di Marco Travaglio
(Giornalista)
da L’Unità del 19 gennaio 2008
Ce l’aveva quasi fatta, Mariano Maffei, a chiudere la carriera senza grane.
Quasi mezzo secolo con la toga sulle spalle senza un’ombra, un sospetto, un guaio disciplinare.
Ma ecco che, giunto ai 70 anni, proprio a un mese dalla pensione, nella sua qualità di procuratore capo di S. Maria Capua Vetere gli capita di dover chiedere l’arresto della moglie di Mastella e di mezza Udeur.
E’ la sua fine.
Come quella di Dorando Pietri, che dopo aver guidato solitario la maratona delle Olimpiadi di Londra 1908, crollò stremato a pochi metri dal traguardo, lo tagliò sonetto dai giudici di gara, ma fu squalificato.
All’improvviso, dopo 44 annidi onorato servizio, Maffei diventa un incapace, un cialtrone, un «magistrato estremista» e «una macchietta» come l’ha definito quel lord inglese di Clemente Mastella.
Un mese fa, alle prime indiscrezioni sull’inchiesta, parte dal ministero della Giustizia la solita ispezione preventiva a orologeria nella Procura di S. Maria Capua Vetere (dove alcuni pm ne hanno denunciati altri, ma nessuno s’era mai mosso).
Poi, quando scattano gli arresti, Mastella insulta Maffei in pieno Parlamento, auspicando che «il Csm si occupi presto di lui» (peccato che l’azione disciplinare e la richiesta di trasferimento dei magistrati spetti proprio al Guardasigilli, piuttosto distratto peraltro sui magistrali finché non si occupano di lui e dei suoi cari).
E ora su Youtube spopola il video di Matrix in cui il pover’uomo, non avvezzo alle telecamere e al savoir faire degli uomini di mondo, legge un comunicato e poi chiacchiera informalmente coi cronisti senz’accorgersi che stanno riprendendo tutto (ingenuità tipica degli orditori di «trappole a orologeria» contro poveri ministri della Giustizia).
Illustri commentatori che non hanno mai scritto una riga sulla malapolitica, se non per esaltarla, alzano il ditino per eccepire sul suo eloquio non proprio oxfordiano, sulla spiccata inflessione dialettale e sulla scarsa telegenia, mentre il Csm s’affretta ad acquisire il video in vista di una punizione esemplare modello De Magistris.
Mastella va a scavare nel suo albero genealogico fino alla terza generazione e scopre che – horribile dictu – la defunta moglie del procuratore era cugina del padre di Sandro De Franciscis, il presidente della provincia di Caserta che ha osato passare dall’Udeur al Pd.
Ce n’è abbastanza per provare che l’inchiesta è una vendetta trasversale, anzi parentale.
Se invece il De Franciscis non avesse fatto lo sgarro e fosse rimasto nell’Udeur, sarebbe tutto regolare.
Invano il magistrato ricorda di aver già inquisito pure il cugino di sua moglie e assicura che, «se De Franciscis combina qualcosa di grosso, lo sbatto in galera come chiunque altro».
Ormai, come sempre avviene in questo paese marcio quando un intoccabile finisce sott’inchiesta, la presunzione d’innocenza per l’indagato diventa in presunzione di colpevolezza per l’indagatore.
E così i giornali smettono di raccontare le malefatte dei Mastella Boys per dedicarsi a quelle (del tutto ipotetiche) del procuratore.
Il solito Francesco Merlo scrive il solito pezzo col solito paradosso, cioè che Mastella e Maffei pari sono («giudice e imputato finiscono col somigliarsi»), anzi il procuratore è «qualunquista» per aver osato proclamarsi «servitore dello Stato» e annunciare querela contro Mastella che «ha offeso la mia onorata reputazione».
Ora, fino a prova contraria, un magistrato mai sospettato di nulla ha tutto il diritto, anzi il dovere di proclamarsi servitore dello Stato.
E, se insultato da un politicastro in pieno Parlamento, ha il diritto anzi il dovere di querelarlo.
