giovedì 27 dicembre 2007

L'irreversibile crisi dell'A.N.M.


di Raffaele Greco
(Giudice del T.A.R. Puglia, già Sostituto Procuratore della Repubblica di Napoli)


Con riferimento a quanto sta accadendo nell’Associazione Nazionale Magistrati, forse può interessare l’opinione di uno che è ormai (sempre più) esterno alla categoria, ma che con essa mantiene un legame affettivo che gliene fa seguire con attenzione anche le attuali, tristi vicende.

Ebbene, dall’esterno l’impressione è quella di un clima da “ultimi giorni di Pompei”, di un definitivo impazzimento della maionese associativa, di una confusione che prelude alla catastrofe ...

Insomma, non riesco a sfuggire all’impressione che gli eventi di queste settimane denuncino l’imminente fine dell’A.N.M. e delle sue componenti associative, almeno come fin qui le abbiamo conosciute, e – ciò che più preoccupa – che tale fine sia destinata a trascinare con sé anche il C.S.M..

Sotto questo profilo, non posso non condividere l’allarme di Felice Lima e dei pochi altri che si sono uniti alle sue denunce: l’immagine che vedo è quella di una serie di piccoli uomini (e donne, of course) abbarbicati a poltrone di carattere politico-istituzionale-associativo, che continuano a portare avanti viete pratiche di gestione del potere (ma anche un potere di piccolo cabotaggio, del tipo il posto al massimario della Cassazione, la poltroncina ministeriale etc), mentre ormai la demolizione delle garanzie democratiche su cui si regge(va) l’assetto della magistratura è più avanzata che mai ...

Nessun malumore della base, nessun inequivoco risultato elettorale, nessuna opinione dottrinale per quanto autorevole può ormai arrestare questo “cupio dissolvi” dell’associazionismo, che a me ricorda l’atteggiamento del passato governo il quale, mentre l’Italia sprofondava nella crisi economica, continuava a dire che tutti gli italiani stavano meglio, solo che non se ne erano ancora accorti; o – se si vuole essere bipartisan – certe irritanti uscite del sindaco della mia beneamata Napoli che, mentre la città è ancora una volta invasa dai rifiuti, avvolta da un degrado indegno di un paese civile, tuona contro chi segnala i problemi dicendo che così si getta fango sulla nostra bellissima Napoli ...

La verità è che siamo passati dall’A.N.M. sorda e indifferente di fronte agli abusi a un’A.N.M. che solidarizza con chi abusa, da un C.S.M. timido e tardivo nel tutelare i magistrati isolati a un C.S.M. che oggi infierisce contro di loro: dato comune, rispetto agli anni del passato, l’assoluta indifferenza delle ragioni e dei torti, delle questioni tecnico-giuridiche, della materia viva e pulsante di cui è fatto il lavoro quotidiano dei magistrati.

Di questa gente non voglio preoccuparmi oltre: saranno spazzati via senza neanche rendersene conto (almeno, quelli di loro che non troveranno rifugio in qualche comodo ufficio ministeriale), e credo che ciò avverrà anche in tempi brevi, essendo a ciò sufficiente il subentro di una classe di governo solo appena appena un po’ meno debole e ridicola di quella attuale; quel che mi preoccupa è il dopo.


8 commenti:

Anonimo ha detto...

Il vero dramma non è tanto quello degli abusi, che non sarebbe la prima volta che vengono coperti o addirittura incoraggiati.
Il vero dramma è che con questi atteggiamenti ANM e CSM favoriscono la crescita di piccoli magistrati mediocri, opportunisti, prudenti in senso deteriore, il che è l'esatto contrario di ciò di cui abbiamo bisogno in un mondo dai ritmi frenetici che impone risposte non tanto rapide quanto intelligenti ai problemi.
Se un qualsiasi capo del personale avesse fatto pubblicamente le improvvide esternazioni di cui si è resa autrice la professoressa Letizia Vacca, che sarebbe meglio tornasse quanto prima a occuparsi della Legis actio sacramenti in rem e non della moderna procedura penale che poco mastica, sarebbe stato crocifisso dai sindacati: invece l'ANM ha serbato silenzio assoluto su un comportamento che, ancorché rivolto contro un magistrato che può ipoteticamente aver sbagliato, è assolutamente inaccettabile.

Anonimo ha detto...

Cito dal post del dott. Greco la seguente frase, conclusiva del suo intervento:
"quel che mi preoccupa è il dopo."
Frase che dopo le osservazioni, che mi sono sembrate speranzose, di fiducia in un cambiamento generazonale, mi ha lasciato un senso di amaro in bocca, forse perchè non son riuscita a capire a quale "dopo" ci si riferisce...
Valentina La Mela

Anonimo ha detto...

A me sembra che "Catone" abbia ragione e che il suo commento colga davvero uno degli aspetti più deteriori di quanto sta accadendo: che tutto ciò crea un contesto che favorisce la "crescita" di un modello pessimo di magistrato.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Purtroppo, credo siano già cresciuti i pessimi magistrati. O li smascherati in tempo o rischiano di rovinare l'intero Ordine e di conseguenza la nostra ancora non del tutto affermata democrazia!!!
bartoloiamonte@libero.it

Anonimo ha detto...

La nostra "non del tutto affermata" democrazia ?

La nostra pienamente affermata "oligarchia", dovevi scrivere !

Ossia, il potere dei PARTITI, "associazioni non riconosciute" che controllano il Governo e l'Amministrazione locale (potere esecutivo/amministrativo), il Parlamento (potere legislativo) e le assemblee regionali (potere legislativo regionale).

