venerdì 5 dicembre 2008

Il dito e la luna


di Marco Travaglio
(Giornalista)



da L’unità del 5 dicembre 2008


L’operazione è chiara e spudorata: intimidire la Procura di Salerno che sembra aver trovato le prove del complotto contro De Magistris e gabellare l’indagine sulle toghe calabro-lucane come una “lotta fra procure”, una guerra per bande che qualcuno deve fermare per il bene di tutti.

E stabilire una volta per tutte che sui politici e i loro protettori non si indaga.

Non c’è alcuna guerra per bande, almeno non da tutte le parti.

I pm salernitani, competenti per legge sulle vicende giudiziarie di Catanzaro, sono stati investiti da denunce di e contro De Magistris.

Hanno indagato per un anno, e alla fine non han trovato prove sulle denunce contro De Magistris, mentre le han trovate sui gravissimi fatti denunciati dal pm.

Come la legge li obbliga a fare, hanno archiviato le prime e approfondito i secondi, indagando i magistrati calabresi sospettati e perquisendone gli uffici.

Fin qui, tutto normale.

Le anomalie sono accadute ieri: l’atto di insubordinazione del Pg di Catanzaro, che definisce “atto eversivo” un’indagine doverosa nei suoi uffici; gli avvisi di garanzia partiti da Catanzaro contro i pm di Salerno (Catanzaro non è competente su Salerno: lo è Napoli, le competenze incrociate sono abolite da 10 anni) e il contro-sequestro degli atti acquisiti dai salernitani; l’ispezione a piedi giunti del cosiddetto ministro Alfano, gravissima interferenza politica in un’inchiesta in corso.

Insolita è anche la richiesta degli atti dal capo dello Stato.

Si spera almeno che quelle carte inducano il Csm a mettere finalmente il naso nel vero scandalo: Salerno è il dito che indica la luna, ma la luna sta a Catanzaro.


20 commenti:

Anonimo ha detto...

Magari venisse fuori, prescrizione a parte, come sono stati condotti dal 1990, e non solo in un anno, gli esami da Procuratore a Catanzaro, con il 99.7% (sic) di promossi.

Se qualcuno sapesse qualcosa di più preciso delle "voci" che in questi anni a tutti sono giunte, forse sarebbe questa l'occasione buona per parlarne apertamente.

Anonimo ha detto...

Forse dovremmo cominciare a tessere una rete in cui tutti dicano : abbiamo capito tutto!

Questi signori, ed i signori asserviti della stampa che non vede e non sente, continuano a fuorviare la gravita' della situazione ed a comunicare in malo modo la notizia.

Non c'e' una guerra tra Procure, ma una guerra, giusta, sacrosanta e dovesora, fra la legalita' e l'illegalita', che presto dovra' farci dire che non puo' essre piu' ammirato il "furbacchione" di turno perche' "cosi' italianamente aduso al sottefugio pagante".

Da un lato, c'e' una Procura, quelal di Salerno, che avendo avuto modo di conoscere le voci di tutti, denuncianti e denunciati, ha svolto le indagini in silenzio e per un intero anno, ed ha concluso che a carico di de Magistris e di tutti i numerosi suoi presunti correi non ci sono elementi per iniziare alcuna azione penale, mentre a carico dei suoi persecutori, taluni suoi accusatori, ci sono gia' tali e tanti riscontri da riempire 1700 (millesettecento) pagine di decreto di sequestro e perquisizione, e che una delle cose pertinenti il reato e' proprio il fascicolo da dove di colpo, subito dopo l'avocazione e senza che fosse nemmeno passato un tempo congruo per leggersi tutte le carte, sono stati esclusi ed "archiviati" i nomi piu' importanti, fra cui quello del Ministro di Giustizia.

Dall'altra c'e' una Procura, quelal di Catanzaro, che si e' distinta per l'isolamento e la persecuzione anche pubblica nei confronti del gia' vessato Luigi de Magistris, senza se e senza ma (sul web e' possibile trovare il discorso di insedimento alla Procura Generale del Dr. Jannelli, lo stesso che divideva cordialita' con l'arrestata dr.ssa Pasquin).
Questa Procura ha assunto un atto che definire abnorme e' un eufemismo, perche' e' furoi di ogni regola e finanche di ogni ragionevolezza e buon senso.

