Il seguente scritto di Gherardo Colombo è tratto da Golem, L'Indispensabile - Il Sole 24 Ore. Nello stesso sito, si trovano altri interventi sul tema e, fra questi, uno interessantissimo di Paolo Barnard.
di Gherardo Colombo
Il primo di novembre molti, se non tutti, giornali hanno aperto con la notizia dell’aggressione di Giovanna Reggiani, avvenuta nei pressi della stazione di Tor di Quinto, nella capitale, da parte di un romeno. Le violenze subite l’hanno portata al coma e poi alla morte.
Il fatto, tragico e intollerabile, ha messo ancor più in primo piano il tema della sicurezza, sul quale il governo era intervenuto un paio di giorni prima con una serie di disegni di legge la cui trasformazione in legge richiede tempi non brevi, il cui contenuto è stato sintetizzato tramite frasi ad effetto del tipo “basta con la polizia che arresta e con i magistrati che scarcerano”, significative del “giro di vite”, della sterzata di “severità” che si intende esprimere verso chi commette reati.
Il nuovo atto violento ha indirizzato le reazioni generali verso gli stranieri (uno dei disegni di legge è stato subito trasformato in decreto, che entra in vigore immediatamente, quello che facilita le espulsioni dal territorio dello stato) e più in particolare verso i romeni.
Il “Corriere della Sera” online riferisce che «Stando ai dati del 2006 in possesso delle forze di polizia, i romeni sono al primo posto per gli omicidi - sono il 15,4% del totale degli stranieri denunciati e il 5,3% sul totale dei denunciati -, le violenze sessuali, i furti di autovetture e quelli con destrezza, le rapine in abitazione e quelle nei negozi, le estorsioni».
Il sindaco di Roma, e segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni, afferma in un’intervista a “Repubblica” che «nei primi sette mesi dell’anno gli arrestati a Roma sono per il 75% romeni che hanno violentato, rapinato, ucciso».
I dati mi stupiscono, perché mi sembrano poco coerenti con le mie conoscenze di ex magistrato: forse andrebbero contestualizzati e specificati ulteriormente per essere comprensibili: il 15,4 % del totale degli stranieri denunciati riguarda gli omicidi o anche, per esempio, i furti? I romeni sono il 75% di tutti gli arrestati, o degli stranieri che hanno violentato, rapinato, ucciso? Nella statistica sono compresi anche gli italiani, e se sì, quanti sono coloro che hanno commesso reati di quel tipo? Sono conteggiati anche gli omicidi di camorra, di mafia e di ‘ndrangheta dei quali sono rimasti ignoti gli autori?
Osservando le fotografie dei luoghi in cui si è verificata l’aggressione (quella della strada percorsa dalla donna per raggiunger casa; quella, satellitare, del complesso dei luoghi: la stazione ferroviaria, i dintorni, il percorso che la signora stava seguendo) colpisce lo squallore e l’abbandono al di là dell’immaginabile. Un luogo (riprendo dal “Corriere” cartaceo, articolo a firma Frignani) «abbandonato, pieno di rifiuti e bottiglie rotte»; «Chiamare stazione» quella di Tor di Quinto è, secondo Massimo Lugli, “Repubblica”, «un’esagerazione. Buio, nebbia e deserto tutt’intorno. I passeggeri, la sera, si avviano di fretta sui settecento metri di sterrato senza illuminazione» per riuscire a ritornare in un luogo frequentabile. «Una rete metallica piena di buchi separa la strada da un prato disseminato di rifiuti …».
Il tema della sicurezza è serio, molto serio. È uno dei primi compiti dello stato quello di garantire la sicurezza fisica ai suoi abitanti, cittadini o residenti stranieri che siano. Ma sulla sicurezza è lecito porsi alcune domande.
La prima riguarda la percezione dell’insicurezza. Per affrontare un problema è necessario conoscerlo nei suoi termini esatti. Informazione e politica aiutano ad avere della sicurezza la giusta percezione? Il tema è affrontato per il rilievo che ha, o succede talvolta che sia enfatizzato o ridimensionato, che l’individuazione del rischio sia in qualche misura instradato, per scopi che con l’effettiva sicurezza del cittadino hanno poco a che fare?
Il più delle volte al tema della sicurezza è data una risposta di repressione (e di diminuzione delle garanzie personali). Anche in questa occasione, leggendo i giornali, la risposta consiste soprattutto nell’inasprimento di alcune pene, nell’esclusione della loro sospensione per alcuni reati che violano l’integrità della persona, nell’ampliamento della custodia cautelare (sarà più difficile, in alcuni casi, la rimessione in libertà).
