Pubblichiamo un articolo di Carlo Vulpio tratto dal Corriere della Sera, che tratta di alcuni aspetti della vicenda della collega Clementina Forleo decisamente trascurati dai media.
Questo articolo ha avuto un seguito, che può essere letto sul blog, cliccando qui.
di Carlo Vulpio
(Giornalista)
dal sito del Corriere della Sera
Il tenente dei carabinieri di Francavilla Fontana che l'ha querelata, Pasquale Ferrari, voleva ritirare la querela e lei, il G.I.P. di Milano Clementina Forleo, ha detto di no.
Subito dopo – questo dicono le date degli atti processuali, e questo la Forleo ha ripetuto davanti ai P.M. di Brescia e al C.S.M. –, indagini che languivano da un paio d'anni alla Procura di Brindisi sono state rapidamente concluse (il 9 novembre scorso).
E lei, per aver fatto una telefonata, secondo il tenente Ferrari arrogante e offensiva, che chiedeva conto delle indagini sulla morte di entrambi i suoi genitori (avvenuta dopo lettere e telefonate anonime che ne preannunciavano l'eliminazione) è finita indagata.
Anche i poliziotti di Milano, Agostino Marnati, Pisano e Massimiliano De Cesco (radiato dalla Polizia nel dicembre 2006 per aver pestato, filmandolo, un peruviano) hanno querelato il G.I.P. Forleo. Due volte. E anche loro, dopo, volevano ritirare le querele. Ma la Forleo ha rifiutato.
Nell'atto di incolpazione del procuratore generale della Cassazione però di tutto questo non v'è traccia. Vediamo allora come può cambiare la ricostruzione del caso Forleo se a questi fatti, che l'opinione pubblica conosce «all'ingrosso», si aggiungono elementi inediti, custoditi nei fascicoli processuali.
Il carabiniere. Il G.I.P. non conosce di persona il tenente Ferrari e non lo ha mai incontrato. Per questo, dice, non aveva motivo di scagliarsi contro di lui – peraltro addetto alla sua sicurezza con il sistema della vigilanza radiocollegata – con l'invettiva che lui racconta di aver subìto.
I tabulati. Forleo dice di aver chiesto conto («come cittadina, non come magistrato») del mancato arrivo dei tabulati telefonici a quasi due anni dalle minacce anonime nei confronti dei genitori e di aver fatto notare come il P.M. di Brindisi Alberto Santacatterina e Ferrari si fossero limitati a richiedere solo i tabulati in entrata e non quelli in uscita (i soli che possono rivelare i numeri telefonici da cui partono squilli molesti che restano senza risposta). Il P.M. di Brindisi, invece, ha scritto che dai tabulati arrivati non era emerso nulla.
Il G.I.P. di Brindisi. Il G.I.P. Simona Panzera giudica insufficienti le indagini del P.M. e gliene impone di nuove. A questo punto, smascherata l'inerzia investigativa, secondo il racconto della Forleo, P.M. e carabiniere capiscono di essersi cacciati in gravi difficoltà. E solo dopo che la Forleo li querela, le notificano la chiusura delle indagini a suo carico per la presunta telefonata offensiva.
I poliziotti. De Cesco e Pisano hanno querelato il G.I.P. Forleo perché intervenne mentre, l'8 luglio 2005 a Milano, stavano arrestando, secondo il G.I.P. con modalità brutali, un egiziano. Ma c'è anche un altro episodio: il pestaggio eseguito da De Cesco e Marnati di alcuni transessuali italiani.
Questo processo (ora in fase di udienza preliminare) venne assegnato alla Forleo, che correttamente si astenne e nel provvedimento, senza fare il nome dei due, raccontò i fatti di violenza ai transessuali alla base della sua astensione.
Per quel provvedimento, De Cesco e Marnati fanno un'altra querela a Forleo.
