Pubblichiamo, con il consenso della sua autrice, la mail che una collega ha inviato sulla mailing list dell'Associazione Nazionale Magistrati a commento del comunicato con il quale la corrente di Magistratura democratica ha espresso solidarietà al P.M. della procura di Roma, duramente criticato da Casa Pound per aver disposto il sequestro di un immobile abusivamente occupato dalla stessa a Roma.
La mail, nel constatare l'inerzia della magistratura, di fronte all'emersione del nominificio gestito dalle correnti che ne governano i destini, si chiede retoricamente se il vero antifascismo non si manifesti reagendo a tutte le condotte di abuso e sopruso che siano note.
La riflessione è completata, nella parte finale, da un impietoso, ma ampiamente condivisibile, confronto con le condizioni dell'amministrazione della giustizia di alcuni paesi totalitari.
La redazione
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di Anna Maria Torchia - Magistrato
Premessa l'ovvia solidarietà a qualsiasi collega che venga attaccato per l'esercizio della giurisdizione (e il p.m. Albamonte, additato come "antifascista" da esponenti di Casapound, ha anche la mia, per quanto possa contare) e premesso che OVVIAMENTE siamo tutti antifascisti, leggo numerosi messaggi di magistrati che, per esprimere solidarietà al collega, si professano antifascisti...
Nulla da dire, ognuno professa ciò in cui crede anche se è
ovvio. Repetita iuvant.
Oggi siamo tutti antifascisti, naturale.
Però è facile urlare al mondo di essere antifascisti in un
paese in cui c'è il reato di apologia del fascismo, in cui non si rischia la
somministrazione di olio di ricino o spedizioni punitive degli squadristi, in
cui i potenziali protettori fascisti sono tutti morti e sepolti e certamente
ampiamente decomposti, in un paese in cui l'essere eventualmente fascisti non
porta nessun beneficio e l'essere antifascisti non crea alcun problema.
Sarebbe stato un bel segnale per tutti, in primis cittadini
e giovani colleghi, se con la stessa forza avessimo gridato in coro che siamo
contrari al sistema clientelar-protettivo che è emerso.
Non credete che se non fosse emerso questo sistema forse si
sarebbero sentiti meno legittimati ad attaccare il collega Albamonte? Non sto
dicendo che l'attacco è legittimo, tutt'altro.
Da semplice - beati i semplici - cittadina, dopo aver letto
più o meno "Salvini ha ragione, ma in questo momento va attaccato" e
dopo aver visto che i colleghi di quel magistrato che ha pronunciato quella
frase non sono insorti, mi sentirei legittimata - sebbene sbagliando - a
sospettare che tutte le indagini e le decisioni siano strumentalizzate e/o
finalizzate.
Preciso: da magistrato so che non è così, ma non mi sento di
giudicare il pensiero del cittadino al quale si sta disvelando QUESTA
magistratura. Perché purtroppo quello che sta emergendo non è la condotta del
singolo o dei singoli... Non è l'infermiera che uccide i pazienti, una su
migliaia, a fronte della quasi totalità di infermieri dediti alla cura delle
persone e che denunciano l'eventuale collega assassina...
Penso che, finché non capiremo che siamo tutti danneggiati
da certe condotte (e che non siano tutte
penalmente rilevanti non ha importanza, perché non solo il reato provoca
danni) e che per nostro tramite sono danneggiati i cittadini tutti, potremo
pure urlare al mondo il nostro essere antifascisti, ma non saremo tanto diversi
dai milioni di italiani che all'epoca si allinearono, moltissimi dei quali per
convenienza. E non faremo che "legittimare" attacchi come quelli di
Casapound.
La causa dei nostri mali siamo noi, ma sembriamo non
rendercene conto.
All'epoca, in Italia come in Germania, pagarono caro (ma mai
abbastanza) prezzo i due dittatori e le persone più esposte e a loro più
vicine, mentre gente potente nell'ombra, ma che abbracciò e sostenne il regime,
riuscì a riciclarsi e anche ad alti livelli nelle istituzioni repubblicane...
Siamo sicuri sicuri di essere antifascisti nel senso più
profondo, rifiutando tutte le logiche che minano la libertà? Ma siamo davvero
credibili come antifascisti dalla schiena dritta se serenamente dispensiamo
ergastoli agli imputati e poi riteniamo sia più opportuno non reagire a certe
condotte dei colleghi?
Se poi per fascismo intendiamo solo quei vent'anni, allora
sì, siamo un paese democratico ed è tutto molto molto bello, perché viviamo nel
paese più bello del mondo, con la costituzione più bella del mondo e siamo i
più belli del mondo.
Anna Maria Torchia
P.S.
Per i colleghi che si ostinano a negare di essere da tempo a
conoscenza di certe logiche. Si può sostenere di esserne all'oscuro pure dopo
le ultime elezioni al C.S.M., quando ci furono 4 candidati per 4 posti, uno per
ogni corrente? Ma se un vostro imputato o testimone vi dicesse che ha accettato
di votare in un'elezione in cui c'erano 4 candidati per 4 posti, uno per ogni
partito, e giurasse che però non pensava si fossero messi d'accordo, gli
dareste due lire di credibilità?
P.P.S.
Nel 2014, durante uno scambio tra giudici europei in
Germania, ascoltai con orgoglio una collega bulgara, giudice anche sotto il
regime comunista, che diceva di guardare alla magistratura italiana come
esempio di magistratura indipendente e autonoma, a differenza della loro,
ancora oggi a suo dire troppo pericolosamente invischiata con la politica.
Ebbene...quella collega qualche giorno fa mi ha mandato un messaggio pieno di
delusione per le nostre commendevoli vicende, in cui si definisce
"terriblement désolée"... Siamo riusciti a deludere pure i bulgari,
chissà cosa ne pensano i poveri colleghi polacchi ai quali pure esprimiamo il
nostro sostegno...
1 commenti:
ORO COLATO ! Ciò che qui oggi si legge lo pensano in moltissimi ! La seria e severissima sorveglianza del cittadino-magistrato è l'unica via per uscire dal tunnel!!!! GRAZIE!!!!!
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