Per di piu' da ieri sera la Procura di Catanzaro, dove lavorano 7 magistrati per i quali sono stati enucleate gravissime ipotesi di reato che hanno riempito 100 (cento) pagine, e' protetta da un cordone di CC messi li' da Jannelli a vigilare che nessuno entri (.....!), come un fortino assediato.

Mentre molti degli indagati, primo fra tutti il cattolicissimo Saladino ( e stringe il cuore dirlo, a chi cerchi di vivere davvero ispirato da principi cattolici), e molti fra gli implicati a vario titolo lancia sinistri messaggi intimidatori e di chiamata a raccolta per una difesa piu' stringente della casta smascherata.

Questo deve essere detto, perche' in quella che e' definita guerra per bande la gente possa capire chi sono i buoni e chi sono i cattivi.

Perche' si veda finalmente quello che la Clementina Forleo, con efficace immagine, un anno fa defini "re nudo", quel re trasversale agli schieramenti, alle ideologie e finanche agli appaerenti impianti di valori, che ha depredato l'Italia, arricchendosi oltre ogni misura, devastato le istituzioni, infangato la Costituzione, compromesso il futuro dei nostri figli, calpestao ogni regola morale.

Non e' piu' tempo di bizantinismi ed infingimenti; occorre assumere piena coscinza di cio' che sta accadendo, e che e' grave oltre misura.

E reagire, come fu un anno fa, quando un movimneto spontaneo e sempre crescente si strinse attorno al reietto.

Oggi sappiamo con certezza (ma gia' lo sospettavamo) che persino chi doveva difenderlo era colluso.

Tutti rivolti alla luna, allora!

Anonimo ha detto...

Credo che tutti questi articoli e commenti a santificare salerno siano al momento alquanto inopportuni. Tutto il mondo è paese .....catanzaro.....salerno..... a nessuno viene in mente invece qualche altra strategia? A Catanzaro tutti cattivi e a Salerno tutti buoni? O bisogna per forza commentare, schierarsi da una parte ? Molte cose non sono come appaiono......
Mathilda

Anonimo ha detto...

Per chi sostiene che tutto il mondo è paese e che i cattivi sono ovunque... mi limito a dire questo:

non è molto difficile distinguere il male dal bene perchè quello che la casta difende a spada tratta è sicuramente il male... ciò che va contro il potere, rischiando di perdere tutto, non può che essere il bene.

Stefano.

Anonimo ha detto...

Mathilda, perchè non spieghi o accenni come sono le cose in realtà?

Anche per una persona del tutto all'oscuro dei fatti suona alquanto strana la reazione di Jannelli, il suo parlare di provvedimento "eversivo"...dove sta l'eversione? La procura di Salerno non ha seguito l'iter necessario?
Quando leggo "Sette magistrati della Procura di Salerno, fra cui il procuratore capo Apicella, sono indagati dalla Procura generale di Catanzaro. I reati ipotizzati sono abuso d'ufficio e interruzione di pubblico ufficio." mi chiedo: è normale che l'indagine parta dallo stesso gruppo che si considera leso? Non so, mi sembra ci sia un certo conflitto di interessi...

Ale

Anonimo ha detto...

Per Ale (commento delle 9.06).

La condotta del Procuratore Generale Iannelli nel caso qui in discussione è assolutamente e clamorosamente illegittima (e come direbbe lui "eversiva"), per molte convergenti ragioni, delle quali elenco almeno le seguenti:

1. la Procura Generale di Catanzaro NON è competente a procedere nei confronti dei magistrati di Salerno, competente essendo la Procura di Napoli;

2. la Procura Generale NON può compiere neppure atti urgenti in procedimenti per i quali non sia competente, potendo gli atti urgenti essere compiuti solo dalla Procura;

3. il Procuratore Iannelli non potrebbe in nessun caso compiere atti di ufficio con riferimento a un procedimento nel quale è indagato, perchè avrebbe l'obbligo di astenersi.

Per rendere il tutto più chiaro con un paragone, è come se un Procuratore della Repubblica destinatario di un ordine di custodia cautelare, assumendo che ssso è illegittimo ne impedisse l'esecuzione sequestrando la macchina dei carabinieri venuti ad arrestarlo e le loro armi.

Se a questo si aggiunge l'intervista televisiva resa da Ianelli e che si può vedere a questo link definirei eufemisticamente "imbarazzante" la posizione di Iannelli.

