domenica 5 ottobre 2008

Riflessioni sul potere in Italia




Riportiamo un articolo di Marco Travaglio sul libro di Roberto Scarpinato Il ritorno del Principe.
Di questo libro abbiamo già parlato sul blog, nel post che si trova a questo link.
Una bellissima relazione nella quale Roberto Scarpinato ha trattato questi temi può essere ascoltata e letta a questo link.



di Marco Travaglio
(Giornalista)



da L’Unità del 2 ottobre 2008


Non c’è giorno che non ci domandiamo: com’è che ci siamo ridotti così?

Perché ciò che è normale nelle altre democrazie in Italia è eccezionale, e viceversa?

Per rispondere, basta ripercorrere la storia del potere in Italia senza ipocrisie né indulgenze autoconsolatorie.

Senza raccontarci le solite fiabe a lieto fine.

Perché la storia del potere in Italia non ha un lieto fine. E nemmeno un lieto inizio.

Roberto Scarpinato, magistrato siciliano, memoria storica dell’antimafia palermitana (e dunque appena degradato da procuratore aggiunto a semplice sostituto dalla scriteriata riforma Mastella), ha voluto partire dal Principe di Machiavelli per raccontare gli italiani agli italiani in un prezioso libro-intervista a Saverio Lodato: Il ritorno del Principe (Chiarelettere, pp. 347, 15,60 euro).

Lodato gli ha posto le domande giuste, Scarpinato ha dato le risposte giuste.

Non è l’ennesima storia della mafia. E una storia del potere che spiega anche la mafia. Ma anche il declino italiano, di pari passo con l’escalation della corruzione, della malapolitica, della malaeconomia, degli eterni piduismi e stragismi, protagonisti necessari del nostro album di famiglia.

Un libro raro che rivolta la storia d’Italia come un guanto e ne svela il «lato B»: quello che Scarpinato chiama «l’oscenità del potere» nel senso etimologico di «fuori scena»: «Quello degli assassini è spesso il fuori scena del mondo in cui tanti sepolcri imbiancati si mettono in scena».

La mafia militare addirittura come «servizio d’ordine» dei colletti bianchi, “lupara proletaria e cervello borghese”: lasciata senza briglie quando è utile al potere, ma scaricata e potata a suon di retate quando alza troppo la cresta o non serve più.

Il libro sorprende e lascia a bocca aperta.

In un altro paese susciterebbe polemiche e dibattiti furibondi, invece è stato subito avvolto da una coltre di imbarazzato silenzio.

Forse perché rovescia a uno a uno tutti i luoghi comuni, oltre il belletto delle fiction edificanti, quelle che da una parte schierano gli eroi dello Stato e dall’altra, a debita distanza, i mostri dell’Antistato.

Ecco, qui l’Antistato è parte integrante dello Stato.

Qui si parla di «morte dello Stato», della sua progressiva «mafiosizzazione» che rende quasi obsoleta, superata, superflua la violenza della mafia d’un tempo.

Oggi - dice Scarpinato - siamo in piena «post-mafia».

Il «concorso esterno» non è più quello di certi esponenti del potere nei confronti delle mafie: «è quello delle organizzazioni mafiose negli affari loschi di settori delle classi dirigenti».

Di rovesciamenti illuminanti come questo, il libro è pieno.

Si parla di «sicurezza» e si invoca «più carcere»?

Ma «il vero deterrente contro il crimine non è la galera: è la vergogna», che in Italia s’è estinta da un pezzo, anzi è usata per screditare la gente onesta.

Si invoca il «primato della politica»?

Ma nello Stato democratico liberale di diritto il primato è della Legge, cui deve inchinarsi anche la politica.

Si dice che gli italiani hanno la classe politica che si meritano?

No, è la classe politica che ha gli italiani che si merita, avendoli plasmati a propria immagine e somiglianza col controllo militare dei media e della cultura, che ha «azzerato la memoria collettiva».

Le pagine più devastanti sono quelle dedicate agli intellettuali italiani, quasi sempre «organici» al potere, nati e cresciuti come «consigliori del Principe», servili dispensatori di imposture, superstizioni, revisionismi, negazionismi e conformismi, sempre pronti a tradire la missione di coscienze critiche e intenti a giustificare gli abusi del potere.

«Oggi 9 italiani su 10 sono convinti che Andreotti è stato assolto e che la mafia è solo Provenzano».

