di Chiazzese
Leggendo l’esposto di Silvio Berlusconi al Garante per la privacy sulla vicenda delle fotografie di Antonello Zappadu sequestrate dalla Procura di Roma, qualcosa non convince.
Secondo la versione di Berlusconi - dalla cui denuncia, come lascia intendere lo stesso avvocato del Premier Nicolò Ghedini, sarebbe pure partita l’iniziativa della Procura capitolina -, Antonello Zappadu, un fotografo di Olbia, offre in vendita fotografie carpite illegittimamente che ritraggono momenti di vita privata all’interno della nota residenza del Premier di villa Certosa, in località Porto Rotondo, ad Olbia, Sardegna.
Zappadu offre le immagini anche ad un collaboratore di Panorama, tale dottor Amadori, che informa il direttore del settimanale, dottor Belpietro, che a sua volta informa Ghedini.
Zappadu, dopo alcuni contatti con il dottor Amadori, lo incontra; a Milano.
Fatto presente che le fotografie sono di “eccezionale interesse”, gli dice che c’è chi - il gruppo Hachette-Rusconi tramite il direttore di Gente Monica Mosca - sarebbe disposto a pagare molto profumatamente quelle fotografie, addirittura 1,5 milioni di euro, e gli prospetta la possibilità di comprarle alla medesima cifra. Per dimostrargli la serietà dell’offerta, quindi, gli invia un campione di foto ed una bozza del contratto di compravendita. Amadori passa il tutto a Belpietro, il quale a sua volta passa il tutto a Ghedini. Questi telefona a Mosca - il direttore di Gente - ed apprende che non c’era stata e non c’era in corso nessuna trattativa tra Zappadu ed il gruppo Rusconi, non essendo quest’ultimo interessato alle fotografie.
Questi i fatti riferiti da Berlusconi, il quale, per questi fatti, accusa Zappadu:
- del reato di “interferenze illecite nella vita privata” (art. 615 bis c.p.): “Chiunque mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell’art. 614 [abitazione, altri luoghi di privata dimora ed appartenenze di essi], è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni”;
- del reato tentata truffa per avere “tentato di procurarsi un ingiusto profitto prospettando l’indebita pubblicazione di materiale fotografico che avrebbe potuto provocare un evidente danno d’immagine ove maliziosamente prospettato, senza le facili spiegazioni che soltanto i diretti interessati avrebbero potuto fornire”.
Oltre all’esposto al Garante, Berlusconi denuncia il tutto alla Procura della Repubblica di Roma, che tempestivamente sequestra le foto.
Come dicevamo all’inizio, c’è qualcosa che non convince in questa storia.
Il comportamento del direttore di Panorama? Certo, solo in Italia accade che il direttore di un settimanale come Panorama, venuto a conoscenza dell’esistenza di fotografie di “eccezionale interesse” sul Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, anziché decidere se trattarne l’acquisto o meno, comprarle o meno, pubblicarle o meno, come avrebbe fatto qualsiasi “Giornalista”, informa l’avvocato di Berlusconi e gli passa il campione di foto fattogli pervenire dal fotografo. Ma, appunto, siamo in Italia, dove comportamenti del genere, purtroppo, non sono più - o forse non sono mai stati - sorprendenti. Quindi, anche se si tratta di quello stesso direttore che, se qualcuno lo chiama “dipendente di Berlusconi”, si inalbera come un ossesso (come si può vedere a questo link), proclamandosi “dipendente della mia coscienza”, non è questo che ci sorprende. Del resto, uno è dipendente della sua coscienza; se poi la coscienza è molto “devota”, lui che ci può fare?
Le perplessità sono altre.
Le fotografie sono state scattate in Sardegna; la condotta di Zappadu si svolge in Sardegna, da dove parla ed invia email, e, in parte, a Milano.
Se i fatti sono questi, a prescindere dal merito della vicenda, la Procura territorialmente competente è quella di Tempio Pausania (al limite, per la tentata truffa, quella di Milano). Che c’entra, in tutto questo, la Procura di Roma?
Esiste forse una competenza speciale per la tutela del Premier?
P.S. – Mentre mandavo questo post alla Redazione, apprendo che la Procura di Roma avrebbe riconosciuto la propria incompetenza (in senso territoriale, s’intende), trasmettendo il tutto alla Procura di Tempio Pausania!
11 commenti:
C'è un'altro aspetto della questione che va considerato.
Quando mai potrebbero integrare il delitto di tentata truffa le condotte che, stando a quanto dicono i giornali, sarebbero state ipotizzate dalla Procura di Roma?
Se fosse tentata truffa la condotta di un venditore che dice a un potenziale compratore "Ho delle cose preziosissime da venderti. Un vero affare. Sappi che ho un altro acquirente che mi ha offerto un milione di dollari", saremme tutti in galera.
Le mie auto e le mie moto le ho sempre comprate usate (tranne in una occasione). I venditori mi hanno SEMPRE fatto pressione dicendomi che avevano un acquirente che insisteva e che, dunque, dovevo dire presto se si o no e a quel prezzo, che era irriducibile.
Ho sempre concluso l'acquisto dicendo: "Guarda, questa è la somma che sono disposto a pagare (ovviamente inferiore a quella asseritamente offerta dal misterioso altro acquirente), Fammi sapere".
