giovedì 18 giugno 2020

Salvate il soldato De Raho

di Andrea Reale - magistrato

Tutti conoscono il celebre  film di guerra diretto da Steven Spielberg.

Nel mondo giudiziario e nella Palamareide, invece, quello che voglio raccontare è un ennesimo  capitolo delle mirabolanti gesta del Luca nazionale, ma stavolta in compagnia di un magistrato in una posizione direttiva simbolicamente fondamentale per la lotta alla criminalità organizzata.

Nei due articoli che si possono leggere a questi link: qui  e qui,  vi sarebbero le prove di interferenze niente poco di meno che di un Ministro dell’Interno nella nomina del Procuratore nazionale Antimafia.

Quest’ultimo, soccombente nella nomina a Procuratore di Napoli, in quanto  superato nei voti al plenum dal Dott. Giovanni Melillo, appena reduce dall’ufficio di capo di gabinetto di altro Ministero (quello della Giustizia), sarebbe stato “salvato” anche attraverso l’intervento dell’esponente del  Governo che si rivolgeva, il 27.7.2017, al “nostro” Luca con le testuali parole “Cerchiamo adesso di salvare il soldato de Raho. Il risultato in qualche modo lo consente”.

Palamara confermava: “Si il mio intervento in plenum è stato in questo senso”. “Perfetto. Lavoriamoci", concludeva Marco Minniti.

Il 5 ottobre 2017 la commissione incarichi direttivi del Csm proponeva Cafiero de Raho procuratore nazionale antimafia. Palamara tornava  a fornire i voti a Minniti: “Votato de raho 5 voti scarpinato 1”. “Eccellente. Grazie” rispondeva Minniti. Il plenum nominava Cafiero de Raho procuratore nazionale antimafia l’8 novembre.

Ma è il tenore dei messaggi, pubblicati su La Verità il 17.5.2020, a destare molte perplessità e ad insinuare i sospetti di contatti indebiti  tra il consigliere del CSM e l’attuale Procuratore nazionale antimafia.

Ed infatti prima della nomina del Procuratore di Napoli De Raho avrebbe contattato Palamara, sollecitandolo (“scusa , Luca, a che punto siete?”), e, manifestandosi preoccupato anche per la questione logistica, prevalentemente  per la “immagine che due autovetture blindate possono dare in questa piazza (Esedra)”, in quanto ferme lì da due ore.

Dopo la sconfitta su Napoli, pur avendo ricevuto solidarietà dall’amico Luca (“ho lottato insieme a te fino all’ultimo. Persa una battaglia non la guerra”) era lo stesso De Raho a ringraziare ed  a chiedergli ancora aiuto per “lottare insieme”.

L’articolo del quotidiano evidenzia, inoltre, che quasi venti giorni prima del voto per la P. N. A. (il  23.10.2017) De Raho avrebbe inviato  un messaggio a Luca Palamara, chiamandolo “Grande  Capitano” (verosimilmente alludendo al ruolo assunto dall’interlocutore nella squadra di calcio dei magistrati), lamentandosi con il “carissimo Luca” per i ritardi  nel concerto del Ministro rispetto a quanto accaduto con la nomina  del Procuratore di Napoli.

Il 26.10.2017,  rassicurandolo sul concerto, ormai ottenuto, l’interlocutore di Palamara rimetteva  alla “saggezza che contraddistingue” il "grande" Luca  la scelta sulla data per la delibera del plenum, facendo valutazioni di convenienza sulle presenze ed assenze di consiglieri durante la “settimana bianca”.

Dopo la delibera, infine, chiedeva al nostro Eroe nazionale le modalità di incontro dei vertici della magistratura e del CSM (“con te o da solo?”).

Ma quel che ancor più preoccupa è quanto riportato  da “Il Fatto quotidiano” in data  18.5.2020, dove, a fronte del rapporto personale già evidenziato in precedenza tra i due,  si fanno esplicite  accuse nei confronti dell’attuale Procuratore Nazionale Antimafia, che avrebbe assecondato i desiderata del Capitano per escludere Nino Di Matteo dal pool sulle stragi all’interno della Direzione Nazionale Antimafia.

Palamara  avrebbe  festeggiato l'evento con un altro collega della D. N. A. (e suo fidato collega di corrente), con il quale circa venti giorni prima, aveva commentato negativamente la costituzione di quel gruppo di lavoro ("ma c'era bisogno?"..."ti dico, non è grande mossa").

Alla affermazione successiva di  Cesare (Sirignano) che “Federico rappresenta la nostra forza!”, Palamara replicava, non si sa a quale titolo, che De Raho non doveva "sbagliare mosse".

