venerdì 3 settembre 2010

Ladri di speranza e di vita





di Felice Lima
(Giudice del Tribunale di Catania)





da Il Fatto Quotidiano online dell’1 settembre 2010


Nel mio ultimo post qui ho cercato di illustrare le ragioni per le quali è un errore gravissimo ridurre il tema della legalità alla questione della impunità per il dott. Berlusconi e i suoi amici e sodali.

La legalità non è solo “dare una giusta pena” a chi viola la legge.

La legalità – o, come nel caso del nostro Paese, l’illegalità – caratterizza e qualifica – o squalifica – tutta la vita della società e le sue speranze di futuro.

Forse due esempi possono rendere più convincente quanto ho scritto nei giorni scorsi.

Il figlio di una mia cara amica ha ventiquattro anni. Si è laureato in fisica, materia che amava, nonostante tanti gli dicessero che sarebbe stato più facile avere un futuro economicamente sostenibile dedicandosi ad altri studi.

Dopo la laurea ha fatto uno stage negli USA, alla fine del quale ha scritto un articolo che è stato ospitato su una rivista scientifica.

All’Università di Losanna hanno letto l’articolo e lo hanno invitato per un colloquio, dopo il quale gli hanno fatto un contratto da ricercatore e gli hanno affidato un intero laboratorio del quale oggi è responsabile.

Nel frattempo ha anche ottenuto un posto di ricercatore all’Università di Harvard, al cui concorso aveva partecipato; posto al quale ha dovuto rinunciare, avendo già “firmato” per Losanna.

E’ pacifico che tutto questo è stato possibile perché a Losanna e ad Harvard hanno un tasso di legalità decisamente molto più alto che in Italia.

In Italia, purtroppo, nessuna università si sogna di “invitare” di sua iniziativa un valente studioso né di dare un posto di ricercatore a un giovane non raccomandato da nessuno e, addirittura, straniero.

In Svizzera e negli Stati Uniti, per contro, nessuno si sogna proprio di dare il posto di ricercatore all’amante del professore invece che a uno studioso capace: verrebbe subito denunziato e immediatamente rimosso e condannato.

L’altra vicenda che voglio raccontare è quella di una azienda che produce sacchetti di polietilene (i sacchetti di plastica della spesa).

Aveva evaso tasse per un miliardo di lire.

Accertamento tributario, ricorso giudiziario, mia sentenza che condanna la società a pagare la somma evasa.

Nel corso del giudizio di appello arriva uno dei condoni del dr Berlusconi e la ditta estingue il suo debito pagando solo il 20% del dovuto.

Tutti pensano che la questione qui sia solo il furto – ai danni di noi tutti contribuenti – degli ottocento milioni condonati.

Ma non è così.

Nella piccola cittadina in cui opera l’azienda in questione adesso ci sono due aziende che producono sacchetti per la spesa.

Una – onesta – che ha sempre pagato le tasse.

Questa azienda ha costruito il suo capannone e acquistato i macchinari per la produzione facendo un mutuo in banca e paga le rate mensili di questo mutuo.

Dunque, quando vende i suoi sacchetti li fa pagare a un prezzo che comprende una piccola quota destinata al mutuo.

L’altra azienda – disonesta – il capannone e i macchinari se li è comprati con i soldi che ha evaso dalle tasse. Con i soldi nostri.

Questa azienda non ha mutui da pagare e può vendere i suoi sacchetti a un prezzo un po’ più basso di quelli dell’altra.

Quindi, l’azienda disonesta in breve tempo metterà fuori mercato l’azienda onesta.

Così come l’impresa che ottiene gli appalti delle opere pubbliche non per merito ma per sporchi legami – di tangenti, di puttane o di altro – con questo o quel Ministro, Assessore, Sottosegretario, Sindaco, ecc. mette in breve tempo fuori mercato le imprese che non pagano tangenti e si impegnano a migliorare la qualità del loro prodotto.

In definitiva, l’illegalità devasta le strutture portanti della società.

Non ha alcun senso parlare di riforma dell’università e degli appalti se non si persegue con sincerità e determinazione la legalità.

Qualunque sistema presuppone il rispetto delle regole su cui si fonda.