Le sue condotte possono avere ai miei occhi due sole spiegazioni:

1. disperazione;

2. strategia del "facimmu ammuino".

Sull'ultima ipotesi rinvio all'articolo di Stefano Racheli "Non consentiamo che la si butti in caciara" che abbiamo pubblicato oggi.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per Mathilda (commento delle 21.51).

Carissima Mathilda,

comprendo molto bene le Sue preoccupazioni, perchè ne conosco il fondamento, ma credo che non centrino il problema odierno.

Il problema non è dividere il mondo - e meno che mai due uffici giudiziari - in "buoni" e "cattivi".

Fare questo, per un verso non serve e per altro verso nuoce.

Persone "buone" possono fare cose cattive (Pietro tradì Nostro Signore e Davide, L'Unto del Signore, si portò a letto la moglie del suo più fido generale e poi fece uccidere quest'ultimo perchè non scoprisse l'adulterio della moglie) e persone "cattive" possono fare cose buone (gli esempi di questo si sprecano).

Il problema dei processi e quello della democrazia non è giudicare le persone.

Le persone le giudica solo Dio e aspetta a farlo il loro ultimo giorno.

Il problema è "stare ai fatti".

"Leggere" e "analizzare" i fatti e, per chi ne ha il dovere, giudicare i fatti.

Dunque, nessuno intende beatificare i salernitani e demonizzare i catanzaresi.

Si prende solo atto del fatto che una Procura (Salerno) sta svolgendo delle indagini e un'altra (Catanzaro) intende impedirlo ad ogni costo.

Si prende solo atto del fatto che un'ora dopo che era iniziata la perquisizione a Catanzaro il deputato del Pdl Labocetta strillava dicendo che questa perquisizione attentava alla indipendenza del C.S.M. (mai visto prima di allora un deputato del Pdl difendere il C.S.M.).

Si prende solo atto del fatto che per la prima volta nella nostra storia il Presidente della Repubblica decide di compiere un atto più che sorprendente con riferimento a un concreto procedimento penale.

Si prende solo atto che, esagerando e dicendo cose non appropriate, si sostiene (e in parte lo fa anche la Presidenza della Repubblica) che quanto sta accadendo a Catanzaro è cosa inaudita, che accade per la prima volta, quando, invece, moltissime volte è accaduto che siano stati perquisiti uffici giudiziari e anche che siano stati arrestati magistrati, senza che questo abbia suscitato reazioni presidenziali.

Si prende solo atto del fatto che un giornalista come D'Avanzo si affretta a scrivere un articolo come quello su Repubblica di ieri, pieno di opportunismi, inesattezze e reticenze, la più grave fra tutte l'accusa ai magistrati di Salerno di non avere chiesto gli atti in forma cortese a quelli di Catanzaro, quando è noto a tutti e a giornalisti come D'Avanzo prima che a tutti che i magistrati di Salerno hanno chiesto gli atti in forma cortese a quelli di Catanzaro e quelli di Catanzaro si sono rifiutati di consegnarli. Dal che la perquisizione e il sequestro restavano l'unico strumento per ottenerli.

E potrei continuare per pagine e pagine.

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Scrive Felice Lima:
"Si prende solo atto del fatto che una Procura (Salerno) sta svolgendo delle indagini e un'altra (Catanzaro) intende impedirlo ad ogni costo."

Non sono d'accordo con le osservazioni di Felice Lima.

A me pare vero il contrario: Catanzaro sta svolgendo le indagini cd. why not e poseidone e Salerno, sequestrando a fini probatori i fascioli in originale, lo rende oggettivamente impossibile.

Se si ritiene che la continuazione delle indagini da parte dei magistrati indagati possa consentire la reiterazione dei reati ipotizzati *** (es. corruzione, abuso d'ufficio), allora si devono chiedere misure cautelari e per farlo ci vogliono gravi indizi di colpevolezza.

Se invece si cercano le prove, le si ottengono con l'acquisizione degli atti in copia.

E non vale l'argomento "l'hanno chiesto ma CZ ha rifiutato l'esibizione".

Premesso che dai giornali non si capisce se effettivamente ci sia stata una richiesta di esibizione e se sia stato opposto ad essa il segreto, se SA pensa che il segreto opposto sia infondato, può (forse) procedere d'autorità ad acquisire gli atti, ma comunque dovrebbe lasciare a CZ l'originale o almeno le copie.

