giovedì 1 novembre 2007

Democrazia e potere

di Arturo Xibilia
(Psicologo)

La lettura dell'intervento del dott. Stefano Racheli mi induce a due brevi osservazioni, sicuramente inutili, ma tant'è ...

La prima riguarda l'affermazione che la democrazia sia nata quale antagonista del potere assoluto. Non è esatto: è nata come antagonista anche di tutte le oligogarchie su base di sangue, di censo, di cultura, di fede religiosa, ecc., oltre che delle monarchie costituzionali, e alle sue origine la semantica della parola era tutt'altro che "positiva", perché suonava all'incirca come ai nostri giorni ha suonato l'espressione "dittatura del popolo".

Di questi tempi, mi sembra opportuno ricordare alla signora Democrazia che i suoi natali non sono poi così schietti e nobili come vorrebbe far credere, in modo che stia attenta a non ricaderci.

La seconda riguarda la preoccupazione che la conquista del consenso, strada obbligata per accedere al potere, possa essere tombale per la democrazia, e la successiva invocazione di una attività politica che rinunzi alla conquista del potere: bello!

Ma appartenendo alla nobile classe "uomo della strada" mi chiedo: strumenti quali Costituzione, Corte costituzionale, separatezza e autonomia del Giudice, certezza della sanzione , ecc. non servono anche ad evitare che la necessaria acquisizione del potere fagociti la democrazia? E per tutelare adeguatamente quegli strumenti non ci vuole del potere? Tanto potere, certe volte.

Tutto è un po' più complicato, e forse bisogna chiedersi prima d'ogni cosa perchè a nominare canoni quali correttezza, onestà, rispetto, uno si sente stupido e quasi si vergogna.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto semplice la risposta: perché questo è sostanzialmente un paese incivile, a metà strada tra l'europa e l'africa (come costumi, intendo...), e non c'è nulla da fare per le persone civili, se non prenderne atto ovvero, se possono, andarsene.

La classe politica, la classe forense, la classe giudiziaria, tutte le classi rilevanti altro non sono, infatti, se non la proiezione esponenziale del popolo italiano, che non è certo come quello svedese !

Non si semina in un terreno arido...spiace solo per le persone capaci e oneste, e per la loro sfortuna di esser nati qua, anziché in un paese europeo e civile.

salvatore d'urso ha detto...

L'onorevole Antonio Borghesi risponde e accusa:

Giustizia: azzerato il team di De Magistris. Forleo: nuovo caso De Magistris?
“Il trasferimento d’urgenza del capitano Pasquale Zacheo, braccio destro di De Magistris nell’inchiesta ‘Toghe lucane’ è un atto che desta diverse perplessità e qualche sospetto. Sembrerebbe che si sia dato il via alle manovre contro chi ha dato supporto al pm di Catanzaro”.
“Chiedo che sulla vicenda sia fatta chiarezza nelle sedi opportune e non posso non ricordare che troppo spesso, già in passato, i trasferimenti sono stati un’arma per non fare andare avanti le inchieste. Dal momento che qualcuno si è fatto garante della prosecuzione dell’inchiesta ora in questione chiedo che adesso faccia sentire la sua voce”.
Oggi è stato revocato l’incarico anche al suo superconsulente informatico Gioacchino Genchi.
Ora parli chi di dovere e dica chi e come continuerà nell’indagine?
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“Trovo inaccettabile che un magistrato venga ripreso solo perché dice la verità. E’ ingiusto tentare di zittire Clementina Forleo per aver rivelato di intimidazioni subite anche da persone appartenenti ad organi istituzionali”. Mi chiedo se non si stia preparando anche per il gip di Milano un caso De Magistris. Nella richiesta di trasferimento del pm di Catanzaro, infatti, si è additato, tra le motivazioni, il fatto che parlasse troppo”. “Non è giusto che, appigliandosi a sobrietà e prudenza, doti assolutamente indispensabili per i magistrati, tentare di negare loro il diritto di parola”.

“Mi auguro che alle accuse gravissime della Forleo a questo punto facciano seguito i nomi delle persone e la precisazione sulle istituzioni che hanno operato pressioni indebite su di lei”. “Auspico altresì che tanto il Presidente del Consiglio, quanto il Presidente della Repubblica pretendano da chi di dovere di andare in fondo alla questione e che i colpevoli di simili nefandezze siano colpiti duramente: è un atto dovuto agli italiani che credono nella giustizia e vogliono continuare a crederci”.