venerdì 9 novembre 2007

Dichiarato inammissibile il ricorso di Luigi De Magistris contro l'avocazione dell'inchiesta "Why not"


Nel corso della trasmissione "AnnoZero" del 25 ottobre scorso, il collega Antonio Ingroia ha definito l'avocazione dell'inchiesta "Why not" da parte della Procura Generale di Catanzaro "IMPENSABILE".

E' l'aggettivo giusto.

Ieri, nel corso di un'altra puntata della stessa trasmissione è stata ricostruita la vicenda dell'epurazione di tre giornalisti (Biagi, Santoro e Luttazzi) dalla Rai.

Anche quella appare "impensabile".

Noi crediamo che un popolo si debba preoccupare quando gli possono accadere e ancora di più quando effettivamente gli accadono cose "impensabili".

Oggi, intanto, diamo conto del fatto che il ricorso di Luigi De Magistris contro l'avocazione della sua inchiesta è stato dichiarato inammissibile dalla Procura Generale della Corte di Cassazione.

Riportiamo la notizia come data da "La Repubblica".

Va precisato che il sottotitolo che si legge sul sito del giornale è falso. Vi si dice, infatti, "Vizio di forma: l'avocazione era legittima", ma, invece la Procura Generale della Cassazione non si è pronunciata sulla legittimità o meno dell'avocazione, avendo solo ritenuto inammissibile il ricorso da parte del Sostituto Procuratore, ritenendo l'iniziativa riservata al Procuratore Capo.

«ROMA - La procura generale della Cassazione ha dichiarato inammissibile il reclamo proposto dal pm Luigi De Magistris contro il provvedimento del 19 ottobre scorso con il quale il pg di Catanzaro ha avocato a sé l'inchiesta Why not.

Lo rende noto il pg della Suprema Corte Gianfranco Ciani, spiegando che "la procura generale della Cassazione ha ritenuto che legittimato al reclamo contro il provvedimento di avocazione sia soltanto il capo dell'ufficio, cioè il procuratore della Repubblica, non anche gli altri magistrati ad esso appartenenenti".

"Me l'aspettavo", commenta De Magistris. "Era l'unico appunto che potevano spendere, anche se io non lo condivido affatto e c'è letteratura sufficiente per dimostrarlo, ma così è andata. Io però non demordo; vado avanti anche se la scelta della Cassazione mi amareggia e delude".

L'avocazione era stata disposta dal procuratore generale facente funzioni Dolcino Favi, sostenendo che, dopo la richiesta avanzata dal ministro della Giustizia di trasferire De Magistris, il pm era incompatibile con l'inchiesta in cui proprio Clemente Mastella risultata tra gli iscritti nel registro degli indagati.

De Magistris avrebbe potuto rimettere il fascicolo nelle mani di un collega oppure il procuratore capo avrebbe potuto provvedere d'ufficio alla sostituzione del pm, ma nessuno dei due magistrati ritenne incompatibile la posizione del sostituto con l'inchiesta Why not e il procuratore generale avocò l'indagine scatenando la dura reazione di De Magistris: "Ci avviamo al crollo dello stato di diritto. Siamo alla magistratura degli Anni Trenta, siamo tornati a un ordinamento giudiziario gerarchizzato proprio dell'epoca fascista".

Ora la tranche dell'inchiesta che riguarda l'ipotesi di reato contestata al Guardasigilli - finanziamento illecito ai partiti, abuso d'ufficio e concorso in truffa - pende davanti al Tribunale dei ministri. Sarà quell'ufficio a valutare se i reati ipotizzati sono stati commessi da Mastella quando già era ministro oppure prima. Quanto al presidente del Consiglio Romano Prodi (i reati ipotizzati nei suoi confronti sarebbero stati commessi quando ricopriva la carica di presidente della Commissione dell'Unione Europea) e agli altri indagati, l'inchiesta rimarrà a Catanzaro e sarà coordinata dalla Procura generale.»


32 commenti:

salvatore d'urso ha detto...

X la redazione...

potreste commentare per favore il motivo del respingimento del ricorso di De Magistris?

Da quello che si capisce dall'articolo riportato pare che solo il PG possa contestare l'avocazione fatta da lui stesso.

E' così o ho frainteso?

E se è così siamo in una Repubblica delle Banane o peggio?

"Uguale per tutti" ha detto...

No, Salvatore.

La questione è la seguente.

Con l'avocazione, il Procuratore Generale "toglie" l'inchiesta alla Procura.

La Procura, che è da sempre un ufficio "gerarchizzato" (nel quale cioè comanda il Capo, diversamente da quello che accade negli uffici giudicanti) e che è ancora più gerarchizzato dopo la riforma dell'ordinamento giudiziario fatta dal governo Berlusconi e modificata solo un poco dal governo Prodi, può ricorrere contro la Procura Generale, ma il ricorso lo deve fare il Capo della Procura, il Procuratore. Mentre Luigi De Magistris è un Sostituto Procuratore.

Il paradosso qui è che il Procuratore Capo non può che essere contento del fatto che l'inchiesta sia stata avocata.

Insomma, quest'ultimo episodio della storia dimostra definitivamente, se ce ne fosse stato un qualche bisogno, che ciò cui stiamo assistendo non è "il cado De Magistris", ma il caso "Giustizia in Italia".

La Redazione

Daniele Muritano ha detto...

Naturalmente (e come al solito), il titolo della notizia riportata sul sito de la Repubblica ("Vizio di forma : L'avocazione era legittima") è completamente fuorviante per il lettore.
La Corte infatti, avendo dichiarato il ricorso inammissibile, non ne ha esaminato il merito.

"Uguale per tutti" ha detto...

Grazie a Daniele Muritano per l'osservazione fondata e molto opportuna.

La inseriamo subito nel testo del post.

Grazie Daniele.

La Redazione

salvatore d'urso ha detto...

Capisco...

Ma comunque secondo una certa logica dovrebbe essere competenza del giudice naturale fare ricorso... anche in sintonia con alcuni articoli della Costituzione... se parliamo di giudice naturale e visto che la Costituzione cerca di salvaguardare che le inchieste non possano essere tolte facilmente ad un PM qualsiasi.

Cioè in pratica... il giudice naturale che segue un'inchiesta se gli viene avocata, a mio parere e secondo una giusta logica dovrebbe avere tutto il diritto di presentare ricorso per evitare l'avocatura.