Credo che la singolarità della vicenda, da cui anche l'intervento del Presidente della repubblica, stia proprio in questo "corto circuito" creatosi con il sequestro dei fascicoli, e non certo nel fatto che svariati magistrati erano indagati e che i loro uffici e abitazioni perquisiti, cosa purtroppo già accaduta molte volte.

ciao a tutti
ele

*** comunque, se il ragionamento è "il PM colluso chiederà un'archiviazione illegittima perché gli atti giustificherebbero l'imputazione" oppure "il PM colluso non indagherà perché vuole insabbiare l'indagine" si può anche laciare che il GIP competente faccia ciò che dice la legge, restituendo gli atti al PM per imputazione coatta o nuove indagini.

Gennaro Giugliano ha detto...

Grazie Dott Lima per la semplicità di linguaggio che mi ha aiutato a comprendere sinteticamente le ultime vicende tra le due procure di Salerno e Catanzaro. Adesso il quadro ( almeno nella mia mente è estremamente trasparente) mi domandavo solo per pura curiosità se vi è legittimità nel procedimento che intenderebbe fare il Sig Napolitano nel richiedere gli atti ai due Procuratori
Buon lavoro e buon weekend a tutta la redazione

Gennaro

Anonimo ha detto...

Per Ele (commento delle 10.44).

Gentile Ele,

provo a risponderLe in maniera sintetica.

Non so se Lei operi nel nostro ambiente.

Se si, saprà che accade ogni giorno che decine di procure dispongano il sequestro - per esempio presso gli uffici tecnici di un Comune - di tutti gli atti di un certo procedimento amministrativo. E li sequestrano IN ORIGINALE, copertine e appunti a matita compresi.

Quando ciò accade, gli uffici tecnici oggetto del sequestro non sbraitano sostenendo che così si sta impedendo l'esercizio della funzione amministrativa. Perchè non sarebbe in alcun modo vero.

Accade poi, infatti, che la procura sequestrante esamina gli atti appena sequestrati in originale, fa le valutazioni del caso, estrae le copie che eventualmente le servono e restituisce gli originali all'ufficio amministrativo che può tranquillamente tornare a fare il suo lavoro.

Per ragioni che ancora mi sono oscure ciò sarebbe assurdo con gli atti di Catanzaro.

Se Lei può spiegarmi perchè è possibile sequestrare una cartella clinica in originale senza che ciò significhi bloccare la sacra funzione della cura e non si può invece sequestrare un fascicolo processuale in originale senza che questo faccia scomodare il Capo dello Stato, io Le sarò profondamente grado e proverò a capire.

Le faccio notare sommessamente che tutti coloro che hanno sostenuto le cose che ha sostenuto Lei lo hanno fatto partendo da un evidente PREGIUDIZIO, consistente nel fatto che, NON SI SA COME E PERCHE', hanno ritenuto di escludere che i magistrati di Salerno l'indomani del sequestro o dopo due giorni o dopo una settimana - che nell'ambito dei tempi lunghissime di quelleinchieste non sono nulla - avrebbero restituito gli atti sequestrati, dopo averne avuto la disponibilità utile alle loro indagini.

Consideri, peraltro, che si tratta di migliaia di pagine e che, se io fossi il magistrato inquirente, preferirei essere io a farne le copie nel mio ufficio e potendo esaminare gli originali, invece che attendere i tre giorni che ci vogliono a fare quelle copie, mentre il personale da me incaricato opera presso l'ufficio di colui che io sospetto di essere autore di fatti scellerati proprio con riferimento ai fascicoli de quo.

E ciò senza dire che, avendo la disponibilità di tutti gli originali potrò anche scegliere cosa fotocopiare, perchè mi interessa, e cosa no, invece di dovere chiedera la copia di tutto.

E senza dire ancora che, se io non sequestrassi l'originale e dessi mandato ai carabinieri di fare le copie, dovrei fare fare da qualcuno le certificazioni di conformità, perchè non potrei sapere se domani, avendo solo copie informi, qualcuno potrebbe contestarle.

Spero vivamente che Lei possa offrirmi elementi tecnici diversi che a me al momento sfuggono per dare un senso a ciò che sento pontificare con molta sicumera da tanti ma che a me sembra puramente e semplicemente tecnicamente senza senso.

Un caro saluto.

Felice Lima

La Redazione ha detto...