«All’inizio del processo Andreotti - rivela Scarpinato - la Rai fu autorizzata a riprendere tutte le udienze; ma dopo averne trasmesse due, con audience molto elevata, la programmazione fu cancellata».

Dalle ruberie della Banca Romana al delitto Notarbartolo, dalle stragi dei sindacalisti siciliani all’eccidio di Portella della Ginestra, dall’intrigo del caso Giuliano-Pisciotta alle stragi degli anni 60 e 70, fino ai delitti politici degli anni 80 (terribili le tragedia greche di Mattarella e Dalla Chiesa), ai processi Andreotti, Dell’Utri e Cuffaro, alle bombe politiche del ‘92-’93, mentre lo Stato trattava con la mafia alle spalle dei cittadini in lutto, alla lunga pax mafiosa che dura tuttoggi, Lodato e Scarpinato ci accompagnano passo passo nel retro-bottega dell’ultimo secolo e mezzo di storia patria, in una «stanza di Barbablù» irta di scheletri e fantasmi, segreti e ricatti: segnata da quello che il pm chiama «il rapporto irrisolto fra classi dirigenti e violenza» in un paese dove «la criminalità fa la Storia».

Non è un caso - sostiene Scarpinato - se il Risorgimento, la Resistenza, la Costituente e il biennio magico di Tangentopoli e Mafiopoli sono oggi così impopolari: sono le sole parentesi felici in cui piccole élites liberali consentirono all’Italia di alzarsi in piedi oltre la propria statura media, ai livelli delle vere democrazie, salvo ripiombare regolarmente e rapidamente in balia delle eterne sottoculture autoctone dominanti, tutte autoritarie e illiberali: cattolicesimo controriformista, «familismo amorale», «machiavellismo deteriore» tutto rivolto all’interesse particulare ed «eterno fascismo italiano» scandagliato dai rari intellettuali disorganici come Flaiano, Sciascia, Pasolini e Montanelli.

Per questo la Costituzione va così stretta ai nostri politici, che da vent’anni fan di tutto per riscriverla: nella Costituente, per una provvidenziale «alchimia della storia», dominavano le culture liberali da sempre minoritarie.

Una parentesi eccezionale, miracolosa che partorì una Carta infinitamente più matura dell’Italietta arretrata e contadina del tempo, una «raffinata ingegneria della divisione bilanciata dei poteri» lontana anni luce dalle culture dominanti, tornate subito dopo al potere.

Insomma, uno smoking calcato addosso a un maiale.

Non appena la Costituzione cominciò ad essere attuata fino in fondo, in base ai principi rivoluzionari di solidarietà, di eguaglianza e di legalità, il Principe sentì tremare la terra sotto i suoi piedi e riprese prontamente il sopravvento, «svuotandola dall’interno».

Lo stesso accadde dopo il 1992-’93, quando la legge fu davvero uguale per tutti e dunque il Principe non potè sopportarlo, riportando rapidamente a galla gli eterni don Rodrigo, don Abbondio e Azzeccagarbugli. I tre santi patroni nazionali.

Amarissime, a tal proposito, le pagine sulla normalizzazione della Procura di Palermo, quando a Caselli subentrò Piero Grasso.

Qualche spiraglio resta aperto alla speranza. Mai illusoria o consolatoria. Responsabilizzante.

Scarpinato la coglie nel raro protagonismo civile degli italiani che rifiutano il rango di sudditi: i girotondi di qualche anno fa, le recenti manifestazioni in difesa di De Magistris in Calabria, la rivolta giovanile di Addiopizzo a Palermo e quella di parte della Confindustria siciliana contro il racket.

E indica una strada: cercare e pretendere sempre la verità.

Cita l’indovino Tiresia sulle rovine di Tebe, corrotta e malgovernata: «L’offesa alla verità sta all’origine della catastrofe».

Tiresia era cieco, ma vedeva tutto. I tebani avevano ottima vista, ma non vedevano più nulla.


21 commenti:

Anonimo ha detto...

La congiura del silenzio è una specialità italiana che si ritrova nella figura e nelle abitudini dell'intellettuale prono al potere e intimamente filisteo (e certo non solo dell'intellettuale) ,così ben descritto da Scarpinato.
Eppure proprio l'uscita di questo libro ,il coraggio dimostrato dai suoi autori,anche in considerazione della posizione di grande autorevolezza istituzionale ricoperta da uno di essi,fanno intendere che qualcosa sta cambiando in profondità .
Occorre dare forza a questo coraggio ,occorre far capire ai politici che bisogna "cambiare "il modo di fare politica ,ponendo al centro la Costituzione e la sua attuazione nell'interesse dei cittadini .

