venerdì 18 aprile 2008

Il diritto come ragione o solo come strumento del potere?


Versione stampabile


Nella cultura giuridica italiana la motivazione della sentenza serve a varie cose, una delle quali è dimostrare che il giudice applica una regola e che compie, pronunciando la sentenza, un atto della ragione e non (o almeno non solo) della volontà.

Nei giorni scorsi la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha dichiarato legittima la pena di morte per iniezione letale con motivazioni che danno la misura di quanto compromessa sia la cultura dei diritti nel mondo e negli U.S.A. in particolare.

Con riferimento agli stessi U.S.A., nei giorni scorsi il Presidente Bush ha ammesso che nel suo paese di pratica la tortura.


____________

di Antonio Cassese
(Giornalista)

da La Repubblica del 17 aprile 2008

Questa sentenza della Corte Suprema statunitense è una gravissima ferita alle speranze di molti: che lentamente anche in quella grande democrazia prendesse piede una moratoria di fatto della pena capitale.

La Corte Suprema non solo non mette in discussione la sua famosa sentenza del 1976 (Gregg c. Georgia), in cui proclamava la costituzionalità della pena capitale, ma considera ora legittima anche l’esecuzione di quella pena attraverso iniezioni letali.

In 36 Stati degli Usa, tra cui il Kentucky, ora in causa, si usa uccidere un condannato attraverso la somministrazione di tre sostanze: prima il pentatol (un sedativo che provoca uno stato di incoscienza simile al coma); poi si iniettano due prodotti: il pavulon, che paralizza, e il cloruro di potassio, che provoca arresto cardiaco.

Due condannati hanno fatto ricorso, affermando che queste iniezioni sono contrarie alla Costituzione statunitense, che vieta «punizioni crudeli e inusuali».

A loro giudizio esiste un alto rischio che la prima sostanza non venga correttamente iniettata, e che quindi il condannato soffra dolori orribili quando gli vengono iniettate le altre due.

La Corte ha risposto di no.

Alcuni dei suoi argomenti lasciano esterrefatti.

I giudici hanno osservato che una punizione è crudele quando la sua esecuzione comporta un rischio «sostanziale ed obiettivamente intollerabile» di grave danno alla persona.

Poi aggiungono: in questo caso, se la dose di pentothal non è corretta, esiste certo il rischio che gli altri due prodotti causino gravi sofferenze; tuttavia, le iniezioni non sono una pratica «oggettivamente intollerabile», «perché sono di fatto ampiamente tollerate» dal momento che «36 Stati le praticano».

E’ come dire: siccome tanti rubano, questa non è una pratica «oggettivamente intollerabile».

I due ricorrenti avevano poi chiesto che venisse loro somministrata solo una forte dose di pentotal o un altro barbiturico letale; non volevano invece che si iniettasse il pavulon, perché paralizza (e quindi impedisce di accertare se il primo farmaco è stato somministrato correttamente) ed anche perché l’uso dello stesso prodotto, o di uno identico, è stato vietato nei confronti degli animali in 23 Stati: se un prodotto è considerato troppo crudele per gli animali, non può non esserlo anche per gli esseri umani.

La Corte ha respinto anche questo argomento, notando che «le pratiche veterinarie per gli animali non costituiscono una guida appropriata per le pratiche nei confronti degli uomini».

Questa sentenza sarà un macigno sulla strada della moratoria nell’esecuzione della pena capitale.

Il cuore del problema, è ovvio, non è come si uccide legalmente, ma se la pena di morte sia tollerabile in una moderna democrazia.

Purtroppo la Corte Suprema, nel pronunciarsi sulle modalità di esecuzione, ha di fatto ribadito l’ammissibilità di quella pena.

Rimbocchiamoci dunque le maniche e intensifichiamo in nostri sforzi per pene meno incivili.

Ma, di grazia, non dimenticate che contemporaneamente bisogna battersi per carceri meno disumane.

Che senso ha bandire l’esecuzione capitale, se poi gettiamo i condannati in prigioni intollerabili, in cui languono per anni non come persone che hanno errato, ma come esseri che non occorre più rispettare nella loro dignità?