I reati, talvolta, producono dei "corpi", nel senso di manifestazioni materiali e tangibili dell'attività illecita.

Talora, invece, da cose materiali può risalirsi alla commissione di un reato.

Altre volte, ancora, il reato è commesso per appropriarsi di una cosa materiale, a fine di profitto.

Di tutte queste cose è previsto il sequestro, se ciò serve alle indagini.

Il falsario crea un atto o una moneta falsa; un abuso d'ufficio genera un provvedimento amministrativo viziato; solo dall'esame di una cartella clinica può stabilirsi se la terapia è stata praticata correttamente; un favoreggiamento o una falsa testimonianza si esprimono nei verbali di dichiarazioni; una corruzione giudiziaria sfocia, necessariamente, in atti giudiziari.

Mille volte è capitato che siano stati sequestrati i fascicoli delle cause civili e non risulta che i Presdienti dei Tribunali abbiano denunciato la paralisi della funzione giurisdizionale.

L'interuzione di un pubblico servizio, del resto, implica un danno alla funzione intesa nel suo complesso e non l'alterazione di una singola funzione o prestazione.

In sostanza non è stata sequestrata "la Procura di Catanzaro" ma solo gli atti di alcuni procedimenti.

Nicola Saracino

Anonimo ha detto...

Grazie dott. Lima

i suoi chiarimenti, per i non addetti ai lavori sono una terapia molto efficace per la cura della sindrome "noncapente" che si diffonde tramite i portatori "sani" dei mass media.

Intendo portatori sani tutti quelli che traggono vantaggio e lucrano sulla diffusione del virus OLV.

Per contrastare seriamente questa pandemia, occorrerà tentare l'attuazione della profilassi secondaria suggerita dal Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma
Stefano Racheli.

Ovvero: darsi da fare, cercate cinque amici e dire loro che la vogliono buttare in caciara, invitandoli a contattare altri cinque amici ciascuno e così via seguitando.

Con profonda stima

Stefano
Genova

P.S.

OLV = Offuscare La Verità

Anonimo ha detto...

Caro dr. Lima
So che lei mi ha compreso benissimo ed io condivido il comportamento di "prendere atto".
Ed insisto con coloro che mandano commenti che si può soltanto prendere atto ed al massimo spiegare ai non addetti ai lavori come funzionano i procedimenti.
Rinnovo il mio piacere a leggere i suo articoli e commenti sul blog, sempre misurati, veritieri ed istituzionalmente corretti.
Per il resto possiamo soltanto dire: staremo a vedere cosa accadrà.
Mathilda

Anonimo ha detto...

Cara Mathilda,

grazie di cuore per le Sue affettuose parole.

Sappia che è per me una gioia che Lei si qui con noi.

Un abbraccio.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Felice Lima scrive:

"Se Lei può spiegarmi perchè è possibile sequestrare una cartella clinica in originale senza che ciò significhi bloccare la sacra funzione della cura e non si può invece sequestrare un fascicolo processuale in originale senza che questo faccia scomodare il Capo dello Stato, io Le sarò profondamente grado e proverò a capire"

Gentile Felice,
l'esempio della cartella clinica mi sta bene, ma, per essere calzante, il paragone deve farsi tra il sequestro della cartella DURANTE IL RICOVERO e il sequestro del fascicolo A INDAGINI IN CORSO.

Ebbene, ho casualmente qui a fianco un chirurgo che alla domanda "voi potete continuare a curare il paziente ricoverato se vi sequestrano la cartella clinica?" risponde "dovremmo rifare tutte le analisi e gli accertamenti daccapo, perché non avremmo più traccia del quadro clinico diagnosticato e della terapia seguita fino al momento del sequestro. Ovviamente ciò comporterebbe un inutile aggravio di lavoro per noi e una pericolosa perdita di tempo per il paziente."

Quindi, il sequestro della cartella clinica durante il ricovero non solo non è necessario (basta la fotocopia), ma è addirittura pericoloso.

Se il paziente si aggrava e muore o peggiora a causa degli inconvenienti che segnalava il medico di cui sopra, si potrebbe anche ravvisare qualche responsabilità a carico del pm che ha sequestrato la cartella clinica.

Anche il sequestro del fascicolo in originale a indagini in corso arreca dei danni alle indagini.

Innanzitutto, se non viene restituito, quell'indagine si blocca.