Il questore. Nel frattempo – e nonostante in precedenza ci fossero state le minacce di un drappello leghista guidato da Borghezio, che sotto il tribunale urla: «Forleo scendi che ci prudono le mani» -, il questore di Milano, Paolo Scarpis, non solo segnala la Forleo all'allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli (gli ispettori però non faranno rilievi e il C.S.M. archivierà), ma autorizza anche una conferenza stampa di De Cesco e Marnati nella caserma di Largo Gemelli, l'11 luglio 2005 a Milano.
La radiazione. Un fatto molto grave, sostiene la Forleo, dal momento che Scarpis sapeva che per De Cesco era in corso la procedura di radiazione dalla Polizia. E sono le date, dice il G.I.P., a dimostrarlo: De Cesco è stato radiato nel dicembre 2006 e il pestaggio dei transessuali è avvenuto ben prima dell'11 luglio 2005. Per le querele fatte dai poliziotti, infine, va detto che i P.M. di Brescia hanno chiesto l'archiviazione. Il G.I.P. non l'ha accolta, ma solo per acquisire tutti gli atti che possano scagionare senza ombre questo «cattivo giudice».
4 dicembre 2007
Questo articolo ha avuto un seguito, che può essere letto sul blog, cliccando qui.
di Carlo Vulpio
(Giornalista)
dal sito del Corriere della Sera
Il tenente dei carabinieri di Francavilla Fontana che l'ha querelata, Pasquale Ferrari, voleva ritirare la querela e lei, il G.I.P. di Milano Clementina Forleo, ha detto di no.
Subito dopo – questo dicono le date degli atti processuali, e questo la Forleo ha ripetuto davanti ai P.M. di Brescia e al C.S.M. –, indagini che languivano da un paio d'anni alla Procura di Brindisi sono state rapidamente concluse (il 9 novembre scorso).
E lei, per aver fatto una telefonata, secondo il tenente Ferrari arrogante e offensiva, che chiedeva conto delle indagini sulla morte di entrambi i suoi genitori (avvenuta dopo lettere e telefonate anonime che ne preannunciavano l'eliminazione) è finita indagata.
Anche i poliziotti di Milano, Agostino Marnati, Pisano e Massimiliano De Cesco (radiato dalla Polizia nel dicembre 2006 per aver pestato, filmandolo, un peruviano) hanno querelato il G.I.P. Forleo. Due volte. E anche loro, dopo, volevano ritirare le querele. Ma la Forleo ha rifiutato.
Nell'atto di incolpazione del procuratore generale della Cassazione però di tutto questo non v'è traccia. Vediamo allora come può cambiare la ricostruzione del caso Forleo se a questi fatti, che l'opinione pubblica conosce «all'ingrosso», si aggiungono elementi inediti, custoditi nei fascicoli processuali.
Il carabiniere. Il G.I.P. non conosce di persona il tenente Ferrari e non lo ha mai incontrato. Per questo, dice, non aveva motivo di scagliarsi contro di lui – peraltro addetto alla sua sicurezza con il sistema della vigilanza radiocollegata – con l'invettiva che lui racconta di aver subìto.
I tabulati. Forleo dice di aver chiesto conto («come cittadina, non come magistrato») del mancato arrivo dei tabulati telefonici a quasi due anni dalle minacce anonime nei confronti dei genitori e di aver fatto notare come il P.M. di Brindisi Alberto Santacatterina e Ferrari si fossero limitati a richiedere solo i tabulati in entrata e non quelli in uscita (i soli che possono rivelare i numeri telefonici da cui partono squilli molesti che restano senza risposta). Il P.M. di Brindisi, invece, ha scritto che dai tabulati arrivati non era emerso nulla.
Il G.I.P. di Brindisi. Il G.I.P. Simona Panzera giudica insufficienti le indagini del P.M. e gliene impone di nuove. A questo punto, smascherata l'inerzia investigativa, secondo il racconto della Forleo, P.M. e carabiniere capiscono di essersi cacciati in gravi difficoltà. E solo dopo che la Forleo li querela, le notificano la chiusura delle indagini a suo carico per la presunta telefonata offensiva.
