Stefano Zurlo intervista Giuliano Castiglia - Magistrato
Usa un linguaggio mai sentito a queste latitudini. E va all'attacco dei vertici dell'Associazione nazionale magistrati: «Il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia si deve dimettere». Senza tanti complimenti. Giuliano Castiglia, gip a Palermo, è uno dei leader di Articolo 101, la lista - guai a chiamarla corrente - che ha raccolto 651 voti alle ultime elezioni e sta sparigliando i giochi dentro il Palazzo.
Dottor Castiglia, perché Santalucia se ne deve andare?
«Perché da troppi mesi i vertici
dell'Anm tergiversano sulle chat di Palamara, prendendo tempo, non rispondendo
alle questioni poste dal sottoscritto e dagli altri tre colleghi di Articolo
101 che con me siedono nel comitato direttivo centrale dell'Anm, perché in
definitiva mi pare evidente la volontà di insabbiare tutte le problematiche
affiorate con il caso Palamara».
Lui è stato espulso dall'Anm. Non vi basta?
«Per niente. Noi diciamo basta
alle correnti che dentro il Csm sono espressione di una parte, anzi dei
partiti. Questa logica non ci appartiene, ma questa logica è dominante e questa
logica riemerge nella vicenda delle chat».
In pratica, cosa è successo?
«Dall'estate scorsa chiediamo ai
vertici dell'Anm di acquisire le chat e abbiamo anche detto dove bussare: al
gip di Perugia».
La risposta?
«Per molto tempo nessuna. Si sono
persi mesi, poi finalmente, seguendo una procedura inedita, fin qui mai
utilizzata, sono stati messi in moto i probiviri».
I probiviri?
«Sì, i probiviri che, per ragioni
a noi incomprensibili, hanno presentato domanda di nuovo alla procura che,
naturalmente, li ha spediti dal gip. Ma questo è niente».
Che altro è successo?
«Il fatto più grave è accaduto
dopo. C'è stato un carteggio fra i vertici dell'Anm e il giudice di Perugia e
quel carteggio ci è arrivato tagliato, con omissis e lacune».
Le forbici le ha impugnate il gip?
«No, al contrario, le censure
sono farina del sacco di Santalucia che, a quanto pare, non vuole informare i
membri del comitato direttivo centrale».
Forse non gradiscono l'uscita eventuale di nomi da tutelare nel corso
delle indagini?
«Per noi la privacy è una scusa
bella e buona; in ogni caso i nomi, anzi il nome perché ce n'era uno solo, si
possono sbianchettare».
E allora?
«Il giudice ha concesso le chat con alcune limitazioni. Ma il dibattito sul diritto dell'Anm ad avere le chat ci è arrivato monco. Senza la necessaria condivisione e trasparenza: forse hanno paura che si vada troppo avanti, troppo in là, toccando assetti di potere consolidati. In ogni caso, quel carteggio ce l'ha poi dato il giudice e anche questo è paradossale».
In conclusione?
«Non abbiamo ancora le carte
relative alle chat. E ci sembra che non si voglia andare fino in fondo».
Qual è il programma di Articolo
101?
«Il Csm deve tornare ad essere un
organo di alta amministrazione della giustizia, non un organismo politico. Il
nostro faro sono le leggi, non le ideologie».
Voi vi aggiungete alle altre correnti ?.
«Non c'è nessuno di noi al Csm e
le assicuro che non ci sarà mai».
È un impegno?
«Di più: è il nostro programma.
Noi vogliamo il sorteggio per recidere i tentacoli delle correnti dentro
Palazzo dei Marescialli e la rotazione dei dirigenti per porre fine al
nominificio in cui è stato trasformato il Csm. Ci siamo presentati per la prima
volta l'anno scorso, ma il nostro blog, Uguale per tutti, è nato nel 2007. Solo
che prima non ci ascoltava nessuno. Oggi gli scandali fanno finalmente aprire
gli occhi a molti colleghi che prima ci ignoravano».
3 commenti:
GRAZIE ad Art.101, al dott. G. Castiglia, a Stefano Zurlo che ci consentono di fare un piccolo passo verso " la Terra Promessa" La paura che si vada troppo avanti toccando poteri consolidati, solo i minus habens non la possono avere. Ma in tanti, anzi in moltissimi non sono disposti a cedere neanche un granello di terra, a qualunque costo. Ma tempo verrà.
Non voglio mettere in imbarazzo i gestori dell'illuminato Blog (per cui, in caso, cestinare), però ogni volta leggo un loro post la mente mi si pervade di ricordi. Oggi rimembro quello in cui un recluso con molti anni di pena rispose a un novello che gli chiedeva cosa rappresentavano le piccole corna di un cervo raffigurato ben in vista nella sua "cella". "se rimarrai un ottimo carcerato, prima di uscire lo capirai". A fine pena, dopo averlo salutato, il novello notava che intanto al cervo erano cresciute enormi corna. Fu così che si rese conto che le stesse non erano altro che una pacifica protesta contro colui che incolpevole incarnava il "sistema" carcerario.
Buonasera qualche giorno fa in un mio commento segnalavo una dichiarazione di Sciascia.morto 30 anni fa.sulla crisi della Giustizia.Al di la delle riforme ... è un atteggiamento culturale dei magistrati che non cambia Significativo è che non venga tenuto in considerazione Giammauro PASQUALE
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