Se viene restituito, comunque i pm di quell'indagine avranno avuto per indagare meno tempo di quanto gliene assegna la legge.

L'indagato, se già informato dell'esistenza delle indagini, patirà lo stress e l'incertezza di "color che son sospesi" più dei sei mesi (+ proroghe) che la legge prevede.

Inoltre, trattandosi di atti coperti da segreto, si potrebbe avere una discovery PRIMA nel procedimento "sequestrante" CHE in quello "sequestrato". Con immaginabili rischi per l'efficacia dell'indagine.

Insomma, resto della mia opinione.

La saluto comunque con stima e simpatia.

ele

Anonimo ha detto...

Per Ele (commento dell'1.15).

Gentile Ele,

non c'è dubbio che Lei possa restare delle Sue opinioni.

Mi permetta di chiederLe, però, un minimo di onestà intellettuale, che è una bella virtù e che manca con evidenza nel Suo ultimo commento.

Badi che non mi permetterei di dire che manca in Lei.

Ma manca certamente negli argomenti che Lei offre al dibattito con il Suo ultimo commento.

Vede, Ele, gli argomenti che scegliamo in difesa delle nostre opinioni a volte le connotano.

Quando, per esempio, come Le dimostrerò che accade nel Suo caso, appaiono con evidenza pretestuosi, infatti, tradiscono un pregiudizio. Che è quanto di più contrario alla possibilità di un vero dialogo.

Lei fa l'esempio del sequestro della cartella clinica NEL CORSO DELL'OPERAZIONE CHIRURGICA.

Ma sono certo che appare evidente anche a Lei la differenza che c'è fra l'urgenza di una operazione chirurgica IN CORSO e i tempi di una indagine che dura da anni.

Come lo propone Lei, il Suo argomento è palesemente pretestuoso.

Il sequestro dei documenti in originale, la ricopiatura e la restituzione degli originali può richiedere un tempo che possiamo stimare in qualche giorno.

Lei si sente - ONESTAMENTE - di sostenere che tutta questa caciara con annesso intervento del Quirinale sia stata messa su perchè la Procura Generale di Catanzaro ha così tanta urgenza di svolgere con così tanto febrile attivismo le indagini in questione da non potere restare senza fascicolo per cinque o sei giorni?

Vede, gentile Ele, il paragone con il sequestro della cartella clinica Lei lo deve fare con riferimento a una fase della cura nella quale il prossimo appuntamento con la paziente è fissato fra un mese.

D'altra parte, proprio con riferimento alle indagini di Catanzaro, oltre a prendere atto che procedono con estrema lentezza (o non procedono), potrà constatare (anche leggendolo su questo blog) che il pm Bruni ha raccontato di come gli abbiano fatto PERDERE UN MESE solo titubando sulla decisione di perquisire o no Agazio Loiero. e, aggiunge Bruni, quando poi la perquisizione si è fatta dopo un mese, molte cose non sono state trovate.

Le aggiungo (apparendo evidente che Lei è persona "addetta ai lavori") che accade molto spesso che un fascicolo venga richiesto per qualche legittima ragione, chessò dal capo dell'ufficio, dal Presidente della Corte, dal Procuratore Generale, ecc..

Lo si manda con semplicità e senza tante storie e lo si riprende dopo qualche giorno, quando è stata adempiuta l'incombenza per la quale era stato richiesto.

Quanto al suo sottile riferimento alla dicovery anticipata, se conosce queste questioni tanto da porle, sono certo che saprà anche che è questo un problema quotidiano negli uffici di Procura.

Posto che sicuramente già lo sa, Le ricordo come viene gestito dappertutto TRANNE CHE A CATANZARO.

Il pm richiesto di atti instaura una cortese ed efficace collaborazione con i colleghi richiedenti. Trasmette SEMPRE E INDEFETTIBILMENTE gli atti richiesti ESSENDO SUO PRECISO DOVERE. Se ne ricorrono i presupposti, accompagna la consegna degli atti con una missiva che illustra le esigenze investigative del suo ufficio, informandone i colleghi e invidandoli a rispettare quelle esigenze svolgendo in modo compatibile con esse i loro compiti.

Ciò che è invece accaduto a Catanzaro è che la Procura di Salerno chiede DA FEBBRAIO 2008 e con numerose e reiterate richieste formali copie di atti e la Procura Generale di Catanzaro INSPIEGABILMENTE, SI RIFIUTA di darle.