La legalità, l’efficienza delle Procure e dei Tribunali (proprio l’esatto opposto del programma degli ultimi enne governi in carica nel nostro Paese) sono il presupposto indispensabile di qualunque modello sociale.

La Svizzera e gli Stati Uniti sono paesi con le loro colpe, alcune anche gravi. Con cose che funzionano e altre che non funzionano.

Ma lì possono sperare. Perché hanno ancora studiosi scelti per le loro qualità, imprese che lavorano per i loro meriti, politici che sono stati davvero “eletti”.

Che speranza può avere, invece, un paese come il nostro, nel quale, grazie all’impunità assicurata a tutti i ricchi e potenti, le elìte universitarie hanno come uniche qualità le parentele baronali, gli imprenditori sono capaci solo di assumere puttane per conto terzi e i politici vanno avanti con la forza dei ricatti a mezzo stampa?

Un paese così dovrebbe desiderare la legalità più di ogni altra cosa. Un paese così dovrebbe pretendere che la legge non si tocchi e che si ricreino le condizioni perché essa sia applicata.

Un paese così dovrebbe rendere assolutamente impensabile qualsiasi ulteriore attentato a quel poco di legalità che resta.

Invece il nostro Parlamento è da anni impegnato sui temi della giustizia, ma non per ottenere ai cittadini più giustizia, ma ai delinquenti più impunità.

Tutte le leggi e i progetti di leggi portati avanti da molti anni a questa parte servivano e servono solo a proteggere chi vive di illegalità e nella illegalità.

E a neutralizzare il lavoro dei giudici e della giustizia, ridotta a un cumulo di macerie, salvo poi stupirsi ipocritamente quando questo o quell’assassino tornano liberi per gli effetti di questa o quella legge “SalvaSilvio” o “SalvaCesare” o “SalvaMarcello”.

Tutti i popoli hanno le loro difficoltà, ma a Losanna e ad Harvard un giovane competente presenta i suoi titoli e gli viene riconosciuto ciò a cui ha diritto.

In Italia un giovane competente può solo allenarsi a leccare il c… al politicante di turno e anche così difficilmente avrà il posto, posto che “non gli spetta”, perché in Italia non ci sono più diritti, ma solo “promesse del padrone”.

E, dunque, non ci sono più speranze, ma solo illusioni.




9 commenti:

doc ha detto...

No, dott. Lima non possiamo ridurci alle Illusioni, non possiamo distruggere la speranza nel futuro.

E meno male che in giro qualche barlume di orgoglio, oserei dire , scatti di dignità e' visibile: Berlusconi che del berlusconismo è la proprietà fondante caratteristicamente la diffusa illegalità, e' all'epilogo.
Sarà più difficile sconfiggere, eliminare dalla società italiana le metastasi del berlusconismo, ma non per questo non si deve tentare..
Sono d'accordo che la priorità assoluta e' ripristinare la legalità.
Intanto grazie a Lei e ai tanti che ogni giorno danno l'esempio su questa strada.
Con stima
Donato Curcio

Unknown ha detto...

Che differenza c'è fra il pagare una sostanziosa mazzetta ad un ministro e pagare un caffè all'assessore per arruffianarselo?

Perchè piangiamo ai funerali dei morti sotto le macerie degli edifici pubblici? Eppure i manovali, gli operai erano li e vedevano il colore e la consistenza della malta.

Perchè paghiamo come ciechi buoi la spazzatura (differenziata) che giace nelle strade?

A noi questo stato di cose piace. Abbiamo un fratello che ci farà pagare poco di tasse ed un cognato che ci farà ricevere molto, o almeno siamo convinti.

E' tutto molto semplice. Non siamo cittadini o perlomeo siamo cittadini ma solo come abitanti di una città. C'è la città ma non c'è la polis.

Rosa Grazia Arcifa ha detto...