Ma in questo paese marcio dà fastidio che qualcuno, all’accusa di essere un poco di buono, risponda «sono una persona onesta».
Molto meglio la linea Craxi-Berlusconi-Mastella: mai rispondere alle accuse «sono innocente», ma insinuare sempre che è colpevole il magistrato e comunque annunciare che «così fan tutti».
Maffei andava benissimo così com’è quando acchiappava ladri e mafiosi (siamo nel Casertano, una delle zone più inquinate d’Europa, in tutti i sensi).
Ma non va più bene, proprio a un passo dalla pensione, ora che ha acchiappato i Ceppalones.
«Ho paura», confida Mastella con la lacrima retrattile, «essere giudicati da uno come lui è malagiustizia».
Nessuno gli spiega che non sarà giudicato dal procuratore Maffei e da nessun altro procuratore, perché a giudicare sono i tribunali, non i procuratori.
Ma lui era solo ministro della Giustizia e non è tenuto a sapere queste cose.
13 commenti:
In tipico stile italiano,quando una persona viene beccata a far qualcosa che non deve,si cerca sempre di denigrare chi ha notato il fatto.Solitamente si fa in età infantile,ma come spesso si dice,non si smette mai di esser bambini.Come ho imparato in questi anni,Travaglio non sbaglia mai,nel senso che racconta i fatti così come sono,cosa rarissima in questo Paese in cui nessuno si riconosce più.Quindi si finisce col credere che solo alcuni blog e pochi giornalisti fanno del giornalismo come si deve,che per un Paese democratico e sviluppato sembra un'oscenità,ma non in Italia,dove abbiamo il meglio del peggio,è davvero così.La politica ha perso ogni significato da quasi vent'anni,l'informazione dall'avvento Berlusconi,con conseguenti prostrazioni di giornali e giornalisti,è insignificante ed imbarazzante,la magistratura resiste,non parlo certo del Csm,e deve resistere,se la magistratura si piega al potere,o mentre ne combatte l'ingerenza,si trova a combattere una guerra interna rischiamo davvero che la definizione di Stato di Diritto si perda.Mariano Maffei dice di essere un servitore dello Stato,ha ragione,tutti i magistrati lo sono e proprio per quello Stato non devono abbassare la testa davanti ai sopprusi di una politica corrotta ed immorale.Lo Stato siamo noi,liberi cittadini,che credono nella legge e in chi la deve far rispettare,i sovversivi sono i politicanti,che la legge la cambiano a loro piacimento,grazie al nostro silenzio assordante.Siamo un popolo che dorme,che pensa al proprio orticello e che se vede atti di chiara immoralità e disonestà tace,quasi non lo toccasse nel privato,quando ognuno di noi dovrebbe sentirsi responsabile per cio che non fa...ogni giorno!
Caro Travaglio, hai quasi sempre ragione quando parli e scrivi di giustizia. Però, riguardo a questa vicenda, mi hai incuriosito. Allora sono andato su Youtube a vedere...
No comment !
Consiglio:riascoltate "Sogno numero due" di Fabbrizio De André
Travaglio e' quasi sempre brillante e ben documentato, e la sua vena ironica e' quasi sempre beneficamente efficace, ma mi sembra giusto osservare che talvolta esagera e perde equilibrio. Non si tratta di stare dalla parte di Mastella, dei politici da lui definiti "intoccabili" o dalla parte di un procuratore come Maffei, sconosciuto ai piu' e sicuramente senza macchia. Cio' che colpisce il comune cittadino e' la perentoria affrettata affermazione di Travaglio, quando scrive che non sono i procuratori a giudicare ma i tribunali. I fatti dicono che le cose non stanno cosi': la sola ipotesi di reato formulata da Maffei, legittima, ha gia' di per se' implicato sanzioni gravi, che restringono la liberta' degli indagati in modo che non appare oggettivamente accettabile. Per quanto si possa simpatizzare per gli anti-berlusconiani, per gli anti-mastelliani e assimilati, trovo che l'articolo di Travaglio ha una colpa, quella di tentare di cancellare la gravita' di una sanzione pereliminare (l'eufemismo "cautelare" e' si' degno della migliore ironia travagliana, stavolta mancata), che ripugna a chi vuole un esercizio sobrio dell'amministrazione della giustizia. Questo vale stando a quanto si sa finora degli argomenti che hanno indotto la reclusione preventiva.