Qualora si accertasse che anche buona parte della Magistratura (potere giudiziario), con le sue "correnti" di sinistra, di centro-sinistra e di centro-destra, obbedisse a logiche partitiche, il quadro sarebbe completo, e tutti si renderebbero effettivamente conto della concreta vigenza del PRINCIPIO DELL'UNICITA' DEI POTERI, con buona pace di Montesquieu: tutto il potere ai partiti !

Che poi i partiti, di qualsivoglia "colore", siano a loro volta semplici immagini formali di più o meno potenti "lobbies" economiche, è altro discorso.

Che il nostro popolo di "pecoroni" preferisca le "frumentationes" dei loro patroni al libero esercizio del loro diritto di voto è ancora un altro, ulteriore, discorso.

Fermiamoci qui, è già abbastanza...

Cinzia ha detto...

ahi ahi ahi signori miei, sento un’aria pesante di pessimismo in questi post. Non sono un'ottimista ad oltranza (magari lo fossi!!), ma alle soglie di un nuovo anno mi sento di consigliare a tutti e con affetto, di infondere maggiore fiducia nei propri pensieri. Lo vedo bene che siamo in una situazione drammaticamente critica, ma un po' di sana ironia e di consapevole idealismo mi sembrano elementi indispensabili per continuare a vivere questo e tutti gli anni che verranno con dignità, nel rispetto per noi stessi e delle nostre idee.
Buon Anno a tutti

Gennaro Giugliano ha detto...

Per rispondere alla Sig.ra Cinzia,più che pessimismo questo andazzo della magistratura è una realtà tristemente alla luce del sole e quindi di conseguenza anche il comune cittadino si vede coinvolto a 360 gradi in maniera negativa. Cosa fare ? Ma è più semplice di quanto possa pensarsi,smantellare tutto e ripartire da zero,i rimpasti e peggio ancora le kermesse per accontentare parte di una categoria non servono a nessuno in prima analisi agli stessi magistrati che non credo siano cosi contenti di essere trattati a seconda delle circostanze e del politico di turno a proprio piacimento

Anonimo ha detto...

Condivido appieno il commento di Catone, perche' non riesco a dimenticare che fra qualche giorno, una manciata appena, finiranno dinanzi alla disciplinare magistrati che, a quanto mi dicono, pur essendo amatissimi dalla gente che ne ha davvero capito l'indipendenza, non riscuotono alcuna simpatia fra molti ( troppi !) dei loro colleghi, vuoi per diversita' di sentire, vuoi per modo di intendere la funzione.
C'e' il fondato timore che la loro sorte sia ormai segnata ( per la verita' anche molto - ed indebitamente - preannunciata....), perche' possa arrivare a quei pochi altri solidali e coraggiosi forte e chiaro il messaggio che fare cosi', semplicemente il proprio dovere, non convenga affatto.
Lo si legge nel silenzio impensabile dell'ANM e delle alte cariche, segno inequivocabile di una consonanza di obiettivi, di un "pensiero unico", o come leggo da anonimo delle 19.08, della ormai raggiunta unicita' dei poteri.
Leggere ed informarsi (sono alle prese con "L'agenda rossa di Borsellino", che consiglio vivamente a tutti) serve a capire che negli ultimi vent'anni gli stessi personaggi continuano ad avere in mano le chiavi della storia del nostro Paese e sono depositari di orribili segreti sui quali alimentano un potere ormai completamente avulso dal bene collettivo.
Oggi, a differenza del passato, l'accesso alle notizie e' piu' efficace, e per fortuna puo' prescindere dai TG e dai giornali; e fortunatamente esistono molti coraggiosi e capaci giornalisti, anche questi scomodi ma ostinati .
Ma alla migliore circolazione delle notizie andrebbe aggiunta una rete che sappia far ascoltare la voce del dissenso da questo "sistema", che stritola chi non e' asservito al "potere unico", che faccia sentire che abbiamo capito tutti quale battaglia si gioca sulla pelle dei de Magistris, Forleo, Montemurro, Woodcock e quelli che come loro non hanno girato la testa dall'altra parte.
Anche ai non addetti ai lavori e' chiarissimo secondo quali logiche si vota al CSM!
Anche ai non addetti ai lavori e' chiaro come mai nessuno di chi aveva autorita' ha rimosso - ma neppure redarguito! - i consiglieri CSM rei di aver anticipato sgraziati ed inopportuni giudizi (e molte domande sono rimaste senza risposta).
Anche al piu' sprovveduto e' chiaro perche' certe iniziative si partoriscano in periodo natalizio, quando la gente legge meno i giornali (ma ad internet accediamo tutti, bisogna rassegnarsi...).
Pero' e' necessario che questo bagaglio di notizie e ragionamenti, questa capacita' di penetrazione dei fatti si trasformi poi in interventi concreti; e' necessario che le persone per bene (e sono moltissimi, ne sono certa) facciano rete e si facciano sentire, con petulanza, con caparbieta', per far capire al re ormai nudo che sempre ci sara' qualcuno che questa nudita' proclamera' pubblicamente, avviando la valanga di un vero rinnovamento.
I magistrati ci hanno provato, contestando l'ANM, e non so per quanto tempo la Giunta monocolore potra' credibilmente esercitare le sue funzioni, sfiduciata com'e' da un numero altissimo di astenuti.
Certo, puo' avere l'illusioone di detenere tutto il potere e poter "moderare" piu' facilmente cosi' senza dibattito interno, ma quanto puo' durare?
E poi, ce l'avranno pure loro il senso del pudore? ....O no?

Auguri a tutti!