A parte la domanda (che pure vi faccio) se la via repressiva sia davvero efficace e se l’inasprimento delle pene porti a risultati effettivi, vorrei una risposta sui luoghi: lo squallore, il buio, il degrado, non aiutano a minare la sicurezza, a render possibili aggressioni come quella di cui sto parlando? E se fosse così, non sarebbe opportuno pensare (e adottare) misure preventive che non passino attraverso il sistema penale, ma riguardino per esempio il governo del territorio?
di Gherardo Colombo
Il primo di novembre molti, se non tutti, giornali hanno aperto con la notizia dell’aggressione di Giovanna Reggiani, avvenuta nei pressi della stazione di Tor di Quinto, nella capitale, da parte di un romeno. Le violenze subite l’hanno portata al coma e poi alla morte.
Il fatto, tragico e intollerabile, ha messo ancor più in primo piano il tema della sicurezza, sul quale il governo era intervenuto un paio di giorni prima con una serie di disegni di legge la cui trasformazione in legge richiede tempi non brevi, il cui contenuto è stato sintetizzato tramite frasi ad effetto del tipo “basta con la polizia che arresta e con i magistrati che scarcerano”, significative del “giro di vite”, della sterzata di “severità” che si intende esprimere verso chi commette reati.
Il nuovo atto violento ha indirizzato le reazioni generali verso gli stranieri (uno dei disegni di legge è stato subito trasformato in decreto, che entra in vigore immediatamente, quello che facilita le espulsioni dal territorio dello stato) e più in particolare verso i romeni.
Il “Corriere della Sera” online riferisce che «Stando ai dati del 2006 in possesso delle forze di polizia, i romeni sono al primo posto per gli omicidi - sono il 15,4% del totale degli stranieri denunciati e il 5,3% sul totale dei denunciati -, le violenze sessuali, i furti di autovetture e quelli con destrezza, le rapine in abitazione e quelle nei negozi, le estorsioni».
Il sindaco di Roma, e segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni, afferma in un’intervista a “Repubblica” che «nei primi sette mesi dell’anno gli arrestati a Roma sono per il 75% romeni che hanno violentato, rapinato, ucciso».
I dati mi stupiscono, perché mi sembrano poco coerenti con le mie conoscenze di ex magistrato: forse andrebbero contestualizzati e specificati ulteriormente per essere comprensibili: il 15,4 % del totale degli stranieri denunciati riguarda gli omicidi o anche, per esempio, i furti? I romeni sono il 75% di tutti gli arrestati, o degli stranieri che hanno violentato, rapinato, ucciso? Nella statistica sono compresi anche gli italiani, e se sì, quanti sono coloro che hanno commesso reati di quel tipo? Sono conteggiati anche gli omicidi di camorra, di mafia e di ‘ndrangheta dei quali sono rimasti ignoti gli autori?
Osservando le fotografie dei luoghi in cui si è verificata l’aggressione (quella della strada percorsa dalla donna per raggiunger casa; quella, satellitare, del complesso dei luoghi: la stazione ferroviaria, i dintorni, il percorso che la signora stava seguendo) colpisce lo squallore e l’abbandono al di là dell’immaginabile. Un luogo (riprendo dal “Corriere” cartaceo, articolo a firma Frignani) «abbandonato, pieno di rifiuti e bottiglie rotte»; «Chiamare stazione» quella di Tor di Quinto è, secondo Massimo Lugli, “Repubblica”, «un’esagerazione. Buio, nebbia e deserto tutt’intorno. I passeggeri, la sera, si avviano di fretta sui settecento metri di sterrato senza illuminazione» per riuscire a ritornare in un luogo frequentabile. «Una rete metallica piena di buchi separa la strada da un prato disseminato di rifiuti …».
Il tema della sicurezza è serio, molto serio. È uno dei primi compiti dello stato quello di garantire la sicurezza fisica ai suoi abitanti, cittadini o residenti stranieri che siano. Ma sulla sicurezza è lecito porsi alcune domande.
La prima riguarda la percezione dell’insicurezza. Per affrontare un problema è necessario conoscerlo nei suoi termini esatti. Informazione e politica aiutano ad avere della sicurezza la giusta percezione? Il tema è affrontato per il rilievo che ha, o succede talvolta che sia enfatizzato o ridimensionato, che l’individuazione del rischio sia in qualche misura instradato, per scopi che con l’effettiva sicurezza del cittadino hanno poco a che fare?