I poliziotti. De Cesco e Pisano hanno querelato il G.I.P. Forleo perché intervenne mentre, l'8 luglio 2005 a Milano, stavano arrestando, secondo il G.I.P. con modalità brutali, un egiziano. Ma c'è anche un altro episodio: il pestaggio eseguito da De Cesco e Marnati di alcuni transessuali italiani.
Questo processo (ora in fase di udienza preliminare) venne assegnato alla Forleo, che correttamente si astenne e nel provvedimento, senza fare il nome dei due, raccontò i fatti di violenza ai transessuali alla base della sua astensione.
Per quel provvedimento, De Cesco e Marnati fanno un'altra querela a Forleo.
Il questore. Nel frattempo – e nonostante in precedenza ci fossero state le minacce di un drappello leghista guidato da Borghezio, che sotto il tribunale urla: «Forleo scendi che ci prudono le mani» -, il questore di Milano, Paolo Scarpis, non solo segnala la Forleo all'allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli (gli ispettori però non faranno rilievi e il C.S.M. archivierà), ma autorizza anche una conferenza stampa di De Cesco e Marnati nella caserma di Largo Gemelli, l'11 luglio 2005 a Milano.
La radiazione. Un fatto molto grave, sostiene la Forleo, dal momento che Scarpis sapeva che per De Cesco era in corso la procedura di radiazione dalla Polizia. E sono le date, dice il G.I.P., a dimostrarlo: De Cesco è stato radiato nel dicembre 2006 e il pestaggio dei transessuali è avvenuto ben prima dell'11 luglio 2005. Per le querele fatte dai poliziotti, infine, va detto che i P.M. di Brescia hanno chiesto l'archiviazione. Il G.I.P. non l'ha accolta, ma solo per acquisire tutti gli atti che possano scagionare senza ombre questo «cattivo giudice».
4 dicembre 2007
17 commenti:
Visto e considerato che il CSM all'unanimità intende cacciare il "cattivo magistrato" Forleo, il sottoscritto chiede se esiste un metodo che non sia quello antidemocratico dell'attuale sistema elettorale, per cacciare il Sig. D'Alema e i suoi amici.
Grazie
Caro Calogero,
il Suo commento, del quale condivido il senso, mi fa pensare al commento pubblicato oggi su La Stampa di oggi da Jena: "Il giudice Clementina Forleo sarà trasferita per incompatibilità ambientale. Non andava d’accordo con D’Alema".
E ovviamente purtroppo non c'è niente da ridere.
Felice Lima
Ho lavorato in Puglia, e su casi assai delicati, cercando di approfondire come fossero state possibili alcune procedure di adozione, verificando di che natura fossero alcuni tipi di rapporti tra Carabinieri e loro confidenti, ascoltando storie di poliziotti espulsi per avere espresso le loro opinioni in tema di criminalità organizzata, cercando di acquisire, nell'espletamento di investigazioni difensive ai sensi di legge, alcune strane traduzioni di telefonate a latere di infanticidi motivati da presunti traffici di organi, così come esami autoptici asseritamente non esaustivi perchè privi di un triste elenco degli organi mancanti su alcuni cadaveri.
Mi pare che la vicenda dolorosa dei genitori della Dr.ssa Forleo si sia verificata in un luogo particolarmente "complesso" da analizzare.
La "questione Forleo" non si può ridurre (sebbene ve ne sia la legittima tentazione) al solo fatto che l'indagine da lei vigilata quale GIP avrebbe toccato esponenti politici di sinistra piuttosto che di destra.
E' semplicistico ed illusorio.
La questione vera, ed in questo senso ed in questi limiti diventa anche una questione "politica", è che il vero potere non è di sinistra o di destra, ma semplicemente di chi il potere lo esercita malamente, cioè per fini personali invece che collettivi oppure, a tutto concedere, di chi nell'esercizio sia pure in buona fede del potere per fini collettivi non riesce a svincolarsi dal peso e dalla pressione di gruppi portatori di interessi particolari o privati che dir si voglia.
