E la privatizzazione dell'acqua, in modo che chi non ha soldi non possa bere (=vivere). Rendetevi conto che se fino ad oggi gli extracomunitari ci "importunano" ai parcheggi con accendini e calzetti per qualche euro, fra poco tutti i poveri (intendo: compresi gli italiani) ci verranno a suonare il campanello per chiederci un bicchiere d'acqua. E quanti glielo daranno sapendo che gli costa sempre di più?
Buongiorno a tutti. (si possono ancora realisticamente usare saluti d'auspicio come questo? mah, convenzioni che non calzano più!)
Rientro a bomba dopo aver speso non poco tempo ed energia a leggere l'odierno e l'arretrato di quanto accade e di ciò che se ne dice in una delle poche ragionevoli piazze del cyber-spazio, come questa.
Sono state, in linea con i tempi, ferie virtuali che hanno consentito solo di mettere un po' di distanza mentale tra ciò che accade e i miei pensieri. Ammesso che sia servito a qualcosa, voglio lanciare una provocazione dura, sintesi della maturazione di un pessimismo che va sviluppandosi non attraverso la percezione della realtà, ma nell'immersione quotidiana tra vite difficili e senza scelte, quelle tante vite che nel primo mondo vivono da terzomondisti.
L'Anonimo delle 12.26 dice: "A parte le battute, sarebbe forse più grave se l'unico pensiero lecito fosse quello "pubblico", non vi pare ?"
No. Non mi pare. Questa scusa della democrazia che in qualsiasi forma gli sia permesso esprimersi è comunque meglio della dittatura non la trovo più credibile. Questa non è libertà e noi in questo spazio siamo solo dei confinati. La confusione tra ciò che è lecito e ciò che non lo è viene sistematicamente coltivata nella percezione della realtà. Ci sono campi sconfinati di coltivazione della percezione, i raccolti sono ricchi e i profitti sono immensi dato che vanno ben oltre la ricchezza materiale.
Vogliamo ancora elogiare a gran voce la democrazia che viviamo, vogliamo ancora illuderci di essere liberi, vogliamo ancora invocare delle istituzioni che ormai sono in ostaggio.
Credo che tutto questo sia un gravissimo sintomo di quanto in verità stiamo ancora troppo comodi e al riparo, nelle nostre case, sulle nostre poltrone, dentro famiglie che trovano continue soluzioni di navigazione fuori dalle rotte, nei piccoli microcosmi di realtà lavorative ancora non toccate. Laddove tutto è ancora soltanto percezione e non nuda e cruda realtà.
In questi microcosmi separati c'è chi crede che infondo potrebbe andare anche peggio di così, e si accontenta assolvendosi o addirittura si crea sollievo pensando ai poveri africani (quelli sì che stanno male!) e in alternativa ai rabbiosi e strumentalizzati musulmani (quelli sì che sono schiavi delle loro ideologie e dei loro regimi!). Ma c'è anche chi, pur non vedendo e vivendo violenza o disagio è convinto che siamo immersi nel magma nero della delinquenza, che auspica un regime militare nelle strade a difesa delle percezioni dei cittadini, che accetta con perverso masochismo l'idea della paura, non la paura vera però.
E allora? Lo vogliamo toccare questo fondo o vogliamo continuare a scendere nell'infinità degli abissi senza luce, rischiando di perdere anche il ricordo di come si solleva la testa?
E' precisa responsabilità di chi ancora può vedere con chiarezza, quella di fare tutto ciò che è possibile e anche oltre. Mi dispiace fare la parte di Cassandra ma non posso che dirlo proprio qui, in uno dei pochi spazi in cui ci si può, a ragion veduta, illudere che poiché esiste ancora una parte sana c'è quindi una speranza di riscatto, ma l'educata e democratica indignazione non ci porterà da nessuna parte. La storia ci insegna che solo la sana e rabbiosa incazzatura fa da propulsore ai cambiamenti radicali anche se porta con sé prezzi alti da pagare, niente offerte e niente sconti.
Già, forse il problema è proprio questo... ma noi lo vogliamo davvero un cambiamento radicale e cosa siamo disposti a mettere personalmente in gioco per ottenerlo, ma soprattutto abbiamo ancora dei valori condivisi a maggioranza da potere e quindi dover difendere?
Quanti siamo? Chi siamo? Cosa vogliamo? Che intenzioni abbiamo? Se non ci confronteremo su queste basilari domande il nostro destino sarà solo il confino cibernetico, comodo e percettivamente rassicurante.
