Forse ai più sarà sfuggito che, tra le mille toghe di tutta Europa, che il 14 gennaio di quest’anno avevano
manifestato a Varsavia contro i provvedimenti adottati dal governo di quel
paese, per limitare l’indipendenza dei magistrati polacchi, c’era anche il Presidente
dell’Anm Luca Poniz.
Intervistato da alcuni quotidiani
sulle ragioni di tale sua partecipazione il dott. Poniz aveva dichiarato,
perentoriamente: “ In Polonia lo stato di diritto è a rischio. Non siamo venuti
qui per promuovere la conservazione del potere da parte dei giudici ma per
tutelare i diritti e gli interessi dei cittadini. Il fatto poi che tutto questo
stia accadendo in Europa è allarmante”.
Era lecito attendersi analoga
caparbia reazione dell’Anm, questa volta a tutela dei dritti dei cittadini
italiani, dopo il pubblico disvelamento della prassi ultradecennale della
spartizione degli incarichi da parte delle correnti della magistratura, secondo
rigorosi criteri di appartenenza, nonché di iniziative di membri del
Parlamento o di appartenenti ad altri organi dello Stato volte ad orientare le
scelte del Consiglio Superiore.
E’ indubbio infatti che tale
fenomeno, che ha suscitato “il grave sconcerto e la riprovazione” del Capo
dello Stato, è indicativo di una grave compromissione non solo
dell’indipendenza interna ma anche di quella esterna della magistratura.
Ebbene, che cosa ha fatto l’Anm?
Ebbene, che cosa ha fatto l’Anm?
Ha organizzato una manifestazione
davanti al Csm ? ha chiesto solidarietà ai magistrati di altri paesi europei ?
ha preteso le dimissioni dagli incarichi rappresentativi dei numerosi
magistrati coinvolti nelle intercettazioni ?
Nulla di tutto questo.
Dopo qualche comunicato in cui ha
blandamente stigmatizzato alcuni dei fatti emersi dalle intercettazioni si è
praticamente dissolta, dopo le reciproche accuse scambiatesi dai suoi massimi
vertici sulle modalità di reazione al degrado generalizzato.
E’ letteralmente implosa a causa
del suo vizio genetico, mai risolto, sebbene fosse stato ripetutamente
denunziato da pochi indipendenti, di essere una associazione delle correnti
della magistratura, da queste spesso utilizzata come trampolino di lancio ancheper far arrivare i proprio esponenti al Csm.
A questo punto viene da chiedersi
quale sia il tasso di democrazia di uno Stato che tollera una magistratura
eterodiretta da associazioni private, quali sono le correnti, non senza aver
segnalato che, già secondo la relazione della commissione europea al
Parlamento, al consiglio e alla banca centrale europea del 28 maggio 2018, la
percezione della indipendenza della magistratura da parte dei cittadini era una
delle più basse d’Europa.
Peggio di noi in quel report
Bulgaria, Slovacchia e Ungheria.
E la graduatoria, da allora, non
può che essere peggiorata.
La Redazione
0 commenti:
Posta un commento