Conosco altre storie di altri magistrati trasferiti d'ufficio ad altri distretti, mi basterà ricordare Giuseppa Geremia, di cui Ferdinando Imposimato, (che da tempo mi onora della sua stima) aveva parlato ed anche scritto in alcune sue coraggiose pubblicazioni.
Il problema vero è quello di un sistema complessivo di ordini e poteri che improvvisamente rigetta quelle sue stesse particelle che fino a ieri aveva sempre "tollerato", a dimostrazione del fatto che ragionare in maniera autonoma è condizione necessaria e sufficiente per risultare indigesti e passare dalle stelle alle stalle, come è avvenuto alla Forleo ma anche a tante altre bravissime persone come lei, nelle più diverse funzioni ed incarichi politici o professionali.
Imposimato è ancora vivo, questo è vero, ma suo fratello (che era più esposto e più facilmente raggiungibile) non è più tra noi.
La Geremia riceveva telefonate all'utenza riservata di casa propria e non è più alla procura di Roma.
La Forleo non riesce a sapere chi abbia effettuato telefonate anonime a casa dei suoi genitori.
L'avvocato Ambrosoli è stato ucciso perchè era un avvocato fedele soltanto ai suoi doveri di legge.
Walter Tobagi ha avuto la stessa sorte, era un giornalista che voleva fare solo, ma bene, il giornalista.
Ogni categoria professionale e/o intellettuale (ma anche operaia, basti pensare ai sindacalisti uccisi o feriti dalle BR), in questo strano paese ha pagato un tributo.
Per la Forleo siamo ancora in tempo, la sfortuna dei suoi assalitori è la visibilità di cui obiettivamente dispone questo giudice, e che noi tutti dobbiamo riuscire ad "utilizzare", mi si passi il termine, a difesa di un interesse comune e collettivo.
Questo golpe strisciante non deve passare, e dobbiamo vincere la battaglia non con le armi dell'emergenza o del qualunquismo, bensì con quelle del diritto che ogni giorno pratichiamo, noi toghe, in ogni tribunale : si difenda la Forleo eccependo la scriminante dell'art. 51 c.p., che certamente non può essere disapplicata nel procedimento disciplinare, nonchè con ogni altra sensata argomentazione giuridica.
Per condannarla e trasferirla dovranno violentare il diritto : ma questa volta la sentenza sarà emessa sotto gli occhi di un paese attento, e più consapevole di quello degli omicidi oscuri e delle stragi irrisolte di 30 anni fa.
Non dico che non sia impossibile toglierla di mezzo, ma certamente sarà più difficile e soprattutto chi firmerà quella eventuale sentenza ne sarà pubblicamente responsabile avanti ad una cittadinanza che, come vediamo dagli interventi di tanti cittadini o studenti su questo blog, tiene gli occhi bene aperti e non ha alcuna intenzione di bersi la solita storia dei poteri occulti : qui i poteri in gioco sono bene evidenti, e la democrazia è anche "controllo" sul controllore.
Vigiliamo dunque, manteniamo alta l'attenzione su questo caso.
Andrea Falcetta
Col pronunciamento su Clementina Forleo il CSM ha scritto una delle pagine più deplorevoli della sua già poco gloriosa storia; dato che si limita a fare da cinghia di trasmissione dei politici, quest'organo non ha più motivo di esistere.
Che il potere politico possa direttamente o indirettamente rimuovere i giudici che non gli sono condiscendenti non succede nella Russia di Putin, nel Venezuela di Chavez e neppure nell'Iran di Ahmadinejad.
Mi vergogno di essere italiano: grazie CSM, e grazie professoressa Vacca per aver detto che la Forleo è un "cattivo magistrato" perché tra l'altro esternava con profusione di esternazioni a mezzo stampa dai toni discutibili, trincerandosi dietro l'immunità inopinatamente concessa ai membri del CSM.