Il più delle volte al tema della sicurezza è data una risposta di repressione (e di diminuzione delle garanzie personali). Anche in questa occasione, leggendo i giornali, la risposta consiste soprattutto nell’inasprimento di alcune pene, nell’esclusione della loro sospensione per alcuni reati che violano l’integrità della persona, nell’ampliamento della custodia cautelare (sarà più difficile, in alcuni casi, la rimessione in libertà).
A parte la domanda (che pure vi faccio) se la via repressiva sia davvero efficace e se l’inasprimento delle pene porti a risultati effettivi, vorrei una risposta sui luoghi: lo squallore, il buio, il degrado, non aiutano a minare la sicurezza, a render possibili aggressioni come quella di cui sto parlando? E se fosse così, non sarebbe opportuno pensare (e adottare) misure preventive che non passino attraverso il sistema penale, ma riguardino per esempio il governo del territorio?
5 commenti:
Buongiorno a tutta la redazione,leggo con piacere questo post la cui firma mi riporta ad un periodo di splendore di una parte della magistratura in special modo quella del pool di Milano,ritornando al post tutte le osservazione rilevate sono degne di nota e secondo il mio modesto parere, a parte l'aver preso una decisione in materia legislativa in gran fretta e in presenza di un episodio molto grave non si è tenuto conto,come giustamente rilevato il contesto globale di dove e come sia maturato l'episodio grave in essere e da questo mi riconduco alla parte finale del post convenendo che tra le tante responsabilità non escluderei tutta la parte politica ad iniziare dai membri del governo per finire a tutti gli amministratori comunali e provinciali che non hanno fatto nulla preventivamente a tutela dei territori lasciando quindi la cittadinanza in balia di loro stessi, Per me queste persone sono da considerare al pari di terroristi che commettono stragi,si differenziano da questi ultimi solo perchè sono in giacca e cravatta e nulla più,buon lavoro a tutti voi
Senza saper ne leggere ne scrivere, questo polverone si è creato, per interessi di casta. Se a morire fosse stato un povero cristo, avremmo avuto solo un trafiletto di cronaca. Cosa dovrebbero fare a napoli? dove morti scippi e rapine sono all'ordine del giorno? o in zone dell'italia dove la criminalità è indotta da stato, banche, e mafiosi che impoveriscono le persone? Ricordiamo inoltre la recente morte in carcere di Aldo Bianzio , con tentativi di insabbiamento, è il tentato omicidio da parte di un militare italiano in forza alla base americana di vicenza successo ieri? Un manifestante è all'ospedale investito volutamente dal militare con la sua gip, e tentato di investirne altri. Ma che stato è questo?
Da comune cittadino, la mia modesta opinione e' questa:
in una societa' equilibrata occorrono RIGORE e GIUSTIZIA da una parte, Spirito di Solidarieta' ed ACCOGLIENZA dall' altra, se c'e' una mancanza nell' l' una o nell' altra parte si crea inevitabilmente una situazione di squilibrio e di tensione; se poi mancano entrambi... non ne parliamo.
Ho l' impressione che in questi anni ci sia stato del lassismo da una parte e una scarsa volonta di IMPEGNO SISTEMATICO nella solidarieta' e nell' accoglienza, sostituite spesso da un permissivismo buonista piuttosto disorganizzato, salvo poi attuare inutili e tardive misure repressive quasi a voler dimostrare che qualcosa si sta' facendo...
Che poi ci siano gruppi di persone che pensano in modo diverso (piu' comprensivo gli uni e meno tollerante gli altri) il rapporto con gli immigrati poveri di altri paesi piu' arretrati (comunitari o extra) e' fisiologico in una societa' pluralista e anche questo crea problemi difficili da gestire ma anche questo va messo in conto.
C'e' sicuramente stata scarsa o nessuna attenzione verso la riqualificazione dell' ambiente, dello spazio vitale in molte zone di Roma (e in generale un po' in tutta l' Italia) e si sa' o si dovrebbe sapere che la qualita' dell' ambiente influisce sullo spirito delle persone che lo abitano.
Secondo me NON c'e' bisogno di inasprire le pene ma di APPLICARE LA LEGGE, evitando magari di far lavorare a vuoto le forze dell' ordine per poi rimettere in circolazione i delinquenti realmente pericolosi; semmai c'e' bisogno di studiare le pene in modo piu' equilibrato evitando di comminare 8 anni a chi spaccia CD contraffatti e 6 a chi, ubriaco, investe ed uccide delle persone... credo che la sproporzione della pena rispetto alla gravita' del delitto sia evidente.