Mario Ludovico
Caro Mario Ludovico, le ordinanze di custodia cautelare vengono emesse dal GIP che è un Giudice, non un procuratore, (Giudice per le Indagini Preliminari GIP, appunto) e non solo sulla base della ipotesi di reato del Procuratore (ma chi conosce le procure sa bene che il Procuratore Capo fà le conferenze stampa, ma non le indagini nè le richieste di custodia cautelare, per cui bisognerebbe ricordarsi dell'oscuro sostituto procuratore che ha lavorato!!!!).
Il GIP per emettre la misura cautelare richiesta dalla Procura, deve verifiacre che siano emersi dalle indagini svolte indizi GRAVI.Dunque nessuna ipotesi di nessuna procura conduce nessuno in stato di custodia cautelare. Solo un Giudice, terzo, imparziale, ed estraneo all'ufficio di Procura, può emettere l'ordinanza di custodia cautelare.
Bisogna informarsi, prima di criticare le parole di chi è più informato di noi!!
cittadino stufo
Scusami "cittadinostufo" se ti faccio il verso nel nick...
Ma da avvocato sono stufo (anzi sono stufa, visto che appartengo al gentil sesso...) che la gente continui a pensare che siano i PM ad arrestare le persone...
Certo, sono i PM che curano l'esecuzione dei provvedimenti cautelari, che, però, sono sempre emanati dal GIP, giudice terzo (a meno che non ci si trovi in presenza di arresti in flagranza di reato ovvero di "fermo di indiziato", provvedimenti che però dovranno sempre essere convalidati da un GIP, giudice terzo)
Anzichè sforzarsi con un post lunghissimo, misto tra un fare satirico-ironico-politico-giornalistico, sarebbe meglio rammentare i fatti.
Il fatto di reato per il quale il Giudice macchietta ha arrestato la moglie del Ministro della Giustizia, altrettanto servitore dello Stato se si permette, qual'è?
Conversare con i giornalisti fuori dai microfoni dicendo quelle cose è un pour parler?
A scuola di diritto, tutti, Travaglio compreso.
E a scuola di democrazia, tutti, Travaglio compreso.
Questa volta la maggioranza degli italiani ha capito e visto cosa fa la magistratura.
Per Anonimo delle 20.42.
Gentile lettore,
Lei scrive:
"Anzichè sforzarsi con un post lunghissimo, misto tra un fare satirico-ironico-politico-giornalistico, sarebbe meglio rammentare i fatti.
Il fatto di reato per il quale il Giudice macchietta ha arrestato la moglie del Ministro della Giustizia, altrettanto servitore dello Stato se si permette, qual'è?"
Noi Le rispondiamo:
Gentile Amico, il fatto di reato e gli indizi di colpevolezza sono esposti bene bene nell'ordinanza di custodia cautelare, che può leggere a questo link.
Mentre noi andiamo a scuola, dove Lei ci manda, Lei legga bene, così, quando torniamo, ce lo racconta.
Scusi se ci permettiamo questo tono scherzoso nonostante l'ora grave, ma ci è sembrato che Lei ce lo possa perdonare.
Grazie della Sua presenza qui e un caro saluto.
La Redazione
Da avvocato impegnato nel processo c.d. "Mastella", constato con stupore che questo blog "pubblicizzi" l'O.C.C. del GIP di Santa Maria Capua Vetere incompetente ("per territorio", ovviamente). Al fine di dimostrare, almeno a me, che la magistratura non intenda il Processo meramente centralizzato e limitato ad una O.C.C., aspetto che questo blog "pubblicizzerà" anche i successivi provvedimenti. Nel frattempo attendo anche che questo blog pubblichi (e non semplicemente pubblicizzi) la significativa intercettazione, pur contenuta nella O.C.C., del Capo dell'Ufficio GIP di Napoli!!!