I magistrati che difendono la Costituzione, come De Pasquale, devono essere politicamente sostenuti ,indipendentemente dalla parte politica a cui ciascuno fa riferimento.

la Costituzione Italiana è stata l'unico momento di riscatto(dopo il risorgimento) dalla "stanza di barbablù"e a questa occorre appellarsi per sciogliere i nodi irrisolti dell'economia e della società italiana impantanata nell'assenza di democrazia economica e sociale.
Non ai momenti di continuità del sottosviluppo civile occorre guardare , ma a quelli segnati da un cambiamento profondo: la lotta partigiana,tantgentopoli ecc

Anonimo ha detto...

Mi trovo perfettamente d'accordo, a parte il seguente passaggio: "...Amarissime, a tal proposito, le pagine sulla normalizzazione della Procura di Palermo, quando a Caselli subentrò Piero Grasso." E ancora, il silenzio seguito dopo la seguente citazione: "...tutto rivolto all’interesse particulare ed «eterno fascismo italiano» scandagliato dai rari intellettuali disorganici come Flaiano, Sciascia, Pasolini e Montanelli."
Premesso che non sono assolutamente titolato ad intervenire. Credo sia grave il riferimento a Grasso inteso come normalizzatore. Tutto al contrario: Grasso ha soltanto operato da siciliano che a differenza di Caselli, torinese, conosce da vicino il fenomeno. Ma sulla sua capacità di lottare la mafia solo gli incompetenti possano avere dubbi. Ha dato dimostrazione, prima da procuratore capo a Palermo e successivamente da Super procuratore nazionale antimafia, infliggendo, a quest'ultima, i colpi più duri. Nel secondo caso citando Sciascia, tra gli altri pochi intellettuali, ha omesso di restituirgli l'onore che per un certo periodo gli era stato tolto, considerato che oggi si è avverato quello che già Lui aveva previsto venti anni fa. Si, è stato proprio un Teresia contemporaneo in una Tebe cieca che è riuscita persino ad accecare gli unici e pochi vedenti rimasti Falcone e Borsellino.

Anonimo ha detto...

Mi sento (dal basso della mia posizione di semplice cittadina) di "giudicare" il commento qui sopra così come il Consiglio di Stato (se è vero quanto riportato dalla stampa) ha giudicato la richiesta di referendum di Vicenza: è solo un'auspicio irrealizzabile.

Nel senso che non si può "far capire ai politici che bisogna "cambiare "il modo di fare politica ,ponendo al centro la Costituzione e la sua attuazione nell'interesse dei cittadini", è una contraddizione in termini (ulteriormente espressa nel post qui sopra, se ce ne fosse ancora bisogno), dal momento che sono loro che ci hanno portato a questo e che vogliono mantenerci così.

Comunque sono d'accordo (con il commento qui sopra) quanto al fatto che qualcosa forse sta cambiando. Lentamente, in maniera difficile, pericolosa, ma qualcosa si muove.
Grazie al libro di cui sopra, grazie alla testardaggine di questi pochi giornalisti che si ostinano a "parlare" (nel senso proprio di "dire", "disvelare"), grazie soprattutto a questi ragazzi giovani che senza nessun patrocinio sono scesi in piazza in maniera spontanea e volontaria il giorno dopo un'omicidio per sfidare la mafia, e che tutt'ora continuano nella loro battaglia che non è stata solo il fuoco di paglia di una mattina con troppa indignazione montata, che li ha costretti a scendere in strada. No, è una difficilissima battaglia che una volta iniziata non può essere interrotta, pena la disfatta più grande.
Grazie alle persone che sono scese in piazza sapendo che non avrebbero ottenuto nulla, ma hanno firmato per referendum, leggi popolari, sono andate nei giorni successivi alla ricerca dei comuni vicini in cui si poteva ancora firmare.
Grazie a quelli che pur sapendo che non sarà immediato comunque si impegnano per fare qualcosa, per firmare ancora, per far sentire la propria solidarietà a chi è esposto in prima persona e rischia il lavoro e la vita (e altro, laddove non abbia già perso la famiglia).
Grazie a chi comincia ad informarsi, a non farsi prendere in giro, e a divulgare le notizie vere. Grazie a chi comincia a spegnere la tv, e ad accenderla SOLO quando vanno in onda programmi che non ammorbano le coscienze (anche controllando l'auditel, i dati veri dell'auditel che noi non vedremmo mai, loro ci controllano e capiscono come va il paese e cosa si sta muovendo).
Grazie a tutte le mille iniziative che dal basso i cittadini onesti rimasti portano avanti a carissimo prezzo, e a tutte le mille occasioni non colte in cui i titolari onesti di cariche importanti o utili (giornalisti e magistrati, o altro) rifiutano di lasciarsi corrompere, financo dall'ignavia dannosa.