Al contrario invece mi pare sia fatto tutto apposta per mettere nelle mani di pochi il controllo dell'intera magistratura... dove tanti PM dipendono da pochi... e visto che il tasso di corruzione nel nostro paese è altissimo... le possibilità di corrompere e di trovare dei corrotti che rivestono certe cariche di rilievo sono molto alte.

Concludendo... altro che repubblica delle Banane... la Chichita ci fa un baffo...

Comunque contro questa situazione tutta la Magistratura dovrebbe insorgere e ribellarsi. Ne va di mezzo lo Stato di Diritto.

Anonimo ha detto...

Crediamo proprio che la gente, quella comune, il vulgum profanum, non capira' la rete di salvataggio tesa ai potenti di WHY NOT? da tutti i vertici degli apparati e delle istituzioni che stanno li' a presidio dei diritti di tutti - proprio di tutti?

Crediamo proprio che il popolo della Calabria potra' tollerare la deprivazione subitanea e coincidente di ogni spazio di speranza, da Mons. Bregantini all'attivismo di Favi, sospetto specie perche' ancora in attesa del decisum della Cassazione, che forse sapeva essere scontato?

E crediamo che l'Italia tutta, che si informa piu' di quanto pensino i potenti - quelli che non si fanno mancare nulla, mentre a molti manca tanto -, si berra' che giudici come De Magistris e Forleo siano davvero incompetenti e sull'orlo di una crisi di nervi?

Li abbiamo visti tutti - per fortuna nostra e loro! -e non sono affatto sembrati tali.

E' il Paese sull'orlo di una crisi di nervi!

Diamo voce - in tanti e' piu' facile che non un isolato vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro - diamo voce alla istanza di decenza - che ormai i confini sono stati da tempo varcati! - che proviene dagli italiani per bene, che non ce la fanno piu' a sopportare l'arroganza di chi si crede sempre piu' forte, sempre piu' furbo....

Insomma, dobbiamo pensare davvero che la Cassazione - siamo abituati a pensarlo come Supremo Collegio....- davvero volesse che ad impugnare l'avocazione fosse l'"inadeguato" Lombardi, patrigno del Dr. Cefaly, facilitatore di rete di Saladino?

Ma per chi ci hanno presi?

Ma la moneta buona non scaccia la cattiva? O e' forse l'inverso?

Anonimo ha detto...

la cassazione rigetta il reclamo di de magistris perchè l'unico titolare all'impugnazione del provvedimento è il capo della procura mariano lombardi. Lombardi, peraltro, ha "vistato" l'avocazione stessa. E comunque non l'ha mai impugnata.
Il pm tenta di impugnarla con l'unico strumento - corregetemi se sbaglio - che gli rimane. Ovvero con un "reclamo".
Il reclamo oggi viene rigettato perchè - e siamo al corto circuito - De Magistris non potrebbe presentarlo. Dice la Cassazione: avrebbe potuto impugnare solo Lombardi. Che, appunto, non l'ha fatto.
Perchè parlo di corto circuito? Perchè vorrei sottolineare un punto.
eccolo.
Nell'inchiesta why not, il principale indagato, è antonio saladino. In uno stralcio del verbale della principale testimone si legge: "Il Saladino ha, comunque, rapporti molto stretti con diversi Magistrati. In particolare (...) con il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi...".
Nel reclamo opposto da De Magistris all'avocazione, in un passaggio, si legge: "... il procuratore è anche, in qualche modo, "interessato" dalla vicenda procedimentale, comparendo il suo nominativo in una rilevante intercettazione telefonica, nonchè in un verbale di sommarie informazioni testimoniali, trovandosi, quindi, in una situazione di conflitto d'interessi".
ci si potrebbe chiedere, a questo punto, se davvero, in questa circostanza, l'unico legittimato a impugnare l'avocazione dell'inchiesta fosse il solo Lombardi?

"Uguale per tutti" ha detto...

Anonimo delle 19.53 scrive:
"ci si potrebbe chiedere, a questo punto, se davvero, in questa circostanza, l'unico legittimato a impugnare l'avocazione dell'inchiesta fosse il solo Lombardi?"

La domanda è del tutto pertinente e questo è stato il percorso logico/argomentativo seguito dal collega De Magistris nel proporre il ricorso in questione. Attribuire rilievo alla peculiarità del caso.

Va detto, però, che in assoluto e ancor più non avendo letto né il ricorso di Luigi De Magistris né il provvedimento della Procura Generale della Cassazione, la declaratoria di inammissibilità non solo non ha niente di illogico o irragionevole, apparendo, anzi, del tutto logica e coerente con il "sistema" delineato dalle norme processuali.

La questione è, qui, come abbiamo già scritto, che l'intero caso e l'intera situazione della giustizia in Calabria e ancor più della giustizia in Italia è dentro un paradosso (purtroppo tragico), che questo caso mette in luce in un modo che si deve sperare non consenta a nessuno di "fare finta di niente", come si è fatto finora e come tanti, troppi, continuano ancora a fare.

La Redazione

salvatore d'urso ha detto...

X la redazione...

Ma volete che non si capisca dov'è il marcio all'interno della magistratura?

Vi faccio un esempio reale...

dalle mie parti il presidente della commissione tributaria regionale...

può svolgere sia il ruolo di giudice che di difensore... non solo nello stesso collegio... ma anche nello stesso processo...???

Questo senza che nessuno dica o faccia nulla...

Qualcuno però... ha denunciato questo fatto...

La risposte è stata... che il denunciante non vincerà mai più un ricorso in vita sua...

E questo spiega uno solo dei tantissimi e tantissimi casi di marciume presenti all'interno del sistema giustizia del nostro paese...

Ora perchè fino ad oggi nessuno denunciava questi abusi? Eppure sugli atti ci sono le sue firme... di difensore e di giudice... quindi da immaginare quanto sia ampio il sistema di corruzione... dove chissà quanti vengono beneficiati da questo sistema...

In pratica... si può capire quanta arroganza sprigiona una persona del genere... come se volesse dire "Io sono al di sopra della legge"... "Io sono un Dio in questo territorio".

Vincenzo Di Piazza ha detto...