Ma la speranza non è l'ultima a morire? Su ogni avversità al di là di quanto può avvenire aleggia sempre la speranza perchè è un sentimento. L'illusione invece è una distorsione, almeno credo dr. Lima.
Dobbiamo resistere e combattere. Come diceva Sandro Pertini ai giovani, bisogna che difendiamo le posizioni che abbiamo conquistato con lo studio e con i concorsi quando ancora non erano truccati,così difendiamo la Repubblica e la democrazia. Diceva che ci vogliono due qualità: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà!
"L'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!"
In sostanza quello che fa Lei col Suo lavoro di magistrato e quello che ho fatto io col mio e per il quale sono stata punita con il licenziamento.
Con grande stima
Rosa Grazia Arcifa

Anonimo ha detto...

Ha ragione il Dr.Lima.
Proprio ladri di speranza, anzi ladri e basta.
Oggi ho visto in tv i bambini che per primi hanno iniziato l'anno scolastico.
Avevano in braccio delle risme di carta e le borsine di plastica con la carta igienica come richiesto dalla scuola perchè con i tagli a questo siamo arrivati.
La cosa mi ha così depresso, umiliato, offeso.
Cosa sta succedendo?
Perchè si è consentito a a degli invasati megalomani di appropriarsi di una nazione?
Da una parte gli sfarzi di Berlusconi con i suoi eserciti di valletti, guardie del corpo , impiegati,feste, parate, gheddafine,e quant'altro pagato con i miseri resti di una crisi, dall'altra una smania per un frettoloso federalismo che i tagli faranno ricadere e ripagare ai cittadini.Perchè se mancheranno insegnanti, medici, presidi, ogni regione dovrà attrezzarsi a spese proprie. Questo è il costo zero.
Perchè non hanno iniziato dal carrozzone istituzionale con i tagli? Erano tutti d'accordo: destra e sinistra.
Caro dr. Lima, così nemmeno le illusioni.
Alessandra

Anonimo ha detto...

La Cultura..(con la C maiuscola non a caso)..questo manca in Italia. Un sistema di comunicazione scientemente indirizzato ad analfabeti e poche isole felici additate come sovversive e provocatorie. Un sistema istruzione continuamente smembrato, affaticato, appesantito da oneri inutili,ideati appositamente per bloccare la scala mobile sociale,indietreggiare le classi medio basse alla zona retorcessione e tutelare gli arrampicatori sociali e l'oligarchia economico-industriale.
Il privato che spopola, dalle superiori alle università telematiche..una vergognosa svendita del sapere e delle competenze che devono essere il punto fermo di una società giusta, equa e civilmente consapevole. Senza cultura non c'è la voglia, la capacità di leggere i problemi della società, semplicemente non interessano.

Giuseppe Albanese

Besugo ha detto...

Non più lavoro, solo schiavismo

Anonimo ha detto...

Contro certi uomini ce la possono fare soltanto certe donne.
Io propongo Anna Finocchiaro come presidente del Consiglio.
Alessandra

Besugo ha detto...

Suggerimento per approfondimento


travaglio su anna finocchiaro e andò

Rosario Gigliotti ha detto...

Questo blog, animato con grandissimo impegno e passione dal dr. Lima, è nato per costruire speranza. Esiste per dare voce ad una parte bella dell'Italia, per ricostruire fiducia nella Giustizia, per stabilire un confronto tra magistrati e comuni cittadini, nella consapevolezza che la legalità sia uno strumento prezioso, a servizio della democrazia e, soprattutto, dei più indifesi. L'amarezza di oggi, di fronte a leggi che vanificano l'impegno quotidiano delle persone perbene, fa parte, ne sono certo, di un cammino in cui gli ideali sono destinati a non perdersi, anche se, a volte, si attraversano le nebbie che generano angoscia e delusione. Nella lettera di Felice Lima, leggo come sempre il suo animo pulito, la sua capacità di leggere in profondità i fatti e di individuarne i risvolti più nascosti. E questo è un elemento di forza. Per questo, caro Felice, ti ringrazio ancora una volta di cuore e ti ricordo, che fortunatamente non siamo soli, che c'è un'Italia bella e consapevole, fatta di persone disposte ad assumere ciascuna il proprio pezzo di responsabilità in difesa della libertà e della democrazia. Attenta, anche, agli esempi quotidiani come il tuo, che, ti assicuro, aiutano a diradare la nebbia e a rafforzarci nel cammino.