Mi hanno sempre richiamato loro, vendendomi la moto al giusto prezzo, che era quello che avevo proposto io.
Non ho mai pensato di essere stato vittima di una tentata truffa perchè l'altro acquirente in realtà non esisteva.
Ma evidentemente alla Procura di Roma pensano cosa diversa.
A scuola ci hanno insegnato che quello addebitato a Zappadu (ove i fatti fossero vero e non è sicuro che lo siano) è il c.d. "dolus bonus" del venditore. Che non è considerato "dolo" nel senso previsto dal codice civile e non è considerato "artificio o raggiro" nel senso previsto dal codice penale.
Ma magari mi sfugge qualcosa.
Felice Lima
Scusate un'informazione ma i presunti reati commessi su internet (invio e-mail dalla Sardegna) hanno anch'essi una competenza territoriale su Tempio Pausania o "non hanno confini"?
felice, dimentichi che l'avv. Ghedini ha sempre una "marcia in più"...
Ghedini non ha una marcia in più....come al solito stanno commettendo un illecito colossale.
Un fotografo come Antonio Zappadu non deve più offrire le Sue fotografie ad una testata giornalistica? I giornali non hanno più interesse agli scoops? Ora tradiscono i loro informatori?Bisogna fare come Fabrizio Corona?
Telefonare al diretto interesseto ed estorciergli denaro in cambio del materiale compromettente?
Siamo al capolinea...nella vicenda Corona se non erro Berlusconi versò al ricattatore trenta mila euro e non denunciò il fatto!
Corona è ora candidato alle europee in AN...Zappadu in Sardegna non ha colto il nuovo sistema di far carriera.
Speriamo che la giustizia gli dia ragione e gli faccia riconsegnare le fotografie che per diritto appartengono a chi le scatta!!!
Accidenti!!!!
"l'avv.Ghedini ha sempre "una marcia in più""
Quale sarebbe? La possibilità di richiedere al proprio assistito una legge ad hoc ?
Il Lodo Alfano per il processo Mills? La possibilità di non utilizzarne la copia della sentenza in altro processo? cosa altro ancora? Se questa ultima denuncia produce una inchiesta per peculato?
La marcia in più ce l'ha chi vince ad armi pari.
Alessandra
il blocco è valido solo in italia? Possiamo sperare di vedere le foto in qualche giornale estero oppure sull'internet? Così, informati, possiamo valuare l'impatto.
alessandra, la risposta corretta è la prima
Per Anonimo...
Si, il blocco è valido solo in Italia, all'estero Mister B. non può urlare "si vergogni" è "tutti i cittadini del mondo sono con me", gli tirerebbero addosso i pomodori, come minimo.
Ho letto che, forse, Zappadu aveva avuto contatti anche con giornali esteri.Incrocio le dita per questo fotografo che ha tutta la mia simpatia!
Ma quando hanno beccato Sircana (portavoce di Prodi) non è venuto giù il mondo per violazione privacy ecc.? Ma voi bravi leninisti cercate solo di colpire in tutti i modi il nemico di classe.
Un radicale
Non cè nessuna truffa nel dichiarare che esiste una offerta "x", per del materiale che si vuole vendere, fa parte della trattativa,è solo un espediente x alzare il prezzo..piuttosto bisogna interrogarsi sul perchè il fotografo abbia proposto le foto proprio a Panorama, che sà benissimo essere di proprietà di mister B. e diretto dal fido Belfacciadipietra,..avesse voluto realmente venderle o diffonderle non sarebbero mancate nè le occasioni nè gli aquirenti.Detto questo penso che la privacy x i normali cittadini sia sacra! a casa propria ognuno deve poter fare ciò che gli pare,mentre credo GIUSTO! che chi ricopre incarichi istituzionali,e quindi di rappresentanza,debba condurre una vita TRASPARENTE!..il che non vuol dire che non deve andare a puttane,ma che se ci và chi lo vota HA IL DIRITTO DI SAPERLO!
Qualcuno forse ricorderà in tempi recenti il caso Mosley guru della formula 1 fotografato in compagnia di professioniste del sesso...,il fatto di per sè non mi interessa,ma il fatto foto comprese fù sbattuto sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo!..e lui non è uno che rappresenta una nazione!..forse il fotografo in questione ha pensato che all'estero non esiste un lodo Alfano che vieta la pubblicazione di foto compromettenti delle prime 4 cariche dello Stato Italiano..e quindi dato che di sti tempi essere servili paga ha optato per il rigore! (calcistico) cioè massimo risultato,minimo rischio!..posiziona la palla sul dischetto...prende la rincorsa...eeeee PALO!!!!(ce lo troveremo all'isola dei famosi)
Privacy,è una parola inglese,ma evidentemente in Italia assume un altro significato.
Auguri.
Oliver.
La compravendita, da sempre,si basa sulle spintarelle "psicologiche".
Il venditore inizia sempre vantando la propria merce ed asserendo che gli duole il cuore liberarsene.
Il compratore da subito storce il muso deprezzando ed affermando che la sua non è poi una necessità urgente.Ovviamente il compratore citerà altri potenziali acquirenti ma se si giunge ad un accordo si accontenta di un guadagno più modesto al che il venditore butta giù un prezzo irrisorio che ovviamnete farà inorridire il venditore che comunque dimostra la sua buona volontà facendo uno sconticino, risatina e scuotimento della testa del compratore che....
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