E sconcertante come tutto tace e si fa passare come normale quello che sta succedendo alla Forleo ed a De Magistris.
Io sono solo un giovane praticante legale e sono ogni giorno sempre più pessimista visto quello che succede all'interno del nostro sistema giudiziario.
Qual'è l'esempio che ci viene dato da chi difende, anche moralmente, l'indipendenza della magistratura?
Le persone che più mi fanno paura e che temo di più sono quelle che non reagiscono, quelle che si adattano come i puzzle alle situazioni di comodo, quelle che non sono i "cattivi" ma per questi trovano sempre comunque il modo di essere ipergarantisti.
Sono queste le persone da temere e quelle da cui prendono linfa i cosidetti "poteri forti", sia politici sia economici.
Purtroppo, questa tipologia di persone genuflesse in Italia cresce a vista d'occhio. Complimenti per il blog Roberto
Caro Roberto,
grazie di cuore a Lei, per l'attenzione che ci presta e per il Suo contributo di pensiero, che condividiamo pienamente.
Diceva Martin Luther King: "Non dobbiamo avere paura dell’azione dei malvagi, ma del silenzio degli onesti".
L'indifferenza, l'opportunismo sono un cancro terribile per la società.
La Redazione
FORLEO e DE MAGISTRIS.. CATTIVI MAGISTRATI..?? ..PAROLA DI VACCA..!
Letizia Vacca (Partito Dei Comunisti Italiani), vicepresidente della Commissione del CSM che all'unanimità ha proposto la procedura di trasferimento d'ufficio, per incompatibilità ambientale e funzionale, del GIP di Milano Clementina Forleo, ha dichiarato che : «Clementina Forleo e Luigi De Magistris sono cattivi magistrati e non perché fanno i nomi dei politici»..
La Signora Vacca, PDCI (lo ripeto perché mi sembra incongruo..), ritiene Forleo e De Magistris CATTIVI MAGISTRATI, tout court..
Esattamente come Clemente Mastella, leader dell'UDEUR e, ahinoi, ministro della Giustizia (ma di quale giustizia..?) di questo sgangherato governo..
Per conto mio, non posso che provare il più profondo disgusto..
E non certo verso Forleo e De Magistris..
ILLUMINIAMO L ' ITALIA !!!
Fabrizio Frosini
L'intervento del dott. Falcetta è bellissimo, vorrei ringraziarlo, ha esposto con lucida chiarezza un bel pezzo della storia sporca di questo paese e posso solo condividere l’analisi che fa. Ma vorrei ringraziarlo anche di più per l’incitamento che ha voluto promuovere. Anzi, se mi permettete vorrei aumentare la dose e affermare che non basta tenere alto il livello d’attenzione si deve fare tutti di più, anche noi cittadini, dimostrare la nostra partecipazione e il nostro dissenso. Vorrei anch’io incitare la dott.sa Forleo a non mollare, ad opporsi con tutte le forze che le restano e tutti gli strumenti che ha. Certo non riesco ad immaginarla come una donna fragile, ma è possibile che sia umanamente provata da un’esperienza in cui è coinvolta sia la sfera professionale sia quella personale, ed in modo così profondo. Ammiro il suo coraggio; chiunque altro avrebbe avuto serie difficoltà a sostenere i toni di questa storia assurdamente kafkiana. L’appoggio dell’opinione pubblica in questo momento può essere importante, così come quello dei suoi colleghi.
Una presa di posizione partecipata dei cittadini dovrà pur avere il suo peso politico, attirare l’attenzione mediatica e questa volta non sul soggetto da sezionare, ma sulla cittadinanza che lo sostiene e lo protegge con la forza delle opinioni.
Dare vita a un movimento:
TRASFERITECITUTTI
Scendere in piazza, aprire dei presidi, spiegare alla gente assopita quello che sta accadendo. Concordo in pieno con il dott. Falcetta “questo golpe strisciante non deve passare”!!!