13 commenti:

Anonimo ha detto...

In occidente, e non solo, diversi statisti appaiono presi d'invidia dall'operato di Bin Laden.
bartolo

Anonimo ha detto...

La testa più lucida calabrese, quale idea originale per la risoluzione della “questione meridionale” (ma esiste?), ha interloquito con Pisanu (trasversalismo politico a fin di bene) per l'istituzione di una Commissione bicamerale per il Sud. Non oso immaginare cosa riusciranno a pensare le altre teste, che di lucido pare abbiano soltanto la tinta!
bartolo

Anonimo ha detto...

Anche se non sono più tempi di "par condicio", attendo egualmente ANALOGO articolo riguardo:

1) Al taglio delle teste;

2) Alle pubbliche impiccagioni;

3) Alle pubbliche lapidazioni;

4) Agli 8.000 e più uccisi ogni anno con un colpo di fucile in testa ... il cui prezzo è posto a carico della famiglia della vittima, nella "civilissima" (si fa per dire) Cina !

P.S.: Si fa notare che in quei paesi non ci sono decine di ricorsi alle Corti Statali, Federali o alla Corte Suprema, né tantomeno domande di grazia !

"Uguale per tutti" ha detto...

Gentile Paolo Emilio,

nel pieno rispetto delle Sue idee e sempre grati per la Sua presenza fra noi e i Suoi contributi, ci permetta di dirLe che a noi pare che bisogna superare questa cosa della finta alternativa fra destra e sinistra, per la quale quelli di destra si fanno alibi delle porcherie della sinistra e quelli di sinistra delle porcherie della destra. A cui ora si è aggiunta anche una finta alternativa fra cattolici e islamici.

La distinzione fra destra e sinistra a noi pare ormai solo una truffa. Non nel senso che non si tratti di distinzioni che hanno una loro importanza storica, ma nel senso che i problemi reali di oggi sono altri.

Le porcherie sono tali chiunque le faccia.

Ci sono problemi concreti non "destra e sinistra".

Mi sembra veramente deplorevole che si eludano i problemi invocando le colpe degli altri.

Il fatto che la Cina sia un paese dove non vengono riconosciuti fondamentali diritti civili cambia forse qualcosa con riferimento all'articolo che stiamo commentando?

Oppure davvero Lei pensa che la Redazione del blog abbia una qualche simpatia per la Cina o pensi di "coprirla"?

Ha notato che nel blog, in alto a destra, in bella evidenza c'è una foto dei monaci birmani?

Le dice qualcosa questo?

Pensa che abbiamo timore a dire che la Cina è un paese ancora incivile?

Lo pensiamo convintamente.

Certo ci addolora che sia incivile anche il paese che viene additato come la più avanzata delle democrazie occidentali. Perchè, se i migliori di noi producono ingiustizie e torture, stiamo messi proprio male. Il cammino dei diritti è proprio indietro.

Peraltro, ha notato chi è che si rifiuta di boicottare la Cina?

Ci ha fatto caso che sono proprio i paesi più capitalisti che Lei vorrebbe difendere indicando la Cina come contraltare, mentre è loro socia in affari?

E quanto ai paesi dove si praticano lapidazioni, tagli di teste, impiccagioni, pensa che abbiamo ragioni per "coprirli"? Che non vogliamo denunciare le loro colpe?

Se Lei vuole segnalarci articoli interessanti relativi a violazioni di diritti in paesi diversi dagli USA, li pubblicheremo volentieri.

Vorrà riconoscere, però, che sul piano delle riflessioni relative allo "stato dell'arte" in materia di "diritti", è più rilevante la circostanza che negli USA si pratichi con l'avallo delle istituzioni la tortura piuttosto che nello Zambia non ci sia il difensore d'ufficio.

Un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Fortunatamente, la nostra Costituzione ha fatto scelte chiare su queste tematiche. E quindi, è giusto muoversi secondo tali linee.

Anonimo ha detto...

