martedì 16 giugno 2009

L'imparzialità del Presidente





di Bruno Tinti
(ex Procuratore della Repubblica Aggiunto di Torino)




da TogheRotte


I discorsi ufficiali costituiscono sempre un problema: non si capisce mai bene cosa vogliano dire davvero. Restiamo tutti lì a pensare: ma con chi ce l’ha?

Così mi è successo con l’ultimo discorso del Presidente della Repubblica, quello pronunciato davanti al Consiglio Superiore della Magistratura.

E mi sono chiesto: ma se esprimo, nel modo più garbato e civile, le mie perplessità; e poi mi dicono che non ho capito niente e che Napolitano voleva dire cose diverse da quelle che ho capito io; che figura ci faccio?

Poi ho pensato che qualcuno doveva pur sacrificarsi perché le parole del Presidente della Repubblica sono importanti e, se sono state dirette contro le persone e le istituzioni sbagliate, allora, sempre nel modo più garbato e civile, la cosa va rilevata.

E se invece sono state dirette contro quelle giuste, allora bisogna compiacersene.

Dunque, ha detto Napolitano che la giustizia non funziona; che i cittadini si sono stufati di questo disservizio e che hanno perso fiducia nella magistratura; che la colpa di ciò sta nell’incapacità della classe politica di intervenire con risorse economiche e provvedimenti legislativi adeguati. Riassunto, questo, sicuramente rozzo ma fedele.

Per quanto mi riguarda, non posso che convenire con questa diagnosi disperata.

Tanto più disperata perché sono propenso a ritenere che una classe politica che ha approvato il lodo Alfano, la riforma (l’abolizione) delle intercettazioni telefoniche e il bavaglio all’informazione; e che si appresta a sottrarre al Pubblico Ministero la disponibilità della Polizia Giudiziaria e la possibilità di iniziare autonomamente un’indagine; non desisterà né da tal genere di iniziative legislative (ma ormai il progetto complessivo è praticamente realizzato) né dall’affamare l’amministrazione giudiziaria, lasciandola nel coma in cui versa attualmente.

Poi però Napolitano ha detto che anche la magistratura ha le sue colpe: prima di tutto sul piano dell’efficienza del processo; poi per via di “tensioni e opacità sul piano dei complessivi equilibri istituzionali”; e poi per le “tensioni ricorrenti” al suo interno.

Diciamo che ha ragione nella misura di 1 su 3; è vero che la magistratura ha forti problemi con un Consiglio Superiore dominato dalle correnti, con un Associazione Nazionale Magistrati (il sindacato dei giudici) a sua volta dominata (in realtà costituita solo) dalle correnti, con una gestione della carriera dei magistrati troppo spesso inquinata da criteri clientelari e fatalmente destinata ad annullamenti (e pesanti critiche) ad opera del TAR.

Ma che l’inefficienza del processo e gli scontri con la politica siano addebitabili ai giudici, questo proprio no.

Napolitano non può ignorare che il nostro codice di procedura penale, malamente scopiazzato da quello statunitense e reso sempre più inefficiente da interventi incompetenti e improvvisati, non garantisce gli imputati (i cittadini poveri sono stritolati e i ricchi possono impunemente abusare dei loro diritti); e garantisce invece una durata infinita del processo.

Napolitano non può ignorare che i giudici italiani sono pochi (anche se non pochissimi) e soprattutto malamente distribuiti in una miriade di inutili e costosi piccoli uffici giudiziari che dilapidano le scarse risorse dell’amministrazione della giustizia.

Napolitano non può ignorare che il personale amministrativo (cancellieri, segretari, ufficiali giudiziari, commessi etc) è sottodimensionato nella misura di quasi il 40% di un organico che già sarebbe insufficiente se completo. E che la nostra ineffabile classe politica ha risolto il problema riducendo per legge questo organico alla misura attuale, con il che ha potuto affermare che esso è completo al 100%!

Napolitano non può ignorare che, per consentire un orario di lavoro che garantisca ai giudici l’indispensabile collaborazione del personale ausiliario, bisognerebbe pagare imponenti quantità di straordinari (sempre di contratto di pubblico impiego si tratta); e che non solo i pochi straordinari fatti non vengono pagati se non con enormi ritardi; ma è stato emanato un vero e proprio divieto di ricorrervi. Sicché, alle 14,30 di ogni giorno, tutti a casa.