Dai media non è emerso.Ma l'atto di avocazione a chi è stato notificato oltre che a De Magistris?
E' stato trasmesso,come richiede l'art.6 ai Procuratori della Repubblica interessati (tra i quali a quanto pare non fa parte De Magistris, essendo solo Sostituto Procuratore)?
Se così non fosse sarebbe viziato formalmente,no?
Grazie,
Vincenzo Di Piazza, Palermo

Vincenzo Di Piazza ha detto...

O meglio,non mi sono spiegato bene. Il Procuratore Generale ha notificato l'atto di avocazione a De Magistris, perchè ha fatto una lettura estensiva dell'art.6 e lo ha considerato,anche se Sostituto e non Procuratore, un "interessato"?
Se così è, perchè il CSM non ha fatto una lettura simile (visto che il 6-bis si riferisce al 6) e non ha considerato legittima soggettivamente,l'impugnazione di De Magistris,essendo anche lui un "interessato"?
Grazie, ancora,
Vincenzo Di Piazza

Anonimo ha detto...

Cito dalla Redazione:

"La questione è, qui, come abbiamo già scritto, che l'intero caso e l'intera situazione della giustizia in Calabria e ancor più della giustizia in Italia è dentro un paradosso (purtroppo tragico), che questo caso mette in luce in un modo che si deve sperare non consenta a nessuno di "fare finta di niente", come si è fatto finora e come tanti, troppi, continuano ancora a fare."
------------------------------

Beh vorrei far notare che questo "paradosso logico" in cui si trova la Giustizia dell' Italia intera ha avuto ed ha (e presumibilmente continuera' tranquillamente ad avere) delle conseguenze pratiche , materiali parecchio gravi.. perche' consente la sostanziale impunita' di un sistema criminale che, come abbiamo visto nella puntata di AnnoZero, non si limita semplicemente a raccogliere (rubare) miliardi di € di fondi europei e nazionali ma consente ad aziende totalmente inadeguate ed incapaci di poter ottenere appalti senza alcuna gara creando poi opere che causano danni alle persone mettendole in grave pericolo fino anche alla MORTE, come e' stato ben documentato dai servizi giornalistici nella suddetta trasmissione... che ripercorrendo il contesto nel quale si stava svolgendo l' indagine di De Magistris descrivono una realta' allucinante, fatta di strade pericolose che franano (uccidendo persone), di depuratori costati un occhio della testa e fermati per portare i liquami inquinanti a 30Km di distanza entro tubature che perdono contaminando l' ambiente circostante... fino a un depuratore che NON funziona.

E' questa l' Italia che vogliamo?

Gennaro Giugliano ha detto...

Buongiorno a tutta la redazione,passati i miei bollenti spiriti di ieri dove ogni commento che avrei scritto sicuro al 100 % non veniva pubblicato pena andarci a fare un processo sia io che Voi,volevo domandarvi se tecnicamente vi sono margini affinchè il dott De Magistris possa venire in possesso nuovamente della inchiesta attraverso un ulteriore ricorso ? alla corte europea,altra domanda che sarei curioso di ricevere un vs parere se la situazione dovesse rimanere quella che è mi sembra di capire che stiamo di fronte ad un precedente mai avvenuto nel c.so della storia della magistratura ( se non forse per casi rarissimi ed eccezionali) potete tramite le vs associazioni far qualcosa democraticamente per far decadere questo provvedimento che andrebbe in futuro ad influenzare negativamente questo aspetto giuridico della stessa magistratua ? Grazie per una eventuale risposta,saluto il dott LIma sempre molto cordiale e cortese e tutta la redazione,buon lavoro a tutti

Anonimo ha detto...

I fatti semplicemente così esordiva un post di Felice Lima. Mi pare che oggi emerga che di semplice c’è solo il fatto che la giustizia non funziona e che forse anche De Magistris abbia collaborato a non farla funzionare. Ho letto l’ordinanza del Tribunale di Catanzaro, emessa peraltro da tre giovanissimi giudici non del luogo (così mi dice un collega catanzarese) e pubblicata (forse mimetizzata) nel blog . Da questa emerge chiaramente che il dott. De Magistris ha iniziato delle indagini senza che vi fosse una notizia criminis, ha disposto una perquisizione e addirittura un sequestro. Mi pare un fatto grave che un investigatore si scelga chi indagare. Mi chiedo se ciò non sia avvenuto anche per qualche altro imputato eccellente. Dalla lettura di notizie stampa e di qualche atto trovato sempre sulla rete (consulenza Genchi) mi pare emerga chiaramente che De Magistrsi abbia consultato tabulati telefonici di onorevoli senza chiedere la prescritta autorizzazione e abbia indagato su di un Ministro senza trasmettere gli atti al competente tribunale. Ma siete sicuri che De Magistris sia vittima di un complotto? Ma siete sicuri che coloro che tramano sono il Ministro della giustizia e tutto il suo entourage composto da giudici, il Procuratore Generale di Catanzaro, i giudici del tribunale del riesame, il Procuratore generale della cassazione e il Csm che ancora non ha rigettato la richiesta del Ministro (tanto infondata poi non deve essere)?
Piero Lessona

"Uguale per tutti" ha detto...

Risposta all’avv. Piero Lessona.

Gentile lettore, Lei è un avvocato.

Dunque, ha tutti gli strumenti - intellettuali, culturali e professionali - per capire cosa accade, cosa abbiamo fatto e scritto qui, cosa significano e quale peso hanno le Sue parole.

Da meno di due mesi stiamo provando a fare questo blog. Lo facciamo con grandissimi sacrifici personali, perchè abbiamo tutti impegni di lavoro veramente "folli". Lo facciamo chiedendo alle nostre famiglie più sacrifici del solito (siamo ancora più impegnati di sempre).

Chiunque capisce che lo facciamo spinti da un ideale, perchè basta leggere per capire che da questa "cosa" non trarremo né denaro, né carriera, né gloria. Anzi, un po' delle solite minacce di querela e di processi disciplinari e un po' di questo falso scandalo dei "giudici che devono parlare solo con le sentenze" che va tanto di moda.

Non sappiamo se questo blog sia fatto bene né se serva a qualcosa. Intanto stiamo provando a farlo. Poi si vedrà. Magari fra un po' prendiamo atto che non serve e "ce ne torniamo a casa".

Siamo sicuri di stare offrendo ai nostri lettori tutta l'onestà intellettuale della quale siamo capaci.