Per "Guido".
Gentile avv. De Maio,
Lei interviene polemicamente, "sfidandoci" senza fondamento.
La ringraziamo davvero della Sua presenza qui e della Sua partecipazione al nostro dibattito.
Ci permetta di dirLe, però, che la polemica raramente è utile e costruttiva.
In casi come questo, fra l'altro, costringe a rispondere, perchè il silenzio verrebbe da una persona come Lei interpretato come "ammissione di colpa".
Ci scusi, quindi, per il tono della risposta, che ci viene imposto dal tono della Sua "domanda".
Provi, se ci riesce, a cambiare atteggiamento e tono.
Mantenga intatte le Sue opinioni critiche, ma provi a esprimerLe in maniera più costruttiva per sé e per noi.
Così ne verrà fuori un vero dibattito, nel quale ognuno sarà arricchito dalle opinioni degli altri, e non, come Lei sembra incline a fare (e non solo in questa occasione), una rissa.
Venendo al Suo intervento.
Lei scrive:
"Da avvocato impegnato nel processo c.d. "Mastella", constato con stupore che questo blog "pubblicizzi" l'O.C.C. del GIP di Santa Maria Capua Vetere incompetente ("per territorio", ovviamente)".
Noi ci stupiamo sia del Suo stupore sia del Suo riferimento sgradevolmente polemico all'"incompetenza" dei nostri colleghi.
Quanto allo "stupore" per la pubblicizzazione dell'ordinanza, consideri:
1. L'ordinanza non è atto coperto da segreto ex art. 329 c.p.p. e, dunque, conseguentemente, neppure da divieto di pubblicazione ex art. 114 c.p.p. (siamo sicuri che di questo, da avvocato, sia consapevole).
2. Noi comunque non l'abbiamo pubblicata, ma, come correttamente osservato da Lei, solo pubblicizzata.
3. Noi qui scriviamo da cittadini che esercitano la libertà di opinione tutelata dall'art. 21 della Costituzione e siamo certi che Lei conosce anche quella norma.
4. E' ovvio che la conoscenza di quel documento è preziosa per "fare opinione". Fra l'altro, poichè le persone come Lei ostentano un disprezzo "a prescindere" per l'attività dei giudici (lo diciamo causa cognita, avendo fatto la fatica di leggere il Suo blog!), cosa, ci permetta di dirglieLo, non ragionevole, perchè, se ha senso ed è molto buono un atteggiamento critico consapevole e "mirato", a noi sembra irragionevole un "odio" cieco (pensi alle cose che ha scritto qui su Ilda Boccassini, dimostrando un astio pari solo alla totale ignoranza dei fatti e delle persone. "Ignoranza" qui è usato nel senso proprio della parola da "ignorare", "non sapere"), poichè, dicevamo le persone come Lei disprezzano "d'istinto" e "a prescindere" i magistrati (fraintendendo, evidentemente, il ruolo dell'avvocato, che è "antagonista", ma non "nemico" del giudice), appena è stata eseguita la misura cautelare in questione è partito il solito circo di mille e mille che, senza conoscere gli atti, hanno decretato che il provvedimento era sbagliato e ingiusto. Dunque, l'unico modo che c'è perchè ognuno si possa fare un'opinione adeguata, è leggere quell'atto.
5. Lei sottolinea - con uno sgradevole e inelegante gioco di parole - l'incompetenza territoriale dei giudici di S. Maria Capua Vetere, portando avanti quest'altra mistificazione consistente nel fare credere all'opinione pubblica che quella incompetenza territoriale sia "abnormità" del provvedimento.
Immaginando che Lei abbia fatto anche l'esame di procedura penale, siamo certi che avrà studiato anche l'art. 291 c.p.p., che si intitola "Procedimento applicativo" (della misura cautelare) e, al secondo comma, dispone testualmente: "Se riconosce la propria incompetenza per qualsiasi causa, il giudice, quando ne ricorrono le condizioni e sussiste l'urgenza di soddisfare taluna delle esigenze cautelari previste dall'articolo 274, dispone la misura richiesta con lo stesso provvedimento con il quale dichiara la propria incompetenza".
