venerdì 12 giugno 2009

Ddl intercettazioni, Scarpinato: Il Paese messo a tacere



da Micromegaonline



Pubblichiamo il testo della prefazione al volume di Gianni Barbacetto “Se telefonando. Le intercettazioni che non leggerete mai più”, pubblicato da Melampo Editore.



di Roberto Scarpinato
(Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Palermo)



Le vicende emerse dalle intercettazioni in tanti processi hanno messo a nudo una inquietante trasversalità nella gestione di affari poco puliti.

Credo che non sia un caso che le intercettazioni siano diventate un punto di attacco fondamentale da parte del mondo politico.

Ormai si è costruito un sistema di omertà blindato.

Testimoni non se ne trovano più, le poche persone che hanno osato raccontare alla magistratura i misfatti dei potenti hanno dovuto subire una via crucis che non ha risparmiato neanche i loro affetti più personali.

Collaboratori di rango sono venuti meno, restano collaboratori che raccontano episodi di criminalità da strada.

Magistrati che osano indagare sui potenti sono sottoposti a procedimenti disciplinari e trasferiti di ufficio con procedure discutibili.

Oggi l’unico momento di visibilità del modo in cui viene realmente esercitato il potere sono rimaste le intercettazioni; solo le macchine (le microspie) ci consentono di ascoltare in diretta la vera e autentica voce del potere.

Le intercettazioni sono rimaste l’ultimo tallone di Achille di un potere che nel tempo ha sempre più circondato di segreto il proprio operato, perché l’opposizione è venuta meno al proprio compito, il giornalismo indipendente è emarginato e non ha più spazi nella televisione, la magistratura rischia di divenire sempre più addomesticata.

Ed ecco perché la riforma delle intercettazioni deve passare, perché da quel momento in poi non sarà più possibile sapere quello che succede in questo Paese dietro le quinte: in quel fuori-scena dove, come la lezione della Storia ha dimostrato, si mettono a punto accordi segreti e inconfessabili, che riducono la politica visibile a una “messa in scena” per cittadini ignari, trattati come eterni minorenni ai quali celare la realtà della macchina del potere.

La magistratura sarà privata di strumenti di indagine fondamentali e il vecchio tormentone sulle toghe rosse non ci sarà più, perché non ci saranno né toghe rosse, né toghe nere, né toghe di centro.

Io e i miei colleghi assistiamo sgomenti a quello che sta accadendo, perché ci siamo battuti in questi anni con tutte le nostre forze per arginare l’avanzare della criminalità mafiosa e della criminalità del potere, e renderci conto che si stanno facendo saltare gli ultimi anticorpi, che ci stanno disarmando, che si rischia di consegnare il Paese alla criminalità è qualcosa che ci lascia interdetti e ci fa interrogare sul senso del sacrificio di quelli che prima di noi hanno perduto la propria vita per difendere la tenuta democratica del Paese.

Vi confesso che da qualche tempo ho difficoltà a partecipare, il 23 maggio e il 19 luglio, alle cerimonie per l’anniversario della strage di Capaci e di via D’Amelio, perché quando vedo tra le prime fila a rappresentare lo Stato taluni personaggi sotto processo o condannati per mafia o per corruzione, io non mi sento di poter stare in quella stessa chiesa, non mi sento di poter stare in quello stesso palazzo.

E mi chiedo: ma come potranno i nostri ragazzi credere in uno Stato che si presenta con queste facce?

Allora altro che toghe rosse. Io credo che se questa partita delle intercettazioni sarà perduta non avremo soltanto una pessima riforma processuale, ma avremo uno squilibrio dei poteri in Italia.

È strano che una riforma processuale possa acquisire uno spessore di carattere costituzionale, ma ciò avviene perché siamo in una situazione di patologia della democrazia.

In una situazione fisiologica esistono tutta una serie di anticorpi che consentono di controbilanciare gli abusi del potere: c’è un’opposizione parlamentare, c’è un giornalismo libero e indipendente, c’è una separazione dei poteri.

Io credo che in un Paese come questo, in cui tutti gli anticorpi sono stati disinnescati e dove soltanto le macchine, le microspie svolgono una funzione di opposizione e di visibilità democratica, quando anche le macchine saranno messe a tacere, il Paese sarà messo a tacere.


6 commenti:

pensiero libero ha detto...

Come promesso...

Nel mio paese ho messo su un gruppo di ragazzi per fare un pò di libera informazione e trattare di cose che i media trazionali di solito non fanno... o fanno spesso male...

La nostra iniziativa è quella di pubblicare settimanalmente dei manifesti con un articolo che tratta vicende recenti, passate o che porti i lettori a riflettere sui fondamentali principi che regolano un normale paese democratico.

Abbiamo avviato questo modesto progetto che spero prenderà corpo nei paesi vicini al mio e poi magari promuoverlo anche altrove anche grazie ad internet.

Nel frattempo abbiamo proprio oggi aperto il nostro blog ancora tutto da allestire ma dove abbiamo comunque pubblicato il primo articolo che è lo stesso del manifesto.

Se volete dare un'occhiata il link è il seguente:

http://penlib.blogspot.com/

Grazie Felice, in un certo senso sei stato stato tu ad avermi dato l'ispirazione di tutto questo... anche se non ne eri al corrente. Speriamo di riuscire nell'impresa.

Un abbraccio a tutti.

pensiero libero ha detto...

Scusate ho loggato con l'account d'admin del blog...

Sono Salvatore D'urso... :)

Anonimo ha detto...

Dott.Scarpinato,
purtroppo cosi' è.
Siamo stanchi ma abbiamo ancora il coraggio di urlare la verità,e non è poco.Grazie per il Suo libro.
Sappia che io La considero uno dei
meglio.(San Felice da Lima a parte)
Pax et Bonum
dina riccioni

salvatore d'urso ha detto...

Sono e voglio essere ottimista... qualcosa accadrà...

Una legge del genere non può passare assolutamente...

Confido nel Presidente della Repubblica... dove almeno lui anche se controvoglia... deve comunque dimostrare che sta esercitando il suo ruolo doverosamente... e quindi non firmerà.

Annalisa ha detto...

Caro Salvatore, non confidare troppo nel Presidente della Repubblica. E' sempre lo stesso della "guerra tra procure", del lodo alfano, delle uscite post-elettorali contro il "protagonismo" dei magistrati. Purtroppo non mi sembra che ci sia molto da sperare, la posizione è chiara.

salvatore d'urso ha detto...

Lo so cara annalisa...

ma in campo istituzionale ci sono dei comportamenti da assumere che a volte possono girare anche dalla parte del giusto anche se a doverlo fare è una persona che ha tutta la voglia magari di fare il contrario... e cioè in questo caso magari di far passare la legge così com'è passata alla camera.

Il presidente della Repubblica ha dei doveri... e fin quando c'è un forte interessamento da parte dei media e dell'opinione pubblica afifnchè certe schifezze non passino... il presidente della repubblica volente o nolente ne deve tenr conto... e comportarsi così come dovrebbe...

Per questo sono ottimista... poichè le conseguenze nel breve termine possono essere davvero molto disastrose... per questo apparato politico.