Ci permettiamo di dire che ci sembra legittimo chiedere ai nostri lettori altrettanta onestà intellettuale.

Lei scrive:
"Ho letto l’ordinanza del Tribunale di Catanzaro (...) pubblicata (forse mimetizzata) nel blog".

Perchè fa questo?

Perchè scrive che l'ordinanza è "mimetizzata" nel blog, mentre ognuno può constatare che ha nel blog la stessa evidenza di tutte le altre cose che ci si trovano?

Perchè scrive questo quando l'ordinanza E' nel blog? Se la volevamo "mimetizzare", neppure la pubblicavamo.

E' stata pubblicata ISTANTANEAMENTE, appena abbiamo saputo che era disponibile.

Ce l’ha segnalata l'avv. Fabio Lattanzi, difensore di uno degli indagati. L'abbiamo pubblicata subito e ABBIAMO CAMBIATO IL TITOLO DEL POST per mettere in evidenza che oltre alla relazione di Genchi c'era da quel momento anche il provvedimento del Tribunale del Riesame.
L'avv. Lattanzi (che ringraziamo cordialmente) si è detto soddisfatto.

Perchè Lei ci accusa così ingiustamente di una colpa che con evidenza non abbiamo?

Se vuole dialogare, anche in maniera critica, anche in maniera fortemente critica, venga qui a farlo. Gliene siamo grati. Ma perchè gli insulti?

Quanto al merito, Lei scrive che il provvedimento del tribunale dimostrerebbe che Luigi De Magistris ha commesso abusi e ci chiede se "siamo sicuri che De Magistris sia vittima di un complotto".

L'affermazione e il quesito sono pretestuosi (ci scusi se Le parliamo con sincerità, ma diversamente questo blog sarebbe una cosa come tante altre e a noi preme, invece, che sia un luogo di confronto sincero) - come e forse peggio del "mimetizzata" di cui sopra - per un duplice ordine di considerazioni.

Sotto un primo profilo, essendo avvocato, Lei sa che quel provvedimento del riesame non significa per niente ciò che Lei afferma.

Basti dire che il P.M. può avere accettato il rischio della revoca, pur di non fare discovery (non rendere noti agli indagati) atti del procedimento con i quali avrebbe difeso il provvedimento reclamato, ma la cui conoscenza da parte degli indagati e di tutti tramite loro avrebbe pregiudicato l'indagine.

Sotto altro decisivo profilo, ci riteniamo certi che Lei abbia capito benissimo che LA QUESTIONE NON E' QUESTA.

Molti di noi qui conoscono Luigi De Magistris, lo stimano e gli vogliono bene.

Ma non abbiamo fatto di questo l'oggetto del nostro discutere.

Come cittadini (perché questo siamo qui) di Luigi De Magistris ce ne importa poco (come colleghi e amici ce ne importa, invece, enormemente). Come cittadini di questo disgraziato Paese ci importa della possibilità che giunga prima o poi in Italia la democrazia che non c'è.

Perchè ci possa essere anche solo in ipotesi una qualche anche poverissima forma di democrazia è indispensabile che sia applicato l'art. 3 della Costituzione, per il quale "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge". A questa norma abbiamo dedicato il nome del nostro blog.

Ora, come Lei sa, per qualunque normale cittadino le indagini del pubblico ministero si concludono quando lo decide il P.M. entro i limiti temporali fissati dalla legge e si concludono con una richiesta del P.M. al G.U.P. di archiviazione o di rinvio a giudizio. Gli indagati hanno modo di difendersi davanti al G.U.P. e, in caso di rinvio a giudizio, davanti al tribunale, alla Corte di Appello, alla Cassazione.

Accade, però, in Italia e in Calabria che, se gli indagati sono "gente altolocata", c'è un terzo modo di far concludere le indagini.

Esse finiscono prima del tempo e finiscono con atti che le tolgono al P.M. a cui le indagini medesime erano state legittimamente affidate.

QUESTA, gentile Avvocato, E' LA QUESTIONE. E di questo noi stiamo cercando di parlare.

Essendo Lei un avvocato sa che è profondamente scorretto - sotto il profilo tecnico e, conseguentemente, sotto quello dialettico - pretendere che noi Le dimostriamo qui che l'inchiesta di Luigi De Magistris è seria, ben condotta e fondata (non foss’altro perché – ovviamente – non abbiamo accesso agli atti di quella inchiesta).

C'è un solo posto dove coloro che Lei è venuto qui a difendere potevano pretendere quelle prove: il procedimento in corso.

E c’è un solo tempo nel quale quelle prove possono essere chieste: quando l’indagine fosse stata CONCLUSA.

Ma purtroppo l’indagine è stata bloccata prima del tempo.

Che ora venga Lei e, fingendo di non avere capito cosa è successo e di cosa si parla, voglia prove che nessuno fuori dal processo può darLe è davvero una cosa surreale.

La cosa "interessante" (vediamo come va con questo eufemismo) è che non è neppure la prima volta che viene deciso che è meglio che il dr De Magistris non indaghi.

E' veramente la notte della Repubblica e la notte della ragione.

E purtroppo ha proprio ragione il collega De Magistris quando dice che cose così accadevano durante il fascismo e sono tipiche di un regime e non di una democrazia.

Questo è il problema, questa la questione.

Questi (problema e questione) sono, poi, figli di un altro problema che cerchiamo di illustrarLe.

Vede, Avvocato, chiunque si faccia una passeggiata in Calabria, legga un paio di giornali e magari, ad abundantiam, abbia visto la puntata di AnnoZero tanto deplorata, può constatare che in Calabria sono finiti nelle tasche di privati amici (veri o sedicenti) di politici potenti decine di milioni di euro (DECINE DI MILIONI DI EURO) di denaro pubblico.

Posto che, ovviamente, se qualcuno decidesse di cercare di capire per quali meccanismi illeciti (evidenti a tutti nei loro schemi logici e nei loro esiti devastanti per la Calabria e l’Italia tutta) ciò è avvenuto, non potrebbe che mettersi a indagare sulle persone potenti sulle quali stava indagando il collega De Magistris (salva, eventualmente, la perfetta innocenza e buona fede di costoro che l’esito delle indagini non avrebbe potuto che confermare), dinanzi alla constatazione che abbiamo fatto gli italiani si dividono in due gruppi.