Grande Rdazione!!!
Mi dispiace, però, che Paolo Emilio sia partigiano, cominciava ed assermi simpatico: i diritti umani, i valori, l'onore, la dignità, l'onesta, la legalità, non sono di parte, bensì patrimonio dell'umanità che per essere tale si deve sforzare per raggiungerli e diffonderli!!!
bartolo

Anonimo ha detto...

Gentile Redazione,

Certo che cambia !

E' infatti un semplice artificio retorico quello di dire: "noi riportiamo un fatto ingiusto, e non vale invocare altri fatti ingiusti, di altre persone, a discolpa degli autori del primo".

Non ho, infatti, detto che sia giusto condannare a morte delle persone: mi lamento, invece, perché ho SEMPRE sentito "sputare" sentenze sugli Stati Uniti in numero ASSAI MAGGIORE di quante ne sono state formulate sulla Cina, o su quei barbari incivili che impiccano le persone alle autogru o lapidano le donne in piazza !

Mai una "marcia della pace", mai una manifestazione con grande eco di stampa e di televisione per queste ultime vittime !

Invece, vi sono sempre stati, specie in questi ultimi anni, fior di articoli, film e programmi televisivi sulla pena di morte ... negli U.S.A. !

A maggior ragione quando si pensi che, errori giudiziari a parte (preciso, a riguardo, che sono sempre CONTRO la pena di morte, proprio per la possibilità dell'errore giudiziario), nella maggior parte dei casi chi finisce negli U.S.A. sul lettino con l'iniezione letale è un efferato assassino, non un ... evasore fiscale o un ladro di biciclette, come accade in Cina !

Il cenno allo Zambia è poi veramente incomprensibile, permettetemi ! Ma come fate a dire che è "meno rilevante" la circostanza che milioni di neri africani siano uccisi come animali rispetto al fatto che siano giustiziati, dopo anni di appelli, gli assassini "made in U.S.A." ?

Non intenderete certo dire che la vita si riduce ad una "statistica giudiziaria", di maggiore o minore rilevanza secondo il paese dove viene tolta ! Sono uomini e donne che muoiono, non astratti "diritti" che vengono meno !

Scusate, infine, il tono accorato e non interpretatelo (mi raccomando....) come un attacco nei Vostri confronti o verso questo prezioso "blog". E' solo che questi argomenti mi "scaldano" non poco.

Cordiali saluti.

P.S. - A Bartolo: se per te esser "partigiano" vuole dire non pensarla sempre come tutti, sono partigiano ! Però mi devi dire a quale "formazione" appartengo ... e ancor prima se appartengo ad una "formazione" diversa dal mio LIBERO pensiero !

Anonimo ha detto...

Per Paolo Emilio.
Caro, se me lo consenti, Paolo Emilio, io la penso perfettamente come te (per questo la simpatia). Ma quando si interviene pubblicamente non si può fare a meno di rimarcare indelebilmente quali siano i diritti, naturali in primis, cui qualunque Governo voglia dirsi civile deve far si che essi vengano rispettati.
bartolo

Anonimo ha detto...

""Toghe Lucane, all'inchiesta collabora detenuto
Venerdì 18 Aprile

Nel provvedimento di sequestro del Villaggio turistico Marinagri di Policoro sono riportate anche le dichiarazioni di un uomo attualmente detenuto in un carcere della Basilicata perché sta scontando una condanna definitiva per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Il detenuto ha deciso di collaborare con il sostituto procuratore Luigi De Magistris ed ha ricostruito i rapporti intercorsi tra alcuni magistrati lucani e la società Marinagri. L'uomo in passato si recava a pescare nella zona del Marinagri ed avrebbe visto in diverse occasioni i magistrati che frequentavano il villaggio turistico. Nelle dichiarazioni si fa riferimento anche a presunti interessi economici tra i magistrati ed alcune società coinvolte nell'indagine.""


Attiene al titolo del post (e a molto altro...) : quando si forza il diritto per farne strumento di potere, questo non e' buono.

Se poi si confonde la tutela del diritto, cui sono deputati i magistrati, con la tutela di interessi economici di persone amiche ( o di se stessi), questo e' terribile.