Il giorno successivo Palamara e Sirignano apostrofavano in malo modo Di Matteo (Sirignano lo avrebbe definito "un mezzo scemo", rimproverando al Luca nazionale di averlo "portato come se fosse il padreterno in croce" ed asserendo la necessità  "di  parlare di lui con Federico (Cafiero De Raho)”.

Proprio domenica scorsa il Procuratore nazionale antimafia si sarebbe sentito persino di intervenire ad una trasmissione televisiva per ribadire che l'allontanamento del Dott. Di Matteo dal pool sulle stragi sarebbe stato giustificato dalla violazione di un suo dovere di riservatezza, assertivamente tradito dalle dichiarazioni rese da Di Matteo in una intervista rilasciata qualche giorno prima.

Peccato che l’attuale Consigliere del CSM, Nino Di Matteo, abbia più volte ribadito che gli elementi narrati al giornalista Andrea Purgatori nell'intervista resa il 18.5.2019 fossero già stati resi pubblici, se non oggetto di sentenze definitive, negando di avere mai rivelato qualcosa di segreto.

Ancor più strano che il Procuratore nazionale antimafia non goda di questo potere para-disciplinare, perché avrebbe potuto e dovuto deferire agli organi competenti il comportamento deontologicamente o disciplinarmente rilevante del Collega, ove sussistente, chiedendo le sanzioni previste dalle norme sugli illeciti dei magistrati. D'altra parte non poteva non comprendere che un suo diretto intervento di quel tenore ed in quel momento, a distanza di pochissimi giorni dal fatto, non faceva altro che delegittimare e screditare ulteriormente la persona e l'operato di un magistrato in prima linea da decenni sul fronte antimafia.  

Un boomerang, dunque, questo ulteriore intervento in tv del Procuratore De Raho nel corso della trasmissione televisiva. 

Unitamente ai fatti riferiti negli altri articoli che ho indicato, essi sembrerebbero sollevare enormi dubbi sulla effettiva ragione della decisione del Procuratore De Raho nei confronti di Di Matteo, avallando quasi quel rapporto  di subordinazione/riconoscenza che sembra prefigurare il titolo del film di cui a questo post.

Ma è possibile tutto questo?

Insomma davvero una brutta storia, terribilmente infamante per i suoi protagonisti e per la magistratura intera.

Speriamo davvero che anche questo film sia tutta una finzione e che, come spesso appare nei titoli di coda, ogni riferimento a  persone e cose sia puramente casuale.

Ma non dovrebbero farlo direttamente i protagonisti intercettati, soprattutto rivestendo ancora taluno di loro incarichi così importanti nel panorama giudiziario italiano?





2 commenti:

francesco Grasso ha detto...

Un "mezzo scemo" dicono di N. Di Matteo. Un cretino diceva un presidente della I° Sez. della S.C., di G. Falcone. Uno scemo è uno che non è pieno, non è intero, per cui mezzo scemo significa che gli manca un quarto. Cretino, è una patologia: uno sciocco, un imbecille. Tuttavia poiché oggi si intendono sinonimi, una speranza di completezza per N. Di Matteo, è impossibile. Motivo per cui sorge l'assoluta necessità di intervenire. De Raho, però, si era pentito, dice: di non aver riassegnato il ruolo strappato a Di Matteo per lunghi tempi, e che è stato Di Matteo a non voler ritornare. Prendendo parola alla televisione, non spiegabile perché si era pentito, e che aveva torto nel dire che Di Matteo aveva rivelato atti d'ufficio che non dovevano essere resi pubblici.

Unknown ha detto...

Sono riusciti ad usurpare anche un film così bello e significativo!
Non mi risulta , da quanto emerge dagli accadimenti svelati,che de Raho e altri magistrati della sua schiatta fossero mai stati stati pronti ad immolarsi sulle falesie della Normandia......che per ironia....scomponendo..otteniamo : NORMA e...DIA...due termini( ...un acronimo) che nulla hanno a che fare con i " Palamariani"
Piuttosto i " Rayan" come tanti di Voi, onesti e giovani magistrati, LORO, li ostacolano, li emarginato, perché disturbano i loro piani strategici.
Non c'è vocazione nel loro cuore, ma sete di potere, bieca e spropositata che scandalizza la gente e i magistrati per bene che vogliono continuare a credere nella giustizia. So che è dura, ma lottate ragazzi! Più che mai abbiamo bisogno di voi. C'è troppa disparità in un mondo senza giustizia ! I corrotti vanno perseguiti, a tutti i livelli e se gli stupratori della giustizia si nascondono nei palazzi del potere giudiziario e del potere politico devono essere stanati e messi nelle condizioni di non nuocere.
Ma cosa avranno capito del meraviglioso film di Spielberg per fare battute così trite e senza nesso? Forza ragazzi, non perdetevi d' animo..a testa alta..