Come possa il Presidente della Repubblica, certamente non ignaro del peso specifico delle sue esternazioni, affermare che “la magistratura non può non interrogarsi su sue corresponsabilità dinanzi al prodursi o all’aggravarsi delle insufficienze del sistema giustizia” proprio non si capisce.

Quanto alle “tensioni e opacità sul piano dei complessivi equilibri istituzionali”, Napolitano resta coerente.

Il suo intervento ai tempi dell’indagine sui magistrati di Catanzaro fu rivelatore di una precisa scelta di campo: di “guerra tra procure” si trattava e non di un’indagine che la Procura di Salerno doveva (doveva) aprire a seguito di una denuncia di numerosi e gravi reati commessi da quei magistrati.

E che ancora oggi, dopo il riconoscimento giurisdizionale della legittimità di quella indagine e dei provvedimenti adottati dai magistrati di Salerno, nessuno (e nemmeno il Presidente della Repubblica) abbia sentito la necessità di ristabilire la verità, attribuendo alle due Procure coinvolte nella presunta “guerra” il ruolo che loro competeva (Pubblici Ministeri che indagano su gravi reati attribuiti ad indagati, per caso anch’essi Pubblici Ministeri), non è cosa che lascia tranquilli proprio sul piano “dei complessivi equilibri istituzionali”.

Di nuovo Napolitano non può ignorare che la magistratura italiana è costantemente aggredita da quegli stessi uomini politici che, oggetto di indagine per gravi reati, si ribellano al controllo di legalità doverosamente esercitato nei loro confronti come nei confronti di qualsiasi altro cittadino.

E nemmeno può ignorare che questi indagati ed imputati eccellenti godono della chiassosa e spregiudicata solidarietà di tutta (o quasi) la classe politica italiana. Proprio come avvenne, per restare in tema, quando l’ex Ministro della Giustizia Mastella trasformò la sua “Relazione al Parlamento sullo stato della giustizia nel Paese” in una autocertificazione di innocenza, ricevendone un plauso generale.

E’ molto grave che il Presidente della Repubblica, di fronte ad una classe politica che, sistematicamente, tenta di garantire l’impunità a se stessa e ai suoi sostenitori mediante la delegittimazione della magistratura, non stigmatizzi esplicitamente questo progetto eversivo e pericolosissimo per l’ordinamento democratico; ma tenti di ridurre il problema, di nuovo, ad una “guerra” tra poteri istituzionali, dove politica e magistratura vengono messe sullo stesso piano, dove i magistrati vengono ritenuti capaci di commettere quelle stesse illegalità che essi tentano di accertare e reprimere in un contesto sempre più difficile e pericoloso, per loro come per il Paese.

Ecco, mi permetto di dire che il Presidente della Repubblica non ha bisogno di esibire imparzialità; che attribuire torti e ragioni non necessita di bacchettate a tutti i contendenti; che un giudice (ma si, restiamo in tema), per dimostrare quanto è “terzo e imparziale”, non ha bisogno di condannare un imputato solo per metà dei reati che il pubblico ministero gli ha contestato e di assolverlo per l’altra metà, anche se di quest’altra metà egli è colpevole.

Il primo Magistrato della Repubblica deve, proprio come l’ultimo dei Giudici o dei Sostituti Procuratori, non solo “essere” ma “apparire” imparziale.



15 commenti:

salvatore d'urso ha detto...

Eccallà... m'hanno fatto innervosire pure Bruno... e penso che ce ne vuole... per farlo incacchiare così.

Beh che dire... sante parole... tutto tristemente vero...

ma non credo che andrà a finire così come la classe politica ha progettato... ci sarà qualche colpo di scena... almeno lo spero...

salvatore d'urso ha detto...

Arrestato a Bologna imputato processo 'Grande Oriente'


15 giugno 2009
Bologna. E stato arrestato dai carabinieri a Monterenzio, sull'Appennino bolognese, Emanuele Gaspare Famà, 55 anni, uno degli imputati ...





