mercoledì 22 luglio 2020

Diffidare delle apparenze


Ieri si è tenuta, davanti alla sezione disciplinare del CSM, l’udienza del procedimento a carico di Luca Palamara e degli altri magistrati coinvolti nelle manovre per la nomina del procuratore di Roma. 

L'esito è stato a dir poco sorprendente.

Tra i commentatori c'era chi aveva previsto che, quantomeno il procedimento a carico del p.m. romano, si sarebbe concluso già alla prima udienza con una condanna esemplare, nonostante egli abbia presentato una corposissima lista testi, oltre ad una istanza di ricusazione di uno dei componenti della sezione disciplinare.

Altri avevano invece ipotizzato che il CSM, avrebbe ammesso solo una minima parte dei testi indicati dal dott. Palamara e avrebbe fissato delle udienze anche nel periodo estivo, dal momento che l'incolpato è sottoposto a procedimento cautelare.

Nulla di tutto questo è invece accaduto.

L'organo di autogoverno ha deciso, almeno per il momento, di non decidere, rinviando il procedimento al 15 settembre in accoglimento dell'istanza di differimento presentata dal difensore di Luca Palamara e ha differito a quella data anche la decisione sulla richiesta, anticipata dalla procura generale, di riunione della posizione del p.m. romano a quella degli altri incolpati.

Al contempo ha fissato un calendario delle future udienze fino a dicembre probabilmente per dare adeguato spazio alle difese di tutti gli incolpati e per esaminare le varie questioni che gli sono state sollevate, alcune delle quali, come quella posta dall’on. Ferri, anch’egli incolpato in qualità di magistrato in aspettativa, della incompatibilità a giudicare della intera sezione disciplinare del Csm, sono degne della massima considerazione.

E’ però alquanto inusuale che un procedimento avente carattere di urgenza venga rinviato addirittura di due mesi senza nemmeno decidere sull’istanza di ricusazione presentata.

Qualche addetto ai lavori potrebbe osservare che questo rinvio ha tutte le caratteristiche di quelli che si vedono spesso nei processi penali e che sono finalizzati a concludere un patteggiamento della pena.

In realtà questo inaspettato iter del procedimento potrebbe consentire alla procura generale, che ha anticipato nella persona del procuratore generale Giovanni Salvi l'intenzione di perseguire altri magistrati coinvolti nel c.d. mercato delle nomine, di esercitare nel frattempo l'azione disciplinare nei loro confronti.

Se ciò accadesse si potrebbe far luce sul complessivo contesto di gestione degli incarichi giudiziari da parte del Csm che lo stesso Luca Palamara ha ripetutamente detto di voler disvelare nei minimi dettagli.


2 commenti:

bartolo ha detto...

La domanda insistente, come goccia d'acqua nella roccia, è : come è stato possibile che una politica, e ancora più una magistratura, con rappresentanti dalle menti così raffinate, abbiano potuto far allignare le male piante delle sporche mafie... Bho, mistero!

francesco Grasso ha detto...

Il gatto, dice l'uomo: è un animale furbo, misterioso, del diavolo. In realtà è molto intelligente e sa essere dolce e raffinato, comunque a differenza dell'uomo ci salva dai topi(soprattutto quelli di fogna che danno la leptospirosi, una patologia fulminante), altrimenti impossibili da dominare. In realtà almeno qualche minima cosa la potevano fare.