C'è poi anche l'art. 27 c.p.p., che si intitola addirittura "Misure cautelari disposte dal giudice incompetente" e non dice che sono nulle e che chi le dispone è "cattivo magistrato" (per riportare parole della prof. Vacca), ma che: "Le misure cautelari disposte dal giudice che, contestualmente o successivamente, si dichiara incompetente per qualsiasi causa cessano di avere effetto se, entro venti giorni dalla ordinanza di trasmissione degli atti, il giudice competente non provvede a norma degli articoli 292, 317 e 321".
Dunque, le misure cautelari disposte da un giudice che si sa e si dichiara incompetente per territorio sono valide e del tutto legittime. In presenza dei loro presupposti, poi, sappia che sono anche DOVEROSE!!!
Lei scrive ancora:
"Al fine di dimostrare, almeno a me, che la magistratura non intenda il Processo meramente centralizzato e limitato ad una O.C.C., aspetto che questo blog "pubblicizzerà" anche i successivi provvedimenti. Nel frattempo attendo anche che questo blog pubblichi (e non semplicemente pubblicizzi) la significativa intercettazione, pur contenuta nella O.C.C., del Capo dell'Ufficio GIP di Napoli!!!"
Avvocato De Maio, Lei è davvero sorprendente nella Sua aggressività priva di logica.
Ci chiede di pubblicare questo e quello, come se la Redazione del blog avesse mai dato prova di volere censurare qualcosa.
Pubblichiamo e pubblicheremo tutto ciò che si può pubblicare e che pensiamo sia di un qualche interesse per chi ci legge.
Sempre perchè avrà seguito il corso i Procedura penale, saprà comunque che una intercettazione telefonica di un processo in fase di indagini preliminari è, al contrario della O.C.C., atto "segreto" ex art. 329 c.p.p. e non pubblicabile ex art. 114 c.p.p..
In ogni caso, se qualcuno lo pubblicasse, noi lo "pubblicizzeremo", nei limiti in cui ciò non violasse la legge.
Ma ciò che stupisce della Sua foga polemica è che Lei parte dal presupposto che noi abbiamo la disponibilità di quegli atti.
Avv. De Maio, non abbiamo idea di come Lei si sia costruito la Sua impressionante e orrorifica immagine della magistratura, ma sappia che un conto è un magistrato che scrive su un blog e un conto è uno degli altri ottomila che fa il suo lavoro in ufficio.
Noi non abbiamo alcun accesso ad atti giudiziari se non come semplici cittadini.
Quindi, ne sappiamo quanto Lei.
Quindi, Le diciamo molto semplicemente: caro Avvocato, poiché Lei ha un blog, pubblichi lì ciò che ritiene utile e interessante e noi con piacere lo pubblicizzeremo.
Infine. Lei, per dare maggiore autorevolezza al Suo intervento, ci fa sapere di essere "impegnato nel processo c.d. Mastella".
Si lasci dare un consiglio, Avvocato, non è mai bene mischiare accademia e interesse professionale personale.
Quelli che stiamo scrivendo qui del c.d. processo Mastella NON siamo impegnati in quel processo, altrimenti non ne scriveremmo qui.
Si calmi, rifletta, dia una sguardo alle norme del codice di procedura penale e, poi, forte di questa maturazione, ci rivolga tutte le critiche più dure, ma almeno fondate su qualcosa. Altrimenti, resterà, come appare, solo una persona che sfoga un astio dalle origini a noi sconosciute con inutili invettive.
Cari saluti.
La Redazione
Comprendo il livore. Comprendo il momento. Comprendo i motivi... Incasso le critiche "nozionistico-professionali", perchè non si finisce mai di imparare... Resta, per inciso, validissimo il discorso sulla possibilità di pubblicare l'intercettazione in oggetto: essa non è "segreta" ex art. 329 c.p.p. perchè ... contenuta nella O.C.C. (pagg. 379 e ss.). Andrebbe, quindi, provato un altro giro di parole per asserire di non pubblicarla. Ma comprendo il momento, comprendo i motivi e, sul punto, io (che non sarò mai un forcaiolo) taccio!