Quello che mi fa più rabbia è l’effetto che fanno sulla gente notizie scandalose come questa (che poi è solo l’ultima in ordine di tempo). Ho la pessima impressione che gli italiani non si stupiscono più di nulla. E’ vero che dai tempi barbarici ad oggi ne abbiamo viste di tutti i colori, forse siamo stati il territorio più occupato d’Europa: Austriaci, Borboni, Francesi, Ecclesiastici. Abbiamo cambiato dominio ogni volta senza trovare una vera identità nazionale, ma solo applicando il qualunquismo della sopravvivenza. Ora sembra averci colonizzato la malapolitica collusa con la mafia e i suoi derivati, potrebbe essere l’ineluttabile destino di un popolo che pratica tale stile di vita.
E dopo che verrà? Mia nonna diceva che il peggio non è mai morto (sani detti popolari!).
Ed io, ingenua, viste: la prima repubblica, le stragi di stato, il terrorismo, Andreotti (un nome che racchiude in se tutto il senso di un’epoca),
io pensavo proprio d’averle viste tutte e invece..
...arriva la seconda repubblica: la lega, Berlusconi (con i suoi processi), il quartierino dei furbetti...
...e allora ha ragione mia nonna!
Bisogna svegliarsi
“il sonno della ragione genera mostri”
e quello che vediamo non è un incubo,
ma la realtà
Un saluto a tutti e grazie
Grazie Cinzia per le Sue belle parole...se posso vorrei sottolinearLe che io sono un avvocato e non un magistrato...credo che per questo motivo le cose che ho scritto debbano avere un peso ancora maggiore, perchè non essendo un collega di lavoro della Dr.ssa Forleo nessuno possa accusarmi di averle scritte per mera solidarietà di tipo "corporativo".......le mie parole, esattamente come le Sue, esprimono lo sdegno di un cittadino comune che peraltro, in tante occasioni passate, ha anche mosso critiche severe nei confronti di certe disfunzioni del sistema giustizia...grazie infinite per il suo giovane entusiasmo, l'Italia ha tanto bisogno di giovani attenti e appassionati come Lei..
cordialità
Andrea Falcetta
C'è un cancro che affligge il CSM, al di là delle singole persone che lo compongono, spesso di pregio.
E' quello per cui le rappresentanze in questo consesso sono in mano alle correnti dell'ANM, come ben sappiamo in mano a 20-30 baroni che controllano tutto da decenni e che si autoriproducono.
Come potevamo pensare che adottassero una soluzione diversa nei confronti della Forleo, quando dai verbali dei suoi interrogatori a Brescia (evidentemente "pesanti" se all'ultimo ha preso parte quel grande magistrato del procuratore Giancarlo Tarquini in persona) si adombra un ruolo nella vicenda D'Alema-Blandini di ben due componenti della scorsa consiliatura del CSM, che non avrebbero ricoperto quel ruolo se non fossero stati componenti o contigui a quella cricca di capataz che manovra l'ANM?
Occorre creare nuovi meccanismi di partecipazione dal basso di tutti i magistrati, fondata su obiettivi concreti e semplici, che prescinda del tutto da aggregazioni di tipo politicizzato.
Occorre spazzare via le attuali correnti dell'ANM e rispedire i loro capataz a occuparsi finalmente di attività giudiziaria, o quanto meno a pensare prevalentemente a quella.
Occorre comunque che si sancisca l'incompatibilità con l'alta funzione di componenti del CSM di esternatori improvvidi come la professoressa Letizia Vacca.
Ho appena finito di leggere il fondo odierno di D'Avanzo su repubblica.it ("Le agenzie del risentimento"). Che dire? La dietrologia è sempre in agguato in Italia. Mi pare di capire che il nostro paese sia in balia di un gruppo organizzato di burattinai che decidono caso per caso chi sia la testa di legno da mandare avanti (attualmente sarebbero la Forleo e De Magistris) per attuare un disegno di destabilizzazione del sistema.