Le risorse economiche ed umane per aiutare gli immigrati ad integrarsi (arricchendo questo paese) e per permettere alle forze dell' ordine di poter agire nelle migliori condizioni
CI SONO, basta solo volerlo e se chi DEVE NON VUOLE c'e' da chiedersi... PERCHE'?
Dal blog di Di Pietro
"I giudici diventano imputati
In questi giorni stiamo assistendo a un rovesciamento dei ruoli: i giudici sono indagati per azioni disciplinari come nel caso di Clementina Forleo e di Luigi De Magistris e invece dei politici implicati nelle loro indagini non parla più nessuno.
Le lacrime di un giudice vengono fatte passare per lo sfogo di una persona sull’orlo di una crisi di nervi, come a testimoniare la sua inattendibilità. Le indagini Unipol e Why Not vedono coinvolti personaggi di primissimo piano appartenenti a entrambi gli schieramenti politici, delle loro eventuali responsabilità si è persa ogni traccia. Si preferisce orientare l’opinione pubblica sulle presunte mancanze dei giudici che sono diventati imputati.
La gente assiste a un teatrino di cui ha capito da tempo la trama e gli attori. Gli attacchi alla Forleo e De Magistris allontanano i cittadini dalla politica. E’ passato il messaggio, ancora una volta, che i politici sono intoccabili. Tutto questo rende la nostra democrazia ogni giorno più debole."
Cosi' dice il ministro Di Pietro (finalmente ritorna a parlarne...)
Dr. Colombo, forse dovrebbe farsi sentire piu' forte la voce a sostegno dei Magistrati attaccati. Lei lo sa quanto puo' essere utile e giusto, Lei che ha sperimentato la reazione della casta scoperta nei suoi strani maneggi, Lei che certo apprezza il valore e la preparazione dei suoi due Colleghi adesso troppo soli e troppo esposti.
La gente ha capito da tempo cosa sta succedendo nel nostro sfortunato Paese dove la questione morale e' stata del tutto dimenticata, in ogni settore.
Ed ora e' chiaro perche' i due lungimiranti Magistrati, pur sapendo che sarebbero stati criticati anche da chi ha dimostrato memoria corta, hanno scelto di apparire direttamente con il loro volto e le loro voci, perche' cosi' sarebbe stato impossibile farli passare per pazzi ed esaltati.
Proviamo a pensare cosa sarebbe accaduto se non ci fossero state le due puntate di Annozero: l'informazione e' ancella della legalita'!
E chi non ha nulla da nascondere non teme certo che le informazioni circolino....
O no?
Mentre si crea un qualche poblema grosso o piccolo per i cittadini si scatena la bagarre.C'e' un problema di esubero di comunitari ed extra e di parla di integrazione, anzi Prodi chiede addirittura finanziamenti all'Europa per l'integrazione dei rom in Italia: Ma nessuno vede che siamo noi italiani ad essere disintegrati in tutti gli aspetti della società: Anche l'elenco dei crimini perpetrati in famiglia da italiani credo che dipenda da uno scollamento che è avvenuto in tutti i settori della amministrazione. Anche la giustizia ha la sua grossa parte di responsabilità. Per esempio cause civili di separazioni fortemente conflittuali con figli e minacce sono svolte stancamente nei tribunali sonnacchiosi come qualunqua altra questione con rinvii differimenti altri rinvii magari per trasferimenti sino a due tre giudici nell'arco del procedimento: So bene cosa possa avvenire giorno dopo giorno in situazioni non regolamentate quanto meno da un provvvedimento esecutivo necessario del Tribunale.Io chiedo sommessamente di fare una riflessione allaMagistratura che in questo paese ha e ha sempre avuto una enorme importanza ed è indispensabile per il normale andamento di questa nazione in perenne ostaggio di una politica tesa solo al consenso elettorale che adesso con questo finto federalismo si è propagato ad ogni singola regione: L'inchesta calabrese ne segna tutti gli scenari: Vorrei rivedere un'inchiesta che vidi in televisione di Diacona in epoca elettorale che per bocca degli stessi attori spiegava bene il meccanismo dello scambio dei voti: Comunque con questa politica ci dobbiamo convivere: Ma con la Giustizia ci dobbiamo vivere:
Scusate lo sfogo
Alessandra
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