Uno gruppo piccolo piccolo, formato da poche persone, che si indigna perché nessuno nella politica e pochissimi nel giornalismo e nella magistratura indagano su questi misfatti.

E un altro gruppo grande grande, formato da tante persone che si indignano perché – udite udite – il dr De Magistris invece stava indagando.

Il gruppo piccolo piccolo sta qui a pietire piagnucoloso nella speranza che prima o poi qualcuno gli faccia sapere come può accadere che milioni di euro di denaro pubblico vengano dati senza gare di appalto e senza trasparenza a un gruppo di amici (veri o sedicenti) dei titolari di posti anche governativi.

Alcuni esponenti del gruppo grande – e, ce lo permetta, Lei, anche se non lo fosse, si presenta qui come se appartenesse a quel gruppo – non vogliono sapere per niente come possa accadere ciò che abbiamo testé detto e vogliono, invece, sapere a tutti i costi (da noi!?) come e perché De Magistris si è permesso di indagare.

A costoro noi diciamo che lo avrebbero saputo se avessero lasciato lavorare De Magistris, ma loro, purtroppo, non solo lo vogliono sapere, ma – per un triplice paradosso autenticamente folle – lo vogliono sapere subito, lo vogliono sapere senza aspettare che l’inchiesta giunga a termine e lo vogliono sapere assicurandosi, nel frattempo, che l’inchiesta non possa giungere a termine.

In questo paradosso c’è il dramma di questo Paese.

La Sua posizione è ancora più interessante, perché Lei, commentando un articolo del collega Lima (“Cos’è e a cosa serve l’opposizione e cosa facciamo qui”), per un verso accusa la magistratura di avere grandi colpe nel malfunzionamento della giustizia, ma, per altro verso e paradossalmente, scrive: “Mi è difficile capire il perché ci si voglia astenere alle elezioni per il rinnovo dell’Anm. Mi è difficile capire cosa si rimproveri all’Anm. Il problema a mio avviso non è l’Anm, ma le singole correnti e forse i singoli magistrati”. E dire che in questo blog le responsabilità dell’A.N.M. sono state illustrate in molte lingue diverse.

Lei, Avvocato, ci ha chiesto se siamo sicuri che Luigi De Magistris sia un perseguitato.

Noi ci permettiamo di chiederLe: Avvocato, Lei è sicuro di volere davvero sapere chi sono i veri colpevoli di cosa?

Perché se è così, guardi che li sta davvero cercando nella direzione sbagliata.

Grazie davvero della Sua attenzione e del Suo contributo al dibattito che si svolge qui.

Un cordiale saluto.

La Redazione

P.S. – Lei ha scritto ancora che “il Csm che ancora non ha rigettato la richiesta del Ministro (tanto infondata poi non deve essere)”. Avvocato, Lei sa bene che il C.S.M. non si è ancora pronunciato sulla questione – né positivamente né negativamente – e da avvocato sa bene che quello che ha usato è un espediente retorico deplorevole. Per dargliene una prova rapida e convincente, Le facciamo notare che noi potremmo opporre al Suo espediente retorico un altro di segno uguale e contrario dicendo che “il C.S.M. non ha ancora accolto la richiesta del Ministro (tanto fondata poi non deve essere)”.

Ma si tratterebbe, appunto, di espedienti retorici. Dunque, torniamo alla preghiera iniziale: per favore, quando viene qui, metta in campo, come facciamo noi, tutta l’onestà intellettuale della quale è capace. Questo renderà il nostro dialogo, anche da posizioni opposte, estremamente utile per tutti.

Anonimo ha detto...

Avete ragione l'affermazione che la richiesta non è fondata perchè il Csm non l'ha rigettata è un deplorevole modo di argomentare. La mia era solo una provocazione perchè ho visto che molti hanno argomentato che il lungo rinvio da parte del Csm è prova della mancata urgenza. Identico modo di argomentare. Quando tutti sanno che il lungo rinvio è dovuto all'incapacità del Csm di decidere.

Anonimo ha detto...

Come voi penso che l'affermare che la mancata decisione del Csm sia la prova della fondatezza della richiesta di Mastella sia un modo becero di argomentare.
Ho qualche dubbio invece circa la lettura che avete dato dell'ordinanza del Tribunale di Catanzaro. Mi sembra ovvio che perquisizione e sesquestro erano illegittimi (forse sarebbe utile leggere questi provvedimenti). E mi pare che la motivazione del Tribunale sia pesante. Mi sembra anche probabile che non vi sia nulla di più di quello portato a conoscenza del Tribunale del riesame. L'esperienza m'insegna che l'intera indagine viene trasmessa al g.i.p. ed al tribunale del riesame. Ho la sensazione che De Magistris, come altri p.m., iniziano le indagini a prescindere da una vera notitia criminis. Come ho la sensazione che l'indagine non sia ancorata alla verifica di questa. E che questo avvenga più frequentemente quando l'indagato susciti particolare interesse.

"Uguale per tutti" ha detto...

Immaginiamo che sia Piero Lessona ad avere scritto:
"Avete ragione l'affermazione che la richiesta non è fondata perchè il Csm non l'ha rigettata è un deplorevole modo di argomentare. La mia era solo una provocazione perchè ho visto che molti hanno argomentato che il lungo rinvio da parte del Csm è prova della mancata urgenza. Identico modo di argomentare. Quando tutti sanno che il lungo rinvio è dovuto all'incapacità del Csm di decidere".

Gentile Avvocato,

grazie di cuore della cortesia che ha avuto di consentirci di proseguire lealmente il nostro dialogo, riconoscendo, almeno in parte, le nostre ragioni.

Scusi se approfittiamo della Sua disponilità per dirLe due cose.

La prima è che siamo d'accordo noi con Lei (così facciamo un po' di reciprocità) sull'analisi che infine propone delle ragioni per le quali il C.S.M. non ha ancora deciso (e badi che questo La dovrebbe fare riflettere molto su ciò che ha scritto a proposito dell'A.N.M.).

La seconda sul fatto che non era giusto far pagare a noi espedienti retorici altrui.

Noi quella cosa che Lei fondatamente lamenta non l'avevamo detta. Dunque, non meritavamo da Lei che usasse espedienti retorici con noi.

Grazie ancora, davvero, di avercelo riconosciuto.

Lei dice anche:
"Ho la sensazione che De Magistris, come altri p.m., iniziano le indagini a prescindere da una vera notitia criminis".