Grazie a tutto questo forse qualcosa può cambiare, a patto di non mollare mai, nemmeno quando sembra inutile, perché solo allora davvero non è inutile.

Silvia.

Anonimo ha detto...

Per Silvia .Ci sono tanti modi per "far capire "ai politici che è necessario cambiare il modo di far politica :uno innovativo,sarebbe quello di togliere il voto ai politici che hanno mostrato la loro inettidudine a rappresentare gli interessi dei loro elettori e conferirlo a nuovi candidati che si vincolino esplicitamente alle richieste della base elettorale. Promuovere iniziative di dissenso ai politici "falliti e prevaricatori" e proporre nuovi canditati ecc

Anonimo ha detto...

Mi auguro di non essere apparsa provocatoria, volevo iniziare con una battuta di spirito... però un po' di verità c'era: come togliere il voto ai politici che non si comportano bene se loro PER LEGGE hanno tolto a noi la possibilità di farlo?
L'ultima legge (tutt'oggi in vigore) elettorale prevede che noi scegliamo solo quale gruppo di bastardi crediamo sia il meno peggio, perché i politici che rappresentano questi gruppi o che li formano, li scelgono loro e noi non possiamo dire nulla.

Uno dei miei grazie era rivolto a chi non si perde d'animo, firmando anche se sa che non si risolverà nulla, e in finale suggerivo di non mollare... traduzione: come ho detto ancora qui (in questo blog) e altrove dato che la legge d'iniziativa popolare per riappropriarci del diritto di voto E DI SCELTA la ignorano, procediamo con la richiesta di un referendum che abroghi per intero il noto "porcellum", e torniamo alla legge in vigore in precedenza, il referendum non lo possono ignorare, al massimo possono cercare una scusa per non farcelo fare ma devono dire qual è questa scusa, come hanno fatto per il referendum di Vicenza.

Silvia.

ps: un altro bellissimo progetto è il protocollo C3, mai sentito? Il punto è che siamo sempre lì: come far capire ai politici (tramite ad esempio questo progetto) qualcosa che loro non vogliono capire? Se loro per primi non firmano il protocollo C3 noi che facciamo? Penso che anche tu sappai che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire (scusa, ti dò del tu per praticità, dato che sei anonimo).
E torniamo come sopra: firmiamo! Facciamo referendum! E non molliamo se non ce li permettono!

ps: qui il link del protocollo C3:http://www.protc3.org/

Anonimo ha detto...

Per l'anonimo delle 15:59

Il primo metodo che lei suggerisce "per far capire ai politici che è necessario cambiare il modo di far politica" non è esattamente innovativo: in un sistema democratico, questa dovrebbe essere la norma.
Si tratta della base della responsabilità politica, giunta all'attuale stadio evolutivo partendo dalla responsabilità penale dei ministri: se il governante non mi soddisfa, alla prossima tornata elettorale non avrà il mio voto.
Purtroppo le cose difficilmente funzionano secondo questo schema, nel nostro Paese: familismo, campanilismo e voto di scambio sono amare realtà. A complicarle, vi è una legge elettorale affettuosamente soprannominata "Porcellum" (l.n. 270/2005) che prevede, come lei saprà, l'imposizione dei candidati da parte delle segreterie di partito, e la sottoposizione di liste bloccate - per altro non visibili sulla scheda - agli elettori.
Da meccanismi per filtrare la volontà popolare nel Parlamento, i partiti, nella stragrande maggioranza dei casi, sono divenuti macchine per perpetuare se stesse.
Stefano

Anonimo ha detto...

Per anonimo delle 15.59:
c'è un altro modo, ancora, molto più efficace: smetterla di correre sempre in soccorso al vincitore!
E' chi è per terra che ha bisogno di cure!

Anonimo ha detto...