Solo un passaggio mi è dovuto contestare. Ed è quello relativo alla contestazione da voi mossa nei miei confronti: disprezzo "a prescindere" per l'attività dei "giudici". "Disprezzo" è parola forte e non attinente agli scritti. "Giudici" è parola inappropriata, limitativa certamente. Le critiche sono sempre avanzate nei confronti dei "magistrati associati" quando le loro elucubrazioni poltiche esulano dal compito istituzionale precipuo; e se "criticarli" vuol dire, per loro, "disprezzarli", l'impressione è che le critiche non saranno mai gradite: nè oggi nè in futuro. Per questo motivo mi "dimetto" dal frequentare, di tanto in tanto, questo blog: la libertà la troverò (come l'ho sempre trovata, anche criticando) sul forum della U.C.P.I.. Il disprezzo non mi appartiene, soprattutto nei confronti dei Magistrati: appartengo ad una famiglia che ha dedicato alla Magistratura già tre generazioni ... tre generazioni di Magistrati che hanno solo e sempre parlato con i loro provvedimenti (sic!). Mi appartiene la critica, anche ferocissima: questa non me la sottrarrà nessuno ... nemmeno con le intimidazioni. Tranquilli, la andrò ad esplicitare in altri posti.
Ah, dimenticavo: per adottare un provvedimento custodiale, un giudice incompetente ne deve comunque dimostrare l'urgenza (era una vostra mera dimenticanza nel commento precedente...). Poi, se vogliamo fare un'analisi approfondita ...
Guido De Maio
Gentilissimo avv. De Maio,
ma che fa, lancia il sasso nello stagno e se ne va?
Scusi, ma davvero Lei è sorprendente.
Proviamo a capirci.
1. In questo blog ospitiamo - E CON PIACERE - tutti. Pubblichiamo i commenti favorevoli e quelli ostili. Addirittura anche gli anonimi.
Dunque, ancora una volta del tutto gratuitamente (evidentemente ha un'abitudine!) Lei ci accusa di scarsa disponibilità al libero confronto.
Ci dispiace che voglia smettere di frequentare il blog, perchè dal nostro punto di vista la consideriamo una perdita. Crediamo sinceramente al confronto e pensiamo di potere essere solo arricchiti dalle opinioni altrui e, ovviamente anche dalla Sua.
2. Stiamo provando a convincere chi ci legge (ma constatiamo con enorme piacere che la quasi totalità dei nostri lettori non ha alcun bisogno del nostro aiuto, perchè fa ciò prima e meglio di noi) che è possibile confrontarsi con franchezza e, quando ci vuole, anche con "durezza", ma senza "polemiche" e "aggressioni".
Lei, invece, scrive un commento caustico e ostile.
Noi Le rispondiamo scusandoci per di più per il tono della risposta, precisandoLe che esso è tale solo perchè deve essere coerente con il tono del Suo intervento, e Lei si arrabbia e se ne va sbattendo la porta?
Avvocato, ma che vuole: venire qui a polemizzare e trovarci remissivi e sottomessi?
Avvocato, Lei viene a picchiare e noi ci difendiamo.
Ne avremo diritto o no?
3. C'è ovviamente il rischio che Lei non abbia colto la carica di aggressività che c'e nel Suo commento delle 8.31.
Ma basta che lo rilegga e dovrebbe rendersene conto.
4. A noi farebbe davvero tanto piacere continua a discutere con Lei anche qui e La preghiamo di darcene l'opportunità.
Ovviamente, staremo al Suo tono.
Se Lei ci scriverà con tono cordiale noi le risponderemo con tono cordiale. Se Lei ci verrà a dare la Sua lezioncina retorica, noi Le daremo la nostra.
Se rilegge i messaggi in ordine cronologico potrà verificare "documentalmente" come è andata.
4. Lei scrive:
"Mi appartiene la critica, anche ferocissima: questa non me la sottrarrà nessuno ... nemmeno con le intimidazioni".