Abbiamo cercato di convencerLa, con il nostro precedente commento, che nel caso di specie la "notitia criminis" è clamorosamente sotto gli occhi di tutti.

Ormai, purtroppo o per fortuna (noi stiamo per la seconda), la "notitia criminis" si tocca con mano anche solo riguardando la puntata di AnnoZero del 25 ottobre u.s..

Basterebbero le dichiarazioni rese dalla impiegata della società Why not e l'elenco dei lavori per milioni di euro assegnati senza gare pubbliche elencati dal giornalista Guido Ruotolo per avere la "notitia criminis" e prima ancora sarebbe bastato farsi due passi in Calabria.

Sul fatto che c'è una "notitia criminis" a nostro parere non ci possono essere dubbi di sorta.

La questione è se ogni "notitia criminis" debba essere verificata o se, invece, debbano essere verificate solo quelle che riguardano persone "non altolocate".

E' tutto e solo qui.

Un cordiale saluto.

La redazione

Anonimo ha detto...

Perchè non si ricorda l’esito dell'indagine condotta del PM Dr De Magistris iniziata negli anni scorsi nei confronti del Coordinatore Regionale di AN della Calabria - che nella precedente legislatura ricopriva la carica di assessore all'agricoltura- ipotizzando un'associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio con una quarantina di indagati e svariati capi di imputazione, con una mole di documenti sequestrati e poi, passata al vaglio del GUP, drasticamente ridimensionata con un semplicissimo rinvio a giudizio per alcuni indagati per il solo reato di Truffa (e cioè reperimento di fondi da destinare all'attività agricola ma poi destinati a retribuire dipendenti di un afabbrica privi di stipendio) Non è che l'indagine Why Not avrebbe fatto la stessa fine?

"Uguale per tutti" ha detto...

Anonimo delle 18.18 ci pone due domande del tutto prive di qualunque senso logico.

La prima:
"Perchè non si ricorda l’esito dell'indagine condotta del PM Dr De Magistris ... passata al vaglio del GUP, drasticamente ridimensionata con un semplicissimo rinvio a giudizio per alcuni indagati per il solo reato di Truffa"

Domanda del tutto priva di senso perchè:

1. quelli che scrivono in questo blog pensano che la truffa sia un reato come tutti gli altri e quindi proprio non capiscono cosa voglia dire che "alla fine era solo una truffa", come se una truffa fosse una cosa da nulla;

2. è fisiologico nel sistema che le indagini del P.M. possano dare un esito alla fine modesto e addirittura finire senza esito, con l'archiviazione. Anzi questa è la cosa statisticamente più ricorrente. Ancora oggi non sappiamo chi ha causato la strage di Ustica (DC9 Itavia caduto in mare). Ma non per questo qualcuno si permette di criticare un'inchiesta durata anni e costata miliardi. Le inchieste si fanno proprio per cercare cose, che a volte si trovano e a volte no. Solo uno che non capisce nulla non solo di diritto e di processi, ma anche della vita, può auspicare che si facciano solo inchieste che hanno successo. E' un pensiero che litiga con la logica elementare.

La seconda domanda è:
"Non è che l'indagine Why Not avrebbe fatto la stessa fine?"

Questa domanda è proprio incommentabile. Ci scusi l'anonimo, ma va oltre la nostra capacità.

Che ne possiamo mai sapere come sarebbe finita un'indagine che non è finita?

Ma Lei, anonimo delle 18.18 è in grado di fare profezie?

Noi no!

E ancora di più che senso ha dire: chissà come sarebbe finita questa indagine. Secondo me sarebbe finita a niente. Sapete che vi dico, allora: siccome secondo me finirà a niente, la stronchiamo subito e così non facciamo perdere tempo al dr De Magistris.

Ma è un'epidemia che colpisce questi lettori anonimi: questa che non li aiuta a capire che le indagini servono a cercare prove che ancora non si hanno (perchè altrimenti non sarebbe necessario indagare) e che in qualunque paese civile nessuno di sogna di impedire le indagini, lavorando, anzi, tutti, proprio al contrario, a facilitarle?

POI, DOPO, quando le indagini sono finite (NON PRIMA) si tirano le somme e c'è un giudice che decide se bisogna fare un processo o no.

Questa è la democrazia.

La dittatura invece è: la dobbiamo smettere con questi fitusi che si permettono di indagare su noi gente altolocata e potente. A questi gliela facciamo vedere noi.

Molto interessante sul punto l'opinione del dr Chiaravalloti, Vice Presidente dell'ufficio del Garante della Privacy, da lui espressa nel corso di una telefonata che tutti hanno potuto riascoltare: fare un processo al dr De Magistris affidandone la cura alla camorra.

Un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Nonostante non amo le trasmissioni che si occupano di processi ho assistito alla trasmissione di Santoro. Ho letto la consulenza Genchi e l’interrogatorio di Giuesppe Tursi Prato. Onestamente non ho trovato una notizia di reato che giustificasse l’iscrizione al registro degli indagati né di Mastella, né di Prodi, né tantomeno di Bisignani. L’iscrizione di quest’ultimo mi pare poi rivesta particolare importanza poiché ha giustificato la consulenza Genchi e l’acquisizione di tabulati telefonici. Chiedo a voi se cortesemente mi indicate quale è la notizia di reato relativa a questi soggetti. La vicenda De Magistris penso vada scomposta. Da una parte metterei l’indagine Poseidone e i rapporti con il procuratore capo Lombardi e dall’altra “Why not”. Riguardo alla prima poco so. Ritengo però che le doglianze del p.m. calabro-campano possano essere fondate. Il comportamento del suo “Capo” dalle notizie che ho letto appare gravissimo. Riguardo alla seconda ritengo che il diritto sia stato calpestato. Penso inoltre che per cercare di rianimare una giustizia agonizzante, iniziando da una grossa autocritica che coinvolga tutte le toghe, si debba fuggire dal tubo catodico e dalla carta stampata, per discutere in spazi appropriati come questo blog. Onestamente mi piacerebbe che la discussione si sviluppasse anche nei palazzi giudiziari, dove regna la frenesia ed è scomparsa la riflessione.
Piero Lessona

Anonimo ha detto...

Alla redazione di UGUALE PER TUTTI volevo dire semplicemente: GRAZIE, grazie per questo blog che leggo volentieri e con piacere ogni volta che mi è possibile. Non è sempre facile trovare una buona informazione. Grazie.