.....a nuovi candidati....
Ma chi?
Chi, negli anni passati, faceva politica credendo nella funzione pubblica è stato "trombato" proprio dai propri partiti, chi troppo onesto è stato messo da parte, e disgustato si è ritirato come Cincinnato.
Dove sono persone per bene, preparate per affrontare temi in linea con i principi fondamentali dell'interesse generale?
L'unica categoria almeno per preparazione e funzione sarebbero i Magistrati, ma quelli che ho visto entrare in politica sono tenuti a debita distanza dagli "affari" della politica (quello cioè che dovrebbe essere svolta nell'interesse della Nazione)
Non restiamo più nel vago. Facciamo nomi. Nè di destra e sinistra, solo nomi.
C'è la Costituzione che ci consente di intervenire e comunque non ce lo può impedire nessuno, ancora.
Alessandra

Pino Amoruso ha detto...

Buongiorno. Seguo il vostro blog dall'inizio anche se poche volte ho lasciato traccia del mio passaggio. Sul mio blog sto pubblicizzando un iniziativa contro il Lodo Alfano che, indipendentemente da chi la promuove, ritengo giusta.
Mi piacerebbe conoscere il vostro parere in merito...
Ai miei amici blogger ho lasciato scritto in commento che "ora più che mai bisogna fare "RETE" pubblicizzando l'iniziativa...

A presto
Pino Amoruso

Anonimo ha detto...

http://www.robertocorradi.it/2008/10/07/mi-chiami-dottor-tronchetti/

Da vedere, senz'altro.

Quando l'informazione non si piega al potere, neppure se ha il nome del possibile prossimo Presidente USA.

Buon divertimento (se riuscite a non deprimervi pensando a come si e' ridotta l'Italia!)

salvatore d'urso ha detto...

Dell'Utri non risponde ai pm


7 ottobre 2008 – di Monica Centofante
Palermo. Lo scorso 6 ottobre, con una lettera inviata ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, il senatore Marcello Dell'Utri (Pdl) ha comunicato la sua volontà a non prendere...


CONTINUA SU:

http://www.antimafiaduemila.com/index.php?option=com_content&task=view&id=9536&Itemid=78

Anonimo ha detto...

Caro Salavatore D'Urso,
sei rimasto indietro! Non è più la mafia a destare pericolo in Italia, bensì la 'ndrangheta!
maledetta 'ndrangheta! Chiede il pizzo, traffica in droga, gestisce lo smaltimento dei rifiuti tossici, uccide chiunque, dappertutto, corsie ospedaliere incluse, controlla le assunzioni, persino quelle del Consiglio Regionale. Infine, su denuncia del Wwf, apprendiamo che ha esteso i suoi tentacoli anche sul mondo animale. Tra questi, addirittura, ben due specie rischiano l'estinzione! I Ghiri, assiduamente cacciati dagli stessi 'ndranghetisti che, avidamente, li divorano nei periodici rituali banchetti tenuti in Aspromonte durante i summit tra gli affiliati (chissà perché, da 'ndranghetista, non sono mai stato invitato). La pesca dei tonni rossi fuori controllo, si scopre essere gestita proprio dalla 'ndrangheta. Che dire? Rispondo con due frasi di Sciascia ed un commento di Ermanno Rea, entrambi scrittori, rispettivamente siciliano e napoletano. Il primo ha pronunciato la seguente frase, rimastami indelebile nella mente, mentre infuriava nel paese l'azione terroristica da parte delle brigate rosse contro lo Stato: “ Né con lo Stato né con le BR”! Allora, giovane, ero, fortemente, dalla parte dello Stato e non avevo capito. Oggi, mi è tutto chiaro! E poi, il suo scandaloso appellativo, “I professionisti dell'antimafia”! Riferito a coloro che in seguito, sostituitosi ai mafiosi, hanno governato e stanno governando l'Italia. Ermanno Rea, l'altro ieri, intervistato dal Corriere della Sera sul blitz contro cento camorristi presunti responsabili della strage di Castelvolturno che ha fatto inneggiare il Ministro degli Interni alla vittoria sulla camorra, ha così argomentato: «La camorra non è un fenomeno di superficie. Proviamo a immaginare che da domani il casertano, e tutta la Campania, vivano nella totale legalità. Avremmo centinaia di migliaia di persone con seri problemi di sopravvivenza. L' illegalità diffusa finirà solo quando saranno vinte le ragioni che la determinano, a iniziare dalla disoccupazione giovanile. Gridare al miracolo per aver messo in galera dei killer è ridicolo». Ora anche i check-point come in Israele. «È una trovata scenografica, neanche la polizia riesce a debellare il problema alla radice».
Ma gli scrittori calabresi, sulla 'ndrangheta, perché non li intervistano mai?