... del processo "Grande Oriente" alla mafia di Gela (Caltanissetta), giunto a conclusione dopo che la Cassazione ha confermato le condanne per i sette imputati, in gran parte familiari e fedeli del capomafia nisseno Giuseppe 'Piddu' Madonia.
Si tratta del cosiddetto 'procedimento lumaca', divenuto famoso perché il mancato deposito, per otto anni, delle motivazioni della sentenza da parte dell'ex giudice Eddi Pinatto, provocò la scarcerazione degli imputati condannati. La Corte di Cassazione, alla quale gli imputati chiedevano l'annullamento della sentenza d'appello, ha confermato le condanne, disattendendo in parte anche le aspettative della procura generale. Famà, che da tempo abitava a Monterenzio dove lavorava come manovale in un'impresa edile, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di San Lazzaro e rinchiuso nel carcere della Dozza. La sentenza di condanna è a 10 anni di reclusione per traffico di stupefacenti, reato commesso alla fine degli anni '90 fra le province di Milano, Messina e Caltanissetta. Parte della pena era gia' stata scontata in carcerazione preventiva: gli restano 7 anni e un mese, ai quali si aggiunge l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

pensiero libero ha detto...

Berlusconi, nuovo attacco ai giornali
"Spazzatura, non mi condizionerà"

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-8/berlusconi-stampa/berlusconi-stampa.html

E intanto si aprono nuove indagini su presunta induzione alla prostituzione...

edoammo ha detto...

Quel discorso non era andato giù nianche a me, ache se devo dire che ne sono venuto a conoscenza sulle pagine de LA SICILIA (lunga storia).
Lì ovviamente l'attenzione era sul "PROTAGONISMO di alcuni magistrati".

In questi giorni stavo proprio pensando quello che ha scritto ildott Tinti: imparziale non vuol dire CERCHIOBOTTISTA|

Sul mio SITO ho pubblicato una lettera scritta di getto da una ragazza a Napolitano

http://www.antinews.edoammo.it/extra.html#venduto

pensiero libero ha detto...

Super Porcellum

http://penlib.blogspot.com/2009/06/super-porcellum.html

Il nuovo manifesto pubblicato quest'oggi nel mio paese.

Anonimo ha detto...

dr.tinti
lessi toghe rotte
ho letto l'ultracasta
a quando un confronto serio sull'argomento giustizia?
a quando una semplificazione della concerie di reati che affollano e si affastellano nelle nostre norme?
la politica è quella che è ma nache la magistratura non scherza
riformare non serve a nulla urge rifondare
i cittadini hanno diritto e necessità di giustizia
i soldi non ci sono e nemmeno la volontà politica di agire
ma i giudici hanno le loro responsabilità
il protagonismo è un finto problema: nella società dell'immagine alcuni ne subiscono il fascino
è umano chissene
ma il resto?
il cittadino teme il processo ancor prima della sentenza
la nomofilachìa è un'opinione la discrezionalità sfocia nell'arbitrio
la gogna legale dura anni senza mai essere adeguatamente risarcìta
il giudice non paga...mai
il medico paga, ogni altro professionista paga
basta
dietro la necessità di imparzialità ed indipendenza della magistratura si cela il corporativismo e la tutela del privilegio
anche i giudici devono fare autocritica e mettersi in discussione
non è vero che la maggior parte di loro sono lavoratori bravi ed indefessi
la maggior parte sono burocrati o cerchiobottisti o impiegati qualunque che sbarcano il lunario con uno stipendio più alto degli altri
superato un esame teorico vivono di rendita di posizione organizzano il lavoro in base agli orari per loro più comodi
sono in ritardo, altezzosi, scocciati, disinteressati
come la maggior parte degli impiegati statali nè più nè meno
bisognerà veramente pensare in fretta qualcosa per cambiare
ma intanto bisogna dirsi come stanno le cose senza ipocrisìe e risentimenti gratuìti
sapere dove si sta è il primo passo per mutare le cose
con stima e affetto
rosa3361@virgilio.it

Besugo ha detto...

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Funzione nomofilattica

Fabio Pari ha detto...