Ma se è così che deve finire, io non ci voglio rimanere chiusa in questo buco di libertà, prima di poi getto il computer a mare e mi trasferisco su un'isola, possibilmente molto poco popolata. Perché allora dovrei accettare come vera un'idea che credevo fantascientifica: c'è un virus letale nel mondo e quel virus è l'essere umano! (Matrix insegna)
Non Vi chiedo di perdonarmi per averVi inoculato questa overdose di pessimismo provocatorio perché l'ho fatto in piena coscienza e me ne assumo tutte le responsabilità.
Visto che non ritieni giusto che ci siano altri pensieri fuori da quello dello Stato, giacché anche le tue riflessioni sono personali (e non autorizzate da alcun Minculpop) invoco su di esse la legittima censura del Dio-Stato ! :)
Scherzi a parte, i tempi delle rivoluzioni sono fortunatamente passati. Fattene una ragione e porta pazienza. Magari tra un po' torneranno ... spero quando non ci sarò più.
I tempi dei regimi invece non passano mai, a quanto pare. Solo che il potere si rinnova, si ricicla, si rigenera, cambia forma e strategia mantenendo salda la sostanza. Mentre il popolo, che a maggior ragione dovrebbe stare sul chi va là per non farsi cogliere alle spalle e disarmato, non rinnova le proprie strategie di lotta, pensa ancora così come ha fatto Lei, che l'unico modo per combattere sia il dispiego delle armi, le rivoluzioni, le molotov... antichità! Ci vuole fantasia per trovare nuove frontiere di opposizione, intelligenza creativa e libertà intellettuale accompagnate in buona sostanza da IMPEGNO e RESPONSABILITA'.
Guardi, se ne ha l'opportunità, l'ultimo film di Mikalkov "12" è il remake molto personale di un vecchio film di Sidney Lumet "La parola ai giurati". Solo Mikalkov, con il suo stile tagliente e la sua capacità interpretativa, poteva permettersi di rielaborare un remake con tale maestria. Ottimo per capire cos'è davvero e fino in fondo il peso della responsabilità personale all'interno di una realtà difficile da gestire.
E non si preoccupi che così come siamo messi può stare certo che non cambierà proprio nulla, non ci saranno né guerre né rivoluzioni, continueranno a mungerci pacificamente e noi continueremo questa danza macabra fino all'affondo totale. E' ciò che desideriamo di più: avere un futuro prevedibile così da solidificare la vacuità della percezione in uno schermo di sicurezza. E' solo una proiezione, ma ci accontentiamo, d'altronde non si può chiedere di più ad una vita virtuale.
Questo è per Silvia, che se non sbaglio un po' di tempo fa chiedeva come fosse possibile non perseguire per legge la modalità di conduzione del cd "giornalista" Emilio Fede.
A quanto pare sarebbe possibile, ci vuole qualcuno che se la prenda a cuore, abbia soldi da spendere, voglia di assumersi dei rischi, tempo da dedicare e un buon avvocato con gli stessi intenti.
Devo assolutamente ringraziare Cinzia, io girovagando un po' per internet non l'avevo mai raggiunto questo link, ma è un buon punto di partenza. Certo, è solo il parere di un avvocato (pur basato su aspetti legali, come io chiedevo), ma si può partire.
Non so cosa riuscirò a smuovere (non ho né tempo né soldi, ahimè) ma si può tentare. Non so bene ancora come muovermi ma qualcosa sicuramente proverò a fare. Anzi, se qualcuno vuol darmi una mano è il benvenuto.
Cara Silvia, scrivigli. L'avv. Tomanelli è una persona squisita e molto disponibile. Ho avuto occasione anch'io di farlo per segnalargli alcuni casi da trattare sul suo sito e lui, uno dei pochi, mi ha riposto prontamente occupandosene e ringraziandomi per le segnalazioni. Figurati che neanche i siti giornalistici si sono comportati come lui in quanto a tempestività di risposta e disponibilità. Se hai bisogno di aiuto, fammi sapere, quello che posso lo farò con piacere. (detto tra noi se potessi costruirei con le mie mani un missile per mandarcelo fisicamente sul satellite!)
“Ho sempre avuto l’impressione che in ultima analisi, nel corso della vita, un individuo deve una buona volta schierarsi, prendere posizione, ed essere disposto ad affrontare le conseguenze quali che siano. E se è invaso dalla paura non può farlo. La mia preghiera più grande è sempre che Dio mi preservi dal terrore che paralizza, perchè quando una persona vive accompagnata dalla paura per le conseguenze dei propri atti sulla sua vita personale, non potrà mai fare niente per contribuire a sollevare l’umanità intera e a risolvere i molti problemi sociali che ci troviamo di fronte in tutte le epoche e a ogni nuova generazione”.
11 commenti:
... e alla privatizzazione dei parchi nazionali (magari dandoli in gestione alle associazioni dei cacciatori).