Anonimo ha detto...

OT? Neanche poi tanto, visto che ancora una volta ci invita a pensare a come ci siamo ridotti.

Salvatore Borsellino ritiene che l'ultima pronuncia della S.C. sia l'effetto di un potere particolare, quello della Agenda Rossa ancora nelle mani giuste ed utile per ricattare all'occorrenza.

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/9556/48/

..... Spiegare quale e' la sua pericolosita' ..... Sic!

Leggere la sentenza di condanna non bastava?

Anonimo ha detto...

Cari lettori,

non è da molto che frequento il blog, ma ho letto quasi tutti gli articoli e i commenti presenti.
Vorrei esprimere la mia opinione, che ritengo personalmente (ma accetto critiche costruttive) pertinente a qualsiasi argomento trattato, anche se dopo averla letta potreste pensare che sono una pazza furiosa…

Ho notato che raramente vengono nominati i servizi segreti (deviati o non) e la loro responsabilità su quanto accade nel nostro Paese (e nel mondo). Premesso che “involontariamente” mi sono imbattuta nel loro operato e ne sono rimasta a dir poco “scioccata” sia per i loro modi che per la loro disonestà (e non ho paura a dirlo!), ho avuto la prova tangibile che sono loro a manipolare, più o meno consapevolmente, le persone e gli eventi.
Loro sono i veri detentori del potere…
Non è un segreto che le ultime guerre siano state causate dall’inefficienza della CIA e degli “alleati” (informazioni sbagliate che hanno avuto conseguenze disastrose); forse la parola inefficienza però non è la più adatta, se pensiamo che alla fine ottengono esattamente ciò che vogliono. Non è un segreto nemmeno che siano loro a controllare il traffico di armi e droga a livello internazionale! E quale attività è più redditizia di queste???? La guerra porta più soldi della pace (armi, distruzioni, ricostruzioni…), per non parlare del traffico di droga…

Osservando tutti gli eventi “misteriosi” che a tutt’oggi non sono stati risolti o le tragedie delle quali ancora non sono stati identificati i reali colpevoli (se non qualche capro espiatorio) possiamo meglio comprendere come anche l’informazione nazionale ed internazionale siano influenzate dai “messaggi” fuorvianti e imparziali dei servizi di intelligence.

Cerco di spiegarmi meglio con un esempio: l’ANSA riceve la maggior parte (se non tutte) delle informazioni proprio dai servizi segreti; come possiamo pensare allora di poter essere messi al corrente della verità, se nemmeno i giornalisti (tranne pochi) la conoscono? E quand’anche i giornalisti ne fossero a conoscenza, chi può sapere se le informazioni sono esatte o distorte al fine di creare una determinata reazione nei lettori? E’ risaputo che le prove si possono fabbricare e/o contraffare, se non distruggere!!!

Vorrei essere ancora più chiara… Prendiamo ad esempio il libro di Carlo Vulpio (uomo che personalmente stimo ed ammiro per il suo coraggio e che sarei onorata di incontrare). Oppure quello intitolato “il caso De Magistris” o qualsiasi altro “manuale” che sveli “verità nascoste”. Ci sono sempre “strane coincidenze” che ci lasciano perplessi e increduli; ci sono sempre “strani fatti” che sono stati distorti dai giornali per “calunniare” brave persone ed “innalzare” veri e propri delinquenti. Le inchieste di De Magistris e della Forleo (che hanno tutta la mia solidarietà) hanno dimostrato che “le fughe di notizie” sono all’ordine del giorno e che i quotidiani pubblicano articoli che in un modo o in un altro “tutelano” pochi eletti e “infangano” chi invece fa il proprio dovere prima ancora di pensare alla famiglia.
Stando a questi fatti, non credete che tutto ciò che accade, dipenda da chi “custodisce” tali segreti”? E non pensate che siano le stesse persone che “ricattano” quelli che noi crediamo essere i potenti (o i politici di turno) al fine di raggiungere il proprio scopo?

Io mi ritengo una persona apolitica ed apartitica; non credo nelle promesse elettorali e soprattutto non capisco perché (o forse lo capisco fin troppo bene!!!) ancora oggi si debba votare con una matita, anziché con una normalissima “BIC”.