"Uguale per tutti" ha detto...

Grazie di cuore a te Maria Teresa, per l'attenzione affettuosa, per il link che hai inviato come commento a un altro post (è un bellissimo articolo e non lo abbiamo ancora riportato solo perchè contiene accuse molto specifiche a persone specifiche e vogliamo essere sicuri che siano fondate).

E grazie, infine, anche per il tuo bellissimo blog - Pensieri in libertà - pieno di passione e di bei pensieri.

Un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Sono sempre l'anonimo delle 18,18.
Sono d'accordo che "le indagini servono a cercare prove che ancora non si hanno (perchè altrimenti non sarebbe necessario indagare) e che in qualunque paese civile nessuno di sogna di impedire le indagini, lavorando, anzi, tutti, proprio al contrario, a facilitarle?

POI, DOPO, quando le indagini sono finite (NON PRIMA) si tirano le somme e c'è un giudice che decide se bisogna fare un processo o no"

ma siccome il processo (indagini preliminari, dibattimento, ecc,.) e non solo la condanna, rappresentano una pena per chi vi è sottoposto, che facciamo?: prima mettiamo gli indagati alla gogna e poi chiediamo loro scusa perchè le indagini hanno appurato che non vi sono prove a loro carico?.
Nessuno pretende che si facciano solo quelle indagini che giungano ad una condanna ( chi ritiene che vi possano esser persone che pensano ciò dimostra scarsa considerazione per il prossimo); ma certamente è da paese barbaro ritenere che la possibilità (neppure la probabilità) di un soggetto di essere iscritto nel registro di indagati, iscrizione fatta magari da un inquirente che gode consenso mediatico in un determinato momento storico, possa rappresentare per un soggetto condanna irrevocabile e passata in giudicato.
Le indagini preliminari non si fanno né ad Annozero da Santoro né sulle piazze né in televisione.

Dopo questo, davvero sinceri complimenti per il blog: è utilissimo e interessantissimo,.
Buonasera

"Uguale per tutti" ha detto...

Gentile Anonimo delle 18.18, grazie dei complimenti per il blog: ne abbiamo bisogno perchè farlo andare avanti è impegnativo e ciincoraggia sapere che serve a qualcosa.

Senza alcun intento polemico, Le segnaliamo soltanto che l'iscrizione nel registro degli indagati non è una cosa "negativa", ma positiva.

Serve ad assicurare all'iscritto delle garanzie, prima delle quali far decorrere un termine massimo di tempo entro il quale l'indagine deve essere chiusa.

Se consideriamo un fatto negativo quella iscrizione, poi tutto si confonde e non si capisce più niente.

Prima che i potenti si mettessero di impegno per bloccare l'inchiesta di cui stiamo discutendo NESSUNO ERA STATO MESSO ALLA GOGNA.

Poi ci dobbiamo accordare, perchè nei paesi democratici la sottoposizione degli uomini pubblici a indagini e verifiche non è considerata "gogna", ma "controllo democratico".

Un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Salve,

Io una cosa non capisco proprio: cos'è questo tribunale dei ministri? Quello che giudica se un ministro possa continuare a svolgere il suo mandato? Che influenza ha la decisione di questo tribunale sull'indagine in corso e eventualmente sul processo (visto che a quanto mi pare di capire da "le carte sono partite a Roma" avrebbe la precedenza su tutto il resto).

Scusate la mia incompetenza, e grazie per l'aiuto a far chiarezza!

Con stima,
Elena

Anonimo ha detto...

Purtoppo oggi si sta assistendo a un fenomeno alquanto spiacevole: i fedeli servitori della Legge sono diventatati accaniti servi dello Stato.

Anonimo ha detto...

redazione carissima,
non nascondo che mi fa paura l'opinione secondo la quale "nei paesi democratici la sottoposizione degli uomini pubblici a indagini e verifiche non è considerata "gogna", ma "controllo democratico" in quanto intravedo, in questa affermazione il principio del tentativo di acquisizione del potere per via giudiziaria.
Poi, in ordine alla successiva affermazione "Senza alcun intento polemico, Le segnaliamo soltanto che l'iscrizione nel registro degli indagati non è una cosa "negativa", ma positiva.

Serve ad assicurare all'iscritto delle garanzie, prima delle quali far decorrere un termine massimo di tempo entro il quale l'indagine deve essere chiusa."
avrei piacere se mi fosse indicata UNA sola ipotesi, negli ultimi venti anni circa (e cioè dal 1989, epoca in cui fu introdotto il nuovo c,.p.p.), nella quale l'iscrizione nel registro degli indagati è stata considerata una cosa positiva. Certo, nei manuali di procedura penale leggiamo questo, e cioè che essa e fatta a garanzia dell’indagato: ma purtroppo l’informazione non è fatta con i manuali di p.p.
In conclusione oggi per chi viene iscritto nel registro degli indagati, purtroppo, significa subire la irrevocabile condanna penale. Se a ciò aggiungiamo che solitamente a questa iscrizione si accompagna un puntuale conferenza stampa dell’inquirente, con bella mostra della PG., che già emette le sentenze, ci si può meravigliare se gli indagati sfoderino tutti i mezzi a loro disposizione per difendersi? Facendo andare in tilt tutto il sistema?.
Non dico di chi è la colpa: certamente non di una sola parte.
Purtroppo sono intriso di cultura ipergarantista, e non è colpa mia…Buona domenica.

"Uguale per tutti" ha detto...

Risposta all'Anonimo delle 14.41.

Gentile Lettore,

Lei scrive:
"non nascondo che mi fa paura l'opinione secondo la quale "nei paesi democratici la sottoposizione degli uomini pubblici a indagini e verifiche non è considerata "gogna", ma "controllo democratico" in quanto intravedo, in questa affermazione il principio del tentativo di acquisizione del potere per via giudiziaria".

Fermo restando che ognuno può avere paura di quello che vuole (e Lei di paure ne deve avere diverse infondate, se non trova neppure il coraggio di mettere una firma sotto le sue idee), guardi che la Sua affermazione che abbiamo ricopiato qui è priva di qualunque fondamento razionale.

Entrando in qualunque biblioteca a Sua scelta e leggendo qualunque libro che tratti il tema della democrazia, scoprirà che le nostre parole che La spaventano non sono di nostra invenzione, ma sono ovvie e incontroverse.