Non è uno scherzo, ci stanno lavorando davvero.
Luciana
già, stanno privatizzando anche il cervello degli Italiani.
E la privatizzazione dell'acqua, in modo che chi non ha soldi non possa bere (=vivere).
Rendetevi conto che se fino ad oggi gli extracomunitari ci "importunano" ai parcheggi con accendini e calzetti per qualche euro, fra poco tutti i poveri (intendo: compresi gli italiani) ci verranno a suonare il campanello per chiederci un bicchiere d'acqua.
E quanti glielo daranno sapendo che gli costa sempre di più?
cfr. www.beppegrillo.it del 28 agosto 2008.
Silvia, sempre più preoccupata.
A parte le battute, sarebbe forse più grave se l'unico pensiero lecito fosse quello "pubblico", non vi pare ?
Buongiorno a tutti.
(si possono ancora realisticamente usare saluti d'auspicio come questo? mah, convenzioni che non calzano più!)
Rientro a bomba dopo aver speso non poco tempo ed energia a leggere l'odierno e l'arretrato di quanto accade e di ciò che se ne dice in una delle poche ragionevoli piazze del cyber-spazio, come questa.
Sono state, in linea con i tempi, ferie virtuali che hanno consentito solo di mettere un po' di distanza mentale tra ciò che accade e i miei pensieri. Ammesso che sia servito a qualcosa, voglio lanciare una provocazione dura, sintesi della maturazione di un pessimismo che va sviluppandosi non attraverso la percezione della realtà, ma nell'immersione quotidiana tra vite difficili e senza scelte, quelle tante vite che nel primo mondo vivono da terzomondisti.
L'Anonimo delle 12.26 dice:
"A parte le battute, sarebbe forse più grave se l'unico pensiero lecito fosse quello "pubblico", non vi pare ?"
No. Non mi pare. Questa scusa della democrazia che in qualsiasi forma gli sia permesso esprimersi è comunque meglio della dittatura non la trovo più credibile. Questa non è libertà e noi in questo spazio siamo solo dei confinati.
La confusione tra ciò che è lecito e ciò che non lo è viene sistematicamente coltivata nella percezione della realtà. Ci sono campi sconfinati di coltivazione della percezione, i raccolti sono ricchi e i profitti sono immensi dato che vanno ben oltre la ricchezza materiale.
Vogliamo ancora elogiare a gran voce la democrazia che viviamo, vogliamo ancora illuderci di essere liberi, vogliamo ancora invocare delle istituzioni che ormai sono in ostaggio.
Credo che tutto questo sia un gravissimo sintomo di quanto in verità stiamo ancora troppo comodi e al riparo, nelle nostre case, sulle nostre poltrone, dentro famiglie che trovano continue soluzioni di navigazione fuori dalle rotte, nei piccoli microcosmi di realtà lavorative ancora non toccate. Laddove tutto è ancora soltanto percezione e non nuda e cruda realtà.
In questi microcosmi separati c'è chi crede che infondo potrebbe andare anche peggio di così, e si accontenta assolvendosi o addirittura si crea sollievo pensando ai poveri africani (quelli sì che stanno male!) e in alternativa ai rabbiosi e strumentalizzati musulmani (quelli sì che sono schiavi delle loro ideologie e dei loro regimi!). Ma c'è anche chi, pur non vedendo e vivendo violenza o disagio è convinto che siamo immersi nel magma nero della delinquenza, che auspica un regime militare nelle strade a difesa delle percezioni dei cittadini, che accetta con perverso masochismo l'idea della paura, non la paura vera però.
E allora?
Lo vogliamo toccare questo fondo o vogliamo continuare a scendere nell'infinità degli abissi senza luce, rischiando di perdere anche il ricordo di come si solleva la testa?
E' precisa responsabilità di chi ancora può vedere con chiarezza, quella di fare tutto ciò che è possibile e anche oltre.
Mi dispiace fare la parte di Cassandra ma non posso che dirlo proprio qui, in uno dei pochi spazi in cui ci si può, a ragion veduta, illudere che poiché esiste ancora una parte sana c'è quindi una speranza di riscatto, ma l'educata e democratica indignazione non ci porterà da nessuna parte.
La storia ci insegna che solo la sana e rabbiosa incazzatura fa da propulsore ai cambiamenti radicali anche se porta con sé prezzi alti da pagare, niente offerte e niente sconti.
Già, forse il problema è proprio questo... ma noi lo vogliamo davvero un cambiamento radicale e cosa siamo disposti a mettere personalmente in gioco per ottenerlo, ma soprattutto abbiamo ancora dei valori condivisi a maggioranza da potere e quindi dover difendere?
Quanti siamo?
Chi siamo?