Tutto questo per dire semplicemente che “forse” coloro che accusiamo, sono in fondo “burattini” sacrificabili qualora non fossero più utili al raggiungimento di determinati scopi (si veda Mastella & c.). Anche loro nelle mani di “qualcuno al di sopra delle regole”, poche persone veramente potenti che decidono della sorte del mondo... Con queste parole non voglio né accusare, né giustificare nessuno! Voglio solo fornire un argomento su cui riflettere…

Scusate se mi sono dilungata; spero di non avervi annoiati.

Buona giornata.

Stefania – Reggio Emilia

salvatore d'urso ha detto...

X Anonimo del 8 ottobre 2008 16.27

Se posso permettermi di risponderle con estrema franchezza...

lei afferma che il maggior pericolo ora è rappresentato dalla ndrangheta e non dalla mafia... e pare di capire, mi corregga se sbaglio, che bisogna concentrarsi sulla ndrangheta... e lasciar perdere cioè che fa la mafia... proprio quando la giustizia italiana riesce a trovare quegli squallidi collegamenti tra criminalità organizzata e politica... tra mafiosi con la coppola e colletti bianchi... quando in pratica esponenti di spicco della politica italiana son stati beccati con le mani nella ..., non so come definirla, marmaellata o qualcosa che comincia sempre per m ma che puzza... ma che forse metaforicamente parlando si addice molto meglio al caso...

Inoltre io sono del parere che i magistrati debbano perseguire ogni tipo di reato quando ne vengano a conoscenza, e successivamente giudicare la colpevolezza degli eventuali imputati... chiunque essi siano... semplici mariuoli o raffinati colletti bianchi... poichè la legge, per come la vedo almeno io, deve essere "UGUALE PER TUTTI"...

Le inoltre fa riferimento alla camorra ed ai casalesi... al problema campania... che questo dramma non va risolto soltando acciuffando qualche camorrista... è verissimo... bisogna combattere la disoccupazione... bisogna creare posti di lavoro... bisogna che si possa investire tranquillamente nel territorio campano... ma per farlo bisogna eliminare decisamente il cancro della camorra... bisogna schiacciare le sanguisughe, le tante zanzare ed eliminare i vari vampiri che vivono da parassiti sulle spalle di chi produce fino a dissanguarle o comunque mettere un forte freno alle possibilità di sviluppo...

Purtroppo è tutto correlato... uno dei problemi più grossi in campania sta nella cultura della popolazione campana... che ha fatto proprio questo modo di vivere o comunque ci si è rassegnati alla convivenza con questo male... e tutto ciò, prima ancora delle necessità legate al sottosviluppo, sono dovute al clima di paura che si è instaurato e rafforzato nel corso dei decenni passati... dove lo Stato ha chiaramente voltato le spalle a chi chiedeva aiuto, a chi si opponeva con forza a quel sistema criminale e alla felice convivenza tra parte della borghesia con lo stesso sistema criminale...

In definitiva... uno dei fattori principali per sconfiggere questo cancro è la forte presenza dello stato, leggi specifiche e severe per non rendere conveniente questo modo di fare e soprattutto per punire duramente chi continua a perpetrare tali crimini ed infine la separazione netta da parte della classe politica e non solo dal sistema criminale delle mafie... a qualsiasi costo... in qualsiasi senso...

Anonimo ha detto...

Per Stefania

Sull'argomento potrebbe trovare del materiale nel sito dedicato a Paolo Borsellino

www.19luglio1992.com

Nella parte dedicata ai memoriali di Calcara si parla dei poteri occulti, sull'accordo e sulla comunità di intenti tra entità mafiosa, Vaticano deviato, servizi segreti deviati.

Buona giornata
Consuelo

Anonimo ha detto...