Avvocato, scusi, ma dove, quando e in che modo l'avremmo "intimidita"?
Avvocato, ma Lei, quando fa queste tirate ha in mente fatti specifici o Le piace farle così, tanto per?
5. Lei scrive anche:
"Tranquilli, la andrò ad esplicitare in altri posti".
Avvocato, ma dove e quando noi abbiamo mostrato "paura" o "preoccupazione" per la Sua presenza qui, così da dovere essere "tranquilli" al pensiero che Lei vada via?
Come le abbiamo già detto, siamo sinceramente dispiaciuti della Sua decisione di andare via e La preghiamo accoratamente di restare a discutere con noi, ringraziandoLa sinceramente per l'attenzione che ci ha prestato e per il dono che ci ha fatto della Sua partecipazione.
Ci dispiace di averLe dovuto rispondere con "durezza", ma, come Le abbiamo scritto nel commento al quale Lei ha replicato, non potevamo fare altro, dato che la Sua "sfida" era tale che il silenzio o la remissività sarebbero stati interpretati come "ammissione di colpa".
6. Quanto a ciò che Lei sostiene noi avremmo censurato (una intercettazione telefonica), la cosa è francamente addirittura ridicola.
Lei ha capito benissimo che noi non abbiamo pubblicato nulla, ma solo, come giustamente ha scritto Lei, "pubblicizzato" una ordinanza pubblicata da altri.
Dopo di chè tutto quello che c'è nel documento pubblicato da chi lo ha pubblicato noi lo abbiamo "pubblicizzato". Quello che non c'è non lo abbiamo neppure noi.
Dunque, comunque stiano le cose, mai avremmo potuto "censurare" nulla.
Abbiamo cercato di spiegarglielo nel commento a cui Lei ha replicato, ma ovviamente non siamo riusciti nel nostro intento.
Un caro saluto.
La Redazione
Un richiamo all’attenzione del “cittadinostufo” e dell’”avvocato stufo”.
Non ho affatto scritto, e neppure pensato, che sia stato il procuratore Maffei a ordinare la custodia cautelare. Ho scritto, cio’ che risponde al vero, che l’ipotesi di reato formulata dal Maffei “ha implicato” sanzioni preventive gravi, comunque richieste dal procuratore.
La nostra lingua sa essere concisa e precisa anche senza ricorso a stili gergali specifici. Ho scritto: “la sola ipotesi di reato formulata da Maffei, legittima, ha gia’ di per se’ implicato sanzioni gravi, che restringono la liberta’ degli indagati”. Cio’ per rimarcare il carattere “affrettato” dell’affermazione di Travaglio, il quale ha scritto, come se nessuna conseguenza penale fosse gia’ ricaduta sugli indagati: “Nessuno gli spiega che non sarà giudicato dal procuratore Maffei e da nessun altro procuratore, perché a giudicare sono i tribunali, non i procuratori”.
Io ho voluto interpretare questa affermazione nel senso che non spetta ai procuratori sentenziare (non solo sul ministro Mastella, ma anche sugli altri coinvolti nell’indagine), ma spetta ai tribunali pronunciare sanzioni, alla luce – s’intende – del dovuto rispetto dei diritti del cittadino accusato, come prescrive la Costituzione.
Ora, nel caso in questione, comuni cittadini come me hanno tuttavia avuto l’impressione che quanto previsto dalla Costituzione (si veda l’art. 111, 3o comma; o anche - per esempio - l’art. 275–2bis del c.p.p.) non sia stato rispettato. La forte impressione, cioe’, che – data per scontata l’azione del procuratore - non sussistano oggettivi motivi per una “sanzione a priori” grave come la custodia cautelare. Vale a dire, giudizio e sanzione "a priori", senza equo processo e, sembrerebbe (e qui posso ovviamente sbagliare), senza nemmeno l’uso di quelle informazioni e di quelle garanzie che spettano normalmente a persone penalmente indagate. Nessun ragionevole dubbio e’ poi lecito circa possibili eccessi di discrezionalita'?
Mario Ludovico (Poznan)
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