Il pm Bruni ha spiegato, deponendo come persona informata sui fatti (e trova la cosa nella motivazione del decreto di sequestro), che ciò corrispondeva a una precisa scelta del PG Iannelli (quello, per intenderci, delle surreale intervista televisiva finita su Youtube, nella quale parla di "eversione", evidentementemente non sapendo cosa quella parola significhi).

Attendo, ovviamente, con interesse e piacere Sue obiezioni.

Solo, Le rinnovo la preghiera che siano fondate su argomenti sinceri e non su espedienti pretestuosi, tipo: mandando gli atti a Salerno c'è il rischio che si perdano o prendano freddo.

Oppure, come ha scritto Lei, "se non viene restituito, quell'indagine si blocca".

Ma perchè mai il fascicolo non dovrebbe essere restituito?

Lei, se fosse (o se è) un mio collega, rifiuterebbe mai l'invio di un fascicolo in visione a un collega motivando il rifiuto con la "pauro che non glielo restituisca"?

E, peggio ancora, Lei rifiuterebbe di fatto l'invio senza alcuna motivazione e senza dare alcuna risposta, con la sola riserva mentale segreta della paura che non venga restituito?

Un caro saluto sinceramente grato per la preziosa occasione di confronto che mi offre e che - spero vivamente - si sviluppi ulteriormente.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

caro Felice, mi spiace che abbia percepito come "diversamente onesti" i miei argomenti, perché le assicuro che guardo alla vicenda senza pregiudizi di sorta.

Comunque, nel suo ultimo post ci sono così tanti spunti che mi perdonerà se ne coglierò per ora solo qualcuno.

1. quanto al paragone con il sequestro della cartella clinica, avevo scritto di ricovero (CHE PUO' DURARE MOLTO PIU' DI UN'INDAGINE) e non di operazione chirurgica in atto, come in pbf (perfetta buona fede), ma a torto, mi attribuisce Lei.
Rimango convinto della pertinenza del paragone e quindi quantomeno della sostanziale inopportunità dei sequestri.

2. richeste di atti ad altra AG ad indagini in corso.

qui vado a memoria. l'art. 117 cpp consente la richiesta (anche) di atti coperti da segreto. Essendo una richiesta, e non un provvedimento autoritativo, essa può essere legittimamente rifiutata.

Lei scrive "Il pm richiesto di atti instaura una cortese ed efficace collaborazione con i colleghi richiedenti."

Nel caso in esame, però, non c'era semplicemente un collegamento investigativo tra le indagini di SA e CZ, perché l'indagine di CZ era essa stessa sub iudice a SA, in quanto i magistrati che la conducevano erano indagati e i loro provvedimenti (o la loro inerzia) erano destinati ad essere oggetto di valutazione da parte del "loro" pm.

In questa situazione, poiché il nemo tenetur se detegere vale anche se l'indagato è magistrato, è meglio non usare il 117 (anche per non creare la possibilità di sospettare che il rifiuto sia strumentale, così da divenire all'insaputa del suo autore argomento di prova a carico del rifiutante che magari ha rifiutato la trasmissione in pbf), ma procedere con un ordine di esibizione ex art. 256 cpp.

E tuttavia, il magistato del pm, rientrante tra i pp uu di cui al 201 cpp, così come ha l'obbligo di astenersi dal deporre su fatti conosciuti per ragioni del suo ufficio che devono rimanere segreti (tali sono le risultanze d'indagine finché l'indagato non ne possa avere conoscenza), così può rifiutare l'esibizione degli atti (art. 256 cpp).

A quel punto ci si deve chiedere se l'AG indagante può sequestrare un fascicolo ad indagini in corso.

BELLA DOMANDA! Ci si deve chiedere se prevalga il segreto sulla (o prima ancora la stessa prosecuzione della) indagine why not oppure l'indefettibilità delle indagini di SA.

Sinceramente in questo momento, senza aprire codici e manuali, e quindi "a naso", sarei dell'idea che debba prevalere il segreto e la possibilità che la procura competente possa proseguire nell'indagine why not.

Se non altro perché a scelte sbagliate di questo ufficio potrà sempre porre rimedio il GIP naturale per legge (a leggere i giornali pare che nessun GIP di CZ sia indagato, nemmeno quelli che hanno accolto le richieste di archiviazione che si assumono "illecite").