Riporto la mail che ho mandato al Tg1, sperando che qualcuno la legga.
In caso contrario gliene manderò 3 al giorno, fino a che avrò una risposta degna di chiamarsi tale.
Vorrei quindi lanciare una campagna di fondamentale importanza, scrivete la vostra indignazione al caro Minzolini, bombardiamo la RAI di email, anche brevi e semplici, per far valere quello che è un nostro diritto, ESSERE INFORMATI DAL SERVIZIO PUBBLICO

COPIATE E INCOLLATE NEI DESTINATARI I SEGUENTI INDIRIZZI
a: tg1_direzione@rai.it; tg1@rai.it; info@agcom.it; tg2@rai.it; tg3@rai.it; aiart@aiart.org

Spettabile direttore A. Minzolini,

Scrivo questa email per comunicare il mio sdegno per le modalità con cui il TG1 in particolare stia adempiendo alle garanzie informative tipiche del pubblico servizio.
Caro direttore, come lei ben sa, io come tutti i cittadini abbonati, pago un LAUTO canone per accedere al servizio della televisione pubblica.

Dietro questo corrispettivo però penso sorga l'onere (se non addirittura l'obbligo) in capo ai telegiornali, d'informare il cittadino COMPLETAMENTE e CORRETTAMENTE.
Penso che questo non stia avvenendo, in particolare dopo la sua instaurazione quale direttore del TG1. State omettendo un pò troppe notizie caro Minzolini, e questo non mi va per nulla bene, anzi, sono molto amareggiato.

Tralasciando il Caso Mills, il Noemi-Gate e i voli di Stato, notizie date sommariamente e in modo incompleto che, come lei ben saprà, la Cassazione ha spesso ribadito che nell'esercizio del diritto di cronaca le cd. "mezze verità" equivalgono alla falsa notizia. Ma non è questo il punto, o almeno lo è, ma è solo uno dei tanti.
In particolare volevo esprimere il mio sdegno per come sono state affrontate (o non affrontate? meglio vero?) le seguenti questioni:

1. MANIFESTAZIONE DEI TERREMOTATI A ROMA
Svoltasi la settimana scorsa. Si contestava il Governo e il decreto "abaracadabra". Vi siete dimentica il servizio da qualche parte?

2. REFERENDUM ELETTORALE
Servizi di ben 35 secondi sparsi a singhiozzo qua e la per le editizioni dei vari TG Rai.
Il fallimento di questo referendum, volete dire, era talmente importante per i poteri forti che vi manovrano, da dover essere censurato senza pietà?

3. LE INDAGINI DI BARI.
Questa è la più grave. TOTALMENTE OMESSA dai TG (capisco quelli mediaset, ma la RAI e il suo dovere di informare il cittadino... insomma)

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO nella bufera per:

* Prostituzione, 5 incontri sospetti
* 30 ragazze coinvolte (tra cui un transessuale di nome Manila)
* Berlusconi che come minimo è "l'utilizzatore finale" per utilizzare le parole dell'avvocato Niccolò Ghedini
* Berlusconi che va a letto con una Escort, come DIMOSTRATO da Patrizia D'Addario stessa e dai nastri in possesso della magistratura
* Altra ragazze che raccontano cosa succedeva (Barbara Montereale e altre)
* Infine, la droga (cocaina, ndr) la terza pista che la procura di Bari continua a seguire


LE SEMBRA FORSE UNA NOTIZIA DA OMETTERE IN UN SERVIZIO DI PUBBLICA INFORMAZIONE???

MINZOLINI LEI MI INDIGNA, SI E' CALATO ANCHE LEI LE BRAGHE DAVANTI A BERLUSCONI?!

NEL SUO STIPENDIO CARO MINZOLINI C'E' ANCHE LA MIA QUOTA DEL CANONE RAI, E IO ESIGO, DA CITTADINO, DI ESSERE INFORMATO SUI FATTI CHE ACCADONO! DIAMINE.

Le porgo una domanda Minzolini,

RAI - servizio pubblico o "servizietto" del Premier?
Si risponda, non è difficile

Vergogna e Distinti Saluti,

Fabio Pari

salvatore d'urso ha detto...

Chiama l'animale 'Berluscane'
perchè è troppo in calore:
60 euro di multa dai vigili

http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/06/23/195438-battezza_animale_berluscane.shtml

carla ha detto...

E' forse questa "imparzialita'" del Presidente che ha indirizzato il CSM durante la questione WhyNot?
D'accordo con Pari, anch'io scrivo mail, per quanto poco possano servire, spesso direttamente ai parlamentari.

Anonimo ha detto...