E' incontroverso, insomma, che, perchè ci sia democrazia, il potere deve essere soggetto a controlli ("controlli" al plurale).

Consideri, invece, che l'affermazione secondo la quale questo sarebbe, come dice Lei, "il principio del tentativo di acquisizione del potere per via giudiziaria" è, ci creda e non si offenda, una cosa del tutto insensata, che si legge solo sui fogli di "propaganda" (nel senso peggiore di questa parola) di alcuni gaglioffi.

D'altra parte, ove Lei volesse provare a considerare le cose oggettivamente, potrebbe constatare in mano a chi è saldamente il potere in Italia, così come potrebbe anche constatare come al momento sia del tutto impossibile non solo toglierglielo, ma ottenere che lo eserciti in maniera almeno decente.

Consideri anche che in questo Paese non si dimettono dalle loro cariche pubbliche neppure persone condannate con sentenze definitive: l'on. Previti, per fare uno degli esempi più clamorosi, ha continuato a fare il parlamentare per mesi pur dopo una condanna definitiva alla interdizione dai pubblici uffici e a difendere la sua posizione c'era un deputato dei democratici di sinistra (il sen. Pellegrino: per dire come non si tratti di una questione di "colore politico", ma proprio di malcostume diffuso).

E dunque, se non ci si dimette neppure dopo le condanne definitive davvero non capiamo quali conseguenze dovrebbe avere la pubblicità della iscrizione nel registro degli indagati della quale Lei parla.

Lei poi aggiunge un'altra cosa priva di senso logico, quando dice:
"Purtroppo sono intriso di cultura ipergarantista, e non è colpa mia".

Purtroppo Lei non ha proprio idea di cosa sia il "garantismo".

L'intera Redazione qui si ritiene convintamente garantista.

Ma Lei confonde il garantismo con la "corruzione diffusa e impunita".

"Garantismo" è rispetto dei diritti: ma di tutti.

Se Lei considera quanto è alto in Italia il livello della corruzione e quanto è basso il livello delal libertà di stampa (siamo stati classificati al 76° posto in quest'ultimo), capirà che in Italia MANCANO COMPLETAMENTE una serie di fondamentali "garanzie".

Lei confonde "garantismo" con consentire a un manipolo di ladri di denaro pubblico, falsificaroti di bilanci, collocatori di amici in posti pubblici senza concorso, e tanto altro di continuare in questo del tutto indisturbati.

Gentile Lettore, prima di esprimere opinioni così "audaci" si informi almeno un po' sulle cose di cui parla. Considerando, ovviamente, che "informarsi" non è leggere "fogli di propaganda".

Per concludere, comunque, consideri la seguente cosa assolutamente ovvia.

La legge impone al pubblico ministero di iscrivere nel registro degli indagati TUTTE LE PERSONE nei confronti delle quali indaghi.

Come abbiamo cercato di spiegarLe ciò è previsto perchè l'iscrizione dà dei diritti e delle garanzie all'iscritto.

Se, per farLa contenta, non dobbiamo iscrivere le persone che Lei vuole garantire in quel registro, ciò che Lei puramente e semplicemente vuole e che non indaghiamo su di loro.

Proprio quello che scrivono i "fogli di propadanda".

La Redazione

Anonimo ha detto...

I politici o meglio i potenti devono essere come qualunque altro cittadino sottoposti al controllo dell'autorità giudiziaria. Evito disquisizioni inutili circa l'autonomia dei poteri, che voi persone più colte di me conoscete perfettamente. Mi soffermo invece sulla gogna mediatica. Indagini e processo come è stato già detto costituiscono già di per sè una pena. Quando il processo attira l'attenzione dei mass media il processo da pena si tramuta in gogna. Questo avviene non solo per i processi che hanno ad oggetto personaggi politici ma per tutti i processi che rivestono un interesse pubblico. Marta Russo, Cogne, Garlasco, Lumumba sono solo degli esempi. Quello che accomuna i processi attenzionati dai mass media è:la disinformazione, l'impossibilità per l'indagato di difendersi; la condanna mediatica; il disinteresse per una eventuale assoluzione che avviene a distanza del tempo e perciò non costituisce più una notizia. Un fenomeno che penso tutti stigmatizziano, ma che nessuno arresta.
Franco Lulli

"Uguale per tutti" ha detto...

Grazie a Franco Lulli per il Suo contributo, il cui contenuto condividiamo.

Purtroppo quando una società perde complessivamente i riferimenti etici e deontologici coloro che esercitano "professioni delicate e impegnative" sono i più esposti a questa crisi.

Il giornalismo italiano in questo momento mostra una crisi grave.

Basti pensare cosa è stato fatto, detto, scritto, mandato in onda con riferimento al tragico omicidio di Chiara Poggi a Garlasco.

Come ha detto oggi Gherardo Colombo nel corso di un'intervista televisiva, il problema è recuperare il rispetto per gli altri e una cultura delle regole che abbiamo abbandonato da tempo.

Bisogna che tutti ci impegnamo, ognuno come e dove può.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Premetto che a mio parere i problemi non si risolvono esclusivamente con interventi legislativi. E questo soprattutto quando i problemi sono generati dal non rispetto di regole scritte e non scritte. Ritengo però che rimettersi solo al recupero di valori etici e deontolgici non porti a porre un freno ad un fenomeno da estirpare. Credo che sia necessario limitare la pubblicazione di atti o di parte di questi durante la fase delle indagini preliminari. Il diritto di cronaca deve essere contemperato con altri diritti, quali quello alla riservatezza, ad un giusto processo e ad una efficace difesa. L'indagato che vede pubblicati stralci d'intercettazioni, di ordinanze di custodia cautelare, perde la riservatezza, si vede violentato, è costretto a difendersi sui mass media, nn conoscendo gli atti, pur essendo presunto non colpevole. Vi è poi il caso in cui è la pubblicazione ha ad oggetto atti inerenti la persona offesa o il testimone. Forse limitare il diritto di cronaca al processo sarebbe più giusto. Perlatro il nostro ordinamento già disciplina la materia in questo senso, con sanzioni che però sono irrisorie ed inefficaci. Forse dovrebbero essere previste sanzioni ammoinistrative quali la multa e la sospensione della pubblicazione.
Franco Lulli