcuna pretesa di valore statistico. Tempo fa partecipai come teste ad un processo in Svizzera. Tra una battuta e l’altra chiesi al cancelliere come fosse la situazione. Lui mi ha risposto che negli ultimi anni era parecchio peggiorata. Un vero a proprio degrado a suo dire ed aggiunse: "Pensi che oramai ci sono cause che durano anche 2 o 3 anni!". Al che perplessa chiedo: " Ma qual è il carico di lavoro di ogni singolo Giudice? " Mi risponde. "Ma credo che arrivi ad avere anche 100 cause a ruolo." Bene, da allora mi sono riproposta di confutare questo dato. Voi ne avete idea? Giusto perché a Milano i Giudici che conosco hanno almeno 1000 cause a ruolo. Gradirei un approfondimento. Saluti cordiali.



Dimitra Papas Milano

Sergio Cartabia ha detto...

Da questa relazione sul "rendimento" dei Magistrati é stato dimenticato un parametro che forse andava menzionato: quante sono le cuse in particolare penali che si concludono con un nulla di fatto a causa dell' ignoranza congenita di tanti P.M.? Ovviamente fanno numero....di cause inutili