Cosa vogliamo?
Che intenzioni abbiamo?
Se non ci confronteremo su queste basilari domande il nostro destino sarà solo il confino cibernetico, comodo e percettivamente rassicurante.
Ma se è così che deve finire, io non ci voglio rimanere chiusa in questo buco di libertà, prima di poi getto il computer a mare e mi trasferisco su un'isola, possibilmente molto poco popolata.
Perché allora dovrei accettare come vera un'idea che credevo fantascientifica:
c'è un virus letale nel mondo e quel virus è l'essere umano! (Matrix insegna)
Non Vi chiedo di perdonarmi per averVi inoculato questa overdose di pessimismo provocatorio perché l'ho fatto in piena coscienza e me ne assumo tutte le responsabilità.
X Cinzia
Benvenuta nel club delle Cassandre! 8))))
Adesso mi sento meno sola.
Luciana
Visto che non ritieni giusto che ci siano altri pensieri fuori da quello dello Stato, giacché anche le tue riflessioni sono personali (e non autorizzate da alcun Minculpop) invoco su di esse la legittima censura del Dio-Stato ! :)
Scherzi a parte, i tempi delle rivoluzioni sono fortunatamente passati. Fattene una ragione e porta pazienza. Magari tra un po' torneranno ... spero quando non ci sarò più.
Ciao.
I tempi dei regimi invece non passano mai, a quanto pare.
Solo che il potere si rinnova, si ricicla, si rigenera, cambia forma e strategia mantenendo salda la sostanza. Mentre il popolo, che a maggior ragione dovrebbe stare sul chi va là per non farsi cogliere alle spalle e disarmato, non rinnova le proprie strategie di lotta, pensa ancora così come ha fatto Lei, che l'unico modo per combattere sia il dispiego delle armi, le rivoluzioni, le molotov... antichità!
Ci vuole fantasia per trovare nuove frontiere di opposizione, intelligenza creativa e libertà intellettuale accompagnate in buona sostanza da IMPEGNO e RESPONSABILITA'.
Guardi, se ne ha l'opportunità, l'ultimo film di Mikalkov "12" è il remake molto personale di un vecchio film di Sidney Lumet "La parola ai giurati". Solo Mikalkov, con il suo stile tagliente e la sua capacità interpretativa, poteva permettersi di rielaborare un remake con tale maestria.
Ottimo per capire cos'è davvero e fino in fondo il peso della responsabilità personale all'interno di una realtà difficile da gestire.
E non si preoccupi che così come siamo messi può stare certo che non cambierà proprio nulla, non ci saranno né guerre né rivoluzioni, continueranno a mungerci pacificamente e noi continueremo questa danza macabra fino all'affondo totale.
E' ciò che desideriamo di più: avere un futuro prevedibile così da solidificare la vacuità della percezione in uno schermo di sicurezza. E' solo una proiezione, ma ci accontentiamo, d'altronde non si può chiedere di più ad una vita virtuale.
http://www.difesadellinformazione.com/ultime_notizie/81/informazione-e-tg4-analisi-giuridica-della-conduzione-di-emilio-fede/
Questo è per Silvia,
che se non sbaglio un po' di tempo fa chiedeva come fosse possibile non perseguire per legge la modalità di conduzione del cd "giornalista" Emilio Fede.
A quanto pare sarebbe possibile, ci vuole qualcuno che se la prenda a cuore, abbia soldi da spendere, voglia di assumersi dei rischi, tempo da dedicare e un buon avvocato con gli stessi intenti.
Devo assolutamente ringraziare Cinzia, io girovagando un po' per internet non l'avevo mai raggiunto questo link, ma è un buon punto di partenza.
Certo, è solo il parere di un avvocato (pur basato su aspetti legali, come io chiedevo), ma si può partire.
Non so cosa riuscirò a smuovere (non ho né tempo né soldi, ahimè) ma si può tentare.
Non so bene ancora come muovermi ma qualcosa sicuramente proverò a fare. Anzi, se qualcuno vuol darmi una mano è il benvenuto.
Silvia.
Cara Silvia,
scrivigli. L'avv. Tomanelli è una persona squisita e molto disponibile. Ho avuto occasione anch'io di farlo per segnalargli alcuni casi da trattare sul suo sito e lui, uno dei pochi, mi ha riposto prontamente occupandosene e ringraziandomi per le segnalazioni.
Figurati che neanche i siti giornalistici si sono comportati come lui in quanto a tempestività di risposta e disponibilità.
Se hai bisogno di aiuto, fammi sapere, quello che posso lo farò con piacere.
(detto tra noi se potessi costruirei con le mie mani un missile per mandarcelo fisicamente sul satellite!)
Un saluto
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