E comunque perché, come giustamente dice lei, gli atti dal fasciolo non scappano e quindi saranno lì anche quando ci sarà la naturale discovery.


3. lentezza o inerzia nelle indagini di CZ.

Lei scrive: "D'altra parte, proprio con riferimento alle indagini di Catanzaro, oltre a prendere atto che procedono con estrema lentezza (o non procedono), potrà constatare (anche leggendolo su questo blog) che il pm Bruni ha raccontato di come gli abbiano fatto PERDERE UN MESE solo titubando sulla decisione di perquisire o no Agazio Loiero. e, aggiunge Bruni, quando poi la perquisizione si è fatta dopo un mese, molte cose non sono state trovate."

Sinceramente, non sono in condizioni di dire se le indagini di CZ procedono con lentezza o sono in pratica ferme, né dispongo di elementi che possano confermare o smentire tali congetture.

Quello che è certo è che l'avocazione risale a un anno fa e, da quello che filtra dalla stampa, i filoni d'indagine sono parecchi (sicché non mi pare che al momento si sia accumulato un ritardo; poi, ovvio che se in questo lasso di tempo non è stato fatto niente o è stato fatto poco al momento non lo possiamo sapere). Peraltro, dal primo comunicato stampa della PG di CZ si leggeva tra le righe che le indagini erano prossime alla conclusione con esiti che avrebbero smentito l'assunto del "complotto a fini di insabbiamento".

Il mese di ritardo di cui parla il pm Bruni nella perquisizione al presidente della regione potrebbe derivare da legittime divergenze sull'opportunità e/o utilità dell'atto e il fatto che i coassegnatari del fasciolo abbiano impiegato un mese per determinarsi può avere anche delle valide ragioni, diverse dalla finalità di favorire il LOIERO.
Ovvio che i sospetti possono sempre venire (anzi è utile che l'indagatore se li faccia venire, a patto che non si accontenti dell'intuizione ma vada a verificarne l'esattezza).
Ipotesi per ipotesi, tuttavia, si può anche osservare che se si volesse mandare a monte una perquisizione, basterebbe una soffiata e il gioco è fatto, non è necessario fare accumulare un mese di "sospetto" ritardo.

Inoltre, è possibile la perquisizione de quo sarebbe stata "atto a relativa sorpresa" dal momento che il coinvolgimento del perquisendo nell'indagine era forse già stato reso noto dagli organi di stampa.

Insomma, morale della favola, aspettiamo di vedere le carte.

onorato della sua interlocuzione, le auguro buona domenica.

ele

Anonimo ha detto...

Per Ele (coomento delle 12.18).

Caro Ele,

La ringrazio di cuore per la pazienza che ha avuto nel rispondere alla mia replica "aggressiva".

Le chiedo sinceramente scusa per l'equivoco - causato da una mia disattezione e superficialità nella lettura - sul fatto che il Suo paragone non era relativo a una "operazione in corso", ma a un "ricovero" in corso.

Grazie davvero per il Suo prezioso contributo di opinione, che arricchisce - e di molto - questo dibattito.

Non replico a ciò che Lei ha scritto non per non onorare i Suoi ulteriori argomenti, ma perchè credo siano chiari ormai quelli di entrambi e voglio limitare questa mia a scuse e gratitudine sincere e incondizionate.

Un caro saluto, con preghiera di restare a discutere ancora molto con noi.

Felice Lima

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Un grazie a Lei dr. Lima, mi ha insegnato, ho imparato come chiudere una disputa dialettica, spuntando gli artigli a un interlutore fazioso.
Degno di Luigi Pirandello.

Anonimo ha detto...

purtroppo anche travaglio non mi sembra così sempre imparziale, visto che anche lui si ccompgna a magistrati non limpidissimi, meno noti ma che ugulmente esercitano un pericoloso potere occulto e hanno vergognosamente tradito la missione. Ecco perchè mi infastidisce enormemente sentire che blatera da blog e televisione nche se effettivamente divulga " belle" notizie che gli passano i suoi aminci magistrati anche quelli di cui sopra.Ma come diceva mOntnelli ci dobbiamo tirare il naso e sopportorarlo e ringraziarlo anche quando strumentalizza, come tanti, quell'unico vero eroe dell'ambiente, DE Magistris che spero riesca a catalizzare altri come lui e soprattutto tra i giovani che si accingono a tentare una carriera stupenda che troppi hanno buttato nel fango.