Archivio Genchi, pg Cassazione: 'Giusto il dissequestro, non ha violato la privacy di nessuno'.
Chiesta l'inammissibilità' del ricorso della Procura di Roma

25 giugno, ore 12:46
Roma - (Adnkronos)

Gioacchino Genchi non ha violato la privacy di nessuno. Dunque è stato legittimo il dissequestro del suo 'archivio'. Lo sottolinea il sostituto procuratore generale della Cassazione, Eugenio Selvaggi, nel chiedere, ai giudici della quinta sezione penale, di dichiarare inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Roma contro l'ordinanza con cui il Tribunale del Riesame ordinò il dissequestro del cosiddetto 'archivio Genchi'.

Il consulente informatico di diversi magistrati, tra cui Luigi De Magistris e Giovanni Falcone, era stato indagato per intromissione illecita nel sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate e per violazione della privacy. Accuse che il Tribunale del Riesame di Roma aveva fatto cadere ordinando il dissequestro del materiale di Genchi. Sulla stessa lunghezza d'onda si e' posta oggi la pubblica accusa della Cassazione che ha chiesto ai supremi giudici di confermare il dissequestro del materiale.

carla ha detto...

grazie Anonimo, me l'ero persa.
A questo punto, visto che De Magistris e' un europarlamentare, non c'e' nessun altro che voglia/possa riprendere le fila di quello che e' stato bruscamente interrotto?
come sono sognatrice... :D

pensiero libero ha detto...

Nuovo manifesto:

Disegno Criminale

http://penlib.blogspot.com/2009/06/disegno-criminale.html

pensiero libero ha detto...

Cassazione: archivio Genchi da dissequestrare? Ieri si', oggi no

http://penlib.blogspot.com/2009/06/cassazione-archivio-genchi-da.html

Anonimo ha detto...

E fuori tema qui ma vorrei attirare l'attenzione al seguente, da aggiungere a tutte le altre condanne dalle organizzazioni internazionali. Grazie per l'attenzione
http://www.hrw.org/en/news/2009/06/21/l-italiabocci-la-legge-anti-immigrazione

Lo sforzo per criminalizzare l’immigrazione illegale giunge in un momento di crescente ostilità verso gli immigrati
June 22, 2009


"Trattare gli immigrati come criminali non risolverà le sfide che l'immigrazione pone all'Italia", ha detto Judith Sunderland, ricercatrice esperta di Human Rights Watch. "Questo disegno di legge incoraggia soltanto l'intolleranza o peggio, nei confronti di individui che fanno una vita già abbastanza dura".

La proposta di legge giunge in un clima di ostilità verso gli immigrati, alimentato da dichiarazioni di importanti esponenti del governo.
Il disegno di legge, fa dell'entrata e permanenza in Italia senza permesso un reato punibile con multa fino a 10.000 euro.

Associazioni di medici e organizzazioni umanitarie hanno espresso il timore che la misura potrebbe costringere esponenti della Sanità o dell'Istruzione a denunciare immigrati irregolari in cerca di cure mediche o altri servizi, dato che il codice penale impone a pubblici ufficiali di denunciare condotte criminali.
Inoltre, la legge aumenterebbe da due a sei mesi il tempo massimo in cui le autorità hanno facoltà di detenere immigrati e richiedenti asilo a scopi amministrativi.

Uno degli aspetti potenzialmente più pericolosi del disegno di legge è una disposizione per una cornice nazionale a favore di ‘associazioni di cittadini' per il pattugliamento anticrimine, in aiuto alle forze dell'ordine. La controversa disposizione fu approvata, inizialmente, in un decreto legge del febbraio 2009 e successivamente omessa in aprile al momento della conversione in legge.

Gruppi non autorizzati di vigilanti già operano in alcune municipalità. Alcune città, come Milano, hanno gruppi autorizzati.

La creazione di questi gruppi si verificò sull'onda di diversi stupri, fortemente mediatizzati, e presuntamente commessi da immigrati a Roma, Milano, e Bologna tra il 2008 e il 2009. Questi episodi hanno provocato linciaggi contro immigrati, in primo luogo contro rumeni e rom.

"Legalizzare gruppi di vigilanti in un periodo di crescente intolleranza è una ricetta per il disastro", ha detto Sunderland. "Se questi gruppi usano violenza contro gli immigrati, lo Stato ne sarà direttamente responsabile".