Tutto ciò mi lascia davvero perplesso. Ancora una volta, come ama dire Travaglio, si guarda al dito e non alla luna che quel dito indica; ci si scaglia contro, rispettivamente: 1) un comico (Beppe Grillo) "bannato" da tutte le reti televisive italiane, la cui forza comunicativa viene da un blog privato (con buona pace di D'Avanzo molto frequentato); un giornalista (Santoro) autore di un'inchiesta (quella sul caso Calabria e Basilicata) professionalmente memorabile, basata solo e soltanto sui fatti (sulle vicissitudini di Santoro e sull'editto bulgaro non è neanche necessario tornare); un magistrato (la Forleo) che non cerca facile notorietà, ma che da cittadino esemplare è costretta ad andare in televisione per difendersi da un linciaggio annunciato e per informare tutti noi delle pressioni, dei "consigli" e delle "raccomdandazioni" cui si può andare incontro qualora ci si trovi ad oltrepassare la cortina fumogena degli intrecci tra politica (quella dei partiti, non quella vera - oggi singolarmente chiamata "antipolitica") e potentati economici. Quella cortina fumogena, sia chiaro, che pochissimi in Italia - non certo D'Avanzo, né il suo giornale - hanno la volontà o il coraggio di varcare.
Sicché, per riepilogare: un intero sistema politico-economico-sociale sarebbe in balia di un comico, un giornalista anarcoide e di un paio di magistrati, ciecamente seguiti da un popolo bue che, invece di sposare le raffinate analisi dei maitre a penser, vuole solo vendetta e sangue? Francamente mi sento preso in giro da questi giornalisti di giudiziaria che credono di poterci insegnare il diritto, la procedura e la sociologia giudiziaria, ma che dai fatti si tengono ben alla larga.
Caro Falcetta, le tue coraggiose considerazioni mi riempiono di orgoglio. Sono avvocato anch'io e posso immaginare quanto costi, anche da un punto di vista professionale, prendere certe posizioni.
Ho scoperto da poco il blog, ma mi ci sono subito appassionato. Se non vi dispiace, tornerò spesso a trovarvi.
Carissimo Collega
grazie per le tue parole, e grazie per il Tuo intervento.
Non soltanto puoi, ma DEVI venirci a trovare spesso.
Questo blog si chiama "toghe", e per toghe si intendo, espressamente da parte dei fondatori, avvocati e magistrati, intesi quali "colleghi" al servizio di un solo ed unico valore : la Giustizia.
Torna presto dunque, e porta con Te, se vuoi e se puoi, altri Colleghi.
Un caro saluto
Andrea Falcetta
A Pietro Gatto.
Gentilissimo Avvocato,
lo ha già fatto benissimo Andrea Falcetta, ma ci tengo a intervenire anche io per dirLe che la Sua presenza e la Sua partecipazione ci sono graditissime.
Abbiamo messo su questo blog - che stiamo ancora cercando di imparare a fare e, dunque, sono preziosi suggerimenti e critiche di ogni tipo - con il desiderio e l'auspicio che fosse un luogo di confronto "aperto", che tutti coloro che indossano le "toghe" (di avvocato o di magistrato), ma anche tutti coloro che all'amministrazione della giustizia sono interessati, anche se non indossano la toga (funzionari amministrativi, utenti della giustizia, semplici cittadini) potessero sentire come "proprio".
Questo "progetto" non potrebbe compiersi senza la partecipazione di tutti.
Quindi, grazie davvero della Sua attenzione e partecipazione e resti, per favore, se può e vuole, a fare un po' di strada insieme a noi.
Se vuole, può inviarci un Suo indirizzo di posta elettronica al nostro (che si ricava cliccando nell'apposito link sulla sidebar di destra del blog) e così potremo stare in contatto con più facilità.
Un caro saluto anche a tutti gli altri lettori del blog.
Felice Lima
...bhé, diciamo che sono giovane nell'animo e magari l'entusiasmo viene dall'esperienza di una generazione che non si vuole arrendere alla disfatta del '68, e soffrirà la sindrome di Peter Pan fino alla vecchiaia.