Per Stefania e Salvatore D'Urso.
Gentile Stefania,
Grazie per la tua testimonianza sui “servizi”!
Pur premettendo di non aver mai creduto ai complotti e alle persone delle istituzioni che si associano per delinquere, il tuo intervento non mi meraviglia per nulla! Dopo tutto è di qualche anno fa (Regnava il B IV°) la notizia che la bomba rinvenuta all'interno dei locali del Comune di Reggio Calabria (che tanto allarme aveva creato negli ambienti governativi al punto di far scortare come uno Sce(i)cco l'allora e tutt'ora super amato sindaco Scopelliti) e fatta passare in tutta Italia come opera della 'ndrangheta (l'esplosivo proveniva da un deposito situato in un fondo marino presidiato dalla “cosca” di quel luogo) è stata, invece, prima collocata, poi scoperta; ed infine, disinnescata dai servizi segreti!
Gentile Salvatore D'Urso,
rispetto alle mafie non ho ne certezze ne ricette da dare! Mi limito, obbligato dalla mia perenne persecuzione, a fotografare cosa succede nel mio paese attraverso i fatti che accadono e i commenti che da essi scaturiscono. E da questi mi faccio la mia opinione, che non intendo assolutamente imporre a nessuno. Il virgolettato, nel commento anonimo (ne sono l'autore) che tu citi, è dello scrittore Ermanno Rea.
Il Corriere di oggi riporta una dichiarazione del Ministro Carfagna fatta nella trasmissione Matrix, in cui la stessa dichiara di essere “devota” a B per aver puntato su di Lei prima nominandola deputato e successivamente Ministro. Ero rimasto ai tempi in cui i deputati venivano eletti dal Popolo sovrano ed i Ministri soltanto nei confronti di quest'Ultimo riversavano la loro devozione! Ecco, il senso, malamente espresso, di quel mio scritto: prima, ad essere l'organizzazione più pericolosa esistente al mondo era la camorra, poi la mafia, adesso la 'ndrangheta; in seguito, si presume, sarà la sacra c.u.
Cari Saluti
b

Anonimo ha detto...

Per Consuelo
Grazie della segnalazione! Sei veramente gentile.

Per Sig. B
Nemmeno io credevo ai complotti, fino a quando mi ci sono ritrovata dentro... Ancora oggi ne pago le conseguenze...
Aspetto una giustizia che forse non arriverà, ma la speranza è l'ultima a morire!
Grazie.

Stefania - Reggio Emilia

Cinzia ha detto...

Cara Stefania
concordo perfettamente con ciò che dici, anzi se mi permetti ti consiglio un paio di link (sempre che ancora non li conosci) per approfondire tematiche economico-politico-sociali proprio guardandole sotto quel profilo che tu stessa metti così bene in risalto, ma che, come se già non bastasse, non è l'unico.
Viene il mal di stomaco, ma è difficile privarsi della verità.

http://antonellarandazzo.blogspot.com/

http://paolofranceschetti.blogspot.com/

questo invece è un sito che raccoglie molti articoli di voci fuori dal coro e secondo me vale la pena di dedicargli del tempo.

http://www.comedonchisciotte.org/site/index.php

Buona lettura e... se soffri di gastrite armati di malox!

Con stima e simpatia

Anonimo ha detto...

per Cinzia.

Grazie di cuore per la tua segnalazione; sei veramente gentile.
Buona gironata.

Stefania - Reggio Emilia

Anonimo ha detto...

Per Stefania e gli altri. C'è senz'altro una grande parte di verità in quanto denunciato da Stefania sul ruolo dei cosiddetti "servizi deviati" . Questi dovrebbero ,per adempiere alla loro missione ,essere al servizio della Costituzione Italiana e dei cittadini(non sembri ingenua questa precisazione),invece tra loro- e non solo tra loro -circolano liberamente i vari "Condrada " e simili. Questo è senz'altro una delle più gravi ragioni del "blocco democratico" e anticostituzionale che schiaccia il nostro paese. Per capire di che pasta morale ed umana una parte dei nostri "servizi" è fatta , consiglio la lettura del libro "il disobbediente" di FRancesco Pazienza,l'agente del S.I.S.M.I.,condannato nell'ambito delle indagini sulla bancarotta dell'Ambrosiano e dell'omicidio Calvi(nonchè della strage alla stazione di Bologna).E' un libro estremamente interessante ,anche se alcune affermazioni ivi contenute sono da prendere con le dovute cautele. L'aspetto più positivo del libro è, oltre alla sincerità con cui vengono portate alla conoscenza dei lettori aspetti poco noti dei nostri "servizi" ,-comprese le abitudini a finanziarsi in modo illecito commettendo abusi e reati "d'ufficio"-, proprio il fatto che da esso emerge la necessità di porre i "servizi" all'altezza dei loro compiti istituzionali ,finora disattesi per varie ragioni .Se l'Italia è ridotta così,lo dobbiamo certamente anche al basso livello (e ai bassi istinti)dei servizi che Pazienza denuncia nel libro .
MariaCristina