Questo fa di un magistrato un cattivo magistrato, anzi cattivissimo, la cui permanenza nell'ordine giudiziario (che gestisce il potere di far affermare i diritti in favore di tutti in modo uguale) dovrebbe essere ritenuta insopportabile.

Il nuovo provvedimento di sequestro firmato da de Magistris ed eseguito nel silenzio generale giovedi' 17 aprile scorso, conta 420 pagine ed annovera fra gli indagati alti funzionari, amministratori pubblici, magistrati in gran copia, imprenditori, politici di rango elevatissimo : sara' un altro atto abnorme per i potentissimi suoi detrattori ed indagati....?

Teniamolo d'occhio, per piacere.

Il giorno prima lo stesso "inadeguato" PM ha chiuso anche le indagini a carico di Chiaravallotti ed altri su denuncia del povero Fortugno, invando una ventina di avvisi, anche qui nel silenzio generale piu' assordante...

Pero' ce le ricordiamo bene le minacce del potentissimo magistrato ex governatore della Calabria ed oggi presidente di authority c.d. indipendente

Anonimo ha detto...

In compenso, hanno dato risalto alle dichiarazioni dello stesso indagato, Chiaravalloti, che così si è espresso in merito: "contro di me accuse sgangherate"
Che dire, ieri avrei voluto essere cittadino Basilico e gridare: forza de Magistris, Facci Sognare (ricordate?)!!! Invece, da calabro, mi son dovuto accontentare della notizia di Minniti, che si è incontrato con Pisanu per l'istituzione di una Commissione bicamerale per il Sud (non si sono neanche accorti che già da tempo la questione meridionale è divenuta nazionale, tanto sono stati impegnati a schiacciare il male inpersonato in de Magistris).
Che tristezza!
bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

riguardo agli USA: laggiù è stato richiesto, più volte e in diversi stati, se la popolazione intendeva continuare nell'applicazione della pena di morte o sospendere le esecuzioni, o addirittura abolire la pena. con esiti diversi nel tempo e tra i diversi stati. la risposta degli americani c'è sempre stata, e sempre è stata ascoltata. ricordo a tutti che la competenza i tema di pena capitale è in capo ai singoli stati, in quanto la giustizia federale non può esprimersi nel merito (non può cioè ammettere o proibire la pena di morte negli ordinamenti dei singoli stati) ma soltanto, come avvenuto, se il modo modo nel quale la pena viene comminata rispetta o meno la costituzione.
questo argomento, della consultazione popolare, potrebbe anche essere usato a maggior carico degli americani (sono talmente barbari e incivili che, pur avendo avuta più volte l'occasione di abolire la pena capitale, insistono nell'applicarla). ebbene, sono un popolo sovrano, e sovranamente hanno deciso altrimenti (in certi stati), come invece avevano deciso per l'abolizione altri popoli.
qui da noi è stata abolita d'imperio, come quasi tutto del resto, dai nostri "rappresentanti". tra i due sistemi, permettetemi di preferire ancora il primo, che mi pare più rispondente alle vere prerogative della volontà della maggioranza, almeno su temi di estrema delicatezza.
il paragone con Cina, Iran, Pakistan Arabia Saudita, diverse "repubbliche" africane è invece perfettamente calzante: a loro, ai cittadini di quei paesi, non è stato MAI chiesto di esprimersi in merito alla pena di morte (tra le altre migliaia di cose).e sono posti dove si muore "per un sì o per un no", tanto per citare qualcosa di alto.
in ultimo, a chi "esce" sempre il Beccaria per condannare senza appello la pena capitale, consiglio di rileggere attentamente il trattato: scoprirà che colà la pena di morte è sì rigettata, ma soltanto negli ordinamenti nei quali la certezza della pena sia sicura, chiara e irrevocabile. in tali casi il deterrente della pena capitale e il suo estremo grado punitivo sono inutili se non controproducenti.
il Beccaria però ne ammette la dolorosa necessità negli ordinamenti dove non si riesca a garantire che pene minori vengano effettivamente e costantemente comminate ed eseguite.
come la mettiamo allora per l'Italia? a seguire il milanese dovremmo ripristinarla di corsa....