Ma ne vado fiera, se aver vissuto quegli anni ancora mi aiuta a preservare la passione e la voglia di cambiare.
La mia è una classe ('60) che ha vissuto la coda dell'ultimo movimento rivoluzionario della nostra storia, e forse è l'ultima che ne ha goduto la scia di profumo prima di cadere nel piombo!
Grazie per il suo complimento, per una donna è sempre piacevole non mostrare i propri anni, ma non dimostrarli scrivendo ora so che è anche più gratificante.
Un saluto
Io sono un pensionato che conosce poco di diritto e procedura penale ma che conserva ancora alcune preziose memorie scolastiche che gli evitano di abboccare alle mistificazioni di giornalisti alla D'Avanzo.
E' stato l'ultimo articolo che ho letto del quotidiano "La Repubblica" che non comprerò mai più !
Il disgusto è stato tale che non ho saputo resistere alla tentazione di comunicare questa mia decisione ai diretti interessati con la mail che di seguito riporto:
"Mi riferisco all'articolo di Giuseppe D'Avanzo "Le agenzie del risentimento" e intendo manifestare, appunto, tutto il mio "risentimento" nonostante gli 'anta' che ormai pensavo mi avessero reso impermeabile a tutto.
Più che risentimento è disgusto per quella che ormai mi appare essere una vera e propria linea editoriale consolidata sempre e comunque a sostegno della "novità" del panorama politico italiano.
Leggendo l'articolo mi è nata una curiosità : il titolo di studio dell'estensore dell'articolo.
A giudicare dalle certezze tutte negative sui comportamenti del Gip (ancora per poco!) milanese, il Dr. D'Avanzo sembra saperne molto di più del Prof. Franco Cordero, Professore emerito di procedura penale, che si è espresso sugli stessi comportamenti processuali della Forleo in modo del tutto opposto al vs. giornalista, approvandoli e definendoli addirittura come atti dovuti.
Ma in Italia, si sa, ormai i "cervelli" non contano nulla! E' in atto una guerra per bande e quello che importa è sapersi schierare al momento giusto, al posto giusto.
A questo devono servire i cervelli e non ad altro!
Debbo dire che le mie modeste osservazioni non mi riempiono di gioia perchè ero un affezionato lettore del vs. quotidiano, vorrà dire che andrò ad ingrossare le fila dei milioni di italiani che non leggono nulla e che, però, purtroppo, votano.
Grazie e scusate il disturbo!"
Ho voluto comunicare a Voi questo mio sfogo perchè trovo consolatorio sapere che esistono persone illustri e competenti che possono capirmi e condividere.
Grazie
Calogero Maggio Palermo
Caro Calogero (Maggio), ci tengo a dirLe che apprezzo molto il Suo gesto.
Anche io ho smesso da tempo di comprare La Repubblica, perchè credo che chi si propone come "alternativo" e "indipendente" non possa essere così tanto "servo del potere".
E che sia giunto da tempo il momento in cui tanti in questo Paese la debbano smettere di avere come unico "titolo di merito" di essere "meno peggio" di altri. Questo oggi davvero non può più bastare.
Un caro saluto.
Felice Lima
Grazie a lei Cinzia, e comunque ecco svelato il mistero...classe 63 io classe 60 lei...una mi araccolta di racconti è stata da me dedicata "..a chi come noi aveva creduto che credere fosse importante..."
forse restiamo giovani dentro, o forse abbiamo scoperto un modo migliore per vivere il passare degli anni, ovvero comportarci come se non passassero mai.....
lo vede come siano narcisi noi avvocati? nel farle un complimento ho finito per autocelebrare tutti gli altri della nostra generazione...e dunque anche me stesso...perdoniamoci questo piccolo peccato d'orgoglio, oltre al desiderio di cambiare le cose e la sofferenza nel non riuscirci mai del tutto, abbiamo diritto, ogni tanto, quanto meno a piacerci...
un caro saluto
Andrea Falcetta
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