martedì 22 aprile 2008

Intervista a Manfredi Borsellino


Come promesso alcuni giorni fa, pubblichiamo una bella intervista del commissario Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, dalla quale emergono tanti dettagli della vita e dell'impegno di Paolo Borsellino.







4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ne approfitto per segnalare un altro intervento di Manfredi Borsellino, quello tenuto a Palermo in occasione del V-DAY organizzato dai MEET-UP di Beppe Grillo l´otto settembre 2007:

http://www.youtube.com/watch?v=jvu4mgcO7Eg

Anonimo ha detto...

La mia solidarietà al dottore Borsellino.
Sono anche fermamente convinto che il suo rispetto, ma ancor più quello del Padre, verso i pentiti era e si limita a coloro tra i mafiosi che pentiti lo sono stati veramente dal profondo dal cuore. Mai verso coloro che sono diventati "mestieranti"!

Anonimo ha detto...

Non nascondo di essermi fortemente commosso ascoltando l'intervista.
Non è facile, subito dopo, radunare i tanti e disparati pensieri.
Uno di questi tocca il rapporto genitore-figlio. Per molti anni non mi sono sentito pronto, sotto vari punti di vista, ad avere un figlio, ma mi sfuggiva un aspetto fondamentale che ho compreso solo quando poi, nonostante, le incertezze, il primo figlio è venuto. Ho capito allora, ritrovando in quegli occhi il mio sguardo, quello che la natura aveva voluto per la continazione della vita.
Da allora, è molto cambiato il mio pensiero nei confronti della morte. So che quel giorno, quando verrà, io non morirò, perchè i miei occhi continueranno a vedere e saranno quelli dei miei figli, e che i miei valori sopravviveranno nella misura in cui saprò trasmetterli ai miei figli.
Ecco, questa è stata la prima cosa alla quale ho pensato ascoltando Manfredi Borsellino: che suo padre Paolo non è mai morto, ma i suoi occhi continuano e vedere, i suoi valori continuano a vivere. Intatti.
Non solo: altri occhi si sono aperti nella stessa direzione, altre spalle hanno scelto di sorreggere quei valori. Perchè è come se, come magistrati, poliziotti, cittadini, tanti si fossero sentiti in qualche modo "figli" di Paolo Borsellino, e si siano comportati coerentemente.
Credo che, se la Mafia non ha proseguito negli attentati, ciò sia dipeso non solo dalla risposta dello Stato e da valutazioni mafiose circa la forza e la convenienza di riproporre tali azioni, ma forse anche dall'aver capito che uccidere gli uomini non è servito ad ucciderne le idee ed i valori, i quali si sono anzi rafforzati ed hanno visto moltiplicarsi chi ne è stato figlio. E che quelle idee e quei valori non si possono uccidere.

Subito dopo al Paolo Borsellino padre, penso al Paolo Borsellino uomo delle istituzioni.
Io non vorrei sbagliare e dire cose inesatte, ma, da quello che mi è sembrato di capire conversando con colleghi che sono stati in stretti rapporti con Paolo Borsellino, mi pare che egli avesse delle idee politiche, di destra. Ecco, mi sembra importante, in questi anni di divisioni e di odi nel Paese, ricordare come si possano avere delle nette convinzioni "di parte", di qualunque parte, e nello stesso tempo essere degli esemplari uomini delle istituzioni, come lo è stato appunto Paolo Borsellino, come lo è stato Pertini, come credo lo sia il Presidente Napolitano. Mi auguro fortemente - e lo dico innanzitutto a me stesso - che le persone impegnate nelle istituzioni abbiano ben chiari questi concetti e questi esempi. Ne abbiamo davvero bisogno.

Ma, e qui concludo scusandomi per la lunghezza del mio intervento, anche in questo Manfredi Borsellino mi è apparso una esemplare figura istituzionale, perfetta continuazione del padre.
Li ringrazio, per questo.

Anonimo ha detto...

Grazie sopratutto ai giudici Falcone e Borsellino,molti riflettono prima di identificare la Sicilia con la mafia.Ricordiamo sempre che Falcone e Borsellino sono un binomio inscindibile,ma lo stesso non si può e non si deve dire per la Sicilia e la mafia.Io sono una studentessa siciliana di 20 anni,e nonostante ancora ho tanto da sudare per perseguire la mia laurea in legge ,la mia voglia non cessa mai.I miei miti e maestri di vita sono proprio i giudici di cui sopra.Il mio scopo è diventare giudice ma non per i soldi o per il prestigio come si suole pensare,perchè comunque tutti siamo uguali dinanzi la legge e dinanzi Dio,ma semplicemente per poter collaborare con coloro che quotidianamente non lasciandosi corrompere vanno avanti con le loro idee e valori che possedevano e possegono i "nostri" giudici.Loro esistono sono ancora qui con noi,e la loro manifestazione siamo proprio noi,diversamente non starei qui a scrivere.Mi congratulo con il commissario Manfredi Borsellino,perchè bisogna fare capire a tutti che le nostre reazioni non sono accanimenti o rabbia,ma semplicemente modi attraverso cui far rispettare la legge.Gli illeciti in quanto tali vanno repressi e sanzionati.Noi non dobbiamo temere niente e nessuno,perchè noi siamo nella parte del giusto.
Falcone e Borsellino io li ricorderei non solo come uomini dello stato,ma anche come coloro che hanno attuato una parte del disegno divino.Anche Per questo per me è stato vergognoso,mortificante,quando7 mesi fa circa, venni a conoscenza di un articolo pubblicato su un giornale la cui diffusione è nazionale,in cui si dichiarava che la famiglia Borsellino non poteva essere risarcita per la mancanza del nesso causale relativamnte alla strage del 19luglio del'92. Questo vuol dire che dopo 16anni ancora qualcuno non riesce a capire o non vuol capire la realtà.è giusto che ad alcuni mafiosi sia irrogata una sanzione detentiva e pecuniaria.Spero davvero un giorno di poter conoscere il commissario Borsellino,sarebbe davvero un onore, sia per ciò che svolge affinchè venga resa giustizia,sia in quanto figlio del mio mito.Falcone e Borsellino dall'alto guardano la"loro"bella Sicilia..una terra disgraziata ma con tante ricchezze.Loro sono due di esse.
Di Natali Giuseppina Morena