mercoledì 5 dicembre 2007

Il Coniglio Superiore


Uliwood party

di Marco Travaglio
(Giornalista)


da L'Unità del 5 dicembre 2007

Come volevasi dimostrare, il C.S.M. si accinge a trasferire due magistrati, Clementina Forleo e Luigi De Magistris: quelli che si sono occupati di D’Alema, Latorre, Prodi e Mastella.

Se sotto il governo Berlusconi il C.S.M. avesse tentato di trasferire i magistrati che indagavano su di lui, si sarebbe parlato di «regime».

Oggi, a parti invertite, silenzio di tomba.

Quando Berlusconi fa porcate, da sinistra qualche grido di allarme si leva. Quando le porcate vengono da sinistra, Berlusconi non strilla: propone larghe intese.

Ora le larghe intese le anticipa il C.S.M.. Vedi l’unanimità con cui membri laici e togati, di destra e di sinistra, hanno votato l’apertura della pratica di trasferimento della Forleo.

La domanda è: si può cacciare un giudice per una parola in più o in meno?

Fosse per questo, verrebbe da domandarsi che ci faccia al C.S.M. Letizia Vacca, «laica» del Pdci e vicepresidente della I commissione che si occupa di Forleo e De Magistris.

Intanto perché la signora insegna storia del diritto romano, un po’ poco per far parte del C.S.M.. Poi perché ha del riserbo che pretende dai giudici un concetto molto elastico.

L’altroieri se n’è uscita con una sentenza anticipata: «Forleo e De Magistris sono cattivi magistrati», hanno «condotte devastanti», «devono fare le inchieste e non gli eroi».

Ma va? De Magistris di inchieste ne stava facendo due su politici di destra e sinistra, e guarda caso una gliel’ha tolta il suo capo, l’altra gliel’ha avocata il P.G.. Che dev’essere un ottimo giudice, visto che Letizia Vacca non gliene ha chiesto conto.

Forleo, essendo un G.I.P., non fa indagini: ha chiesto al Parlamento di consentire alla Procura di farle sulle telefonate dei furbetti delle scalate con sei parlamentari, tre di F.I. e tre D.S.. Il Parlamento ha risposto con tre mesi di insulti. La Camera, per un cavillo, ha rimandato indietro la posizione di D’Alema, il Senato dorme sonni profondi e 5 mesi dopo non ha ancora votato su Latorre, Comincioli e Grillo.

Riusciranno i nostri eroi del C.S.M. a cacciare il giudice prima che il Parlamento gli risponda?

La loquacissima Vacca ha fretta. Dopo l’interrogatorio del P.G. milanese Mario Blandini, violò subito il riserbo e dichiarò: «La Forleo è stata smentita».

Peccato che il P.M. Fusco, a Brescia, abbia confermato: Forleo gli riferì il colloquio con Blandini.

Ma il C.S.M. non ha sentito Fusco, che conferma la versione Forleo.

Ha sentito Blandini, che smentisce.

Negli altri capi d’incolpazione, si contesta alla Forleo di aver diffamato due agenti accusati di aver pestato un magrebino, e un carabiniere di Brindisi accusato di non indagare sulle minacce subite dai genitori.

Ora – rivela Vulpio sul Corriere – uno degli agenti è stato radiato dalla Polizia per aver pestato dei trans; e le indagini di Brindisi erano così ficcanti che un G.I.P. ne ha ordinate di nuove.

Di tutto ciò nell’atto di accusa del P..G. Delli Priscoli e nelle esternazioni della Vacca, non c’è traccia.

Del resto la signora, prim’ancora di aprire la pratica, ha già sentenziato:
«Forleo e De Magistris sono cattivi magistrati».

E così mette in imbarazzo il suo partito, il Pdci, che certo non l’ha mandata al C.S.M. per questo; e pure Prodi, che non ha mai detto una parola contro De Magistris e ha tutto da perdere se finisce intruppato con Mastella e coi compari dei furbetti.

Quali sarebbero poi, per la Vacca, i «buoni magistrati»?

Non occorre domandarglielo. Basta vedere come vota al C.S.M.: sì al ritorno in Cassazione del pensionato Carnevale, che cassava le condanne dei mafiosi e definiva Falcone «un cretino»; sì alla nomina di Carbone – contestato perché insegnava all’università senza il permesso del C.S.M., doppio stipendio – a I presidente di Cassazione; sì al ritorno di Settembrino Nebbioso, ex capogabinetto del ministro Castelli, alla Procura di Roma che indaga su di lui per le consulenze facili.

Se questi sono i giudici buoni, allora ha ragione lei: De Magistris e Forleo sono cattivissimi. E soprattutto incompatibili. Con questa politica.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Aiutooo! E' la tv la chiave di tutto, se 40 milioni di italiani si informano solo con quella non sapranno mai queste cose, e non cominceranno mai a leggere i giornali, a navigare in internet. La fame vien mangiando, e anche la sete di sapere. Occorre prima di tutto liberare una tv, e cominciare a dare notizie, vere. Poi tutto il resto verrà.

Anonimo ha detto...

Leggo ora per la prima volta l’articolo di Marco Travaglio, che come sempre si dimostra in grado di svolgere precisazioni e puntualizzazioni estremamente precise e documentate, e trovo in esso conferma del fatto che l’ipotesi sub b), indicata nel commento a mia firma oggi pubblicato qui di seguito in home page, corrisponde al vero : non esiste finora alcun decreto di archiviazione dei procedimenti che, doverosamente, furono aperti, allorquando la Dr.ssa Forleo dichiarò di avere ricevuto minacce e presioni finalizzate a costringerla ad omettere, e/o comunque modificare, atti del proprio Ufficio di Giudice.
Questo è dunque lo stato dell’arte alle 12.30 di oggi giovedì 6 dicembre 2007 :
--la Forleo è destinataria di un procedimento di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale,
--l’apertura di tale procedimento è stata motivata dal fatto che le sue denunzie si sono rivelate prive di fondamento,
-i procedimenti penali aperti per verificare il fondamento delle denunzie della Forleo, tuttavia, sono ancora pendenti, e non esistono dunque decreti di archiviazione da cui evincere che i reati dalla stessa denunziati non sussistano.
Ne deriva, per logica incontrovertibile, che il presupposto motivazionale del procedimento disciplinare aperto a carico della Forleo (l’insussistenza dei fatti dalla stessa denunziati) non ha ricevuto alcuna conferma processuale e dunque, secondo i principi del nostro ordinamento, non esiste punto e basta.
Prima di spedire questo commento ho comunque ricontrollato, per un doveroso eccesso di scrupolo, il mio tesserino di Avvocato, ed effettivamente è come ricordavo, io sono iscritto all’Ordine di Roma, che si trova qui in Italia, e sono stato abilitato alla Professione dopo un esame di Stato nel corso del quale ho risposto a domande sul codice italiano.
Mi sento sollevato, per un istante avevo dubitato d’essere straniero.
Ma forse gli stranieri sono altri, non quelli come me.

Andrea Falcetta