baron litron

non dirò qui come la penso personalmente sulla pena capitale, non è mia intenzione dirlo e non è l'argomento dell'articolo, che invece riguarda l'affermazione del Cassese, secondo il quale il fatto che una corte costituzionale si esprime in maniera contraria ai suoi (di Cassese) principi è segno di gravissimo e forse irreversibile decadimento della democrazie.
applausi per il suo (di Cassese) concetto di democrazia, gli auguro di andare a vivere in un paese fondato sugli stessi principi.

Anonimo ha detto...

Gentile Baron Litron,

per come la vedo io, il problema posto dalla presentazione della Redazione all'articolo era un po' diverso.

La questione, a mio modesto parere, era la seguente: fermo restando che negli USA c'è la pena di morte, dei condanati a morte hanno sollevato la questione relativa al fatto che essa viene eseguita con una modalità particolarmente crudele.

Hanno chiesto, quindi, di essere assassinati in un modo potenzialmente meno doloroso.

Le motivazioni della Corte Suprema - se Cassese li riferisce in maniera fedele - sembrano illogiche. Non con riferimento alla pena di morte in sé, ma con riferimento alle modalità dell'esecuzione.

Dunque, ciò su cui io mi interrogo e che la Redazione proponeva alla riflessione dei lettori è: quali sono i meccanismi che inducono i giudici (la cosa ovviamente accade a volte anche in Italia) a ridurre delle sentenze ad atti della volontà, dai quali la ragion eè bandita? E cosa significa questo?

Felice Lima

P.S. - Quanto al rapporto fra pena di morte e certezza della pena, da Lei opportunamente richiamato, il paradosso italiano è che la pena è diventata del tutto incerta proprio ad opera di quei partiti politici che reclamano la pena di morte.

La ragione sta nel fatto che quei partiti vogliono un "doppio binario": lassismo con i colletti bianchi, pene durissime per tutti gli altri (e con la pena di morte vengono puniti solo i reati c.d. "comuni"). E ciò è già in atto in Italia.

P.P.S. - Ci tengo a lasciare chiaro che quando indico alcuni partiti come i principali fautori di questo andazzo non intendo sotto alcun profilo "coprire" gli altri di partiti, dato che, a prescindere da chi si è fatto "promotore" di queste cose, esse hanno sempre avuto il consenso trasversale di tutti i partiti "grossi" e di molti di quelli piccoli, con pochissime eccezioni.

Anonimo ha detto...

accetto le "tiratina d'orecchie", e riconosco la mia colpa grave di non aver letto per intero le motivazioni della corte americana (possibilmente in originale). lo farò al più presto, se non altro per farmi un'idea più precisa. personalmente ho sempre considerato l'iniezione letale falsamente compassionevole, credo che siano meno dolorose impiccagione o fucilazione, anche se non è dato a nessuno di saperlo con certezza. a questo punto il colpo alla nuca dei cinesi è forse la soluzione meno dolorosa, anche se non è certo questa la motivazione che ha li ha spinti ad adottare la pratica.
quanto alle motivazioni riportate da Cassese, spero non abbia commesso il mio stesso errore, e che quindi abbia letto per intero le sentenze in lingua originale, traducendo ed estrapolando quanto l'aveva maggiormente impressionato.
se il suo giudizio si basa invece su una lettura parziale apparsa su un dispaccio d'agenzia, allora vale poco o niente.

baron litron

p.s., l'incertezza della pena purtroppo vige da ben prima che certi politici introducessero certe norme e certe procedure, io non ne farei un problema di qualità del reato, il male è molto più profondo.
la riforma del cpp dell'89 non è stato il primo attentato, e le ultime norme (proposte da una parte e gioiosamente votate dall'altra) sono soltanto un ulteriore calcio in faccia alla giustizia. e con questo rispondo anche al suo pps, sul quale concordo in pieno.
per non ripetere un'espressione trita, possiamo dire che in certi ambienti il più sano ha il colera?